di Sergio Di Cori Modigliani
Il segretario del fondo monetario internazionale, Dominque Strauss Kahn, forse l'uomo più potente del pianeta terra in questo momento, è finito in galera, a Manhattan, New York, sotto l'accusa di stupro intenzionale.
Il segretario del fondo monetario internazionale, Dominque Strauss Kahn, forse l'uomo più potente del pianeta terra in questo momento, è finito in galera, a Manhattan, New York, sotto l'accusa di stupro intenzionale.
Questa è la notizia nuda e cruda che tutti conosciamo per averla letta, sentita, ascoltata e presentata dai media, in tutte le salse. Immediatamente è scattata, all'unisono (come una macchina che innesca una marcia in automatico) la consueta interpretazione dietrologica italiana anti-americana che vuole identificare in questo episodio una specie di complotto organizzato dalla destre internazionali contro questo signore (come se il fondo monetario internazionale fosse, in realtà, una associazione di beneficenza che si occupa di elargire fondi di sussistenza ai paesi e ceti meno abbienti del pianeta).
Sono assolutamente convinto che se lo stesso identico episodio -con gli stessi attori e nelle stesse identiche circostanze- si fosse verificato a Milano, Parigi, Londra, Madrid, Mosca, Shangai o Buenos Aires, l'esito sarebbe stato completamente diverso, per non dire opposto. Non sarebbe mai diventato pubblico. La cameriera sarebbe sparita nel nulla oppure sarebbe stata arrestata per calunnia e diffamazione aggravata, oppure, nella migliore delle ipotesi, sarebbe stata silenziata con un grasso e congruo assegno miliardario.
E' probabile che, forse, si siano anche verificati nel passato altri episodi di questo genere, per l'appunto a Milano, Mosca,ecc,ecc, e noi non lo abbiamo mai saputo nè lo si saprà mai.
Così come è molto probabile che, in questo preciso istante, si stiano verificando episodi analoghi di cui a noi non verrà mai data menzione alcuna.
Non a Manhattan.
Perchè gli Usa -e chi conosce molto bene l'autentica realtà della vita civile in quella società per averci vissuto lo può comprendere e testimoniare- sono da almeno un decennio all'avanguardia e in prima fila nella lotta contro quello che in inglese americano si chiama, con definizione sociologica, SRS, ovverossia Social Status Rape, laddove con questo termine si identifica "l'abuso sessuale violento nei confronti di donne o minori appartenenti a classi sociali deboli da parte di uomini appartenenti a un ceto elevato sia finanziariamente, politicamente che socialmente, i quali, approfittando della loro posizione di indubitabile predominio collettivamente riconosciuto ritengono di poter avere licenza di esercitare in maniera arbitraria l'abuso sessuale nei confronti di soggetti lavoratori alle dipendenze". Così recita la spiegazione.
Da bravo meschino potente maschilista di cultura latina, Strauss Kahn ha peggiorato la propria posizione perchè, una volta fermato dalla polizia locale, nonostante gli avessero riconosciuto il surplus di salvaguardia della propria immagine pubblica non ammanettandolo, una volta trovatosi nella stanza del commissariato più duro del mondo occidentale, quello di Harlem a New York, davanti ai responsabili della squadra speciale anti stupro, invece di confessare o quantomeno prendere atto che aveva a che fare con interlocutori legalmente motivati, e davvero poco inclini alla corruzione, dopo aver negato tutto, ha provato la più squallida linea di difesa pensabile in una società democratica che funziona, l'uso della frase "voi non vi rendete conto di chi sia io...è la mia parola contro quella di una cameriera che non conta nulla" (la frase è ufficiale).
Da cui l'ordine del capitano di ammanettarlo, e di esibire davanti ai media di tutto il mondo la passeggiata di Strauss Kahn con le braccia immobili, dopo aver risposto (anche questa è ufficiale) "sì lo sappiamo benissimo chi è lei: un maiale stupratore, nè più nè meno. Per quanto concerne la mia squadra, che un predatore sessuale violento sia miliardario o povero, potente o impotente, è irrilevante. Mi dispiace per lei".
Fine della storia personale di Strauss Kahn.
Sono molti anni che l'America sta combattendo una dura battaglia sottaciuta contro la diffusione sempre più massiccia dello stupro e della schiavitù sessuale, nuova moda neo-coloniale della società post-moderna, sempre più presente in tutto l'occidente (Italia, ahimè in testa alle classifiche).
Tant'è che la Corte Suprema d'Alta Giustizia Usa ha modificato il proprio codice penale portando il reato di "stupro con violenza alla persona" dal quinto al secondo posto tra i reati più gravi, viene dopo soltanto l'omicidio e prima della rapina a mano armata e di organizzazione a delinquere.
E' una battaglia che rende onore alla società americana, perchè è una battaglia all'avanguardia che riguarda tutti noi.
Iniziata molti molti anni fa, accelerata da un paio d'anni, da quando un gruppo piuttosto vasto di persone, capeggiato da tre organizzazioni femministe, stanno tentando di spingere la segreteria dell'Onu a espellere dalla massima assise politica planetaria la Repubblica del Congo "per indegnità etica e odio per l'umanità", senza poter contare sull'ausilio di nessuna organizzazione europea. Il Congo, infatti, ha una particolarità: ha legalizzato lo stupro ai danni delle donne. Gli ultimi dati ufficiali rivelano che in quella nazione ogni anno vengono stuprate circa 500 mila donne e che è diventata molto attiva la pratica del turismo sessuale che attrae e attira molti occidentali soprattutto europei: si va in vacanze in Congo a stuprare le negre.
Perchè di questo si tratta.
Da cui il titolo di questo post "il Congo fa schifo" perchè è giusto -altrimenti non avrebbe alcun senso seguitare ad insistere quotidianamente per approfondire le proprie capacità di essere Liberi Pensatori- ritportare il dibattito mondiale nel suo alveo naturale di salvaguardia dei principii etici e morali.
Fintantochè in Congo si vive così, è giusto definire il Congo un paese che fa schifo.
Chiedetelo a Robin Andrews, lui vi potrebbe raccontare alcuni aspetti esilaranti.
La sua storia è diventata pubblica nell'aprile del 2009, in Usa, pubblicata sui giornali, dibattuta nei talk shows, in Italia mai neppure diffusa.
La storia è la seguente, la racconto a chi non la conosce e la ricordo a chi, eventualmente, l'ha dimenticata.
Una giornata di primavera, a New York, durante la pausa pranzo, una decina di impiegati di una importante società finanziaria di Wall Street, stanno insieme a mangiarsi un panino al bar. Sono dirigenti, funzionari e segretarie tutti insieme. Due donne commentano con raccapriccio di aver visto la sera prima in tivvù un documentario in cui si parla della libertà di stupro in Congo. Alcuni scuotono la testa, mentre Robin, tra una sorsata di birra e l'altra, dice che "se sono tante a farlo evidentemente ci proveranno qualche gusto". Le due colleghe rimangono molto colpite negativamente e borbottano qualcosa cambiando poi argomento. Robin, infatti, è un alto funzionario con uno stipendio da 50.000$ al mese. Ma una settimana dopo l'episodio si ripete, una replica esatta. Quattro colleghi che sono stati testimoni auditivi del fatto presentano un esposto al gran capo che fa aprire una investigazione segreta durata 22 giorni. Alla fine, le prove acquisite sembrano dimostrare che Robin Andrews è un tifoso dello stupro e che invidia i congolesi.
Viene convocato nell'ufficio del gran capo ignorandone la motivazione.
Si dà il caso che il suo superiore sia una donna, Shu Yong Mackenzie, considerata un piccolo genio della finanza; squisito e affascinante prodotto genetico di un miscuglio inter-etnico (padre cattolico scozzese, madre cinese scintoista) la quale decide di prendere una decisione salomonica. Perchè Robin è un ottimo lavoratore, competente, meritevole e bravo.
Il colloquio (da anni noto) è, sintetizzato, il seguente:
"Robin, ti ho chiamato per comunicarti di averti promosso"
"Wow!"
"Ho controllato sulla tua scheda personale e ho visto che sono due anni che non ti prendi una vacanza. Hai collezionato ben 22 giorni di ferie arretrate. Dato lo stress attuale, te le concedo da lunedì, così intanto ti riposi e ti rilassi un po'. Te lo meriti"
"Ma sto seguendo un cliente importantissimo"
"Di quello se ne occuperà Jocelyn, l'ho già avvertita"
"Ma Jocelyn è una novizia, si è appena laureata e non ha esperienza".
"Farò io da supervisore, starà sotto il mio controllo da cane rognoso".
"Avevi parlato di promozione"
"Esattamente. La vita è dura e costosa per tutti e tu sei bravo. Da oggi sei il nuovo direttore marketing internazionale della società per quanto riguarda gli investimenti porovenienti dai mercati europei in tutto il continente africano. Il tuo stipendio passa da seicentomila l'anno a un milione e cento mila dollari più benefits".
"Ma che bello, grazie".
"Bene, sono contenta che tu abbia accettato. Ti abbiamo già preso il biglietto. Parti tra 24 giorni. La tua sede permanente sarà a Brazzaville, nel Congo, dove dovrai restarci per almeno 24 mesi, pena l'immediato licenziamento".
"Ma io sono nato e cresciuto a New York, non ci voglio andare in Congo".
"Non credo tu possa scegliere".
Mr. Andrews è finito nel Congo dove ha resistito soltanto sei mesi; dopodichè si è licenziato, ha rinunciato alla sua carriera, ha divorziato e si è ritirato a fare l'agricoltore in California.
"La vita in Congo è un vero inferno" ha dichiarato nel novembre del 2009 in una intervista sul Wall Street Journal.
Il Congo è partner privilegiato della comunità europea.
E' una nazione piena zeppa di risorse energetiche, minerali pregiati, petrolio, uranio, zinco, gas naturali.
Così va il mondo.
Sto diventando filo americano.
Buona settimana a tutti
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