martedì 22 novembre 2011

I repubblicani in Usa bocciano i tagli alla difesa e le tasse ai super ricchi, affondando le borse mondiali. "Occupy wall street" chiama a raccolta in solidarietà del popolo egiziano.


di Sergio Di Cori Modigliani

Velocità dinamica, solidarietà, internazionalizzazione.
Queste sono le tre linee parallele sulle quali il movimento “occupy wall street” si muove in questo periodo, spostandosi di continuo da un livello all’altro in modo tale da sottrarsi a una immediata identificazione, alla burocratizzazione, ma –ciò che per loro sembra essere diventato essenziale- alla comprensione preventiva da parte del potere sulle mosse degli organizzatori.
Sono stati presi in contropiede perfino i democratici –nel senso di Partito Democratico- i quali cominciano a capire, ogni giorno che passa, che questo movimento non sarà facile da manipolare e tantomeno disponibile per essere usato dalla classe politica parlamentare per condurre trattative in aula. Tant’è vero che la notizia del giorno (in Usa) e cioè il fallimento della trattativa bipartisan tra sei senatori democratici e sei senatori repubblicani per raggiungere un accordo sul budget, ha lasciato il movimento nella più totale indifferenza. La proposta di Obama (tagliare 356 miliardi di dollari dalle spese militari e aumentare l’aliquota retributiva sui ceti dei super ricchi da 10 milioni di dollari in su) è stata bocciata dai repubblicani, provocando l’ennesimo impasse che, inevitabilmente, finirà per avere immediate ripercussioni in borsa e sull’economia mondiale, già da oggi. “Non è una sorpresa” ha dichiarato un portavoce del movimento “l’alternativa vera che noi auspichiamo si realizza fuori e lontano dal tavolo delle trattative: noi non vogliamo “migliorare” la situazione, noi la vogliamo cambiare del tutto”. E così, nessun corteo, né sit in né manifestazioni in appoggio di Obama. “Che s’arrangi, poteva pensarci due anni fa quando ha fatto finanziare le banche dallo stato regalando loro 4,6 miliardi di dollari”.
Sono arrivate le prime sponsorizzazioni che contano. Da Hollywood.
E in un settore strategico.
Il movimento rifiuta di accettare soldi e donazioni, per evitare il rischio di inevitabili contaminazioni; chiede la cosa più preziosa per ottimizzare al massimo la propria organizzazione e capillare diffusione: alta tecnologia di massa.
Da ieri hanno anche una novità spettacolare, molto importante soprattutto nella gestione del simbolico, essenziale per la costruzione di un immaginario collettivo.
L’FBI è diventato matto nelle ultime settimane, perchè non capiva che cosa fosse questo continuo messaggio che si passavano da una sponda all’altra dell’unione “sta per arrivare H4R”. Le avevano pensate tutte, ma proprio tutte: terroristi anarchici, Al Qaida, addirittura l’impiego e uso di una strana bomba pericolosa, attentati organizzati contro le banche. I loro supercervelloni analisti (quelli che vediamo sempre nei telefilm) non riuscivano a raccapezzarsi. Sono arrivati ieri e il mistero è stato risolto. H4R è un acronimo che sta per “Hollywood For the Revolution” un gruppo di attori (per il momento anonimi) e di registi e di produttori che sponsorizzano il movimento fornendo un elemento a sorpresa: effetti speciali molto ricchi. E così, ieri notte, la prova generale. Ecco che cosa hanno combinato: una società costituita ha affittato alla Goldman Sachs (sì proprio loro) la terrazza del loro grattacielo: prezzo esorbitante, qualcosa come 25.000 dollari al mese. Si trova al 48esimo piano di un grattacielo ed è inutilizzato. Lì non c’è nulla. La società che l’ha affittato è la “Pacific Light & Sounds” un’azienda che fornisce all’industria cinematografica di Hollywood elementi tecnici per fare effetti speciali. Questi qui hanno piazzato dei cannoni laser riflettenti, alimentati da un potente generatore autonomo, per fare apparire in cielo l’immagine di Batman, l’eroe dei fumetti. Quando compare in cielo il bat-alarm, allora vuol dire che sta per accadere qualcosa e arriverà un lancio –di lì a pochi minuti- su twitter che va subito diffuso anche su facebook e su vibe. In tal modo, si possono avere immediate informazioni anche per coloro che si trovano in ufficio a lavorare, basta accendere in quel momento il cellulare. Il fatto poi che la spettacolare immagine, densa di significati totemici e simbolici, provenga proprio dalla sede di Goldman Sachs aggiunge un sapore particolare. E questa è soltanto la prima di una serie di attività che diffonde un’aria di giovanile allegria contaminante.
Oggi due notizie: il movimento ha diramato un messaggio chiedendo ai bloggers planetari di diffonderlo. Si è subito sparpagliato come un tam tam in tutto il continente Americano e in diversi paesi d’Europa. In Italia no, perché non è stato raccolto; da noi c’è la lagna dei precari e i seminari sul perché Monti è un fascista. Siamo sempre più lontani e fuori dal centro degli eventi.
Il comunicato è il seguente:
As the Supreme Council of the Armed Forces escalates the use of force on protesters at Tahrir, we call for support and solidarity for our brothers and sisters of Tahrir Square, in every country of the planet. We also call for support and solidarity with our egyptian american brothers and sisters. There will be actions planned so long as the crackdowns continue, starting with a protest today at 5pm in NYC at the Egyptian Consulate (corner of 2nd ave and 58th st) organized by the EAC. There will also be protests tomorrow at 5:30 pm, at Justin Herman Plaza in San Francisco CA.”
In sintesi chiama a raccolta, in tutto il mondo, la gente, invitandola ad andare a protestare presso le ambasciate d’Egitto per manifestare immediata solidarietà “alle sorelle e ai fratelli egiziani” per far sentire loro che non sono da soli e che la loro lotta è parallela a quella del movimento statunitense. In America Latina ha avuto un enorme effetto. E’ stato fatto un manifesto scritto in lingua araba (è l’immagine che vedete qui in bacheca) e lanciato su you tube e su tutti i social networks che gli egiziani si sono scaricati sul loro telefonino e in tutti gli Usa è scattata la parola d’ordine di organizzare sit-in, seminari, riunioni -anche di quartiere- per spiegare ciò che sta accadendo a El Cairo e spingere la gente ad internazionalizzare la propria consapevolezza. “Le banche mondiali sono globali, per cui let’s global too” (globalizziamoci anche noi).
Interrogati sull’Italia, la loro idea è sensata e avvilente per noi: secondo loro, gli italiani seguitano a vivacchiare nella totale indifferenza rispetto a ciò che accade nel mondo. Politicamente, la loro idea sul passaggio da Berlusconi a Monti è stata “Avete cambiato l’immagine, non la sostanza; il fine non è cambiare governo facendo vincere la destra o la sinistra, bensì cambiare tutto per far vincere tutti invece che favorire le solite oligarchie”.
La prossima data importante è il 12 dicembre, il primo grosso test del movimento per verificare la propria consistenza organizzativa e quanto siano diventati capillari. Si svolgerà sulla west coast. Titolo: “Fermiamo il Pacifico”. Si tratta di bloccare tutte le attività commerciali e industriali di tutti i porti della costa occidentale Usa, da Seattle, al confine con il Canada, fino a San Diego al confine con il Messico. Si tratta di convincere circa 5 milioni di lavoratori ad incrociare le braccia, in cambio di nulla. E’ stato diffuso un comunicato in cinese, spagnolo, giapponese e indiano per avvertire gli equipaggi delle grandi petroliere, le aziende asiatiche che esportano in Usa e che depositano merci nei containers dei porti di San Francisco, San Pedro, Long Beach e San Diego che quel giorno non sarà possibile attraccare né sarà possibile avere assistenza logistica a terra. Tutte le centrali sindacali dei portuali marittimi hanno aderito. Alla domanda di un giornalista canadese in British Columbia “ma che cosa volete?” la risposta è rimbalzata in tutti gli Usa e sui telegiornali, aumentando, com’era inevitabile, l’effetto di cassa di risonanza “non vogliamo nulla, perché ciò che noi vogliamo non è monetizzabile: noi vogliamo la Cosa Vera, non la Vita Virtuale”.
Per oggi, questo è quanto.


7 commenti:

  1. sergio di cori oggi è il 22 novembre 2011
    cosa è successo a baldassarre ed elia valori ?

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  2. http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Economia/Alitalia-processo-cordata-Baldassarre-rinviato-gennaio/22-11-2011/1-A_000415911.shtml

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  3. Quanta paura possono fare 1000 cefali iper-tecnologici, dotati di raggio laser per disegnare un pipistrello in cielo, ad uno squalo affamato???


    PARTE 3 (CONTINUAZIONE DEL 13.11.2011)

    Non ha nessun senso seguire gli eventi di questo governo ora. Ciò che farà a breve è scontato. Ci aggancerà in via definitiva al velivolo che sta precipitando a spirale verso lo schianto e che si chiama Austerità..
    ..quando l’Italia sarà costretta a saltare dall’aereo che precipita a spirale, dovrà sperare di poter azionare il paracadute. Ma i mercati stanno attrezzandosi per tranciarle i cavi. I consigli sull’uso del tronchese li ha illustrati la banca giapponese Nomura Holdings, a firma di Jens Nordvig. Per essere semplice:
    Saltare dall’aereo = lasciare l’Euro e riprendersi la Lira.
    Azionare il paracadute = poter ri-denominare il proprio debito esterno in Lire per poterlo poi negoziare coi creditori a condizioni di almeno sopravvivenza.
    I mercati tranciano i cavi = stanno operando affinché la giurisdizione legale del nostro debito esterno sia spostata dall’ITALIA ALLA GRAN BRETAGNA*. Così per noi sarà impossibile ri-denominare il debito in Lire e siamo fottuti, ma fottuti come nessuno si immagina. Lo dovremo ripagare tutto in Euro, e a quel punto, con una Lira che sarà per forza svalutata a causa del panico generale, sarà come avere le casse piene di cipolle e dover pagare una Ferrari in dollari comprandoli a forza di tonnellate di cipolle. Significa che dovremo fare, con la nostra nuova Lira sovrana, il triplo dello sforzo. E questo in sé non è la vera fine del mondo. La fine del mondo sarà che il governo di allora sarà troppo ignorante, o troppo in malafede, e non adotterà mai le politiche di Spesa a Deficit Positiva che ci potrebbero salvare..

    p.s. The Institute of International Finance, la lobby bancaria di Washington che raccoglie una quantità di squali finanziari che neppure il Pacifico potrebbe contenerli, è già attivamente al lavoro a distribuir tronchesi. Ma non ditelo in giro, se no poi Oscar Giannino gli dà dei Templari del pianeta di Monghuz, e quelli lo querelano.

    *La giurisdizione legale sui titoli di Stato greci ancora in circolazione (cioè non ripagati) passa dalla sovranità greca a quella inglese.
    Traduco: la Grecia non è più padrona del proprio debito, che da ora è gestito legalmente dalla Corona britannica sotto leggi britanniche.)

    Tratto dal sito di Paolo Barnard (aggiornamento del 21.11.2011)

    Gigi 007

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  4. Eppure...prima o poi...questa Cosa Vera finirà (inevitabilmente) per contagiare anche l'Italia.
    Non abbiamo scelta: o continuiamo a lasciarci contagiare dall'ansia catastrofista (catastrofe che non mi sogno di contestare ma mi rifiuto di alimentare in me), o decidiamo di usare la stessa energia per Vivere, rifiutandoci di accettare che tutto sia detto e scritto.
    Stare troppo concentrati sui bubboni non li fa scoppiare prima, alimenta solo il disgusto preventivo.
    Insomma, che crescano i bubbonazzi e andiamo da un'altra parte.
    Magari davanti a un'ambasciata.
    O al porto.
    O anche, perché no? a bivaccare su un ponte in compagnia.
    Troppa fatica, lo so, staccare il culo dalla sedia. Meglio agitarcisi sopra continuando a farsi paura da soli.

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  5. @rossland...pienamente d'accordo, meglio bivaccare in allegria dividendosi un panino che rimanere asserragliati in attesa dell'alluvione.....

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  6. @ Rossland
    ..allora cominci a leggere il topolino e quando il bubbone sarà scoppiato, si chieda perché Peter-Pan non ha sposato Bianca-Neve. Se vedrà spuntare un altro bubbone, si rassereni: non è la cioccolata, ma l'uomo tigre che si sta masturbando:-)

    gigi 007

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  7. Buongiorno,

    è da poco che conosco questo blog, ma lo trovo decisamente interessante. Lei scrive molto bene, è molto informato e offre un punto di vista veramente alternativo.

    In tal senso vorrei chiedere la sua opinione, se ne ha una, sull'organizzazione serba OTPOR!. Vedendo i simboli e alcuni filmati video del movimento Occupy mi sembra chiaro non solo la loro presenza all'interno dell'organizzazione ma addirittura il fatto che abbiano posizioni di comando. Dai rumors che ho sentito pare che tale organizzazione sia molto legata alla CIA...
    Lei cosa ne pensa? sono troppo "complottista"?

    Grazie in anticipo e complimenti ancora.
    Fricci

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