venerdì 5 settembre 2014

Questo signore ce lo aveva spiegato nel 1959: ecco chi sta vincendo la guerra mondiale, oggi.



di Sergio Di Cori Modigliani

Non sarà Nelson Rockfeller a vincere la guerra, a nome dell' imperialismo americano.
Se è per questo non sarà neppure Vladimir Putin, a nome dell'imperialismo russo.
Non sarà neppure Adolf Hitler o Josif Stalin o la Banca Rothschild.
Se è per questo, non sarà neppure il Papa, Maometto o Mao; tantomeno l'Europa, si intende.
La guerra la vincerà (in realtà l'ha già quasi vinta, manca soltanto un millimetro) l'unica vera Troika che davvero conta sul pianeta: David Zuckerberg, insieme a Mr.Google e Mr. Amazon.

Immaginate -tanto per fare un esempio banale- una futura prossima mattinata, diciamo da qui a venti giorni, in cui i tre giovanotti della Troika si incontrano in una modesta stanzetta per fare una telefonata. Quando si sentono pronti, chiamano la segretaria e le ordinano: "Signorina, tra dieci minuti esatti chiami Rockfeller, Rothschild, Hitler, Mao e Stalin e gli altri dieci della lista e dica loro che dobbiamo fare un comunicato della massima urgenza in video-conferenza criptata".
Si bevono un buon caffè e poi li chiamano. Annunciano loro. "Signori, tra cinque minuti esatti, noi stacchiamo la spina, arrivederci....a meno che...."
E così il pianeta rimane senza facebook, senza twitter, senza i collegamenti della rete, senza posta elettronica, senza wikipedia e la gente va fuori di testa. Oltre al fatto che vengono bloccate le transazioni finanziarie in tutto il globo, dato che quei tre signori -insieme anche a Mr.Yahoo e Mr.Chong- complessivamente, hanno interessi azionari corposi dentro tutte le più importanti agenzie finanziarie del pianeta, alle quali gestiscono, attraverso consociate e sottomarchi, per lo più anonimi, la parte tecnologica e di diffusione dei dati.
Senza neppure sparare un colpo di pistola, i nostri amici costringerebbero tutti, da Obama a Putin e l'intera compagnia cantante del globo, a scendere a patti con loro.
Forse si è già verificato, ma io non ne sono al corrente. 
Certo non ce lo vengono a dire, se è accaduto.
Lo scenario è basato su una ipotesi fantascientifica (così bisogna dire, si fa anche bella figura perché questo è ciò che impone il politically correct).
Comunque penso che questo sia lo scenario dentro al quale viviamo.
C'è chi se ne accorge e chi non se ne accorge, chi si adatta e chi non si adatta, e chi sta già provvedendo a munirsi di adeguata strumentazione interna per vivere (come umano pensante) a dispetto dei vincitori.
La guerra in Medio-Oriente, quella dell'Isis, quella in Ucraina, più le altre di cui non si parla, le ha vinte già la Troika che gestisce la multimedialità in rete, mica i soldati. Basti vedere le reazioni di massa (vere e proprie ondate) sui social network a seconda di certi accadimenti specifici.
La particolarità di questa guerra è unica nella Storia della Civiltà: per la prima volta i vincitori non si manifestano. Per la prima volta non si pavoneggiano, non si mostrano, non divulgano.
Anzi.
Meno si parla dei loro affari, meglio è per loro.
Se pensate che tutte queste guerre siano davvero per i motivi che ci dicono, vi sbagliate di grosso; questa era una modalità da anni'80 che è saltata nel 1992.
Tutto qui.
Fine del post e buon week end a tutti.

Adesso viene quella che doveva essere la premessa.
Tutto ciò che sta accadendo era stato spiegato nel 1959, quando, nel continente americano si sono verificati due eventi culturali di enorme impatto, tali da gettare i solidi semi della più grande rivoluzione culturale planetaria (quantomeno in occidente) quella radicale degli anni'60.
In Canada, per i tipi della "Toronto University Press" usciva un testo teorico di uno sconosciuto cattolico visionario "The medium is the message". Un personaggio davvero singolare, unico. Si chiamava Marshall MacLuhan. Il suo libro non ebbe nessun impatto, nessuno lo lesse. Ebbe la sfortuna (o fortuna) di scontrarsi con la consueta miope idiozia dei militari. Venti giorni dopo l'uscita di questo libro che nessuno leggeva, venne arrestato dalla polizia militare che voleva capire come mai lui fosse al corrente dei livelli tecnologici statunitensi coperti da segreto militare. Dopo una settimana venne rilasciato e considerato un pazzo. Sosteneva sempre la stessa cosa: "Mi ha parlato la Vergine Maria che mi ispira. Io scrivo ciò che vedo. Così sarà il mondo, io non c'entro nulla". La sua grande ambizione consisteva nell'incontrare il Papa. Non fu mai accontentato. Morì il 31 dicembre del 1979 allo scoccare della mezzanotte. Il suo testo venne tradotto in italiano di lì a dieci anni. L'intero mondo accademico fece in modo di circoscrivere la sua diffusione definendolo "fantascienza sociologica". In Italia veniva invece chiamata "sociologia della fantascienza" perché parlava di un mondo post-ideologico, del fax, del web, dei social network, e spiegava che l'umanità nel 2010 sarebbe vissuta esattamente come attualmente vive, azzeccandola al millimetro. Divenne un autore di culto, venerato da una solida nicchia di curiosi libertari pensanti. 
Nello stesso anno si verificò un altro forte episodio, non in Canada ma in Usa.
La IBM decise di lanciare una campagna pubblicitaria inusuale. Finanziò un concorso letterario di fantascienza, aperto a tutti, senza alcuna discriminante. In palio c'erano 25.000$, una cifra molto alta per quell'epoca (tipo 250.000 euro dei nostri giorni). La condizione posta era che il testo non dovesse superare la lunghezza di ventidue righe. Tanto più fosse stato breve, tanti più punti l'autore avrebbe ottenuto. Centinaia di migliaia di persone parteciparono. Il premio venne aggiudicato a uno scrittore di fantascienza, già famoso ma soltanto nella specifica e ristretta platea di tifosi della fantascienza. Con questo racconto divenne celebre in tutto il paese perché le sue 12 righe scatenarono un enorme dibattito. Si chiamava Isaac Asimov.
Dopo la pubblicazione del suo racconto, il filosofo tedesco Herbert Marcuse, che insegnava a Berkeley, ( e che stava scrivendo il testo "L'uomo a una dimensione") lo invitò a tenere dei seminari insieme a lui. Si era in campagna elettorale. Il candidato repubblicano della destra era Richard Nixon, quello dei democratici progressisti era invece John Fitzgerald Kennedy. Nel corso di un suo comizio, Nixon attaccò gli intellettuali che erano in subbuglio e frontalmente andò addosso a Marcuse e Asimov che definì "una coppia di pederasti comunisti pericolosi per la mente dei giovani". Asimov abbozzò. Johanna Averkusen, la moglie di Marcuse, (texana doc) invece no. Lo querelò per diffamazione e chiese 100.000$ di danni morali. Vinse la causa. Con quei soldi, la coppia fondò "l'Istituto per la Liberazione Sessuale di Uomini e Donne" e diedero al Dott. Alfred Kinsey la presidenza onoraria.
Da quell'istituto partirono le prime produzioni culturali antagoniste. Lì venne formato il nucleo di una nuova generazione che avrebbe prodotto una trasformazione epocale delle coscienze collettive.
Tutto ebbe origine da questo racconto, che qui vi accludo per esteso:

Eccolo:

"Tutti i rappresentanti del governo mondiale erano riuniti all'Onu per l'Annuncio. La data della comunicazione al pianeta sarebbe stata data intorno alle ore 18. I più importanti scienziati, artisti, medici, intellettuali, accademici, provenienti da ogni nazione del globo, per una settimana si erano riuniti per formulare la Grande Domanda. Si presentava, infatti, al pubblico mondiale, il più potente calcolatore elettronico mai inventato dall'uomo. Talmente evoluto ed avanzato da avere dentro di sè tutto lo scibile umano. Qualunque fosse la domanda che gli veniva posta, in qualunque lingua e in qualunque linguaggio, era in grado di rispondere. Il momento sarebbe stato diramato via satellite, in diretta, in tutto il mondo. Finalmente, alle ore 17.45, il gruppo di super esperti planetari comunicò di aver trovato la Grande Domanda, necessaria per saggiare le capacità del calcolatore. Davanti alle telecamere, il segretario dell'Onu, a nome della Specie Umana computò il quesito più antico e misterioso per tutti i viventi: "Ma Dio Esiste?".
Il calcolatore immediatamente cominciò a reagire. Tutte le luci si accesero e in meno di cinque secondi, da una feritoia uscì un foglio di carta con la risposta: "Da adesso, sì".


27 commenti:

  1. Mah, a me pare che le guerre le vincano sempre i militari: non esiste banchiere, dittatore o signor google/amazon che possa fare a meno di loro. Morto un signor google/amazon se ne fa un altro.

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    1. Si sbaglia di grosso. La post-modernità ha questa caratteristica che la rende unica e originale: chi controlla la divulgazione e la gestione dell'alta tecnologia controlla di fatto militari e banchieri. E' per questo che entrambi sono nel pallone e si scatenano sulla cittadinanza inerme: sono caduti vittime della loro avidità e ambizione. Entrambi hanno venduto l'anima al diavolo, ma quando se ne sono accorti era ormai troppo tardi. In cambio di danaro (e tanto, ma davvero tantissimo e per noi inconcepibile) hanno ceduto il potere di controllo: che cosa ci fa, lei, con una rampa di missili nucleari se non è il gestore della consolle elettronica che ne predispone il lancio? Che cosa se ne fa di un colosso finanziario che vale 3.000 miliardi di euro se l'intero sistema di transazioni finanziarie è controllato da un soggetto terzo?

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    2. Le guerre, di solito, i militari le perdono. Vince chi li sostiene finanziariamente (perchè conviene). E quando non conviene più stabiliscono che quell'esercito deve perdere. Lei vive ai tempi degli Orazi e Curiazi, nobile tenzone pulita, trasparente, davanti a testimoni, leale nella sua evidenza. E' esattamente l'opposto di ciò che lei sostiene. Un banchiere e un provider elettronico può vivere e prosperare senza i militari. Se alla classe militare le toglie i banchieri e la grande industria dell'innovazione elettronica che li sostiene, i militari si trasformano in semplici coadiuvanti del servizio civile: francamente è ciò che io auspico. Sarebbe un ottimo modo di porre fine a tutte le guerre del mondo.

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  2. Ciao Sergio,

    uno dei più bei post mai letti sul tuo blog ;)

    Dove posso trovare qualche articolo o fonte a riguardo? Su Google non ho trovato niente.

    Grazie in anticipo

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  3. La foto sembra non corrispondere alla persona citata...???

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  4. David Zuckerberg?? A me risulta Mark... Va bene voler criticare la modernità, ma almeno conoscerla...

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    1. E' vero, mi sono sbagliato, si chiama Mark. La ringrazio per avermi fatto notare che non conosco la modernità.

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  5. Bel post, ma questi anonimi che non si presentano e sanno solo criticare.....

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  6. Insomma, spegnere Internet non è così semplice, lo si può fare a livello nazionale (lo hanno fatto per 5 giorni durante le proteste egiziane del 2011) ma per farlo a livello mondiale bisognerebbe spegnere tutti gli Internet Provider del pianeta.

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  7. Una grande ingenuità? quella di attribuire la responsabilità a dei "tecnici", poichè in quanto tali sono semplici esecutori. Lo si comprende benissimo scorrendo i nomi di chi detiene le redini delle società cd della modernità. Purtroppo sempre i soliti banchieri.

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  8. Carina la dimostrazione retroattiva dell'esistenza di Dio à la Asimov. Quasi pari all'immacolata concezione secondo McLuhan. Però la batte di sicuro, se non altro perché, rispetto alla profezia, la fantascienza è, come Lei sottolinea, più politically correct. Quindi è giusto che nella foto in bacheca giganteggi lo scrittore piuttosto che il sociologo e saggista.
    Ma oggi ho bevuto troppo (tè) e dunque mi permetto di aggiungere una postilla al sardonico racconto del grande Asimov.
    "Peccato che nessuno fece in tempo a leggere quel foglietto. Una spaventosa tempesta elettromagnetica, infatti, mandò in tilt tutta la rete elettrica mondiale e tutte le luci del bunker sotterraneo antiatomico si spensero di botto. A chi riempiva l'ambiente restava solo da aspettare che si esaurisse l'ossigeno, che l'impianto di areazione, non più sostenuto nemmeno dal generatore di emergenza, non era più in grado di fornire".

    Buon finesettimana a Lei e a tutti.
    marilù l.

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  9. Purtroppo i soliti banchieri o più correttamente le solite famiglie. che con partecipazioni di controllo nelle più grandi multinazionali esistenti segnano il destino di miliardi di poveri citrulli inermi!

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  10. Sinceramente ho sempre avuto la visione contraria...ho sempre avuto grossi dubbi sul fatto che un paio di nerds chiusi dentro un garage possano creare un impero da miliardi di dollari praticamente dal nulla...

    Solo una mia ipotesi, ma dietro il successo di questi colossi vedo il potere che allunga i suoi tentacoli per tenere sotto controllo il mondo attraverso la tecnologia!

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    1. Sono d'accordo con te, un social come facebook è stata una bella invenzione ma per renderlo grande a livello planetario è stato finanziato da qualcuno più in alto di Zuckerberg. In fondo è la più grossa arma di distrazione di massa.
      Rasti

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    2. Facebook non è un'arma di distrazione di massa. E' un sistema diabolico per avere a disposizione un sistema perfetto di sondaggio costante, minuto per minuto, in modo tale da consentire ai gestori del potere -nelle società più primitive come quella italiana o arabo-saudita- di poter pedinare i sudditi, i votanti, la cittadinanza, mettetela come vi pare e quindi con Big Data alla mano costruire poi le illusioni che vanno a coprire le fantasie delle persone. Il Facebook italiano è lontano mille miglia da quello ispano-americano o statunitense o australiano: sono indici che rivelano le medie ponderate degli strati sociali. Oltre a questo c'è il fatto che si tratta di un meccanismo geniale per succhiare soldi ai gonzi. Voi non lo sapete, ma ogni volta che aprite facebook voi state pagando moneta sonante a vostra insaputa. Perchè le vostre pagine sono piene di sponsor che pagano (ma a voi non lo dicono), perchè la lista delle vostre amicizie viene venduta ai grossi acquirenti (ma a voi non lo dicono) perchè la vostra posta privata viene letta, decrittata e interpretata da agenzie che ne acquistano a pacchi gli screenshot (ma voi non lo sapete) in modo tale da creare i "perfect profiling" e quindi consentire all'azienda Vattelapesca di scrivere a Mario Rossi (che magari sta a letto con una gamba ingessata pieno di dolori) "Ciao Mario, hai mai pensato che cosa sarebbe della tua vita se un giorno, per caso, ti rompessi una gamba e finissi a letto con l'arto ingessato?" e così via dicendo. Non è quindi un'arma di distrazione, bensì è un'arma di "sottrazione": eliminano persone dal mercato degli umani pensanti, sottraggono umanità all'intelligenza collettiva e spingono la gente a ritenere che pensare "adesso vado su facebook per vedere se c'è Maria, le mando due messaggini e poi provo a rimorchiarla" sia un pensiero spontaneo: non lo è. Un pensiero libidinoso spontaneo (e quindi autentico) è quando si manifesta nella carnalità dello scambio relazionale, ovvero -per dirla in sintesi- nel mondo reale e non in quello virtuale. Facebook è un modello geniale di repressione sessuale. Non è un caso che gli indici di presenza e affollamento di persone sui social networks è inversamente proporzionale al proprio status sociale, alle proprie possibilità finanziarie. I ricchi e potenti non vanno su facebook. Non ne hanno bisogno: loro si incontrano de visu, sia per fare business, mettere su comitati politici, farsi una passeggiata amichevole o fare del sesso.

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    3. Mi scusi Modigliani, ma le liste di amici vendute ai migliori acquirenti, lo spionaggio indiscriminato (criminale, senza se e senza ma) della posta elettronica privata, il pedinamento a scopo di "perfect profiling" dei sudditi o votanti che dir si voglia, non sono truci caratteristiche anche del facebook australiano, statunitense o ispano-americano? E se ciò lì non avviene, è un fatto assodato e incontrovertibile che questo sia dovuto a una sorta di merito innato delle suddette cittadinanze, invece che, più semplicemente, alle leggi più giuste e più eque che le tutelano e/o all'esercizio di una sorveglianza più efficace ed attiva da parte di chi è chiamato a farle rispettare?
      Se il merito dovesse farsi risalire a queste ultime situazioni, gli utenti di face-book degli altri continenti sarebbero solo -- di nuovo, ahimé -- più fortunati, non più civili.
      Tuttavia, mi consenta di dubitarne: proprio la nostra giornalista investigativa Milena Gabanelli, due o tre anni fa, mostrò in una delle sue inchieste televisive come una signora americana avesse perso il posto di lavoro proprio perché i suoi sfoghi anti-boss pubblicati su fb e, almeno in teoria, leggibili solo da una ristrettissima cerchia di amici, erano invece, indebitamente, finiti sotto gli occhi sbagliati. Certo, è vero, non bisogna mai sottovalutare la virulenza dell'invidia e della cattiveria umane né l'abilità che certuni hanno nel dissimularle per carpire la fiducia del prossimo in modo da ritorcergliela contro alla prima occasione giudicata vantaggiosa ai propri fini, ma questa, nel caso della signora di cui sopra, resta un'ipotesi non dimostrata -- mentre quella del perfect profiling è, a quanto risulta anche a Lei, prassi diffusa e...solida realtà, come ripeteva un vecchio slogan pubblicitario.
      Saluti cordiali, marilù l.

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  11. Siamo quanto meno in due

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  12. dietro a google e facebook c'è Goldman Sachs, come dietro a Mario Monti e Mario Draghi e Prodi, ecco chi sta vincendo la guerra, Mike e compagni solo sono burattini

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    1. Il vero problema, oggi, è che c'è gente che parla come lei, cioè per sentito dire o scopiazzando dalla demagogia della rete. E' esattamente il contrario di ciò che lei sostiene, documentazione alla mano. Altrimenti, se non fosse così, non sarebbe neppure stato ideato il forum. Tanto è vero che mentre Google e Amazon hanno forti interessi dentro Goldman Sachs, Goldman Sachs non ha nessun interesse economico dentro Google e Amazon. Se Google vuole e lo decide, affonda Goldman Sachs con tre tocchi di pulsante sul mouse. Se Goldman Sachs vuole attaccare Google, va incontro a una emorragia di diverse centinaia di miliardi di euro (nella prima fase) e non ha neppure la sicurezza nè tantomeno la garanzia che riuscirà a imporsi. Questi sono i tragici risultati di idee e opinioni abboracciate, frutto della bulimia inutile di mipiace sulla rete. Ciò che veramente i poteri forti vogliono è che la ggggente sostenga e diffonda banalità come questa. Per fortuna ci sono anche lettori che pensano.

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  13. Io ho studiato in Canada e al primo anno di Università ho studiato Marshall MacLuhan e il suo Medium is the message. Le sue informazioni non sono corrette....

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    1. E chi dice che sono corrette le sue? LEI?

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  14. Veramente il racconto è di Frederick Brown , uno specialista dei racconti brevi , e si intitola "La Risposta". E' stato pubblicato nel 1954.Praticamente uguale, mezza pagina.Se Asimov l'ha utilizzato per vincere tale concorso, l'ha fatta sporca.

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  15. Mi dispiace sinceramente se, senza la minima intenzione da parte mia, il mio precedente commento l'ha in qualche modo urtata, Modigliani. Lo prenda solo come un'interpretazione sbagliata, del tutto o.t.. Di nuovo mi scuso nel caso se ne sia sentito offeso.
    marilù l.

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    1. Aggiungo solo che il mio riferimento era a un commento, da me postato ieri, e che, al momento in cui ho deciso di scrivere il mio messaggio di scuse, era scomparso, o quanto meno non risultava più visibile sul mio schermo; tuttora è così. Ho immaginato che fosse stato rimosso da Lei, Modigliani. E' anche possibile che Lei non c'entri nulla, e che la cancellazione sia opera di qualche hacker burlone (per così dire) di passaggio.
      In ogni caso, resta invariato il mio sincero e profondo rammarico per quanto accaduto.
      Con sincera stima, marilù l.

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