"Nuovo record assoluto per il debito pubblico che a maggio aumenta di 20 miliardi sul mese precedente e tocca quota 2.166,3 miliardi. E' quanto emerge dal Supplemento conti pubblici al bollettino statistico di Bankitalia. Dall'inizio dell'anno il debito e' aumentato di 96 miliardi con una crescita del 4,7%"
Ansa, agenzia di stampa nazionale. 14 Luglio 2014, ore 9.10
di Sergio Di Cori Modigliani
Il nuovo record assoluto per il debito pubblico è una indiscutibile modalità del reale -dati nudi e crudi- per certificare il fallimento dell'attuale classe dirigente politica italiana, sia quella di destra che quella di sinistra e quella del cosiddetto centro moderato. Per dirla in soldoni, oggi l'Italia sta il 18% peggio di come stava ai tempi di Mario Monti, il 23% peggio di come stava ai tempi di Berlusconi e il 39% peggio di come stava ai tempi di Prodi. Sono trascorsi sei mesi da quando Renzi ha assunto il potere e in questo breve lasso di tempo i dati oggettivi ci segnalano un peggioramento totale in tutti i comparti del sistema, da quello economico finanziario a quello economico industriale, dal rilancio dei consumi agli investimenti, dalla disoccupazione alla depressione sociale.
E' un prodotto della falsificazione del reale.
L'attuale scontro sulla riforma del Senato e sulla legge elettorale sono altri due elementi che spingono il nostro Paese verso una deriva sempre più regressiva.
Come ciliegina sulla torta si è aggiunta anche la gravissima questione israelo-palestinese, usata e sfruttata da molti per cercare di pedinare l'elettorato facendo perdere all'Italia -per l'ennesima volta nella Storia- l'occasione di cominciare a gettare le basi per la ricostruzione della propria sovranità nazionale, della propria autonomia e della propria indipendenza libertaria, qualificandosi come pacifista non allineata.
L'articolo di Enrico Mentana, dal tocco britannico, che un tempo sarebbe stato definito un prodotto dell'area liberal-democratica-libertaria, è finito per eccitare gli spiriti più volgari e faziosi, alimentando la tifoseria d'occasione e qualificando l'obiettivo attuale di tutte le formazioni politiche attive sul nostro territorio: identificare i cittadini come carne da cannone elettorale, ovvero persone che non vanno educate, illuminate, istruite, accompagnate in un percorso di evoluzione, bensì piatti numeri di voti che devono essere pesati sulla bilancia e allora...tana libera per tutti....che ciascuno manipoli il proprio elettorato con le argomentazioni della retorica, della demagogia, e del falso, senza preoccuparsi dell'aspetto pedagogico della politica, quando è buona, pulita e nobile (ed esiste...eccome se esiste!) Mi riferisco a quello specifico e particolare taglio nell'approccio dei problemi che spinge una qualunque dirigenza politica ad assumersi la responsabilità di guidare i propri, verso una comprensione migliore della realtà, verso l'appropriazione di una strumentazione critica culturale, che consenta l'affermazione delle ragioni di tutti.
Questo non sta accadendo.
E prosegue inarrestabile il processo di falsificazione in atto, di cui Matteo Renzi rappresenta l'epitome.
E sembra che sia a destra che a sinistra che al centro, ci sia una corsa da parte di ogni dirigente politico per manipolare i propri polli nell'ansiosa e spasmodica ricerca (più che evidente e sotto gli occhi di tutti) di ottenere un applauso e un consenso elettorale di delega aggirando la verità, il confronto su questioni reali, il dibattito su fatti accertati.
Ciascuno si sente in diritto di fare affermazioni pubbliche spacciando delle proprie opinioni personali (quando si è in buona fede) come se fossero degli oggettivi dati inoppugnabili. Per quelli in malafede, poi, ciò che conta è la visibilità, l'audience, i contatti, la quantità di mi piace e di condivisioni.
E' l'idea della Politica gesuitico-piduista.
Quella definita dai loro due più forti, solidi e celebri esponenti, il cardinale Tarcisio Bertone e l'onorevole Fabrizio Cicchitto, due politici di grandiosa intelligenza, abilità e lunga esperienza.
Sostiene Bertone: Nella politica italiana, chi sa non parla mai; chi non sa, parla. Quindi le chiacchiere stanno a zero e sono inutili.
Sostiene Cicchitto: In Politica l'unico aspetto che davvero conta è quello del consenso: come ottenerlo, come conquistarlo, come sostenerlo e come usarlo.
E' una visione del mondo basata sulla promozione della clandestinità, dei giochi di corridoio, del dibattito che conta solo e soltanto all'interno di logge, conventicole, cerchi magici, centri occulti, lobby più o meno note. Con il dichiarato obiettivo di manipolare e convincere le persone per farsi votare, senza mai essere costretti ad affrontare la realtà su un piano di verità condivisa, ovvero: quali sono le esigenze della collettività, come andare incontro ai bisogni della cittadinanza, come affrontare le problematiche del bene comune, fornendo risposte adeguate da argomentare, dibatter e scegliere pubblicamente.
Tutto ciò oggi viene vanificato dalla bulimia del falso, ingigantita dal web, regno sovrano della falsificazione perché è sempre più difficile riuscire a comprendere le fonti, le sorgenti, e accorgersi in tempo utile se si è semplici pedine di un gigantesco gioco marketing oppure se si sta per davvero leggendo una notizia o un'informazione oggettiva.
Non c'è da stupirsi, quindi, che accada ogni giorno ciò che sta sotto gli occhi di tutti.
Ormai, non ha più importanza neppure la cronaca, e non conta neppure ciò che si dibatte in Parlamento, perché siamo immersi in una situazione estrema di cui gli italiani sono inconsapevoli: ciò che conta è accelerare e moltiplicare il processo di falsificazione in modo tale che venga sottratto il Senso alla realtà e quindi rendere la verità inutile.
Vince pertanto la faziosità, la logica dell'appartenenza, l'interesse privato, il narcisismo, che gonfiano l'immaginario collettivo di retorica compiacente e di luoghi comuni, dal sono tutti mafiosi e sono tutti corrotti, al non esistono più persone libere e sono tutti venduti.
Essere liberi e indipendenti è un lusso che noi italiani ancora non possiamo permetterci.
Questa è oggi la mia opinione.
Così come non possiamo permetterci il lusso di essere persone autonome, né veri pacifisti.
Ci sono però voci fuori dal coro, e sono molte di più di quanto non si possa credere, e questa è una bella notizia che segnala la resistenza di una intelligenza collettiva trasversale, reale e indomita.
La cattiva notizia consiste nel fatto che rimangono come vox clamantis in deserto, schiacciati dal peso della omologazione del Grande Pensiero Unico.
Qui di seguito vi segnalo l'articolo odierno di uno dei più antichi editorialisti del Corriere della sera (ci scrive da 40 anni) un giornalista, scrittore e intellettuale da sempre in prima linea nel sostenere la necessità di varare un piano di pulizia etica in Italia. Si chiama Ernesto Galli della Loggia.
Ho l'impressione che ci sia un vasto settore dell'Italia che lavora, produce e pensa, che ha già "scaricato" il premier o lo stia per "scaricare".
E' bene saperlo.
Dal mio punto di vista, questa è una notizia che andrebbe alchemizzata,
L'articolo di Galli della Loggia parla della necessità inderogabile di cominciare a dire la verità-
http://www.corriere.it/opinioni/14_luglio_14/dirsi-faccia-po-verita-ce395f0c-0b14-11e4-9c81-35b5f1c1d8ab.shtml
Ansa, agenzia di stampa nazionale. 14 Luglio 2014, ore 9.10
di Sergio Di Cori Modigliani
Il nuovo record assoluto per il debito pubblico è una indiscutibile modalità del reale -dati nudi e crudi- per certificare il fallimento dell'attuale classe dirigente politica italiana, sia quella di destra che quella di sinistra e quella del cosiddetto centro moderato. Per dirla in soldoni, oggi l'Italia sta il 18% peggio di come stava ai tempi di Mario Monti, il 23% peggio di come stava ai tempi di Berlusconi e il 39% peggio di come stava ai tempi di Prodi. Sono trascorsi sei mesi da quando Renzi ha assunto il potere e in questo breve lasso di tempo i dati oggettivi ci segnalano un peggioramento totale in tutti i comparti del sistema, da quello economico finanziario a quello economico industriale, dal rilancio dei consumi agli investimenti, dalla disoccupazione alla depressione sociale.
E' un prodotto della falsificazione del reale.
L'attuale scontro sulla riforma del Senato e sulla legge elettorale sono altri due elementi che spingono il nostro Paese verso una deriva sempre più regressiva.
Come ciliegina sulla torta si è aggiunta anche la gravissima questione israelo-palestinese, usata e sfruttata da molti per cercare di pedinare l'elettorato facendo perdere all'Italia -per l'ennesima volta nella Storia- l'occasione di cominciare a gettare le basi per la ricostruzione della propria sovranità nazionale, della propria autonomia e della propria indipendenza libertaria, qualificandosi come pacifista non allineata.
L'articolo di Enrico Mentana, dal tocco britannico, che un tempo sarebbe stato definito un prodotto dell'area liberal-democratica-libertaria, è finito per eccitare gli spiriti più volgari e faziosi, alimentando la tifoseria d'occasione e qualificando l'obiettivo attuale di tutte le formazioni politiche attive sul nostro territorio: identificare i cittadini come carne da cannone elettorale, ovvero persone che non vanno educate, illuminate, istruite, accompagnate in un percorso di evoluzione, bensì piatti numeri di voti che devono essere pesati sulla bilancia e allora...tana libera per tutti....che ciascuno manipoli il proprio elettorato con le argomentazioni della retorica, della demagogia, e del falso, senza preoccuparsi dell'aspetto pedagogico della politica, quando è buona, pulita e nobile (ed esiste...eccome se esiste!) Mi riferisco a quello specifico e particolare taglio nell'approccio dei problemi che spinge una qualunque dirigenza politica ad assumersi la responsabilità di guidare i propri, verso una comprensione migliore della realtà, verso l'appropriazione di una strumentazione critica culturale, che consenta l'affermazione delle ragioni di tutti.
Questo non sta accadendo.
E prosegue inarrestabile il processo di falsificazione in atto, di cui Matteo Renzi rappresenta l'epitome.
E sembra che sia a destra che a sinistra che al centro, ci sia una corsa da parte di ogni dirigente politico per manipolare i propri polli nell'ansiosa e spasmodica ricerca (più che evidente e sotto gli occhi di tutti) di ottenere un applauso e un consenso elettorale di delega aggirando la verità, il confronto su questioni reali, il dibattito su fatti accertati.
Ciascuno si sente in diritto di fare affermazioni pubbliche spacciando delle proprie opinioni personali (quando si è in buona fede) come se fossero degli oggettivi dati inoppugnabili. Per quelli in malafede, poi, ciò che conta è la visibilità, l'audience, i contatti, la quantità di mi piace e di condivisioni.
E' l'idea della Politica gesuitico-piduista.
Quella definita dai loro due più forti, solidi e celebri esponenti, il cardinale Tarcisio Bertone e l'onorevole Fabrizio Cicchitto, due politici di grandiosa intelligenza, abilità e lunga esperienza.
Sostiene Bertone: Nella politica italiana, chi sa non parla mai; chi non sa, parla. Quindi le chiacchiere stanno a zero e sono inutili.
Sostiene Cicchitto: In Politica l'unico aspetto che davvero conta è quello del consenso: come ottenerlo, come conquistarlo, come sostenerlo e come usarlo.
E' una visione del mondo basata sulla promozione della clandestinità, dei giochi di corridoio, del dibattito che conta solo e soltanto all'interno di logge, conventicole, cerchi magici, centri occulti, lobby più o meno note. Con il dichiarato obiettivo di manipolare e convincere le persone per farsi votare, senza mai essere costretti ad affrontare la realtà su un piano di verità condivisa, ovvero: quali sono le esigenze della collettività, come andare incontro ai bisogni della cittadinanza, come affrontare le problematiche del bene comune, fornendo risposte adeguate da argomentare, dibatter e scegliere pubblicamente.
Tutto ciò oggi viene vanificato dalla bulimia del falso, ingigantita dal web, regno sovrano della falsificazione perché è sempre più difficile riuscire a comprendere le fonti, le sorgenti, e accorgersi in tempo utile se si è semplici pedine di un gigantesco gioco marketing oppure se si sta per davvero leggendo una notizia o un'informazione oggettiva.
Non c'è da stupirsi, quindi, che accada ogni giorno ciò che sta sotto gli occhi di tutti.
Ormai, non ha più importanza neppure la cronaca, e non conta neppure ciò che si dibatte in Parlamento, perché siamo immersi in una situazione estrema di cui gli italiani sono inconsapevoli: ciò che conta è accelerare e moltiplicare il processo di falsificazione in modo tale che venga sottratto il Senso alla realtà e quindi rendere la verità inutile.
Vince pertanto la faziosità, la logica dell'appartenenza, l'interesse privato, il narcisismo, che gonfiano l'immaginario collettivo di retorica compiacente e di luoghi comuni, dal sono tutti mafiosi e sono tutti corrotti, al non esistono più persone libere e sono tutti venduti.
Essere liberi e indipendenti è un lusso che noi italiani ancora non possiamo permetterci.
Questa è oggi la mia opinione.
Così come non possiamo permetterci il lusso di essere persone autonome, né veri pacifisti.
Ci sono però voci fuori dal coro, e sono molte di più di quanto non si possa credere, e questa è una bella notizia che segnala la resistenza di una intelligenza collettiva trasversale, reale e indomita.
La cattiva notizia consiste nel fatto che rimangono come vox clamantis in deserto, schiacciati dal peso della omologazione del Grande Pensiero Unico.
Qui di seguito vi segnalo l'articolo odierno di uno dei più antichi editorialisti del Corriere della sera (ci scrive da 40 anni) un giornalista, scrittore e intellettuale da sempre in prima linea nel sostenere la necessità di varare un piano di pulizia etica in Italia. Si chiama Ernesto Galli della Loggia.
Ho l'impressione che ci sia un vasto settore dell'Italia che lavora, produce e pensa, che ha già "scaricato" il premier o lo stia per "scaricare".
E' bene saperlo.
Dal mio punto di vista, questa è una notizia che andrebbe alchemizzata,
L'articolo di Galli della Loggia parla della necessità inderogabile di cominciare a dire la verità-
http://www.corriere.it/opinioni/14_luglio_14/dirsi-faccia-po-verita-ce395f0c-0b14-11e4-9c81-35b5f1c1d8ab.shtml
...........L’Italia, non bisogna stancarsi di dirlo, è sull’orlo di un vero e proprio declino storico. Arretriamo in tutto. In tutto stiamo uscendo dal gruppo di testa nelle classifiche mondiali; sempre più perdiamo la proprietà di pezzi importanti del nostro apparato produttivo; peggiorano le nostre condizioni materiali di vita; si accrescono le differenze sociali; aumenta la distanza tra le diverse parti della Penisola; i giovani, presenti in numero sempre minore, ci abbandonano in misura sempre maggiore. Dove sia il punto di non ritorno non lo sappiamo. Ma sentiamo che esso, ormai, non è forse troppo lontano. Che senza un mutamento rapido e radicale, qui ed ora, siamo destinati a vedere cominciare a sgretolarsi l’edificio di conquiste storiche costruito pur tra alti e bassi lungo un secolo e mezzo. Perché è questo e non altro ciò che oggi è in gioco.
Matteo Renzi se ne rende conto? A tanti è sembrato di sì. E che proprio perciò egli fosse la persona giusta per guidare il Paese. Molti hanno sperato che forte della sua giovane età e del suo temperamento egli potesse essere il protagonista del mutamento radicale che serve all’Italia. Renzi lo sa. Finora, però, non ha compiuto il passo davvero decisivo per avviare la svolta che il Paese attende: il passo senza il quale tutto il resto è impossibile. E cioè dire a questo stesso Paese la verità.
Per risalire la china abbiamo bisogno innanzi tutto di verità. Che si dica come stanno le cose, che si parli dei molti errori che abbiamo commesso e delle vie senza uscita in cui ci siamo cacciati. Che si smascherino le bugie di vario genere che le mille corporazioni italiane, dai magistrati ai giornalisti, ai tassisti, raccontano e si raccontano per mantenere i propri privilegi ai danni dell’interesse generale.
Dobbiamo sapere che da troppo tempo crediamo di poter vivere al di sopra dei nostri mezzi. Bisogna che l’Italia ascolti raccontare per filo e per segno degli sprechi pazzeschi e delle disfunzioni (dal numero degli addetti alle spese vere e proprie) che quasi sempre con la complicità dei sindacati sono divenute la regola nelle amministrazioni pubbliche. Che si dica a voce alta che fare le Regioni come le abbiamo fatte, con i poteri che abbiamo loro dato, è stato una scempiaggine assoluta. Che dalle elementari all’università abbiamo scaricato sul nostro sistema d’istruzione tutto lo sciocchezzaio ideologico e tutte le fumisterie parademocratiche che ci hanno attraversato la mente negli Anni 60-70, in tal modo mandandolo in pezzi. Che le privatizzazioni sono state un’autentica truffa ai danni della collettività. Che troppo spesso il livello professionale del management alla guida del nostro apparato produttivo e bancario è infimo mentre la sua sete di soldi è enorme. Che da noi il merito è messo al bando dovunque ma specie dalla classe dirigente, continuamente a caccia di posti tramite raccomandazione a pro di mogli, mariti, figli e amanti vari.
Per risalire la china abbiamo bisogno innanzi tutto di verità. Che si dica come stanno le cose, che si parli dei molti errori che abbiamo commesso e delle vie senza uscita in cui ci siamo cacciati. Che si smascherino le bugie di vario genere che le mille corporazioni italiane, dai magistrati ai giornalisti, ai tassisti, raccontano e si raccontano per mantenere i propri privilegi ai danni dell’interesse generale.
Dobbiamo sapere che da troppo tempo crediamo di poter vivere al di sopra dei nostri mezzi. Bisogna che l’Italia ascolti raccontare per filo e per segno degli sprechi pazzeschi e delle disfunzioni (dal numero degli addetti alle spese vere e proprie) che quasi sempre con la complicità dei sindacati sono divenute la regola nelle amministrazioni pubbliche. Che si dica a voce alta che fare le Regioni come le abbiamo fatte, con i poteri che abbiamo loro dato, è stato una scempiaggine assoluta. Che dalle elementari all’università abbiamo scaricato sul nostro sistema d’istruzione tutto lo sciocchezzaio ideologico e tutte le fumisterie parademocratiche che ci hanno attraversato la mente negli Anni 60-70, in tal modo mandandolo in pezzi. Che le privatizzazioni sono state un’autentica truffa ai danni della collettività. Che troppo spesso il livello professionale del management alla guida del nostro apparato produttivo e bancario è infimo mentre la sua sete di soldi è enorme. Che da noi il merito è messo al bando dovunque ma specie dalla classe dirigente, continuamente a caccia di posti tramite raccomandazione a pro di mogli, mariti, figli e amanti vari.
Che le cose stanno così (e quelle ora elencate costituiscono solo un modesto campionario) lo sanno, lo sappiamo tutti. Ma sarebbe una vera rivoluzione se a dirlo fosse il Potere, per bocca del presidente del Consiglio: perché solo a quel punto la verità da tutti conosciuta diverrebbe innegabile. Sarebbe un macigno ineludibile nel nostro discorso pubblico con cui tutti dovremmo fare i conti. Mettendo così a rischio i nostri vizi più inveterati: a cominciare per esempio dalle bugie pietose delle corporazioni di cui dicevo sopra, come quella dei magistrati, con i loro motivi di aria fritta accampati per conservare il privilegio di restare in servizio fino a 75 anni.
Certo, dire la verità è quasi sempre scomodo e difficile. Ma se vuol mantenere fede alle speranze da lui stesso suscitate, se vuole cambiare verso al Paese, Matteo Renzi è atteso a questa prova di lucidità e di coraggio. Per cui serve una cultura politica, una conoscenza della società italiana e della sua storia, un’ispirazione anche morale (sì, quando la politica va oltre la routine, essa s’incontra inevitabilmente con l’etica), che non so se egli abbia. Ma qui è Rodi, e qui egli deve saltare. Senza una grande operazione di verità, di tutta la verità, sul proprio passato e sul proprio presente, l’Italia non potrà mai cambiare strada. E quindi non potrà mai salvarsi.
Certo, dire la verità è quasi sempre scomodo e difficile. Ma se vuol mantenere fede alle speranze da lui stesso suscitate, se vuole cambiare verso al Paese, Matteo Renzi è atteso a questa prova di lucidità e di coraggio. Per cui serve una cultura politica, una conoscenza della società italiana e della sua storia, un’ispirazione anche morale (sì, quando la politica va oltre la routine, essa s’incontra inevitabilmente con l’etica), che non so se egli abbia. Ma qui è Rodi, e qui egli deve saltare. Senza una grande operazione di verità, di tutta la verità, sul proprio passato e sul proprio presente, l’Italia non potrà mai cambiare strada. E quindi non potrà mai salvarsi.
Morale, il sunto dellla Loggia dei Galli è: Casta-cricca & corruzione Italiani pigri e stato bruttto! Ma mi faccia il piacere....
RispondiEliminaUn discorso denso di rivoltante moralismo finalizzato a perpetuare la menzogna in cui siamo immersi.titillando il livore di vecchi malvissuti, parrocchiani repressi e giovani ominicchi vuoti come una maschera di carnevale.
Dire la verità? Ecco, bene, cominci allora Galli della Loggia a farlo invece di sparare granate stordenti sotto forma di luoghi comuni triti e ritriti, che dipingono al più effetti, nascondendo scientificamente le cause!
Melman
"Il problema é la corruzione" oppure "il problema non é la corruzione" sono entrambe mezze veritá (ovvero bugie intere come recita il proverbio). La veritá va detta tutta intera e anche in positivo. La corruzione é un sintomo (non essenziale) di una malattia ben più grave chimata tradimento politico o collusione col potere finaziario se prederisce. Altrimenti si rischia di avallare l'idea che l'euro e le connesse politiche di austerita siano solo il frutto di errori fatti da politici in buonafede per il bene del paese, da lì a votarli di nuovo il passo é breve ...
EliminaSbaglio o Galli Della Loggia andò con Forza Italia?
RispondiEliminaNon vi ricordate più??
RispondiEliminaBarca: "Tra 30 giorni, quando si capirà che non c'è niente, il paese va di testa"
https://www.youtube.com/watch?v=Ra0MVCrDwnA
Un bel grazie anche a chi lo ha nominato, colui che con più anni di un dattero di mare dovrebbe vigilare costituzione e paese.
RispondiEliminaChe finiremo male è fuori discussione
Si ma alle ultim eelezioni l'unico che diceva la verita' e' stato Grillo e gli italiani hanno avuto paure sono scappati. Come si può raccontare la verita' quando il malato e' quasi terminale?
RispondiElimina