di Sergio Di Cori Modigliani
Parole parole parole. In questo caso anche musica.
Il tutto, privo di pudore.
Ho espresso più di una volta la mia idiosincrasia per il termine “berlusconismo”, che considero un falso ideologico e una abile mossa dei consulenti di Berlusconi per introdurre nella coscienza collettiva –in maniera surrettizia e capziosa- l’idea del maestro capo-scuola. Considerando come vanno le cose in Italia, proporrei un più adeguato “sordidismo”, da usare, ancora meglio, con la S maiuscola “Sordidismo”.
Squisita sintesi tra figli ed emuli dei personaggi interpretati da Alberto Sordi e l’atteggiamento “sordido” del gattopardismo furbetto all’italiana.
Annunciato dalla grancassa mediatica marketing esce in Italia, presso l’editore Chiarelettere, un libro scritto dal cantante Vasco Rossi, “La versione di Vasco”.
Premetto, a scanso di equivoci, che sono diverse le canzoni di Vasco Rossi che mi sono piaciute e l’ho sempre considerato un buon prodotto di massa della cultura canzonettistica italiana.
Il problema non riguarda la sua attività canora.
Il problema è che Vasco Rossi, oltre che cantare, parla anche.
E, ancora peggio, scrive.
Nel senso che “firma” i libri che bravi editori professionali scrivono per lui.
E’ piuttosto chiaro a tutti.
Se così non fosse ci troveremmo davanti a un caso unico nella specie umana.
E’ proprio lui a spiegarcelo.
“Sono in un’altra fase della mia vita” confessa il cantante “è tutta un’altra cosa rispetto ai tempi in cui avevo scritto “Albachiara” perché allora non avevo mai letto un libro; sul mio comodino c’erano soltanto Topolino e Alan Ford, da sempre le mie letture preferite”.
Già a questo punto ci sarebbero elementi sufficienti, per diversi seminari, relativi a una scoperta scientifica che capovolge tutte le nostre attuali conoscenze intellettuali sulla genesi delle capacità cognitive del cervello italiano. Com’è noto la ricchezza del pensiero è strettamente legata alla produzione linguistica, la quale è correlata e viaggia in parallelo con la qualità della lettura, tuttora considerata dagli scienziati l’elemento base e portante dell’acquisizione del sapere. “Adesso è diverso” prosegue Vasco Rossi “tant’è vero che poche settimane fa ho acquistato un libro che tengo sul mio comodino al posto di Alan Ford: è l’Ethica di Spinoza”.
Bravissimo, complimenti.
Vasco Rossi ha aperto uno squarcio sull’evoluzione della mente umana.
Secondo lui, infatti, la “Cultura” nascerebbe dall’applicazione di un concetto di azione volontaristica mescolata a una ingegnosa coniugazione del marketing e dell’acquiescenza mediatica. Un mattino ci si sveglia, si esce di casa e si dice a se stessi “Oggi mi compro le opere complete di William Shakespeare e le appoggio sul comodino, così, domani mi sveglio e ho capito il rinascimento inglese”, non c’è neppure bisogno di leggerle.
L’assunzione e l’incorporazione dei concetti, infatti, avviene per magia.
Come (nella visione pre-Vasco Rossi) avviene nel pensiero infantile.
I bambini, infatti, sono convinti che avvenga proprio così.
Un giornalista impudente ha “osato” (dalla domanda si è capito che aveva studiato Spinoza) porgli un quesito relativo al geniale pensatore olandese. Indispettito e al limite di un attacco di panico, il nostro eroe di Zocca ha farfugliato che “Spinoza è complicato”. L’avventato cronista lo ha incalzato “intende dire che è complesso?”. Confuso e allibito, il nostro prode letterato ha ricordato alla platea mediatica che, dopotutto, lui è laureato in filosofia, cambiando argomento. Il che –nella sua mente- lo autorizza a poter sostenere che lui “sa” “conosce” e quel che è peggio “sa scrivere perché conosce” (sigh doppio sigh).
Tecnicamente, (e legalmente) Vasco Rossi ha ragione.
Era un’altra epoca.
Intorno al maggio del 2005 quando la Ulms, di Milano, gli conferì la laurea ah honorem in scienza della comunicazione e poi anche in filosofia. Teoricamente non esisteva ancora il cosiddetto “berlusconismo”. Forse, è dipeso da questo il fatto che nessuno ha interpretato l’evento come un prodotto classico del berlusconismo. Se fosse esistito il “Sordidismo”, allora, è probabile ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe potuto avanzare delle contestazioni. Fu, infatti, una operazione sordida, con una bella spruzzata di Alberto Sordi. L’intera stampa di sinistra esaltò l’evento considerandolo un chiaro segnale della maturazione raggiunta da questo paese. Il quotidiano la Repubblica rese omaggio al nostro pensatore invitando i lettori ad affluire in massa per assistere alla “lectio magistralis” del neo-filosofo, che in realtà si trasformò in un comizio per invitare i presenti a votare per alcuni candidati alle elezioni del 2006 (mi sembra inutile aggiungere, a questo punto, che i candidati erano sponsor delle testate che esaltavano Vasco Rossi maitre a penser e così il giro del Sordidismo si chiudeva con felicità collettiva della nazione).
Da allora, sono trascorsi cinque anni ed è passata diversa acqua sotto i ponti di questa etnia. Oggi, va di moda la Cultura e l’Etica visto che abbiamo al governo soprattutto dei professoroni. E allora, la cosiddetta cultura della sinistra ci ricorda che Vasco Rossi legge Spinoza.
Certo, nessuno gli chiede che cosa abbia capito di quel testo fondamentale per il Sapere collettivo dell’Europa, e nessuno sembra essere stato punto dalla curiosità di comprendere come sia avvenuto il passaggio da Alan Ford a Baruch Spinoza.
Senza nessun libro in mezzo.
Preferisco Cassano, il calciatore.
Se gli offrissero una laurea, non ho alcun dubbio in proposito, risponderebbe subito “suvvia ragazzi, siamo seri” e sbatterebbe giù il telefono. Quando tre anni fa, in occasione dell’uscita del suo secondo libro, una giornalista gli fece qualche domanda, Antonio Cassano, genietto del pallone e uomo intelligente, rispose con tranquillità: “Ho battuto un record da guinness, voglio vedere se mi ci mettono”. La cronista, convinta di assistere a una vascorossata lo pungolò impietosa. E Cassano, di rimando “Credo di essere l’unica persona al mondo che ha scritto più libri di quanti non ne abbia mai letti”.
Bravo Cassano.
Considerati i tempi in cui viviamo, l’umorismo auto-critico contenuto nella dichiarazione del calciatore lo rende, oltre che simpatico, di un palmo sopra la media nazionale.
Chissà, forse Mario Monti gli darà una laurea honoris causa alla Bocconi.
Ma forse non lo farà.
Essendo Antonio Cassano del Milan, che è proprietà di Berlusconi, potrebbe facilmente essere accusato di conflitto di interessi.
Raglia raglia Giovane Itaglia
Il testo integrale e il video della lezione tenuta da Vasco Rossi in occasione del conferimento della "laurea honoris causa" in Psicologia della Comunicazione: http://www.psicologo-milano.it/altri-articoli-psicologici/psicologia-e-comunicazione-milano/82-vasco-rossi-la-psicologia-della-comunicazione.html
RispondiEliminaE' bello leggere i tuoi articoli ,ti seguo con interesse e apprezzamento .
RispondiEliminaEttore
scrivo per solidarietà nei confronti dell'unico soggetto che ha commentato un articolo di vero spessore culturale. Ecodellarete.net, io sono la tua voce di ritorno.. mi senti?
RispondiEliminaInteresse e apprezzamento che si estende anche al
RispondiEliminalink di riferimento Ecodellarete.net , appena visionato , che integra una memoria non sempre agile , e con alcuni reali sviluppi sociali .
@grazie Ettore e anche @ecodellarete e @anonimo
RispondiEliminaDire che il Berlusconismo non e' mai esistito e' un errore. Infatti l'Italia degli ultimi anni e' stata certamente influenzata, ed in parte addirittura trasformata, da quel sistema di valori dettato da personaggi mediatici come Briatore, Corona, Mora, Fede ecc...ecc...
RispondiEliminaBerlusconi e la sua allegra Compagnia, hanno aggiunto nella nostra storia nazionale, un qualcosa di tanto nuovo quanto negativo e deleterio per tutta la società nel suo complesso.
Se non vogliamo ritrovarci in un futuro, simile al passato recente, allora abbiamo il dovere di riconoscere, studiare e quindi accettare un periodo storico che ha segnato in modo indelebile il popolo italiano.
Sig. Modigliani, lei ha giustamente sottolineato che il linguaggio e' la fonte dei pensieri, quindi mi sembra importante che il concetto di "Berlusconismo", e di conseguenza, anche il suo opposto "Anti-Berlusconismo", non vengano eliminati, ma anzi, entrino in modo permanente nella coscienza italiana, esattamente come Fascismo e Anti-Fascismo.
Cordiali saluti.
@ ecodellarete
RispondiElimina..Ma le parole devono essere POCHE E PERFETTE, ONESTE E SINCERE, SECONDO ME LE MINIME INDISPENSABILI. E c'è uno sforzo, una ricerca stilistica dietro a tutta questa semplicità. QUESTA È L'ARTE DELLA CANZONE, CHE PER ME È UNA POLAROID DI EMOZIONI. TOCCARE IL CUORE DELLA GENTE È QUELLO CHE HO SEMPRE CERCATO DI FARE, E QUANDO CI SONO RIUSCITO È STATA LA MIA PIÙ GRANDE SODDISFAZIONE, E RINGRAZIO SEMPRE IL CIELO E LA CHITARRA.
La chitarra, appunto, perché è quella che mi ha permesso di comunicare, di arrivare fin qui.
DI METTERE IN MUSICA I MIEI DISAGI, LE MIE DISILLUSIONI, LE MIE FERITE E IL MIO MALESSERE..
Nelle canzoni mi diverto a PRENDERMI IN GIRO E A DENUDARMI DAVANTI A TUTTI, E A CONFESSARE LE MIE DEBOLEZZE E MIEI ERRORI, e devo dire che trovo una solidarietà che mi entusiasma e mi consola.
Siamo esseri inutili e imperfetti TRAVESTITI DA ARROGANTI E SAGGI artefici del proprio destino: ci raccontiamo palle tutto il giorno… anche questo per la metà del tempo naturalmente… però…
Una laurea per me che non sono mai stato uno allineato, che NON HO MAI VOLUTO ACCETTARE LE REGOLE DEL CONFORMISMO, che sopporto a fatica la forma, solo per la sostanza.
Che NON MI PRENDO MAI TROPPO SUL SERIO, che non sono mai in pace con me stesso, sempre scomodo, che mi metto continuamente in discussione e che ogni volta che raggiungo uno obbiettivo subito mi se ne para davanti un altro.
Per me la musica è stata uno strumento formidabile di riscatto e mi ci sono buttato dentro a capofitto. Credo in quello che canto, ci ho sempre creduto fino in fondo, e se ci credi tu per primo allora puoi convincere anche gli altri. Ecco, questa diciamo che è la prima lezione in comunicazione. SE NON CI CREDI TU NON CI PUÒ CREDERE NESSUNO. E questo vale anche se volete andare a vendere delle assicurazioni.
Una laurea per me, ne sono stupito, lusingato e fiero, perché non ho mai cercato di fare parte del sistema, non ho mai cercato il facile consenso generale, ho sempre parlato per pochi, ma si vede che la comunicazione ha compiuto il miracolo: ha moltiplicato i pani e i pesci. Da pochi sono diventati molti… devo provare con il vino!
Una laurea non fa primavera.
A proposito: appena è uscita la notizia ho ricevuto un sacco di sms e di mail dagli amici, naturalmente erano tutti un po' ironici, evidentemente i miei fan hanno i piedi ben piazzati per terra, io invece sono subito andato in copisteria a cambiare i miei biglietti da visita…"
Questo è l'eco della semplicità.. lo senti??
@Pericle....io sono contro il "berlusconismo" perchè lo personalizza attribuendogli un falso valore. Berlusconi è stato l'interprete di qualcosa che esisteva, una malattia culturale di cui, ahimè, ahinoi,non ne sono state immuni molte delle persone che "ufficialmente" lo contestavano, lo combattevano, gli si opponevano. Michele Santoro, Mentana, Gad Lerner, sono tutte persone che si sono gestite delle carriere miliardarie dentro la fininvest (tanto per fare i primi esempi che mi vengono in mente)e così in tanti altri settori culturali. Rispetto il suo punto di vista, per quanto mi riguarda opto per il "Sordidismo", lo trovo più realisticamente aderente al malcostume italiano.
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RispondiElimina@ Modigliani
RispondiEliminaIo capisco che molti giornalisti hanno tratto la loro fortuna dall'Anti-Berlusconismo, esattamente come altri hanno approfittato del Berlusconismo.
Se pero' i divulgatori della cultura, come certamente e' lei, sostituiscono il termine significativo(Berlusconismo) con un termine(Sordidismo) che, pur essendo molto acuto e azzeccato, rimarrebbe noto a pochi e per molti non significherebbe assolutamente nulla, tutto ciò impedirebbe la comprensione popolare.
La complessità del pensiero e' positiva finche' non diventa auto-referenziale. L'idea del Sordidismo non farebbe altro che compiacere le persone che possiedono una elevata cultura, senza permettere la correta lettura del passato da parte del cittadino medio.
Cordiali saluti.
credo di avere una mente abbastanza aperta e sarà anche per questo che ogni tanto, ed è sempre una piacevole esperienza, mi capita di incontrare dei pensieri che mi spingono ad approfondire meglio il mio punto di vista sulla realtà. ti sono grato, mi hai aiutato a capire meglio il momento che stiamo vivendo. complimenti per la lucidità e per il valore di questo blog
RispondiEliminanel caso in cui i "dotti" non lo abbiano capito, Vasco Rossi ha preso una laurea "honoris causa" in scienze della comunicazione, non in medicina e nemmeno in letteratura..
RispondiEliminaper lui 2 è il prodotto di 1+1; per i "dotti", o presunti tali (quelli sempre pronti a giudicare), invece, è il risultato di (100:10)-(6+2).
raglia itaglia
In effetti anche questo è uno dei post di Sergio che non riesco a capire e che mi fa a volte sospettare di lui (anche io come Yuma sono Testardo e cocciuto, è per quello che mi stava simpatico! Però Sergio, non ci aduli così smaccatamente dai....).
RispondiEliminaAbbiamo già convenuto entrambi che non serve parlarne, io mi tengo i miei sospetti e continuo a legger Sergio senza iscrivermi ai Google Groups perchè altrimenti vengo "Marchiato" a fuoco come il bestiame e non ne esco più (credo,Yuma, sia questo il motivo per il quale non riesci a farti levare dalla lista dei lettori fissi, e non credo Sergio possa far nulla in tal senso: il tuo Nick virtuale non ti appartiene più ed il "Nirvana" lo raggiungi solo se un pietoso Softwerista cedendo alle tue insistenze come Lambert ad Abatantuono, ti voglia cancellare dal Cyberspace).
Fra tutti quelli in Italia con cui prendersela, Vasco mi sembra proprio l'ultimo! Vasco, come lui stesso si definisce, è un emerginato di lusso! Ogni tanto, specialmente quest'anno, forse quest'anno solo, spara qualche minchiata di troppo ma del resto i malfunzionamenti HW (è stato per mesi in clinica) inevitabilmente influenzano anche il SW; ma le sue canzoni, che sono la cosa importante, spesso tutt'ora centrano il bersaglio!
Dice delle cose che risuonano nel cuore di molti! Se poi questo da fastidio a coloro che vorrebbero avere l'esclusiva sul controllo, è un problema di costoro mica di Vasco!
Poi certo, ci fa soldi sopra, c'è un giro di soldi attorno a Lui... va beh meglio lui di Geronzi, o Ratzinger ... no... un momento... Ratzinger non c'entra...mi è scappato... lui non è a scopo di lucro ... meglio chiarire altrimenti mi cercano per Mari e MONTI....
" T'immagini la faccia che farebbero se da domani davvero, davvero tutti quanti smettessimo...."
Melman
@Melman....ti capisco...io personalmente non ho nulla contro le canzoni di Vasco, tant'è vero che avevo premesso che mi piacevano ed ero un suo tifoso, il che è vero. Il problema è che adesso va in giro e parla di Spinoza come se fosse Alan Ford. Quindi mi sento chiamato in causa. Se avesse avuto il coraggio di dire -per essere fedele con se stesso- "com'è bella la vita vera con Alan Ford e senza Henry Ford" o ancora di più "com'è vera la vita vera con gli amici seduti sulle panche senza perder tempo a pensare cosa facciano le banche" (scusate la piattezza del testo ma non sono mai stat0 un paroliere), allora applausi a go go. Il fatto che si sia premurato di presentarsi come un solido studioso (ha poi aggiunto che sul comodino ha messo anche "L'idiota" di Dostoevskij, testo di sicuro per lui incomprensibile) come se a 60 anni, per uno che non ha mai letto nella sua vita fosse facile sedersi a tavolino e studiare la complessità, beh....francamente preferisco uno che dice: "sono quel che sono, amatemi per le mie carenze, io ci provo, l'importante è essere se stessi" piuttosto che uno (come il neo-Vasco)che cerca disperatamente di adattarsi ai tempi che cambiano per essere Italia. Dallo svaccamento del bunga bunga al rigore Montiano, e tra i canzonettari dal "sono quel che sono" a "sono quel che devo essere altrimenti nessuno mi si fila perchè sono fuorimoda". Tutto qui. Non ce l'ho con lui. Ce l'ho con il modello che lui ha scelto di incarnare oggi. Mi piaceva quello che aveva scelto di incarnare, allora. Pensavo che fosse vero. E' stata una delusione. Cavalcava l'onda. A dimostrazione che non è mai stato un idiota e non lo sarà mai, quindi è inutile che lo legga. Caso mai il vero idiota sono io e quelli come me. "l'idiota" di Dostoevskij è il simbolo -quello sì davvero immortale- di un diverso che è sempre fuorimoda, che non cerca consenso. Perchè neppure sa che esista. Un abbraccio sincero e...buon week end
RispondiElimina@sergio
RispondiEliminaHo capito il tuo punto di vista! Grazie per avermelo chiarito con il tuo bellissimo commento!
Ciao
Melman