di Sergio Di Cori Modigliani
“Libertà”.
Una parola sublime, bellissima, che ancora oggi affascina.
Ha una particolarità unica nel suo genere: è totalmente auto-referenziale.
La “Libertà” è tautologica.
Perché è inutile. Da sola (e di per sé) non produce né salute, né ricchezza, né lavoro, né felicità, né armonia, né amore, e tantomeno danaro cash. Il fine della libertà, infatti, consiste nel “consentire all’individuo il dispiego e l’espressione della sua attività senza impedimento alcuno, né per genere, né per censo, né per scelta politica, né per culto religioso, né per appartenenza etnica, né per cittadinanza”.
La libertà, quindi, serve per essere liberi. A nient’altro.
Ma nel suo essere libero, l’individuo, gonfia la propria ambizione e trova stimoli e la sua creatività si espande; l’individuo libero imprende e quindi finisce per produrre e creare lavoro, ricchezza, bene comune.
Dal che si deduce che la “Libertà” non è se non determina, provoca e causa una situazione tale per cui “si è liberi, ci si sente liberi”.
Pur nella sua tautologica auto.referenzialità, la Libertà è il concetto più pragmatico che esista. Il suo valore, infatti, viene identificato dalla sua applicazione, dalla sua esplicazione, dalla sua manifestazione in essere, che è sempre dinamico. E’ la conferma della sua applicazione che ne denota l’esistenza e ne firma la cifra.
Se non esiste “applicazione concreta dell’essere liberi”, allora la Libertà non esiste.
Rimane una parola vuota. Diventa un termine al quale è stato sottratto il Senso.
E quindi il suo Significato.
La Repubblica Italiana è una nazione “tecnicamente” libera. Nel senso che sono garantite le libertà di parola, di stampa, di associazione, di impresa. In teoria.
In pratica, come ben sappiamo, non è così.
Perché la Libertà, in Italia, non produce nell’individuo che opera e lavora l’appagante e dirompente situazione del “sentirsi libero”. Quindi non è.
E’ un geniale trucco subliminare di una società retriva medioevale.
“Sottraete alla Libertà il Senso e avrete in pugno un concetto da poter utilizzare per asservire nazioni e popoli a vostro gradimento”.
La frase è di George Orwell, uno scrittore britannico attivo negli anni’40 e ’50, che così spiegava la genesi del suo celeberrimo libro “1984”, meglio noto per aver lanciato il concetto di Grande Fratello. Nel romanzo, infatti, il mondo oscuro, piatto, paranoico, unilaterale, viene presentato dal potere come il massimo territorio della Libertà. Qui sta il Grande Paradosso della nostra epoca: essere riusciti a convincere le persone e i cittadini che la Libertà è un concetto legale, “tecnico”, avulso dal contesto esistenziale. In tal modo sono riusciti a far incorporare ai cittadini l’automatica vocazione alla NonLibertà, senza aver bisogno di fare dei colpi di stato, di mettere su delle dittature, di fare applicare la Legge a un sistema autoritario. Basta disossare la Libertà del suo Senso.
E così, la cosiddetta Libertà si manifesta oggi, 3 aprile 2012, (esattamente come nel geniale quanto apocalittico romanzo di Orwell) nell’usare –ad esempio- la libertà di stampa per non dire, per non informare, per non far sapere, per nascondere invece che per esporre, applicandola nel suo rovescio negativo, quindi trasformandola in un’applicazione Insensata che ne nega l’essenza. Ma chi la esercita, invece, è davvero Libero. Perché vive “il proprio essere nell’applicazione della Libertà” quindi manifesta in pieno la Libertà. E’ la sua Libertà, personale, di un gruppo: ma pur sempre Libertà è. Lo fa in senso negativo, ma lo fa comunque in senso applicativo. La Libertà di stampa –paradossalmente- è libertà di dire, ma è anche libertà di non dire. Se io non dico (dato che ho la libertà di scegliere) ma nel mio “non dire” manifesto me stesso, mi espando, imprendo, produco e creo ricchezza, finisco per manifestare la Libertà d’impresa.
Il medioevo funziona così. Libertà per pochissimi privilegiati che sfruttano i tanti.
Tant’è vero che il quotidiano “Libero” è davvero libero. Forse non c’è nessun organo di stampa così autenticamente libero, così radicalmente libero, in senso italiano, come “Libero”. Perché loro sono liberi in negativo, ma lo sono effettivamente ed effettualmente, determinando un allargamento di imprenditoria e ricchezza collettiva per il ristrettissimo circolo di persone, ceti e aziende, di cui ne rappresentano gli interessi. Tutti gli altri, ovvero coloro che pur avendo la possibilità pratica tecnico-legale di “essere se stessi nell’applicazione della libertà”, sono invece Non-Liberi, nel momento in cui scelgono di non applicare la propria Libertà, e quindi non dicono, non scrivono, non informano, clamorosamente e automaticamente, determinando un doppio risultato: A). Hanno rinunciato alla propria possibilità di essere liberi e sono diventati Non Liberi (che lo sappiano o non lo sappiano è irrilevante). B). Favoriscono l’estensione della Libertà degli altri, spesso oppositori, (quella cioè “in negativo”) e producono un effetto lacerante nella società civile, perché così facendo aumentano gli spazi di Libertà dei “Liberi in negativo” e restringono le possibilità e le opportunità di allargare lo spettro della Libertà che è: ovvero quella che si esprimerebbe socialmente e collettivamente e individualmente ed esistenzialmente in termini pratici se la gente sapesse che può essere libera.
Ma siccome non lo sa (di non esserlo) non potrà mai neppure combattere per cercare di esserlo. Ciascuno di noi –e così anche le società- sa soltanto ciò che sa di sapere. Già il solo fatto di sapere di non sapere qualcosa è un momento dinamico evoluto progressista.
Viviamo sotto una quotidiana e perenne dittatura. E’ inutile farsi illusioni.
Tutta questa premessa appartiene a una disciplina ben specifica “Teoria dei mass media” oppure “Filosofia dei Mass Media”. Esiste da venticinque anni. Viene studiata, insegnata, dibattuta in quasi tutte le università d’occidente, esclusa l’Italia. I palinsesti dell’istruzione pubblica nazionale non ne contemplano l’esistenza e quindi non esistono né cattedre né corsi di laurea se non una diàfana, sbiadita scopiazzatura di rango inferiore e disdicevole in alcuni centri accademici sotto la dizione di “scienza della comunicazione” (che è a metà tra un trucco e una truffa perché non insegnano né filosofia teoretica né storia della filosofia né filosofia della storia). A Parigi, Berkeley, Buenos Aires, Stoccolma, Oxford, L’Aja, la teoria dei mass media parte dallo studio dei filosofi pre-socratici e l’analisi dei dialoghi di Platone, e poi di lì fino all’attuale cultura cibernetica.
Aver scelto di non combattere per far insegnare questa preziosa materia, rimane il più feroce errore o crimine della cosiddetta sinistra democratica italiana.
Ma veniamo al punto di oggi.
"Credo che questa crisi, cioè quella economica europea, sia quasi finita, forse c'è solo una piccola componente psicologica. Ero molto preoccupato quando sono arrivato che l'Italia potesse essere un nuovo focolaio di crisi. Ma non è successo e non succederà. Permettetemi di dire che siamo sollevati. Soprattutto nell’essere consapevoli che non soltanto la crisi è superata, ma è stato grazie all’Italia che l’Europa sta uscendo fuori dalla crisi economica, ormai abbondantemente alle spalle".
Questa affermazione è falsa.
E’ stata rilasciata da Mario Monti, a Pechino, in data 1 aprile 2012.
E’ falsa perché non ha alcun riferimento alla realtà, se non a quella di un gruppo di “Liberi” che non sappiamo bene chi siano, e che di solito io definisco “oligarchia planetaria” dotata di un poderoso esercito che io definisco “la truppa mediatica asservita” ovvero degli schiavi volontari; individui che hanno scelto (ma non lo sanno) di aver deliberatamente rinunciato all’esercizio della Libertà.
L’affermazione è falsa perché i dati negano l’assunto sostenuto nella dichiarazione.
L’Ocse, infatti, ha diramato un comunicato nel quale identifica l’Italia, come la nazione che nel 2012 “si prevede avrà la peggior performance economica nella zona euro. In tutto il continente, alla fine del 2012, l’Italia si collocherà al 34esimo posto, dietro soltanto Grecia e Portogallo. Il pil si ridurrà dell’1,6%, la disoccupazione è prevista in forte aumento tendenziale, il consumo interno è contratto, le esportazioni diminuiscono e le importazioni da nazioni extra-comunitarie aumentano, la spesa pubblica negli ultimi quattro mesi è aumentata ed è chiaro che l’obiettivo del pareggio di bilancio non è realistico entro il 2014 poiché si è venuta a creare una situazione di recessione e credit crunch insieme”. (credit crunch vuol dire che i soldi che lo stato incassa con le tasse li deve versare immediatamente per pagare gli interessi passivi; in tal modo non può né espandersi su un deficit positivo né ridurre la spesa pubblica che aumenta dovuto alla stretta creditizia).
Tutto ciò prelude a una nuova manovra economica che si renderà necessaria a breve.
Ma i Liberi non lo dicono.
Perché mai dovrebbero? Non conviene, a loro.
Le affermazioni di Mario Monti sono false.
Esiste la Libertà di dire il falso. Io mi arrogo la Libertà di denunciarlo.
E’ falsa la citazione di Obama, costretto ad arrendersi in seguito a forti pressioni diplomatiche da parte di chi gli ha ricordato che l’Italia verserà 19 miliardi di euro per acquistare una serie di inutili aerei da guerra costruiti a Long Beach, California, per fare i quali hanno assunto 1250 operai e tecnici qualificati rilanciando l’azienda e costruendo 155 micro-aziende sussidiarie che hanno contribuito a risolvere un pesante problema locale di occupazione. Gli è costato, a Obama. Secondo alcuni, troppo. Lo spero. Così, forse, capisce. I tre migliori consulenti personali della comunicazione nel suo staff si sono dimessi, dichiarando che non lavoreranno ma più per il Partito Democratico. Si stanno organizzando per costituire un nucleo di “Occupy-Mass Media”. Saranno dolori per molti. Me lo auguro.
Oltre che false, le argomentazioni di Mario Monti rivelano una inadempienza clamorosa. Elementare quanto agghiacciante.
Dimostra che l’attuale governo di “tecnici” (risate dal loggione e pomodori lanciati sul proscenio) in verità ha sbagliato i conti. Li avesse sbagliati Berlusconi o Bersani, si sarebbe potuto trovare una giustificazione politica, e quindi dare una risposta politica. Come era stata data a ottobre del 2011. Tre mesi prima, infatti, in data 13 agosto 2011 l’on. Giulio Tremonti aveva profetizzato “le previsioni economiche non sono rosee anche se il sistema bancario italiano è solido e sta reggendo benissimo perché per il 2012 si prevede una contrazione del pil intorno allo 0,5% nel primo e secondo trimestre; già nel terzo, per fortuna, ci sarà una ripresa”. Quando è stato spiegato a tutti che questa previsione era errata, quindi falsa, è stata data una risposta politica. E’ stato licenziato.
In questo caso, invece, c’è dell’imbarazzo.
Se un governo tecnico sbaglia i conti: che si fa?
E’ il loro cavallo di battaglia!
Hanno sbagliato i conti perché hanno calcolato che l’aumento dell’Iva e il risparmio dovuto al taglio sulle pensioni con l’allargamento degli esodati, avrebbe determinato un introito di circa 24 miliardi di euro che avrebbe consentito immediatamente –presentandola subito come una splendida vittoria sulla quale la truppa mediatica si sarebbe lanciata per megafonare il trionfo contabile- l’abbassamento della spesa corrente che avrebbe diminuito il disavanzo pubblico. Già festeggiavano con champagne e caviale ai primi di gennaio spingendo poveri risparmiatori ingenui a seguire le indicazioni di solerti funzionari di banca che incitavano a investire in borsa in aziende decotte.
Poi sono arrivati i dati. Sorpresa!!
La spesa pubblica è aumentata di 25 miliardi invece che diminuire e quindi c’è un buco nella cassa. Come è possibile? Li hanno rubati? Li hanno spostati? Macchè.
Hanno sbagliato i conti, tutto qui.
Si sono “dimenticati” di calcolare l’introito sulla base della realtà. Hanno fatti i calcoli sulla base di un principio astratto. La realtà è stata che nel primo trimestre del 2012 sono fallite 8.500 piccole e medie aziende che hanno messo per strada complessivamente 137.000 lavoratori. I cattivi padroni che approfittano per licenziare sadicamente? Macchè.
Poveretti. Sono gli imprenditori che si conquistano il diritto alla solidarietà, perché sono finiti sulla stessa barca dei loro dipendenti. Hanno chiuso perché non essendoci mercato, non vendono (dato che la domanda è stata contratta) non riescono ad avere credito e quindi sono falliti. A questo bisogna aggiungere le 11.567 aziende fallite nel 2011 con 356.000 lavoratori disoccupati in più. A questo bisogna aggiungere “un evento inatteso” (sigh doppio sigh) ovvero: nel primo trimestre del 2012, ben 125.700 titolari di partita Iva hanno chiuso la loro partita restituendola e si sono cancellati dalla camera di commercio. Quindi il gettito previsto non c’è stato. Perché la realtà è che 250.000 soggetti lavorativi non pagheranno le tasse previste, non perchè siano evasori, povere stelle, ma perché non producono più. E le tasse le paga soltanto chi produce reddito. Se uno non incassa su che cosa paga le tasse?. Sono aumentate le ore in cassa integrazione del 56%, e quindi lo stato va sotto. L’Italia ritrova finalmente l’unità tra imprenditori e lavoratori: falliscono insieme. E’ una libertà anche questa.
E’, per l’appunto, la “Libertà del Liberismo”.
Sul quotidiano “Il Foglio” da lui diretto, il sovrastimato Giuliano Ferrara ha scritto un pezzo tre giorni fa considerato (così mi era stato segnalato) come l’inizio dell’appoggio solidale a Mario Monti. Qui di seguito ne cito la parte finale più roboante.
Premetto che io non ho capito neppure una parola.
Poi c’è la questione dell’avversario ideologico, editoriale, politico, di establishment. Quella è questione evidente di primo acchito. Dove stavano De Benedetti, Scalfari e compagnia, e anche molti terzisti amici condannati al gioco del cerchio e della botte in tutti questi anni? Sempre dall’altra parte. Dove stavano e stanno i manettari? Sempre dall’altra parte. Dove stava la cultura azionista lealmente e slealmente avversata? Sempre dall’altra parte. Dove stavano gli intellò e i vari fighetta dell’etica e della spiritualità repubblicana, i cacciatori di servilismo altrui imbevuti della loro schiavitù psicologica e morale? Sempre dall’altra parte. Dove stavano gli scientisti, i rimodulatori della vita umana, i falsi libertari, i falsi miscredenti e antipapisti da trivio? Sempre dall’altra parte. Il filo robusto di un realista, che rischia ogni minuto il trasformismo e longanesianamente non si appoggia troppo ai principi, nel timore che si pieghino, dunque c’è. Ed è testimoniato, se non dai miei idoli provvisori, almeno dal fronte permanente degli avversari, dalle loro idee e manovre. Quello, stranamente, non è mai cambiato e non cambia mai. No trasformismo dell’inimicizia politica. Pro domo sua, dall’elefantino, sua sede e tendenza.
Anche in questo caso ho chiesto ragguagli in merito.
Mi hanno spiegato che quel pezzo garantisce a Mario Monti l’appoggio incondizionato.
Come è possibile che non si capisca nulla? O meglio, che io non capisca nulla?
Se qualcuno l’ha capito, pregherei gentilmente me lo spiegasse.
Per me, è invece tutto molto chiaro.
Perché il giorno dopo è uscito su “Libero” un altro articolo in cui non si capisce nulla. Neanche una parola.
I Liberi (quelli della Libertà-In-Negativo), quelli che i massoni libertari chiamerebbero “i contro-iniziati” stanno gongolando, e poiché sono consapevoli che la Libertà la uccidi sottraendole il Senso e depennandola del suo Significato, allora gettano nebbia e fumo negli occhi, così nessuno capisce nulla.
Funziona così, in Italia.
Me lo ha spiegato una volta un magistrato, il dott. Antonio Ingroia, un onesto e integerrimo servitore dello stato, con il quale chiacchieravo a proposito della mafia perché cercavo di capire da lui che è un esperto autorevole nel settore come funzionasse per davvero. A un certo punto, mi chiese: “Lei lo sa perché la chiamano la piovra?”. Con immediata arroganza, risposi: “Certamente. Si chiama così, perché con i suoi tentacoli ti avvolge e ti strozza”.
Lui mi guardò e mi disse: “No, non è per quello. Il motivo è un altro”.
Rimasi davvero sorpreso.
“La ragione di quel nome, che è appropriato, risiede nella natura ittica dell’animale. Quando la piovra, nelle profondità marine, sente che si avvicina un potenziale nemico, allora eietta un liquido denso, di colore nero, di cui la natura lo ha dotato, tutto intorno. I pesci perdono l’orientamento, c’è il panico. Non si vede nulla. Quando la nebbia si dissolve e si dirada pulita dall’acqua, la piovra è riuscita a dileguarsi. Non c’è più. E’ sparita. Chissà dov’è andata a finire”.
Ecco dove vanno a finire le notizie!!!!
Adesso ho capito quello che sta accadendo.
Interessante. l'ho letto su DonChisciotte, merita piu' di tanti altri, altrettanto leggibili ma un pochino meno "lucidi" nell 'individuare le reali cause di tanto abominio attuale....
RispondiEliminaL'incomprensibile comprensibile.
RispondiEliminaE' un bel tema senza dubbio.
Che un popolo cosi' disprezzato dalla propria classe politica sia anche interessato a capire e' un fatto lodabile.
Fin qua mi permetto di dire cio' che un osservatore esterno penserebbe.
Lei si ricorda della faccenda Alitalia, quando Airfrance sembrava intenzionata ad acquistare? Quello che pochi sanno era la coda dei nostri politici presso la dirigenza francese a suggerire (volevo usare la parola implorare ma poi...)di non mettere i propri figli nelle liste dei licenziabili.
Niente di straordinario, e' quello che farebbe ogni padre di famiglia
italiano, sorridendo e suggerendo altri favori in contropartita, se non altro eterna gratitudine.
Essendo questo un modello sociale non vi e' niente di incomprensibile.
E' solo che a uno capita di stare da una parte della stagionata e all'altro no.
Se un presidente americano avesse baciato la mano di un'altro capo di stato sicuramente il giorno dopo avrebbe dovuto dare le dimissioni. E probabilmente dovuto schivare qualche sputo in faccia se camminava per strada.
Ma si sa quello ci ha fatto un favore, un baciamani ci voleva.
Se poi non e' servito a niente, pazienza.
La liberta' e' un concetto. La sicurezza un altro.
In un paese dove si nasce con la carriera gia' fatta la conservazione dello status quo e' la regola. E la si trasmette. Anzi la si eredita con la responsabilita' di lasciarla in eredita'.
Quell' articolo del Foglio e' chiarissimo.
"Dove eravate, dove eravate. (Adesso si rischia.)"
Lo stesso padre in un altro paese avrebbe detto al figlio semplicemente- Hai perso il lavoro? Cercatene un altro.-
Io non credo che cio' che sembra disprezzo per un osservatore esterno
lo sia, e' semplicemente una cultura e questi signori sono i degni
rappresentanti di questa cultura. Valgono all'interno di questa cultura, non c'e' niente da capire. Quando Gramsci proibiva ai suoi comunisti d'andare ad aiutare gli Arditi del Popolo a Parma e Pasolini esaltava i figli dei contadini tutti e due finendo poi nelle mani del Cardinale Ruffo anche quella e' la nostra cultura.
La Piovra la si pesca con un gancio con sopra un piccolo straccio.
I sette samurai e i magnifici 7 sono film che tutti hanno visto.
E poi bisogna anche domandarsi perche' ne' in Gran Bretagna ne' in tutte le sue ex, Canada, Australia, la stessa Argentina non vi sia
la Mafia come la conosciamo noi nonostante una elevata popolazione di origine italiana. L'inchiostro nero e' un altro.
E i conti poi! Che memoria corta! Durante Tangentopoli uno della Corte dei Conti, interrogato disse + o - "Ma che volete da me, io scrivo quello che mi dicono i politici" O un finanziere "Non pretenderete mica che campi con quello che mi danno di stipendio."
Gira e rigira siamo sempre a discutere ripetendoci concetti già noti e affidandoci a fatti concreti. Ma nella realtà? Come possiamo agire? Se il "Quarto Polo" di cui si comincia a parlare ha già sopra il cappello di Vendola, di De Magistris o di Emiliano, prima che facesse indigestione di cozze pelose,mi rimane il dubbio che si tratti soprattutto di un'operazione mediatica-elettorale. Non certo culturale.
RispondiEliminaSino a quando giovani alla Civati, economisti fuori dal coro come Brancaccio, Undiemi, Tamburro, l'MMT, rimangono sconosciuti, mentre gli Alesina, i Boeri e Giavazzi dispongono delle prime pagine del Corriere e degli altri principali media non ci sarà alcuna rivoluzione culturale.
Noi restiamo confinati nella nostra riserva indiana a guardarci l'ombelico e poi un generale Custer qualsiasi, o un Mario Monti (chi?) ci scatena addosso la sua cavalleria. A che pro?
E' l'attesa che stanca, fino a quando qualcosa non si muove ci sono solo opinioni. Sono tutti seduti sul calderone a fare programmi.
RispondiEliminaLa notte di Piazza Fontana 15000 gridarono che le bombe erano di stato. E si rischiava, e con tutti i pennivendoli che incolpavano gli anarchici. Ma c'era un movimento, giusto sbagliato c'era.
Qui c'e' qualche pensionato che muore assiderato in macchina o peggio
si suicida e la ragazzina davanti a casa mia che gridava stamattina con sua madre per un telefonino nuovo "perche' con questo mi sento una stracciona".
In fondo si tratta di fare solo quello che dovevamo fare. Uscire dall'Euro, ristrutturare lo Stato, dare liberta' alla gente di fare, ripartire e ripresentarsi in Europa e nel mondo con un altra dignita',
quello che bisognava fare prima di entrarci se non sbaglio.
Certo, vuol dire centralizzare lo stato, buttare via le Regioni Province, liberarsi da questa lebbra politica, creare scuole di
amministratori veri, vuol dire un nuovo modello di assistenza sociale,
vuol dire correre verso l'automatizzazione di tanti processi produttivi.
Significa puntare sulla produzione e non sulla occupazione.
Io certamente posso avere idee sbagliate ma non sento niente.
E di certo non seguo i Vendola & Company e nemmeno credo ai miracoli di teorie economiche.
Vorrei uscire da questa crisi con uno stato piccolo piccolo ma che garantisca a tutti la sicurezza la dignita' e quella cosa che si chiama liberta' di fare. Il che vuol dire spazzare via questo, il che vuol dire che meta' degli italiani e' contro di me.
Il che vuol dire che c'e' ancora tanto tempo.
Se non altro per sapere che telefonino vogliono per non sentirsi degli straccioni.