di Sergio Di Cori Modigliani
Qualunque cittadino italiano, adulto e responsabile, indifferentemente di destra o di sinistra, maschio o femmina, settentrionale o meridionale, esperisce su di sè ogni giorno il disagio nato dalla consapevolezza sociale di vivere una realtà dove i valori razionali della comunicazione inter-personale, sia a livello di relazionalità intima che nel campo delle dinamiche di lavoro, siano stati alterati, modificati, in alcuni casi addirittura capovolti.
In attesa di quello che appare sempre di più come un miracolo, una utopia, un sogno idealista (il ripristino delle libertà psicologiche e sociali conquistate nei precedenti cinquant'anni) è urgente oltre che necessario, ai fini di una igiene personale di salvaguardia esistenziale, attuare e adottare dei dispositivi per garantire a se stessi degli spazi interiori di esercizio, formazione (in-formazione) dell'attività del libero pensiero.
E' ormai chiaro che i detentori del potere informativo e mediatico (chiunque essi siano) aumentano sempre di più la pressione per portare fino in fondo quello che alcune scuole sociologiche europee e statunitensi hanno identificato e codificato con il termine "l'esperimento Italia", ovverossia una forma di dittatura amichevole trasversale -nessun partito politico escluso, neppure i cosiddetti movimenti alternativi perfettamente integrati e funzionali all'esperimento- il cui obiettivo consiste nell'applicare dei parametri scientificamente attendibili di controllo sociale, di organizzazione e gestione del consenso, per garantire a dei gruppi finanziari internazionali operanti e attivi sul e nel nostro territorio -sia in maniera legale che in maniera illegale- una posizione di controllo delle risorse sia energetiche che economiche, trasformando il nostro paese in una ricca landa di soggetti atrofizzati, massificati, da poter usare a proprio piacimento come inconsapevoli produttori individuali di quote di mercato.
Non esiste nesuna possibilità reale, nè tantomeno realistica, di opporsi a questo sistema operativo.
E' perfettamente oliato e funziona come un software sociale garantito dalla connivenza di tutti i soggetti politici che vi partecipano consapevolmente, ciascuno in rappresentanza di una propria quota parte.
L'unica -e la migliore- alternativa a nostra disposizione consiste nel tentativo di sottrarsi.
Allargando internamente lo spazio funzionale dell'esercizio della libertà di pensiero, "automaticamente" ci si sta sottraendo all'esecuzione del programma. Sommando le singole individualità aumentano le possibilità statistiche che alcuni granelli di sabbia (è ciò che siamo ed è sano essere realisticamente consapevoli della nostra forza oggettiva) finiscano per inceppare il meccanismo, alterandone le funzioni e di conseguenza vanificando l'intero processo. E' come introdurre alcune gocce di arsenico all'interno di una enorme vasca contenente milioni di litri di latte in un caseificio. Quando la catena di montaggio arriva nella sezione degli ingegneri deputati al controllo qualità, per essere in regola con le normative europee, scatta l'allarme.
Devono fermare gli impianti. E' necessaria una ispezione.
Tradotto in termini squisitamente sociali, tutto ciò implica l'acquisizione di una consapevolezza da "pensiero forte" che identifica in ogni soggetto un potenziale nemico del processo di nullificazione in atto.
Si diventa combattenti di una battaglia per se stessi.
Il fine condiviso, infatti, è quello della sopravvivenza della propria identità individuale, riconoscendo "il diritto all'espressione ed esercizio della propria natura, qualunque essa sia".
Per salvaguardare, quindi, la propria mente, è necessario non farsi ghettizzare, non farsi ottundere, introducendo delle abitudini cerebrali che aumentino l'automatizzazione delle scariche elettriche delle sinapsi, al fine di diventare dei soggetti in grado di produrre "pensieri liberi": il vero cancro dei detentori del potere mediatico. I "pensieri liberi", infatti, non sono controllabili.
E' assolutamente necessario informarsi (nel senso letterale del termine) ovverossia -definizione tecnica del termine "informazione" nella teoria della comunicazione- "partecipare attivamente e consapevolmente all'introduzione dentro di sè di elementi logici, sia razionali che emotivi, il cui fine sia quello di aumentare la capacità autonoma di produrre forme interne originali e più ampie di idee, pensieri, sensazioni".
Questo è il significato autentico del termine informazione, non a caso bulimizzato nell'uso quotidiano dai detentori del potere mediatico che ne hanno (volutamente) vanificato il Senso per ridurne l'impatto.
Ogniqualvolta introducete dentro la vostra testa delle immagini, delle forme geometriche, dei costrutti sintattici, voi vi state "informando", state cioè contribuendo alla formazione del vostro universo interiore.
La prima legge della libertà di pensiero consiste nel "sapere e identificare ciò che il nostro cervello mangia, beve, assorbe, sussume, incorpora, elabora".
L'equilibrio armonico degli spiriti liberi consiste nell'assunzione in proprio della responsabilità soggettiva che consente di scegliere SEMPRE in ogni momento che cosa introdurre o non introdurre dentro di sè.
Per capire e comprendere che cosa conviene introdurre dentro di sè, è ovviamente necessario aumentare al massimo livello possibile (ciascuno a seconda delle proprie competenze e possibilità) la conoscenza del linguaggio, delle sue assonanze, dei suoi derivati emotivi, del suo impatto socio-psicologico.
Capire "il senso delle parole" è la base della informazione.
Conoscere il fondamento base della struttura della mente umana e come funziona operativamente diventa oggi, sempre più che mai, essenziale ai fini della conquista di una libertà individuale.
Leggere libri scritti bene è essenziale. E' molto utile leggerne i passi che ciascuno ritiene interessanti e/o seducenti a voce alta, addirittura memorizzandoli.
La differenza tra la letteratura commerciale, i libri di intrattenimento e i libri "formativi" poggia su questa discriminante: i libri formativi aumentano la capacità di "informazione" perchè producono impatti interiori che l'individuo sente e percepisce "come elementi di arricchimento nella conoscenza di sè, del mondo che lo circonda, all'interno del quale è inserito, perchè acquisisce informazioni di cui sente e dunque sa che aumenteranno la sua formazione interiore". E' la definizione data del concetto di lettura e apprendimento dal prof. svizzero Jean Piaget, il più importante teorico della percezione, della psicologia infantile e della formazione dell'intelligenza nel cosiddetto Homo Sapiens.
fine della puntata
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