lunedì 28 novembre 2011

Dal fronte economico europeo della Guerra Invisibile: sono saltati tutti i parametri.


di Sergio Di Cori Modigliani

Sommando, oggi lunedì 28 novembre 2011, tutte le informazioni che provengono dalla borsa valori di Milano, da quella di Francoforte e Parigi, insieme alle dichiarazioni delle agenzie di rating, del Fondo Monetario Internazionale, della Bce insieme ai commenti politici dei leader mondiali, se ne ricava immediatamente un dato oggettivo. Anzi, l’unico dato oggettivo: siamo in guerra.
La Guerra Invisibile comincia ad avvicinarsi all’inevitabile punto in cui, giocoforza, si sarà costretti a scoprire le carte e la guerra, da Invisibile, diventerà Identificabile. A quel punto, i popoli delle singole nazioni non potranno più negare la realtà e ciascun paese reagirà a modo proprio per far fronte al nuovo scenario. Nel frattempo dobbiamo cuccarci la nebbia. Che nasconde. Che copre. Che non disvela né rivela.
La caratteristica di questa giornata, infatti, conferma un trend che già da qualche settimana gli studiosi ed esperti di comunicazione avevano identificato: la spaccatura tra economisti da una parte e classe politica dall’altra. Non solo. A questo, bisogna aggiungerci anche un ennesimo scenario (dall’indubitabile sapore bellico) che viene dal mercato della finanza proprio oggi, ed è il seguente: “le vere informazioni sono state criptate”. Questo, ormai, è chiaro come il sole. Le notizie “vere” non sono più quelle ufficiali. Com’è caratteristica da sempre di ogni guerra che dir si voglia.
La caratteristica e la particolarità della Guerra Invisibile –che la rende originale per la Specie Umana- consiste nel fatto che, per l’appunto, non soltanto non si vede e non si sente, ma non è stata data neppure conferma ufficiale della avvenuta esplosione. L’unica informazione chiara consiste nell’identificazione dei belligeranti, sui quali, però, non è dato sapere che cosa stiano combinando. Perché anche il fronte è Invisibile. Non si sa chi è contro chi.
L’Italia è uno dei belligeranti.
Da oggi, è chiarissimo e inconfutabile che ci troviamo strategicamente –e dal punto di vista della comunicazione- nel più franoso e pericoloso terreno possibile (per noi, diciamo così “normali” cittadini) quello in cui nessuna persona responsabile può sostenere di sapere con esattezza dove sia il fronte, come stia andando la battaglia, e come si sono messe le cose. E’ un po’ com’era nel 1942/43, quando le notizie che venivano pubblicate a Roma, Berlino, Tokyo, Parigi, erano completamente diverse, addirittura opposte, a quelle pubblicate a Londra, New York, Mosca, e del tutto diverse da quelle pubblicate a Buenos Aires, Rio de Janeiro, Nuova Delhi, Johannesburg.  La differenza, tra allora e oggi, è che chi leggeva i quotidiani a Roma non soltanto non leggeva quelli di New York né tantomeno quelli di Nuova Delhi o Buenos Aires, ma non pensava neppure che esistesse o potesse esistere una versione diversa. Il popolo italiano e tedesco era convinto che a El Alamein il genio militare di Rommel stesse dando una sonora batosta agli inglesi e a Londra esultavano perché Rommel stava perdendo la battaglia.
Oggi, invece, il web garantisce una uniformità di notizie, tali per cui, se c’è uno tsunami a Fukushima, lo vediamo tutti in diretta ed è difficile nasconderlo o sostenere che non è mai accaduto.
Questo è il motivo –per il momento l’unica certezza archiviata e rubricata- per cui i cosiddetti padroni del vapore, o i poteri forti, o le oligarchie planetarie (e qui chiunque si può sbizzarrire a proprio piacimento mettendoci dentro chi vuole: i massoni, la Goldman Sachs, i Bilderberg, gli ebrei, gli arabi, i mussulmani, i comunisti, gli ufo, i marziani, il vaticano, i petrolieri, ecc.) hanno deciso –di comune accordo- di rendere questa guerra “invisibile”:per vedersela tra di loro. Noi siamo dei semplici birilli.
Le dichiarazioni rilasciate oggi, infatti, sono un esempio perfetto che manifesta l’esistenza di una Guerra Invisibile, senza neppure spiegarci tra chi e chi, come e dove.
Quattro esempi calzanti: Cronaca della giornata economica.
1). Alle ore 15 di domenica 27 novembre il management della Bce aveva rilasciato una informativa riservata che –se confermata dalla realtà- avrebbe provocato un crollo nelle borse mondiali questa mattina. Alle ore 16 viene emesso un comunicato ufficiale. “Il Fondo Monetario Internazionale comunica di aver preso specifiche disposizioni per mettere a disposizione un piano di immediato finanziamento di emergenza fino alla cifra di 600 miliardi di euro a disposizione della Repubblica Italiana –nel caso ne avesse bisogno e ne facesse richiesta- al tasso agevolato tra il 4,2% e il 4,8%, inferiore del 95% al tasso reale di mercato dei bpt italiani a dieci anni. Tale cifra verrebbe spalmata nell’arco di diciotto mesi a partire dalla prossima settimana per consentire a Mario Monti di poter varare le riforme e avviare il piano di risanamento nazionale con enorme e immediato sollievo per tutta la zona euro”. Fine del comunicato. Reazione di allegria contagiosa: stiamo vincendo a El Alamein, tutti in pizzeria. Fine della domenica crisi: era tutta una bubbola, ecco i soldi.
2). Alle ore 9.00 di lunedì 28 novembre si aprono le borse mondiali e partono in automatico tutte le complesse disposizioni già avviate e predisposte il venerdì prima. La notizia del Fondo Monetario Internazionale viene confermata. Venti minuti dopo, le borse mondiali volano in alto perché l’Italia non è più a rischio. Ma grossi investitori planetari non se la bevono e mantengono la loro decisione di vendere i bpt italiani. La borsa di Milano vola, i bpt italiani crollano raggiungendo percentuali di tassi di rendimento insostenibili. Perché è vero che scende lo spread ma è anche vero (purtroppo) che si alza la percentuale del rischio paese per noi. Un atteggiamento così pericolosamente antagonista insospettisce chi alle 9.30 aveva perso svariate decine di miliardi di euro  e chiede al Fondo la “prova di fidejussione”, in parole povere obbliga la segretaria del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde a rilasciare una dichiarazione a conferma della notizia. L’elegante signora compare e dichiara “La notizia relativa a un piano di sostegno per la cifra di 600 miliardi di euro a favore dell’Italia è destituita di ogni fondamento reale: la verità è che non esiste alcun piano, alcun progetto, nessuna decisione in merito. Questo piano non esiste. Grazie per l’attenzione”.
Se ci fossimo trovati in pace, Christine Lagarde avrebbe chiesto le dimissioni di Mario Draghi immediatamente, ottenendole. Il nostro connazionale, infatti, sarebbe stato costretto a comparire in pubblico balbettando per spiegare che (a scelta) a) si era sbagliato b) si era inventato tutto, c) che era tutta colpa dei suoi consulenti che gli avevano riferito male, ragion per cui chiedeva scusa e se ne andava, d) denunciava la Lagarde per falso aggravato “precisando e specificando” su quali basi era stata diffusa la notizia che esistesse un piano del genere, dove era scritto, e dove stava la copertura.
Invece non è accaduto niente di tutto ciò. Tutti contenti. Uno dichiara A, un altro dichiara –A e nessuno sottolinea né l’incongruenza né l’antagonismo.
3). L’Ocse dichiara “ufficialmente” che l’Italia è in piena recessione. Dichiara –dati alla mano-  che l’Italia sta peggio di quanto non si credesse, dato che nel 2012 invece di aumentare il proprio pil di un magro, magrissimo e stitico 0,5% (ben al di sotto delle previsioni ottimistiche –se ben ricordate- che Tremonti a luglio aveva presentato sostenendo che nel 2012 saremmo avanzati dell’1,3%) andrà indietro dello 0,5% e “in Europa si classificherà al 34esimo posto tra le nazioni produttrici, al di sopra soltanto di Portogallo e Grecia”.
Una notizia, questa, talmente dirompente nella sua negatività da causare come immediata reazione automatica (in tempo di pace) un crollo della borsa di Milano di almeno un 6%. L’Ocse diffonde la previsione nerissima per l’Italia e la borsa valori di Milano reagisce esultando e supera il 3% del rialzo. Tutti contenti. Come mai?
4). Moody’s, da Londra, alle ore 11 dichiara che le cose si stanno mettendo malissimo e che “l’intera zona euro è attualmente in sofferenza al punto tale da prevedere una estensione del fenomeno recessivo in tempi ben più stretti e brevi di quanto sospettato fino a questa mattina”. Mario Monti emette una dichiarazione (vero e proprio bollettino militare dal fronte) in cui si dichiara “contento e soddisfatto della piega che stanno prendendo le cose e che induce all’ottimismo nel varare le manovre che verranno presentate la prossima settimana al consiglio dei ministri”.
Fine della storia odierna, per il momento.
Siamo al punto per cui la Bce fa dichiarazioni sul FMI che il FMI protesta definendole false e nessuno chiede ragguagli in merito. L’Ocse boccia l’Italia e la borsa valori di Milano vola entusiasta per la notizia che l’industria nazionale è stata bocciata. La Confindustria prende atto che nessuna banca darà il becco d’un quattrino alle imprese e la Marcegaglia annuncia soddisfatta che “siamo partiti sul piede giusto”.

Non sono un economista, tanto meno un super esperto di finanza e men che meno un mago con la boccia di cristallo.

A istinto mi sa di El Alamein nel 1943.

Perché le cose possono essere soltanto due. Due ipotesi e nessun altra.
L’ipotesi a): il piano del Fondo c’è, esiste e lo sanno tutti. Non solo. L’Italia, in verità, non va neppure tanto male, tant’è vero che i marpioni della borsa se ne fregano perché sanno che i dati dell’Ocse sono falsi e che l’Italia è spinta all’angolo soltanto per giustificare il varo di una manovra “politica”, squisitamente e soltanto politica che deve per forza essere votata pena l’uscita dall’euro e crollo dell’economia. Così si può far passare qualunque legge dati alla mano. Una volta varate le leggi, Merkozy and co. diranno che siamo adorabili e lo spread scenderà di 300 punti, i tassi dal 7,35% (ore 16 del 28 novembre) scenderanno a un più sostenibile 5% e tutti applaudiranno l’Italia. La crisi è stata evitata, quindi nessuno potrà protestare. I sindacati verranno definiti “disfattisti che odiano la nazione” e l’ottimismo italiano riprenderà il suo vigore. E’ la crisi economica che determina delle soluzioni politiche.

Ipotesi b). la Lagarde ha detto la verità; ha detto la verità anche l’Ocse; ha detto la verità anche Moody’s. Ma nel frattempo, la classe politica che sta governando i paesi dell’euro (hanno una fretta del diavolo perché se ad aprile del 2012 vince la sinistra in Francia, il gioco cambia e il cosiddetto effetto domino si abbatte sulla destra conservatrice europea) siccome sa che non è possibile nessuna soluzione stando la situazione come è oggi, allora speculano in borsa per trarne il massimo vantaggio finanziario immediato. Ovverossia, i gruppi finanziari che si celano e sostengono la classe politica europea attualmente al governo, lanciano una gigantesca speculazione al rialzo per monetizzare al massimo, riempire di liquidità le loro banche private, al massimo della capienza, per reggere l’urto quando la tempesta si abbatterà, ma a quel punto avranno già deviato i capitali in zona franca. Come dire: affonderanno le nazioni ma non le loro banche private. Perché questa non è una crisi economica, ma è una crisi politica controllata. Gruppi di oligarchie planetarie provocano la crisi per motivi politici; è l’applicazione strategica del piano delle brigate rosse: colpire il cuore dello stato per impossessarsene.

C’è –come suggeriscono alcuni acuti esperti della materia- anche una terza ipotesi, che comincia a diffondersi sempre di più. Personalmente la trovo agghiacciante e mi auguro che non sia così: Ed è la seguente (che rende insonni gli economisti): sono saltati tutti i parametri (come avviene sempre in guerra) la politica è finita; gli economisti non hanno la minima idea di che pesci prendere; tutte le riunioni internazionali dei politici sono specchietti per le allodole buone per i gonzi (che saremmo noi) per far credere che si è in pace, ma in verità è una guerra mondiale di tutti contro tutti, l’euro è già saltato e vincerà chi ha i generali migliori, i carri armati più potenti e la resistenza maggiore.
I mercati lo sanno e quindi si comportano in maniera schizofrenica.
Buona fortuna.

Io non ho la minima idea di come stiano le cose.

Ma so per certo che non stanno come ce le dicono.

L’economia, e la finanza, sono basate sull’applicazione di dati e date, cifre precise, grafici, fondamentali, percentuali relative, previsioni inoppugnabili, bilanci inconfutabili, e via dicendo.
Gli esperti tecnici rilevano che gli algoritmi di analisi del mercato sono saltati. Non perché fossero errati, semplicemente perché la logica è diversa.

Questo è il punto, e mi scuso per la prolissità di questo post odierno molto tecnicistico.
Da cui, le domande necessarie per tutte noi menti pensanti:
“qual’è la logica?”
“com’è possibile che dichiarazioni opposte e contrastanti provochino euforia in borsa quando i mercati viaggiano soltanto su certezze?”
“come mai tutte le banche declassate in Italia stanno guadagnando?”
“come mai ogni nazione comincia a sostenere che viviamo realtà diverse ma poi si trovano d’accordo nella speculazione al rialzo?”.

E alla fin fine, la domanda delle domande:

“Questa guerra è tra chi e chi? Chi tira i fili?”


21 commenti:

  1. Articolo intrigante, anche se poco chiaro, come dichiara lo stesso autore.
    A dire il vero, c'è un'altra notizia da considerare, utile a descrivere gli scenari prossimi venturi: il Senato USA si appresta ad approvare una legge ( National Defense Authorization Act) che di fatto autorizzerà l'esercito ad intervenire sulle piazze civile del Paese, con annessa facoltà di arresto di chicchessia analogamente al Patriot Act, dando potere assoluto al prossimo presidente (indovinate di quale partito...).
    L'interrogativo "chi contro chi" sulla guerra in corso è ancora senza risposta, possiamo però rispondere alla domanda "dove": nelle strade delle nostre città.
    E con i mezzi più antichi e scontati: le armi e gli eserciti.

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  2. Alla fine della scorsa settimana, nel mio piccolo, anzi piccolissimo mondo, ho provato a testare l' affermazione secondo cui le banche non hanno liquidità e non mollano il becco di un quattrino alle imprese. Mi sono infatyi recato alla mia banca per chiedere di raddoppiare il fido della mia piccola impresa dai 200.000 ai 400.000 euro, dato che i miei fornitori esteri pretendono pagamenti al massimo di sette giorni, mentre io qui in media i soldi li vedo dopo 60 / 75 giorni. Beh mi hanno risposto senza esitare che seavessi abuto necessità mi avrebbero esteso il fido fino a 500.000 e se portonle fatture dei ckienti in banca mi portano il tutto a 600.000
    Non avendo necessità ho declinato, ma la completa disponibilità mi ha fatto pensare non poco...

    Setgio, perché non provare ad elaborare un sempicissimo mix tra ipotesi a e ipotesi b (tralasciando momentaneamente l c che mi fa passare il sonno e l' appetito) pensando che in realtà la produzione industriale è messa malissimo, ma in alcuni settori, specie legati al terziario le cose non vanno così male, il sistema ancora regge, ma proprio come puntualizzato nell' ipotesi b ci sono gruppi che nonostante la crisi economica e la recessione ormai alle porte legata ad una produzione industriale ai minimi, riesci comunque a fare liquidità e quindi enormi profitt? E sinceramente non i pare per nulla fuori luogo l' ipotesi che tali profitti servino a finanziare una rinascita di una destra conservatrice che così negli usa, come in Francia e in buona parte d' europa, eccezion fatta per laSpagna, vede al momento il suo minimo gradimento nella storia dal dopoguerra.


    Alessandro vailati

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  3. @Modigliani

    é vera la terza che ha detto.

    Ora si dia tempo a tutti gli interesati di rendersene conto e poi si andrà verso l'unica soluzione rimasta.

    Quale? Guardi l'avatar che mi sono scelto.

    Non vi piace, alora continuate a sognare.

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  4. @alessandro...il tuo esempio mi sembra molto incalzante e rappresentativo..in questo preciso istante PDL, PD e UDC stanno facendo affari d'oro tra di loro....oggi, ad es. la soc. Atlantia (finmeccanica legata al PDL) ha venduto una società propria decotta a tre società congiunte: la Vianco (Caltagirone-UDC) e la Halcon (edili emiliani, roccaforte del PD) e il MPS che -l'altro ieri- dichiarava di non avere neppure i soldi per pagare gli stipendi agli impiegati. L'affare è stato firmato per 69 milioni di euro. L'MPS ha tirato fuori 14 milioni di euro cash (da dove se era quasi in bancarotta sei giorni fa?). Atlantia è volata in borsa, perchè così non finiscono in galera: hanno venduto un'azienda nel mirino dello scandalo finmeccanica, disfacendosi di quell'azienda si sono disfatti anche dei loro archivi. La società acquistata da PD e UDC insieme gestisce gli appalti delle autostrade del tirreno. Appena firmato (alle ore 15) hanno dato subito disposizioni per gli appalti: 18. 9 al PD e 9 all'UDC, alla Vianini di proprietà del suocero di Casini; così hanno garantito al PDL che non vanno in galera per finmeccanica, l'unico titolo di oggi che, guarda caso, è andato sotto. I partiti politici nostri gongolano perchè stanno facendo affari d'oro tra di loro. Il problema non è che non ci sono liquidi; il problema è che il danaro non circola, se non nei giri prestabiliti. Stanno facendo il pieno passandosi le aziende, finchè non arriva una grossa banca e se le compra tutte; intanto il prezzo è alzato e chi ha venduto ci guadagna da matti. Il punto è (stamattina è avvenuto in tre casi) che il compratore finale, (toh guarda caso)risultano banche tedesche legate alla destra conservatrice che sorregge la Merkel. La Borsa vola, ma vola sulla pelle del popolo italiano che non sa nulla di ciò che sta accadendo.

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  5. Gentile Sergio,
    è un bell'articolo, offre ottimi spunti di riflessione.
    Ho una domanda: come fa ad affermare che la notizia del piano del fmi sia partita dalla bce? Ne è entrato in possesso?
    Grazie mille in anticipo.
    Fricci

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  6. @fricci...così la notizia è stata data dall'Ansa, che è stata poi ripresa dalla associated press che l'ha poi passata alla reuters ed ha decollato in tutto il mondo senza che venisse fatta nessuna smentita

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  7. La logica è “divide et impera”!

    Chi tira i fili? Ossia, chi porta la croce??

    gigi 007

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  8. Grazie per la gentile risposta,
    sono andato sul sito dell'Ansa e riporta solo l'indiscrezione de La Stampa senza alcun riferimento alla BCE.
    Sull'articolo originale de La Stampa come fonte si fa riferimento solo agli ambienti del fmi a washington.
    Mi scuso per la pignoleria e ringrazio nuovamente.

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  9. @fricci..la pignoleria è legittima; la stampa e l'ansa insieme hanno dato l'annuncio senza specificare la fonte di Washington (di fatto sono sempre precisissimi) nessuno ha chiesto conferma, nessuno ha smentito nulla....

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  10. ok, però non vi è alcun riferimento alla bce e nell'articolo online, ma solo agli ambienti di washington vicini al fmi.
    quindi ritorno alla mia domanda iniziale: come fa ad affermare che la notizia è partita dalla bce?
    hanno modificato il testo delle notizie online?

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  11. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  12. Caro Sig. Modigliani,

    nelle tre ipotesi che ha presentato, le quali sono tutte molto interessanti e di certo risultano essere ottimi spunti di riflessione, io leggo un certo pessimismo dilagante; considerando peraltro che esso e' lo stesso sentimento pervasivo nella nostra realtà odierna.
    Ora, francamente tutto e' possibile, ed e' questo elemento che causa e diffonde il caos. Secondo il mio modesto parere e' necessario fare uno sforzo di
    razionalità per ritornare alla realtà effettuale, come amava definirla Macchiavelli.

    Io credo infatti che la domanda da farsi in questo momento e' la seguente:
    "Quali sono le organizzazioni pubbliche o private che stanno facendo palate di
    soldi in questa crisi finanziaria europea?"

    Io vi scrivo la mia risposta:

    "Le grandi Banche D'affari americane con la collaborazione di qualche grande
    banca europea"

    Detto ciò, chi sono i nemici del popolo in questa Guerra Mondiale??? Le Banche???

    Io dico NO.
    I veri nemici della classe media sono quei politici che hanno permesso alle suddette banche di avere delle libertà esagerate, fornendo ad esse la password per aprire la cassaforte e una volta che il ladro e' entrato sono guai...

    Cordiali saluti.

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  13. Sergio forse puoi aggiungere un pezzo all'analisi

    http://www.rischiocalcolato.it/2011/11/signore-e-signori-salutiamo-il-portogallo-nel-club-dei-falliti-insieme-alla-grecia.html

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  14. Anche questo, scusa, che chiarisce (forse)
    il rally di stamattina

    http://www.rischiocalcolato.it/2011/11/euorbond-per-molti-ma-non-per-tutti.html

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  15. Mi permetto di suggerire la ri-lettura di un articolo scritto un anno fa da Scalfari, riguardo a 'chi è contro chi'.

    http://www.repubblica.it/politica/2010/12/19/news/nove_banche_vogliono_dividere_l_euro_in_due-10377795/

    Lo scenario 'di partenza' mi pare l'ipotesi b) con allo sfondo l'interesse a squarciare in due la zona euro, aggiungendo, come suggerisce Alessandro (28 novembre 2011 09:01), un mix con l'ipotesi a) e il dato di un euro troppo forte sul dollaro.

    Quello che mi chiedo è cosa succede se tutta la faccenda ‘scappa di mano’? Cosa succede se saltando tutti i parametri si giungerà a un punto di non ritorno riguardo alla ‘gestibilità’ della situazione?
    L’ipotesi worst scenario 'di arrivo’ potrebbe allora essere l’innominabile ipotesi c)?

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  16. Io credo che una parte importante del gioco lo sta conducendo l'asse Germania-Iran, Iran-Cina, Russia-Cina.
    L'altro ieri sono iniziati i primi test nucleari
    vicino Isfahan
    La Merkel ha venduto l'"air force One" ad Ahmadinejad
    Le società tedesche fanno profucui affari (una a caso la Siemens )con l'Iran nonostante l'embargo.
    Insomma da come la vedo io la germania si sta preparando a fare la guerra e questa volta si è scelta alleati diversi dall'italia.
    Per ultimo quello dell'FMI che deve controllare i conti italiani è iraniano (come disse giustamente Sergio qualche post fa )


    Merkozy

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  17. “IL SISTEMA” DENTRO LA TEMPESTA PERFETTA E IL SUO AFFONDAMENTO
    http://www.stampalibera.com/?p=35996#more-35996

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  18. 2.6 MILIARDI AI POLLI
    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=9425

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  19. @Pericle....non esistono banche americane o banche europee, ormai i banchieri sono prestatori e fornitori di esponenti che sono gli stessi, certamente il problema è politico. Usano le banche come arma sociale, ma le persone dietro le banche americane sono le stesse che si trovano dietro le banche europee

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  20. @Merkozy - Due considerazioni in libertà: 1) i Tedeschi mi paiono poco fantasiosi, ripetono (purtroppo) sempre gli stessi schemi, e per Germania-Iran dal mio cervello esce un'associazione col Patto Molotov-Ribbentrop. Inutile dare i conti europei come 'ostaggio di garanzia' a un iraniano (in gamba). 2)Se aprono un corridoio 'umanitario' Turchia-Siria, forse potrebbe aggiungersi un ulteriore senso al rastrellamento di liquidità. Ma la Siria e l'Iran non sono la Libia; il gioco sarebbe molto pesante, temo. Vale la pena per (anche) dello shale gas?

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