di Sergio Di Cori Modigliani
Due o tre cosette sull’Argentina e sui media italiani.
Da qualche giorno circola in rete (e sulla stampa mainstream) una enorme
eccitazione sull’Argentina e sul suo immediato destino economico. Andrà in
default di nuovo? E’ vero che sta per saltare il sistema? Tutta questa improvvisa
fibrillazione è relativa a un debito del governo argentino che si riferisce a
eventi avvenuti nel 2003 dovuti alla denuncia di un fondo d’investimenti che
non ha riconosciuto le modalità di restituzione argentine.
Ma perché in Italia se la prendono tanto per un debito (minimo, davvero
minimo, di cifra irrilevante) acceso da un lontano paese sudamericano, circa
dieci anni fa? Una nazione che non fa parte dell’euro, i cui problemi non
possono avere nessun impatto né tecnico né economico con la nostra situazione?
A questo bisogna aggiungere l’enorme diffusione in Italia, sia sulla stampa
ufficiale di regime che sui siti on line, delle notizie sulle manifestazioni popolari contro il governo in
carica, descrivendo l’Argentina come un paese che sta di nuovo sull’orlo del
collasso economico..
Chi segue questo blog ricorderà il post nel quale raccontavo una storia,
che allora avevo definito “la guerra tra
le due Cristine”, annunciando lo scontro di fine novembre che avrebbe raggiunto
la sua punta massima a metà dicembre, visto che il Fondo Monetario
Internazionale aveva dato al paese sudamericano la scadenza del 17 dicembre
come ultima data per mettersi in linea con i parametri richiesti dai creditori
istituzionali.
E, negli ultimi giorni, così, all’improvviso, dovunque si è parlato
dell’Argentina e diverse persone si sono rivolte a me chiedendo la mia
opinione.
Da cui il motivo di questo post.
“False flag”.
E’ un termine inglese che letteralmente vuol dire “falsa bandiera”, ma
che nell’usuale linguaggio della comunicazione sta a indicare, piuttosto, quella che io chiamo “arma di distrazione di
massa”.
Tutto questa eccitazione sui problemi economici dell’Argentina sono, per
l’appunto, a mio parere, una “falsa bandiera”.
E’ il risultato di questa bulimìa ossessiva, fortemente voluta dagli
oligarchi bocconiani, nell’imporre alla gente l’obbligo di parlare
continuamente e costantemente di economia e di monete e di teorie, cercando di
sottrarre il dibattito (riuscendoci in pieno) alla Politica, al
confronto/scontro tra due interpretazioni del mondo, del mercato, dell’economia
e della società che sono opposte e antagoniste.
In Argentina è accaduto qualcosa negli ultimi giorni. Sì, è vero.
Ma non ha nulla a che vedere con ciò di cui tutti parlano.
Sì, laggiù, qualcosa è accaduto. E anche di molto grosso. E sta
accadendo proprio in queste ore. Ma non riguarda quel debituccio, non riguarda
i soldi nudi e crudi, non riguarda provvedimenti di ragioneria economica e di
contabilità fiscale.
Riguarda l’economia, questo sì. Ma viene dal mondo della Politica intesa
nella sua forma più pura e migliore. E sta avendo un impatto poderoso non
soltanto in tutto il Sudamerica, ma anche e soprattutto in Usa dove, non appena
è arrivata la notizia, i repubblicani si sono subito scontrati con Obama e hanno
interrotto la trattativa sulle manovre economiche rimandando il prossimo
incontro di qualche giorno. Ma di tutto ciò, in Italia neppure una parola, neppure
un rigo, neppure un accenno, che io sappia.
Non è certo casuale.
Di che si tratta, quindi?
Si tratta dell’approvazione di una Legge dello stato che il senato della
repubblica argentina ha votato in maggioranza (voto trasversale) in data 28
novembre 2012 con 43 voti a favore e 19 contrari, diventando “immediatamente
operativa con applicazione retroattiva al 1 settembre”. Hanno tecnicamente 30
giorni per renderla applicabile. E la Legge parla molto chiaro: definisce
“illegale e immorale” qualunque forma di speculazione finanziaria sui mercati
internazionali basata sui derivati; abolisce la possibilità tecnica delle
speculazioni finanziarie in borsa perché sottrae a tutte le banche, a tutte le
istituzioni finanziarie operanti nel territorio nazionale, la propria autonomia
sul mercato. Dal 30 novembre del 2012, il parlamento e il governo argentino si riappropriano
della propria economia che individua “legalmente” nella finanza “il braccio
operativo dell’economia di cui deve essere subalterna” e impone alla finanza di
essere sottoposta al totale controllo dello stato centrale in ogni sua
attività.
Così titolava La Naciòn, il più importante quotidiano argentino
(moderato conservatore) nel dare la notizia che in Italia non mi pare sia stata
né diffusa né diramata.
LA CAMARA
DE SENADORES CONVIRTIO EN LEY LA REFORMA DE LA REGULACION DEL MERCADO DE CAPITALES
Estado con más poder
para proteger el ahorro
Da oggi lo Stato si fa garante presso i cittadini, di cautelare i
risparmi personali ma si fa soprattutto garante del fatto che le imprese, le
società, le industrie, le finanziarie internazionali operanti in Argentina
intervengano in borsa e sui mercati dei capitali “con l’unico ed esclusivo
intento di trarre profitto da un’attività che però deve avere immediatamente,
come riflesso economico, l’apertura di crediti agevolati alle medie e piccole
imprese, l’allargamento degli investimenti in industrie nazionali e
l’assunzione di nuovo personale per andare all’attacco della disoccupazione
giovanile che il governo considera la priorità assoluta in campo politico,
economico, sociale”.
Questo è avvenuto.
Per la prima volta in questo nuovo millennio, una nazione capitalista
occidentale si assume la responsabilità politica (fotografate
per bene questa parola) di imbavagliare la finanza, di metterle le briglia sul
collo e di fondare il principio, basato sull’applicazione dello Stato di
Diritto, che identifica nello stato centrale, nel governo e nel parlamento,
l’arbitro e il garante dell’economia; il
vero padrone della finanza non è più il “mercato libero” (l’idea di Zingales,
Giannino, Monti, Passera, Draghi, ecc.) bensì il governatore della banca
centrale insieme al ministro dell’economia, dell’industria e dello sviluppo. “O
la finanza capisce che i soldi servono per sviluppare l’economia allargando il
mercato del lavoro, gli investimenti, dando credito alle imprese a interesse
minimo e abbattendo la disoccupazione, oppure possono anche andare a investire
in Europa, in Italia e in Spagna, se è questo che vogliono. Là li accoglieranno
a braccia aperte”. Così ha dichiarato la presidente Kirchner, nel commentare la
più grande vittoria politica ottenuta da un governo sudamericano nel combattere
il neo-colonialismo dei colossi della finanza al servizio dell’oligarchia
planetaria del privilegio. Chi vuole investire nella finanza speculativa lo fa
attraverso “banche speciali” che
dovranno esporre un avvertimento alla clientela, nel quale si specifica che non
esiste nessuna garanzia internazionale su quell’investimento. Le banche
correnti devono occuparsi di investire i soldi dei correntisti nell’economia
reale, quella delle merci, e non quella della carta straccia; lo Stato
garantisce ogni tipo di risparmio e ogni forma di investimento, purchè si
riferisca all’economia reale.
La borsa di Buenos Aires (e questa è un’altra bella notizia) ha reagito
molto bene; anche quella brasiliana (che si appresta in brevissimo tempo a
varare identica legge) grazie alla quale vengono aboliti i principi basilari
dell’idea liberista che sta strozzando il pianeta, ovverossia l’egemonia della
finanza sul mercato.
Di tutto ciò, in Italia non si è parlato.
Ma non basta, c’è dell’altro.
Ieri, 30 novembre, per tutta la giornata, in Argentina si sono svolti
convegni, manifestazioni e discussioni relativi a un’altra legge che va alla votazione
alla fine della prossima settimana e che riguarda il secondo pilastro della
democrazia e della ripresa economica: la legge sul conflitto di interesse e una
nuova legiferazione nel campo della libertà di stampa, dell’informazione e
delle comunicazioni. Verranno prese misure specifiche per impedire che possano
essere eletti in parlamento soggetti politici legati al mondo
dell’informazione, e soprattutto viene impedito a società finanziarie, banche
d’affari private e grossi colossi finanziari internazionali di poter aggirare
l’ostacolo diventando editori. Chi si occupa di informazione lo fa
costituendosi come “editore puro” attraverso il rischio di una impresa privata.
Il tutto per impedire che la finanza, in maniera subdola (come avviene in Italia
ad es.) usi il proprio gigantesco potere per esercitare pressioni sull’opinione
pubblica al fine di salvaguardare interessi finanziari e non il diritto alla
libertà dell’informazione.
Anche su questo punto, nessuna notizia in merito.
Sono entrambi due pericolosissimi precedenti.
E’ la dimostrazione che esistono strade diverse percorribili, opposte a
quelle volute dalla BCE e dal governo italiano, dal PD dal PDL dall’Udc.
A questo ci potete aggiungere la decisione ufficiale presa dal
presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, il quale ha bocciato la richiesta
avanzata dalle compagnie petrolifere locali per nuove trivellazioni, destinando
i 300 milioni di dollari (per loro una grossa cifra) del budget che le lobby
del petrolio erano riusciti a garantirsi e spostando tale cifra per la
salvaguardia del territorio idro-geologico dando vita a tre giganteschi parchi
naturali, all’interno dei quali verranno fatti investimenti nel settore
dell’agricoltura biologica a chilometro zero.
Qui di seguito, in un post scriptum, in copia e incolla, c’è un articolo
apparso sul settimanale Pagina ½, la pubblicazione più radicale e colta diffusa
in Argentina. E’ un esempio di giornalismo che in Italia non esiste più. Dà la
notizia sulla legge della divisione tra banche d’affari e banche speculative,
senza nessun commento, senza fornire nessuna opinione, raccontando in che cosa
consiste la Legge, come funziona, come si è svolta la votazione, i nomi degli
attori e delle fazioni in campo. L’articolo è quello originale ed è scritto dunque
in spagnolo, ma è di facilissima comprensione anche per chi non conosce la
lingua.
Sono modalità completamente diverse da quelle seguite in Italia dove la
disinformazione, il narcisismo e l’opinionismo lobbista si sono ormai
sostituiti alla spiegazione dei fatti reali e oggettivi; e così i lettori,
spaesati, confusi, finiscono per non essere mai messi al corrente su ciò che
accade in verità, perché vengono spinti a seguire delle tesi già preconfezionate
che finiscono tutte con lo stesso identico refrain: non c’è alternativa, non si
può fare diversamente.
Non è vero. Non è così.
Non esiste nessun campo dell’attività umana in cui non esistano
alternative. E’ una diabolica idea quella di presentare soluzioni come se
fossero le uniche a disposizione.
Per ritornare in Europa, mentre l’Italia è scivolata nel consueto imbuto
popolato da pecore mediatiche al pascolo, seguendo le vicende delle cosiddette
primarie, in Europa si scatenava un furibondo scontro (in Germania) relativo a
Unicredit e MPS (la più antica banca italiana, Monte dei Paschi di Siena) anche
perché il tutto era relativo alla stessa persona, Alessandro Profumo, già
presidente di Unicredit e attualmente presidente di MPS. Accusato, denunciato e
sentenziato di evasione fiscale in Europa per la cifra di 3,5 miliardi di euro,
Unicredit e Profumo (in quanto mente operativa della questione) se la stanno
vedendo con le banche europee per un gigantesco conflitto di interessi. Mentre
all’unicredit si chiedono i soldi da pagare e Profumo è stato identificato come
un evasore che non rispetta la Legge, Mario Monti, a nome del governo italiano,
si è presentato da Mario Draghi chiedendo il consenso a “sforare” dai
dispositivi sanciti dal Fiscal Compact per far avere –sempre allo stesso
Profumo- un nuovo gettito di 3 miliardi di euro provenienti dalle casse dello
stato italiano, dopo i 24 che ha già ricevuto negli ultimi cinque anni. Essendo
il titolo della banca considerato in borsa “spazzatura” (il titolo che tre anni
fa valeva 2 euro in borsa, oggi vale 0,17 euro in borsa) non è ammissibile
neppure per Draghi una cosa del genere. Rischiosissima. Infatti, i greci
–giustamente dal loro punto di vista- hanno immediatamente protestato
pretendendo una proroga del loro debito. E’ andata a finire come ben sappiamo.
Non si sa se Unicredit pagherà o meno ciò che ha rubato e MPS avrà i suoi soldi
da investire in nuovi derivati speculativi a rischio sempre più alto, l’unica
possibilità rimasta di poter mettere un buco alla voragine di una banca
tecnicamente già fallita da un pezzo.
Tutta la gestione dei rapporti tra istituzioni e banche, tra governo e
banche, tra BCE e banche, portata avanti da Mario Monti e dal PD dal PDL e
dall’Udc finiranno per aumentare nel mese di dicembre il disavanzo pubblico
portandolo a un ulteriore aumento e raggiungendo la cifra di 2000 miliardi di
euro.
Qui in Italia ci portano via i soldi per darli a banchieri evasori che
gestiscono banche già fallite, mentre in Argentina c’è chi ha messo legalmente
il bavaglio alle banche, le ha ammanettate e le ha sottoposte a una rigida,
attenta regolamentazione sotto la custodia, tutela e attenzione della classe
politica al governo in rappresentanza delle istituzioni collettive.
Una bella differenza.
La guerra, quindi, prosegue.
Ed è sempre la stessa, quella tra oligarchi della finanza e i loro
oppositori.
Da noi, ci fanno credere che il problema sia se vince Renzi o se vince
Bersani oppure se Berlusconi si candiderà oppure no.
Sapete che vi dico? (con il cuore in mano). Se a questo punto c’è
qualcuno che pensa possa essere così, allora vuol dire che ce li meritiamo
tutti. Questa è la loro forza.
C’è ancora qualcuno che dà loro credito.
Non lamentiamoci, dunque, se le banche non lo danno a noi, il credito.
Perché mai dovrebbero?
Buona domenica a tutti.
Ecco l’articolo, a firma Sebastian Premici, celebre giornalista e
intellettuale argentino.
Màs poder para proteger el ahorro
La ley se aprobó con 43 votos a favor y 19 en contra.
El Frente para la Victoria y el FAP respaldaron la iniciativa en general,
mientras que el peronismo disidente y los radicales se opusieron. La CNV tiene
180 días para reglamentarla.
El Senado convirtió en ley el proyecto que modifica la regulación sobre el
mercado de capitales y le otorga a la Comisión Nacional de Valores mayores
atribuciones de control. El Frente para la
Victoria consiguió 43 votos afirmativos, mientras que 19 senadores votaron en
contra. Como viene sucediendo en las últimas sesiones, el oficialismo consolidó
un núcleo de votos con sus aliados tradicionales, el Movimiento Popular
Neuquino, los legisladores por Tierra del Fuego que representan a Nuevo
Encuentro, y se sumó una senadora del PJ de La Pampa y otra de Santa Fe. El
único bloque opositor que acompañó al oficialismo en la votación en general fue
el FAP, que luego rechazó tres artículos.
Por su parte, la UCR y el peronismo
disidente votaron en contra. Los senadores radicales mantuvieron una postura
diferente a la de sus colegas de la Cámara de Diputados, quienes habían
acompañado en general al FpV. Su argumento fue que con la introducción de un
cambio durante la votación en particular en la Cámara baja –la posibilidad de
que la CNV designe veedores en caso de gravedad institucional, en defensa de
los inversores minoristas, como el propio Estado–, se estaba desvirtuando el
objetivo central del proyecto. En el recinto estuvieron presentes el ministro
de Economía, Hernán Lorenzino, y el titular de la CNV, Alejandro Vanoli.
El proyecto del Ejecutivo había logrado la
media sanción el miércoles de la semana pasada (184 a 24). Sin mediar
dilaciones, el proyecto pasó al Senado donde fue tratado en comisión al día
siguiente. Una semana después, fue convertido en ley. “La Bolsa no
desaparecerá. La idea es que haya cada vez más jugadores. Es imperioso romper
el contraste entre tasa de interés y tipo de cambio y la desesperación por el
acceso al dólar como atesoramiento. El Estado garantizará los ahorros con una
mayor regulación de la CNV. La idea es poder
canalizar el ahorro hacia las inversiones productivas en las provincias”,
sostuvo Aníbal Fernández, titular de la Comisión de Presupuesto.
Durante la sesión de Diputados se
introdujeron varios cambios al proyecto original, muchos de ellos consensuados
con la oposición e incluso con los actores del mercado. Pero hubo una
modificación que llamó la atención de la oposición. En el artículo 20 se agregó
el siguiente texto: “Cuando, como resultado de los relevamientos efectuados,
fueren vulnerados los intereses de los accionistas minoritarios y/o tenedores
de títulos valores sujetos a oferta pública, la CNV podrá designar veedores con
facultad de veto de las resoluciones adoptadas; y separar a los órganos de
administración de la entidad por un plazo máximo de ciento ochenta (180) días
hasta regularizar las deficiencias encontradas”.
Así como existe un núcleo duro que
acompaña al oficialismo, el núcleo de la UCR y el PJ disidente tiene cada vez
más coincidencias, al menos desde lo discursivo. Ambos cuestionaron al Gobierno
sobre la posible “discrecionalidad” en la manera de aplicar la nueva regulación
sobre el mercado de capitales. En definitiva, las críticas apuntan a la
capacidad de regulación del Estado. “Este es un gobierno con sello anti
inversión. El mercado no es otra cosa que un lugar de reunión, donde el Estado
debe tener el mínimo interés de que no haya fraude. Nadie pertenecerá a un club
para que le peguen. Los que ya están, están, pero no habrá nuevos jugadores en
estas condiciones. La intromisión en la actividad privada logra el desaliento”,
sostuvo Juan Carlos Romero (PJ Salta).
Por su parte, el radical Gerardo Morales
–quien tuvo un cruce con la pampeana María de los Angeles Higonet (ver aparte)–
afirmó que el proyecto “vulnera la seguridad jurídica”. Su correligionaria,
Laura Montero, fue un poco más específica. “La regulación del mercado quedará
en manos del Ejecutivo que podrá tener atribuciones discrecionales. Hubiéramos
querido que haya participación de la oposición en el directorio de la CNV”, manifestó
la mendocina, aliada de Julio Cobos.
La modificación en el artículo 20
contempla el hecho de que muchas empresas que cotizan en la Bolsa tienen
inversiones provenientes del “ahorro público”. Según explicaron a Página/12
desde la CNV, se incluyeron en el articulado “herramientas legales para actuar
rápidamente ante situaciones graves que puedan alterar el normal desarrollo de
la operatoria diaria y la estabilidad del mercado”.
La capacidad de intervención del Estado
apunta a “salvaguardar” las inversiones realizadas que surgen en su mayoría del
Fondo de Sustentabilidad de la Anses, que se nutre con los aportes de los
trabajadores. Desde esta perspectiva, se habría incluido el artículo para
“proteger” dichas inversiones, dato que la oposición pasó por alto.
“Algo de lo que se habló poco en el debate
es el rol de las calificadoras, que están cuestionadas en todo el mundo. Las
universidades le darán un aspecto totalmente diferente a esta cuestión. Lo otro
que no se dijo fue la desmutualización (salvo por una mención de Montero). Para
ser socio de la Bolsa había que pagar cinco millones de pesos. Se eliminó ese
requisito”, manifestó Miguel Angel Pichetto, titular del bloque del FpV.
Otro aspecto relevante de las
modificaciones incluidas durante la sesión de la Cámara baja tiene que ver con
una cláusula que sostiene que “en ningún caso se podrán disponer despidos por
causa de las disposiciones de la presente ley”. La oposición quería incluir la
obligación del Estado de tomar a cualquier empleado de las Bolsas que
eventualmente fuese despedido. Los trabajadores de la Bolsa de Comercio
estuvieron en la puerta del Senado repartiendo volantes, para que se les
garanticen sus fuentes laborales. “No puede haber despido alguno por esta ley.
Por eso pedí que la reglamentación sea lo más clara posible en este punto”,
sostuvo Fernández al comienzo de su exposición.
La ley será promulgada en los próximos 30
días. Las distintas Bolsas y mercados del país ya comenzaron su lobby
para tratar de incidir en esta instancia.
In questi giorni anche il presidente boliviano ha parlato in modo analogo ed accennando al 21.12.2012 e ai Maya s'è detto convinto che siamo alla vigilia di un cambiamento epocale. Per lui, che conosce bene la cultura maya, non ci sarà nessuna fine del mondo fisico, ma l'inizio di un nuova era che porterà benessere. Inoltre, ha aggiunto che molti suoi colleghi sanno questo, ma ben pochi sono disposti ad ammetterlo.
RispondiEliminaIn Italia, come diceva qualcuno le tragedie finiscono in farsa, basta vedere il caso Sallusti.
Interessante davvero, in fondo mi domando come sia possibile che lo facciano..anche se è pur vero che la piovra non può avere infiniti ed infinitamente lunghi tentacoli.
RispondiEliminaSono molti gli immigrati sudamericani in Italia, chissà che riescano a fare informazione!
io intanto posto questo link!
Grazie Sergio
No Filippo, ti sbagli quando dici che la piovra non può avere infiniti ed infinitamente lunghi tentacoli...sono lunghi ed infinitamente tanti...a tal punto che noi non ne vediamo la fine...mai...!! Approfondite con "consapevolezza" cos'è il NWO...da dove viene...e di sicuro non sappiamo dove ci porta...ma la "strada" non è bella...!!
EliminaQualche anno fa la pensavo come te..pensavo fossero invincibili e forse lo erano..poi uno scienziato ha aperto il vaso di Pandora..abbiamo già vinto, non potranno mai ottenere ciò che ambivano.Qualcuno di loro lo sa..assisteremo a drammatici colpi di coda.
Elimina1)
RispondiEliminada Il Fatto Quotidiano:
Petrolio, raccolti 300 milioni per non trivellare un parco naturale in Ecuador:
Destinare fondi alla conservazione della natura invece che al petrolio? Per l’Ecuador è la scelta migliore. Mentre il resto del mondo fa a gara per accaparrarsi le ultime riserve di greggio, infatti, la repubblica sudamericana non le vuole più toccare. Soprattutto se queste si trovano in aree protette. Come il Parco Yasuní, la zona più ricca di biodiversità dell’intero pianeta. Ora, dopo 5 anni di attesa, il sogno ambientalista ecuadoriano sta per diventare realtà. In un solo anno, infatti, sono stati raccolti 300 milioni di dollari. Una cifra limitata, pari a meno del 10% di quella richiesta all’Onu dal presidente Rafael Correa per compensare i mancati introiti petroliferi. Ma che basta al Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (Undp) per iniziare il suo lavoro: finanziare energie verdi, riforestazione e progetti per le comunità locali, in alternativa alle trivellazioni.
Sconvolto dagli effetti dell’industria petrolifera, che in quattro decenni ha portato a livelli eccessivi di inquinamento e degrado sociale, il Paese del Buen Vivir è deciso a cambiare rotta. Come? Tutelando in particolare la Ishpingo-Tambococha-Tiputini (ITT), una delle aree naturalistiche più importanti del pianeta. Situata all’interno del Parque Nacional Yasuní, la ITT è un paradiso per insetti, uccelli, mammiferi e anfibi, che in un solo ettaro ospita fino a 655 specie di alberi, lo stesso numero di quelle in Usa e Canada messi insieme. Un gioiello di biodiversità, sotto cui però si nasconde un altro tesoro: 850 milioni di barili di oro nero, il 20% delle riserve nazionali.
Per non toccarli, lo Stato sudamericano ha dovuto pensare a come compensare le mancate entrate. Da qui l’idea di chiedere il contributo della comunità internazionale: 3 miliardi e 600 milioni di dollari, da raccogliere nell’arco di 13 anni. Una somma pari alla metà delle entrate a cui l’Ecuador rinuncerà per il mancato sfruttamento del sottosuolo della ITT, che nel 2007 lo stesso Correa chiese all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, in nome dell’interesse globale. Sì, perché lasciando intatta la riserva, l’Ecuador potrà evitare l’emissione di 407 milioni di tonnellate di CO2, quasi quelle di tutta Italia in un anno.
2)
RispondiEliminaUn’impresa ritenuta da alcuni impossibile, da altri eccessivamente idealistica, ma che grazie ai fondi raccolti finora può finalmente partire. A supportarla, secondo i dati dell’Undp, sono stati soprattutto singoli individui, inclusi musicisti e attori (come Edward Norton e Leonardo Di Caprio), fondazioni ed enti locali. Un aiuto, a sorpresa, è arrivato anche da compagnie aeree e multinazionali come la Coca Cola. Dai governi, sono giunti contributi da Paesi come Georgia, Cile, Colombia e Turchia. Dalle nazioni più ricche, invece, praticamente nulla, nonostante le promesse. Unica eccezione: la Germania, che donando 50 milioni di dollari ha di fatto permesso l’avvio del progetto. Improvvisa magnanimità di Berlino? Non proprio. A smuovere le istituzioni federali sono state le pressioni dei cittadini tedeschi, mobilitatisi a migliaia per la causa ecuadoriana. “Ciò che ha convinto governi come quello tedesco è stata la gente”, conferma Ivonne Baki, capo del comitato di negoziazione di Yasunì-ITT: “In Germania oltre 100mila persone hanno firmato la nostra petizione in una sola settimana”.
“L’Ecuador non vuole dipendere dal petrolio”, afferma Baki: “I Paesi ricchi di petrolio sono maledetti, e dipendono da esso così tanto da non sviluppare nient’altro”. “Il petrolio foraggia la corruzione e fa pagare il prezzo di tutto ai più poveri – aggiunge – portando benefici solamente alle elite”. Un rischio che, in realtà, si corre anche con i progetti legati alle rinnovabili. Per questo i soldi delle donazioni per l’iniziativa Yasunì-ITT, non essendo donati direttamente al governo ecuadoriano, sono tenuti in fondi fiduciari e gestiti dall’Undp. Che, insieme a un consiglio composto da popolazioni indigene, comunità locali e accademici, deciderà a quali progetti ambientali e sociali destinarli. Un modello virtuoso che, alla faccia delle inconcludenti negoziazioni sul clima in corso a Doha, sta contagiando altre nazioni. Come Guatemala, Madagascar e Nigeria, seriamente interessate a seguire le orme dell’Ecuador. Del resto, il fatto che “quello che c’è sulla terra vale molto più di quello che si trova nel sottosuolo”, come ricorda Ivonne Baki riguardo a Yasunì, può valere per molti altri luoghi del pianeta. Italia inclusa.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/01/petrolio-raccolti-300-milioni-per-non-trivellare-parco-naturale-in-ecuador/432290/
Tutto vero,caro Dicorimodigliani,ce lo meritiamo.
RispondiEliminaAh,quanto ce lo meritiamo!
Modigliani mi dice cortesemente dove è che la legge argentina appena approvata definisce "illegali e immorali" gli investimenti in derivati?
RispondiEliminaCredo che sia l'ennesima scemenza del suo blog, sa? Ma se mi mette un link che dimostra il contrario mi scuserò con lei.
Il fatto che lei si scusi coi suoi lettori per inventarsi le notizie di sana pianta è fuori discussione visto il tipo.
Ecco l'articolo che aspettavo e che mi ha dato un po' di chiarezza! Infatti da tempo su rainews24 mettono brevissimi servizi sull'argentina e sul possibile default e su questa onda ero andata a rileggermi proprio il suo post sulle 2 cristine. Interiormente mi dicevo, bhò, che strano, le cose non mi quadrano. Ho cercato in rete se davano notizie aggiuntive, ma tutto tace. Ho cercato anche su siti in lingua spagnola, ma essendo scarsina e usando lo spagnolo solo per pochi scambi email con programmatori cubani, non ho cavato il ragno dal buco.
RispondiEliminaEcco spiegato allora perchè la scacchiera internazionale si è spostata dall'Italia, anche se dubito che fermeranno completamente lo smantellamento degli stati piigs. Con gli stati sudamericani che, insieme, premono sull'acceleratore sarà difficile mettere tutto a tacere, e la situazione argentina potrebbe, nel giro di brevissimo tempo, fare da locomotiva per il cambiamento che i poteri forti temono come la peste.
Bene, sono proprio contenta, questa sarà un'ottima domenica :) Grazie per il post sig. Modigliani, ma sto a vedere come riusciranno di nuovo a cambiare le carte in tavola. Non mi sembra però che sia 'utile' smantellare l'Italia ora, così a naso.
o.t.
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/ambiente/12_dicembre_01/qatar-doha-conferenza-clima-prima-manifestazione_455b10ca-3bbf-11e2-97b1-3dd2fef8db49.shtml
Grazie Modigliani. Un bellissimo articolo. Una cosa che non si trova facilmente nel panorama disastrato dei media
RispondiEliminacodardi nostrani, "pecore mediatiche al pascolo".
Ottimo articolo e ottime considerazioni.L'unica cosa è che l'Argentina ha ristrutturato il debito anni fa.Chi non ha aderito ha avviato una causa internazionale con Tfa al tribunale di New York.E' vero che negli states stanno facendo gli interessi di hedge fund che vantano crediti di alcuni miliardi di dollari, però è anche vero che ci sono risparmiatori italiani che non hanno più rivisto i loro soldi avendo acquistato più di dieci anni fa obbligazioni argentine.Perciò direi alla Kirchner: paga questi ultimi prima e brucia i debiti verso la finanza internazionale.Poi fai tutto ciò che è indicato qui,ti appoggeremo tutti
RispondiEliminain realta gli hedge fund hanno comprato i debiti gia in default ai vecchietti fregati dai vari promotori finanziari ( la maggior parte dei buoni in default non sono piu' in mano al povero investitore) quindi sapevano che l'unico modo di fare soldi e grazie ai loro studi legali.
EliminaLa stampa italica è finanziata dallo stato, dall'industria e dalla finanza. Risultato si parla solo di cronaca nera e... gossip. Inutile prendersela.
RispondiEliminaArgentina; il debituccio con i fondi avvoltoio è di 1,3 miliardi di dollari (anche se la La Corte d’Appello USA accogliendo il ricorso di Buenos Aires ha dato più tempo)
ma il problema è che, a cascata, per un meccanismo complesso che non sto a spiegare, poi, dovrebbe risarcire altri 24 miliardi di dollari il che di conseguenza
porterebbe all'azzeramento di chi aveva aderito allo swap nel 2005 e 2010, restando con il cerino in mano.
Attualmente gli argentini hanno in cassa 45 miliardi di USD ed è evidente che non riuscirebbero a far fronte. Altro che Grecia, in momenti come questi sarebbe un crash planetario con conseguenze devastanti, le scene del 1929 al confronto sebrerebbero delle scampagnate, per cui un accordo si troverà.
Comunque, una bona news.
Appena Fitch ha tagliato il rating da B a CC alcuni sciacalli si sono buttati a pesce sui CDS saliti a 3.940 punti -per dare dei parametri noi siamo 248 la Grecia a 5065- se effettivamente dovessero accordarsi si ritoveranno (gli sciacalli) con una cetriolata formato lisciapelo.
Per quanto riguarda la legge sui derivati ho trovato qualcosa di interessante nei link quì sotto.
Réquiem para el mercado de capitales
http://www.lanacion.com.ar/1531801-requiem-para-el-mercado-de-capitales
Es ley la reforma del mercado de capitales
http://www.lanacion.com.ar/1531858-es-ley-la-reforma-del-mercado-de-capitales
Monte dei Paschi: il sostegno è 4 miliardi di euro in parte dalla Cassa Depositi e Prestiti (soldi nostri) in parte dai Monti Bonds (soldi nostri).
In pratica (non c'è alternativa) si sta nazionalizzando il Monte perchè se saltasse sarebbe il panico.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/30/aiuti-al-monte-dei-paschi-di-siena-da-pd-e-pdl-arriva-toppa-che-allarga-buco/431780/
Guy F.
P.S. nulla è più eterno come la poesia in una canzone
Jim Morrison
Se ne parla in realtà sulla Stampa ma da tutt'altro punto di vista:"la presidenta vuole controllare la stampa e cambiare la costituzione".Purtroppo non ho potuto leggere tutto l'articolo ma mi pare ugualmente inquietante.
RispondiEliminahttp://lastampa.it/2012/12/02/esteri/kirchner-modello-chavez-danza-sull-orlo-del-default-ytEUXGNWi3k8TDrQncTWmJ/pagina.html
Francesca
Sì, però Página/12 è un quotidiano e non un settimanale. E sulla "Ley de medios" Jorge Lanata, che ne fu il fondatore e ora collabora a "Clarín", il principale obiettivo del Governo K, non esprime esattamente un parere favorevole.
RispondiEliminami meraviglio tu conosca lanata, ma come mai non sai chi c'e' dietro il gruppo Clarin allora? innanzitutto il gruppo e' un oligopolio dell'informazione( in contrasto con il governo e' la nuova legge contra il concentramento dell'informazione) che fa capo a persone dalle frequentazioni sgradevoli (dittatura militare in primis) e per una parte di proprieta della Goldman. giudica da te se sono affidabili questi personaggi e le loro informazioni
EliminaLa norma introdotta dal governo argentino, spiega molto bene la differenza che intercorre tra l'essere liberista e l'essere LIBERALE!
RispondiEliminaChissà quanti conoscono la differenza?
Grazie per le preziose in-formazioni
Cordialmente
Paolo
OT
RispondiEliminama siccome ci sono le primarie del Pd mi e' venuto in mente ora.
sulle rappresentanze:
-i cittadini eleggono direttamente il sindaco ed i consiglieri comunali. ci sono circa 8.000 comuni.
-i sindaci eleggono il presidente di provincia ed i relativi consiglieri. le provincie sono circa 110. i presidenti di provincia sarebbero anche il governo che legifera ed al voto hanno una rappresentanza proporzionale al numero di persone che compongono la provincia.
il governo si riunisce una settimana al mese, grosso modo, a roma.
potrebbe andare una cosa del genere?
(Grazie,se non ci fossi Tu...!!!)
RispondiElimina-Ale Manetta-
Buongiorno Modigliani,
RispondiEliminaLa Ringrazio per le sue informazioni,
sono molto utili perche'mi aiutano a riflettere...
Non è importante per me se siano vere o false...questo spetta solo a me verificarlo.
Le chiedo pero' un aiuto.Potrebbe dedicare un breve commento all'articolo di oggi sul fatto,
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/04/argentina-lapp-di-5-studenti-smaschera-bugie-del-governo-sullinflazione/433378/
sarebbe anche stupendo che Lei facesse descrivesse la condizione di vita degli operai.
Sono consapevole del fatto che Le sto' chiedendo tantissimo,
ma riuscirebbe a placare i miei dubbi che non trovano soluzione.....
La Ringrazio per il "senso" che riesce a dare ai suoi racconti.
saluti
paolo
DiCoriModigliani grazie grazie grazie! il lavoro che fate per noi pubblicando articoli interessantissimi e soprattutto veritieri non solo è encomiabile ma meravigliosamente utile per un paese incivile come il nostro! Anch'io ho letto il sudetto articolaccio sulle app dei cinque studenti pubblicato dal fatto, la prego Modigliani di indagare su questa questione del prossimo default argentino (al quale non credo minimamente). la ringrazio cmq per quanto lei fà per tutti noi da vero cittadino italiano!
RispondiEliminaInnanzitutto complimenti per il post! sulla situazione argentina ne stanno scrivendo di tutti i colori nella stampa italiana ormai da un bel po' che per chi come me sa le basi dell'economia e va spesso in argentina riesce a decifrare in chiave propaganda(anti Argentina ) mi sembra pero importante spiegare un punto sulla legge della riforma dei mercati e' cioe che a fare il ruolo delle varie agenzie di rating ci sara' un pull di diverse universita argentine che forniranno i loro rating adesso capite anche contro chi si e' messa la Signora per meritarsi tanta attenzione da questi parti. Saludos a todos
RispondiEliminaMerkel, Barroso, Lagarde, Van Rompuy, Schäuble...
RispondiEliminaDENUNCIATI AL TRIBUNALE DELL’AIA PER CRIMINI CONTRO L’UMANITA'
La denuncia Penale, studiata nei minimi dettagli, è stata presentata (e accettata) da una coppia di Tedeschi attivisti per i Diritti Umani: i coniugi SARAH LUZIA HASSEL REUSING e VOLKER REUSING.
http://www.ternimagazine.it/95763/dal-mondo/dal-mondo-denunciati-al-tribunale-dellaia-per-crimini-contro-lumanita.html
http://www.welt.de/politik/deutschland/article111707823/Deutsche-unterstuetzt-Anzeige-gegen-Merkel.html
http://www.articolotre.com/2012/12/la-troika-e-i-vertici-ue-denunciati-per-crimini-contro-lumanita/122179
http://netzwerkvolksentscheid.de/wp-content/uploads/2012/11/englische-Version-Strafanzeige-IStGH2.pdf
Che ne pensate?
Guy F.
Penso che debba essere estesa a quasi tutta la classe dirigente mondiale....e anche a me...e a tutti quanti....
RispondiEliminapaolo
L'articolo e l'argomento sono molto interessanti. Ma tutto è bloccato dall'assenza delle fonti. L'attendibilità, piaccia o no diminuisce perchè non è possibile avere informazini e riscontri. SPERIAMO CHE CIO' CHE DICE MODIGLIANI SIA VERO. CHE ANCORA UNA VOLTA L'AMERICA LATINA PRODUCA FIORI... è già successo con gli argentini!!!
RispondiEliminaEcco ciò che sta accadendo in Argentina in questi gorni:
RispondiElimina"Un fondo-avvoltoio è la più bassa bestia della catena alimentare speculativa. Finisce di spolpare imprese e Stati ormai già divorati dai grandi predatori. Compra titoli di quegli Stati insolventi di cui le banche si vogliono liberare, a prezzi stracciati, poi esige dagli Stati decotti il pagamento al 100% del valore facciale dei titoli, con ogni mezzo, trascinandoli in tribunali.
Elliott Capital Management è appunto un fondo avvoltoio. Basato alle Cayman, 8 miliardi di dollari in gestione, il suo motto è: «Business without boundaries», business senza frontiere. Il suo padrone, capitalista-capo e presidente, si chiama Paul Singer, diventato noto come grande donatore della campagna di Mit Romney, il candidato repubblicano.
Singer ha accumulato vagonate di bond argentini pre-default, e pretende il pagamento al 100% del loro valore facciale. Sono quei titoli che la enorme maggioranza dei detentori (il 92%) ha accettato di vedersi rimborsare solo in parte, aderendo alla complessa ristrutturazione del debito argentino del 2005-2010. Ma l’avvoltoio Singer ha rifiutato di parteciparvi, e vuole tutto. È lui che è riuscito a far sequestrare una fregata della Marina argentina, la Libertad, in un porto del Ghana. Insomma è riuscito a far sì che un Paese terzo, estraneo alla contesa, eseguisse il pignoramento. La nave è ancora lì."
Fonte: Maurizio Blondet
Ecco ciò che sta accadendo in Argentina in questi giorni:
RispondiElimina(seconda parte)
"Imbaldanzito, Singer ha notoriamente adito un tribunale distrettuale di New York per obbligare l’Argentina a pagare il debito da lui detenuto al 100%. Il giudice gli ha dato ragione, obbligando appunto lo Stato sudamericano a rifondere il valore nominale dei suoi titoli. Ma il giudice non si è limitato a questo. Adducendo il concetto di «pari passu» (in latino: apparentemente, un’equivoca adozione di un concetto di equità del diritto romano) il magistrato ha ingiunto al governo di Buenos Ayres di continuare i rimborsi (in corso da anni, a spizzichi) ai creditori che hanno accettato l’accordo di ristrutturazione.
Questa sentenza avrà conseguenze enormi: non solo ripiomba nell’insolvenza lo Stato argentino, ma di fatto, rende impossibile qualunque accordo di ristrutturazione del debito sovrano se non è accettato dalla totalità dei creditori. Oltretutto, la sentenza è innovativa – o eversiva – perfino della legge americana: secondo le normative sui fallimenti vigenti in USA, basta l’accordo del 70% dei creditori. Questa obbliga al 100%.
Siamo dunque a questo: la speculazione più parassitaria «fa diritto» contro la sovranità degli Stati. Una entità piratesca, domiciliata nelle isole dei pirati, è il motore di una nuova legalità. A favore assoluto dei creditori, vietando ogni difesa dei debitori, l’antico privilegio sovrano del ripudio del debito quando diventa – per la sua enormità a causa dell’accumulo di interessi composti – illegittimo. Il De Jure Condendo Caymanorum. Ovvero le Cayman nuova Culla del Diritto.
È infatti prevedibile che la decisione newyorchese farà giurisprudenza – e a livello globale. E questo pone un rischio incalcolabile in più nella già disastrata questione greca.
Come noto, è stata appena lanciata un’operazione di ricompra del debito da parte del povero, dissanguato Paese, sotto gli auspici della UE e del Fondo Monetario, e sotto la direzione tecnica della Deutsche Bank e di Morgan Stanley, che sono al comando della ristrutturazione. Il meccanismo consiste nell’offerta di scambiare titoli di debito greci contro dei bonds emessi dal fondo europeo FESF (ossia da noi contribuenti tutti); è l’ennesimo salvataggio che non dice il suo nome. Il successo dell’operazione – che alla fin fine dovrebbe alleviare il debito greco di 20 miliardi, un piccolo sollievo – dipende da quanti accederanno alla ricompra. Ora, i fondi avvoltoio ed hedge funds (la differenza è minima) detengono 21miliardi del debito greco, incettati a prezzi da carta straccia da vari mesi, proprio in vista del profitto. Primo fra tutti il fondo «Third Point» del miliardario Daniel Loeb (sì, avete indovinato: è J) che pare abbia comprato vari miliardi di titoli ellenici da banche e fondi europei terrorizzati dall’eventualità dell’uscita di Atene dall’euro, e quindi di bancarotta totale. Daniel Loeb invece era sicuro che Draghi (e la Merkel, e Monti) avrebbero tenuto la Grecia nell’euro ad ogni costo. Indovinava, o forse sapeva? Fatto sta che ha comprato i titoli a 15-17 euro su 100 di valore facciale. Siccome la Grecia conta di ricomprare il debito offrendo 35, Loeb può incassare un profitto superiore al 100%."
Fonte: Maurizio Blondet
Non dovete criticare questi fondi di investimento internazionali: essi sono posseduti da una miriade di piccoli investitori ed hanno imprestato al governo argentino e/o greco parecchi miliardi di dollari....quei governi corrotti hanno sperperato tutti i soldi, soprattutto quelli che non erano loro e adesso devono pagare il 100% del capitale più gli interessi....cosa giustissima...la colpa è dei governi non dei fondi di investimento che mantengono vivi i mercati ed è grazie a loro che viene garantita quel minimo di liquidità per permettere le transazioni.....in Italia sta succedendo la stessa cosa: una missione militare in Iraq a Nassiria doveva durare 3 mesi e adesso le missioni militari sono diventate 23 in 10 anni con circa 70 miliardi di euro di debiti della difesa accumulati.....di tutto ciò è colpa dei fondi di investimento internazionali o di Ignazio La Russa, ministro della Difesa per parecchi anni nelle passate Amministrazioni???
RispondiEliminaCosa ne dite!!!
Forse l'anonimo che ha postato sopra voleva dire qualcosaltro. I fondi internazionali che tu credi siano posseduti da una miriade di piccoli risparmiatori, non sono altro che banche speculative che, infinocchiando la stessa miriade di piccoli risparmiatori, hanno venduto loro titoli ad alto rischio renza renderli edotti di questo.
RispondiEliminaIl governo argentino post Menem (guarda che non è una citazione latina...), dovendo scegliere tra il popolo e gli speculatori, ha scelto il primo.
Sul fatto che definisci "cosa giustissima" perchè "i mercati ed è grazie a loro che viene garantita quel minimo di liquidità per permettere le transazioni" non mi azzardo a risponderti. Forse sei uno dei tanti che credono alla "cura montiana".
Oppure, più probabilmenmte, stai dall'altra parte del muro.
Michele
Buongiorno,
RispondiEliminasempre interessanti i suoi articoli, però discutendolo con un mio amico inglese mi ha dato questo link che pone anche un'altra prospettiva. Mi può gentilmente fornire un suo commento ? Grazie, Gian Piero Izzo
http://www.economist.com/news/americas/21567387-government-prepares-grab-television-empire-messenger-shot
Anonimo 5 dicembre 2012, guarda che ci sono anche un 300 italiani investitori in bond argentini "che non sono per nulla Avvoltoi" visto gli investimenti fatti con 10-50mila euro -->pagati a 100<--. Hanno fatto causa a N.Y, secondo le regole stabilite dal contratto OFFERING CIRCULAR, firmato anche dagli Argentini, hanno vinto la causa e aspettano il rimborso. Questi Italiani pagano le tasse qua, vivono qua e non sono Speculatori nei Paradisi Fiscali.
RispondiEliminaDalle mie parti se uno non rispetta il contratto si va dal giudice dove ce la giurisdizione preposta e si fa causa come è stabilito dalla legge. Il Brasile era messo peggio dell'Argentina 10 anni fa, eppure ha sempre pagato e adesso comanda nel mondo perché è diventato un paese BRIC, con un presidente di sinistra, Mr. Lula che pagava i debiti. Ma guarda te che strano, anche l'Argentina è piena di risorse ma però non sanno gestirle. L'Equador ha fatto default, si ok, però adesso si è venduto alla Cina, prova a pensare se fra 10 anni non pagheranno i prestiti ai Cinesi, che succederà? Mah...
Se l'Argentina non pagherà, ok resteranno per i cavoli loro e si finanzieranno a tassi del 10-13%, come succede attualmente, complimenti per la lungimiranza! Ma chi si fida di uno che non paga, secondo voi? Provate a chiedere agli spagnoli.
Un cordiale saluto.
Discorso della Kirchner ----> http://www.youtube.com/watch?v=jvHBX0hxAWs&feature=youtu.be (Ale Manetta)
RispondiEliminaL'Argentina non è un Paese facile, bisogna viverlo-ci per comprenderne le dinamiche. A volte, perdonate l'espressione, si prendono fischi per fiaschi.
RispondiEliminaUna cosa è certa, la forte presenza dei criolli italiani nel Paese ( trasmigrare.worldpress.com ) Tutto il resto è propaganda ad uso e consumo di sprovveduti (argentini) che sono stati vittime di dittature, saccheggi e soprusi. Il diritto è latente, l'ubi maior minor cessa imperante.
Daniele Filippin di Castelcucco sta per fare un libro importante sui cambiamenti demografici dell'Argentina, di ogni regione e provincia dedicato a Papa Francesco.
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/pages/Daniele-Filippin/522808421094711?fref=ts