lunedì 31 ottobre 2011

Ecco la vera faccia di Matteo Renzi, il "rottamatore" dell'Impero Italiota.

di Sergio Di Cori Modigliani

Notizia che apre la settimana:
La  glasnost  da noi, non passa.  Tantomeno la perestrojka.
Quantomeno, per il momento.
Siamo messi peggio di quanto non fossero (ed erano allora messi davvero maluccio) i cittadini sovietici a metà degli anni’80, quando il Grande Impero si stava letteralmente liquefacendo come risultato di un’implosione inarrestabile,  in  preda ad una violenta crisi economica, a  una spaventosa crisi finanziaria e  al diffondersi di una crisi sociale che non presagiva niente di bello. Se non altro per i gestori del potere.
Prendendo atto di quella che era la reale situazione del loro paese, le due persone più importanti dell’Urss, il capo dello stato Mikahil Gorbacev e il capo dell’efferato KGB Vladimir Putin, insieme e d’intesa,  decisero di cercare (quantomeno provare o tentare) di dare un vigoroso scossone al sistema per risvegliare le coscienze addormentate (e loro erano tra i domatori ipnotizzanti) nel tentativo di smuovere le acque.
Partì la cosiddetta “glasnost”, termine cui gli storici attribuiscono la sua fortuna mediatica proprio a Gorbachev, il che non è esatto. La celebre parola stava diventando famosa grazie a un imprenditore capitalista, di cittadinanza italiana, amico personale di Vladimir Putin (glie lo aveva presentato l’on. Armando Cossutta due anni prima a Mosca presentandosi  con una lettera d’intenti a firma Walter Veltroni) il quale era stato capace di aprire addirittura un mercato multimediale nel campo della produzione audio-visiva internazionale per i russi. Questo imprenditore, il primo e unico capitalista occidentale ad aver avuto accesso all’asfittico mercato sovietico –ancorchè gigantesco- si chiamava Silvio Berlusconi e veniva da Milano. Fu proprio Walter Veltroni a farsi mediatore e interprete delle sue esigenze imprenditoriali facendo in modo, attraverso Cossutta e Napolitano - il quale già godeva dei favori economici del premier che finanziava la sua fondazione studi “I Miglioristi” a Milano- di fargli chiudere il primo contratto in esclusiva con il potentissimo Ministero della Comunicazione audiovisiva del Popolo. Nell’aprile del 1985, Berlusconi firmava il contratto e acquisiva l’esclusiva mondiale per la vendita degli spazi pubblicitari su tutte le reti televisive dalla Siberia a Berlino est, da Praga a Budapest, da Sofia a Kiev, penetrando –con enorme sorpresa del resto del mondo capitalista- nel chiusissimo mondo sovietico e diventando l’interlocutore personale dell’odiatissimo Putin, con la benedizione del PCI in Italia. Berlusconi esportò in Europa la parola “glasnost” che vuol dire semplicemente (in russo) “pubblicità” e “vendita di pubblicità” (il cavallo di battaglia del premier). Uno slavista vi direbbe che la traduzione esatta sarebbe “pubblicità quando diventa di dominio pubblico”.
Testimoni dell’epoca, dotati di memoria, raccontano come l’abile fondatore di Mediaset andasse in giro per l’Inghilterra e la Germania presentandosi come “Good morning, I am the Glasnost Man”, l’uomo che aveva carta bianca per vendere all’occidente film, partite di calcio, eventi sportivi, valanghe di stupende modelle per riviste, industria cinematografica e tutto il settore del pret a porter, sempre a caccia di new entry e –soprattutto in quegli anni- dotate di una fisicità bianco/anglicana/protestante. In cambio, Berlusconi portava a Mosca contratti davvero deliranti –per non dire totalmente surreali- di aziende che pagavano a peso d’oro per offrire la pubblicità dei loro servizi sugli schermi russi, ucraini, georgiani, bulgari, ungheresi, come ad es. American Express, Visa e Mastercard in paesi in cui il 90% della popolazione non aveva neppure i soldi per comprare il pane e non sapeva neppure che esistessero le carte di credito. Per non parlare del fatto che non venivano neppure offerte. Anche se qualcuno le avesse voluto non avrebbe potuto averle: non esistevano banche che le fornivano. Si trattava semplicemente dell’inizio di una “ristrutturazione” mentale dell’immaginario collettivo, molto meno sanguinolenta di una bomba all’idrogeno, molto più clandestina e –quel che più conta- davvero molto più efficace: in meno di 30 mesi fece sgretolare il muro di Berlino.
Questo era il senso della glasnost.
Al quale, tre mesi dopo ci si aggiunse un’altra parola che sfondò nell’immaginario collettivo degli occidentali: “perestrojka” che in russo significa “trasparenza” e/o “ristrutturazione”, termine, questo, consentito dalla vecchia burocrazia del partito perché avevano letto nel termine “ri-strutturazione” l’estrema speranza di salvare il salvabile: dare una pittata all’edificio senza abbatterlo per costruirne uno nuovo.
Poi, è andata come tutti sanno.
Sono trascorsi 26 anni e se c’è qualcuno tra i miei lettori che ha meno di 30 anni, è probabile che non abbia mai sentito neppure parlare di queste cose. Lo capisco.
Peccato.
Potrebbero comprendere meglio la realtà di oggi.
Sono sempre stato un fortissimo oppositore di tutti coloro che identificavano in Silvio Berlusconi un uomo che rappresentava “la destra liberale conservatrice” e attaccava il cosiddetto “berlusconismo” identificandolo come manifestazione della destra.
Berlusconi è sempre stato (è la mia opinione molto personale) è tuttora (e lo sarà per sempre) l’ultimo grande leader sovietico. Non è certo un caso, a mio avviso, che in tutto il pianeta terra, Vladimir Putin sia l’unico essere vivente in grado di dargli ordini e l’unica persona esistente nei confronti della quale Berlusconi non ha mai osato proferire neppure un grammo di tiepido disaccordo su nulla. Nutre per lui un’autentica venerazione. Nella sala d’attesa dell’ufficio privato di Putin, a Mosca, c’è una fotografia molto grande di Berlusconi in costume da bagno, con la bandana in testa mentre  alza un bicchiere al cielo con una specie di frullato, sorridendo. Sotto, come didascalia c’è una frase scritta in italiano, russo, francese, inglese e tedesco: “Vladimir Putin è un dono del cielo, è la benedizione che Cristo ha voluto fare a tutti gli uomini di buona volontà”, e poi la sua firma autografa.
Il cosiddetto berlusconismo è un modello sovietico all’italiana, né più né meno.
Non è certo un caso che il più lucido e geniale professionista della scuola del vecchio giornalismo “british style” che il pensiero moderato conservatore, liberale e laico della destra abbia prodotto in Italia, il compianto Indro Montanelli, nel 1996 ebbe a dichiarare, nel tentativo di spiegare ai telespettatori la sua idiosincrasia esistenziale per Berlusconi: “L’Italia è l’unico paese capitalista al mondo dove il comunismo non è mai caduto”.
Gli italiani sono caduti in una banale trappola mediatica, abilmente confezionata, basandosi su una frase (autentico falso ideologico) lanciata da Eugenio Scalfari, il quale nel 1996 scrisse sul quotidiano la Repubblica:
“Silvio Berlusconi ha sdoganato la destra in Italia”.
In realtà, è vero il contrario, cioè: “Gianfranco Fini ha sdoganato Silvio Berlusconi consentendogli un’identità politica che non aveva mai avuto”.
Gli italiani vivono e hanno vissuto come i sovietici vivevano negli anni’80, ma non lo sanno.
Se è per questo, non lo sapevano neppure i sovietici, allora.
Loro, l’hanno scoperto dopo.
Se ne deve essere accorto, invece –perché è proprio questo che cerca di comunicarci con tutta la grancassa mediatica per lui disponibile- il sindaco di Firenze, Matteo Renzi.
Abbiamo trovato il nostro Gorbachev, al quale, chi lo sa, forse un giorno daranno anche il premio nobel per la pace.
Certo è che la strada per Matteo Renzi ha lo stesso identico lastricato che trovò Gorbachev sul suo cammino.
Basterebbe notare, leggere e decifrare la totale e collettiva aggressività di quasi l’intera sinistra italiana mediatica che in questi giorni hanno attaccato e stanno attaccando Matteo Renzi identificandolo come “un pericoloso uomo della destra che cerca voti a sinistra”, consueta argomentazione usata dai comunisti sovietici fin dal 1923 quando Josif Stalin diede inizio alla mattanza nel suo paese per eliminare ogni opposizione.
In un editoriale comparso su il fatto quotidiano, oggi, viene addirittura identificato come il cocco della Fininvest.
Perché Renzi/Gorbachev è davvero il primo esponente italiano della sinistra che, dall’interno, ha lanciato un programma di glasnost e perestrojka nel disperato tentativo di salvare il paese (e soprattutto i votanti per la sinistra) dal vuoto pneumatico perenne che non potrà che condurre a una catastrofe elettorale (non) annunciata.
Renzi/Gorbachev, infatti, si sta attirando l’odio stalinista della cosiddetta sinistra democratica italiana faziosa, nata pasciuta ben curata e ben oliata nell’odio anti-berlusconiano (che rende tuttora moltissimo perché evita di parlare di contenuti programmatici) smascherando una classe burocratica retriva, clientelare, vecchia ma non in senso anagrafico, bensì in termini politici, in termini di idee nuove che non siano soltanto un prodotto velinato degli apparatnichik. . Tant’è vero che stanno alterando le sue parole facendo credere che si tratti di un parolaio sempliciotto bamboccione malato di giovanilismo, cosa che non corrisponde ai fatti.
Il sindaco di Firenze ha semplicemente spiegato al popolo della sinistra che “Il re è nudo”.
Evidenziando un modello di comunicazione davvero minimo, (e mi dispiace raffreddare gli entusiasmi dei tanti sostenitori di Renzi) ma se non altro diverso e avanzato rispetto alla burocrazia sovietizzante (non è usata qui in termini ideologici bensì sostanziali) che impera sovrana all’interno del PD, saldamente ancorato in una interpretazione del mondo che corrisponde a un’idea della situazione nazionale, europea e planetaria che non esiste più da almeno 15 anni.
Mentre la nostra nazione, costretta a una querula e questuante esistenza da vassalli e valvassori nei confronti del signoraggio delle banche private e della finanza speculativa, avrebbe bisogno di dar vita a una stagione di movimenti sociali collettivi, solidali, consensuali, collaborativi e affratellanti, è invece costretta, oggi –complice l’intera truppa mediatica ben pagata (certo a voi non vengono a spiegarvelo) – a essere testimoni di questo attacco frontale contro l’unico amministratore di grandi città della sinistra che abbia avuto il coraggio di lanciare un grido di allarme e dare la sveglia alle menti pensanti.
Non è certo un caso che alla corte di Renzi si sia presentato Sergio Chiamparino, l’unico amministratore (ex) di città della sinistra, amato rispettato e voluto dai suoi cittadini, e non calato con una gru mediatica dall’alto (perché stabilito dai capi bastone della segreteria)  come sintesi inciuciona delle 17 correnti di burocrati avvizziti di cui è composto il PD:
Non penso che ci sia nulla di rivoluzionario nei messaggi di Renzi, né più né meno di quanto non ci fosse nei primi discorsi di Gorbachev.
Ma è indubbia la volontà dello scossone.
Così come è davvero inaspettata (per gli ingenui) la levata di scudi di tutta la sinistra.
Tutto qui.
Uno scossone, neppure tellurico, diciamo un terremoto 3,2 della scala Richter. Neppure un ferito.
Quasi nulla, in un paese normale.
Ma questo non è un paese normale.
Giracchiando e spulciando in rete, su facebook, e nella doviziosa massa di semi-quotidiani on-line al servizio della cosiddetta contro-informazione, ho letto questa mattina una violenza verbale e una tenace volontà di denuncia contro Renzi che sa di stalinismo.
Non credo sia una sorpresa per chi conosce i propri polli.
Abbiamo il nostro Gorbachev, non vi è dubbio.
Tutto sta a vedere se stiamo alla vigilia del crollo del nostro muro di Berlino, costruito con la pietra dell’omertà, il mattone del clientelismo, la cazzuola della collusione e l’ineffabile cemento armato dell’affarismo corrotto (presente in tutta la sinistra in quantità e qualità identica a quella della destra) o piuttosto siamo soltanto a un assaggio perché l’Impero Italiano neppure scricchiola e seguiteremo a vivere come i sovietici chissà per quant’altro tempo ancora.
Lo sapremo soltanto dopo.
Purchè ci facciano arrivare, al dopo.
Dalla loro reazione odierna, i burocrati avvizziti ben piazzati dentro le corti signorili rappresentate dai capi corrente, ci stanno spiegando che non intendono operare nessuna glasnost, nessuna perestrojka, nessun azzardo di cambiamento o modificazione.
E per il momento non consentiranno a nessuno di proporre alternative che non vengano lanciate, per iscritto, e poi megafonate dovunque, dalle stesse facce, le stesse persone, gli stessi nomi e cognomi che negli ultimi venti anni hanno sorretto con complicità collusa Silvio Berlusconi, facendo credere ai propri votanti di volergli andare contro.
Dashvidanja a tutti i miei connazionali per bene.
Vi auguro una splendida settimana.
 

19 commenti:

  1. Umanamente ho sempre stimato il sig. bersani. Uomo intelligente, laureato a pieni voti con lode in filosofia, che ha dalla sua alcuni provvedimenti, specie nell ultimo governo Prodi vhe assomigliano molto a ciò che ci si aspetta da un buom governo. Le pietre che sta tirando in questi giorni a Renzi però non riuscivo proprio a giistificarmele. Dopo aver letto questo tuo eccelente spunto di riflessione direi che tutto torna. Ho dato una lettura veloce ai primi punti programmatici già online della corrente di Renzi e mi sembrano punti più che ragionevoli. Mi aspettavo che chi avesse da controbattere ai contenuti del convegno di ieri lo avesse fatto prendendo ogni singolo punto e smantellandolo con tutti i perchè,i se ed i ma. Invece non ho ben compreso il piano su cui poggia l'attacco al sindaco di Firenze. Altra occasione mancata. Perchè se il signor Renzi rappresenta davvero una sbagliata ideologia da anni '80 come ha detto Bersani almeno ci devono spiegare il motivo. Almeno un solo motivo che vada al di là della semliciotta metafora dei giovani che scalciano come muli. Nulla. Da sinistra non ho sentito nulla di concreto. Giusto o sbagliato che sia, fasullo o sincero, fantoccio di Berlusconi o vero indignato, considereremmo una profonda prova di rispetto verso l'elettorato se i leader del PD affrontassero Renzi ed il suo seguito sui contenuti di ogni singolo punto. Fino a quando non lo faranno, il mio interesse sarà volto a Renzi, la sua corrente, i suoi punti programmatici. E non ditemi che puzzano già di promesse non mantenute, perchè piuttosto faccio il pesce che abbocca, ma su un programma così dettagliato io voglio credere.


    Piccolo off-topic. Proprio ieri, e per purissimo caso (mi trovavo in Toscana per un weekend di relax con fidanzata al seguito) passeggiavo per Firenze. Credo che ogni italiano esule in patria, che ha completamente perso ogni fiducia, valore, amore e rispetto per il proprio paese e la propria etnia dovrebbe farsi un giro a Piazza della Signoria, al Duomo, a Via Ricasoli e a Palazzo Vecchio. Ho provato un profondo, commosso senso di amore per quell' Italia che siamo e che ancora è dentro di noi. Entrando a Piazza della Signoria mi sono sentito davvero orgoglioso di quello che in passato questo popolo ha dato alla cultura, all'arte e alla scienza di tutto il mondo. Per un pomeriggio, camminando tra i turisti americani e i loro sguardi ammirati, io ho amato l' Italia.

    Ora lo so. Possiamo farcela e ce la faremo.

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  2. Dettagli che non conoscevo, quelli sul B introdotto a Mosca da Veltroni e Napolitano.
    Ma non mi stupisco: coerenti con se stessi in ogni occasione che si presenti come opportuna al ma-anchismo (versione veltroniana del migliorismo).
    La ferocia con cui Bersani aggredisce Renzi somiglia a quella con cui furono aggrediti in passato i Radicali, i Verdi, Dp o chiunque provasse a rappresentare un'idea di sinistra, anche solo aggiuntiva e marginale rispetto a quella fornita dalla casa-madre in confezione sigillata da marca temporale.
    Non so se Renzi sia un Gorbachev, e non è questo il punto.
    Il punto è che l'aggressività del Pd verso chiunque abbia il coraggio di dire la sua senza chiedere il permesso al papà ufficiale (Bersani o D'Alema pari sono, vedi cosa fece e disse quest'ultimo quando fu Vendola ad andare contro le imposizioni dalemiane in Puglia), evidenzia uno stalinismo ancora vivissimo.
    Se sono i grillini, rubano voti (come se il Pd avesse ancora voti da farsi rubare); se è Renzi è uno che scalcia ed è quindi un maleducato che non rispetta la fila .
    Su una cosa Renzi ha ragione da vendere: sono vecchi.
    Di testa, di cultura, di metodo.
    Sopravvivono davvero come dinosauri a un mondo scomparso.
    Alessandro
    Concordo: almeno la dignità di dibattere e rispondere sui punti di un programma.
    Ma sai com'è: parlare di programmi si può solo se li si ha.
    Mai addentrarsi apertamente in un campo dove rischi di perdere definitivamente anche il fedelissomo zoccolo duro degli ex Pci.
    Che sono sì fedeli, ma non sordi e nemmeno ciechi.
    Sento irritazione in vecchi compagni che se gli dicevano fino a ieri che B era il nuovo alleato da votare, avrebbero eseguito in rispettoso silenzio perché l'ha detto il partito.
    Avanti Renzi.
    Non per lui, che non mi convince fino in fondo; per ciò che rappresenta nel panorama generale.
    Una cosa che si muove.
    Roba che non si vede da 20 anni.

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  3. NON PUO'essere vero ! Berlusconi non se ne è mai vantato :-)

    Grazie , grande chiave interpretativa. Spuntato eccezionale. Meritava ...

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  4. Ignoravo che Pirlusconi avesse la primogenitura della parola "glasnost" così come i dettagli della sua introduzione al Cremlino, storia godibile e suggestiva: che ne fossero propiziatori Napolitano e Cialtroni, per non parlar dell'Armando, è più che verosimile ed è un particolare che meriterebbe di essere diffuso per sputtanarli del tutto. Per dovere di precisione, però, ricordo che Putin non fu mai a capo del KGB e nemmeno un dirigente ai vertici della Lubjanka: occupava un posto importante nella sezione che si "prendeva cura" della Germania Est, forse ne era addirittura il responsabile. Ma ai tempi di Gorbaciov non era lui l'altro "uomo forte", semmai Shevardnadze. E, prima di Gorbaciov, Andropov, lui sì ex capo del KGB. Quanto al fatto che Berlusconi sia sempre stato un comunista lo sostengo da vent'anni (basta vedere chi sono stati e sono tuttora i suoi principali consiglieri) e ci ho fatto anche il titolo di un post sul mio blog del 30.07.2010. Mentre condivido il tuo giudizio sullo stalinismo degli attacchi della sinistra pseudodemocratica a Renzi (quelli di stampo cattolico saranno più felpati ma la matrice totalitaria e integralista è la stessa) non sono per niente convinto che sia il Gorbaciov della situazione: che ne sia sponsor Chiamparino non mi rassicura per nulla. Vero che monsù Sergio è stato voluto e amato dai suoi concittadini e non catapultato da Roma come a suo tempo il compagno Cofferati a Bologna, tanto per fare un esempio, ma non è che l'elettorato del PD già PCI/PDS/DS faccia testo, vero? Come dimostrano i Bersani, i Dalemi e i Fassini, a proposito di comunisti piamunteis. Per quanto riguarda i "100 punti" del programma del Giamburrasca di turno, gli ho dato una scorsa e mi sembrano alquanto raccogliticci, pescati dai mazzi delle buone intenzioni di cui sono pieni i programmi dei vari partiti, dall'UDC ai grillini, dal PD al PDL, ce n'è per tutti; meno l'indicazione, a me pare, e con quali quattrini fare le mirabolanti riforme. Detto questo, che comunque qualcosa si muova nella terra dei morti viventi che è diventato questo Paese, ben venga.

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  5. Leggo la proposta 18 dal programma di Renzi.

    Portare il rapporto debito/Pil al 100% in 3 anni(..) Questo puo’ essere fatto attraverso: i) privatizzazione imprese pubbliche;
    ii) privatizzazione municipalizzate;
    iii) alienazione di parte del patrimonio immobiliare dello Stato (..)

    Ma ho letto bene? Mi dica che ho letto male! La prego. E Chi sarebbe costui? Il nuovo che avanza? E La mancanza di sovranità monetaria?
    E gli Eurobond? E gli stati uniti di Europa?.

    Zitto tu: preoccupati delle pagliuzze, e che le travi si arrangino da sole...

    Ohibò... ma or che mi sovviene... forse stava facendo del sano populismo, cioé mentiva!

    Del resto parla ad un serbatoio di elettori che non cantano "meno male che Silvio c'é" ma bensì (come dice un corregionale di Renzi) "Meno male che l'Euro c'é" .. qualche fregnaccia compiacente bisognerà pure raccontargliela per accaparrarsi i voti!

    Si si, deve essere proprio così. Del resto lo sanno tutti che le travi non votano...le pagliuzze viceversa, non ne mancano una di elezione. Sempre!

    Saluti Melman

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  6. gli eventi in arrivo sorprenderanno tutti. manca poco.

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  7. anonimo 14,56

    un peccato dover leggere un commento di questo tipo dopo la delizia di un commento come quello di Melman

    Sarebbe troppo chiedere spiegazioni?

    Perchè se di battuta si tratta direi che è piuttosto sterile, ma accettabile, se invece è qualcosa dl tipo "io so qualcosa che tu non sai" sarebbe auspicabile un chiarimento.

    Anche per cercare di capire la credibilità della fonte.

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  8. yuma, mi hai tolto le parole di bocca: è da ieri sera, quando ho letto il commento anonimo sopra, che sono inquieta: che vuol dire? Detesto le sorprese...

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  9. Però non comprendo il motivo per cui si accosti Il Fatto Quotidiano ai partiti sinistra,quello è semplicemente un giornale indipendente poggiato su nessun partito e infatti privo di finanziamenti pubblici

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  10. Nel mentre che anonimo 31 Ottobre 14:56 ci "illumini"... Io "me so messo la maja de lana e me sto a organizzà: nun se sa mai..."

    http://www.youtube.com/watch?v=AqKcQzI8W4o

    Saluti Melman

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  11. "Gli eventi in arrivo ..." La mia previsione (tra il serio e il faceto): arriveranno i Marziani, daranno da mangiare a tutti, un cibo strano, mai visto prima. Scomparirà il problema della fame nel mondo. Ma attenzione in cambio ci schiavizzeranno tutti, l'unico lavoro sarà per loro. Prendere o lasciare non ci sarà alternativa.
    Speriamo di si ... speriamo di no ... boh!

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  12. Anonimo 9.55
    Seh, va beh...
    Non vorrei turbarti ma ho io una notizia davvero sconvolgente: i marziani, quelli che ect ect...sono sbarcati da un po' e si sono già portati parecchio avanti con il programma.
    Stanno giusto ora facendo un po' di casino perché c'è sempre qualche umano recalcitrante di fronte alla catena e sai come sono, 'sti marziani: si irritano, danno letteralmente i numeri.
    E mandano le Borse a picco e i governi in panico (che è il default mentale che vedi in giro).
    Insomma, speravo sì, ma in una certezza da parte tua prima di sera.
    Domani, as usual, è un altro giorno (si vedrà)...(scherzo, mi auguro sia chiaro, vero?)

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  13. Ciao Rossland, sherzavo anch'io. Mi chiamo Fabrizio e ho scritto io 'Anonimo delle 9.55'. Mi firmerò sempre se scriverò ancora. Se qualcuno sa qualcosa lo dica chiaramente, mi sembra meglio.
    Approfitto per ringraziare Sergio Di Cori Modigliani per il suo lavoro che da qualche tempo leggo e apprezzo. W la libera informazione

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  14. Fabrizio
    Ciao Fabrizio!
    Mi stai dicendo che non eri lo stesso anonimo del 31 ottobre h. 14.56 e sto (stiamo) quindi ancora aspettando la Rivelazione?
    Uff..Speravo di aver trovato pace con i marziani, invece...
    Farò come yuma: prendo su intanto una maglia di lana e ci aggiungo pure un paio di guanti, che l'inverno avanza...

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  15. No, no! Io sicuramente è meglio se leggo e basta. Non so scrivere sui blog. Sono solo quello dei Marziani. Per l'altro Anonimo ho detto che è meglio se dice quello che sa. Scusatemi ancora

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  16. @ melman

    d'accordo anche su musica e illustrazioni :-)

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  17. @rossland...pienamente d'accordo; ciò che dice Renzi non è una novità e non è nè di destra nè di sinistra. L'aspetto interessante è che qualcuno cerca di dare una spallata ai vecchi (non anagrafici, ma di testa e di cuore)che non vogliono cambiamenti, non vogliono svolte, vogliono semplicemente sostituirsi a Berlusconi & co. per fare esattamente ciò che lui faceva e fa, con l'unica differenza, magari, che invece di lagne quotidiane sul sesso e bunga bunga vedremo lagne quotidiane di altro genere. Ridotto in sintesi voglio dire che Livia Turco è impresentabile qwuanto Daniela Santanchè. La cosiddetta speculazione lo sa, è su questo che ci mangiano vivi.

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  18. @Melman...ottima idea quella della maglia di lana, impossibile da non condividere e imbattibile (sono molto freddoloso)....a questo serve la letteratura e la lettura..............

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