di Sergio Di Cori Modigliani
Sudamerica, media e diritti politici
su un argomento sottaciuto.
In Gran Bretagna gli hanno
dato un nome preciso e ormai la seguono come se fosse una telenovela nella
sezione geo-politica: “The Christines at war”, la guerra delle Cristine, che sarebbe una fiction a puntate davvero
impossibile non seguire.
Ci siamo anche noi, dentro,
naturalmente, e il nostro ruolo in questa telenovela non è certo dalla parte
dei buoni. La Storia ci ha messo nella situazione di dover interpretare il
ruolo di quei personaggi che quando entrano in scena, dopo le prime due
battute, ci spingono a dare una gomitata al nostro compagno di poltrona per
commentare “questo mi sa che fa una brutta fine”. Non siamo certo gli eroi di
questa fiction iper-realista.
La nuova puntata (vera chicca
per gourmet) si è svolta in un sontuoso teatro internazionale: la East Coast
degli Usa, tre giorni fa uno scambio di battute al fulmicotone tra la
segretaria del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, dalla sede di
Washington –reduce da un incontro ufficiale con il ragionier vanesio- la quale,
infantilmente ha minacciato l’Argentina usando di proposito una metafora
calcistica “per il momento sto mostrando a quella nazione il cartellino giallo;
ma c’è una inderogabile scadenza che è il 10 dicembre 2012. Superata quella
data scatterà automaticamente il cartellino rosso e l’Argentina verrà espulsa
dal Fondo Monetario Internazionale”. La
presidente argentina si trovava in quel momento a un tiro di schioppo, stava a
New York, al palazzo dell’Onu. Da aggiungere che (gli sceneggiatori sono abili
professionisti di mestiere) nell’esatto momento in cui madame Christine
minacciava la senora Cristina, la presidente stava parlando all’assemblea
dell’Onu a Manhattan perorando la causa dell’indipendenza del Sud America e
chiarendo –con gravi toni minacciosi ben coperti dalla consueta retorica
diplomatica- che il teatro internazionale geo-politico non è più quello degli
anni’70 e che la grande stagione dello schiavismo colonialista è tramontata.
Finito il suo intervento, i suoi segretari le hanno comunicato immediatamente
l’esternazione della sua omonima francese. E la presidente Kirchner ha
dichiarato subito: “L’Argentina è una grande nazione. Ma prima ancora è una
nazione grande. Abbiamo un vasto territorio baciato dalla fortuna naturale.
Abbiamo risorse nostre, che ci consentiranno la salvaguardia della nostra
autonomia e della nostra indipendenza. Ma soprattutto siamo un paese orgoglioso
che ci tiene alla propria dignità. Vorrà dire che staremo fuori”.
Chi non ha seguito tutte le
puntate della telenovela (ci sono stati anche dei morti, come il giovane
economista Ivan, in una storia che ho
raccontato mesi fa) forse non può seguire in maniera palpitante questo
fronte bellico della Guerra Invisibile e potrebbe non capire di che cosa si
tratta. Ha a che vedere con la Gran Bretagna, l’Italia, la BCE e la loro
relazionalità con il Sud America. Ma soprattutto ha a che vedere con lo scontro
tra l’interpretazione keynesiana e friedmaniana dell’economia e con lo scontro
dichiarato tra l’interpretazione social-progressista dell’esistenza quotidiana e
quella liberista conservatrice. Questo duello è stato riportato, dibattuto e
commentato in tutto l’occidente. Neanche a dirlo, Italia esclusa. I servizi
della, peraltro, brava Daniela Bottero, corrispondente della Rai di New York,
parlavano del nuovo ipad5, di come a New
York si vive l’incipiente autunno, ammaliandoci con la descrizione variopinta
della scelta di Mario Monti relativa a quali ristoranti andare, a quali club
partecipare e a quali inviti aderire. In Gran Bretagna, invece, (il vero cuore
del problema) a questa puntata hanno dato un risalto talmente forte che la BBC
ha scelto di destinarle ben cinque piattaforme mediatiche diverse: televisione
di stato, radio, sito on line, diretta streaming, l’intera stampa cartacea
mainstream. Per evitare di essere subissato dai consueti commenti della serie
“dacce ‘sto link”, in un post scriptum, in copia e incolla, trovate l’articolo
preso dal sito on line della BBC, sintetico ma esaustivo.
Qual è il contenzioso?
Eccolo esposto in maniera
molto semplice e sintetica:
Il Fondo Monetario
Internazionale sostiene che, sulla base dei propri dati a disposizione,
l’inflazione in Argentina ha raggiunto la cifra del 30% in seguito alla
irresponsabile azione di emissione di carta moneta da parte del Banco de la
Naciòn perché in Argentina è stata scelta (il termine usato è “irresponsabile”)
la strada degli investimenti in infrastrutture, salvaguardia del territorio
idro-geologico, salario minimo garantito, credito agevolato alle imprese,
protezionismo (con aliquote altissime praticate a tutte le multinazionali che
in Argentina producono ma non investono il loro profitto in attività locali per
favorire la occupazione) e aumento del
proprio disavanzo di bilancio al fine di potenziare istruzione pubblica,
ricerca scientifica e innovazione tecnologica. Un’inflazione così alta comporta
il rischio di “implosione del sistema economico” e quindi il resto del mondo
economico, per salvaguardarsi, deve prendere le distanze da un modello
economico così disastroso, definito “ormai fuori controllo” e quindi o l’
Argentina si adegua oppure viene espulsa. Una volta fuori, immediatamente verrà
chiesto il saldo di tutti i loro bonds, il pagamento di tutte le transazioni
internazionali di merci, e l’intero sistema finanziario del pianeta dichiarerà
“inagibile” ogni forma di finanziamento all’Argentina, la quale, inoltre, dovrà
immediatamente abolire gli investimenti e lanciarsi in una poderosa manovra di
austerità, rigore e stretta creditizia, pena la cancellazione dei contratti
internazionali di import-export.
Il governo della Repubblica
Argentina, invece, sostiene che la propria inflazione è intorno al 9%. E dichiara
che i dati forniti dal Fondo Monetario Internazionale non sono dati veri,
perché le aziende di rating che hanno fornito le informazioni sono agenzie
private finanziate –fatto questo noto- da J.P.Morgan, Citibank e Societè
Generale, che sono parte in causa e vogliono destabilizzare l’intero Sud America
per avere la possibilità di poterci speculare sopra. L’Argentina, inoltre, ritiene
che l’ FMI “ha lanciato un sistema di punizione” nei confronti delle nazioni
dotate di un sistema finanziario economico centrale che vieta (come appunto nel
caso dell’Argentina) ogni attività finanziaria speculativa sui derivati, perché
gli investimenti finanziari sono consentiti solamente su titoli e aziende che
producono merci reali. Come ultima considerazione, l’Argentina ritiene che il
Fondo Monetario Internazionale abbia come compito quello di monitorare la
situazione economica delle nazioni senza dover mai intervenire sulla qualità
delle politiche economiche nazionali e locali essendo il principio
dell’autodeterminazione dei popoli un valore riconosciuto dalla carta
internazionale dell’Onu in data 1948.
Queste sono le due
posizioni.
Poiché non si tratta di
Juventus-Roma (forza capitano) dove il tifo è lecito, ciò che conta, in questo
caso, è comprendere di che si tratta. Ma soprattutto che cosa accade se vince
una o l’altra delle due Cristine.
I rapporti di forza non sono
affatto come istintivamente si può credere, ovvero Davide contro Golia, perché
c’è un piccolo paese, laggiù nel polo sud, che conta poco o nulla, e da solo si
è messo contro i poteri forti. Questa è la retorica perdente terzomondista che
vive di ideologia e favole sentimentali.
Si tratta di un poderoso
braccio di ferro politico, che ci riguarda tutti. Italia in prima fila.
(e vi spiegherò più avanti
il perché).
Chi vincerà? Non lo so. Però
so chi voglio che vinca. E so, con matematica certezza, che cosa accadrà sia
nell’uno che nell’altro caso.
Personalmente parlando (qui
è il mago che si esprime) penso che abbia molte più chance l’Argentina che il
Fondo ;Monetario Internazionale. Il bello è che lo pensano anche i britannici,
altrimenti non avrebbero dato un così ampio risalto alla vicenda.
Christine Lagarde fa la voce
grossa a Washington, insieme a Monti come partner, perché si sente sicura della
vittoria, e a mio avviso sbaglia di grosso. La sua vittoria ha queste tre tappe: il 7 ottobre a Caracas
(elezioni politiche in Venezuela, paese fondamentale per l’intero occidente in
questo momento); il 6 novembre in Usa (elezioni politiche presidenziali); il 15
novembre, data in cui la troika consegnerà il proprio rapporto sullo stato
impietoso della Grecia; a quel punto la nazione ellenica verrà protestata,
spinta fuori dall’euro e surprise! invece del contagio, non accadrà un bel
nulla se non uno scossone della durata di 48 ore. Si mostrerà e dimostrerà,
pertanto, che l’euro funziona e regge ogni urto, la Grecia sprofonderà nella
miseria e nell’incertezza (dimostrando che senza l’euro non c’è salvezza) e
l’euro sorretta dal petrolio scontato del Venezuela, sorretta da Wall Street (che
nei dieci giorni successivi alla vittoria di Romney sarà andata alle stelle con
enormi guadagni di tutto il sistema bancario europeo) finalmente si potrà
assestare e dare ordini al resto del mondo. Quantomeno alla parte occidentale.
Questo è ciò che pensa la Lagarde.
Ma quali armi ha
l’Argentina? Enormi, gigantesche. E le sta usando tutte.
Vi racconto una delle armi usate
nel recente passato (finito con successo venti giorni fa) relativa a una
precedente lontana puntata della telenovela dal titolo “La guerra dei limoni
tra le due Crisitne” con una successiva puntata dal titolo “Coke is the real
thing, baby!”.
Veniamo alla puntata dei
limoni.
Quando nel 2004 l’Argentina,
reduce dal suo fallimento, comincia a rimboccarsi le maniche per l’auspicata ripresa, si avvale di diverse
forme di consulenza economica, tra cui quella di un gruppo di scienziati
tedeschi: per tradizione storica, i tedeschi sono di casa laggiù. Arrivano gli
agronomi verdi dalla Germania, portandosi appresso la nuova tecnologia
ecologica, evoluta nel campo dell’agricoltura. I tedeschi scoprono che i limoni
argentini sono eccellenti. E varano un ingegnoso piano. Grazie al fatto di
avere uno sterminato territorio a disposizione, il governo investe una
massiccia quantità di denaro per lanciare un sistema di cooperative agricole
occupando circa 150.000 ettari per produrre il più vasto limoneto del pianeta.
Per avere il frutto ci vogliono anni, ma la tecnologia aiuta. Finalmente, alla
fine del 2009, ecco i succosi limoni. Vanno al mercato internazionale. La
frutta risulta seconda, per qualità, soltanto ai limoni italiani (la più
pregiata specie in assoluto) con l’aggiunta del fatto che ha un prezzo di
mercato inferiore del 212% ai limoni siciliani, liguri, greci, turchi,
spagnoli, provenzali. I più grossi consumatori di limoni in Europa sono
tedeschi e britannici, per via della loro alimentazione. Ai tedeschi servono
per condire una loro insalata e i krauti di cui sono ghiotti e agli inglesi
servono per spruzzare il loro piatto unico quotidiano, i celebri
“fish&chips”, cartoccio composto da filetti di baccalà e patate fritte che
ben si accompagnano con la pinta di birra al pub, ogni sacro giorno alle ore
17.,30. I tedeschi si avvalgono di forte sconto ma arriva anche la Coca Cola,
il cui amministratore delegato, in persona, vola a Buenos Aires e firma un
accordo commerciale della durata di 25 anni per avere i limoni con i quali
compone la ricetta di ben 22 delle sue 30 bibite sparse in tutto il mondo.
L’amministratore dichiara che il 93% dei propri limoni li prende in Argentina,
il restante 7% dalla Florida. Poco tempo dopo, si passa alla soia. E arriva la
Cina: contratto commerciale della durata di 50 anni; acquistano il 92% della
produzione nazionale di soia (decine di migliaia di ettari coltivati sempre dai
tedeschi) e 10 milioni di vacche. I bovini vengono allevati da produttori
argentini nelle sterminate praterie d’altura, macellati, squartati come piace
ai cinesi, incartati, messi su giganteschi aerei frigoriferi e ogni giorno partono 50 giganteschi aerei da trasporto che
portano a Pechino la carne necessaria per sfamare circa 250 milioni di cinesi.
Arrivano anche i giapponesi che si prendono la produzione di acqua minerale di
ben 122 ghiacciai del polo sud per un totale di 20 milioni di ettolitri al mese
per 50 anni. I giapponesi bevono l’acqua argentina ma non lo sanno. Tutto ciò
contribuisce a un aumento del pil argentino dell’ordine di un +5% all’anno e
sarà il trampolino di lancio della loro ripresa economica. Dai cinesi,
l’Argentina si fa pagare in dollari e bpt italiani; dai giapponesi in dollari e
bpt tedeschi. Dai tedeschi e inglesi in euro. Ma nel 2010 la situazione
geo-politica cambia precipitosamente. Dall’Unione Europea partono chiare
indicazioni di andare all’attacco delle economie floride keynesiane. Per un
fatto politico. La Gran Bretagna è la prima ad adeguarsi. E’ il primo atto del
neo-eletto David Cameron. Non appena insediatosi, scopre che i limoni argentini
–all’improvviso- non rispettano i parametri sanitari internazionali. Di
conseguenza, si rivolge per protesta all’Unione Europea e Van Rompuy in persona
denuncia l’accordo chiedendo una penalizzazione per l’Argentina, oltre a
chiuderle l’accesso alle esportazioni internazionali. Per un mese l’Argentina
protesta, soffre e si preoccupa. Dopodichè si fanno venire in mente un’ottima
idea. La Kirchner personalmente scrive una lettera al quartier generale della
Coca Cola ad Atlanta dove spiega alla multinazionale che dal giorno dopo non
beccano più neppure un limone. Non solo. Avvalendosi della denuncia dell’Unione
Europea, confortata dalle dichiarazioni di origine stampate sulle bibite della
Coca Cola, si appella all’OMS chiedendo che vengano tolte dalla circolazione in
tutto il continente europeo le 22 bibite che contengono limoni argentini
“perché prive dei dispositivi di salvaguardia sanitaria previsti dalle
convenzioni europee vigenti, visto che l’Europa sostiene che i nostri limoni
non vanno bene, si deduce che non possono andare bene neppure bibite composte
con i nostri limoni”. Per la Coca Cola si tratta di un danno di circa 25
miliardi di euro. Inizia un contenzioso durato ben 20 mesi, un braccio di ferro
tra le due Cristine. Il finale della puntata è noto. Il presidente della Coca
Cola tranquillizza la Kirchner dicendole
“ghe pensi mi”. E ci riesce. 1-0 per l’Argentina.
Fine della precedente
puntata.
Quella prossima, datata 13
dicembre 2012, non si sa come andrà a finire. Ma si sa che cosa accadrà se
vince la Christine francese: 48 ore dopo, l’Argentina, accettando l’espulsione,
protesterà il contratto con la Coca Cola, dirà ai cinesi che staranno senza
carne e senza soia; dirà ai giapponesi che staranno senz’acqua da bere; dirà ai
tedeschi che non avranno più il petrolio con lo sconto. E tutta questa gente
andrà a chiedere ragioni alla Christine a Parigi. L’Argentina, quindi, avrà
come avvocati difensori la Coca Cola, la Cina, il Giappone, l’industria
agricola tedesca.
E l’Italia?
Automaticamente fallirà la
Telecom, e due giorni dopo la Enel annuncerà che la propria fattura viene
triplicata. Intesa San Paolo, Banco Popolare di Milano e Mediobanca subiranno
in borsa un crollo di almeno il 40% del loro valore. Perché?
Perché la Telecom è
un’azienda decotta. Eppure i suoi bilanci sono buoni: è vero. Ma il profitto
(che la tiene a galla) lo prende da Telecom Brasile e da Telecom Argentina,
nazioni nelle quali gestisce l’intero sistema di telecomunicazioni digitali,
terrestri e satellitari. Verranno subito nazionalizzate. Non solo. Verrà anche
nazionalizzata subito anche l’Enel, che gestisce tutto il sistema dei servizi
di erogazione di energia elettrica a Buenos Aires, in Bolivia, a Rio de Janeiro
e che per la bilancia italiana è fondamentale. Inoltre, verranno messi subito
all’incasso bpt italiani per un controvalore di 22 miliardi di euro, proprio
alla vigilia di Natale. E se l’Italia non ha da pagare, si arrangi. Che vada a
farseli dare da Christine Lagarde.
Per ridurla in sintesi, si
tratta, in realtà, di una lotta squisitamente politica.
La telenovela sta tutta lì.
Non c’entra niente il
business, né il commercio, né gli scambi. Proprio no.
E tantomeno l’economia.
Come ha detto con molta
chiarezza la sudamericana Cristina Kirchner “io pretendo che venga rispettata
la mia dichiarazione politica”. E si riferiva allo scontro micidiale a
Montevideo lo scorso novembre (quando il giovane economista morì impiccato), nel corso del quale Christine Lagarde la
minacciò di sanzioni e isolamento se non cambiava politica economica. In
quell’occasione la Kirchner disse: “Preferisco avere un’inflazione altissima e
spropositata se so che la disoccupazione dal 34% è scesa al 3,5%; che la
povertà è diminuita del 55%; che il pil viaggia di un +8% annuo; che la
produttività industriale è aumentata del 300%; che c’è lavoro in Argentina, c’è
mercato per tutti, e il mio popolo è molto ma molto più felice di prima,
piuttosto che avere un’inflazione del 3% come in Italia, dove c’è depressione,
disperazione, avvilimento e l’esistenza delle persone non conta più. E questa è
un’affermazione politica. Di principio e sostanziale. Non lo ha ancora capito?”
Sembra che non lo abbia
capito.
Sembra che non lo abbiano
capito neppure gli italiani.
La crisi economica è uno
specchietto per le allodole.
Si tratta di uno scontro micidiale politico tra due
diverse modalità, totalmente contrapposte, di interpretare l’esistenza. E in
questo scontro, l’economia, lo spread, ecc, sono semplicemente uno strumento di
minaccia e ricatto per far passare un disegno politico di espoliazione,
espropriazione e schiavizzazione degli esseri umani in Europa.
Altrimenti non si
chiamerebbe Guerra Invisibile. Perché non si vede.
Non è certo un caso che la
cupola mediatica, in Italia, abbia scelto di non acquistare i diritti per
trasmettere le puntate della telenovela delle Due Cristine. Meglio che nessuno
la veda.
Ed è meglio anche che
nessuno sappia nulla dei limoni, dei verdi tedeschi, ma soprattutto che non
venga né detto, né spiegato, né tantomeno mostrato, come se la passano quelle
nazioni che hanno avuto l’ardire e l’ardore di dire no all’austerità, no alla
sudditanza nei confronti dei colossi finanziari, ma soprattutto no ai diktat
delle banche centrali.
Mentre da noi Monti & co.
officiano continue messe da requiem dell’ingegno, della creatività, del lavoro
e della voglia e bisogno di imprendere della nazione, da qualche altra parte
del mondo si balla il tango e la milonga, e ci si sente vivi. Sono molto più
poveri di noi, hanno molto meno di noi, sono molto meno ricchi di noi.
Eppure, sono molto ma molto
più felici.
Non è questo, dopotutto, che
conta nella vita dei popoli e delle nazioni?
P.S.
Ecco l’articolo della BBC:
IMF's Christine Lagarde says
Argentina faces 'red card'
Christine Lagarde gave Argentina three months to
produce reliable data
International Monetary Fund head Christine Lagarde has
warned Argentina it could face sanctions unless it produces reliable growth and
inflation data.
Ms
Lagarde gave Argentina until 17 December to address the problem.
The
IMF head said the fund had given Argentina a "yellow card" but it
could face a red.
Private
economists say annual inflation in Argentina is at 24%, much higher than the
official 10% figure.
"We
had to choose between the yellow card and the red card. We chose the yellow
card. If no progress has been made, then the red card will be out," she
said.
Speaking
in Washington, Ms Lagarde said Argentina had been given three months to provide
reliable estimates on growth and inflation.
'Free country'
Analysts
in Buenos Aires say the IMF has been adopting tougher language towards the
government of President Cristina Fernandez de Kirchner.
The
IMF and Argentina have been at odds over the figures since last year.
Private
sector economists say the government has ignored the growing pace of inflation.
Last
year, the authorities introduced measures restricting the purchase of US
dollars.
Memories
among Argentinians of the days of rampant inflation in the 1980s and a devalued
national currency are still vivid, correspondents say.
If
Argentina fails to meet IMF demands, it could face sanctions, lose voting
rights and even be expelled from the organisation.
"Argentina
is good in football and it certainly understands what we are talking
about," said Ms Lagarde.
Earlier,
Ms Fernandez, who is visiting the United States this week, rejected claims that
her country was facing economic disaster.
And
she sent a defiant message: "The rich countries don't want partners or
friends; they just want employees and subordinates."
"And
we're not going to be anybody's employees or subordinates. We are a free
country, with dignity and national pride."
¡Genial!
RispondiEliminaAles
La seguo da un pò di tempo e devo dirle che i suoi articoli sono sempre interessanti e sensibilmente eccezionali.
RispondiEliminaLei apre la mente attraverso il cuore.
E' diventato il mio appuntamento quotidiano ma più che altro, e la cosa mi affascina, che grazie a lei, avverto un... senso di pace. Suona strano forse, ma è così! Sapere e sentire che esistono alternative all'informazione di regime mi conforta e contestualmente mi fa incazzare di più contro le lobby mediatiche di cui siamo sudditi.
Io la leggo e sento di crederle e non per fede(!) ma per i fatti.
Sono di Palermo. Terra di limoni. E quelli argentini sono arrivati anche da noi. Troppo cari ma davvero splendidi.
Uomini come lei DEVONO avere risonanza in questa palude mediatica.
Buon lavoro e sempre grazie.
Tenete duro siciliani che i vs. limoni e le vs. arance non li batte nessuno. :-)
EliminaSemplicemente grazie!
RispondiEliminaCoraggio,questo sistema monetario sta arrivando al capolinea. Ci sono molti segnali che lasciano presagire che dopo il 6 novembre, con la probabile rielezione di Obama, ci sarà un crollo finanziario che il 1929 è il paradiso in confronto. Siamo nell'occhio del ciclone e ci illudiamo che l'apparente calma duri a lungo, prepariamoci alla tempesta che nei prossimi mesi sconvolgerà i nostri rassicuranti schemi di pensiero. Basta saper vedere ed ascoltare.
RispondiElimina..che sia il caso di procurarsi fionda, arco e frecce o meglio una lancia con lo scudo? ...ma noo mi compro l'iphone 5...
EliminaAdoro questo post!!
RispondiEliminaMi ha strappato il sorriso, grazie Sergio!
Anch'io mi associo. La differenza fra politica e cialtroneria. In Italia ricordo solo Craxi come Politico. Uno che ha saputo dire NO agli stati uniti e in varie altre occasioni, così come ha saputo dire SI ai combattenti cileni e agli aiuti ai polacchi e ad altri popoli. Checchè se ne dica, ha rilanciato alla grande l'economia Italiana portandola al 5° posto su scala mondiale. Chiaramente gli hanno spezzato le gambe per mettere al suo posto il Vero Potere che ancora adesso ci sta massacrando. Parere mio.
EliminaGrazie anche oggi per il Suo prezioso lavoro, Mr Di Cori Modigliani. =)
RispondiEliminaRemake di eva contro eva? no eva contro eva,antropologicamente mutata, la seconda, in adamo
RispondiEliminagrazie Sergio! troppo difficile per noi imbarbariti
mariagrazia m.
La vittoria di Romney?????
RispondiEliminasemplicemente grazie. uomini come lei valgono tanto quanto quello che scrivono - non è solo giornalismo, è cultura. Grazie
RispondiEliminasalve Sergio
RispondiEliminaeviterei questo tipo di ironia : "Per evitare di essere subissato dai consueti commenti della serie “dacce ‘sto link”
e le ricordo che sulle fonti lei non è sempre trasparente.
stiamo ancora aspettando i chiarimenti sulle fonti dell'articolo sul Qatar del 22/9 scorso.
grazie
non vorrei incensarla troppo (visti i già numerosi ringraziamenti)... ma l'ammirazione non può che crescere. così l'in-formazione è preziosa!! (anche per chi non fosse d'accordo. argomentate gente, argomentate...)
RispondiEliminaL'Europa è solo una banca perché noi, Popolo dell'Europa, l'abbiamo permesso; perché è molto sciocco credere che la moneta unica possa unire quello che è diviso in termini di cultura, religione e tradizione e non siamo più in grado di unire altro che non siano i temi economici.
RispondiEliminaInfatti abbiamo permesso che la Commissione europea fosse composta da burocrati e galoppini delle multinazionali e dei partiti al governo nei vari stati
Abbiamo paura e diffidenza reciproca laddove potremmo trovare elementi comuni su cui costruire il nostro futuro
Non siamo ancora stati in grado di parlarci tra noi, individui assoggettati a poteri sempre meno onesti e sempre più lontani e di dare un segno come movimenti per la liberazione collettiva, per sostenere un'idea diversa, una nuova era fondata sull’empatia e la collaborazione come dice anche Jeremy Rifkin http://barraventopensiero.blogspot.com/2011/03/la-civilta-empatica-propostito-della.html
Possiamo fondare una nuova Europa fatta di esseri umani e così riportare l’economia e il denaro al servizio e non al comando delle nostre istituzioni.
Non ci dobbiamo illudere ma possiamo almeno incominciare a pensare in modo differente, a non cadere nell’inganno del PIL e dello spread sul debito
Non ha molto senso avere una banca centrale europea e debiti pubblici a livello statale, mentre il potere economico tiene sotto controllo i governi mondiali imponendo la nuova schiavitù dei poveri e dei migranti, e i consumi di armi e gli orrori del nucleare e del petrolio, lucrando anche sulle malattie a cui ci conduce questa “modernità” .
Loro non sono in grado di pensare soluzioni, ma solo di tirare a campare sfruttando le posizioni di privilegio che ci hanno imposto con l’arma della legge
Se 500 milioni di esseri umani lo vorranno e lo decideranno tutti insieme, l’Europa si risveglierà dall’incubo e potrà mettere mano a tutto quanto, con molta meno fatica di quanta se ne faccia adesso per tenere a galla questo orribile groviglio di ingiustizie e di incompetenza
Esseri umani di tutta Europa uniamoci!
Dopo quel "forza capitano" la mia stima nei suoi confronti ha toccato vette stratosferiche :-)))))))))
RispondiEliminaum altro irrinunciabile momento di riflessione... e di rabbia verdo un sistema-bestia che tace su questioni di fondo come la qualita'della vita e su come rialzarci da baratro in cui i nostri politici quotidianamente ci spingono.... comunque..RESISTERE RESISTERE RESISTERE....SEMPRE RESISTERE
RispondiEliminahttp://cnnespanol.cnn.com/2012/09/25/cristina-fernandez-de-kirchner-mi-pais-no-es-un-cuadro-de-futbol-es-una-nacion-soberana/
RispondiEliminaCristina speaking, is in Spanish but easy to understand in Italian. Thanks.
Leggere certe notizie crea speranza. Però l'Italia? Quelle poche realtà interessanti ce le stanno svendendo, ammesso che ci risvegliamo saremo in mutande. Sull'ammesso che ci risvegliamo, sono più ottimista oggi. Quando ho iniziato a leggere il suo blog, i post erano pochi e io non avevo il coraggio di scrivere. Adesso cominciano ad esserci molti post, ho trovato il coraggio di scrivere so per certo che alcuni amici hanno iniziato a leggere e non escludo che "postino" anche loro. Beh, tolgo "l'ammesso" e metto "quando".
RispondiEliminaIn Italia girano altre notizie...
RispondiEliminaBuenos Aires (Argentina), 14 set. (LaPresse/AP) - Migliaia di argentini hanno manifestato ieri sera a Buenos Aires contro il governo della presidenta Cristina Fernandez, che ha perso popolarità dopo la sua rielezione a causa dello scontento per scandali di corruzione, il problema della sicurezza e la situazione economica. Con un'inflazione al 25% circa gli argentini hanno provato a cambiare i pesos con i dollari, ma il governo ha introdotto delle restrizioni che rendono quasi impossibile ottenere dollari legalmente.
"Cristina, il voto non dà l'impunità per le truffe morali o per distruggere l'economia", si leggeva su un grosso cartello portato da un gruppo di giovani dimostranti in Plaza de Mayo, di fronte al palazzo del governo. Le modalità di protesta dei 'cacerolazos', questo il nome dei dimostranti che protestano battendo pentole e tegami, sono una tradizione in Argentina e la manifestazione di ieri è stata spontanea e non organizzata dai partiti di opposizione.
Si è trattato della principale dimostrazione contro la Fernandez dal 2007, quando salì alla presidenza. Lo slogan della protesta, diffuso su Facebook e Twitter, recita: 'Non permetteremo a questo governo di continuare ad avanzare, marciamo per la libertà e per la difesa della Costituzione nazionale'. Molti argentini temono che la presidenta possa usare il controllo sul Congresso per rimuovere i limiti dei mandati presidenziali e cerchi di vincere altre elezioni, che la potrebbero mantenere al potere fino al 2019 e oltre. L'idea è stata ventilata dai sostenitori della Fernandez, la quale non ha apertamente respinto l'ipotesi.
Durante un intervento pubblico a San Juan, circa 1.300 chilometri da Buenos Aires, la presidenta non ha voluto dilungarsi sulle proteste. "Non mi lascerò innervosire", ha detto. E in risposta alle grida dei sostenitori che le chiedevano di correre per un terzo mandato ha replicato: "farò quello che ho sempre fatto: combattere e lavorare, non conosco altro modo di vivere". La Fernandez è stata rieletta l'anno scorso con il 54% dei voti.
14 settembre 2012
i conservatori in Argentina sono molto forti, e le proteste contro la Kirchner sono reali; è il mondo esattamente opposto a quello spagnolo; lì a Buenos Aires protestano con clamore le classi privilegiate
EliminaFuori tema:
Eliminanel frattempo in Italia passa il montibis, ecco che si spiegano gli ultimi scandali nei consigli regionali,essi legittimano il mantenimento anche attraverso elezioni un governo tecnico in attesa di un rinnovo della classe politica...
adesso si che servono programmi alternativi economici seri per evitare la catastrofe montibis!
Io sto in Argentina e ho assistito alla protesta: centinaia di migliaia di argentini in strada non possono essere indicati come classe privilegiata; e li ho visti in faccia: era gente normale che protestava per la insicurezza crescente, per i sussidi dati a gente che non se lo merita, per un grado di corruzione all'interno del governo che è semplicemente spaventosa, per un crescente interventismo statale che erode piano piano le piccole libertà; chi va all'estero può spendere al massimo 15 dollari al giorno; i dollari extra li deve pagare il 15% in più del cambio ufficiale; e le parla uno che non è certo liberal/liberista. Gianni Correggiari
EliminaCaro Sig.,
Eliminal'Argentina "perbenista" l'abbiamo già vista: e' quella che ha chiamato il "golpe militar" che ha sterminato 30.000 persone, che ha svenduto il paese, secuestrato bambini e assecondati interesse stranei alla Argentina. L'insicurezza in Argentina è quella che sento caminando per Milano appena si fa buio, quella che nella mia piccola citta' (Trieste) si vede alle 17.00 vicino a punti strategici della città (vicino alla Stazione e in P.zza Garibaldi) quando vede gente che si rincorre con bottiglie o coltelli in mano o...
L'Argentina ha visto, prima dell'esplosione sociale del 2001, aerei e portavalori portare MIGLIAIA e MIGLIAIA di dollari fuori del nostro paese (siamo già abituati ad essere derubati dall'estero, ma quello era proprio una RAPINA VERA E PROPRIA!!!), se si controlla è meglio, si incomincia da piccole somme e dopo? in ogni caso le suggerisco che si informe meglio: quello che si paga di più (15%) viene restituito in concetto di rimborso delle tasse. La pressione fiscale in Argentina e' molto basa, mentre qui in Italia è altissima (dal 47% al 53%, se si guarda come dipendente o come piccolo-medio imprenditore). Corruzione... ma mi volete far ridere? dopo il vostro esempio in Europa e in USA, con le banche che comandano e (Lei mi scusi) derubano... con JPMorgan, Goldman Sachs, Citybank, Barclays... Unicredit... i governi delle Regioni Italiane, con la Spagna in rovina dove il PP ha derubato per anni il suo popolo .. avete ancora il coraggio di parlare di "corruzione"? ma i livelli, e' vero sono diversi, qui (Europa e USA) sono "esponenziali" mentre in Latinoamerica sono ridicoli in confronto.
Io sono sempre stata di sinistra, (non "non liberal"), e di sinistra praticante. Sa, noi siamo abituati a combattere per le nostre idee... e fortunatamente, adesso in Argentina, e in tutta Latinoamerica, l'idea di giustizia sociale e di cancellazione dei privilegi la porta avanti una gioventu' che vede, per la prima volta, qualcuno che combatte e rischia per il suo popolo (Venezuela, Brasile, Ecuador, Uruguay, Argentina e...). Le auguro un buon soggiorno in Argentina. Distinti saluti, Gloria D'Adamo
In Argentina dal 2002 ad oggi l'M1(l'aggregato che misura l'emissione di carta moneta) è aumentato grossomodo del 500% passando da 50 a 300 Bilion National Currency ossia il peso.
RispondiEliminaQuindi secondo la nota equazione MxV=PxQ (dove M impatta direttamente sui prezzi P) che in Argentina l'inflazione sia alta (25~30%)è una cosa normale.
E' altresì vero che la disoccupazione è passata dal 60 di allora al 10% odierno. L'immissione di carta moneta ha avuto un impatto diretto nell'abbassare la disoccupazione (contrariamente a quanto avviene in Europa.
Hai voglia di raccontare ad un disoccupato "da noi non c'è inflazione" se costui ha il frigorifero vuoto.
Ma altri numeri dovrebbero essere guardati per esempio l'indebitamento con l'estero (external debt to GDP ratio)facendo alcuni confronti:
Argentina: 35%
Brazil: 21%
Canada: 92%
China: 11%
England/UK: 499%
France: 286%
Germany: 214%
Italy: 169%
India: 25%
Spain: 242%
USA: 100%
Perchè i BRIC, contrariamente a noi sciccosi "occidentali", hanno un così basso indebitamento con l'estero?
Con una inflazione al 15% (ma con la lira) noi eravamo nel G5 oggi siamo nel porcile della povertà.
L'inflazione è un indicatore di benessere la deflazione o peggio la stagflazione sono indicatori di miseria.
Guy Fawkes
Utile informazione,
EliminaGrazie!
A guardare con onestà a certi meccanismi, solo il lavoro umano crea e legittima il denaro, mentre il denaro a prestito con interesse è abbastanza insano, in effetti se davvero il denaro è uno strumento di amministrazione contabile degli scambi commerciali le banche dovrebbero prestarlo senza interessi ed essere retribuite per la loro funzione di tesoreria proprio dallo stato sovrano della moneta, infatti la banca svolgendo un lavoro attraverso il lavoro degli impiegati legittima la creazione della moneta che gli verrà retribuita!! Il problema è quando si parla di capitalizzazione e di gioco domanda/offerta che abbiamo a che fare con ingranaggi differenziali che girano in folle, ci sarebbe molto da discutere sul costo energetico di una ora/lavoro/uomo ...ma tanto sappiamo perchè le cose sono quel che sono..
Esprimo una tesi:
Eliminaè corretto dire che il parametro che misura l'inflazione è un indicatore di benessere...
la questione è che il denaro non deve essere visto come un enzima (che esce imperturbato dalla reazione),bensì come il prodotto di una reazione (interazione uomo-lavoro) quindi esso degrada,invecchia, più o meno velocemente, come tutto ciò che viene creato dall'uomo,in questa tesi l'inflazione dovrebbe essere corretta nel tempo a mano a mano che il denaro invecchia e quindi essa deve rimanere abbastanza costante
Riassumendo: creo moneta legittimata dal lavoro,
la sconto dall'inflazione a mano a mano che il denaro invecchia(tenendo conto dell'incremento demografico e delle risorse naturali del pianeta)
(mamma mia cosa ho scritto... addio capitalizzazioni..qui mi fanno la festa!)
Filippo, mi piace quando affermi: (...) Riassumendo: creo moneta legittimata dal lavoro, la sconto dall'inflazione...
EliminaEh... sarebbe bello, mi viene in mente il baratto "mi dai due pesci (lavoro da pescatore) ti do due pani (fornaio)!
Se fosse così ci metterei la firma subito, ma non è così semplice.
Oggigiorno non è prorpio semplice.
Esiste, per esempio,l'inflazione importata (brutta bestia) tipo quella che colpì l'Italia negli anni '70...
Come sconteresti questo tipo di inflazione?
Ma meglio mi fermi quì altrimenti la cosa si fà lunga...
Best
Guy Fawkes
Caro Guy, il mio era un esercizio logico...tanto per essere vigile..e per il piacere di confrontarmi con persone come te!
EliminaPerò posso pensare che se la mia economia è in crescita e l'inflazione stabile la mia valuta si rivaluti fino a compensare l'inflazione importata,
sarà un problema per chi non addotta un sistema di sconto dell'inflazione...
la faccio semplice vero? in verità una tale idea la applicherei almeno su scala continentale come potrebbe essere il sud america che è sostanzialmente autarchico..
Il problema è sempre lo stesso: la speculazione per generare rendite e profitti..questo causa l'inflazione della moneta reale.
l'inflazione importata è la conseguenza dell'assenza voluta di meccanismi di regolamentazione.
..tanto per parlare sai e senza polemiche!
Mi pare che in questo mondo tutto ciò che viene concepito per essere applicabile in maniera sostenibile sia in verità solo utopia.
Comunque l'economia sta vorticando alla velocità della luce ed a breve si scontrerà contro un muro invalicabile. Ogni meccanismo a dei limiti strutturali oltre i quali esso si distrugge e per colpa degli imbecilli che stanno nella stanza dei bottoni ci andremo di mezzo tutti.
Buon arco,frecce e canna da pesca a tutti allora!!
>Perchè i BRIC, contrariamente a noi sciccosi "occidentali", hanno un così basso indebitamento con l'estero?
EliminaPrincipalmente perché pagano il denaro molto di più (quelli che ne avrebbero bisogno, gli altri no!) e perché l'inflazione è politicamente un strumento più facile.
>Con una inflazione al 15% (ma con la lira) noi eravamo nel G5 oggi siamo nel porcile della povertà.
C'èra il muro di Berlino! Se leggi l'aspettativa di vita alla nascita o il PIL pro capite, siamo lontanissimi dal porcile della povertà. Basta che attraversi il mediterraneo...
>L'inflazione è un indicatore di benessere la deflazione o peggio la stagflazione sono indicatori di miseria.
I miserabili della Germania, del Giappone e i nuovi ricchi della Cina, se leggono questa frase ti menano!
A tutti i tifosi dell'inflazione, ricordo che dopo 3 anni sopra il 10% di inflazione dovranno farsi carico dei loro genitori pensionati. Ed è solo l'inizio dell'incubo.
Ciao Guy,
Eliminale tue osservazioni le condivido ma occhio all'utilizzazione della teoria quantitativa della moneta: l'equazione è senz'altro valida ma non altrettanto lo sono le considerazioni che ne trae Friedman ossia che l'aumento di M si ripercuote solo su P e quindi stampando moneta si crea inflazione. Non è vero: il porco di Chicago parte dal presupposto che all'aumentare di M, sia V che Y non aumentano perchè sono delle costanti!! il porco mente: in fase di recessione i cittadini tendono a risparmiare a causa dell' incertezza sul futuro per cui V è minore.. mentre in fase di crescita economica V è maggiore per cui non è una costante!! perciò immettendo moneta nel sistema in fase di recessione si può far aumentare V anzichè P. Lo stesso discorso vale per Y: non è costante e nella maggior parte dei casi un aumento di M fa aumentare Y anzichè P. L'unico caso in cui M si ripercuote solo ed esclusivamente su P è quando il sistema economico si trova all'apice del suo potenziale, sta sfruttando tutte le sue risorse, si ha la piena occupazione e la produzione totale del sistema è satura!!! mi trovi un paese al mondo che si è trovato in questa situazione negli ultimi 3.000 anni? Aggiungo inoltre che questa teoria (creata da Friedman per distruggere Keynes) si basa sul presupposto che il policemaker (il governo) possa decidere e gestire a proprio piacimento M; e ciò è sbagliato!! il governo non ha il controllo dell'offerta di moneta in quanto questa è una conseguenza, e quindi si adatta alle necessità di erogazione dei prestiti che le banche commerciali effettuano a cittadini ed imprese. Si chiama teoria endogena della moneta elaborata da Hyman Minsky. Da ciò concludo che l'equazione è utile per pulirsi il culo!!
la tabella sull'indebitamento estero è illuminante!!
ciao!!
Caro Mario Volpi,
Eliminaquando dici che nella "maggior parte dei casi un aumento di M fa aumentare Y" sei ironico? Mi sembra una tale scempiaggine...
Come fai a essere tanto superficiale usando un gergo compatibile con una formazione universitaria?
L'economia l'hai studiata al CEPU?
Se poi ti piacciono tanto le equazioni (quelle che usi tu si usano solo a scuola), ricordati che oggi abbiamo Y in diminuzione e V poco dinamica. Se M cresce velocemente le conclusioni sei in grado di capirle da solo: ti spari nelle palle!
Io penso che le teorie monetarie di Friedman oppure di Keynes o qualsiasi altro economista del passato siano affascinanti ma abbiano sempre falle. Il primo errore è quello di ragionare come si usa in informatica in "sand box", cioè immaginando un mercato unico, con un ente sovrano che emette moneta, un popolo, un territorio florido da sfruttare, comportamenti prevedibili e stabili tra domanda e offerta, e uso di strumenti finanziari triviali... Io penso che questo scenario sia totalmente lontano dalla realtà: oggi siamo in un mercato globale, in cui i continenti non hanno dei confini ben delineati, le corporation multinazionali e i gruppi finanziari operano ovunque e influenzano e legano a doppio filo vari stati, e spesso hanno più potere dei governi, piegano leggi, infuenzano scelte politiche. Le banche centrali volenti o nolenti si adattano ai voleri e i comportamenti di queste lobby di investitori. Poi veniamo alla velocità permessa dall'informatica nelle Borse, il movimento dei capitali è velocissimo e si creano speculazioni poderose, gli strumenti finanziari non sono banali ma complessi, pensate ai derivati. E in aggiunta a questo abbiamo una disomogeneità tra continenti, o stati, basta pensare per esempio che in Italia un operaio metalmeccanico ha un salario di 1300 euro, in Germania 2400, in Francia 2200, e in Cina 120 euro. Che tipo di speculazione nel valore dei beni avviene in questo scenario? Nostre imprese si installano in Cina, importano in Europa e fanno ampi margini, ai danni di chi? degli operai cinesi? non solo... anche del territorio, l'indotto produttivo negli stati di origine viene compromesso, tutti gli equilibri saltano. Come vedete la situazione reale va molto oltre alle teorie "pulite" degli economisti.
EliminaAppunto. Si tratta di due idee del mondo diverse. Se si parte dal mercato, cioè dai numeri e da come fare muovere l'economia e poi adattare la vita delle persone a un modello, funziona esattamente come lei suggerisce. Se invece si cambia prospettiva, cambiano i parametri, e quindi la logica diventa un'altra.
EliminaEgregio Signor Modigliani
RispondiEliminaSono un italiano residente in Argentina dal 2010, e penso che la sua cosidetta 'guerra dei limoni tra le due Cristine' e' una bella fantasia.
Non posso capire come questo prodotto (il limone) puo essere un arma micidiale nel confronto con il FMI, perche in riferimento ad esso, le dati ufficiale del goberno argentino, ci dice che nell 2011, la Argentina ha exportato 260.000 tons de limone per un amontare de 178.000.000 usd$.
Guarda il caso, con questi soldi, la Argentina potrebbe importare del Giapone soltanto 0,62 de un impianto generatrice a ciclo combinato de produzione elletrica.
Oggi il prezzo d'aquisto del limone per consumo interno nel Carrefour e di €0,97/kg.
Mi pare che l'Argentina ha bisogno di armi piu' potenti per caricare i cannoni.
La saluto
Iannaccio Donato
Per curiosità ho fatto qualche conto:
Eliminaogni limone da circa il 50% di peso in succo di limone,
http://it.wikipedia.org/wiki/Limone#Il_succo
La attuale esportazione vale 338 milioni di dollari
http://www.federcitrus.org/english/index.asp
per circa 200.000 tonnellate
http://www.freshfruitportal.com/2012/08/10/argentine-lemon-exports-holding-up-despite-lower-yields/
una bottiglia di "lemonsoda"
contiene circa 30 gr di succo su 250cc.(il 12%)
quante bottiglie produco con 200.000 tonnellate di limone? ovvero circa 100.000 ton. di succo di limone?
una tonnellata = 1.000.000 di grammi ma per 100.000 ton =
100.000.000.000 grammi di succo di limone
divido per 30 grammi necessari per far una bottiglia e ottengo 3.333.333.333,333... bottiglie quindi circa un miliardo di euro se conto 33 centesimi a bottiglia, ma se parlassi di essenze potrebbero essere 10 miliardi di valore di mercato..
se alla cocacola togliessero dagli scaffali un miliardo di euro di merce non credo starebbero a guardare..
per me la tesi è sostenibile ma se qualcun altro fa i conti son più tranquillo!!
Caro Filippo
EliminaUna cosa e' il valore FOB export di limone (i dati ufficiali) , e una altra e' che cosa si fa col limone nel paese di destinazione.
Essempio semplice: oggi il prezzo della benzina, nel benzinaio e' in media di €1,75/lt. vuol dire aprox €1500/Ton, pero i sauditi di questa equazione prendono il valore del petrolio grezzo, cioe il 12%.
Il manico della pentola si trova nelle mani della Coca Cola.
Saluti
Iannaccio Donato
Perdonami Iannaccio:
Eliminase i sauditi non mi forniscono più il petrolio la mia economia collassa..perchè non mi arriva più nemmeno l'acqua in casa per tirare la catenella del gabinetto.
Se l'Argentina non fornisse più limoni alla cocacola da chi se li fa dare? peggio ancora se gli bloccassero la commercializzazioni di merci già sugli scaffali.
è chiaro cosa rappresenta il fob ma mi pare che il manico della pentola ( dalle parti mie si parla del manico del coltello..) lo tenga chi ha la maggior quota di produzione della materia prima in questione ,
non per nulla le multinazionali da sempre provano ad impossessarsi delle materie prime con ogni mezzo.
Chi è sovrano e detiene la quota di maggioranza nella produzione di materie prime detta legge!!
..e l'argentina le ha tutte...
Dove sbaglio?
Caro Filippo
EliminaVediamo un po. L'articolo di Modigliani suggerisce che l'argentina ha un arma grossa nei suoi limoni, quasi come si l'argentina fosse l'unico produttore di limone al mondo. Pero i dati della FAO, piu' aggiornati ci dicono che, nel caso del limone l'argentina ha solo il 12% de la produzione mondiale. Dunque Coca Cola prendera il suo succo dall'altro 88% che resta.
Brazil e Mexico hanno insieme il 28,4% della produzione mondiale, ad essempio.
Vedi che gli Estate Uniti hanno cancellato la importazione dal' argentina e tutto prosegue senza rumore.
Iannaccio Donato
questo commento è davvero una meraviglia, grazie
EliminaUn altra cosa che mi stupisce e`la posizione in confronto , in riferimento all'inflazione:
EliminaLagarde 30% vs. Kirchner 9%.
La logica non torna. Perche?
I pensionati argentini hanno una revisione biannuale dello stipendio: marzo e settembre. Nel 2012, la revisiones di marzo fu 11,3% e settembre 12,1%, voul dire un bel 24,76% per tutto l'anno 2012. La revisione per i lavoratori metalmeccanici ha stato di 25%, quella dei autisti di camion di 28%, e cosi via.
Adesso diciamo que il 9% della Kirchner e`vero. Dunque Lagarde dice bugie perche vuole essere cattiva. OK?.
Allora qualcuno mi puo spiegare dove nella storia economica di qualsiasi paesi, i lavoratori hanno guadagnato in media il 14% in termini reali della sua busta paga rispetto dell'inflazione?
Questo e' un miracolo, ed io non ci credo, sono ateo. Penso che la logica e' piu' vicina a Cristinne e non a Cristina. Non vi pare?
Iannaccio Donato
Iannuccio, sono corrette le tue riflessioni tuttavia non è cosi facile cambiare gli approvvigionamenti se questi sono già opzionati per gli anni a venire..ed una multinazionale che rischia una flessione di fatturato di cui dovrà render conto agli azionisti alza la voce!! bastano pochi punti percentuali per suscitare il malcontento in borsa!
Eliminapoi il Brasile fa parte del mercosur e potrebbe tifare "sud"
Quello che voglio sottolineare è che mi pare esistano meccanismi o fenomeni molto piccoli ed apparentemente insignificanti ma in grado di esercitare leve notevoli nelle stanze dei bottoni, tutto qui.
Grazie.
Caro Filippo
EliminaCondivido il tuo commento, diciamo che nei sistemi complessi sempre si trova latente lo fly effect.
Vedi le sanzioni sul Iran della CE, bene l'Italia dal 1/7/12 acquista altrove.
Il post di Modigliani e' troppo lungo, ed io penso que questo non e' una qualita ma propio un disvalore, dove si mischiano concetti non sottoposti alla ragione, caso dell' inflazione argentina.
Noi abbiamo, al meno un piccolo cervellino. Non vi pare?
Iannaccio Donato
Nella discussione sui limoni, dimenticate la QUALITA'. La coca-cola non può fare bevande di bassa qualità o perde quote di mercato.
EliminaPer anni l'Argentina e' vissuta esportando materie prime ed importando manufatti. Un classico esempio: il cuoio. Ne esportava a tonnellate ed importava tre milioni di scarpe all'anno. Per anni si e' dovuta confrontare con paesi importatori dalle economie protette e sovvenzionate. Sia gli USA che la UE sovvenzionano la propria agricoltura.
RispondiEliminaSommando il fatto che prodotti come il cuoio e la lana sono stati sostituiti da materiali sintetici viene da chiederci come mai questo paese non e' andato in bancarotta non una ma piu' volte. E come mai non abbia un debito estero ancora piu' grande. La situazione e' molto subdola. Un po' ricorda la situazione italiana del 600. I dazi imposti alle nostre merci ci tagliarono fuori dalla Europa di qui tempi. Certo vi sono colpe di una classe dirigente per dirla gentilmente non adatte al cambiamento. Rimasta bloccata mentalmente agli inizi del Novecento.
L'italiano, figlio di un paese povero, era uno, dopo la guerra, perso ogni orgoglio nazionale, che si dava da fare. C'era tutto da ricostruire. L'argentino era un ricco signore che non capiva chi gli portava via i soldi e come. Ma ne aveva tanti ed era anche generoso. Nel dopoguerra salvo' letteralmente il popolo spagnolo dalla fame.
Persino la storia del petrolio in Argentina e' per lo meno strana.
E' come se le compagnie estere prendessero l'appalto non per estrarlo ma per lasciare tutto come e'. Addormentato.
Uno direbbe che vi e' una volontà politica a lasciare questo paese
in panchina, tra le riserve.
Questo articolo sembra fatto a posta. Non vi ricorda forse cio' che dicono di noi gli stranieri?
http://www.project-syndicate.org/commentary/fernandez-kirchner-crisis-default-repsol-by-sin-ming-shaw
Basta dimenticare qualche nome tipo Di Stefano, o dimenticare che negli ultimi 50 anni l'Argentina ha prodotto piu' letteratura della Germania o semplicemente dimenticare quella repressione avvenuta nel completo silenzio.
Forse la Lagarde invece del cartellino rosso dovrebbe proporre
la panchina. Pagati come quei altri che giocano.
Lei mi sembra molto informato/a, però molti passaggi logici della sua riflessione -- che trovo comunque parecchio interessante -- mi sfuggono.
EliminaPer esempio: cosa collega, a suo parere, il debito estero attuale argentino, non abbastanza cresciuto in rapporto a determinati cambiamenti tecnologici (per dir così) verificatisi nel tempo e il protezionismo anti-italiano nell'Europa del 1600?
Poi non ho proprio capito quel è, secondo Lei, la classe dirigente rimasta bloccata mentalmente agli inizi del novecento: quella argentina? quella italiana? entrambe?
Infine: da dove le risulta che le compagnie estere prendano l'appalto dei giacimenti petroliferi argentini per poi rinunciare all'estrazione? Lei sta cioé dicendo che pagano le tasse al governo argentino senza neanche provare a rifarsi della perdita con lo sfruttamento di quei giacimenti? Scusi ma è talmente strana, questa affermazione, che meriterebbe qualche scampolo di documentazione a suo supporto.
Mi sembra in ogni caso degno di nota il suggerimento -- che aleggia alla fine del suo intervento -- sulla "destinazione d'uso" finale dell'Argentina come territorio/forza lavoro di scorta che non meglio identificati poteri occulti internazionali auspicherebbero e starebbero preparando di soppiatto, in previsione -- di nuovo mi toccca supporre -- di futuri non troppo lontani cataclismi socio politici in arrivo per l'Occidente, tipo una Terza Guerra Mondiale.
Tuttavia, se lo lasci dire, messa così, la Sua pur plausibile profezia non ha nulla da invidiare al primato letterario conquistato dagli argentini negli ultimi 50 anni e a cui Lei non ha risparmiato un'ironica allusione, en passant.
..l’economia, lo spread, ecc, sono semplicemente uno strumento di minaccia e ricatto per far passare un disegno politico di espoliazione, espropriazione e schiavizzazione degli esseri umani in Europa.
RispondiEliminaComincio a sospettarlo anche io che non sopporto il parlare di complotti.
Ma quello che vedo accadere qui nel Vecchio Continente mi da da pensare.
Per quanto riguarda la frutta poi:.
I tedeschi scoprono che i limoni argentini sono eccellenti.
ed io aggiungo che anche le loro arance sono buonissime (ma non come le nostre) e surclassano quelle spagnole e sud-africane che sono quasi immangiabili.
"In Gran Bretagna gli hanno dato un nome preciso e ormai la seguono come se fosse una telenovela nella sezione geo-politica: “The Christines at war”, la guerra delle Cristine, che sarebbe una fiction a puntate davvero impossibile non seguire." Nemmeno virgolettando the christines at war su google uk vi sono riferimenti che non rimandano a questo blog. Non voglio essere sciocco e replicare il giochino del dito e della luna, alcune delle analisi che l'autore del post svolge sono interessanti ed illuminanti. Ciò non toglie che un pochino mi sentra preso per il culo. Vi saranno anche spunti interessanti ed illuminanti, ma per l'ennesima volta vengono, forse ingiustamente, delegittimati da una prosa romanzesca e romanzata.
RispondiEliminaÈ la grande fiction italiana!
Eliminahttp://blog.foreignpolicy.com/posts/2012/09/26/kirchner_to_referee_lagarde_my_country_is_not_a_soccer_team
EliminaScusa Giovanni, forse il fatto che abbiano nominato lo scontro “The Christines at war” è più una battuta che altro, ma il fatto che effettivamente negli UK ne parlano è vero, basta scrivere Lagarde Kirchner su Google. È impossibile che tu non abbia trovato nulla. E davvero, stai più attento la prossima volta, un commento come il tuo (per quanto molto equilibrato) rischia di far perdere di credibilità un blog che dovrebbe invece guadagnare molta visibilità. Solo questo, non soffermarti su una parola, non è certo quello che importa. Altrimenti cosa dovremmo fare della stampa italiana? Uccidere tutti i giornalisti?
Complimenti. Uno dei più completi e profondi articoli letti fino ad oggi
RispondiEliminaCaro Sig.Modigliani vorrei chiederle la sua opinione a proposito delle prossime elezioni in Venezuela.Argomento credo,molto vicino a quest'ultimo sopra pubblicato.
RispondiEliminagrazie
jessejo
Buongiorno Sergio, in riferimento al suo articolo del 22 settembre su Ansa e Qatar le vorrei chiedere: secondo lei la notizia di oggi (linko articolo qui di seguito) che vede Montezemolo scendere in campo per il "Monti-bis" può avere una qualche connessione?
RispondiEliminahttp://www.fanpage.it/montezemolo-ha-deciso-scendiamo-in-campo-per-il-monti-bis/
grazie dell'attenzione
F.C.
Oddio, lei dipinge un Paese dei Balocchi che è un po' diverso da come raccontato in questo pezzo. Non è vero che l'inflazione è bassa, sono appena rientrata da un soggiorno di sei mesi in Argentina e ho assistito a un aumento dei prezzi inquietante. Fermo restando che i passi avanti sono stati molti e importantissimi, e che i grandi organismi sovranazionali non hanno più il potere di fare la voce grossa (non hanno più quel potere e sarebbe il caso lo capissero), il protezionismo economico non ha solo vantaggi, nemmeno all'interno, e può portare a un pericoloso isolamento. Anche a sinistra la Kirchner ha molti nemici, tra i quali gran parte degli studendi che la accusano (a ragione) di avere sistemato i suoi più stretti parenti (Massimo, il figlio maggiore) ai vertici di associazioni studentesche prestigiose che non considerano Kirchner rappresentativo in alcun modo. La deriva populista di Kirchner piace sempre meno, cosi come l'economia sussidiata che non sempre privilegia coloro che hanno realmente necessità e ha risvolti clientelari. Insomma, la sirtuazione argentina è molto complicata. Detto questo, la ringrazio per essersi occupato di un Paese a cui nessuno dedica spazio, qui da noi, così come in generale a qualcunque tema dell'interessante mondo che ci sta in torno. Ginevra.
RispondiEliminaAltra cosa: ha ragione. I limoni argentini sono estremamente competitivi e non hanno uguali, quanto a prezzo. Questo vuol dire che per competere con i limoni argentini, gli altri Paesi dovranno abbassare il prezzo, ergo il costo del lavoro, quindi della manodopera. Giusto, ma a questo punto non si torna alla legge del Far West, del libero mercato? Non c'è una ricaduta negativa proprio su quella parte debole del mercato del lavoro che Kirchner e altri dicono di voler tutelare? Se ogni Paese tutela soltanto se stesso, il proprio benessere e la propria crescita (in un pianeta in cui i meccanismi e le dinamiche sono globali, nel bene e nel male), non si rischia che i Paesi meno "fortunati", per usare le parole della Kirchner, si trovino alla fame per non avere, né limoni, né soia, per fare un esempio? Ginevra
RispondiEliminaguardate che se anche su questo blog cominciamo con improbabili dimostrazioni economiche non se ne esce. Sempre esiste una qualche teoria economica o pseudo tale per dimostrare tutto e il contrario di tutto. Bisogna saper cogliere il messaggio politico e culturale che Sergio propone nei suoi post attraverso l' esposizione di episodi emblematici come quello dei limoni argentini. Non esiste una teoria economica che sia in grado di spiegare come mai in Italia tutti piangono miseria ( tutti, ricchi e poveri) e pero' non si trova piu' un Iphone 5 nei negozi neanche a cercarlo col lanternino, tutto esaurito, non ci sono previsioni di disponibilita', nessun operatore o negozio risponde piu' neanche al telefono.
RispondiEliminaQuindi , voglio dire , le ragioni non sono economiche ed economiche non potranno mai essere quindi nemmeno le soluzioni, che potranno e dovranno essere solo politiche.
Concordo con questo commento: le soluzioni devono essere politiche purché i politici siano a conoscenza dei meccanismi di creazione del denaro altrimenti verranno sempre infinocchiati dagli economisti che si gongolano nelle loro equazioni e tanto varrebbe proporre il "partito dell'iphone 5" visto il disperato bisogno di mostrare e manifestare la propria appartenenza ad un "simbolo" perché iphone è un simbolo a tutti gli effetti.
EliminaAnzi IPHONE è IL SIMBOLO DEI SIMBOLI!!!
(Complimenti!! E Grazie!)
RispondiElimina-Ale Manetta-
Oddio, a volte la geopolitica tende a ridurre argomenti molto complessi a contrapposizioni manichee: io posso parlare dell'Argentina per conoscerla di prima mano e non è affatto il belpaese uscito dalla crisi di cui parla la sig.ra Kirchner. gli argentini senza lavoro continuano a ingrassare i flussi migratori di paesi come la spagna e l'inghilterra. l'inflazione è galoppante (altro che 3%), molti amici argentini che fanno la spola tra qui e il proprio paese mi dicono che trovarsi un lavoro decente è quasi impossibile.
RispondiEliminae poi non mi sembra che le grandi alleanze fatte dalla kirchner con coca cola e cinesi possano assurgere a esempio di politica commerciale vincente, se non altro perché sappiamo bene cosa rappresenta una multinazionale come la coca cola nell'economia mondiale...
stesso discorso potrebbe farsi per il venezuela e per il brasile, ben lungi dall'essere i paesi simbolo di una 'revancha' sudamericana: in brasile lula è sotto attacco per i soliti scandali di corruzione mentre il venezuela è un paese che si regge economicamente su una sola fonte, il petrolio, per il resto niente. e infatti chavez rischia molto in queste elezioni, e non mi sembra nemmeno il caso di auspicarne una riconferma visto come ha governato negli ultimi anni.
è vero, forse in italia abbiamo una cupola mediatica, ma stando alle fonti citate negli articoli di questo blog, che comunque seguo con vivo interesse, non mi sembra che all'estero si faccia molto di più che dissimulare la realtà con ricostruzioni fantapolitiche.
il continente sudamericano e ciò che cova sotto questo gigante è molto più complesso di quanto sembri. piacerebbe anche a me credere che sia in corso un cambiamento epocale nel modo di rapportarsi con paesi come stati uniti, europa, ecc.
Alessandro
@ Anonimo del 30 settembre, h 01:54
RispondiEliminaChiedo scusa al gentile anutore dell'articolo e ai frequentatori del suo ottimo blog se copio-incollo qui il testo di un commento postato già ieri come risposta a un intervento di un anonimo lettore. Spero che, inserito qui in coda ai commenti, possa risultargli più facilmente visibile. Lo ringrazio comunque fin d'ora di ogni risposta che vorrà darmi, lui o chiunque altro sia in grado di fornirmi i chiarimenti che cerco.
Lei mi sembra molto informato/a, però molti passaggi logici della sua riflessione -- che trovo comunque parecchio interessante -- mi sfuggono.
Per esempio: cosa collega, a suo parere, il debito estero attuale argentino, non abbastanza cresciuto in rapporto a determinati cambiamenti tecnologici (per dir così) verificatisi nel tempo e il protezionismo anti-italiano nell'Europa del 1600?
Poi non ho proprio capito quel è, secondo Lei, la classe dirigente rimasta bloccata mentalmente agli inizi del novecento: quella argentina? quella italiana? entrambe?
Infine: da dove le risulta che le compagnie estere prendano l'appalto dei giacimenti petroliferi argentini per poi rinunciare all'estrazione? Lei sta cioé dicendo che pagano le tasse al governo argentino senza neanche provare a rifarsi della perdita con lo sfruttamento di quei giacimenti? Scusi ma è talmente strana, questa affermazione, che meriterebbe qualche scampolo di documentazione a suo supporto.
Mi sembra in ogni caso degno di nota il suggerimento -- che aleggia alla fine del suo intervento -- sulla "destinazione d'uso" finale dell'Argentina come territorio/forza lavoro di scorta che non meglio identificati poteri occulti internazionali auspicherebbero e starebbero preparando di soppiatto, in previsione -- di nuovo mi toccca supporre -- di futuri non troppo lontani cataclismi socio politici in arrivo per l'Occidente, tipo una Terza Guerra Mondiale.
Tuttavia, se lo lasci dire, messa così, la Sua pur plausibile profezia non ha nulla da invidiare al primato letterario conquistato dagli argentini negli ultimi 50 anni e a cui Lei non ha risparmiato un'ironica allusione, en passant.
Caro Sergio, splendido articolo, immagino che tu conosca la provenienza politica della Cristina Fernandez Kirchner...Se non erro e' una delle superstiti di quella gioventu' peronista massacrata dai militari al soldo degli USA negli anni '70. O sbaglio ? Dunque e' giustizialista....ed immagino tu sappia cosa vuol dire. Come concili questa tua simpatia per una signora che applica con metodo postulati economici che tu definisci keynesiani ma che hanno ben altra provenienza (giustizialismo quindi.....)con la fobia che manifesti in altri tuoi articoli ? E poi cosa c'entra il social progressismo con la kirchner ? Lei si definisce social nazionale...come Chavez e parecchi altri in Sudamerica. Social nazionale ....prova ad invertire
RispondiEliminaGianni Franchetti; ti ricordo che i peronisti, quelli veri (qualche giorno fa vi è stata a Bs As la commemorazione di J.Ignacio Rucci, capo della CGT)negli anni 70 furono massacrati dai montoneros, il cui capo Firmenich faceva - documentalmente provato - il doppio gioco coi militari; tra loro c'erano sicuramente "nostri" in buona fede; quanto alla Kirchner, ti prego di credermi che, culturalmente parlando, non ha nulla a che vedere col giustizialismo vero; te lo dice uno che abita in Argentina. Gianni Correggiari
EliminaCaro Correggiani, sicuramente i montoneros saranno stati infiltrati. E' il destino di tutte le organizzazioni rivoluzionarie ma cio' non toglie nulla ai "nostri" in buona fede. Non conosco la kirchner e dunque la posso giudicare solo dai comportamenti e mi piacerebbe tanto averla qui al posto di mario Monti e della fornero
EliminaMa...ma è copiato tale e quale!!! Sbaglio?? O_o Ma siete la stessa persona?? http://www.stavrogin2.com/2012/10/da-leggere-e-meditare-attentamente.html?showComment=1349299263217#c2480891979119880991
RispondiEliminaAnch'io sono un italiano che sta vivendo da un anno in Argentina e la realtà idilliaca descritta nell'articolo mi sembra un pò parziale; si parla di guerra commerciale fatta con il blocco dell'esportazione dei limoni; faccio presente che l'Argentina, da anni, fa guerra commerciale bloccando senza motivazioni valide, ma con pretesti speciosi, merce che arriva dall'estero; con danni ai propri produttori e ai propri consumatori, e naturalmente alle aziende produttrici; tutti hanno diritto di difendere la propria industria nazionale ma evidentemente non ha senso bloccare l'afflusso di merci che nel paese non si trovano o non sono in grado di produrre; quanto alla disoccupazione, il dato del 3,5% è semplicemete ridicolo; la disoccupazione reale supera il 15%; truccano i dati (come nell'inflazione, data al 10 ma che ha raggiunto il 25%)mettendo fra gli occupati anche i sussidiati
RispondiEliminaSono un italiano che vive in Italia, forse uno degli ultimi Italiani. Infatti vista la composizione per età della popolazione italiana e l'incremento demografico negativo, tendenzialmente,fra 25 o trenta anni di Italiani non ce ne saranno più. Forse perpetueranno la razza gli italiani residenti all'estero. Forse è meglio così.
RispondiEliminaIl mio Paese è stremato da oltre mezzo secolo di guerra civile finanziata dall'espansionismo sovietico che in Italia ha trovato terreno fertile. Ora il, colpo di grazia viene inferto dalla crisi economica generata dalle cosiddette banche d'affari USA che costituiscono la più poderosa centrale del crimine del mondo globalizzato.Nel nostro Paese, si sono insediate all'apice della politica.
L'Argentina, con tutte le sue contraddizioni, è un piccolo paese grande, cioè giovane e ampio, l'Italia un grande paese piccolo, cioè ristretto e vecchio. In altri termini, noi abbiamo la storia e un substrato di antiche tradizioni e cultura, che però stiamo distruggendo, assieme alla nostra salute tramite uno sciagurato inquinamento. Distruggendo le nostre campagne ed avvelenando le nostre terre renderemo l'Italia invivibile: questa è la nostra vera emergenza e su questo campo non possiamo competere con la sterminata argentina, ricca di terre e di acque.
RispondiEliminaItaliano ,culpa de los italianos estamos como estamos te lo dice una ARGENTINA CON TODA SU SANGRE ITALIANA.
EliminaNO TE CREAS TANTO QUE SOMOS PARECIDOS
Por lo menos votamos cada esperpento que da miedo.
te lo dice tambièn otro argentino con sangre tana, pero acà no se dàn cuenta
EliminaMamma mía ,pobre argento ,hijos directos de la ITALIA en este sureño país y con la sangre tan italiana como uds .Eligiendo cualquier cosa para gobernarnos.
RispondiEliminaPor otra parte eso DE SACARNOS DEL GRUPO DE LOS VEINTE es idea EUROPEA por el problema del AUMENTO DE LOS ALIMENTOS que la siembra de la soja LES PROVOCARIA.
tenès razòn, es asì
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