di Sergio Di Cori Modigliani
L'Argentina si gioca la partita della vita.
Non è quella di calcio, al Maracanà, contro la Germania.
Quella è una partita di calcio, e che vinca il migliore.
Si tratta di una partita politica, di geo-politica, fondamentale per l'Argentina e anche per l'Europa. Per non dire per il resto del mondo.
Alla partita di calcio saranno presenti le più alte cariche politiche di ben 15 nazioni, e accanto alla presidente brasiliana Dilma Rousseff e al presidente della FIFA Sepp Blatter, ci saranno, va da sè, Angela Merkel e Cristina Kirchner. E invece no.
La Kirchner non ci sarà. Ha dato forfait.
Ma come? Perchè non ci va?
Non la vogliono? Certo che no.
E' stata definita persona non gradita? Assolutamente no.
Non è stata invitata? Neanche per idea.
E' malata? No, sta benissimo.
In Argentina c'è una situazione di emergenza per cui non può abbandonare il paese? Neppure.
Se ne starà dunque, da sola, a Buenos Aires senza festeggiare? No, sarà in Brasile.
Dove?
A Brasilia.
A fare che?
Ad aspettare, per l'appunto, la partita della vita.
Sarebbe?
Quella che si gioca, domani sera, lunedì 14 luglio, alla stessa ora, nella suite presidenziale del Four Seasons Hotel, dove lei offre una cena privata -anche se tutta squisitamente politica- ad Angela Merkel e Vladimir Putin, 16 ore prima di aprire la riunione della confederazione degli stati aderenti al BRIIC, di cui la Kirchner sarà la presidente di turno.
Per chi non lo sapesse, BRIIC sta per Brasile-Russia-India-Indonesia-Cina. Una partita che riguarda anche noi, anzi, soprattutto l'Italia, nazione che -quella partita- l'ha già persa.
Ma agli italiani non è stato spiegato un bel nulla, come al solito.
Che cosa ha detto, la Kirchner per giustificare la sua assenza?
Ha scritto una lettera alla Rousseff e dopo averla formalmente ringraziata, ha detto: non potrò essere presente a questa bella manifestazione perché lunedì è il compleanno di mio nipote e io non posso mancare. Per me è fondamentale vivere la mia funzione di nonna.
Davvero una cosa curiosa.
Ha provato a farle cambiare idea l'uomo che l'ha salvata, un certo Vladimir Putin, accolto a Buenos Aires sabato mattina con tutti gli onori, al quale la Kirchner ha offerto sabato sera una cena di gala "a nome di tutta la nazione e del popolo argentino". Si è arreso, ha detto che con quella donna non è facile trattare, soprattutto quando sostiene un punto di vista in cui lei crede fermamente: va rispettato il suo volere.
Ma forse è meglio fare un passo indietro e spiegare, in maniera molto sintetica, che cosa sta accadendo. Che cosa c'entrano Vladimir Putin e Angela Merkel con Cristina Kirchner.
Nel 1999, in Argentina c'era un governo di centro-destra, capeggiato da un certo Medem, grande sostenitore del neo-liberismo, fautore del rigore e dell'austerità, amico dei colossi finanziari anglo-americani, solerte esecutore dei diktat del Fondo Monetario Internazionale. Nell'estate di quell'anno era arrivato il responsabile del "desk Argentina", un economista di punta del Fondo, certo Pier Carlo Padoan (l'attuale ministro dell'economia della Repubblica Italiana), il quale aveva imposto tutta una serie di manovre specifiche di carattere economico (che il governo argentino aveva sottoscritto in pieno senza protestare) tra cui l'obbligo di allacciare la moneta al dollaro come valore, di fatto rinunciando alla propria sovranità monetaria, l'obbligo di investire una quota percentuale del proprio pil in specifici fondi a carattere speculativo molto rischiosi, l'obbligo di praticare una politica di tagli lineari per rimettere il bilancio in pareggio che avevano distrutto l'economia locale, portato la disoccupazione dall'11% al 23% e distrutto l'istruzione, la sanità, i trasporti pubblici. In seguito all'applicazione delle manovre richieste dal sign. Padoan, l'Argentina -per fare cassa- aveva venduto tutti i gioielli nazionali, dal petrolio all'energia elettrica, dalla telefonia all'intero sistema di telecomunicazioni, dal controllo delle sementi alla gestione del turismo a grandi multinazionali di Usa, Gran Bretagna e Italia. In seguito a queste manovre, l'economia argentina era stata completamente distrutta e nel 2002 era andata in bancarotta dichiarando formalmente fallimento per la cifra di 118 miliardi di dollari. Per una economia il cui pil era intorno ai 200 miliardi, insostenibile.
Il paese andò a picco.
Diciotto mesi dopo la disoccupazione aveva raggiunto la punta del 58% e tra i giovani del 75%.
L'Argentina dichiarò che avrebbe pagato e chiese una dilazione.
Si aprì una trattativa internazionale gestita dal Tribunale dell'Aja, alla fine della quale si chiuse un accordo tale per cui si consentiva all'Argentina di pagare l'intera massa debitoria aumentata degli interessi composti entro e non oltre il 2014. Gli argentini accettarono, riservandosi -con specifica clausola- il diritto di poter legiferare, gestire, e organizzare la propria economia e la potenziale ripresa senza che il Fondo Monetario Internazionale (FMI) mettesse bocca, fermo restando il pagamento della cifra di 14 miliardi di dollari all'anno per dieci anni, in 20 rate complessive.
Sia Menem che De La Rua, i due presidenti neo-liberisti che si alternarono tra il 2000 e il 2004 furono costretti a fuggire dal parlamento con l'elicottero, inseguiti dalla folla inferocita che lanciò lo slogan "que se vayan todos" (trad.: tutti a casa) mentre in Europa si raccontava che il populismo stava dilagando in Argentina. Nel 2005 vince le elezioni il partito peronista, gestito dall'ala sinistra dei Montoneros, il gruppo che aveva condotto la resistenza armata contro la dittatura militare agli inizi degli anni'80, capitanati da una sindacalista del meridione, Cristina Kirchner, moglie dell'avvocato Nelson Kirchner che diventa presidente nel 2004. Pier Carlo Padoan viene spostato dal desk Argentina al desk Grecia, di cui gestisce la pianificazione economica dal 2005 al 2011, anno in cui viene spostato al desk Portogallo dove rimane fino al 2012, anno in cui viene promosso alla carica di vice-presidente del Fondo Monetario Internazionale. Intanto, in Argentina, Kirchner assume il potere, cambia prospettiva economica e lancia un poderoso piano keynesiano di investimenti decennali. Il paese poco a poco comincia a riprendersi. L'Argentina comincia a pagare i suoi debiti con regolarità. Nel 2008 è lei, Cristina, a vincere le nuove elezioni con una maggioranza strabordante (quasi il 70%) e assume il potere applicando immediatamente delle manovre economiche che si scontrano con la volontà del Fondo Monetario Internazionale. Ma la Kirchner si rifiuta anche di incontrarli. Vara nuove leggi che consentono la riappropriazione della moneta da parte del Banco Nacional; le azioni della banca vengono acquistate al 100% dal Ministero del Tesoro; lancia manovre protezionistiche per salvaguardare l'industria nazionale; istituisce il reddito universale di cittadinanza; impone il bilancio sociale nelle grandi città; fa varare una legge che impone la distinzione tra banche d'affari speculative e banche di credito e risparmio; vieta l'investimento in derivati speculativi finanziari a ogni cittadino della repubblica argentina; lancia la guerra contro la povertà e contro la criminalità organizzata. In 4 anni, dal 2009 al 2012, porta l'Argentina dal fallimento a un nuovo boom economico. Riduce la povertà dal 40% al 6%. Abbatte la disoccupazione portando gli indici dal 28% del 2008 al 5% del 2013. Fa aumentare la produzione industriale al ritmo del 15% annuo, per quattro anni di seguito il pil complessivo aumenta al ritmo del 7%; apre ai grandi investimenti internazionali e riesce a pagare l'intero debito sottoscritto nel 2003 con un anticipo di 40 mesi. Il 10 dicembre del 2012, la Kirchner a New York, nella sede del Fondo si fa fotografare con la gigantografia dell'ultimo assegno versato. Il paese è ormai lanciato, insieme all'inflazione che raggiunge il picco del 20%. Saldato il debito, alla fine di dicembre del 2012, arriva il Fondo e c'è lo scontro tra Cristina Kirchner e Christine Lagarde. La francese lancia l'allarme inflazione e impone misure immediate di austerità e rigore. La Kirchner le boccia ed espelle i membri del Fondo dal paese dichiarando: preferisco avere un'inflazione alle stelle ma sapere che governo un popolo felice con una qualità della vita molto più alta di un tempo, piuttosto che avere un'inflazione a zero ma essere totalmente depressi e infelici come i francesi e gli italiani che seguono pedissequamente i vostri orribili consigli da strozzini. A me non interessano i grafici, interessano le esistenze dei miei cittadini.
Avviene la rottura ufficiale.
Due mesi dopo arrivano le prime denunce internazionali. Prima dalla Gran Bretagna (vince l'Argentina), poi la Francia (vince l'Argentina) e infine nel 2013 da parte di un fondo privato statunitense che pretende il pagamento immediato della cifra di 1,5 miliardi di dollari pena la dichiarazione tecnica di default. La pratica viene affidata a Padoan, che aveva aperto il mercato argentino a questo fondo; il FMI trova una clausola legale per cui sposta il giudizio da l'Aja a New York, nella circoscrizione in cui ha sede il quartiere generale del fondo. Si arriva al giugno del 2014 e il giudice americano impone il pagamento immediato all'Argentina, la quale, nel frattempo, non può ottenere prestiti internazionali perché il FMI ha fatto il vuoto intorno al paese. Il 30 giugno 2014, lunedì, a pagina 8 del quotidiano la Repubblica, compare un' intera pagina a pagamento, firmata "presidenza della nazione repubblica argentina", dal titolo "comunicato ufficiale del governo argentino: l'Argentina paga i suoi debiti". Su questa pagina si racconta l'intera vicenda e si invita la popolazione italiana a prendere atto della situazione internazionale, ad alzare il proprio livello di consapevolezza globale, dichiarando che l'Argentina pagherà grazie all'aiuto di nazioni amiche.
Questo comunicato è stato ripreso per intero dal sito online "Il Post" che così lo presenta: Oggi su diversi giornali europei, tra cui Repubblica in Italia, è stata pubblicata una pagina a pagamento della presidenza dell’Argentina. La pagina è intitolata: “L’Argentina vuole continuare a pagare il suo debito ma non glielo lasciano fare”.
Nel lungo comunicato si spiega la posizione del governo riguardo la decisione della Corte suprema degli Stati Uniti sugli hedge funds statunitensi. La scorsa settimana, infatti, la Corte ha rifiutato l’appello del governo argentino e – confermando delle precedenti sentenze – ha deciso in via definitiva che alcuni possessori di titoli di stato argentini che non avevano accettato la ristrutturazione del debito successiva al default del 2001 (tradotto: alcuni creditori che non avevano accettato di ricevere solo una parte dei loro soldi) devono essere rimborsati al cento per cento: la cifra da pagare per l’Argentina corrisponde a 1,33 miliardi di dollari. Se l’Argentina non rimborserà questi fondi, non potrà nemmeno effettuare i pagamenti sul debito ristrutturato – quelli “ridotti” – che scadono il prossimo 30 giugno. Questo è un punto fondamentale: il giudice della Corte suprema ha infatti «ordinato alla Banca di New York e alle società di servizi di compensazione di non pagare». Chi è interessato lo trova nel link: http://www.ilpost.it/2014/06/24/il-comunicato-dellargentina-sulla-sentenza-usa/
Nella pagina si invita la popolazione e i media che volessero essere informati, a rivolgersi direttamente a Analia Rach, braccio destro della Kirchner, o per e-mail: privada@jefatura.gob.ar oppure per telefono: 0054114114'9595; oppure attraverso richieste all'e-mail: info@cancilleria.gob.ar, nel frattempo andando a leggere l'intera questione sul sito http://www.mrecic.gov.ar/.
Scarsa reazione in Italia.
Nè a livello mediatico nè politico.
Ma sono intervenuti abili soggetti politici, in testa Vladimir Putin, il quale in data 10 luglio 2014 si è conquistato l'intero continente sudamericano -uno stratega davvero geniale- con due manovre: ha azzerato l'intero debito dell'isola di Cuba, ha dimezzato il debito di Cile, Uruguay e Bolivia con il Fondo Monetario Internazionale pagandolo in oro e si è posto come garante a nome dell'Argentina versando l'equivalente in tonnellate d'oro; il che, tradotto, vuol dire che adesso il giudice di New York se le deve vedere "direttamente" con Vladimir Putin perché il leader russo risulta legalmente "garante personale". Bella rogna per Barack Obama.
Bella rogna anche per Angela Merkel dato che deve aprirsi i mercati sudamericani per le sue merci, soprattutto BMW e Mercedes per la nuova borghesia emergente, e con un Putin in prima fila in Sud America, l'Europa occidentale finisce in posizione di sudditanza.
L'Italia totalmente assente.
Ha pigolato un vago mugugno della serie "anche noi vorremmo...ci piacerebbe..." ma dal Sud America è arrivata la risposta ufficiale: non riconosciamo come interlocutore attendibile una nazione che ha come ministro dell'economia il boia di Buenos Aires.
E così, i tre più intelligenti soggetti politici internazionali in attività, Vladimir Putin, Angela Merkel e Cristina Kirchner si incontrano per affrontare e risolvere la vicenda, a Brasilia, domani.
In teoria, e anche formalmente, avrebbe dovuto essere la Repubblica Italiana, in quanto ha la presidenza del semestre, a partecipare a tale riunione. Ma si è suicidata, strada facendo. Nessuno, dentro al governo italiano, a quanto pare ha capito che cosa stesse accadendo. La Merkel ne ha approfittato per ottenere un doppio risultato; ha, infatti, risposto: avete ragione, ci vado personalmente come leader tedesca e non a nome dell'Europa o dell'euro.
Così, sia l'Europa che l'Italia sono state eliminate in una botta sola.
La Kirchner, con questa sua capricciosa mossa ha voluto ricordare con enfasi che per lei le esistenze vengono prima di ogni altra cosa, per questo non va alla cerimonia dei mondiali.
Ci ha aggiunto il carico da undici di un patriottismo maturo "spero che i miei concittadini capiscano che la partita più importante è quella che mi gioco con gli amici Putin e Merkel, anche se il mio cuore batterà per la nostra squadra; il calcio passa, l'economia resta".
Che vinca il mondiale la squadra più forte, chi se lo merita.
Ma dal mio cuore tifosissimo e fazioso, spero che vinca l'Argentina.
Per regalare una notte di allegria e bagordi a un paese che sta in prima linea, in prima fila, nella lotta globale contro i guerrafondai, contro gli sciacalli della finanza, contro i fondi finanziari speculativi degli avvoltoi, contro il Fondo Monetario Internazionale. Un piccolo paese che conta poco, ma che è all'avanguardia del nuovo mondo post-Maya, insieme a Uruguay, Bolivia e Cile.
Stanno combattendo anche per noi.
Per questo si chiama "mondo globale": la lotta di ciascuno riguarda sempre tutti.
Mi auguro che nell'Olimpo del pallone, gli dei sappiano e vogliano illuminare Leo Messi regalandoci delle magie di talento.
Vamos Argentina.......dale dale dale!!!
Nè a livello mediatico nè politico.
Ma sono intervenuti abili soggetti politici, in testa Vladimir Putin, il quale in data 10 luglio 2014 si è conquistato l'intero continente sudamericano -uno stratega davvero geniale- con due manovre: ha azzerato l'intero debito dell'isola di Cuba, ha dimezzato il debito di Cile, Uruguay e Bolivia con il Fondo Monetario Internazionale pagandolo in oro e si è posto come garante a nome dell'Argentina versando l'equivalente in tonnellate d'oro; il che, tradotto, vuol dire che adesso il giudice di New York se le deve vedere "direttamente" con Vladimir Putin perché il leader russo risulta legalmente "garante personale". Bella rogna per Barack Obama.
Bella rogna anche per Angela Merkel dato che deve aprirsi i mercati sudamericani per le sue merci, soprattutto BMW e Mercedes per la nuova borghesia emergente, e con un Putin in prima fila in Sud America, l'Europa occidentale finisce in posizione di sudditanza.
L'Italia totalmente assente.
Ha pigolato un vago mugugno della serie "anche noi vorremmo...ci piacerebbe..." ma dal Sud America è arrivata la risposta ufficiale: non riconosciamo come interlocutore attendibile una nazione che ha come ministro dell'economia il boia di Buenos Aires.
E così, i tre più intelligenti soggetti politici internazionali in attività, Vladimir Putin, Angela Merkel e Cristina Kirchner si incontrano per affrontare e risolvere la vicenda, a Brasilia, domani.
In teoria, e anche formalmente, avrebbe dovuto essere la Repubblica Italiana, in quanto ha la presidenza del semestre, a partecipare a tale riunione. Ma si è suicidata, strada facendo. Nessuno, dentro al governo italiano, a quanto pare ha capito che cosa stesse accadendo. La Merkel ne ha approfittato per ottenere un doppio risultato; ha, infatti, risposto: avete ragione, ci vado personalmente come leader tedesca e non a nome dell'Europa o dell'euro.
Così, sia l'Europa che l'Italia sono state eliminate in una botta sola.
La Kirchner, con questa sua capricciosa mossa ha voluto ricordare con enfasi che per lei le esistenze vengono prima di ogni altra cosa, per questo non va alla cerimonia dei mondiali.
Ci ha aggiunto il carico da undici di un patriottismo maturo "spero che i miei concittadini capiscano che la partita più importante è quella che mi gioco con gli amici Putin e Merkel, anche se il mio cuore batterà per la nostra squadra; il calcio passa, l'economia resta".
Che vinca il mondiale la squadra più forte, chi se lo merita.
Ma dal mio cuore tifosissimo e fazioso, spero che vinca l'Argentina.
Per regalare una notte di allegria e bagordi a un paese che sta in prima linea, in prima fila, nella lotta globale contro i guerrafondai, contro gli sciacalli della finanza, contro i fondi finanziari speculativi degli avvoltoi, contro il Fondo Monetario Internazionale. Un piccolo paese che conta poco, ma che è all'avanguardia del nuovo mondo post-Maya, insieme a Uruguay, Bolivia e Cile.
Stanno combattendo anche per noi.
Per questo si chiama "mondo globale": la lotta di ciascuno riguarda sempre tutti.
Mi auguro che nell'Olimpo del pallone, gli dei sappiano e vogliano illuminare Leo Messi regalandoci delle magie di talento.
Vamos Argentina.......dale dale dale!!!
Non mi interessa il calcio, e nemmeno so com'e andato a finire questo mondiale, ma anch'io auguravo in cuor mio la vittoria all'Argentina. Se non si sente europea la Cancelliera che ha cancellato il Muro e i suoi calcinacci anche grazie ai fondi comunitari e a una cooperazione Cee che ora improvvisamente la annoia, perché dovrei sentirmi più europea che sudamericana proprio io, un'italiana consegnata ai Monti, alle Fornero e ai Padoan con la piena approvazione dell'ex professoressa d'oltrecortina?
RispondiEliminaPoi sì, mi rendo conto che Lei ha un cuore fazioso oltre che di tifoso appassionato. Altrimenti, la Sua consueta brillante lucidità d'analisi non potrebbe essersi così sorprendentemente offuscata quando ha affermato con disinvoltura che la nuova alleanza internazionale capitanata dall'Argentina è coraggiosamente schierata "contro i guerrafondai". Putin avrà pure indossato gli abiti di scena di Babbo Natale per l'incontro con la Kirchner, però qui in Europa -- dalla Cecenia all'Ucraina, e, quel che è peggio, entro i suoi stessi confini nazionali -- ha continuato a preferire la vecchia cara divisa cosacca.
Ah!, a proposito di guerrafondai: si è accorto che il presunto armatore di navi da guerra von Freyberg è stato rimosso proprio in questi giorni dalla presidenza dello IOR, vero? Tra l'altro, all'epoca del suo insediamento, nel febbraio del 2013, il capo della sala stampa vaticana in seguito a una domanda di un cronista, aveva precisato: "«La Blhom-Vhoss (il cantiere navale di cui von Freyberg è presidente, NdR) non fabbrica più navi, ha venduto quel reparto, fa solo ingegneristica navale». (fonte: economiaweb.it).
Saluti cordiali, marilù l.
Se è per quello, il Vaticano ufficialmente dichiarava che la pedofilia nei suoi ambienti era una cosa marginale e che non era mai stata tenuta nascosta.
EliminaQuindi stendiamo un velo pietoso quando le fonti sono il ladro che dichiara di non conoscere cosa sia rubare.
Il livello + l'attendibilità sono queste, senza contare poi in Ucraina, che i nazisti al governo stanno bombardando le popolazioni civili russofoni, o0n il contrario, ma stranamente per le stesse cose l'America è tutta l'europa dichiarò la guerra alla Libia!!
In fondo cosa vuole che sia, mi risulta anche ovvio che per lei sia tutto molto logico e coerente per lei, d'altronde mi sarei stupido del contrario.
(eugenio bongiorno)
Riguardo alla sua prima affermazione, gradirei che mi presentasse una dichiarazione virgolettata di qualche portavoce ufficialmente incaricato dal Vaticano di esprimere la propria posizione in tema di preti pedofili.
EliminaRiguardo la sua "logica" e i giudizi formulati in base ad essa, devo invece riconoscere che lei è riuscito a stupirmi.
Riguardo all'Ucraina e alle malefatte dei "nazisti" redivivi, la inviterei a guardare il film "5 five days of war", sulla vera e propria invasione della Georgia ad opera delle forze armate russe, nell'agosto del 2008, dopo essersi letto l'exerga introduttivo, che è una laconica ma quanto mai veritiera frase pronunciata dal senatore U.S.A. Hiram Warren Johnson nel 1918.
Augurandole sinceramente di riuscire a stupirsi, almeno qualche volta, la saluto.
marilù l.
Non ho proprio tempo ora di leggere il link, ma non cambia la sostanza di quel che intendevo dire. E' sempre possibile che alcuni -- o persino molti, ahimè -- vescovi e cardinali abbiano frainteso gravemente il senso della parola "discrezione" e moltiplicato il male, invece che curarlo. Quello che le chiedevo era una dichiarazione ufficiale di un Papa o del capo della sala stampa vaticana in cui si minimizzassero questi reati e si raccomandasse di sottrarre alla giustizia i colpevoli.
EliminaA un eventuale Veneto secessionista, preferirei che fossero inviati negoziatori di pace più che carri armati e cacciabombardieri. Se non altro per rispetto della nostra Costituzione, o di quel che ne resta. Ma potremmo sempre diventare molto più filo-russi che garantisti, prima ancora di accorgerci dell'avvenuta metamorfosi. Tuttavia anche allora non smetterei di credere nella sua reversibilità.
Le auguro un fine-settimana sereno, se non proprio divertente.
marilù l.
Questo Padoan è una sicurezza!
RispondiEliminaMi viene in mente Enrico Mattei, che era convinto che l'indipendenza politica passi per l'indipendenza economica.
RispondiEliminaAxel
Le poche cose che so con certezza ub questo articolo vengono sbagliate.
RispondiElimina1) BRIIC????? E' BRICS, l'Indonesia non ne fa parte. La S sta per Sudafrica;
2) "Kirchner sarà la presidente di turno". Di che? Di un gruppo in cui l'Argentina non è neppure membro? A quando la presidenza NATO al Vietnam?
3) "Vladimir Putin, il quale in data 10 luglio 2014 si è conquistato l'intero continente sudamericano". Esagerazione senza senso. Chi domina i mercati del Sud America è la Repubblica Popolare Cinese. La Russia per ora può solo iniziare un lungo percorso che la porti nei prossimi anni ad essere un attore di rilievo.
Sulle altre parti non ho certezze ma i punti che conosco bene non sono proprio azzeccati, il che non mi permette di fidarmi "ciecamente" di tutto il resto
1 ) l'Indonesia fa parte del MINT assieme a Turchia, Messico e Nigeria.
EliminaQuesti paesi sono stati inizialmente esclusi poiché più evoluti.
https://en.wikipedia.org/wiki/BRIC
2 ) L'Argentina è stata invitata a partecipare ufficialmente dalla Russia al Fortaleza Simmit e nello stesso si discuterà dell'ammissione dell'Argentina.
https://en.wikipedia.org/wiki/BRICS (ammissione)
http://www.lookoutnews.it/russia-argentina-putin-kirchner-fernandez-brics/#.U8UHP1GpVzA (invito ufficiale)
3 ) Putin nel suo viaggio Sud Americano tra cui anche Cuba, ha azzerato l'intero debito Cubano nei confronto della Russia.
http://it.euronews.com/2014/07/13/russia-argentina-putin-a-kirchner-visione-comune/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+euronews%2Fit%2Fhome+%28euronews+-+home+-+it%29
4 ) Forse è meglio informatisi prima di scrivere onde evitare figure da insipienti.
(eugenio bongiorno)
ci tieni informati sull'incontro? grazie
RispondiEliminaConcordo con Busetto Davide. Come possa una persona così intelligente come Sergio Di Cori Modigliani scrivere certe cose, inventandole di sana pianta e spacciandole per vere, non è dato sapere. Infatti:
RispondiElimina- è BRICS non BRIIC
- volendogli molto bene ha confuso BRICS con Mercosur (la "UE" del Sudamerica) e allora la presidenza sarebbe forse giustificabile (un pò come il semestre europeo)
- l'accordo bilaterale tra Putin e la Kirchner c'è stato ma non c'entra col debito argentino o almeno nei modi esposti da Sergio (sembra quasi che Putin sia andato con i lingotti d'oro dalla Kirchner)
- ed in tutto questo cosa c'entra la Merkel (oltre che per aver festeggiato la vittoria della Germania nella coppa del mondo)?????
... Che dire, almeno metta dei link così ci può smentire .... guardi anche in lingua spagnola... ci arrangiamo
A una prima ricerca su google, risulta che anche la sua dicitura è sbagliata, signor Anonimo, Briics è quella corretta.
EliminaPoi sì, ha ragione, non è chiaro come possa essere assegnata alla presidentessa argentina il ruolo di guida di questa particolare lega di Stati, se l'Argentina non ne fa parte. Ma probabilmente è sottinteso che è stata invitata a farne parte e contestualmente è stata assegnata alla coraggiosa Kirchner la presidenza dell'organismo, ora comprensivo anche della partecipazione argentina. Vale a dire che non è detto che sia scontata la confusione, da parte di Modigliani, tra Mercosur e Briics.
La Merkel c'entra per via dell'invito alla cena privata del 14 luglio scorso rivoltole dalla Kirchner, prima che fosse emerso il vincitore del mondiale di calcio e non per pura cortesia; è importante ricordare che era una cena PRIVATA, cioè non di semplice rappresentanza ed elementare cortesia diplomatica, riconducibile alla concomitanza della competizione sportiva internazionale. Ne è riprova il fatto che l'altro commensale era Putin.
Infine, gentile Anonimo, il link in spagnolo Modigliani lo aveva fin dall'inizio inserito nel suo articolo, aggiungendo anche un paio di indirizzi e-mail.
Per parte mia, devo solo rammaricarmi del fatto che non sono ancora riuscita, tramite google, a trovare e leggere la pagina a pagamento con la dichiarazione del governo argentino su La Repubblica dello scorso 30 giugno.
Saluti cordiali, marilù l.
Si signor Eugenio Bongiorno concordo che tutti ci dobbiamo documentare, ma il primo che lo deve fare è chi tiene il blog.
EliminaPer la signora Marilù mi dispiace ma la dizione esatta è BRICS perché appunto ne fanno parte Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, e quelli che sono andati a Fortaleza sono questi Paesi ed è riportato dappertutto e in tutte le lingue (sì mi sono documentato). I link che riporta Sergio riguardano la questione del debito argentino, ma non spiegano affatto le castronerie dette.
Comunque lasciando perdere questi dettagli concordo con la linea generale di pensiero di Sergio di Cori Modigliani che qualcosa si sta muovendo in Sudamerica e nel resto del mondo, ma naturalmente non in Italia, purtroppo.
Sì, la mia ricerca è stata fin troppo frettolosa, riguardo quell'acronimo. Mi pareva di aver capito che la doppia "i" fosse giustificata dalla presenza, nell'alleanza, anche dell'Indonesia, ma a questo punto devo dedurre che ne sia uscita o ne sia stata estromessa.
EliminaNon riesco invece a capire quali siano le castronerie che avrebbe scritto Modigliani. A proposito della famosa cena della presidentessa argentina con la Merkel e con Putin? Oppure intendeva riferirsi alla funzione di garante del debito argentino assunta da Putin?
Mi scuso infine, con Modigliani oltre che con Lei, per la lamentela sulla impossibilità di rintracciare l'annuncio a pagamento su La Repubblica del 30 giugno, a pagina 8, come avevo letto nell'articolo qui sopra. Se avessi letto da subito tutto l'articolo de "Il Post" linkato, invece che soltanto lo spezzone riportato da Modigliani, mi sarei accorta che quell' "Oggi" con cui esordiva il testo era riferito al 24 giugno, e non alla data che -- sicuramente per una banale svista -- Modigliani aveva riportato essere quella del 30.
Grazie, comunque, delle Sue precisazioni.
Cordialmente, marilù l.