di Sergio Di Cori Modigliani
Dalla prima linea del fronte
della “guerra delle due Cristine”.
Che succede in giro per il
mondo? Leggendo e ascoltando i nostri media sembra che non stia accadendo nulla
di particolarmente nuovo, né interessante per noi, con l’aggiunta della
doverosa tara di cinismo italiano. In Siria si massacrano senza esclusione di
colpi, in Iraq muoiono come mosche, in Mali i bombardieri francesi fanno il
loro lavoro, preannunciando l’inevitabile avanzata di terra che –da qui a due
mesi- imporrà l’intervento della cosiddetta “forza di pace” europea (tra cui i
nostri soldati), in India la popolazione si indigna per gli stupri quotidiani
di gruppo, e in Usa dei dementi uccidono innocenti, sequestrano bambini, e così
via dicendo. Così va il mondo.
Le vicende internazionali
del nostro pianeta ci vengono presentate nella sua veste ottimale, da cui ne
viene fuori -come inevitabile reazione- l’orgoglio di sentirsi europei. Da noi
va tutto bene, con la chicca del nostro circo italiota in piena campagna
elettorale, tanto per aggiungere delle spezie divertenti.
Le persone, quindi, sono più
che autorizzate a pensare che da noi (in Europa) non sta accadendo nulla se non
le consuete mestizie propagandistiche nostrane e speriamo che vinca il migliore
(cioè il partito per cui uno ha deciso di votare).
Poi, all’improvviso, compare
su qualche giornale un annuncio direi quasi comico. Viene data la notizia che
la presidenta argentina Cristina Kirchner, due giorni fa, ha inviato 28 tweet
in 26 minuti al segretario del Fondo Monetario Internazionale, Christine
Lagarde, come se avesse avuto una specie di attacco isterico o come se stesse
protestando per qualche ragione che non viene spiegata, una specie di sfogo
pubblico, come se fosse Belen Rodriguez che parla di Fabrizio Corona. I giornali
europei ne parlano molto poco (quelli italiani quasi per nulla) e compaiono due
articoletti su La Stampa e Il sole 24 ore.
Ma che cosa sta accadendo,
in realtà?
E che cosa ha a che vedere
con noi?
Direi molto di più di
troppo: praticamente tutto.
Perché quei 28 tweet sono la
traduzione mediatica immediata, da applicare sui social networks, di furibonde
battaglie al fronte di una guerra che non è una querelle isterica tra due donne potenti, non è una questione
periferica in quel di Sudamerica, ma che ci riguarda in prima persona tutti.
Intendo dire tutti gli italiani. E non solo.
Perché si avvicina la resa
dei conti.
Perché l’Argentina, per ovvi
motivi storico-politico-culturali, è legata a doppio filo con la Spagna, dove
sta esplodendo la loro prima tangentopoli che riguarda Banco Popular, Caxia
Bank, Banco Libertador e (surprise!) il Banco Santander con i loro legami con
lo Ior e l’opus dei e con le banche italiane (vera motivazione del fatto per
cui oggi, 4 febbraio 2013, l’intero comparto bancario europeo va a picco in
borsa).
Perché i sindacalisti
spagnoli sono andati a spiegare che cosa sta accadendo da loro alla televisione
argentina, brasiliana, cilena, uruguaiana. I responsabili del partito
socialista spagnolo, intervistati dalla televisione argentina, hanno cominciato
a dare specifiche e precise informazioni, con nomi, date, dati, cifre, su “un
vasto sistema di corruttela diffusa in tutte le nazioni dell’euro dove una
ristretta pattuglia di oligarchi aristocratici si è messa al servizio dei
colossi finanziari e prende ordini direttamente dal Fondo Monetario
Internazionale devastando e distruggendo l’intera struttura industriale
europea, provocando disoccupazione, crollo dei consumi, abbattimento del
mercato del lavoro, impoverendo il tessuto sociale, anche e soprattutto dal
punto di vista psicologico-esistenziale” (suona, per caso, familiare?).
Il tutto (ovverossia la
reazione kirchneriana tweettata) nasce come risposta a un attacco condotto da
Christine Lagarde che ha fatto sapere di aver già denunciato l’Argentina presso
le organizzazioni internazionali del commercio, prefigurando una possibile
espulsione del paese da organismi globali. Perché? Di che cosa è imputata
l’Argentina? E perché adesso? Chi è sul banco degli imputati?
Sul banco degli imputati ci
sono tre leggi fatte approvare di recente dal parlamento argentino: 1) il
divieto per le banche nazionali di operare finanziariamente sui derivati e
l’esclusione di investimento da qualsivoglia forma di speculazione sui
derivati, con la specifica che il profitto le banche lo devono realizzare
facendo affari con le imprese per le imprese. 2) l’applicazione di un piano (lanciato un anno
fa) di protezionismo nazionale applicato a tutte le multinazionali (soprattutto
europee) che investono in Argentina nel segmento di mercato “alto” che ha
imposto loro il seguente dispositivo subito applicato: “volete vendere le
vostre auto di lusso qui a Buenos Aires visto che c’è un grosso mercato? Bene,
lo potete fare alle seguenti condizioni: o pagate una aliquota del 50% allo
stato per entrare nel mercato, dato che i vostri prodotti non sono essenziali
per la felicità della nazione se non per i ricchi che possono permettersi
l’acquisto di una vettura che costa 35.000 euro, oppure vi diamo un’altra
opzione: il profitto che realizzate lo depositate nelle banche nazionali in
modo tale da garantirci che non finiranno nel calderone dei derivati, dopodiché
lo investite in loco creando lavoro e occupazione oppure acquistando merci
prodotte dall’agricoltura argentina –versione green economy biologico
eco-sostenibile- che poi rivendete in Europa e che statisticamente finisce
sotto la dizione “esportazioni argentine” e il profitto ricavato lo reinvestite
nel paese d’origine. 3) diritto di salario minimo garantito di cittadinanza che
rialza di un 4% l’inflazione.
Veniamo al punto 2. Le
imprese europee all’inizio hanno protestato con la Lagarde, la quale alla fine
è stata costretta a cedere. E che cosa è accaduto? La BMW, la Mercedes Benz, la
Audi, la Maserati, Prada, Bulgari, Christian Dior, Ferragamo, La Perla, ecc.,
hanno scelto di accettare pur di non perdere il mercato. Vendono da matti
perché lì i ricconi sono tanti, hanno aperto società che acquistano riso, vino,
formaggio, prodotti ortofrutticoli, pelli conciate e semiconduttori
elettronici, e li rivendono in Europa e Usa con notevole profitto. Quindi
funziona.
Ed è iniziata la guerra.
Perché se passa questo modello e la gente lo viene a sapere poi lo vuole
imporre dovunque e finisce che si viene a conoscere (nel senso di capire,
comprendere) che esiste un’alternativa, che si chiama “glocal” e che ruota
intorno a un perno centrale dell’economia che va nella direzione opposta a
quella di Bersani/Berlusconi/Monti/Draghi e che consiste nel creare ricchezza
nei singoli territori obbligando le imprese e le aziende a reinvestire il
profitto per rilanciare l’occupazione creando ricchezza.
In Confindustria hanno perso
davvero la testa, perché se passa questo concetto saltano le mafie
dell’allaccio diabolico italiano tra aziende/partiti/finanza.
Qui di seguito vi propongo,
in copia e incolla, l’opinione della nostra crema industriale, laddove “Il Sole
24 ore” ieri presentava la situazione argentina. Vi riporto l’articolo per
intero.
L'assurda
politica di Cristina Kirchner.
Un'idea
bizzarra, a dir poco. Apparentemente senza senso. Che se funziona non può
essere definita in altro modo che geniale, quasi rivoluzionaria, nel suo
piccolo. Ma i risultati dicono che le cose vanno diversamente. L'idea è
sbagliata, non solo bizzarra.
Anzi
peggio, dannosa. Il genio mancato è quello di Cristina Fernández Kirchner, il
presidente argentino che assieme ai suoi ministri sembra aver perso oltre al
consenso di inizio mandato, anche il senso della realtà. Per sostenere la
bilancia commerciale, ha imposto alle imprese multinazionali che producono sul
territorio nazionale di diventare esportatori di prodotti argentini: importi
materie prime e semilavorati per cento? Devi esportare specialità tipiche per
cento. È così che Bmw è stata costretta ad esportare riso dall'Argentina,
Porsche vino e Pirelli miele. Senza arrivare a nulla. Mentre altre società,
come l'italiana Indesit o la cinese Huawei, scoraggiate dai vincoli governativi
all'import-export hanno rinunciato in partenza a produrre in Argentina. Che
idea, signora Kirchner!
La
redazione economica
Fine dell’articolo.
Secondo Confindustria,
questo è giornalismo finanziario-economico.
Secondo loro, con questo
articolo, hanno spiegato agli imprenditori italiani che cosa sta accadendo in
Argentina. In un altro articoletto presentavano lo “sfogo tweetterato” come il
prodotto di una isteria femminile ormai allo sbando.
La verità è che nel 2012 il
95% dei professionisti, imprenditori, giovani laureati argentini che nel 2003
erano emigrati in Spagna per via della disoccupazione e della miseria, sono
rientrati tutti in patria. Non solo. Considerando che nel Regno di Spagna la
disoccupazione ha raggiunto il livello del 27% e tra i giovani (18-35 anni) tocca ormai la
punta del 75%, si sono portati appresso in Sudamerica decine di migliaia di
spagnoli diplomati e laureati in cerca di lavoro, i quali riferiscono ai loro
compatrioti che sono rimasti a Madrid che “è possibile una alternativa alle
attuali politiche europee”. Facilitati dal fatto di parlare la stessa lingua e
grazie alla velocità immediata garantita dai social network e dalla rete, gli spagnoli
(anche i più conservatori) hanno cominciato a fare domande, a informarsi.
Inoltre, per rintuzzare gli attacchi del Fondo Monetario Internazionale, la
presidenta Cristina Kirchner ci ha tenuto a rispondere per le rime alla
presidente del FMI Christine Lagarde ricordandole “che non accetto nessuna
lezione da un paese aberrante e immorale come la Spagna, nazione in cui il
Fondo Monetario Internazionale in pieno accordo con la BCE ha seguitato a dare
soldi del popolo alle banche i cui dirigenti sono corrotti e ladri” e per non
essere accusata di populismo o demagogia ha fatto anche i nomi e i cognomi
chiamando in causa i principali dirigenti di Banco Santander e Caxia Bank i quali
sono proprio i soci amiconi del Monte
dei Paschi di Siena (e non solo) legati a doppio filo con la Confindustra
italiana, essendo Santander sponsor principale della Ferrari auto, e Caxia Bank
il legame istituzionale tra la cattolicissima Catalogna e le università e
ospedali religiosi italiani finanziati dallo Ior.
Il fronte della guerra tra
le due Cristine, quindi, si è allargato, perché ha aperto il fronte europeo
(sperando che sia qualcosa di simile allo sbarco in Normandia nel 1944)
esplodendo in quel di Spagna. E bisogna impedire a tutti i costi che il modello
sudamericano venga preso in considerazione come “potenzialmente interessante
perché realistico e sostenibile”.
I cosiddetti “ 28 tweet”
sono una sintesi realizzata dai consulenti della comunicazione della
presidenta, i quali hanno fatto un editing di un discorso pubblico durato ben 2
ore e mezza, di una lettera esplosiva inviata a Sua Maestà il re di Spagna,
nella quale gli si spiega che passerà alla Storia come il responsabile della
distruzione e rovina della nazione iberica, e di una lettera a Chrisitne
Lagarde nella quale la Kirchner spiega che non accettano né ordini, né
imposizioni e neppure suggerimenti da quegli “organismi internazionali che
hanno prodotto negli ultimi dieci anni soltanto aumento della miseria, crollo dell’economia
in Europa, disoccupazione spaventosa”.
A onor di cronaca va
segnalato il quotidiano La Stampa, dove, se non altro, si è costruito un
virgolettato di sintesi che riproduce in maniera veritiera lo scontro tra le due
Cristine. Giustamente è stato firmato. E’ già qualcosa.
E’ apparso ieri.
Eccolo qui, in copia e
incolla.
Kirchner
furiosa “distrugge” il Fmi
con 28 tweet in meno di mezz’ora
L’attacco della
“Presidenta”
dopo che il Fondo Monetario Internazionale aveva condannato
le statistiche “inesatte” su inflazione e Pil dell’Indec, l’Istat argentino
dopo che il Fondo Monetario Internazionale aveva condannato
le statistiche “inesatte” su inflazione e Pil dell’Indec, l’Istat argentino
PAOLO MANZO. La Stampa. 3 Febbraio 2013
28 tweet in mezz’ora, alla media record di
140 caratteri al minuto. La presidenta argentina Cristina Kirchner ha sfogato
così via Twitter tutto il suo disprezzo nei confronti del Fondo Monetario
Internazionale, che 24 ore prima aveva condannato ufficialmente le statistiche
“inesatte” su inflazione e Pil dell’Indec, l’Istat del paese del tango. Ecco in
sintesi il “Cristina pensiero” contenuto nei
28 tweet postati a velocità record da una
presidenta mai così furiosa e presente su Internet.
“Chi poteva immaginare
allora un mondo trascinato a terra dai mercati finanziari? Néstor il mio
compagno aveva previsto tutto. Dove stava il FMI che non ha potuto accorgersi
di nessuna crisi? Dove stava quando si formavano non bollicine bensì
mongolfiere speculative? Dove stava uno dei suoi ex direttori (il riferimento è
allo spagnolo Rodrigo Rato, ndr) quando Bankia, la banca che lui dirigeva, ha
dovuto essere aiutata con miliardi di euro? Oggi la Spagna ha il 26% di
disoccupati, in gran maggioranza giovani e sfrattati. In quali statistiche sono
raffigurate queste tragedie? Quali sono i parametri o le “procedure” con cui il
FMI analizza i paesi falliti che continuano ad indebitarsi, con popolazioni che
hanno perso la speranza? Che succede con i paesi emergenti come noi che hanno
sostenuto l’economia mondiale nell’ultimo decennio e a cui oggi vogliono
mettere in conto i piatti rotti da altri? Conoscete qualche sanzione del FMI,
qualche decisione contro questi altri che si sono arricchiti e che hanno fatto
fallire il mondo? No, la prima misura che prende il FMI è contro
l’Argentina.
L’Argentina alunna
esemplare del Fondo Monetario Internazionale negli anni Novanta, che seguì
tutte le ricette del FMI e che, quando esplose nel 2001, è stata lasciata sola.
Argentina 2003. Da sola, senza accesso al mercato finanziario internazionale
l’Argentina ha visto crescere in 10 anni il suo PIL del 90%, la crescita
maggiore di tutta la sua storia. L’Argentina che ha costruito un mercato
interno con l’inclusione sociale e le politiche anticicliche. Ha pagato tutti i
suoi debiti al FMI, ha ristrutturato due volte, nel 2005 e nel 2010, il suo
debito andato in default con il 93% di accordi con i suoi creditori senza
chiedere più nulla in prestito al mercato finanziario internazionale, per farla
finita con la logica dell’indebitamento eterno. E con il business perenne di
banche, intermediari, commissioni, ecc, che avevano finito con il portarci al
default del 2001. Questa sembra essere la vera causa della rabbia del
FMI.
L’Argentina è una
parolaccia per il sistema finanziario globale di rapina e per i suoi derivati.
L’Argentina ha ristrutturato il suo debito e ha pagato tutto, senza più
chiedere nulla in prestito. 6.9% di disoccupati, il migliore salario nominale
dell’America latina e il migliore potere d’acquisto misurato in Dollari
statunitensi. Nel 2003 avevamo il 166% di debito su un Pil rachitico, il 90%
del quale in valuta straniera. Oggi abbiamo il 14% di debito su un Pil robusto
e solo il 10% è in valuta straniera. Perciò mai fu migliore il titolo del
comunicato del ministero dell’Economia argentino di oggi: “Ancora una volta il
FMI contro l’Argentina”. FMI + FBI contro l’Argentina. Non spaventatevi, il FBI sono i Fondi
Buitres (avvolto, ndr) Internazionali. Noi continueremo a lavorare e a
governare come sempre per i 40 milioni di argentini”.
Se qualcuno tra i lettori è interessato ad avere
delle informazioni complete e complesse, esaustive ed esplicative, può scrivere
al seguente indirizzo
È un’ottima e
attendibile fonte di informazione e in questo momento sono quelli che stanno
fornendo ogni tipo di notizia sulla autentica realtà sociale argentina.
Provengono dalla spaccatura della CGT (Confederacion General del Trabajo) il
corrispondente argentino della nostra CGIL, di cui la Kirchner era stata una
importante membro (è nata come sindacalista agguerrita) ma nel 2010 dopo una
furibonda battaglia interna si è spaccata perché il sindacato è stato accusato
dalla stessa Kirchner di “essere diventati conservatori, legati a un’idea del
mondo che presuppone ancora l’accumulazione capitalista e finisce per mettersi
al servizio inconsapevole dei colossi della finanza strozzina; il sindacato,
oggi, deve essere dinamico, flessibile e non si deve occupare di condurre
battaglie per sostenere privilegi acquisiti, bensì scendere in campo e
inventare, produrre e diffondere piena occupazione e lavoro garantito a tutti,
soprattutto pagato bene, perché ciò che ci distingue dalle bestie è la
dignità di chi nel lavoro trova il ruolo della propria espressione esistenziale
e non soltanto veicolo di sopravvivenza”.
Oggi il CECS svolge lavoro
di formazione e di consulenza mediatica.
Ecco che cosa sta accadendo
in quel di Sudamerica.
Benvenuti nel mese 2
dell’era post-Maya.
P.S. Precisazione: ho chiamato
la Kirchner “presidenta”, a differenza di
Christine Lagarde che viene chiamata “presidente”. C’è una ragione specifica, di
natura antropologico-politico-culturale. Cinque anni fa, a Buenos Aires esplose
un divertente “scandalo” che coinvolse gli accademici della lingua spagnola. In
tutta l’Argentina e in gran parte del Sud America si svolsero diverse conferenze
davvero gustose relative all’uso del termine “presidenta”, considerato un gravissimo
errore grammaticale dato che il termine è un participio presente del verbo presiedere
e non ha genere: colui che presiede è alla pari di colei che presiede. La Kirchner
insistette sostenendo che la sua elezione dava inizio “all’irruzione sullo scenario
pubblico di una modalità dell’interpretazione politica che è tutta femminile, perché
basata sulla cura delle persone, sull’accudimento
sociale, sulla ricerca dell’armonia, su una nuova estetica” e quindi impose il neologismo.
Finì in un furibondo scontro. Alla fine, gli accademici spagnoli se ne ritornarono
in patria con la coda tra le gambe e nei testi ufficiali viene spiegato che in Sudamerica
“il dialetto castigliano locale rispetta l’uso della desinenza femminile di genere
per convenzione sociale riconosciuta dal 2007, da cui il termine “presidenta” che
indica, nello specifico, l’esercizio del potere esecutivo da parte di una femmina”.
l'indirizzo email non funziona, per favore può leggere il messaggio su facebook? Sto cercando informazioni dettagliate sulle previsioni economiche dell'Argentina ma non riesco ad inviare email all'indirizzo da lei fornito.
RispondiEliminaHo cervato all'indirizzo di Sergio e mi hanno risposto dopo 10 minuti:
EliminaVedi sotto se ti può servire
puedes ver información en:
http://cecsodeargentina.wordpress.com/
http://www.facebook.com/centrodeestudios.paraelcambiosocial.9
http://marianfeliz.wordpress.com/
Saludos
sul sudAmerica sei imbattibile ..
RispondiEliminama ho letto in un articolo nel web che la "presidenta" sta dando largo respiro alla soia transgenica di 2 generazione diciamo, facendo affari con MONSANTO ed è anche orgogliosa .
E' la solita mala informazione ?
ho cercato di sintetizzare , magari ho tralasciato qualcosa di importante da dire ..
ammiro molto la presidenta , ma se questa sulla monsanto è vero non è una bella cosa ..
se fosse mala informazione ci potresti illuminare un po sulla vicenda agricola geneticamente modificata ?in argentina ? cosa sta succedendo realmente ?
non riesco a pensare che la presidenta lasci e anzi avvalli i prodotti geneticamente manipolati .
cosa ne pensi ?
grazie
Bella fantasia non c'è che dire. I fatti pero' sono piu' semplici: l'FMI accusa l'Argentina di falsificare le statistiche riguardanti l'inflazione e il prodotto interno lordo. Questi sono i fatti cosi come li racconta l'FMI. Uno puo' non credere all'FMI ma quello è quanto dice come ognuno puo verificare andando sul sito dell'FMI. Tutte le congetture riportate nella sua narrazione invece non si sa dove sono state prese.
RispondiEliminaCaro troll anonimo, stà finendo l'era dei messaggi come il tuo, fosse per me ti metterei alla gogna così impari a non informarti o a remare contro il tuo stesso futuro. Spero ti paghino bene..
EliminaAccendi pure la Tv e goditi i telegiornali nostrani. La verità non fa per te.
EliminaEuropa: 1 milione di euro per addestrare i funzionari a fare i "troll"
EliminaLa UE ha deciso di addestrare eurotroll per impedire la diffusione di "sentimenti anti euro". Così l'anno prossimo voteremo secondo prescrizione.
Beh che dire, preparatevi: tra qualche mese, ogni volta che qualcuno su Internet, Facebook o Twitter si azzarderà a menzionare certe parole chiave, vedrà l'assalto dei troll pronti ad azzannarlo.
Scrivere "uscire dall'euro", "MES", "fiscal compact", "ritorno alla lira" o altre parole ad alto rischio di critica attirerà subito gli esperti del caso, quelli bravissimi a sfottere, deridere, insinuare, insomma a buttare tutto in caciara. Troll professionisti. L'ha scoperto il Telegraph, che racconta come l'Unione Europea si stia preparando alle elezioni del prossimo anno cercando di preservare se stessa e le proprie istituzioni investendo qualche milione di euro allo scopo.
http://crisis.blogosfere.it/2013/02/europa-1-milione-di-euro-per-addestrare-i-funzionari-a-fare-i-troll.html
W i troll anonimi! bravo, spero ti paghino abbastanza. Finirà presto.
EliminaVedo che l'Argentina è il nuovo eden dei complottisti, quelli che l'euro, Merkel, Monti, FMI, etc...
RispondiEliminaRacconto mitico, favola, fate voi, ma l'Argentina sta andando a folle velocità verso un nuovo crash.
A me sembra che verso il crash ci stiamo andando noi!!! e non siamo soli: Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Irlanda, Slovenia, Cipro... e non è ancora finita. Lo dicono i dati pubblicati e forniti dal FMI, non dal Manifesto (quelli nemmeno se ne accorgono)
EliminaIl sistema sta creando povertà e disoccupazione in tutti i paesi periferici dell'Europa (periferici rispetto al centro...area del Marco).
L'Eurizzazione dell'Europa sta provocando gli stessi medesimi identici danni provocato dalla Dollarizzazione dell'Argentina.
Vogliamo continuare così? io NO
Non c'e' solo l'Argentina. Vi sono anche altri paesi. Altri modelli.
RispondiEliminaE' sulla mancanza di dibattito che punterei il dito. Nessuno in Italia ne vuole discutere. Al massimo prendono in prestito qualcosa come il reddito di cittadinanza. Tutto il dibattito in questo paese e' ridotto a come salvarlo o peggio, come fanno i nostri politici a salvarsi.
Su come rinnovare lo stato mettendolo al passo coi tempi? Zero.
Questo rottame di stato gestito da una classe dirigente oltre che incapace, disonesta sembra avere soltanto un problema: quello di essere salvato. Un cotolengo dove ormai non funziona piu' niente. Il grande dibattito politico inizia qui. Ma per il momento sono tutti in stazione
a spingersi per salire su un treno che non si sa se parte e per dove parte.
http://www.economist.com/news/leaders/21571136-politicians-both-right-and-left-could-learn-nordic-countries-next-supermodel?spc=scode&spv=xm&ah=9d7f7ab945510a56fa6d37c30b6f1709
ha ha ha che ridere, proponi come alternativa un articolo (di una rivista di proprieta' di banchieri) dove si inneggia al liberismo e alla thatcher. vuoi sapere cosa sta succedendo in nord europa? ve allora vai a fare un giro li, io sono tornato da poco, certo per carita, si sta ancora molto bene, anni luce dalla nostra italia, ma in norvegia( non membro eu) ho visto un sacco di giovani svedesi che si sono spostati perche in svezia non c'e' piu' lavoro per i giovani(tasso di disocupazione giovanile 23%). sara il modello di milton friedman che ti piace tanto.
Eliminahttp://www.informarexresistere.fr/2012/10/05/piu-di-120-economisti-pubblicano-un-appello-su-le-monde-contro-il-trattato-fiscale-europeo/#ixzz2K1EHHa1r
RispondiEliminaAltro che bollicine, tutto l'articolo -- con in testa i 28 tweet, of course -- è da Dom Perignon del '95!
RispondiEliminaIl post-scriptun invoglia poi a stappare una seconda bottiglia. Peccato -- o fortuna? -- che sono quasi astemia.
Un certo ex-operaio ed ex-sindacalista a capo di una provincia del Sud, che potrebbe essere a pieno titolo ribattezzata "la provincia dei veleni" (e di sicuro -- purtroppo per i suoi abitanti -- non a ragione di bisticci telematici) dovrebbe proprio fare uno stage di apprendistato presso la sua ex-collega argentina.
Ciao Modigliani, alla via così!
Con sincera stima, Marilù.
Ehm, piccola correzione di un errore di battitura: "post scriptum". Of course.
EliminaLeggo l'articolo qui e riportato su altri siti dove in alcuni commenti si mette in discussione la veridicità di quanto scritto. In particolare si riportano le tabelle della Banca Centrale Argentina che sembrano smentire la lettura di Modigliani. Si può fare chiarezza?
RispondiEliminaTroll ma smettila sei ridicolo, non c'è bisogno di leggere i tuoi pseudoarticoli basta guardare la realtà, conosco la spagna e so, SO, che gli spagnoli stanno emigrando ovunque compresa l'Argentina.. gli argentini sono tornati da anni.. e fra un po' quando smetteranno di pagarti per sparare stronzate ci dovrai andare pure tu in argentina...
RispondiEliminascusami,ma vedo che riconosci l?anonimo sopra come un Troll,perche cedi alle sue provocazioni.??Un troll è un troll..lascialo perdere!!
EliminaJessejo
Un articolo eccellente.... grazie del lavoro fatto per noi.
RispondiEliminaFra amici proprio ieeri sera si paralva di derivati e di un'economia che non esiste per il popolo.... di prodotti avvelenati e mistificati.
Ci sarebbe la necessità di tornare ad un'economia sana, sostenibile, dopo i soldi tornano ad essere una modalità diversa del baratto.
Ed è incredibile come le persone che andranno a votare non danno nessun valore a questo mondo, eppure questo mondo è diretto dall'ecopnomia, peccato sia un'economia avvelenata.
Fmi ha ragione nel dire che l inflazione e fuori controllo, vi assicuro che supera il 20%, altro discorso sono i provvedimenti che vuol prendere Fmi, sul populismo della kirchener ne discutono molto anche gli argentini e molti non sono d-accordo sulle sue politiche sociali, regalare sussidi per avere voti, ma il problema dei dazi non capisco da dove nasca, in brasile i dazi su vino e macchine arrivano al 110% e nessuno dice nulla, non sara mica che li il Fmi ha i suoi interessi e non vuole preoccuparsi?????
RispondiEliminaCaro publio, non sempre il male peggiore e' l'inflazione. Bisogna capire sia le cause che le conseguenze. Se la causa e' come in Argentina dovuta ad una crescita' virtuosa, chi forma i prezzi trasferisce il costo dei nuovi salari sui consumatori che attraverso rivendicazioni sindacali chiedono aumenti con nuovi contratti(scala mobile in spagnolo paritarias) capisci che questa situazione non e' poi cosi male come l'iperinflazione argentina degli 80/90 che dipendeva da importazioni (l'industria argentina e' stata smantellata dai militari e il resto fu regalato dai governi liberisti venuti dopo) e svalutazione della moneta locale(questa situazione si e' molto tragica). Nella comunita' europea succede il contrario(unico obbietivo della bce e il controllo dei prezzi: come mai ?) le imprese per essere piu' competitive possono solo svalutare il lavoro(te pagano de meno e lasciano le persone a casa) senza percio influire sui prezzi infatti esiste una relazione inversa tra tasso di disoccupazione e tasso d'inflazione(curva di Phillips). ora mi chiedo e' meglio avere lavoro e inflazione ho dissocupazione ma prezzi stabili?
RispondiEliminaL'inflazione al 20% e' quella calcolata dalle agenzie private commissionate dai politici dell'opposizione che non hanno mai detto come e' composto il paniere per il calcolo ne come avvengono le misurazioni, quindi scientificamente non valide. L'inflazione ufficiale e' del 10% di sicuro ritoccata con formule fantasiose, come fanno tutti i servizi statistici nazionali in tutto il mondo, ma scientificamente corretta.
Ecco, da questo commento ho imparato qualcosa e fatela finita con questa paranoia del troll.
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