sabato 19 novembre 2011

Il Valore Italia è la posta in gioco. Una riflessione sul nostro attuale stato.

di Sergio Di Cori Modigliani

·         Visto che il mondo sta prendendo una direzione delirante è il caso di assumere un punto di vista delirante.
                                                (Jean Baudrillard, 1990)


Parole parole parole. E immagini.
Sono il nutrimento principale del nostro cervello. Le parole e le immagini vengono dette, scritte, pensate, mostrate, distribuite, condivise (qui nel senso tecnologico dei click  in rete) e finiscono poi per produrre una sintesi di idee alchemizzate che si rovesciano all’esterno (mondo reale della socialità e dello scambio commerciale) finendo per influire nella formazione e conformazione della propria idea del mondo, quindi delle proprie azioni, dei propri investimenti (sia esistenzial-emotivi che economico-lavorativi) e infine, in ultima istanza, nell’esprimere un voto alle urne.
Informare, cioè (formare dentro) diventa un elemento imprescindibile nella costruzione di un immaginario collettivo, il più potente collante di una etnia, di un popolo, di una cultura.
Le parole e le immagini hanno un loro valore, un volume, un peso, una dimensione.
E alla fine: un effetto.
Quando alle immagini e alle parole si attribuiscono degli specifici significati, quello che nella teoria della comunicazione viene definita “zona aurea” , allora scatta un poderoso meccanismo di identificazione che produce l’oggetto-concetto che noi chiamiamo “icona”.
L’icona è il pane quotidiano dei pubblicitari, sempre a caccia di “testimonial”, cioè di esseri umani in carne e ossa che rappresentino quell’icona, che simbolizza quel pensiero, che suggerisce quell’idea, che scaturisce quell’emozione e finisce per provocare “automaticamente” delle sinapsi nel cervello il cui dichiarato obiettivo finale consiste nel soddisfare un bisogno reale oppure creare bisogni fittizi per poi vendere un prodotto che soddisfi l’esigenza creata ad hoc. In tal modo si crea un’urgenza reale (devo bere assolutamente quella bibita lì) che nasce però da uno stimolo fittizio (ti disseterai con goduria soltanto se bevi questa bibita qui), cioè virtuale, e così la virtualità finisce per creare realtà. E’ come se facebook trasformasse la propria essenza in socialità autentica.
E' ciò che ha prodotto la finanza: costruzione di un modello virtuale (carta straccia) che ha prodotto però una crisi economica reale, perchè "vera".
Nella comunicazione, questo passaggio si chiama “Imago”.
Nell’antica società della Grecia classica, questa funzione veniva assolta dalla Pizia, dagli sciamani, dai veggenti, i quali traducevano le “imago” provenienti dagli dei agli umani assetati sempre di risposte immediate necessarie per soddisfare i propri bisogni.
Il popolo italiano, per più di vent’anni, ha scelto di mettersi al servizio del più geniale venditore di pubblicità che sia mai stato prodotto nella nostra nazione. Il nostro ex, infatti, è sempre stato, è, e sarà, soltanto questo. Non soltanto non è mai stato un politico, ma non è mai stato neppure un imprenditore. E’ bravissimo nel vendere pubblicità, il suo vero lavoro, la sua autentica competenza tecnica, il suo merito professionale. Ha funzionato in maniera egregia, soddisfacendo le esigenze dei suoi padroni, gestendo il loro “account”. 
Intanto il mondo è cambiato e sono cambiati anche i prodotti, le esigenze, i bisogni.
I produttori che avevano affidato al nostro ex il compito, nient’affatto facile, di pubblicizzare il loro prodotto, hanno deciso di diversificarsi, hanno presentato un piano industriale diverso, hanno aperto delle nuove aziende, hanno licenziato, assunto, pianificato tattiche e strategie di mercato. Ad un certo punto si sono accorti che non erano in grado di vendere il loro prodotto, perché il loro venditore aveva subito una trasmutazione alchemica interna tale per cui si era convinto di essere lui in persona il produttore e di essere addirittura lui stesso il prodotto: gli altri, dei suoi derivati e addentellati. Quindi l’hanno dovuto licenziare, cambiare agenzia di pubblicità: il testimonial non funziona più perché non produce più consenso, e così il prodotto non lo si può vendere.
Nell’analizzare –nei piani alti- lo stato delle cose, però, si sono accorti che il venditore di pubblicità aveva combinato un grosso pasticcio provocando un problema molto serio.
Aveva azzerato il concetto di “valore” che è la spina dorsale della pubblicità perché è ciò che ne determina il meccanismo dell’identificazione.
Facciamo un esempio: l’azienda L’Oreal (multinazionale della cosmetica femminile) da vent’anni non ha mai cambiato pubblicità, quella che hanno seguita a funzionare a meraviglia; è basata su un concetto elementare. La testimonial cambia, a seconda delle mode e dei gusti. Ma alla fine dicono sempre (dal 1990) la stessa frase –input automatico per le sinapsi del cervello femminile- che declina il password emotivo inconscio “perché io valgo”, una imago fulminante che contiene al proprio interno l’intero panorama di sogni, ambizioni, desideri, voglie, proclami, dell’universo femminile: aumentare il proprio valore sul mercato per raggiungere la parità con il maschio dominante. L’Oreal lo garantisce, gli altri no. Quindi, vende.
Il concetto di “valore” è un elemento fondamentale nella psicologia umana, ma è anche (come ha ben spiegato Karl Marx ne “Il capitale”) il fulcro centrale intorno al quale ruota tutta la costruzione dell’economia capitalistica basata sulle relazionalità capitale-lavoro.
L’Italia è finita ingessata, inceppata, bloccata e paralizzata perché è svanito sia in ambito culturale che in ambito psico-esistenziale che in ambito economico il concetto di “valore”.
E il valore è e rimane un elemento “reale” della vita. Non è un social status. E non è virtuale.
Anche nell’economia, è così.
Tutto ciò per spiegare quello che –in termini netti economici- potrebbe sembrare un paradosso inspiegabile (dato che non c’è nessuno che lo spiega) “com’è possibile che una nazione che è la seconda produttrice manifatturiera in Europa, la settima nel mondo, che ha una ricchezza interna valutata intorno agli 8.500 miliardi di euro, possa arrivare al punto di andare in bancarotta per una cifra di molto ma di molto inferiore a quella reale posseduta?”. Se consultato, lo stesso Karl Marx avrebbe risposto: “non è tecnicamente possibile”.
E invece sì, lo è.
Perché quella fantomatica (seppur tecnicamente vera) ricchezza nazionale non corrisponde più a un “valore” reale, perchè in Italia, il concetto stesso di “valore” è stato abolito e di conseguenza i "valori" sono stati riallineati ad un livello diverso. Così come il successo dei cretini, dei servi sciocchi e delle vaccone ha comportato l'abbattimento del concetto d valore intellettuale e culturale che ha fatto crollare il mercato.  
Avviene sempre così nelle dittature, è una loro caratteristica. Leggendo i romanzi e i saggi dei bravi scrittori vissuti all’interno di universi sociali e politici concentrazionari (il fascismo di Mussolini, la Germania di Hitler, il Cile di Pinochet, l’Urss di Stalin, la Cina, la Lybia di Gheddafi, l’Iran, ecc) si nota sempre un unico elemento comune a tutti: l’angoscia che i protagonisti denunciano nell’assumere la consapevolezza che non esiste più “valore” nella vita. Da cui  l’appiattimento collettivo che alimenta nel dittatore l’idea di avere in pugno il paese.
Vorrei che fosse chiaro e netto il mio pensiero per evitare malintesi e non essere scambiato per una persona che veicola concetti diversi.
Non ho mai considerato né considero Silvio Berlusconi un dittatore. Nient’affatto.
Era un venditore di pubblicità che sintetizzava e rappresentava interessi complessi psico-cultural-economici italiani (la grande industria, le banche, ecc.) e non avrebbe mai, ma davvero mai, potuto esprimersi come ha fatto, se non avesse avuto la totale acquiescente complicità di coloro che –pubblicamente- sostenevano di essere degli oppositori. Tra Berlusconi, Bossi, Bersani, Casini, non esiste nessuna differenza, ma davvero nessuna, se non per ragioni caratteriali, culturali, psicologiche. Servivano (e servono tuttora) gli stessi padroni; eseguivano gli ordini delle stesse segreterie, rispettando le gerarchie nei loro rispettivi ambiti specifici. Il collante del loro operare consisteva nell’abbattimento del “nomos” (cioè la Norma identificata nella Legge) alimentando una corruttela consolidata rispetto alla quale nessuno di questi signori è immune, sono loro, tutti insieme, che hanno prodotto il crollo del “valore” in Italia.
Inevitabile quindi, che venissero tutti licenziati, come si è verificato.
Loro, ancora non lo hanno capito.
Nel senso che il PD, il PDL, l’UDC, non si rendono conto che sono stati cancellati. Sono diventati una presenza virtuale, ovverossia: ciò che erano prima. Al massimo entro sei mesi imploderanno con fragore e grande sorpresa degli ingenui.
Sono stati sostituiti dai loro capi-ufficio.
Alla fine, per evitare che fosse eccessivamente chiaro ed evitare, quindi, delle potenziali sollevazioni di iscritti ai diversi partiti, hanno consentito alla Lega Nord di presentarsi come opposizione. Tanto per dar la guazza.  Il che fa ridere i polli. La forza economica che ha retto la Lega Nord in Italia negli ultimi dieci anni viene tutta dai potenti investimenti di Banca Intesa nel SOLO settentrione (cioè Corrado Passera) , da quelli della finanza vaticana, dalla Royal Bank of Scotland e dal gruppo di 125 casse di risparmio delle valli lombarde e della pianura veneta, nei cui consigli di amministrazione siedono i “veri” rappresentanti di Goldman Sachs, J.P.Morgan, Citibank, Bank of America, Societè Generale, Dexia, Deutsche Bank. L’ex ministro Castelli ha avuto un impeto di sincerità e ha dichiarato, in data 15 novembre a Corradino Mineo su rainews24 (il bravissimo giornalista era esterrefatto) “siamo all’opposizione e la faremo con forza, anche se bisogna riconoscere che il solo fatto di avere Passera nel governo ci tranquillizza; in tutti questi anni Banca Intesa ha garantito un afflusso costante di capitali di investimento e mutui favorevoli alle aziende della Padania senza i quali non saremmo riusciti a resistere, e produrre ricchezza”. E’ stato disciplinato dal partito per questa dichiarazione. Gli hanno vietato di parlare in parlamento, scrivere su La Padania.
lo invece lo ringrazio per aver confermato “ufficialmente” come stanno le cose.
In data 18 novembre Piersilvio Berlusconi ha dichiarato “Non posso che applaudire il governo Monti. E’ la nostra ultima possibilità di salvare Mediaset”. Grazie Pierlsilvio, lo sapevamo già. Comunque sia, grazie per questa improvvisa onestà.
E’ appunto il “valore” che rispunta.
E quando ritorna il "valore" anche la Verità ritorna ad essere oggettiva.
Ecco perché considero il governo Monti figlio di Berlusconi.
Sono i capi-ufficio che hanno preso il comando delle operazioni.
E' finita la stagione della pubblicità. Compresa quella dei partiti. Tutto qui.
Adesso si passa ai prodotti, cioè al "valore" vero.
Il resto (complotti, poteri forti, deboli o misti, ecc,) sono un delirio collettivo. Inutile, peraltro.
La buona notizia (ma lo è soltanto per i meritevoli, per chi sa fare qualcosa) è che siccome in verità (lo so che è dura da mandar giù perché non corrisponde alla fantasia che tutti hanno) chi ha pagato in questi anni –oltre ai ceti in assoluto più disagiati- sono stati soprattutto i ricchi, ovverossia i possessori di quella ricchezza da 8.500 miliardi che poco a poco l'hanno vista evaporare e portata via dai pirati corrotti inviati nelle loro aziende dalle segreterie dei partiti -.nessuna esclusa- per poter recuperare ciò che hanno perso hanno assolutamente bisogno di ricostituire il concetto di “valore” completamente stravolto dall’avidità dei corrotti di destra, centro e sinistra che hanno finito per appiattire il mercato con il risultato di de-valorizzare il mercato.
Faccio un esempio di immediata attualità di grande impatto tanto per chiarire il concetto.
Fino a tre settimane fa, l’intera truppa mediatica ci presentava come il nuovo Keynes un certo Enrico Letta, un poveretto il cui unico merito consisteva nell’essere il nipote di Gianni Letta, addirittura veicolato in gran pompa come il futuro ministro dell’economia. Si viaggiava, allora (neppure tre settimane fa) in un mondo “senza valore” per l’appunto. Ieri, in parlamento, Enrico Letta ha dimostrato (maledetti teleobiettivi a lunga gittata, peggio dei missili) di essere niente di più di un cameriere che aspira a un posto anche in cucina. Non appena ha visto che il parlamento applaudiva lo zio, si è gettato sullo scranno a scrivere il prodotto letterario della sua vita. Sembrava di vederlo a dodici anni, ancora con i pantaloncini corti che alza lo sguardo e dice “zietto, allora vado?” e lo zio bonario “ma sì sì, vai, approfitta, poi parlo io con mamma” e lui, lesto lesto quatto quatto si avvicina al tavolo del governo, si piega un po’ perché è molto alto e consegna un pezzettino di carta a Mario Monti nel quale (un capolavoro del servilismo corrotto all’italiana; paragonato a lui, Giuliano Ferrara, Vittorio Sgarbi, Alessandro Sallusti sembrano dei campioni del libertarismo planetario) si dichiara a disposizione per entrare in squadra auto-raccomandandosi a nome di Bersani, il quale poi ha negato con la sorpresa tragica (nessuno glielo aveva ancora spiegato) che il foglietto era diventato di dominio pubblico. 
Non hanno ancora capito, questi qui.
Ci potete anche mettere il fatto che nel giorno più importante per la repubblica negli ultimi 60 anni, mentre Monti al senato faceva il suo ingresso ufficiale in politica, Rosy Bindi non c’era, stava a presentare l’ultimo libro di Bruno Vespa (su Berlusconi) parlandone come di “un autentico capolavoro di sintesi sull’Italia di oggi, che conferma in Vespa non soltanto la tessitura di quel grande giornalista che è ma che rivela la stoffa commovente di uno scrittore che definire gigante è dir poco”. Grazie Rosy.
Questa è l’Italia dei servi, dei corrotti, di coloro che hanno volutamente de-valorizzato la nazione. Quando Berlusconi vede questi atti, ancora gongola: pensa di poter nutrire speranze sincere per il suo futuro.
Non sono entusiasta di Mario Monti e del suo governo e neppure lo critico con furia iconoclasta come fanno oggi tutti. Staremo a vedre che cosa farà.
Ma una cosa è chiara come il sole, anche un cieco lo può vedere e un sordo lo può sentire.
“Abbiamo bisogno di valore. E l’Italia è una nazione ricca che ha addirittura un valore aggiunto. Bisogna ricostruire il tessuto nazionale per ritrovare competitività sui mercati basandosi sul merito e la competenza tecnica……”.
Hanno bisogno di “valore”.
Appunto. Questo lo avevamo capito.
E adesso verrà il bello. A luci spente, lo stadio chiuso, i tifosi a casa.
Spetta a tutti, a ciascuno di noi, vigilare smettendola con la faziosità e capire ciò che va fatto. Il nemico non era Berlusconi. Il nemico era il prodotto che lui cercava di vendere, ben rappresentato dalla truppa corrotta di clientes, burocrati, capi bastone, all’interno di tutti i partiti. Una sterminata massa di semi-analfabeti, arroganti, spocchiosi, marci eticamente, che da decenni popolano la sinistra democratica lucrando ipocritamente nell’opporsi a Berlusconi in pubblico e nel fare affari con lui in privato.
Da lunedì, questa immensa massa di funzionari privi di valore, sono a spasso.
Possono anche essere pericolosi. Non è certo un caso che già cominciano ad alimentare la protesta contro il governo. Dentro la sinistra piatta e corrotta che ha condiviso la collusione con il nostro ex, serpeggia già la nostalgia per il venditore di pubblicità.
Se ritorna il “valore” sul mercato e per un caso l’Italia si riprende o quantomeno non crolla come, ahimè, molti economisti prevedono sia in Europa che in Usa, Rosy Bindi, Enrico Letta e tutta la pattuglia al seguito finiranno, inevitabilmente, in un qualche ufficio periferico con uno stipendiuccio decoroso. Niente più di questo.
Questi hanno dimostrato di essere degli incapaci.
Un governo di persone che dichiarano di aver “fortemente bisogno” di persone capaci e competenti, a me, mi spinge a coltivare pillole di ottimismo. Vuoi vedere che al CNR finiranno degli scienziati, dei geologi si occuperanno della situazione idrografica del territorio, degli eruditi della cultura, e via dicendo?
Questo è un paese che ha bisogno di efficienza ed efficacia pragmatica.
Non funziona e bisogna farlo funzionare.
Se ci riesce Pinco o Palla, a me va bene.
Non sono certo le segreterie dei partiti politici che la possono offrire, l'alternativa.
Per quanto riguarda tutte le discussioni sui grandi numeri, sul fatto che Goldman Sachs si vuole comprare l’Italia, che i banchieri si porteranno via tutto e tutto il gigantesco guazzabuglio di chiacchiere che protesta all’idea che in Italia passi la meritocrazia, francamente penso che lasciano il tempo che trovano.
Chi è bravo nel suo lavoro e nel suo specifico, secondo me, può addirittura tentare l’ardimentosa chance (essendo in Italia, quasi un'utopia) di azzardarsi a pensare con ottimismo che, forse, si può aprire il mercato.
Mentre gli altri, ormai avvezzi da lunghi decenni di politichese, seguiteranno ad affollare le stanze dei partiti e inviare pizzini a Mario Monti -o chi per lui- in attesa di avere udienza, consapevoli del fatto che per avere un buon posto e un ottimo stipendio non è necessario saper fare nulla. Basta essere inviati dalla persona giusta.
Per noi, per un paese feudale che ragiona così, il capitalismo è ancora una rivoluzione di là da venire.
Uscire dal medioevo nel quale viviamo, vuol dire lottare per fondare “valore”.
E’ la fonte più ricca di lavoro.
Soprattutto per un’etnia come quella italiana, che in quanto a eccellenza e genialità creativa, davvero non ha rivali, non abbiamo concorrenza, li battiamo sempre tutti.
A dispetto dei tanti “apparenti” leader dell’opposizione che non ci risulta abbiano mai lavorato in tutta la loro vita, se non per salire e scendere da un taxi per andare da un talk show all’altro.


5 commenti:

  1. gli unici valori del governo Monti sono: rubare quel poco di ricchezza e dignità che ci è rimasta, io (Monti e chi rappresenta) sono re voi tutti siete schiavi, fra un pò pagherete anche l'aria che repirate e se vi rifiutate di pagare finite come carne da macello. non che il governo precedente fosse onesto ma adesso siamo passati dalla padella alla bracce; come faccio a dirlo? perchè dovrebbe cambiare in meglio la nostra società se chi è ora al potere pubblicamente lo è sempre stato ma in maniera occulta? apparentemente sembra che le cose piano piano stiano migliorando ma a quale costo? fra un pò ci impianteranno dei microchip, sono già operativi in molte parti del mondo, ad esempio in America e non ci sarà neanche più la libertà di pensare diversamente dal sistema perchè tutto sarà registrato ed immediatamente scatteranno le correzioni per riportare la pecorella all'ovile.
    però noi nel frattempo illudiamoci che il peggio per noi è passato. l'ottimismo è il profumo della vita ma l'illusione è mettere la testa sotto la sabbia e rifiutare di vedere la realtà perchè questo ci costringe a crescere e ad affrontare i nostri demoni, il primo tra tutto la paura della morte.

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  2. @Madariz

    ma adesso siamo passati dalla padella alla bracce.

    Qui trovi uno che da ragione alle tue tesi.

    Io non prendo posizione, non sono in grado di giudicare in base ai semplici nomi dei nuovi ministri.

    Aspetto di vedere se avrà ragione il Modigliani o l'autore dell'articolo che ho linkato.

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  3. @luigiza...te lo dico con schiettezza diretta e in maniera molto chiara: ti pregherei di non propagandare nei tuoi commenti materiale pornografico disgustoso attraverso siti deliranti già identificati e segnalati da qualificati siti e bloggers...il sito cui tu fai riferimento offre delle immagini oscene e degradanti della donna (è il vero scopo dell'autore) il quale si picca di diffondere dei messaggi deliranti. L'attendibile e serio sito "Rischio calcolato" già in data 20 luglio 2011 aveva allertato il lettore con questo testo esplicativo

    "Nei giorni scorsi parecchie persone si sono letteralmente spaventate dai deliri (es. la moneta considerata come una “misura”, la solita cazzata della mancanza d’oro, l’amnesia della Free Banking Era del 1827-1862, l'apologia della banca centrale, ecc.) che il soggetto che risponde al nome di Uriel ha sparso nel web. Mescolando fantasia a pseudo-economia ha dato via libera a deliri inenarrabili inanellando cazzate su cazzate da far rivoltare lo stomaco. Praticamente è come se Paul Samuelson si fosse alzato dalla tomba e ci avesse continuato a propinare cazzate su quanto fosse bella un’economia come quella dell’Unione Sovietica. Con estremo coraggio il buon Luca Fusari (un ringraziamento è dovuto per il suo lavoro) ha preso tastiera e mouse e destreggiandosi tra le varie puttanate ha creato una risposta chiara e precisa su ogni minchiata detta dal suddetto blogger".

    Forse tu non ti rendi conto.
    Io sì.

    Poichè mi sembra che il livello dei commenti sia scaduto di recente, ragion per cui avevo deciso di astenermi, pregherei chi scrive dei commenti di esimersi dal fare pubblicità a siti che veicolano materiale pornografico e soprattutto evitare di suggerire ai lettori altri link di persone gravemente disturbate.

    Vi ringrazio per l'attenzione.

    Vi pregherei di comportarvi in maniera decente e di rispettare delle modalità un minimo decorose di confronto dialogico.

    La persona da te citata è stata già da tempo identificata e segnalata ed è nota a chiunque faccia informazione sul web.

    Vi ringrazio per l'attenzione.

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  4. @Modigliani

    chiedo scusa ma il mio intento non era quello di far propaganda a siti con immagini pornografiche.

    Volevo solo seganlare che anche altri, come l'Uriel pensano che il governo Monti é una dittatura mascherata.

    Poi il sottoscritto le idee del personaggio non sempre le condivide, come nel caso specifico.

    Mi asterrò in futuro di linkare siti con contenuti collaterali di dubbio gusto.

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  5. @luigiza...ok, va bene così...per quanto riguarda il governo Monti, non penso che sia una dittatura mascherata, in un certo senso è peggio: è un normale governo di destra (vera) appoggiato da una sinistra democratica (finta) il che aggiunge confusione a disperazione....domani farò un post su questo....un saluto di simpatia

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