di Sergio Di Cori Modigliani
Viviamo ormai, quotidianamente, dentro uno scenario di guerra mondiale, che è il passo ulteriore dopo "spirano venti di guerra".
Ormai, ci siamo dentro.
Ci voleva il Papa con la sua forte affermazione per costringere gli italiani, quantomeno, a prendere atto dell'esistenza dell'evento.
Intendiamoci, leggendo i commenti, sfoghi, esternazioni, opinioni sui social networks non c'è da stare allegri. Permane uno stato generale di indifferenza, soprattutto di quasi totale misconoscenza dei fatti, di mancanza di una reale informazione, e quindi di una legittima conoscenza del teatro sul cui palcoscenico la tragedia si sta consumando.
Non è una novità per la nostra etnia.
La seconda guerra mondiale era stata dichiarata trionfalmente da Mussolini l'8 Giugno del 1940. Quindici mesi dopo, ad agosto del 1941, gli italiani non avevano la benchè minima idea di che cosa stesse accadendo. Non era piovuta nessuna bomba, dato che gli americani non erano ancora coinvolti, gli inglesi erano presi dal loro duello con la Germania e quindi il 100% dell'aviazione britannica era impegnata nella battaglia d'Inghilterra a salvaguardia di quel territorio. Alla fine di agosto, la gente (basta andare a leggere i giornali e i libri dell'epoca e ascoltare le registrazioni dei programmi radiofonici) era presa soltanto dalle vacanze, dal proprio narcisismo esasperato e del fascismo, l'aspetto più di moda, ruotava intorno all'affermazione "io me ne frego". Non sapevano neppure che era iniziata, nelle lontane pianure dell'Ucraina, la decimazione della prestigiosa divisione degli alpini Julia. I due unici intellettuali ancora liberi che investivano tutte le loro energie nell'allertare la popolazione, Ernesto Rossi e Altiero Spinelli (due liberali laici) erano stati arrestati e deportati -sine die- al confino nell'isola di Ventotene senza il permesso di avere accesso all'uso del telefono, l'unico strumento di comunicazione allora diffuso.
La terza guerra mondiale nella quale siamo immersi ha delle caratteristiche -come ogni guerra che si rispetti- tutte sue, in gran parte originali. La prima fu un massacro orrendo; soltanto l'Italia lasciò sul campo 1 milione di morti. La definirono "la Grande Guerra" intendendo con questo termine (così sostennero a Versailles nel 1920) che si trattava "della fine di ogni tipo di guerra". Vent'anni dopo ci fu la seconda, che di morti ne produsse (soltanto in Europa) circa 40 milioni.
Questa qui è una guerra liquida, termine sul quale ormai c'è un totale accordo, intendendo con questo termine l'estensione in campo militare della comunicazione mediatica digitale e l'uso strumentale della virtualità per camuffare, manipolare, e quindi modificare a proprio piacimento la realtà.
E la gente se ne accorge (e se ne accorgerà) soltanto dopo.
Per poter dare un proprio contributo a fermarla, a impedirne la diffusione (per coloro che vogliono la pace) è necessario comprendere la vera posta in gioco -prima di tutto- chi sono gli attori, come sono posizionati, e in che cosa consiste la recita sul palcoscenico.
Questo post è un modesto tentativo per offrire un contributo personale al dibattito e alla discussione che -a mio avviso- dovrebbe essere l'unica meritevole di un dibattito.
Parliamo di geo-politica e del nuovo quadro che si va delineando.
Una decina di giorni fa, circa, c'è stato l'annuncio ufficiale della tregua tra Hamas e Israele.
La reazione immediata di tutti i media, nel fornire la notizia, è stata quella di esultare e la popolazione coinvolta ha esultato pubblicamente, in alcuni casi addirittura con fuochi di artificio e mortaretti. E' stata definita subito "tregua permanente" perché (forse per scaramanzia) non si è osato sostenere che si era verificata una clamorosa svolta, davvero inedita e inattesa, che aveva gettato le basi per una pace perenne.
Questa tregua è la 12esima avvenuta in 52 giorni di guerra.
Perché è diversa?
Perché questa dovrebbe durare, reggere, e finire per costruire la pace mentre le altre precedenti 11 non sono durate nulla?
Questa era la domanda (nella mia mente, ovvia e naturale) che ritenevo sarebbe stata posta subito soprattutto da tutti coloro che avevano partecipato, durante le settimane di guerra, a sostenere una certa linea con un attivismo sfrenato. E invece no. Anzi. Sono spariti tutti. Nessuno ha chiesto: "Ma che cosa è successo?".
Nessuno se lo è chiesto.
Nessuno ha inviato lettere e petizioni pretendendo di essere informato.
I media italiani, va da sé, neanche a dirlo, hanno fornito il loro consueto contributo alla totale ignoranza e disinformazione.
Per non parlare del fatto che non c'è stata neppure una persona che abbia chiesto "ma come mai una zuffa locale come quella tra Hamas e Israele può far correre il rischio di una guerra planetaria?"
Il motivo principale di questo silenzio sta nel fatto che gran parte di coloro che si erano espressi prima lo avevano fatto usando argomentazioni stantie, interpretazioni vecchie e stereotipate, come se il quadro geo-politico fosse quello del 1983 ai tempi di Chabra e Shatila, in piena guerra fredda. Siamo dentro una caldissima guerra, per il momento liquida.
Una storia completamente diversa.
Ma c'è chi sta lavorando per renderla solida, questo è il punto.
Veniamo a che cosa ha prodotto e determinato la tregua permanente a Gaza.
1). Le melanzane di Vladimir Putin.
La regione dell'Ucraina è sempre stata il polmone agro-alimentare più importante della Russia. Tra il 1932 e il 1936, i bolscevichi massacrarono la popolazione sterminando ben 7 milioni di contadini. Si tratta del più vasto e organizzato genocidio di lavoratori mai avvenuto nella storia d'Europa. La Russia si è impossessata delle terre ucraine centralizzandole, condannando alla fame (e quindi alla morte) una vasta area. Un massacro mai divulgato, che gli ucraini non hanno mai dimenticato. Tanto è vero che quando nel giugno del 1941 Hitler (aiutato da Mussolini) invade la zona per attaccare l'Urss, si trova la piacevole sorpresa di essere accolto come "un grande liberatore". Per gli ucraini non era neppure pensabile che esistesse qualcuno peggio dei russi. La luna di miele durò soltanto quattro mesi. Il tempo necessario per sistemare l'equipaggiamento militare delle divisioni prussiane, allestire le difese per l'invasione della Russia e annettere l'Ucraina come possedimento del Terzo Reich. Già alla fine del 1941, gli ucraini poterono toccare con mano l'ennesima illusione storica. La Gestapo cominciò a pianificare ed eseguire il consueto piano di sterminio e quindi la popolazione locale si trovò sotto un invasore che (lo capirono tardi) non era un antagonista di Stalin, ma un suo competitor. E l'agro-alimentare ucraino venne utilizzato per alimentare le truppe tedesche su tutto il fronte europeo. Quando arrivò l'Armata Rossa nel Gennaio del 1945, i contadini ucraini li accolsero come liberatori. Due anni dopo si erano già pentiti, ma ormai era tardi. L' Ucraina divenne ciò che era prima della guerra: la base alimentare del popolo russo.
E così è stato per quasi cinquant'anni, fino al 1989.
Nel 2013, la Russia di Putin si è trovata davanti alla tragica realtà del proprio territorio.
Essendo un iper-liberista, Putin ha investito tutte le risorse nazionali nella costruzione di giganteschi colossi finanziari, multinazionali del petrolio, del gas e del carbone, eliminando ogni opposizione interna ambientalista ed ecologica e annientando la propria produzione agricola. In cambio di gas e petrolio venduto all'Europa occidentale, ha ottenuto derrate alimentari soprattutto dai due più importanti partner commerciali del paese, la Francia e l'Italia, puntando tutto sulla propria partecipazione all'allegra finanza speculativa planetaria, puntando sul fatto che il mondo povero di energia combustibile (vedi Germania, Italia, ecc.) avrebbe sempre avuto bisogno di lui. Ha costruito una gigantesca bolla finanziaria che ha prodotto una classe politica di oligarchi privilegiati e ha cominciato a stabilire rapporti commerciali intensi con la Cina firmando con loro un mega-contratto ventennale che vede la Russia come il più importante fornitore della Cina di frumento, luppolo, verdura. Ma la pessima gestione delle proprie risorse nazionali (la Russia è il sogno di ogni speculatore finanziario iper-liberista) ha comportato una spaventosa crisi nazionale che ne ha bloccato lo sviluppo economico. E la Russia si è fermata. Dal 2013 è andata in recessione. Dovendo ottemperare i suoi obblighi con la Cina ha iniziato a taglieggiare gli ucraini e lì ha avuto inizio il contenzioso.
La memoria storica ha allertato immediatamente tutta l'Europa ed è iniziato il dissidio. Putin pensava di poter fare come Breznev e Stalin ma qualcosa è andato storto.
E così sono arrivate le sanzioni economiche della Ue, che sono andate a colpire soltanto le grandi concentrazioni della finanza speculativa.
Gli europei (tedeschi, francesi e italiani) pensavano che, a quel punto, si sarebbe aperta una trattativa. Ma Putin è sorretto dai finanzieri, è un uomo della finanza. E ha reagito compiendo un atto fortemente voluto dai suoi speculatori: le contro-sanzioni. Il risultato si è trasformato subito in un vero e proprio suicidio per i russi, perché bloccare l'agro-alimentare italo-francese lo ha portato al dissesto interno, con vere e proprie rivolte in tutte le province: i generi alimentari, in piena recessione, sono aumentati del 200% con i prezzi alle stelle. Per mettere una pezza alla disastrosa situazione economica del paese, ha applicato la vecchia tradizione russa di dar fiato alla propria classe militare (da sempre la più importante casta in Russia) a tutto campo, addirittura sostituendosi all'Arabia Saudita nel porsi "ufficialmente" come il più importante fornitore di armi ad Hamas e suo protettore, vendendogli addirittura delle navi da guerra, e quindi situazionandosi nel Mediterraneo come difensore di Assad e nemico principale degli Usa e di Israele, pompando a tutto campo in questa visione che è vecchia e obsoleta.
Finché è arrivato il giorno (per l'appunto circa quindici giorni fa) in cui si sono verificati, nell'arco di 24 ore, tutti gli eventi che, secondo me, hanno portato alla tregua permanente tra Hamas e Israele e al lancio della nuova e probabile geografia del mondo: Putin incontra l'ambasciatore di Israele a Mosca e chiude un gigantesco accordo commerciale con lo stato ebraico, in grado di fornire cetrioli, melanzane e zucchine in quantità sufficiente tali da soppiantare la fornitura italiana (en passant: la contro-sanzione di Putin è costata all'Italia la perdita netta di 450 milioni di euro e la chiusura, soprattutto nel meridione, di ben 1.500 aziende agricole che, è probabile, falliranno). Hamas protesta, ma Putin resiste e ristabilisce l'alleanza con Israele che Stalin aveva siglato nel 1948 e che era durata fino al 1964.
Per Putin, in questo momento, le melanzane e le zucchine sono più importanti di ogni altra cosa. Immediatamente si muove il Qatar per andare a sostituire Putin (il russo probabilmente se lo aspettava ma in questo momento il suo obiettivo consiste nel dar fastidio all'Europa Occidentale) e tre comandanti di Hamas annunciano di aver preso contatti ufficiali con l'Isis. Un'ora dopo questo annuncio, David Cameron, chiama i giornalisti e annuncia la posizione britannica "non permetteremo mai che l'Isis arrivi in un porto del Mediterraneo". Tradotto voleva dire che -essendo Gaza un porto del Mediterraneo- nel caso fosse stato ufficializzato l'accordo militare tra Hamas e l'Isis, la Gran Bretagna sarebbe immediatamente scesa in campo contro Hamas, la quale avrebbe chiamato a raccolta tutte le nazioni arabe (imbarazzatissime) e c'era già chi, nella sede del Foreign Office a Londra, pensava alla terribile possibilità (impensabile fino a qualche mese fa) di una guerra dichiarata tra l'Inghilterra e le nazioni del Golfo Persico. Voleva dire una estensione immediata del conflitto in tutto il pianeta e l'immediato crollo dei mercati valutari nel mondo. Sono state 40 ore davvero pericolosamente tragiche.
Ma è andata bene.
Perché lo scenario non è quello del 1984, non è neppure quello del 1994 e non è neanche quello del 2004: è tutta un'altra cosa.
Nel nuovo scenario geo-politico entra in gioco una antica potenza planetaria che risolve la questione alla grande: l'Iran.
2). La sindrome di Serse
La Repubblica Islamica dell'Iran è, secondo molti -e io sono tra quelli- la più importante nazione del mondo mussulmano.
Per quattro motivi: 1) è l'unica nazione nella quale è stata fatta una rivoluzione mussulmana vera licenziando per sempre i capitalisti occidentali; 2) è una nazione vera, non si tratta di un paese i cui confini sono stati disegnati a tavolino negli anni'30 del secolo scorso da qualche Lord inglese ubriaco di imperialismo; 3) oltre a essere vera, è anche antica, il che è fondamentale. I persiani sono parte integrante della civiltà planetaria. Quando a Roma e ad Atene c'era soltanto qualche sparuta tribù locale analfabeta, nell'antica Persia già esisteva una florida cultura. Si portano appresso circa 3.000 anni di tradizioni locali sedimentate nei millenni. L'Impero Persiano è stato l'unico oppositore temuto dagli antichi greci. E' stata l'unica etnia contro la quale l'Impero Romano si è rifiutato di combattere, rispettandola. E a sua volta, l'Iran ha, poco a poco, rinunciato alle proprie fantasie espansionistiche; 4) l'Iran non è mai stata mussulmana, anzi. L'Islam è nato nel VII secolo (tra il 630 il 634) come tentativo di unificare la miriade di tribù sparse in tutta l'Asia Minore per far quadrato e impedire alla Grande Persia di andare ad occupare il vuoto di potere lasciato dalla caduta dell'Impero Romano, una sorte di intercapedine. Fare della Persia una nazione mussulmana, per tutte le popolazioni dalla Turchia fino alla Cina, significava accreditare l'Islam della capacità di riuscire ad assorbire il più antico e potente oppositore creando una grandiosa operazione culturale di sintesi post-moderna, fondamentale per quella zona: la fusione tra i Sufi, Zoroastro e Maometto. L'antica cultura e conoscenza sapienziale dell'Asia Minore e l'Idea Politica delle tribù indipendenti.
Un anno fa il capolavoro diplomatico di Obama, costruito insieme ai persiani in anni di incontri clandestini: cade l'opzione negativa contro l'Iran che diventa subito partner economico e militare, identificato come il più potente alleato per l'occidente in grado di combattere il fondamentalismo islamico dei salafiti, dei sunniti e dello jihadismo.
E così, nello stesso giorno in cui Hamas puntava all'accordo con il Califfo, e Cameron rispondeva per le rime, il presidente iraniano, nonché massima autorità riconosciuta per il mondo religioso mussulmano sciita, l'ayatollah Rohani dichiarava: l'Iran considera la città di Erbil luogo sacro per i mussulmani. Non solo. A questo ci aggiungiamo il dovere della memoria storica, intinto di compassione umana, perché lì nel 1979 Saddam Hussein assassinò con il gas nervino 300.000 civili inermi. E' stata la nostra Shoah. Abbiamo provato la stessa esperienza che gli ebrei furono costretti a subire per colpa dei nazisti in Europa. Siamo tutti figli di Abramo e coltiviamo il culto dei morti, come lo fa ogni antica civiltà. Se l'Isis entra a Erbil noi considereremo questo come un atto di guerra contro l'anima dell'Iran e ci considereremo formalmente in guerra sia con l'Iraq che con chiunque sul pianeta Terra sostenga il Califfo Al Bagdadi.
Una dichiarazione che è un capolavoro di abilità diplomatica. In una botta sola, l'Iran mette la parola fine alla diffusione del pensiero nazista antisemita e negazionista, apre la strada al riconoscimento d'Israele addirittura incorporando nella propria cultura il concetto della Shoa, si dichiara militarmente pronto a combattere il Califfo anche da solo e mette Hamas nella tragica condizione di trovarsi a essere denunciato dinanzi al mondo mussulmano dagli iraniani che sono gli unici islamici che sul pianeta Terra hanno il diritto di poter sostenere "noi la rivoluzione l'abbiamo fatta e vinta".
3). La Pax massonica.
Nella stessa giornata in cui tutto ciò stava accadendo, si verifica l'atto più importante degli ultimi anni in Medio-Oriente: un attentato kamikaze dentro il territorio della Giordania con una decina di morti e la dichiarazione da parte di Al Bagdadi di considerare quel territorio il suo prossimo capitolo espansionista. Non si è ancora capito se si è trattato di un gravissimo errore di miopia politica da parte del Califfo (sono tra coloro che così la pensano) oppure è stato l'atto di un singolo gruppo fuori controllo. Tant'è che scatta immediatamente la reazione delle grandi potenze e tutto viene accelerato. Perché la Giordania ha una particolarità unica. E' stata inventata dagli inglesi negli anni'30 i quali hanno costruito una casata reale dal nulla che ha però una funzione ben precisa. Il re di Giordania, infatti, è il più importante massone mussulmano ed è il punto di riferimento di tutte le logge massoniche mussulmane che contano. Credo che andare ad attaccare frontalmente la Giordania, in questo momento, sia stato interpretato come la scelta di scendere in campo a favore di quelle logge planetarie che vogliono la guerra mondiale, contrastate dalle altre logge massoniche (quelle progressiste che si rifanno a Keynes, tanto per intendersi in maniera spicciola) che invece vogliono istituire un governo mondiale nel quale nessuno è escluso e che si occupi dell'unico vero problema dell'umanità: la risoluzione della crisi economica occidentale attraverso la redistribuzione della ricchezza e la riduzione dei benefici di privilegio di antiche caste di potere locale ormai anti-storiche.
E così parte subito una potente mediazione gestita (per conto dell'Europa) da Rajoy. La massoneria spagnola è fondamentale perché unisce due antiche corone europee: quella dei Borboni e quella dei Windsor. John Kerry si incontra con il premier spagnolo, mentre Nethanayu (a guerra in corso) si incontra per ben 4 volte in 20 ore con Mahmoud Abbas ad Amman, nel bunker protetto del re di Giordania. E così, verosimilmente, chiudono l'accordo. A El Cairo la delegazione ufficiale riceve l'input e l'Iran dichiara formalmente: basta con questa guerra, che Israele si ritiri e la smetta subito di aggredire i palestinesi; da oggi noi siamo i nuovi fornitori di armi di Hamas.
A questo punto Hamas è costretto ad accettare la copertura dell'Iran, che Israele accetta. Non solo. Israele consente all'Iran di gestire la situazione di Gaza benedicendo l'ingresso della flotta persiana nel Mediterraneo, che verrà ormeggiata a Gaza come simbolo di difesa ma allo stesso tempo di attacco al Califfo nel caso arrivasse sa quelle parti.
Secondo me è una grandiosa vittoria delle logge massoniche progressiste, e Obama ha segnato un grande punto a suo favore. Anche perché l'ordine di chiudere così la vicenda medio-orientale (quantomeno per adesso) è partita proprio dalla loggia n.8 denominata Hollande, quella che ha sede a Bleeker street, a Manhattan. Quella cui erano iscritti Roosevelt, Truman, John Steinbeck, Erskin Caldwell.
Credo che il senso della guerra in corso consista nel fatto che noi tutti, cittadini del pianeta, siamo al centro di una gigantesca, poderosa e potente guerra tra massoni.
Da una parte le logge progressiste, dall'altra quelle conservatrici guerrafondaie.
C'è chi vuole risolvere la questione del nuovo ordine mondiale eliminando 2 o 3 miliardi di persone dalla faccia della Terra, magari pensando che "siamo troppi".
C'è invece chi vuole risolvere la questione ridiscutendo le regole, basandosi invece sull'assunto "sono troppi i privilegiati che appartengono a un numero troppo piccolo di potentati".
Noi non possiamo che essere testimoni, quantomeno il sottoscritto.
E' necessario però sapere ciò che davvero accade, almeno seguendo attentamente i fatti.
Buon autunno a tutti i pensanti.
ah ah ah ah ah.
RispondiEliminaRivolte contro Putin in tutte le provincie della Russia?
Ah ah ah ah ah ah ah ah ah.
Sicuramente le tv non ce le hanno fatte vedere perché vogliono coprire Putin.....
CERTO, COME NO!
Ah ah ah ah ah ah ah ah
Sono contento di suscitare ilarità. Il buon umore fa bene alla salute.
RispondiEliminaInvece di compiacerti di te stesso per quanto fai ridere, cerca di non fumarti l'oppio scadente che ti passa il Grande Oriente Democratico...
EliminaChi è massone danneggia anche te: digli di smettere.
Se ci fossero state rivolte nelle città, i media europei ed americani ci avrebbero sfracellato gli zebedei da mane a sera con relative informazioni ed immagini. Pazzesco, Modigliani tieniti a freno, ti stanno
Eliminasgamando tutti (tranne "Marilù", forse..)
Questo è il pensierlo libero del M5S? Ah si quelli che hanno votato contro il reato di clandestinità....bene. Esprimo il mio libero pensiero, dedicandolo all'autore di questa merda di articolo. Nemmneno una parola contro il diavolo degli stati uniti, a questo punto il ruolo del M5S è chiaro nella politica italiana, evitare di far prendere i voti ai partiti estremisti. M5S uno scudo per i partiti di regime.
RispondiEliminaPutin ahhhha che falsi che siete!!!!
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RispondiEliminal'esistenza di una lotta fra massoneria reazionaria e massoneria progressista non mi trova all'oscuro. L'attribuzione del vessillo dei progressisti a Obama, agli inglesi e ai sionisti (ergo qui da noi a Renzi?) è ciò che rende questo articolo grottesco ed ogni sberleffo ben meritato
RispondiEliminaSono d'accordo, cerchiamo però di non dimenticare che la massoneria, progressista o reazionaria che voglia essere, è un mero strumento del potere.
EliminaSolo uno strumento...
Sergio mai mi sono trovato in disaccordo con te come in questo caso, vorrei solo porre l'attenzione su delle questioni che lei ha ignorato:
RispondiElimina1. Perché non citi il ruolo di Assad nel combattere contro i fondamentalisti islamici?
2. Perché non fai presente che Russia e Cina si sono opposte alla guerra contro la Siria fortemente voluta da Francia e USA e che avrebbe ridotto quel paese un autentico mattatoio stile Libia?
3. Perché non spendi una parola sull'appoggio degli USA ( McCain, Victoria Nuland ) agli insorti di piazza Maidan e seguente destituzione di un presidente regolarmente eletto?
4. Perché non consideri che se i russofoni del sudest dell'Ucraina sono insorti contro il governo centrale è perché rischiavano di diventare cittadini di serie b, vista la cancellazione del russo come lingua ufficiale?
5. Perché non ti soffermi a pensare la tragedia dell'aereo malese di cui nessuno più parla? Eppure la russia ha già fornito le prove in suo possesso
ottimo intervento, hai messo i sassolini in fila.
Eliminaora vediamo il fattore che dice.
Ci ho provato un po' anche io, ma è inutile, da quell'orecchio non ci sente proprio...
EliminaA parte il fatto che non capisco, e chi scrive è tutt'altro che un discepolo di Grillo, l'aggancio automatico tra il pensiero personale di Sergio Di Cori e il M5S, credo che oltre ad esservi persi un paio di passaggi del pezzo, abbiate anche una scarsa conoscenza, o memoria corta, come preferite, della storia degli Stati Uniti.
RispondiEliminaIl passaggio sugli USA c'è eccome, e citati sono Roosevelt, Truman, John Steinbeck, Erskin Caldwell, non Obama, Bush junior o Reagan, e pare strano che attenti osservatori come voi considerino la cosa pari e patta, per intenderci.
Gli Stati uniti sono stati la culla di alcuni dei più grandi eventi progressisti della storia, per non parlare dei movimenti di vera e propria ribellione armata al Potere Costituito, dal New Deal di Roosvelt, alle Black Panther, passando per Occupy Wall Street e i movimenti femministi, Woodstock, e l'elenco potrebbe essere lungo pagine e pagine.
Mi avete ricordato un'amica americana, di Cleveland, che spesso veniva etichettata, in automatico, complice delle politiche criminali di Bush figlio per il solo fatto di essere statunitense.
Il punto, temo, è che viviamo nel paese dove i preti son tutti pedofili, i poliziotti tutti sbirri bastardi, i comunisti fattoni fancazzisti, il cielo è blu, e le donne sono tutte puttane.
Mah!...sarà!...
scusi ma...
RispondiEliminaquali sono le sue fonti?
l'ucraina "polmone" agro alimentare della russia?
ma che scherza?
guardi che dal 1930 ad oggi è cambiato "qualcosina" in "URSS", oggi si chiama Federazione Russa e sotto il profilo agricolo non dipende da nessuno essendo i suoi principali suppliers locati nel CIS (che lei sicuramente conosce...) a parte frutta tropicale che viene importata da africa e centro america...
le rinforzo la memoria sperando lei conosca il russo come lo conosco io
http://www.mcx.ru/
http://agro.ru/
così almeno ha qualche dato "aggiornato" e non del 1930...
il donbass è sotto fuoco per l'accordo chevron texaco anche qua la rimando al USUBC (che lei conoscerà benissimo ed avrà studiato riga per riga presumo prima di scrivere amenità come quelle che ha scritto)
http://www.usubc.org/AUR/aur4-020.php
dicasi per burisma (il primo gas trade ucraino che lei sicuramente conoscerà e che ora viene presieduto dal figlio del vice presidente americano joe biden hunter biden) ma le rinfresco la memoria
mai lette tante castronerie su russia ed ucraina e se lo lasci dire da uno che ci vive da 10 anni, guardi continui a dibattere su renzi e la bindi e lasci stare la geopolitica mondiale, non le si addice...
http://burisma.com/hunter-biden-joins-the-team-of-burisma-holdings/
non vado oltre per
la Russia ha una popolazione di 140/150 mln. di abitanti, di poco superiore a quella giapponese, distribuita su un territorio di 17 mln. di kmq.! Piu' di 50 Italie! Ci sarà anche molto ghiaccio lassu', ma di che problemi agroalimentari stiamo parlando?
RispondiEliminaSì, le proporzioni che Lei presenta parrebbero "auree", in effetti, ma lo sfruttamento delle risorse alimentari ucraine da parte del sovietismo napoleonico di Stalin non è una favola, come non lo è la tragedia dell'atroce carestia che ne conseguì e che stremò la popolazione, costretta addirittura al cannibalismo per assicurarsi la sopravvivenza. Ne parla Kapuscinski in un suo libro, di cui però ora mi rammarico molto di non riuscire a rammentare il titolo.
Eliminam.l.
Mi permetta di far notare che da 1930 ad oggi le cose sono un pò cambiate, anche in agricoltura. Pur essendo corretto il racconto del passato, anche se si dovrebbe ricordare dell'appoggio dato dai kulaki ucraini ai bianchi durante la controrivoluzione, credo che oggi la possibilita produttiva della russia sia diversa da quella di 90 anni fa, serre riscaldate, ogm, un' iperproduttività agricola inimmaginabile fino a pochi anni fa, alla quale aggiungerei l' espansione del commercio alimentare anche verso aree lontane . Oggi l'Ucraina paga , come altri paesi dell'est europeo, il sogno americano, cioè l'assurdo credere che basta la democrazia per diventare ricchi ah ah ah ah. e la rischiosa decisione di voler diventare europea, cioè NATO senza che la Russia ci trovasse nulla da ridire, ricordate la crisi di Cuba nel 60? Stessa situazione. Troppo vicino. Da qui tutto il casino.
EliminaZioru www.laforzamotrice.it
Guardi che la situazione è cambiata anche dagli anni'60.
EliminaMolti commenti sono critici, ed in effetti questo articolo mi pare impreciso. Ad esempio che l'economia russa sia in recessione non mi pare.
RispondiEliminahttp://www.tradingeconomics.com/russia/gdp-growth-annual
Ma trovo un po' improbabili quasi tutte le affermazioni fatte. Ad esempio che il presidente iraniano ponga le basi per il riconoscimento di Israele. O che la Russia dipenda cosi tanto dal cibo dell'Ucraina o dell'Europa: anche solo a logica basta pensare che e' stato Putin a vietare le importazioni di cibo europeo. Tutti si puo' dire di Putin, ma non che sia un cattivo stratega, quindi se ha bloccato le importazioni di cibo e' perche' ha altri fornitori.
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Personalmente vorrei che questa assurda lite con la Russia finisca e che gli europei ed i russi diventino amici e sempre migliori partner commerciali, ovvero esattamente cio' che gli americani temono. Fortunatamente mi sembra che i paesi europei piu' seri (e stranamente anche l'Italia) vogliano seguire questa strategia. Con buona pace di quegli stolti che hanno preso il potere con violenza in Ucraina, la loro rivoluzione e' fallita perche' non ha il sostegno dell'Europa, e spero bene che la situazione si rappacifichi presto. Ne guadagneranno l'Europa e la Russia. Ne soffrirano gli USA. Fatti loro.
Il fatto che a lei non sembri che l'economia russa è in recessione, non vuol dire che non lo sia. Mi dispiace per lei. Per ciò che riguarda Putin, ha bloccato l'import proprio perchè aveva altri fornitori, primo tra tutti lo Stato d'Israele, e nell'articolo ho dato l'informazione e l'ho spiegato (forse le è sfuggito): quella è la chiave della nuova strategia planetaria. L'Iran ha dato l'ok a Mosca per chiudere il contratto con Israele e ha ottenuto in cambio da Israele la paternità riconosciuta del controllo di Hamas in funzione anti-sunnita. Così ci guadagnano tutti e tutti sono contenti. Si chiama "international business". Il tutto, va da sè, sempre sulle nostre teste. E soprattutto dentro alle nostre tasche.
EliminaInvece se a lei sembra che l'economia russa sia in recessione allora vuol dire che lo è!? Almeno il signor Luca ha fornito una fonte.
EliminaArticolo che trovo tutt'altro che un 'modesto contributo..'.a me offre numerosi spunti di riflessione. Ma non posso dimenticare che fino a 4 anni fa l'Iran fosse considerato in l'occidente il maggior pericolo per il pianeta!!
RispondiEliminaNon lo è mai stato. A sostenere questa ipotesi erano gli arabo-sauditi, i catarioti, gli emiri del Golfo Persico: possiedono mezza Europa ormai e una grande fetta del capitale finanziario italiano: per loro sì che l'Iran è un pericolo. Avevano trovato il modo di spingere l'Occidente e l'Europa a fare il lavoro sporco a loro nome: pagano molto bene. Per fortuna, alla fine, gli europei non hanno accettato e in Iran è prevalsa la antichissima tradizione di eccezionale forza diplomatica e si è riposizionata nel circuito internazionale. I persiani stanno in prima fila dal 3.500 a.C. quando da noi, in Europa, c'erano quattro gatti spelacchiati che si scannavano tra di loro. Se una etnia e una cultura è sopravvissuta su questa pianeta nei millenni, già di per sè, merita rispetto: vuol dire che è depositaria di una sua qualche intrinseca verità: vedi, oltre ai persiani, ad esempio, cinesi, giapponesi, indiani, ebrei, magrebini, lapponi siberiani, mahori, wichita, e un'altra decina di etnie minori poco conosciute (che non hanno nessuna intenzione nè voglia di farsi conoscere) che lì stavano e lì sono rimaste. Tutta questa gente, 3.500 anni fa avevano già una loro comunità, delle loro leggi e una loro civiltà. Se non sono state spazzate via dalla polvere della Storia nei millenni è perchè un qualcosa hanno capito della vera essenza della nostra Specie Umana su questo pianeta. Meritano rispetto per questo e dignità d'ascolto. Gli iraniani, tanto per fare un esempio, nel 1500 a.C. avevano già disegnato una mappa dell'intera costellazione della Via Lattea. Non è poco.
EliminaAvevo dimenticato di metterci anche gli egiziani, sorry. Se non fosse stato per loro, a quest'ora avevamo le prime avanguardie dell'Isis già sbarcate a Siracusa, magari dopo aver chiuso un'alleanza strategica con la mafia siciliana, sempre disponibile a sostenere chi paga bene.
EliminaSignor di Cori Modigliani, nel citare i nemici giurati dell'Iran, come al solito , ha dimenticato Israele, tanto per cambiare (come di ricordare che Sauditi, Catarioti, Emirati, sono tutti alleati esterni della NATO e,
Eliminaancora, di Israele). Sono settimane, se non mesi, che lei getta palate di sterco e di discredito sull'informazione in internet, solo perché soltanto lì si trovano (sia pur mescolate a molte fantasiose fandonie) gli unici elementi di verità su quello che combina la NATO in giro per il mondo e sulle reali responsabilità in Ucraina come in Siria.
Allora, dico io,se informazione mainstream no! (ovvio) e internet neppure, a chi dobbiamo dare retta, a lei suppongo. Ovvero a un signore che parla di rivolte nelle province russe laddove Putin ha un consenso stratosferico (si parla di più dell'80%...ma mi avrà convinto qualche drone web...) tra la popolazione proprio per come ha gestito
la questione siriana e per come sta gestendo quella ucraina. Da lei, un tempo non mi sarei aspettato una sequela di informazioni così distorte
e prive di qualsiasi riferimento concreto a fonti concrete. Ma un po' di tempo fa, da appassionato e conoscitore dell'opera di Lou Reed ho letto
il suo articolo in sua memoria, e le informazioni scorrette presenti davano
l'idea di qualcuno che si è informato all'ultimo momento. Lì mi sono insospettito.
Il prezzo al consumo delle zucchine è schizzato anche oltre i 2 € al kg. senza parlare di quello dei limoni che veleggia intorno ai 4€ pro kg..Non ci capisco una mazza di geo politica e me ne dolgo moltissimo con me stesso.Sergio analizza e sviscera in modo per me comprensibile lo scenario geo-politico mondiale,partendo anche da melanzane e zucchine.Perchè gli amici commentatori,senza esibirsi in attacchi alquanto scomposti ed alle volte palesemente faziosi nei confronti dell'autore dei post,non si sprecano ad approfondire le proprie controdeduzioni o argomentazioni in modo comprensibile ? Non conosco nessuna lingua straniera ad eccezione del latino,di alcuni dialetti nostrani e mastico appena l'italiano.Abbiate comprensione.Sviscerate meglio,vi prego ,il vostro pensiero,vorrei capire e comprendere e avvantaggiarmi anche delle vostre critiche.
RispondiEliminaGuarda che la mancata collocazione dei nostri limoni e zucchine sul (vasto) mercato russo dovrebbe causare una sovrpproduzione e dunque un calo del prezzo degli stessi sul nostro mercato; semmai.
EliminaSalve Modigliani,
RispondiEliminaapprezzo alcuni punti di vista molto dettagliati del suo articolo, tuttavia non posso che rimanere stupito di non poche inesattezze e forzature che mi hanno lasciato veramente perplesso, forse funzionali ad esprimere più brevemente la sua logica. Non mi sorprende che qualcuno protesti perché ritiene il suo atteggiamento troppo generoso nei confronti degli statunitensi e troppo severo nei confronti dei russi. Anzi, concordo con un bel po' di critiche.
Bello il confronto con i nostri preguerra passati, serve sicuramente a tenere alta l'attenzione.
Da quanto ne so, c'è sicuramente qualche problema con l'agroalimentare in Russia, ma riguardano alcuni generi di prodotti e non mi risultano enormi scompensi.
I russi, da tempo, vorrebbero comprare più della produzione alimentare dell'Europa meridionale, soprattutto da parte delle nazioni più ostili alle biotecnologie puramente OGM "alla Monsanto" per intenderci, e vedevano con favore all'Italia e al suo approccio tradizionale. Tuttavia, mi hanno informato che, per i russi, è diventato veramente difficile acquistare i nostri prodotti a causa della forza artificiale della moneta unica, l'Euro, quando ci sono prodotti di qualità accettabile in altri Paesi sudamericani e sudasiatici più a buon mercato, più il Sudafrica.
Ora, di questo non si può certo incolpare la Russia, che invece ha lasciato respirare per un bel po' l'economia in crisi dell'Europa meridionale.
Confermo la relazione con Israele, che è, da tempo e per necessità, una potenza
industriale agroalimentare.
La condizione economica russa non è "disastrosa". Ha una crescita differenziata a seconda delle zone, e in alcune zone urbane non c'è crescita. Capisco che le sue fonti siano probabilmente "urbane moscovite", ma da lì alla situazione italiana ce ne vuole.
Putin impedì ad Obama, o più precisamente a chi comanda in America, di bombardare la Siria e Assad, schierando la flotta del Mar Nero a protezione. I militari americani ancora ringraziano.
Le primavere arabe sono state un'impresa mossa da un distacco dalla realtà tale che, come mi conferma, solo iniziative massoniche potevano garantire. Il Mediterraneo è tinto di rosso, regimi sicuramente totalitari ma con un socialismo formale sono stati fatti fuori, è stato abusato e strumentalizzato - anche con moltissimi morti - il desiderio del Maghreb e del Mashraq ad avere una vita migliore. Dico questo tanto più convinto, quanto più oltre leggo giustamente del genocidio curdo (mica c'era solo Saddam, però...). Nessuno ha difeso gli interessi italiani (che non sempre vanno contro le altre popolazioni e viceversa).
Poi, leggo con piacere un approccio analitico verso il bacino di soft power persiano e iraniano. Tuttavia, leggo improbabili inversioni.
I greci non si volevano sottomettere ai persiani, erano rivali della potenza navale fenicia, preferivano la rete di comunità (città-stato) al grande impero centralizzato, preferivano un modo di pensare più oggettivo-razionale rispetto al misticismo orientale.
Seguirà Alessandro Magno, seguito con un certo entusiasmo anche dai greci non macedoni.
(segue)
RispondiEliminaDopo la parentesi seleucide, i romani e i persiani (Parti e Sasanidi) non facevano certo lotte per la vita, ma erano tremendamente coinvolti e rivali negli interessi del Medio Oriente di allora. La lotta era continua, comandanti e imperatori romani, ben prima della diffusione del cristianesimo, hanno perso la vita o sono stati imprigionati in Persia.
La cavalleria persiana, fra le altre cose, assieme a quella sarmatica, sarà d'ispirazione per le cavallerie pesanti medievali.
Nell'Alto Medioevo, prima della diffusione dell'Islam, bizantini (romani d'Oriente) e persiani si scontravano altrettanto sanguinosamente. Luttwak (!), che dice di ammirare la storia bizantina (quando l'erede storico di Bisanzio è Mosca), le può confermare. In alcuni scontri fra cristiani e zoroastriani, si cominciava purtroppo a delineare lo scontro di civiltà condito da guerra di religione.
L'Islam si diffuse anche come riscatto, da parte delle tribù arabe non allineate contro gli alleati di Costantinopoli (Arabi Ghassanidi) o di Ctesifonte (Arabi Lakhmidi). I due imperi, bizantino e sasanide, erano talmente indeboliti dalla lotta reciproca, da non potere opporre resistenza. Costantinopoli stessa sopravvisse all'assedio arabo grazie a mura teodosiane e fuoco greco.
In seguito, comunque, compaiono i Turchi selgiuchidi, che erodono il dominio bizantino dell'Anatolia, si interpongono come nuova potenza confinante con gli Arabi e la cultura persiana, che lei ammira, si trovò più volte in pericolo. I persiani, guidati dall'ilkhanato mongolo o da altre tribù turche che rimasero nell'entroterra, spesso si troveranno a "moderare" le mire espansionistiche selgiuchide prima e poi ottomane, anche con fortissimi tributi di sangue. Seguì, fra gli eventi, anche l'allineamento ottomani sunniti vs safavidi persiani sciiti.
Tornando ai giorni nostri, non so quanto il capolavoro diplomatico di Obama con l'Iran sia a tutt'oggi effettivo.
Le provocazioni contro la Russia ci sono state, e dispiacciono, anche perché coloro che sostituiranno Obama non sono certo più meritevoli di improbabili Nobel per la Pace.
Non vedo, purtroppo, in Obama un alleato dell'Italia.
La lotta fra i massoni c'è e "si vede".
Cordialità
E' davvero lodevole la qualita' e la cordialita' dei commenti di questo blog (con alcune eccezioni). Soprattutto le persone che non sono d'accordo con Sergio Di Cori, esprimono le proprie idee diverse con educazione ed intelligenza (piccole eccezioni a parte). Credo che sia anche molto merito dell'autore del blog. Per contro, ho provato qualche giorno fa ad esprimere un'idea diversa in un altro blog e ne ho ricevuto solo grossolane volgarita', peraltro da parte dell'autore del blog. Qui "da Sergio" invece sembra di essere a casa di un amico a chiacchierare bevendo qualcosa insieme. Grazie Sergio!
EliminaL'affresco da Lei tracciato è, come sempre, grandioso e di straordinaria forza comunicativa. Sono molte le informazioni, singolari e preziose, che si possono ammirare incastonate nel tessuto del racconto. L'ottimismo che sprigiona è contagiosissimo, questo è indubbio, sebbene sia non meno doveroso riconoscere che la gioia e la speranza che questa tregua... a tenuta stagna ha suscitato, non appena è apparsa la notizia anche nei più anodini dispacci d'agenzia, sono un avvenimento di per sé, senza bisogno di aggiunte e commenti ulteriori.
RispondiEliminaDevo dire, però, che trovo francamente un po' forzato il legame di causa ed effetto tra le forniture di melanzane e zucchine israeliane alla Russia affamata di Putin e questa tregua miracolosa. Anche perché la recentemente rinsaldata amicizia con l'Argentina, che proprio da Lei è stata illustrata con dovizia di particolari su questa pagina web nelle scorse settimane, mi sembra una garanzia sufficiente di approvvigionamenti alimentari per i russi; non credo che nella nazione sudamericana ci sia carenza di terreno coltivabile né di volontà di incrementare gli scambi commerciali col nuovo socio oltreoceano.
Mi è poi difficile credere che Putin abbia deciso di rivolgersi a un nemico tradizionale della Russia come Israele per quel fine, tanto più se si pensa al fatto che il secondo partner commerciale di Israele, per volume di scambi, oggi, è la Cina, la quale importa high tech ed esporta prodotti alimentari 'kosher'. Se Israele si rivolge a un partner commerciale estero per il proprio fabbisogno interno, come può permettersi il lusso di rattoppare le falle in quel settore della Russia di Putin?
Questo il sito da cui ho tratto queste news: it.ibtimes.com/articles/68589/.../israele-palestina-hamas-tele-aviv-cina.ht..
chiedo venia, ho dimenticato di firmare: marilù l.
EliminaLe sue teorie possono essere piacevoli e interessanti da leggere...ma le fonti per poter trovare un raffronto dove le troviamo? Su tutto il testo non c'è un solo link che possa quantomeno descrivere gli eventi, news, per fare delle ipotesi.
RispondiEliminaNel finale dove parla di massoneria, mi trova in totale disaccordo! Quasi quasi lei descrive una parte della massoneria come fosse "buona, altruista, intelligente ecc ecc".
Non c'è nulla di buono in queste società segrete...SONO TUTTE DA BIASIMARE!
Lo ripeto, NULLA DI BUONO!
il punto 1) è tutto, tutto una gigantesca cazzata, se oggi si leggono le dichiarazioni di Obama si riscontrano le stesse parole di SDCM, che coincidenza!!! quindi Obama e i media dicono la Verità??? ahahahahah ma lei pretende veramente che ci crediamo? l'unica cosa vera è la fine di questo post, sono falsi anche i motivi x i quali si è mosso l'Iran, questo blog propaganda Israele più di.....Repubblica, dove scrive per altro una certa Di Cori.
RispondiEliminail problema è solo uno: la totale assenza di fonti e prove che diano spessore e credibilità a questa interpretazione. Se ci sono, ben vengano....Saluti
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