venerdì 20 maggio 2011

Verso un'ecologia della mente: la trappola dei media nella quale sono caduti come una peracotta i cosiddetti super esperti.......

di Sergio Di Cori Modigliani

La particolarità della democrazia, che la rende unica rispetto alle altre forme di governo, consiste nel fatto che il potere politico viene esercitato da individui che vengono eletti dal voto popolare, in maniera libera e diretta.

E' chiaro, ed è giusto e comprensibile,  che in ogni competizione elettorale democratica si riconosca ai candidati la libertà di esprimere la propria Verità Soggettiva (ovverossia il programma e l'interpretazione della realtà) come se fosse Oggettiva. Spetta poi al potenziale elettore scegliere a quale delle diverse verità credere e quindi affidare la delega a colei o colui che si ritiene interpretino la propria idea del mondo.
Quando un candidato, invece che occuparsi di presentare la propria Verità Soggettiva, attacca e aggredisce il proprio oppositore insultandolo, accusandolo, denunciandolo, nelle democrazie occidentali questo tipo di atteggiamento e comportamento viene interpretato come anti-democratico. In Usa, Gran Bretagna, Germania e Francia è vietato dalla Legge, pena la cancellazione del proprio nome dalla lista elettorale.

Non è così in Italia. Ma gli italiani hanno dimostrato di essere più maturi di quanto non pensassero alcuni candidati, tant'è vero che a Milano -tanto per fare un esempio- il sindaco in carica Letizia Moratti ha perso circa il 42% del proprio elettorato (rispetto alle previsioni del suo ufficio comunicazione) proprio per aver scelto questa strada.

Finito il primo turno si è andati al ballotaggio.

Noi spettatori (nonchè potenziali elettori) siamo fruitori passivi della campagna elettorale. Diventiamo attivi soltanto nell'istante intimo all'interno della cabina elettorale, quando decidiamo e scegliamo di votare per questo o quel candidato. Di conseguenza, per tutta la durata della campagna elettorale non possiamo intervenire attivamente. Il massimo che possiamo fare è "pensare" che questo o quel candidato sbaglia oppure ha ragione; sentirsi attirati dal suo messaggio oppure respinti.

Diverso è il compito e la funzione degli operatori della comunicazione, ovvero i giornalisti.
E' loro funzione (e dovrebbe essere un loro dovere civico) spiegare al pubblico dei potenziali elettori il programma dei candidati denunciando la violazione di norme, il reato di calunnia e diffamazione, la propagazione di notizie false, ecc., richiamando l'attenzione dell'elettore affinchè si possa scegliere in maniera "oggettiva" districandosi tra le verità soggettive.

Non sta accadendo.

A Milano, sede da tutti considerata decisiva in questa tornata elettorale del 28 maggio, il centro-destra che si presenta all'elezione con un ritardo di 6,9% -statisticamente molto rilevante in negativo- ha lanciato lunedì scorso la sua nuova campagna elettorale. L'hanno presentata e hanno tutti abboccato, approfittando del fatto che -nella loro mente- gli italiani ormai sono diventati passivi fruitori di qualsivoglia argomentazione.
Bossi, Feltri, Cicchitto, la stessa Moratti, hanno detto tutti la stessa cosa. "abbiamo sbagliato campagna elettorale, adesso cambiamo" facendo quindi intendere (è questo il raccapricciante messaggio che intendono veicolare) che a) i programmi non contano, b) ai potenziali elettori non viene riconosciuta facoltà alcuna di raziocinio, c) la politica è basata sull'aplicazione di una tecnica pubblicitaria: ciò che conta è vendere il proprio prodotto; d) non ha importanza il Senso del messaggio: ha importanza convincere la gente.

E' molto pericoloso questo modo di interpretare la politica. Perchè non riguarda l'interesse collettivo.

Ma è ancora molto più pericoloso il fatto che nessuno dei padreterni inossidabili della comunicazione (Santoro, Floris, Mentana in testa a tutti gli altri)  abbia sentito l'esigenza di spiegare al pubblico che poichè non si tratta di vendere saponette ma di coccuparsi della cosa pubblica condivisa da tutti, non c'entra nulla la modificazione della campagna elettorale, perchè se la persona A sostiene il fatto b in data 12 maggio, e se in data 19 maggio la stessa persona A sostiene il fatto a o c allora dal punto di vista della comunicazione (ovverossia la Verità Soggettiva che diventa Oggettiva) vuol dire che quella persona è psicolabile - e quindi bisogna chiedere per lui o lei la perizia psichiatrica- oppure quella persona ha detto il falso prima del 19 maggio -e quindi va apertamente denunciato- oppure sta dicendo il falso adesso -e quindi va apertamente denunciato- per consentire al potenziale elettore di "comprendere razionalmente le posizioni dei candidati".

Non denunciando il sottile falso ideologico, l'intera stampa finisce per esaltarlo. Ne diventa quindi complice.


Non si tratta, infatti, di "aver sbagliato campagna elettorale" perchè questa frase -nella teoria della comunicazione- è un Falso. Si tratta, invece, di aver perso il gradimento degli elettori perchè non hanno creduto alla Verità Soggettiva del candidato battuto. Perchè mai dovrebbero credergli dopo 15 giorni?

A questo serve propugnare il Falso: a far credere alle persone di essere una saponetta, spingendo il potenziale elettore all'incorporazione inconscia di un'idea di sè passiva, interpretando la competizione come un modello pubblicitario o (ancora peggio) da tifoseria sportiva.

Ancora peggio il fatto che la cosiddetta "nuova campagna elettorale" sta usando un'argomentazione nota a tutti gli studiosi della Teoria e tecniche delle comunicazioni di massa "sostenere un'accusa violenta e falsa in pubblico per avere un impatto mediatico e poi, in privato, attraverso un messaggio scritto, scusarsi o sostenere di non averlo mai detto"; tanto, nel frattempo è trascorso del tempo ed è stato calcolato dagli esperti del settore che la persona X che ha ascoltato in diretta televisiva il falso A, nel 75% dei casi non ascolta la notizia (data otto ore dopo) delle scuse o della ritrattazione. Quindi il Falso passa e si afferma.

I giornalisti dovrebbero sbugiardare apertamente questo atteggiamento. Non lo fanno.

Sono pigri o sono corrotti o sono ignoranti o non sono dei professionisti attenti.


Non date loro retta. Pensate con la vostra testa. Ricordatevi che la Moratti, a Milano, ha dichiarato "di aver riassunto il consulente della comunicazione che avevo licenziato a fine marzo"; si tratta di un ottimo professionista con almeno venti anni di esperienza nel campo della pubblicità. Per l'appunto: si è sempre occupato soltanto di pubblicità e mai di politica nè tantomeno del bene pubblico.

Il che trasforma i potenziali elettori in semplici bambini da dover e poter convincere.

Fate voi.

Date una risposta adulta. Pensate che non siete una saponetta.

E tantomeno ne siete gli acquirenti.

Si tratta -ma nessuno ne parla- di amministrare i soldi, il lavoro, le competenze di tutti.

Ma proprio di tutti tutti. Nessuno escluso.

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