sabato 19 novembre 2011

CNN interrompe il telegiornale per mandare la diretta della manifestazione a New York: "Sta dilagando, è un contagio. Bisogna prenderne atto".

di Sergio Di Cori Modigliani

The only solution
is  a
World Revolution…..


La stampa e la televisione americana l’avevano  detto e annunciato “vogliamo vederli al varco, al primo ostacolo” intendendo con questo, da brava nazione pragmatica, che volevano aspettare un momento diverso per controllare se la pigrizia e/o la violenza cieca e incontrollabile avrebbe preso il sopravvento.
E’ fallita l’azione repressiva della polizia a New York, perché ha finito per assicurare al movimento un commovente messaggio di solidarietà e partecipazione da tutti i 50 stati dell’unione (perfino dalla lontanissima Hawaii) e negli ultimi due giorni anche i più riottosi hanno ceduto di fronte alle notizie dell’attualità. CNN in testa (è tuttora leader in Usa nel campo delle notizie quotidiane) ha addirittura interrotto le trasmissioni con il suo consueto “breaking news” per dare in diretta la manifestazione a New York. E mostrare l’occupazione del Brooklyn Bridge con conseguenti arresti e una cinquantina di manifestanti finiti in ospedale per colpa della brutalità della polizia locale.
E il dibattito politico ha cominciato ad infiammare I cittadini.
Anche perché lo slogan base del movimento è cambiato. Non è più “siamo il 99% contro l’1%” che è stato ormai acquisito e archiviato, diventando una specie di totem, con magliette, visiere e adesivi appiccicati ormai dovunque in Usa. Il nuovo slogan che si è imposto su tutti gli altri potenziali concorrenti verbali è diventato “The only solution is a World Revolution”.
Immediata la reazione dei rappresentati dei tea party e della destra americana, disperata perché non riesce né a capire, né a comprendere, né a gestire, “hanno tolto la maschera rivelando chi sono: i trotzkisti” frase, questa, che ha prodotto una valanga di risate e un cumulo di telefonate –alcune in diretta televisiva- di esterrefatti giovani che chiedevano “ma chi è Trotzkij?” perché davvero, in Usa, oggi, la maggioranza della popolazione ignora chi sia.  E non ha, in verità, molta importanza, sapere chi fosse.
La manifestazione di questa sera, sabato 19 novembre, a New York, è considerata da tutti gli osservatori un salto di qualità. Perché gli organizzatori hanno insistito per avere Saviano dall’Italia e un britannico, un brasiliano, un ceko, un cinese e un australiano che parleranno al raduno per sottolineare la assoluta necessità di internazionalizzare la protesta, cominciando a pensare a delle azioni comuni, quantomeno in tutte le nazioni ricche d’occidente.
Invece di tentare degli inutili attacchi, infantili quanto insensati, alla borsa di Wall Street, c’è un gruppo di persone che sta cercando di ideare delle azioni più efficaci ed effettive, diciamo così di “guerriglia tecnologica silenziosa” del genere: all’improvviso –grazie all’aiuto di superhackers specializzati- immettere nel sistema delle transazioni finanziarie quotidiane in giro per il mondo delle informazioni clamorosamente false, come avvertimento, segnale, e dimostrazione di forza. Per dar fastidio.
Il movimento “occupy wall street” è entrato in una nuova fase, lontana anni luce dalla realtà nostra in Italia, e sta diventando “permanente”. Non si tratta più di occupazioni simboliche, sit in, cortei, raduni e manifestazioni. Questi sono eventi-simbolo necessari per comunicare la propria presenza nel territorio. L’obiettivo, infatti, non consiste nell’ottenere aumenti salariali, il varo o l’abolizione di questa o quella legge, né tantomeno una lotta verso un’utopia ideologica, o far cadere un governo per sostituirlo ad un altro. No. L’aspetto che preoccupa (chi gestisce il potere) consiste nell’impossibilità di riuscire a fermarli, perchè non hanno punti deboli, se non la fragilità della loro essenza. Ma si dà il caso che la loro fragilità sia anche la loro forza. Il movimento, infatti, è fondamentalmente un movimento “esistenzialista”. Ciò che vogliono, ciò che urlano di volere, ciò che cercano di comunicare al resto della nazione –e nei loro progetti anche al resto del mondo- è che non si tratta più di destra o di sinistra, si tratta di porre le basi di una nuova interpretazione del mondo, e quindi dell’economia, e quindi della vita sociale.
E’ diversissimo dal movimento americano degli anni’60. Le due novità che allora non c’erano (in Europa sì ma non negli Usa) e adesso ci sono, consistono nell’appoggio delle centrali sindacali delle grandi aziende e dei sindacati degli agricoltori, e nel fatto che non è basato su un razzismo anagrafico. Non è un movimento di “giovani”. Nell’Oregon, c’è addirittura un centro che si chiama “nonne del movimento” in occupazione permanente del comune di Portland.  Ciò che manca, rispetto a quello degli anni’60, ed è il motivo per cui è così ostico e complesso e non facile da comprendere in Europa, consiste nella novità che il movimento è extra-mediatico e (ciò che più conta) “extra-marketing”. Non lancia mode, non lancerà una musica, degli attori, dei cantanti, dei libri, delle mode di vestiario. Non è immediatamente sfruttabile dal sistema che lo gestirà in maniera soft per farci dei soldi sopra.
Perché la loro originalità è che (come ha ben sintetizzato il quasi novantenne Noam Chomski, decano del pensiero libero e libertario statunitense) “questi ragazzi –qualunque sia la loro età- sono antichi e ciò che vogliono è il rispetto della Legge, è l’applicazione della Costituzione, il ritorno alla Norma Umana. Paradossalmente e surrealmente, applicando vecchie categorie obsolete della società ideologizzata moderna, si potrebbe addirittura definirli come un “movimento piccolo-boghese di destra”, così senz’altro viene letto nella mente dei vecchi burocrati di un tempo. Sono cittadini comuni che all’improvviso hanno scoperto le proprie radici e si sentono figli di Thomas Jefferson, George Washington e della Rivoluzione Francese. Vogliono che invece di spread e di bilanci si ritorni a parlare di solidarietà condivisa, di stile di vita, di scelte esistenziali umane. Umane, they are just humans”.
Non è roba da sottovalutare.


9 commenti:

  1. http://www.youtube.com/watch?v=IbJ70hJ3WfQ

    Giuseppe

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  2. non si tratta più di destra o di sinistra, si tratta di porre le basi di una nuova interpretazione del mondo

    Una nuova idea delmondo che è un'idea di mondo che in realtà conosciamo molto bene, visto che, più o meno consapevolmente, la portiamo tutti dentro di noi.
    Cosa c'è di nuovo, infatti, nel voler il rispetto della Costituzione (americana o italiana che sia), il rispetto della giustizia e dell'equità sociale, il rispetto dell'ambiente, cioè della Terra su cui viviamo e delle sue risorse naturali, che devono essere per tutti, il lavorare insieme affinché non esistano più dittature, violenze nelle piazze verso chi chiede libertà e giustizia?
    Poco fa, leggevo il nuovo obiettivo nato da Occupy Wall Street:
    "We would like to propose the week starting on the 10th of December (10/12 – 17/12) as a time for alternative forms of protest which will be found after a debate between all of us. The idea is to participate in proposing new forms of action with a creative spirit: we can organize public forums and workshops, flash-mobs, we can promote the movement in local schools and neighborhoods or get in contact with humanitarian organizations working with the same goals."
    Una settimana, a partire dal 10 dicembre, da dedicare a iniziative spontanee in ogni parte del mondo su temi che ci accomunano tutti come esseri umani:libertà, giustizia equità in un mondo dove i governi, ovunque, sembrano agire contro le persone più che per le persone .
    Qui la pagina con il manifesto dell'iniziativa.
    Interessanti sono i commenti in coda al comunicato, le idee che stanno proponendo le persone per trovare segni comuni attraverso i quali esprimere - anche con azioni diverse - una stessa appartenenza.
    Insomma, sarebbe molto bello se anche in Italia riuscissimo a cogliere questa opportunità di sentirci parte di una comunità umana che ha bisogno delle stesse cose.

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  3. come si dice alla fine di questo articolo http://tinyurl.com/78b4su8
    "Invitiamo perciò tutti quei giornalisti, opinionisti ed operatori mediatici che pensassero di poter impunemente raccontare le vicende storiche e cronachistiche degli ultimi decenni con raffazzonata superficialità (anteponendo la propria legittima ma ininfluente opinione al dovere di una conoscenza diretta, approfondita e articolata di fatti e circostanze), ad astenersi dal concionare in modo semplicistico e fuorviante dinanzi alla pubblica opinione."

    io credo che sia di certo valido per chi scrive ma soprattutto per chi legge. tutti noi pensiamo di sapere le cose solo leggendo, invece le informazioni che ci entrano dalla letttura sono molto meno di quelle che ci entrano sperimentando il fatto di persona.
    in pratica il 99% delle volte se non di piu' parliamo di cose che non conosciamo ma sulle quali pensiamo di poter dire la nostra. cosa aggiungiamo di concreto alla nostra vita? la mia risposta e': quasi solo gossip.
    a mio parere, l'utilita' di una notizia non sta nel sapere l'accaduto ma nel far partire in noi quella curiosita' necessaria che ci portera' poi in futuro a vivere di persona certe esperienze, fino a che non vengono vissute non possono essere una verita', non possiamo dare un giudizio, per quanto parziali possano essere questi ultimi due termini.
    il piu' delle volte la lettura o la visione di un filmato commentato come avviene in tv crea in noi lo stesso punto di vista di chi quella cosa l'ha realizzata, magari a sua volta non di prima mano.
    troppa lettura, troppa visione passiva fa diventare l'uomo una specie di robot, tutti uguali, tutti che guardano dallo stesso punto di vista dell'informazione ricevuta.

    questo per dire che non e' detto che piu' si ha accesso all'informazione e piu' aumenta la conoscenza.
    la conoscenza e' solo esperienza, il resto vale poco piu' di nulla.

    indopama

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  4. Ma quando contageranno pure noi?Ho una voglia di "ammalarmi" che pochi immaginano!

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  5. Parlare di movimento piccolo-borghese di destra lo ritengo quantomeno ridicolo.

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  6. ottimo pezzo.

    Francesco Maria Toscano
    www.ilmoralista.it

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  7. @Rossland

    quella dello sciopero del solo telefono cellulare non mi pareva costruita male!

    Anche se io faccio realmente fatica, in Italia, a capire come potremmo aggregare il consenso: ti dico questo perchè sono reduce, giusto oggi, da un mio piccolo personale sondaggio fatto tra una trentina di colleghi; ho chiesto loro se sapessero chi è Van Rompuy!

    Uno mi ha risposto al volo e correttamente: per il resto si svariava tra

    1. Chi?
    2. Silenzio e Sguardo perso nel vuoto
    3. Ah si un ciclista (In realtà Rik Van Looy)
    4. Ah si uno dei due gemelli della nazionale olandese anni 70 (in realtà o René o Willy Van de Kerkhof).
    5. Varie ed eventuali che ometto per carità di patria ...

    Ora va beh non fare gli Snob, ma cassius ti ci tirano dentro per i capelli....

    Io comunque "ce sto".

    Melman

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  8. Buongiorno sono da poco vostro lettore, c'è un interessante documento redatto da Barnard di circa 80 pagine sarebbe interessante che molte persone lo leggessero, sarei interessato ad una eventuale discussione sullo stesso, confrontandolo con gli scritti di noam chomshy e di Stigliz.Grazie.

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