lunedì 10 ottobre 2011

C'è la bufala della "primavera araba" e la truffa degli "indignados". ma c'è anche il rock'n roll.

di Sergio Di Cori Modigliani

·         Ho già avuto occasione di scrivere su questo blog la mia ferma e netta impressione  relativa al movimento statunitense che qui, in Italia, viene definita “gli indignados americani”.
·         Dalle risposte e diversi commenti di alcuni lettori –oltre che da diverse discussioni con amici e conoscenti nel mondo reale- ho capito che c’è un enorme scetticismo in proposito e che la mia idea è, decisamente, in contro-tendenza.
Questo post di oggi, ha lo scopo di riconfermare la mia idea, e allo stesso tempo invitare i più curiosi e attenti tra i lettori a seguire con accortezza lo svolgimento e l’evoluzione di quello che io considero, in questo momento, “l’unico e originale movimento di opposizione di massa, attualmente esistente nel mondo occidentale”.
Penso che i più liberi e spaesati comincino a rendersi conto della bufala mediatica presentata a noi italioti sotto lo splendido titolo da show per mentecatti “primavera araba”. I 23 morti di Piazza Tahir, in Egitto, nella domenica 9 ottobre (quattro poliziotti e 19 innocenti cittadini la cui unica colpa consisteva nel professare il culto cristiano invece che quello mussulmano) evidenziano lo stato nebuloso e di totale allarmante disastro socio-politico nel quale è precipitata la Repubblica d’Egitto. Non è certo una sorpresa. Lo può essere soltanto per gli ingenui e i superficiali che pensavano a una rivolta “democratica” in un paese che non ha mai avuto nella sua recente storia nessun dibattito democratico, nessun leader democratico, nessun intellettuale democratico, nessuna tradizione evidente  di battaglia politica democratica. In Egitto c’è al potere una cricca di militari sanguinari e corrotti che ha rovesciato un dittatore sostituendo la dittatura di una famiglia con quella di una casta oligarchica, ben più pericolosa di qualunque altra casta per il fatto che sono militari e quindi in grado di mettersi d’accordo immediatamente con le grandi potenze perché possono o non possono scatenare una guerra mondiale quando vogliono. Anche in Tunisia le cose vanno malissimo. In Siria, com’è noto, sono ormai in piena guerra civile. Per non parlare della Lybia dove i giornalisti e bloggers indipendenti di nazioni non coinvolte in guerra (svedesi, brasiliani, argentini e australiani soprattutto) seguitano a diffondere notizie sulle decine di migliaia di morti (soltanto negli ultimi dieci giorni circa 15.000) con Gheddafi più pimpante che mai, in una situazione di totale caos violento, con gli americani –la fonte è ufficiale e proviene dal dipartimento di stato Usa- che stanno disincagliandosi e il comando Nato che ha passato agli italiani il compito di gestire la maggior parte dei bombardamenti (il 75% dei furiosi bombardamenti nelle ultime tre settimane sono stati condotti dai nostri tornados); di fatto, l’Italia, nell’ultimo mese, è stata costretta a prendere ordini da Gran Bretagna e Francia stando zitti –per i motivi che ben sappiamo- ha di fatto esautorato il Parlamento, evitando la discussione prevista in data 23 settembre 2011 per discutere sulla fine della guerra o sul suo prolungamento (il governo aveva accettato la mozione della Lega Nord che aveva identificato nella data 26 settembre “l’estremo limite massimo” per poi avviare una discussione parlamentare). La Lega non ha potuto tener fede alla propria posizione perché, altrimenti, sarebbe stata costretta a sfiduciare il governo. Quindi, nessuno ha detto nulla. Nessuno ha ricordato la data e il nostro ministro degli esteri, d’accordo con Napolitano e l’intero Parlamento ha detto alla Nato che si andava avanti in tutta tranquillità. Neppure una protesta. Neppure un articolo. Neppure un rigo. Neppure un’intervista. Nada de nada. Lì, in Lybia, stanno esattamente come stavano a fine luglio. Anzi, molto peggio.
Per quanto riguarda i cosiddetti “indignados” spagnoli, non può accadere proprio nulla, perché in Spagna si trovano in campagna elettorale e quindi –di comune accordo- non vengono fatte richieste al governo (che è dimissionario) e ciascuno conta i seguaci nel proprio schieramento, avendo spostato l’ago del confronto dalle piazze alle tribune politiche dei candidati.
In Usa, invece, non soltanto vanno avanti per il 24esimo giorno consecutivo, ma cominciano a organizzarsi.
Quelli sono americani. E ricchi.
E in quanto tali, sono pragmatici, efficaci, efficienti.
E alle spalle hanno una grande, autentica, tradizione di lotta democratica.
E’ la loro cultura.
Ciò che sta avvenendo in Usa è la “prima e unica” rivolta democratica avvenuta negli ultimi 35 anni, seconda soltanto a quella spagnola che si liberò dello spettro del dittatore Francisco Franco pochi decenni fa. Ma furono costretti ad attendere la morte del dittatore, prima non era stato per loro possibile.
In Usa, non soltanto si è estesa da New York a Chicago, Los Angeles e Miami. Ma ha raggiunto ben 48 importanti città costituendosi come efficiente movimento collettivo nazionale. Hanno aperto un sito su facebook che in una settimana ha raggiunto 85.000 iscritti (occupy.org) e le persone che seguono il sito non sono curiosi, sono tutti militanti. 1.870 radio locali e 4.567 canali televisivi locali, quotidianamente riferiscono sulle attività movimentiste e i network giornalistici non asserviti al dittatore Murdoch attraverso la rete Fox, e cioè CNN, ABC, NBC, ogni giorno dibattono, si confrontano, discutono, elaborano, riferiscono, fungendo da cassa di risonanza.
Non soltanto sono condannati soltanto a crescere e ben presto dilagare perché stanno diventando –da modesto rivolo rabbioso- un fiume in piena, ma hanno ottenuto il primo e più poderoso risultato “concreto” auspicabile, soprattutto “impensabile” in Francia, Gran Bretagna, Italia e Germania dove al potere c’è una compagine di centro-destra che rappresenta gli interessi di gruppi tecnocrati e oligarchici inter-connessi tra di loro: gli Usa sono il primo paese –in questo momento- in tutto l’occidente in cui il potere centrale ha  “scelto” di non avere più le due frasi “pareggio di bilancio” e “deficit pubblico” come le due priorità economiche e politiche nella propria agenda, nei propri discorsi, nelle discussioni parlamentari.  Parlano di “occupazione e lavoro” (primo punto dibattuto: 54%) e poi “abbattimento dei privilegi consolidati da parte delle grandi multinazionali” (al 32%) e “costituzione di un nuovo sistema di tassazione nazionale, federale, che presupponga una totale rilettura delle percentuali delle aliquote attualmente a danno principale della classe media” (al 10%). Il “pareggio di bilancio” è finito al quarto posto (3%) deficit pubblico al quinto (1%).
E scusate se è poco.
In Italia, lo stesso tipo di sondaggio ci spiega che da noi al primo posto (76%) c’è “intercettazioni telefoniche: sì oppure no” al secondo (11%) “la vita personale del premier” al terzo (11%) “se il premier deve o non deve andarsene” al quarto  “la necessità del pareggio di bilancio”.(2%)
(I dati sono forniti dalla Multimedia Data Company, società svizzera che lavora in collegamento con l’Ufficio statistico della Facoltà di Sociologia dell’Università di Stanford, Harvard, Princeton).
Un altro aspetto, in Italia sottaciuto –per non dire apertamente censurato- consiste nel fatto, più che ovvio, che la particolarità essenziale di questo movimento consiste nel fatto (davvero non piccolo né tantomeno irrilevante) di poter contare sull’appoggio dichiarato e concreto del Presidente.
E in Usa, non è roba da poco.
Non lo è in nessun paese.
Leggendo e seguendo gli avvenimenti in Usa che in Italia mostrano in tutt’altro modo, si evince che “occupy wall street” si è trasformato in “occupy together.org”: hanno costituito, cioè, da bravi soldati, il comando centrale operativo, trasformando un evento localistico, prima in un evento urbano metropolitano e in quindici giorni in un fatto federale, nazionale.
Il loro prossimo obiettivo “dichiarato” consiste nell’internazionalizzazione dell’evento.
Tutto ciò accade, in Usa. Perchè gli Usa sono rock.
L’hanno inventato loro. E non a caso.
A differenza dei cosiddetti “indignados” (senza prospettive, senza piattaforma, senza agenda, senza direzione) e le minuzie nostre nazionali sulle quali è sano sorvolare, va detto che “occupy.org” ha provocato un effetto rigeneratore di tipo psico-sociale che sta provocando in Usa un effetto che definire “effetto bomba” è dir poco: gli americani stanno riscoprendo il sociale reale al posto del virtuale, trasformato per ciò che il virtuale dovrebbe essere: uno strumento tecnologico prezioso per lavorare, connettersi, scambiarsi informazioni. E basta. 8 milioni di persone, cittadini statunitensi, hanno ammesso che da quando esiste “occupy.org” non si connettono più su facebook tanto per farsi quattro chiacchiere con anonimi sconosciuti, ma preferiscono andare nel luogo di raduno locale dell’organizzazione per vedersela con esseri umani reali in carne e ossa, parlando dei loro problemi reali, anche personali. A differenza dell’Italia, nazione in cui –come i dati statistici ci confermano- i cittadini hanno fatto battere il record assoluto di usuari di facebook nel mondo: in Italia, la socialità umana reale è stata sostituita da quella virtuale fittizia.
E’ per questo che Berlusconi ha trionfato e seguita a trionfare.
“Occupy.org” è un movimento rock ‘n roll.
Quindi, non è esportabile.
Ma può provocare contagio.
Quantomeno è ciò che dovremmo augurarci tutti.
Le prime informazioni attendibili sull’Italia non sono ideali. Ci fanno comprendere che in casa PD, in casa IDV e in casa Grillo c’è un dichiarato timore rispetto a questa prospettiva.
“Occupy.org”, infatti, pur occupandosi apertamente e dichiaratamente di economia e di politica, non intende farsi condizionare da scelte partitiche. Tant’è vero che esistono leader democratici statunitensi che sono molto critici e cominciano ad esserci leader repubblicani conservatori che invece lo appoggiano.
·         Ieri mattina –fondamentale per l’America- è arrivato l’appoggio del reverendo Al Sharpton, un leader afro-americano che vanta un enorme seguito. Il suo appoggio è americano. Ovvero: pratico. Ha spostato a Zuccotti Park, nel lower Manhattan district della città di New York, il quartier generale della sua radio, la National Action Network, “per avere la possibilità di riferire ai radio ascoltatori direttamente dalla linea del fronte gli avvenimenti quotidiani!”: hanno messo in piedi un baracchino tecnologico e da lì si sono sintonizzati con 3.567 radio locali. Lo ha fatto anche Father O’Keefe, un prete irlandese cattolico che gode di ottima reputazione a Boston, offrendo la propria parrocchia come sede locale di “Occupy.org” piazzando quattordici enormi alto-parlanti fuori della porta della sua parrocchia per coinvolgere la popolazione. Negli stati del sud, l’organizzazione ha fatto propria una delle splendide massime del leader mussulmano afro-americano Malcolm X
·        
·         "Di solito gli uomini quando sono tristi non fanno niente... si limitano a piangere della propria situazione. Ma quando si arrabbiano, allora si danno da fare per cambiare le cose."
Ne hanno fatto un gigantesco striscione davanti all’ingresso dell’Università a Birmingham, Alabama (quella di Via col vento, tanto per intenderci). Due giorni dopo è stata replicata in tutto il deep south, il profondo sud conservatore della nazione americana.
Poiché in America hanno inventato, oltre al rock anche il business, inevitabile pensare –come avevano fatto, sbagliando, i più cinici osservatori-  che questo movimento non possa godere di futuro roseo perché non avendo soldi, non avendo sponsor, non avendo quindi una “audience” da vendere alla pubblicità, non faranno molta strada.
E invece no. Sono rock e anche business.
E’ il secondo grande obiettivo raggiunto, senza accorgersene: in Usa “la politica economica” è balzata al primo posto assoluto nell’interesse generale nazionale al posto del gossip. Tradotto vuol dire che tutte le radio, tutte le televisioni, tutti i media, e di conseguenza, gli attori, le celebrità, gli sportivi, gli aspiranti narcisisti, il vasto pubblico di consumatori acquirenti, vogliono seguire la vicenda. Quindi, la pubblicità vuole stare lì.
Delizie del capitalismo, laddove funziona.
Il capitalismo non ha ideologia: a loro basta vendere.
Se chi protesta fa vendere, ben venga.
Se chi protesta spiega addirittura perché il nemico sono –per fare un esempio paradossale-  le agenzie di pubblicità, ben venga. Mica si offendono. Purchè vendano il  prodotto del loro cliente che paga..
Da noi, in Italia, vendono le memorie delle escort, le confessioni delle escort, i romanzi degli onorevoli, i film degli amici raccomandati dagli onorevoli che vanno con le escort, i talk show dove vanno come ospiti i parenti raccomandati dagli amici degli onorevoli che vanno con le escort e così via dicendo. Quindi ce li dobbiamo sorbire tutte le sante sere, adesso perfino su facebook e twitter, ormai intasati di messaggi che annunciano libri, dibattiti e trasmissioni di escort, di politici che vanno con le escort e di amici e parenti dei politici che vanno con le escort, camuffati da protestatari contro la casta (sigh doppio sigh). Ogni etnia ha i propri miti.
Comprensibile, quindi, che da noi, in Italia, non si sappia e non si possa capire che cosa stia accadendo dall’altra parte dell’oceano.
Ci tenevo a raccontare la mia idea su questa vicenda e confessare la verità: muoio dall’invidia.
Ho una gran voglia di ballare di nuovo il rock ‘n roll.
Mi tocca sorbirmi il minuetto perché ho scelto di stare in Italia e, nella migliore delle ipotesi, un valzer demodè e noioso, presentato da Michele Sant’Oro, un miliardario che fa l’elemosina, e piagnucola chiedendo 10 euro, un evento surreale che soltanto nella Repubblica Italiana poteva verificarsi.
Ma ormai, qui, non mi stupisce più nulla.
Questo è il problema principale di questa nazione.

Raglia raglia Giovane Itaglia.


28 commenti:

  1. Condivido la fiducia e l'entusiasmo per Occupy Wall Street, che seguo fin dai primissimi giorni (soprattutto via Guardian), solo che a me fa venire la depressione.
    Ieri leggevo l'intervento di Naomi Klein su Come Don Chisciotte e...sì,ho provato la sensazione di vivere in un paese un po' ai margini, un paese nel quale i più importanti quotidiani ci propinano roba già vecchia e predigerita, che pare avere lo scopo di farci sapere come si danno le pacche sulle spalle o i calci nel sedere, fra loro, politici/industriali/banchieri/giornalisti.
    Però c'è un'altra notizia americana che seguo da giorni e che per ora non vedo riportata da alcun quotidiano: quella sugli effetti della nuova legge sull'immigrazione in Alabama: figli di immigrati ritirati dalle scuole perché i genitori temono che potrebbero, se trovati in assenza di permessi di soggiorno,finire tutti in galera. E via libera alla polizia municipale di verificare sempre, anche senza motivo, se gli immigrati (soprattutto latino-americani) che incrociano per strada sono in regola o il divieto di fornire acqua potabile dell'acquedotto cittadino a chi non in regola con i permessi.
    Mi pare che la nostra Adro leghista e le nostre mense scolastiche, che mettono a pane e acqua i bambini che non risultano in regola con il pagamento della retta, possano dichiararsi fratelli di questo vecchio rinato razzismo nell'America del Sud.
    Speriamo che Occupy.org faccia pulizia anche di queste leggi (e queste teste) barbare.
    Lì e qui.

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  2. Scusa Sergio ma il sito occupy.org mi sembra un dominio parcheggiato.
    Ti riferivi forse a ioccupy.org ?

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  3. @Anonimo....errata corrige: la dizione esatta è occupy together.org....esattamente come nella fotografia che c'è in bacheca. Mi ero sbagliato a scriverlo nell'articolo.......

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  4. @Rossland....sì concordo, è deprimente....da quel che sono riuscito a sapere uno degli sbocchi operativi dell'organizzazione "occupy together.org" consiste proprio nell'andare ad occupare il vuoto sociale lasciato scoperto dalla macelleria tecno-politica e proprio in Alabama, Tennessee e Texas si stanno concentrando proprio per affrontare il problema di cui tu, giustamente, parli. Poche ore fa era previsto un primo raduno in New Mexico, in un paesiono di confine con il Messico per affrontare questo problema....se non altro, lì, si muovono..............buona fortuna a tutti noi

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  5. ... mmmm .... Campagna elettorale? Del resto "Yes we can" lo avevano già sparato... con i fantastici risultati che abbiamo visto! .... Stiamo a vedere! Comunque se Soros volesse finanziare anche in Italia magari potremmo farci un pensierino... Saluti

    Melman!

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  6. Prudenza Modigliani, prudenza.
    Non sempre anzi direi quasi mai i propri desiderata si realizzano.

    Anche perchè i problemi sono ancora tutti sul tappeto e molti di più, temo, sotto di esso.
    Non basteranno cortei, slogan et similia per risolverli.

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  7. a sostegno di quanto esposto da Luigiza

    http://www.vocidallastrada.com/2011/10/11-ragioni-per-le-quali-i-manifestanti.html#more

    come italianizzare la politica americana

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  8. Ringrazio il lettore Yuma per l'articolo segnalato dove viene posta l'unica vera ed anche a mio parere logica domanda alla movimento non da risposta:
    perchè non se la prendono con il responsabile del disastro?

    Il sottoscritto non é stato negli USA nei nei giorni scorsi, ne aihme nel passato, ma vedendo questo filmato che documenta i primi giorni della manifestazione, si domanda se sono credibili quei fenomeni da baraccone che 'meditano' (?) col ditino alzato in mezzo ad un gran frastuono.

    Le rivoluzioni vere laggiù le hanno fatte Washington, Adams, ecc., qui da noi Cromwell, Robespierre ed i Danton.

    Oggi negli USA personaggi di tale statura dove sono?

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  9. io non ho capito una cosa: verso chi protestano? qual'e' la ricetta che propongono per la cura?

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  10. "Remember: the problem is not corruption or greed. The problem is the system that pushes you to give up."

    allora, dicono che il problema e' il sistema e cos'e' questo sistema? boh?!? e chi lo sa... e' il sistema e basta, cambiamo il sistema e siamo a posto. anzi cambiamo la parola che facciamo prima.

    parlano del niente e lo fanno condito di tutte le salse.
    ah ah ah che grasse risate che si stanno facendo i potenti, quellli che la vita la conoscono veramente....

    non fanno una sola analisi di una cosa che non va e non propongono una sola soluzione, e' il classico comportamento dei pirla, tanto lamento per poi alla fine seguire il primo che passa.
    l'ignoranza non porta bene, a nessuno.

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  11. @Anonimo del 11 ottobre 2011 01:37

    ..allora, dicono che il problema e' il sistema e cos'e' questo sistema?

    Loro erano e sono il sistema, che gli andava bene fin quando facevano loro comodo o fino a che l'illusione ha retto.
    Perchè all'orgia del debito a gogo hanno partecipato eccome.

    Adesso cercano i responsabili. Che si guardino allo specchio.
    L'Obama ha certo le sue colpe, in primis quella di aver assecondato nei fatti l'andazzo, mentre in campagna elettorale lo denunciava (a parole)

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  12. a riguardo della nazionalizzazione del movimento, dove si dice che gli americani hanno il rock and roll nel sangue, diciamo come stanno le cose.

    abbiamo gia' un'unica nazione mondiale (per lo meno al 80%) ed e' quella formata dai teledipendenti.
    oggi il governo mondiale esiste gia' e le leggi sono emanate dal teleschermo, quello che dice si fa e basta.

    quella gente oggi si lamenta perche' non riesce piu' ad avere tutte le cose che vede in tv!!!!!

    questa e' la verita', siamo tutti controllati come dei burattini e ci muovono come gli pare. ci fanno scarseggiare un po' alcune cose e noi subito che ci lamentiamo per cambiare la situazione e in questo cambiamento lo prendiamo di nuovo nel sedere, sempre piu' in profondita'. ormai la vaselina non serve nemmeno piu', tanto che siamo andati distanti dalla conoscenza necessaria per vivere una bella vita.

    la tv e' il governo e lo e' praticamente in tutto il mondo. ci fa desiderare quello che vogliono e noi andiamo dietro a questi desideri e non ad altri.

    ricordiamoci che chi protesta non lo fa per il bene degli altri (stanno bombardando ancora la libia senza nessun problema) ma perche' non riesce piu' a soddisfare completamente il proprio ego personale, vuoi perche' a perso il lavoro, vuoi perche' il suo potere di acquisto e' comunque diminuito.

    NOI E LA TV.

    TUTTA LA VITA GIRA ATTORNO A QUESTO DUETTO. IL RESTO SONO LE SINGOLE NOTE DI QUESTA MUSICA.

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  13. "Perchè all'orgia del debito a gogo hanno partecipato eccome."

    o per meglio dire:
    hanno cercato in ogni modo di soddisfare il proprio ego personale che desidera avere quelle cose che i media gli danno in pasto.

    il debito e' un mezzo, non il fine, chi ha i soldi lo fa anche senza debito. e' quando non si riesce piu' a soddisfare l'ego che nasce il problema.

    e' quando si fatica a muoversi come dei robot (i desideri li offre la tv in primis) che cominciano i problemi.

    il robot ha bisogno di un nuovo software e il programmatore glielo dara'.

    i non-robot sono pochissimi sul pianeta.

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  14. Ehmmm...
    Scusate, Anonimi vari e Luigiza, non è che (forse) ciò che manca in queste vostre legittime domande dubbiose, è una visione più ampia e altra di come si possa realizzare una rivoluzione?
    Leggo ogni pezzo pubblicato su Voci dalla Strada e non mi faccio mancare le pessime notizie sulla violenta realtà americana (giusto pochi minuti fa ho letto, su NaturalNews, che il governatore della California ha firmato una legge che consente alle ragazzine di dodici anni di decidere da sole, senza alcuna necessità del consenso dei genitori, se farsi iniettare o meno il Gardasil, pericoloso vaccino che dovrebbe proteggerle da un possibile futuro cancro alla cervice e sui cui effetti collaterali disastrosi non si dice nulla, giusto per dirne una, di contraddizione), e concordo al 100% sull'importanza della tv nella manipolazione della realtà.
    Tuttavia, forse sfugge una premessa fondamentale, che mi pare stia alla base di OccupyWallStreet: la necessità di cambiare noi, cioè le nostre teste.
    L'assoluta e prima necessità di capire cosa significhi quel messaggio ripetuto a tamburo: "We are the 99%" è un'idea di mondo in cui a contare è il Bene Comune, l'aver "cura" del nostro vicino, di risolvere i conflitti -ovunque e di qualunque dimensione siano - con la pratica attiva (non idiotamente inerte) della Non-Violenza.
    Vi dirò di più: esiste da tempo anche in Europa, quindi anche in Italia, un movimento che opera attivamente in questo senso, ed è quello da cui è partita la recente campagna che ha dato vita (e risultati eccellenti) al Referendum per l'Acqua pubblica.
    Significa che questo farà terminare l'oscena guerra in Lybia?
    Potrebbe, se fossero molte di più le persone che smettono di barricarsi dietro uno scetticismo a priori, sempre su tutto e comunque.
    Cambiare la propria testa è anche questo: cercare di capire se esistono altre strade percorribili, per cambiare il sistema, che non somiglino in nulla a quelle imposte dal sistema attuale: guerre umanitarie (con torture umanitarie), dittature dell'economia sulla politica, e quindi sui valori e sulle persone, rispetto di ogni pensiero e ogni diversità.
    E molto altro, naturalmente.
    Non considerare nemmeno, l'ipotesi che esista un'altra modalità dell'essere, è avere la certezza matematica di aver fallito senza aver nemmeno provato a combattere.
    Con la forza delle idee e la pratica quotidiana dei valori in cui ci si riconosce.
    Senza questo, sarà sempre, sicuramente, la Tv, l'unico consulente dei vostri pensieri.
    Provate a cambiare consulente, vedrete che forse qualcosa si può fare...

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  15. "la necessità di cambiare noi, cioè le nostre teste.
    L'assoluta e prima necessità di capire cosa significhi quel messaggio ripetuto a tamburo: "We are the 99%" è un'idea di mondo in cui a contare è il Bene Comune, l'aver "cura" del nostro vicino, di risolvere i conflitti -ovunque e di qualunque dimensione siano - con la pratica attiva (non idiotamente inerte) della Non-Violenza."

    la testa e' una cosa personale per cui se uno la vuole cambiare non c'e' bisogno che scenda in piazza, ce l'ha montata direttamente sulle spalle, la trova facilmente.

    il bene comune. gli americani assieme a noi hanno gia bombardato solo ultimemente almeno 3 nazioni e non mi sembra ci sia stata questa grande preoccupazione.

    la preoccupazione e' nata quando hanno cominciato a scarseggiare i soldi che servono per comprare tutte le cose necessarie a soddisfare i nostri desideri.
    fino a che non ci guardiamo dentro per capire cosa veramente vogliamo non andiamo da nessuna parte.
    il resto e' facciata, ma chi se ne frega della guerra, del vicino, se ci danno i soldi siamo a posto, quando abbiamo le cose che vogliamo siamo a posto, il vicino puo' anche andare in decomposizzione dopodomani.

    dai va la', siamo falsi all'ennesima potenza. ci possono pur essere le eccezioni ma confermano la regola che e' l'ego a dirigere ancora la vita.

    bisogna andare dentro all'essere per capire la vita, non e' sufficiente analizzare il piano materiale, quello dei 5 sensi, abbiamo anche un altro piano di vita che e' predominante su quello dei 5 sensi e questo piano di vita e' a noi completamente sconosciuto. chi lo conosce ci guida infatti in automatico.

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  16. Anonimo h. 2.36
    fino a che non ci guardiamo dentro per capire cosa veramente vogliamo non andiamo da nessuna parte.
    il resto e' facciata, ma chi se ne frega della guerra, del vicino, se ci danno i soldi siamo a posto, quando abbiamo le cose che vogliamo siamo a posto, il vicino puo' anche andare in decomposizzione dopodomani.


    bisogna andare dentro all'essere per capire la vita, non e' sufficiente analizzare il piano materiale, quello dei 5 sensi, abbiamo anche un altro piano di vita che e' predominante su quello dei 5 sensi e questo piano di vita e' a noi completamente sconosciuto. chi lo conosce ci guida infatti in automatico.

    E' esattamente il consulente cui mi riferivo.

    E' proprio cercando in sé, che si trova ciò che unisce il 99% contro l'1%.
    Solo che una volta che l'hai capito, hai il dovere di uscire e riconoscere in ogni altro te stesso.
    E questo è il comprendere il senso della difesa dei Beni Comuni.
    Non lo puoi fare restando solo soletto a rimirarti sempre l'ombelico o mugugnando sull'inevitabilità di un sistema perché tanto sono tutti così.
    Dopo la meditazione, bisogna passare all'azione.
    Cercando di mantenere ben chiaro in sè che agire non ha nulla a che fare con l'essere violenti.
    Nemmeno con il farsi santi.
    Insieme, siamo il mondo.
    Se hai capito e sai questo, non puoi che uscire a sederti accanto a chi Occupa Wall Street.

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  17. In un sistema che per funzionare ha bisogno della paura e della diffidenza su scala mondiale, è la fiducia (in se stessi e quindi nel prossimo) a essere rivoluzionaria

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  18. rossana, tu puoi avere a cuore il bene comune, quelli della protesta no, altrimenti il momento sarebbe stato prima di trovarsi insieme e pensare all'insieme, quando c'erano le risorse (anche monetarie).
    guarda caso si uniscono nella poverta'....
    no no, non ci siamo ancora.

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  19. @rossana...pienamente d'accordo e in sintonia, la considero un'ottima notizia. Come diceva Cechov "un uomo, da solo, alza due chili; ma due uomini insieme non alzano quattro chili, bensì dodici; e tre uomini insieme non alzano sei chili bensì 56 chili, e così via dicendo...è così facile, se soltanto la gente se ne rendesse conto".

    per quanto riguardi i cinici commenti di tutti gli anonimi (o soltanto uno; essendo anonimo non è possibile comprendere se si tratti sempre della stessa persona o meno) siccome fanno da pendant a diversi e numerosi commenti che ho ricevuto in privato, risponderò collettivamente con un successivo post dedicato proprio a questo. Non so ancora il titolo, ma il sottotitolo dovrebbe essere qualcosa del tipo. "Il facile cinismo di un'etica scettica: il cancro di un'Italia ingessata che non vuole proprio cambiare per paura del nuovo, del diverso. Del futuro".

    @luigiza...che mi consiglia "prudenza" rispondo: "coraggio e pulizia" e un'arroganza minore; tant'è che si risponde da solo quando, in un successivo post, ammette di non essere mai stato in Usa e di non conoscere quella realtà. Come sia possibile giudicare (e comprendere) un vasto impero senza averlo mai visto, rimane un grandioso mistero. Quindi, mi rendo conto che la sua idea nasce come frutto di ciò che vogliono far credere sull'America. Io ci ho abitato e lavorato per 22 anni in Usa e conosco molto bene quel paese. L'idea che si ha dell'America, in Italia, non corrisponde alla realtà di quella nazione e di quel popolo.
    In compenso c'è un altro @anonimo che sostiene "questa è la verità", beato lui che la conosce. In una realtà planetaria complessa non abbiamo bisogno del Verbo, ma di confronti su Verità magari distinte eppure mai distanti.
    Questa sì che sarebbe una grandiosa rivoluzione!!

    Un ringraziamento a tutti per la partecipazione passionale............

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  20. Anonimo delle 3.51
    guarda caso si uniscono nella poverta'...
    Passiamo tutti attraverso l'esperienza della realtà, prima di comprendere davvero le nostre contraddizioni e i nostri errori.
    Solo dopo aver compreso le conseguenze di questi, siamo pronti per cambiare davvero.
    Questo succede all'individuo e succede alla società.
    Non ha importanza quando inizia il risveglio:conta che una volta compreso l'errore, si agisca.
    Peccato ci abbiano scippato, manipolandolo fino a stravolgerne il senso, il bellissimo slogan "se non ora, quando?
    Ora, è sempre il momento giusto per iniziare a dire NO.

    @Sergiodicorimodigliani
    Siamo più di 2, siamo moltissimi.
    E' questa la (super) bella notizia.

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  21. termino dicendo che il mio non e' il verbo ma la semplice osservazione della massa.
    e' cosi' difficile vedere la relazione tra pubblicita' e cosa compra la gente? non mi sembra tanto difficile.
    facebook in italia e' partito solo nel momento in cui la notizia della sua esistenza e' andata sui media, prima non lo conosceva nessuno.

    di cosa parla la gente in italia? mignotteria varia e per forza, e' quello che sentono in tv.

    ecc ecc....................................

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  22. un esempio tra i milioni che si possono fare.

    "Mangia correttamente solo 1% bambini

    Barilla Center: proteine pari a 3-4 volte il necessario"
    da Ansa

    mangiano tutte le sminkiate che vedono in tv!!!!!!!!! LA TV E' IL VERBO, ALTROCHE'.

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  23. @anonimo...è un grave errore di miopia e di presunzione, il tuo; si basa sull'interpretazione italiana della realtà estesa a tutto il globo....ho già espresso la mia opinione in un precedente post in cui spiegavo perchè Berlusconi era stato vincente (uomo della tivvù nel periodo della tivvù) e perchè oggi è perdente (uomo della tivvù quando la tivvù non c'è più e conta sempre meno)....si vede proprio che non hai la minima idea di come si viva in America; facebook è nato proprio perchè la tivvù non socializzava più i trend; in Usa il 73% dei giovani tra i 15 e i 25 anni non guarda la tivvù. Le ultimi indagini rivelano (e rilevano) che tra i single in età tra i 18 e i 28 anni il 49% non possiede neppure l'apparecchio televisivo: è il nuovo trend. L'Italia è un paese arcaico, dove la gente rimane a casa dei genitori fino a 50 anni. In Usa se a 18 anni il figlio non se ne va di casa, lo portano dallo psichiatra. E' un'altra realtà. "facebook in italia e' partito solo nel momento in cui la notizia della sua esistenza e' andata sui media, prima non lo conosceva nessuno" questa frase ha un sapore personale, è una tua proiezione, non corrisponde ai fatti. Quando in Italia è comparso il primo articolo su facebook, gli iscritti erano già 4 milioni. Obama ha vinto le elezioni senza spendere neppure un centesimo in pubblicità televisiva; c'erano soltanto annunci elettorali repubblicani. Ha usato facebook, startup space, bring it in, tweet, e soprattutto youtube in diretta. Durante la campagna elettorale c'erano i forum in cui i feisbucchiani parlavano direttamente con le persone del suo staff. Lo scontro televisivo tra Obama e McCain ha toccato i minimi livelli di ascolto nella Storia. Larry King, il padre (inventore) del moderno talk show politico è andato in pensione nel 2009 "vado finalmente a riposarmi, sono un uomo della televisione: ho fatto il mio tempo". L'ha capito benissimo Santoro che ha montato un caso semplicemente per garantirsi un seguito, ma è già nei guai perchè è intelligente e abile ma vecchio dentro: non sa usare il mezzo, non sa usare i social networks. Rimane un vecchio leone televisivo, è destinato a diventare una cariatide. Tu sostieni che "la tv è il verbo" ma ti sei dimenticato di aggiungere che è il verbo parlato in una lingua che si parla sempre di meno. La tivvù è seguita in Usa GB Germania e paesi scandinavi per lo sport in diretta, tutto qui. L'associazione agenzie di pubblicità statunitense segnala come nel 1998 la televisione assorbiva il 73% dell'investimento pubblicitario su ogni singolo prodotto, nel 2005 era sceso al 59% e nel 2010 al 34%. In Usa, oggi, lo spazio televisivo te lo regalano. E' l'Italia che vive legata alla tivvù così come nel 1950 quando la tivvù era diventata in Usa il totem, da noi era ancora tabù. Questa è l'eredità del berlusconismo: far credere che la tivvù sia il verbo. E' stato il suo Grande Sogno sul quale ha costruito il suo impero. Sta diventando il suo Peggiore Incubo.

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  24. @Modigliani
    L'associazione agenzie di pubblicità statunitense segnala come nel 1998 la televisione assorbiva il 73% dell'investimento pubblicitario su ogni singolo prodotto, nel 2005 era sceso al 59% e nel 2010 al 34%. In Usa, oggi, lo spazio televisivo te lo regalano. ..

    Davvero? Ed immagino che anche in Italia il trend sia simile.
    Allora mi piacerebbe vedere i libri contabili di Mediaset (quelli veri naturalmente).

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  25. la rete ha preso da subito perche' interattiva mentre la tv e' solo passiva ma il 99% delle notizie che la gente guarda in rete e di cui discute vengono dai principali media.
    e' l'informazione che forma la gente, non il mezzo. mi hai frainteso, io ho stilizzato mettendo la tv come primo attore per non indicare i media che riportano tutti le stesse notizie dalle agenzie che queste si controllano l'informazione.
    allora andiamo subito al punto, e' l'informazione che forma la societa' e l'informazione l'hanno in mano i professionisti. lo dici tu stesso che i media non informano ma formano.
    internet non cambia la storia, il mezzo non fa il fine. la gente su facebook parla sempre e comunque sulle tendenze date dai media, eccetto una minoranza che conferma la regola.
    ma tu li vedi davvero intelligenti quelli dell'occupazione? io ti posso assicurare di conoscere bene tutti gli anglosassoni, proprio quelli che usano il fucking come intercalare. dove vogliono andare? quale destino si sono posti?
    cosa pensavano di risolvere con Obama?
    cambiare la maschera a cosa e' servito? hanno una cultura che rasenta il vuoto assoluto, quando li senti parlare ti viene il latte alle ginocchia, idem per l'occidente intero. gente vuota che se gli togli l'obiettivo dell'ultimo ipod non sanno piu' per cosa vivere.
    manca tanto a questa gente per capire la vita e quindi cercare di risolverne i problemi.
    per prima cosa devono capire come vogliono vivere, quali le priorita' e non l'hanno ancora capito perche' per farlo occorre andare a fondo dentro se stessi e conoscere l'animo umano, cosa che non sanno nemmeno se esiste.
    secondo, una volta compreso l'obiettivo, occorre pianificare un percorso per raggiungerlo e se occorre modificare il vecchio bisogna prima conoscerlo bene e risolverne gli errori. e non lo conoscono bene, la massa ha una conoscenza mediatica che e' non solo incompleta ma piena zeppa di errori.
    per ultimo, poiche' la gente pur non accorgendosene sta commerciando in un mercato planetario, occorre capire anche le altre culture per venire incontro ai bisogni di tutti, per creare un equilibrio da cui trarre il meglio, oppure vogliono continuare a bombardare quelli che non gi fanno comodo?
    gli american boys le conoscono le altre culture? ah ah ah come li conosco bene almeno quanto te se non di piu' vivendo in oriente e avendo la possibilita' di raffrontarli col gente diversa.
    mi piego in due dalle risate quando li sento parlare e lo stesso fanno gli orientali, li vedono per quello che sono, gente che ha conosciuto la maschera della vita ma non l'essenza della vita stessa.
    lontanissimo e' l'occidente e pure una parte dell'oriente, cina in testa. sono pochi quelli che hanno le idee chiare e chi non ha le idee chiare non trova la felicita' nemmeno se gliela sbatti sul grugno. e' la felicita' che scarseggia in occidente, del resto ce n'e' in abbondanza.
    valla a comprare al supermercato la felicita'......
    ah ah ah

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  26. Sergio, se vuoi fare un'analisi quanto piu' vicina al vero devi andare alla fonte del problema.
    la gente protesta perche' non e' felice come prima.
    occorre quindi conoscere la felicita', come arriva, quando arriva, da dove arriva, se la puoi controllare e come.
    hai mai sentito uno di questi discorsi in giro? mai.
    ancora oggi la gente trova la felicita' nel possedere una cosa nuova, nel vivere una nuova esperienza con quest'oggetto, solo che questo tipo di felicita' ha vita molto breve, infatti e' nato il consumismo. una cosa appena avuta da' felicita' ma dopo un po' svanisce e per averne dell'altra ne devi comprare una nuova. cosi' via in un vortice sempre piu' veloce e se osservi la realta' lo vedi attorno.
    si puo' continuare su questa strada? no perche' per prima cosa ci siamo fermati a livello di idee nuove ed inoltre troviamo un limite nello sfruttamento delle risorse del pianeta.
    e' andato bene fino ad ora ma siamo ad un punto di svolta. svolta di che tipo? difficilissimo dirlo per chi non ha una profondissima conoscenza della vita e immagino che qui tu sappia di cosa parlo.
    quindi non e' in mezzo a quella gente che protesta che nascera' il nuovo, gran parte di quella gente deve ancora fare un tipo di esperienza, deve ancora toccare il fondo, deve ancora provare di modificare il vecchio e deve ancora sbagliare.
    il nuovo sara' molto diverso e non per tutti. molto diverso, le elite (quelle vere, quelle che conoscono la vita) lo sanno e stanno accompagnando la massa esattamente dove la massa vuole andare, anche se quest'ultima pensa di averli contro. non e' cosi', i politici, i grossi industriali, i banchieri fanno parte pure loro della massa, hanno solo una diversa posizione all'interno di questa. l'elite e' tutta un'altra storia, quelli col potere di creare a piacimento la realta' e' gente ben diversa, con obiettivi ben diversi perche' ben diverso e' il punto da cui osservano la vita.

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  27. ahi ahi ahi signor Cori Modigliani ha trovato pane per i suoi denti.

    Ciao Indo, ti riconoscerei fra mille anonimi.

    Stavo per dirti che mi piacevano i tuoi ragionamenti e che avrrei apprezzato un nik, ma cone uno come te è superfluo. Ben ritrovato.

    La prendi alla lontana eh :-)

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  28. per prima cosa devono capire come vogliono vivere, quali le priorita' e non l'hanno ancora capito perche' per farlo occorre andare a fondo dentro se stessi e conoscere l'animo umano.

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