martedì 8 luglio 2014

I colossi della finanza cercano di spingere vero la guerra. Che si fa?


"Dicono che l'umanità non sopravviverà a lungo, ma io vorrei sapere che cos'è che li fa sentire così sicuri. L'ora più buia è sempre quella prima dell'alba: si sta facendo mattino, e io so che possiamo ancora avere singing tomorrows"
Pete Seeger, all'inaugurazione della presidenza Obama nel gennaio 2009.

"Saranno le idee a cambiare l'Europa. Dobbiamo rendere bella la globalizzazione!".
Matteo Renzi, primo ministro della Repubblica Italiana. 8 Luglio 2014


di Sergio Di Cori Modigliani

E così l'Europa, quatta quatta, si avvicina alla guerra, a sua insaputa.
Per non parlare dell'Italia dove neppure si accenna a un potenziale scenario, come se la questione non la riguardasse.
E' dal gennaio 2013 che il teatro mondiale è cambiato, da quando Obama non ha ceduto ai repubblicani conservatori, seguitando a pompare dollari sul mercato interno per investire nella ripresa, nel lavoro e nell'occupazione, a debito, stampando moneta al ritmo di 80 miliardi di dollari al mese, rifiutandosi di accettare il principio del Fondo Monetario Internazionale per cui "il debito" è il principale problema economico ed è ciò che va affrontato.
Ha insistito nel sostenere che se l'intero pianeta (nessuno escluso tra quelli che contano) non partecipava ad un tavolo complessivo per affrontare il problema di una nuova re-distribuzione della ricchezza in ogni continente, inevitabilmente si sarebbe andati in guerra. 
Gli indici del War Resister's League, (la più antica e famosa organizzazione pacifista californiana, che si occupa di monitorare l'innalzamento o l'abbassamento dei livelli di rischio potenziale di conflitto bellico internazionale allargato) sono abbastanza chiari al riguardo: il 1 Luglio 2014 è stato raggiunto il livello più alto di conflittualità tra potere centrale dei singoli stati che contano -nel mondo circa una ventina- e la cittadinanza collettiva, dal 1964, ed è aumentata in maniera vertiginosa la massa di danaro dei derivati che negli ultimi 20 mesi è stato spostata sui titoli legati alla produzione e compra-vendita di armi in occidente. 
Per loro, siamo a pochi millimetri dalla linea di non ritorno.

I grandi colossi finanziari e la classe politica internazionale che sostiene l'oligarchia del privilegio in tutto il pianeta erano stati molto chiari, fin dal 2008, quando è esplosa la cosiddetta crisi finanziaria che ha spinto l'occidente in recessione: non avrebbero mollato l'osso a nessun costo, anche a rischio di provocare una catastrofe collettiva.
La posta in gioco è quella e si sta avvicinando il momento in cui, da qualche parte, qualcuno che non so neppure chi sia nè quanti siano, stabiliranno che per organizzare il Nuovo Ordine Mondiale senza cedere alle pressioni della cittadinanza attiva in tutto il pianeta, è meglio andare in guerra, così guadagnano, salvaguardano i loro doviziosi capitali e c'è la smagliante e splendida prospettiva (per loro) di eliminare in una botta sola diversi e svariati milioni di terrestri, forse se va bene anche diverse decine o centinaia, per poterli poi gestire con più facilità. Dopo una guerra, è cosa nota, si è tutti più accomodanti e arrendevoli.
E' il fronte bellico di una guerra iniziata qualche anno fa, circa una decina, in campo prima sociale, poi culturale, poi politico, e infine economico.
Non è come la definiscono i populisti demagoghi: la "guerra della cittadinanza" contro il privilegio.
Magari, fosse stato così, quello è avvenuto nel 1789 a Parigi.
E' l'esatto contrario.
E' l'oligarchia del privilegio garantito che dopo aver fatto piazza pulita delle intelligenze individuali e collettive, ha sferrato l'attacco alla cittadinanza ed è entrata in guerra contro di noi.
E' la lotta di classe al contrario: è il Grande Paradosso dei nostri tempi, i ricchi hanno lanciato la guerra contro i meno ricchi per impoverirli e contro i poveri per stenderli definitivamente.
Sono le grandi ricchezze che sono andate all'attacco della classe media, per impedire che la diffusione di benessere collettivo materiale provocasse un allargamento della coscienza e della consapevolezza, con l'inevitabile conseguenza di restringere la zona del privilegio. Per far ciò era necessario organizzare, determinare e provocare la pauperizzazione dei ceti medi, "proletarizzando" l'intera società per avere la possibilità di avere un eterno esercito di riserva, una gigantesca massa di disoccupati bisognosi all'arrembaggio, quindi pronti a qualunque cosa, pur di poter sopravvivere.
E' stato deciso a tavolino.
Ma la Storia se ne frega dei tavolini e dei grandi complotti.
Sono 10.000 anni che sul pianeta Terra gruppi oligarchici -in ogni continente, etnia e paese- tentano di gestire l'intera collettività auto-definendosi e auto-proclamandosi una razza eletta, o superiore, o privilegiata nel nome di un Dio, un Re o un Boss. Ed è sempre andata male, perchè alla fine la cittadinanza (magari impiegandoci 20, 40, 100, 200, 1000 anni) si è ribellata e ha detto: basta così.
E' avvenuta la stessa cosa anche questa volta.
Ma poichè si è verificato senza clamore, senza sangue, senza manifestazioni, senza ideologia, l'evento non è stato registrato finchè il meccanismo non si è inceppato. 
In conseguenza dell'austerity, del rigore, e delle ottuse e miopi politiche economiche, il consumo interno si è contratto peggiorando lo stato dell'economia: si è manifestata una decrescita naturale per forza di cose. 
In gran parte motivata dal bisogno e dalla ristrettezza, in parte dalla consapevolezza di chi ha deciso di sottrarsi al meccanismo optando per un approccio alternativo.
Quindi, i "prenditori" sono andati in crisi.
E poiché dipendono dai colossi finanziari, seguono le loro indicazioni. 
E puntano chiaramente alla guerra come extrema ratio, perchè è l'ultima risorsa per far soldi.
Tutti gli indici economici, infatti, sono al ribasso e annunciano -quantomeno in Italia- che lo stato dell'economia è negativo ed è destinato a peggiorare.
Non avendo (non volendo) optare per una redistribuzione della ricchezza sociale, la guerra finisce per essere il miglior campo di investimenti finanziari.
Da sempre è così.


In un teatro del genere, che cosa possiamo fare, noi, cittadinanza della società civile?
A mio avviso, seguire le indicazioni del buon Teodoro Moneta, l'unico Premio Nobel per la pace che l'Italia ha vinto nel 1907: astenersi dal prendere parte, avendo incorporato la consapevolezza che lo scontro tra sunniti e sciiti, tra israeliani e palestinesi, tra ucraini e russi, tra ungheresi e bulgari, tra iraniani e arabo-sauditi, ecc., sono comunque a noi estranei perchè hanno in comune tutti un fattore che li definisce: non potendo nè volendo gestire le contraddizioni interne del proprio paese, e non sapendo come affrontare le pretese della cittadinanza esasperata, si identifica un nemico esterno e si fa quadrato grazie all'inossidabile apporto che la religione ha da sempre dato, "inventando" scontri di civiltà, scontri tra etnie, scontri tra gruppi religiosi. 
Ennesimo paradosso della follia umana, non c'è niente come l'odio e la violenza che spinge gli esseri umani a muoversi per vivere: per Amore non lo fanno, per Odio sì.
Basterebbe questo per desiderare che arrivino domani i marziani veri a colonizzarci, prendendo atto del totale fallimento dell'epopea della specie umana.
Il solo fatto che in Medio Oriente gli israeliani e i palestinesi, in questo momento, non siano in grado di comprendere collettivamente che sono tutti vittime, ma non l'uno dell'altro, bensì entrambi vittime della finanza sionista associata alla grande finanza sunnita mussulmana, la dice tutta sulla degradante situazione mentale della nostra razza Umana.
Tutto ciò avrà un immediato impatto sull'Europa.
Inizierà in borsa, poi con i fondi, infine con lo spread.
Quindi, con i nostri conti.
Che cosa possiamo e dobbiamo fare, oggi, noi povericristi, in Italia?
Seguitare a diffondere un processo di consapevolezza generale, pacifista e inclusivo, e allo stesso tempo lavorare per smascherare la logica del potere.
Tanto più il potere rimarrà nudo, tanto prima la massa capirà.
In questo senso, la curiosa posizione del M5s nel parlamento italiano riguardo alla legge elettorale, quella per cui, all'improvviso, si presentano da Renzi e gli dicono: ok bello, d'accordo, sigliamo un patto e chiudiamola qui, è una mossa astuta in questa prospettiva.
In Usa si definisce win-win situation, tradotto vuol dire: "comunque vada a finire si vince sempre".
Perchè le cose sono due: o Renzi accetta l'accordo proposto in ginocchio da M5s oppure non l'accetta.
Se lo accetta, Berlusconi finisce in periferia e il M5s diventa il principale e unico interlocutore del governo. A quel punto, il caimano, imbestialito, andrà contro il governo portandosi appresso anche Alfano. Matteo Renzi avrà bisogno di aiuto e sarà disposto e disponibile a negoziare accettando esigenze che fanno parte del programma M5s, tra cui, magari il reddito universale di cittadinanza. Anche perchè lo stato dell'economia sarà talmente disastroso che non ci saranno alternative.
Se non lo accetta, il paese intero vedrà e toccherà con mano che la sua alleanza di ferro con Berlusconi è necessaria ad entrambi per sopravvivere e quindi davanti al re nudo la gente reagirà, al di là della manipolazione retorica e si avrà la "prova scientifica" della natura autentica di Matteo Renzi.

L'Europa sta per imporre una manovra finanziaria al Portogallo, ai primi di settembre alla Grecia e alla fine di settembre a Spagna e Italia.
Il nostro paese non è in grado di reggere il peso di altri 20 miliardi di euro di ulteriore tassazione, che devono assolutamente applicare entro ottobre, dato che non hanno altra scelta, stando le cose come stanno oggi. 
Dobbiamo prepararci in tempo per essere in grado di gestire una fase di passaggio.
O le esigenze e la voce della cittadinanza verrà ascoltata e si realizza un nuovo patto sociale, si abbassano le tasse, ci si occupa dei ceti più bisognosi, e la vecchia corrotta classe politica del privilegio viene rottamata per intero ma sul serio, oppure l'Italia verrà cancellata in un colpo secco. A poco serviranno i tweet penosi del premier. 

Da questo punto di vista, una situazione di permanente belligeranza può accelerare il processo di cambiamento necessario.
Tragico paradosso.

Sempre meglio di questa agonia che ci stanno preparando.

La frase del premier "dobbiamo rendere bella la globalizzazione" è il frutto di un delirio pericoloso. Forse non si rende conto di ciò che dice, poverino, non ha gli strumenti per comprendere. In questo momento, il più importante mercato globale al mondo è diventato quello dei derivati sulle armi.
Se prosegue nella sua mitomania da operetta, tra un po' Renzi ci verrà a dire che "il mitra è bello".
Chi lo sa, magari lo pensa pure. 



5 commenti:

  1. Effettivamente, se a Renzi è uscita quest'altra panzana, siamo vicini all'orizzonte degli eventi

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  2. Stiamo vivendo un periodo storico simile ma non uguale ad altri del passato. Ma questo è di gran lunga quello più inquietante, grazie aseguente mix di ingredienti esplosivo:
    1. L'1% della popolazione mondiale ha polarizzato a sè gran parte delle risorse del pianeta e quindi il potere;
    2. L'avidità/ingordigia senza limiti dei super ricchi del punto 1 ha superato ormai la capacità finita del pianeta (vedi l'emissione di derivati speculativi con valore pari a decine di volte il PIL mondiale http://bit.ly/1pWos4Z );
    3. L'enorme progresso tecnologico, in gran parte militare, è al servizio delle elite di cui al punto 1;
    4. L'enorme progresso tecnologico nei campi dell'automazione, informatica, robotica e nanotecnologie, che renderanno ben presto inutile se non dannosa (per la suddetta elite) la presenza di 7 miliardi di persone nel pianeta. Fino ad oggi lo schiavismo aveva un senso (sempre dal punto di vista della suddetta elite), ora con l'imminente introduzione di robots sempre più economici, affidabili ed efficienti, il valore economico della stragrande maggioranza della popolazione tenderà prima a zero e poi comincerà ad essere negativo. Quindi saremo di intralcio!
    5. Ogni possibile soluzione che possa liberare l'uomo dall'essere schiavo viene eliminata, spesso col suo scopritore, dalla suddetta elite prima che si diffonda nel pianeta.
    6. In tutto il mondo, le forze governarnative alle dipendenze di quell'1% stanno togliendo di mezzo quelle sane, come ad esempio il M5S in italia;
    7. In tutto il mondo, la religione neoliberista/capitalista ( http://bit.ly/1mTksPp ) o tecnocrate stile troika sta svuotando la società del ceto medio, polarizzandola sempre di più tra quelli dell'1% + i loro stretti cortigiani ed il resto. Non è difficile prevedere quale sarà il destino di questo resto entro il prossimo decennio. Le guerre sono solo una delle opzioni possibili. Quella più banale. L'elite potrebbe pensare a qualcosa di meno distruttivo per le cose ma più letale per le persone;

    In alcuni video della bella époque o altri della fine degli anni '30, si possono vedere scenari di vita simili a quelli attuali. Con persone festose, tranquille, spensierate. Come adesso, anche allora la popolazione era inconsapevole di cosa stava per accadere...

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  3. Ottimo articolo, con interessanti riflessioni.
    Condivido soprattutto quella sul pacifismo consapevole, unica azione/non-azione in grado di disvelare l'imbroglio delle oligarchie.
    Non credo sia un concetto difficile da far comprendere, anche a certi zucconi "di sinistra" che si ostinano ancora a sostenere la neoDC (leggasi PD).

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  4. Quanti ne sono consapevoli?...troppo pochi!...e anche se noi tutti ne fossimo coscienti saremmo comunque impotenti, hanno avuto il tempo e gli strumenti
    per organizzarsi, punto! Inoltre, bisogna considerare quanti sono compiacenti alle élite, se questi non esistessero si potrebbe nutrire una microscopica speranza.
    Siamo qui ad informarci a scambiarci opinioni, mentre loro agiscono...quindi?...di che stiamo parlando!!!!
    Coloro che sono altamente preparati dovrebbero agire per salvare il salvabile, la gente comune non ha gli strumenti necessari per alcunché. Il quotidiano è pressante ed è superfluo farne un elenco. Io temo che sia FINITA!!!!!
    Quale senso ha informare se poi gli strumenti per agire si rivelano inutili (votazione)
    Abbiamo due opzioni, piangere o sperare in una invasione aliena.
    Maryta

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