di Sergio Di Cori Modigliani
Mentre tutti quanti noi, cittadini italiani più o meno pensanti, più o meno partecipanti, restiamo -inevitabilmente- avvinghiati alla resa dei conti tra coloro che amano e venerano Silvio Berlusconi e coloro che invece lo odiano e lo detestano, il paese, l'Europa e il resto del pianeta seguita a vivere le proprie problematiche e contraddizioni. Indifferente a ciò che accadrà a Milano il prossimo 28 maggio.
Se io fossi un fratello, compagno, marito, padre, amico, amante, cugino, collega, di una delle 84.570 donne (dato ufficiale statistico rilasciato dal Ministero degli Interni) che nel 2010 ha sporto regolare denuncia per stupro, violenza e abuso sessuale, mi verrebbe voglia di chiedere sia all'avvocato Pisapia che alla signora Moratti perchè, nonostante la città di Milano offra l'indecoroso spettacolo civico di presentarsi -in quanto fredda statistica- come la grande città d'Europa in cui "è maggiormente aumentato il numero di casi denunciati di violenza sessuale sulle donne nell'ultimo quinquennio, con una progressione allarmante che viaggia al ritmo di un aumento del 200% annuo" (così recita un documento presentato da un gruppo misto di sessuologi e psicologi al Forum sulla Violenza) non esiste neppure una parola (nei loro programmi) in cui si faccia minimamente cenno a questo problema.
E' un problema che ci riguarda tutti.
E in questi giorni avremmo avuto una possibilità e una opportunità storica di lanciarci tutti, ma davvero tutti tutti quanti, sia a destra che a sinistra, sia maschi che femmine, sia meridionali che settentrionali, in un dibattito, confronto, discussione, che prendesse spunto dall'arresto dell'ex Presidente del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss Kahn. E' ciò che sta accadendo in Francia, Germania, Usa, Danimarca, Svezia, Gran Bretagna, Repubblica Ceka, Svizzera, Uruguay, Argentina, Brasile. Forse anche in tante altre nazioni di cui non ho informazioni al riguardo.
In Italia, invece, il tutto si è esaurito con uno scambio minimo di lettere tra due o tre persone più o meno famosette (alcune delle quali, peraltro, scritte molto bene e con argomentazioni solide nonchè encomiabili) che non sono state sufficienti a sollevare la benchè minima curiosità.
La realtà è che, in Italia, dove la situazione dello scambio sociale dialogico quotidiano è regredita a un livello di inaudita e noiosa bassezza, è stato avvertito da tutti il rischio di finire per ricadere nel consueto viziaccio nostrano: azzuffarci l'un l'altro a proposito di Ruby e delle pupe di Arcore, vanificando così la nobile intenzione originaria di un confronto evolutivo.
E' fin troppo ovvio come tutti i padreterni mediatici che ogni giorno (sia a destra che a sinistra) ci ammoniscono dalle pagine dei quotidiani, dagli schermi televisivi e dai loro super efficienti blog per ricordarci la necessità di "ritornare a far politica", "abbassare i toni dello scontro", "evolverci per maturare", "affrontare i problemi reali di una nazione progredita" finiscano per perdersi tutti (nessuno escluso) in un bicchiere d'acqua fangosa ogniqualvolta l'attualità reale ci offre, invece, uno spunto interessante.
E' fin troppo chiaro che c'è stato un accordo di non affrontare il problema della violenza sessuale sulle donne per non finire a dover parlare come al solito di Berlusconi.
L'ennesimo grave errore che la dice tutta sulla complicità (magari addirittura inconscia e inconsapevole, il che peggiorerebbe le cose) tra i faziosi sostenitori della destra e i faziosi sostenitori della sinistra.
Entrambi, splendidi assenti quando si tratta di prendere di petto un problema angosciante che riguarda tutte le famiglie italiane, nessuna esclusa. Perchè sono tutti potenziali stupratori e sono tutte potenziali vittime.
Un confronto e un dibattito evoluto e sereno dovrebbe avere una funzione di prevenzione guardandoci in faccia e chiedendoci il perchè sia in aumento un fenomeno come questo, perchè tra le classi sociali privilegiate è in allarmante aumento il numero dei maschi potenti (in senso finanziario/politico) che considerano "norma" violentare una donna, e perchè cominci a diffondersi sempre di più una nuova estetica della cosiddetta "libertà erotica" che, nel nome di un gusto, una norma, uno stile, una cultura altra, offrono immagini, testi, video, documenti e film che incitano nel maschio la presentazione di un neo-modello di sessualità: la sopraffazione e la violenza fisica.
E' la pericolosa introiezione di un elemento tribale e primitivo nella coscienza colta ed evoluta della civiltà occidentale. Su questo avremo dovuto e potuto dibattere e confrontarci in questi giorni.
Purtroppo non è avvenuto.
Dobbiamo sorbirci ogni giorno che cosa dice o non dice Bossi, che cosa pubblica o non pubblica Libero, se la Moratti insulta Pisapia oppure non lo fa e se Di Pietro farà a non farà causa a Lettieri chiedendo i danni.
Nel frattempo la statistica ci informa che la violenza sessuale domestica, lo stupro, ha ormai dilagato presso le classi ricche, di censo più elevato.
Sanno di poter contare su una immunità mediatica.
E' davvero avvilente.
Oggi, parlare delle problematiche vere dei cittadini è diventato un lusso.
Che noi italiani non possiamo permetterci.
Così come non se lo potevano permettere in Urss nel 1985.
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