giovedì 8 marzo 2012

Lidia Castellani lancia un'iniziativa popolare attraverso una "lettera aperta ai partiti l'8 marzo"

di Sergio Di Cori Modigliani

La scrittrice Lidia Castellani ha lanciato un’iniziativa popolare attraverso una lettera inviata alla segreteria dei partiti italiani, nella quale si chiede di formare liste elettorali alla pari di genere, cioè 50% femmine, 50% maschi.
Inoltre, si chiede alle segreterie di presentare per ogni candidato alle elezioni (maschio o femmina che sia) il curriculum vitae, l’intera biografia, in modo tale da mettere il potenziale elettore nella posizione di poter valutare il merito e la competenza dell’aspirante eletto.

Chi vuole firmare e aderire, può andare su facebook e cercare “Lettera ai partiti”, oppure rivolgersi direttamente alla scrittrice Lidia Castellani.

In occasione dell’8 marzo, mi è sembrato divertente propagandare un’iniziativa che è semplice, diretta, pragmatica, efficiente ed efficace, per l’appunto: molto femminile.

Ecco il testo della lettera:


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LETTERA APERTA AI PARTITI -IL VOTO DELLE DONNE-
LETTERA APERTA AI PARTITI
IL VOTO DELLE DONNE

 Siamo cittadine di questo Paese, alcune di noi lavorano, altre studiano, sono disoccupate o dedicano il loro tempo alla famiglia. Ma tutte noi, nel lavoro, nello studio, fuori e dentro la famiglia, ogni giorno facciamo il nostro dovere, e lo facciamo al meglio perché ci crediamo.
Anche per questo non ci rassegniamo a lasciare questo Paese nelle mani di un’oligarchia, quasi tutta maschile, di “professionisti della politica”. Perché la politica riguarda la vita di tutte noi.  Scriviamo questa lettera, anche a nome di tutti gli uomini che ne condividono lo spirito, sia a titolo individuale che a nome di varie associazioni e gruppi appartenenti alla società civile perché abbiamo deciso di cambiare l’unica cosa che possiamo cambiare subito: il nostro comportamento!
Ve lo comunichiamo perché la cosa vi riguarda direttamente in almeno due punti:

1) Nell’attesa che riusciate a mettervi d’accordo su una nuova legge elettorale che possa eliminare ogni discriminazione di genere, noi abbiamo deciso di votare solo per quei partiti che presenteranno liste con ugual numero di candidati dei due sessi.
Questo per rafforzare la presenza delle donne nelle istituzioni, dalle quali finora siamo state metodicamente escluse, in nome del principio di uguaglianza sancito dall'art.3 della Costituzione italiana.
Quindi:
I partiti che non presenteranno liste con il 50% delle donne tra i candidati, non avranno il nostro voto

2) Nell’attesa di una legge elettorale che restituisca il potere di scelta alle elettrici e agli elettori, abbiamo deciso di votare solo quei candidati e candidate che, attraverso i partiti che li sostengono, metteranno a disposizione dell’opinione pubblica la loro biografia completa, con la storia dettagliata del loro percorso professionale, patrimoniale e politico, ivi compresi meriti e competenze che noi ci riserveremo di controllare nella loro completezza e veridicità.
Questo in nome di una necessità di trasparenza essenziale al miglioramento della qualità della rappresentanza politica, sia maschile che femminile, che ormai si è ridotta a rappresentare soltanto se stessa.
Quindi:
I partiti che non forniranno i profili dettagliati delle loro candidate e dei loro candidati, non avranno il nostro voto. 
Se queste due richieste saranno disattese, non vi voteremo; lo faremo privatamente, a partire da noi stesse, dalla rete delle nostre relazioni familiari, amicali, professionali, e lo faremo pubblicamente, in modo più organizzato, utilizzando tutti i canali possibili delle donne e della comunicazione politica, sociale, culturale.
Poiché crediamo nell’urgenza di questa battaglia di democrazia e di civiltà, invitiamo tutte le cittadine e tutti i cittadini che ne condividono lo spirito a firmarla e a diffonderla.
Alle donne dei partiti che condividono le nostre richieste chiediamo di farsene interpreti presso le loro segreterie e di rendersi disponibili per un incontro/confronto che contiamo di organizzare al più presto.


6 commenti:

  1. Sì, ma allora direi 33% donne, 33% uomini, 33% gay, lesbiche, transgender e il resto.

    guru

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    1. guru forse è nel 66 % D*U che si trova quel 33%..quindi in definitiva è corretto il 50%

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  2. Iniziativa valida in linea di principio, ma di difficile attuazione a livello pratico. Il problema di fondo rimane ed è culturale. Sino a che abbiamo questa disinformazione la gente farà fatica a diventare consapevole dei propri diritti e dei propri doveri. Non sono le formule matematiche o le ricette già belle e pronte da applicare a migliorarci, se non c'è prima conoscenza e poi coscienza.

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  3. chiedi e ricatta
    naturalmente per una "nuova Italia"
    Tanti auguri. Sono sicuro, la signora avra' la dovuta attenzione.
    Tanto maggiore quanto i voti che portera'.

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  4. Che commenti acidi! Sinceramente credo in questa iniziativa che ha già portato tutti quelli che l'hanno promossa (siamo un gruppo!) e quelli che l'hanno condivisa un pò fuori dal cerchio del lamento fine a se stesso! Già questo è un buon risultato, il resto si vedrà!
    Ringrazio Sergio Di Cori Modigliani per averne parlato!
    Lidia
    P.s. Scrive 'anonimo' tanto maggiore quanto i voti che porterà' Chiedo: voti, a chi? E lo invito a non guardare il mondo con i soli occhiali della malafede verso tutti, non serve a nessuno!

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    1. Oh beh! Un tocco femminile ci voleva, finalmente! Una delle piaghe incancrenite dell'Italia è proprio il cinismo -anticamera dell'indifferenza- che parte dal presupposto di diffondere sempre sospetti anticipati e spingere gli individui verso la depressione e l'inazione. Anch'io sono rimasto turbato da diverse reazioni. Siccome oggi voglio essere più realista del re, ci aggiungo un tocco di solidarietà nei confronti delle donne: in un paese come questo dove fino a ieri tutti si scatenavano contro le bimbe cattive di Arcore, una volta tanto che c'è una cittadina italiana, un intellettuale, una donna pensante che lancia una iniziativa personale che ha un fine dichiaratamente relativo al raggiungimento di un bene comune, viene addirittura identificata come furbetta, invece di essere salutata come una cittadina che (almeno) si dà da fare. Soprattutto nel riconoscere la diversità dell'approccio squisitamente femminile al "fare politica", cioè: pragmatico, efficace ed efficiente. Così, d'istinto, mi sembra di aggiungere che sembra sempre che in questo paese, alla fine, si preferiscano le donne ai fornelli oppure le si accettino sempre e soltanto se interpretano il personaggio della pupa in ghingheri che vuol sedurre il capo. Guarda caso, tra le mille iniziative civiche lanciate negli ultimi mesi, la prima spontanea manifestazione di raggruppare un nuovo modello propositivo per spingere verso la trasparenza (laddove la trasparenza non fa riferimento al tessuto del reggipetto) lanciato da una intellettuale, genera sospetti invece che consenso.
      Capisco il perchè del successo della farfallina di Belen: è l'immagine di donna che il paese vuole e sogna.
      Pur non conoscendola personalmente, se non per i suoi divertenti libri, personalmente riconfermo la mia solidarietà e appoggio a una iniziativa che potrebbe smuovere qualcosa, forse soltanto qualche granello di sabbia e niente di più. Ma essendo l'Italia la Concordia poggiata su un fianco e in equilibrio instabile, forse, certe volte bastano pochi granelli di sabbia per smuovere il tutto e far cambiare l'asse di appoggio.

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