di Sergio Di Cori Modigliani
La Kirchner, presidente della Repubblica Argentina, è sempre più in guerra contro Christine Lagarde e il Fondo Monetario Internazionale.
Approfittando dell’enorme emozione che in tutto il paese sta suscitando la pubblicazione di un eccezionale documento giornalistico ha dichiarato:
“Possiamo permetterci oggi, quasi 40 anni dopo, di poter pubblicare la verità sul massacro di migliaia e migliaia di vittime innocenti, perché l’Argentina è una nazione libera. Chi parla di finanza e di economia pensando che si tratti soltanto di cifre e numeri, non sa ciò che sta facendo. Si tratta sempre di persone, di vite umane, di esistenze. Oggi, l’Argentina è una nazione economicamente, finanziariamente, politicamente e intellettualmente libera, autonoma e indipendente. Grazie a tutto ciò, ci possiamo permettere il lusso di dire e regalare al nostro popolo la verità sul nostro passato riattivando la memoria storica e civile, senza la quale non esiste civiltà né progresso. Che grande soddisfazione essere liberi!!”.
Verrebbe da dire “beati loro”.
Perché tutto ciò accade, oggi 14 aprile 2012, proprio in concomitanza con la totale assoluzione di tutti gli imputati per la strage di Piazza della Loggia a Brescia, avvenuta nel 1974 in Italia, che rimarrà impunita per sempre, come hanno stabilito oggi, con sentenza definitiva.
Lo stesso periodo nel quale l’Argentina crollava sotto il peso della dittatura militare.
Lo stesso periodo nel quale l’Argentina crollava sotto il peso della dittatura militare.
Ma veniamo ai fatti.
Esce oggi, in tutte le librerie del continente americano di lingua ispanica –e in Europa per il momento soltanto in Spagna- pubblicato dalle edizioni Random House-Mondadori, il libro “Disposiciòn final” a firma del giornalista investigativo argentino Ceferino Reato che per lunghi mesi ha intervistato in carcere il generale di corpo d’armata Rafael Videla, il quale, in quanto presidente, nel 1976, si rese protagonista dell’assassinio di migliaia e migliaia di oppositori politici. Il generale Videla, che oggi ha 86 anni, sta in carcere condannato all’ergastolo per “crimini contro l’umanità”.
E ha deciso di raccontare la verità.
Ha confessato.
Ma il libro è un documento impressionante di eccezionale caratura.
Perché, pur confessando, non ha manifestato il minimo rimpianto, né alcun pentimento.
Ha semplicemente detto: “E’ stato un errore politico, ma non avevamo scelta”.
Ha ammesso che “il governo militare da me presieduto ha ordinato la sistematica eliminazione fisica di ogni oppositore politico e abbiamo fatto uccidere tra le 7.000 e 8.000 persone facendole sparire, buttandole nel fiume dagli elicotteri. La maggior parte di loro, vivi, e consapevoli di ciò stava accadendo. Facemmo scomparire i corpi, allora, perché volevamo evitare che di fronte ai cadaveri ci fosse una reazione emotiva con proteste generali”.
Il massacratore del popolo (incredibile ma vero) ha accettato di confessare tutta la verità, perché nella sua irrealtà criminale, pensava che il libro avrebbe funzionato come una specie di denuncia dell’attuale governo. Sostiene, infatti, che “oggi in Argentina vige ancora la legge della vendetta e non quella del perdono democratico, bisogna liberarsi della Kirchner”.
Ragiona ancora in termini militari, senza essere affatto consapevole di ciò che ha fatto.
“E’ stato un errore militare. Avremmo potuto combattere l’opposizione in qualche altro modo e magari avremmo tenuto il potere. Ma avevamo fretta perché volevamo avere carta libera per poter spingere l’Argentina verso il progresso facendo applicare il modello dell’economia liberista e aprire il mercato allo scambio internazionale, non com’è oggi nelle mani di quelli che allora non riuscimmo ad eliminare”.
Nel libro che esce oggi, il generale racconta come venivano stilate le liste, come venivano effettuati gli arresti e come quotidianamente veniva uccisa la gente e poi, la notte, venivano buttati i cadaveri nel fiume con una pietra al collo.
Il quotidiano argentino “La Naciòn”, il più importante e autorevole del paese, ha pubblicato oggi ampi stralci del libro. Ecco alcune delle citazioni dal testo:
“Avevamo stabilito, appoggiati sia dagli Stati Uniti che dal Fondo Monetario Internazionale che avremmo dovuto eliminare circa 7/8.000 persone per porre fine alla sovversione e all’opposizione politica nel nostro paese. Era l’unica possibilità per applicare il piano economico liberista"
“Per evitare proteste e manifestazioni di sdegno, il comando generale decise di far scomparire i corpi negando che fossero morti e istituimmo un centro di informazioni per aiutare la gente, i parenti, gli amici dei morti facendo loro credere che li stavamo cercando"
“Dovevamo eliminare una grande quantità di persone, che non potevamo mandare sotto processo, né fucilarli nelle caserme per non coinvolgere soldati semplici”.
“Chi mi ha accusato di aver usato il termine “Soluzione Finale” ha detto il falso. Io ho detto tutta un’altra cosa, dissi allora “Disposizione Finale” che è un termine militare molto chiaro e preciso. Ogni militare capisce la differenza, voi fate demagogia spicciola”.
“Ci siamo fermati a 8.000 perché a quel punto avevamo il paese in pugno. Avevamo calcolato di eliminarne altri 10.000, ma si misero paura e nessuno si oppose più al governo”.
Le nonne dei “desaparecidos”, i parenti e gli amici di quelle migliaia di persone trucidate, oggi in Argentina, sono rimasti sconvolti nel leggere queste righe, ricordando gli eventi di allora.
L’aspetto davvero folle che rende questo libro così interessante consiste nella confessione del generale assolutamente priva di ogni forma di pentimento.
Nella sua mente, lui è convinto che la reazione a questo libro sarà di stima e rispetto per aver compiuto il suo dovere.
Che quei morti innocenti possano riposare in pace.
Trovo questo post eccezionale ed agghiacciante per quello che è stato fatto agli oppositori del regime e anche per l'atteggiamento a distanza di tanti anni del generale Videla. Non seguo molto la politica argentina quindi non so da quale parte sta la Pres. Kirchner.
RispondiEliminaComunque devo prendere eccezione quando la Kirchner dice "ci possiamo permettere il lusso di dire e regalare al nostro popolo la verità sul nostro passato." Le verità storiche non dovrebbero mai essere nè un lusso nè un regalo ma un inalienabile diritto del popolo.
L'Argentina dopo anni può permettersi di guardare in faccia la realtà e di valutare il passato perché è riuscita a recuperare la propria sovranità e dignità. In Italia siamo ancora ben lontani da tutto questo perché i responsabili di Piazza Fontana, di Brescia, del delitto Moro, dell'Italicus, di Ustica... sono ancora al potere e ben collegati col FMI. Ma hanno cambiato strategia, evitando le uccisioni di massa.
RispondiEliminaTutti sappiamo, come già denunciava Pasolini, ma nessuno vuole o può presentare le prove giudiziarie. Eppure basterebbe già abolire il segreto di stato, sempre che nel frattempo i documenti compromettenti non siano stati messi al sicuro.