lunedì 29 agosto 2011

Alla guida di 189 economisti tedeschi (su 200) il prof. Wilhelm Noelling è andato all'attacco della Banca Centrale European e delle banche private che stanno strozzando l'economia del Vecchio Continente

di Sergio Di Cori Modigliani

“Ma insomma c’è la crisi oppure c’ la recessione? C’è la recessione o c’è la depressione? Quando finirà? Ne arriverà poi un’altra a breve termine? E se sì, quando arriverà? Era possibile evitarla?” ma soprattutto “Come mai nessuno l’ha vista arrivare? E quali medicine stanno preparando? Chi decide? Eurobond sì o Eurobond no? In Germania che cosa sta accadendo? Che cosa, in verità, dicono e fanno i tedeschi?”.

Queste, in sintesi, sono le domande che vanno per la maggiore tra gli italiani in questo 29 agosto 2011, quantomeno tra le persone sensate e in buona fede che vogliono –quantomeno- comprendere quale sia il teatro degli eventi, quali siano le posizioni e chi sostiene una parte o l’altra.  Per capire e quindi sapere come regolarsi in merito.

Prima di passare a fare il punto della situazione, è il caso di parlare di un piccolo giallo (vera e propria leggenda metropolitana tra gli economisti europei) che si è risolto trasformando la leggenda metropolitana in un fatto storico davvero interessante. Oggi, diventa di una squisita attualità, e davvero addolora la constatazione del fatto che nessuno in Italia ne abbia ancora fatto menzione. In un Europa normale e non totalmente asservita al circuito privato delle banche ci sarebbe stato cibo sufficiente per alimentare forum, discussioni e dibattiti per l’intero mese di agosto. E invece nulla. CENSURA COMPLETA: Ma il giallo è risolto. Sono stati anche trovati gli assassini (la vittima sarebbe l’euro economy) tra cui tre italiani. La “leggenda metropolitana” viene dunque confermata. Anzi. Qualcosa di più di una conferma. Tant’è vero che dalle ore 15 del 5 luglio 2011 (termine di scadenza il 5 settembre) il più alto organo giuridico della Repubblica di Germania, l’Alta Corte Costituzionale, è riunita in seduta permanente per dirimere una spinosa controversia giuridica portata avanti da quella che le destre tecnocrati anti-democratiche europee amano definire “la banda dei cinque”.

Ma chi sarebbero i membri della banda dei cinque? Ecco i nomi, tanto per fare presto:
Wilhelm Hankel, Wilhelm Noelling, Karl Albrecht Schachtschneider, Joachim Starbatty e Dieter Spethmann. Questi cinque “banditi” (così chiamati dai tecnocrati) sono cinque emeriti professori di economia applicata. Il capo della banda è Wilhelm Noelling, già consulente del Ministro delle Finanze tedesco nel 1996, il quale, verso la fine del 1998 presenta un approfondito studio economico –circa 500 pagine-  rigoroso quanto può essere il prodotto intellettuale di uno scienziato tedesco, spiegando le ragioni per cui il varo dell’euro si risolverà “in una inevitabile catastrofe finanziaria per le nazioni economicamente più fragili, non più tardi di dieci anni dall’inizio dell’emissione della nuova moneta, in testa Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna con immediato contagio dell’Italia e di lì a breve della Francia. Intorno al 2015, l’intero continente europeo sarà un pallido ricordo”. Lo studio –essendo l’autore solida persona rispettabilissima- viene letto, analizzato e dibattuto in Germania, ma prima di inviarlo a tutte le altre cancellerie europee per condividere con loro l’opinione della “banda dei cinque” viene chiesto al relatore una pragmatica aggiunta in grado di rispondere ad una domanda la cui risposta non è facile:
“Considerando tali rischi, secondo lei, visto che sostiene di aver compreso il meccanismo di funzionamento dei mercati finanziari planetari, quale sarebbe l’alternativa?”.
E Willhelm Noelling risponde.
Pensa, ne parla con gli altri quattro banditi, e alla fine presentano la risposta, che è la seguente:
“Esistono soltanto due possibilità reali:
Punto A). Varo, insieme alla moneta unica, di eurobond unificanti; il che, tradotto, in termini monetari, vuol dire che il tesoro tedesco inevitabilmente finirà per doversi fare carico di eventuali cadute della gestione delle risorse finanziarie e produttive interne di nazioni strutturalmente fragili come l’Irlanda e la Grecia, se le cose si dovessero mettere male per queste nazioni. Tanto per fare un esempio; però, nel caso si dovesse scegliere questo punto, ci sarebbero enormi aspetti positivi: il vantaggio consisterebbe in una apertura del mercato europeo che diventa “automaticamente” interno per tutti, il che non può che avvantaggiare la più flessibile e dinamica economia europea, per l’appunto quella tedesca, che si troverebbe nella invidiabile situazione di esportare all’estero (cioè Italia, Francia e Spagna pari a circa 190 milioni di consumatori quotidiani con reddito) considerandolo economicamente come consumo interno, perché garantito dai bond europei, in tal modo rialzando complessivamente tutti gli indici economici strutturali che situerebbe l’Europa come un’unica macchina economica che finalmente diventa locomotiva. A quel punto, se in fondo al treno ci sono vagoni lenti, non sarà problema alcuno trascinarseli appresso, perché l’eurobond funzionerà proprio come un Marklin (celeberrimi trenini elettrici da modellismo, ndr.) correndo sul binario tutti attaccati. Comporterà inizialmente un peso finanziario per Germania e Francia e Italia, ciascuna di queste nazioni in quota parte, ma alla lunga si avvantaggeranno tutti.
Punto B). L’eurobond è una utopia e non è finanziariamente sostenibile per motivi strutturali oggettivi, di cui il più elementare e ovvio è relativo a un fattore “di mentalità culturale” che non può essere sottovalutato: in Germania l’88% dei cittadini paga al millesimo le tasse, in Grecia lo fa soltanto il 39%. Quindi, la Germania non può farsi carico di un problema di arretramento giuridico-mentale di un popolo altro, come fare a spiegare ai tedeschi “voi dovete pagare le tasse perché così sosteniamo i greci consentendo loro di non pagarle ed evaderle?”. Sarebbe un’incongruenza, un obbrobrio giuridico e una ingiustizia sociale. Da cui il varo di due eurobond. DUE. Classificati economicamente in due sezioni:
Sezione A. SPE EUROBOND (l’acronimo sta per Strategic Political Eurobond) cui partecipano unificate le banche centrali tedesche, francesi, olandesi, finlandesi, le quattro economie più virtuose laddove è giusto accorpare economie piccole con quelle grosse per chiarire ai mercati che la selezione non  riguarda né la vastità del territorio, né la potenza della produttività, né la propria politica nazionale, bensì: la struttura virtuosa finanziaria nazionale dei singoli stati.
Sezione B. SPEA EUROBOND (l’acronimo sta per Strategic Political European Approach Eurobond) cui aderiscono, tutti insieme, gli altri stati, dall’Italia all’Irlanda, dalla Grecia alla Spagna, i quali hanno la possibilità di chiedere ogni 18 mesi di finire in serie A (proprio come nella Bundesliga di calcio) dopo previo controllo della BCE che emette i bond di serie A e controlla che in quelle nazioni siano diminuite le spese degli enti statali, le spese delle amministrazioni locali, che sia aumentata visibilmente e “tangibilmente” il gettito di tributi pagato da chi prima evadeva le tasse, e che quelle nazioni abbiano parametri economici, giuridici, sociali in linea con i requisiti europei. Chi è virtuoso viene premiato, chi è vizioso viene penalizzato. Invece di punirli (o assisterli alimentando il vizio) si concede loro la prospettiva eccitante di diventare virtuosi, prendendo atto della realtà autentica della mentalità produttivo-economica dei singoli stati. Sostengo caldamente e fortemente l’applicazione del Punto B: sarà la salvezza dell’Europa”.
Fine del rapporto.
“Quest’uomo è un pazzo pericoloso”.
La frase, del 1998, è –da lì ha origine il giallo- ascritta a Romano Prodi, allora presidente del consiglio e personaggio molto ascoltato in Europa. Al quale si aggiunsero anche Mario Draghi e Giulio Tremonti, che trovarono immediatamente orecchie compiacenti a Parigi, Atene, Madrid, Dublino, Lisboa. Sembra ci siano state addirittura delle zuffe, con diplomatici mediterranei offesi perché sostenevano che tale idea fosse una variante di un modello razzista che spingeva a deprimere le nazioni economicamente più deboli.
Non se ne fece niente.
Il Prof. Wilhelm Noelling venne invitato a scomparire dalla circolazione insieme agli altri quattro.
Vennero cancellati.
Ma I tedeschi, è cosa nota, sono tenaci, buoni combattenti, e quando ritengono di avere ragione davvero estremamente cocciuti.
Il 10 maggio 2011, la banda dei cinque “prevedendo la vigilia di una potenziale catastrofe finanziaria nei paesi aderenti all’euro che si verificherà non oltre il 15 agosto” presenta una formale denuncia agli organi giuridici competenti contro la presidenza del consiglio europeo, contro la Banca di Germania, contro la banca centrale europea e contro l’idea del varo di un fondo di sostentamento per l’emergenza. La denuncia, formalmente impeccabile –neanche a dirlo- viene accolta dalla Alta Corte Costituzionale della Germania in data 5 luglio. Siamo in attesa di apposita risposta.
Questo giallo (la presupposta pazzia pericolosa della banda dei cinque) è considerata da tutti gli analisti finanziari più attendibili la VERA RAGIONE della flessione drammatica della borsa di Francoforte negli ultimi quaranta giorni, da molti (coloro che non volevano dar credito a tale denuncia) considerata inspiegabile e irrazionale.
La banda dei cinque ha presentato un’inchiesta impeccabile realizzata tra i primi 200 economisti tedeschi con le firme notarili di 189 economisti (pari al 92%) contrari al salvataggio di Grecia, Portogallo, Irlanda; favorevoli all’immediata emissione di eurobond, sostenendo che la scelta della banca centrale europea “aveva violato l’inderogabile principio giuridico della magistratura tedesca che sta imponendo con un atto illegittimo e anti-costituzionale ai cittadini tedeschi contribuenti fiscali la sottrazione di una parte del gettito per andare a coprire un debito le cui garanzie di insolvenza si trovano nelle mani di istituti finanziari di credito privati: come a dire che i cittadini tedeschi non sono informati che le loro tasse servono a pagare i debiti di banche private”. Agli atti (davvero divertente) la risposta dell’audit governativo “se le cose stanno come voi sostenete, dove sono i cittadini che protestano contro le misure di salvataggio nelle strade di Brema o Berlino? Dove sono? Mi mostri questi cittadini, li voglio vedere. Non avete neppure una pagina su facebook”.
Ma i giudici tedeschi hanno convocato nel mese di giugno 456 membri del governo, della banca centrale europea e della unione europea (di nazionalità tedesca) e 34 amministratori delegati di istituti bancari privati. In data 2 luglio 2011, il presidente della Corte, Andreas Vosskuhle, ha dichiarato a Der Spiegel “ho trovato troppo ottimismo artificiale nelle parole del cancelliere Angela Merkel e nelle parole dell’esimio presidente Jean Claude Trichet , nel maggio del 2010 le stese persone –fisicamente le stesse con le stesse identiche mansioni- mi avevano dato ampie garanzie sulla risoluzione finanziaria dei problemi interni di Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda e Italia. Non si è verificata nessuna delle ipotesi a me presentate come dati certi. Perché, oggi dovrei credere a loro? Sono molto scettico sia sul nostro cancelliere che sulla operatività della Banca Centrale Europea”.
E così, in data 5 luglio, la Corte tedesca accoglie la denuncia e avvia un procedimento d’inchiesta chiedendo 60 giorni di tempo, “anche per vedere nel frattempo l’andamento dell’economia finanziaria in Europa”. (a fine maggio, sia la Merkel che Sarkozy che la BCE dichiaravano che “la crisi è risolta, abbiamo salvato la Grecia, l’Europa è forte e unita”).
Il Prof. Schachtschneider (membro della banda dei cinque) ha dichiarato in data 12 luglio “Si tratta di un golpe contro l’istituzionalità europea condotto da banche private con l’appoggio dei governi di Francia e Germania. Hanno inventato “una emergenza” al di sopra della legge, della costituzione e delle leggi europee”.
A questo si è aggiunto il 18 luglio il prof. Murswieck “nessun tribunale può accettare in Europa il concetto di emergenza “inventato” dai signori Sarkozy e Merkel per salvaguardare interessi di banche private, ponendo quindi, in Germania, la grave questione di attentato contro la lealtà degli organi costituzionali. Non esiste nessuna emergenza; c’è una recessione economica europea determinata dalla finanza privata che intende espropriare la ricchezza dei cittadini, dei popoli, delle nazioni”.
In data 4 agosto, Noelling ha dichiarato “E’ necessario fermare la politica UE IMMEDIATAMENTE per proteggere i cittadini europei dalla rovina e dalla definitiva espoliazione dei ceti medi produttivi da parte di banche private. La Corte Costituzionale tedesca è l’ultima istituzione in cui la popolazione tedesca ha fiducia. Chiediamo formalmente ai giudici di essere consapevoli della propria responsabilità verso la costituzione democratica dello stato tedesco, verso lo stato, verso tutti i cittadini europei, prima di tutto quelli tedeschi”.
La sentenza è attesa entro il 6 settembre 2011.

Ecco ciò che sta accadendo in Germania.
Ecco ciò di cui si dibatte in Germania tutti i giorni.
Pensavo fosse interessante per i lettori italiani essere informati su questa vicenda.
Dopotutto si tratta di soldi nostri.
Dal Reno, al Tevere al Guadalquivir. La moneta è la stessa.
E questo ci consente di comprendere meglio ciò che sta accadendo. Capire, quindi, che le chiacchiere bolse da autentici scimuniti offerte dall’attuale classe dirigente politica italiana –maggioranza e opposizione in questo caso appaiati- non chiariscono un bel nulla.
Che passi la manovra del governo. Che vengano accettati due, tre, 157 emendamenti è del tutto irrilevante.
Tanto –è bene che la gente lo sappia- entro metà novembre bisognerà varare un’altra manovra e poi un’altra ad aprile del 2012.
Basterebbe un dato sull’Italia per capire l’attuale situazione: soltanto il 17% della popolazione attiva lavorativamente dichiara di guadagnare più di 75.000 euro all’anno. Il che –se fosse vero- ci situerebbe ai livelli del Gabon e del Paraguay.
In Germania vogliono fermamente e fortemente (gli economisti) uno scossone -e su questo hanno ragione al 100%- per rompere questo meccanismo perverso: nazioni ladre come Grecia, Portogallo e Italia, che vogliono avere continui sussidi e aiuti da nazioni dove tutti pagano le tasse. Questi aiuti sono varati nel nome della solidarietà, ma è un falso. Questi aiuti vengono dati da banche private che elargiscono prestiti ai governi centrali che garantiscono con bond nazionali. Ecco perché seguitano a emetterli facendo aste. Risultato: le nazioni viziate, come l’Italia, seguitano a godere di regali immeritati e l’evasione fiscale prosegue promossa dalla banca centrale europea. Le banche private sono contente perché in tal modo aumenta il loro credito e, poco a poco, finiscono per acquistare i governi centrali avendo in mano le lettere di credito. Una volta che avranno in mano, definitivamente, tutti i governi, potranno con enorme tranquillità far varare le leggi che vorranno, decidere quali governi eleggere, facendo finta con gli elettori delle singole nazioni che esiste una competizione. A seconda del vento, le banche sceglieranno di sostenere Berlusconi o Bersani, Di Pietro o Tremonti, ecc.,ecc. Per noi cittadini, sarà uguale.
Varare degli eurobond, immediatamente, addirittura eurobond di serie A e di serie B, oppure forti eurobond centrali con lento e soffice default delle nazioni che non sono in grado di sostenerne il peso, vuol dire sottrarre alle banche private un immediato guadagno e una potenzialità di profitto gigantesca.
Non a caso, contrari all’emissione di eurobond, sono soltanto Sarkozy, Merkel, la destra statunitense, e su 145 presidenti di banche private europee, il 100% del loro management.
Non potete certo aspettarvi che vengano a raccontarvi questa storia i media italiani la cui proprietà è sostenuta da Mediobanca, Unicredit, Mps, Telecom, Intesa San Paolo, Mediolanum, Mediaset, ecc.,ecc.  Secondo 189 autorevoli economisti tedeschi sarebbero proprio loro gli unici ad avvantaggiarsi dell’attuale crisi economica.
Non a caso l’hanno provocata.
Chi sa leggere il tedesco può andare a spulciare in rete e trovare tutte le tesi, le teorie e le idee del Prof. Wilhelm Noelling, un moderato illuminato, alla guida di una nutrita pattuglia di libere menti pensanti al di là delle Alpi.
Dotati tutti di impeccabile competenza tecnica.
L’hanno definito un pazzo pericoloso.
Ma la Alta Corte Costituzionale della Germania non è una struttura incline ad accogliere le proteste degli psicolabili.
Staremo a vedere.


5 commenti:

  1. Impressionante!
    Però 'sti crucchi, o li spezzi o non li pieghi.

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  2. infatti nel '18 e nel '45 mica si son piegati ;)

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  3. Che solo il 17 % della popolazione attiva dichiari più di 75000 euro io ci credo.
    Basta fare un piccolo sondaggio statistico con i propri amici parenti e conoscenti per arrivarci. Che ci sia evasione e' chiaro come il sole, che la lotta all evasione sia rivolta solo alle classi più deboli pure, che tanta gente evada per sbarcare il lunario anche , che ci siano poi tanti ingordi non ne parliamo, forse un default generale non sarebbe poi così male ripareggerebbe un Po' le cose.
    Ma il signor Sergiodicorimodigliani perché non risponde mai ai commenti?
    Complimenti per il blog diventato ormai un must dei miei appuntamenti settimanali.
    Sarebbe interessante sapere da qualche economista che sviluppi pratici avrebbe un default di Grecia Irlanda spagna e Francia , ritorno alle monete nazionali o cos altro?
    Grazie

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  4. interessante, vediamo cosa dira' la corte...

    pero' l'idea che ci sia questa gran censura non la condivido. cose simili sul ruolo delle banche luigi zingales e' riuscito a farsele pubblicare in prima pagina dal sole 24 ore e a dirle in un invited hearing al congresso USA. poi non gli hanno dato retta, me nessuno gli ha tappato la bocca.

    un po' di pubblicistica organizzata per argomenti e' qui:
    http://faculty.chicagobooth.edu/luigi.zingales/index.html

    mi sembra giusto far un po' di pubblicita' ad un italiano molto titolato che parla senza peli sulla lingua dicendo cose ragionate.

    francesco

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