lunedì 21 luglio 2014

Matrix all'amatriciana. Il presente futuro degli italiani.

"Purtroppo, nessuno può farsi raccontare che cos'è Matrix. Devi vederlo di persona".
                                                                         Lana Wachowski. Los Angeles. Aprile 1999

di Sergio Di Cori Modigliani

"Matrix" è un termine ormai familiare per la maggior parte delle persone, grazie al successo ottenuto, quindici anni fa, dall'omonimo film dei fratelli Wachowski, divenuto in breve tempo il primo cult movie di questa generazione. E' quindi comprensibile, ormai, a chiunque.
Il termine matrix, subito dopo l'uscita del film in Usa, alla fine degli anni'90, assunse subito una successiva valenza politica e nello scambio dialogico quotidiano (soprattutto nello Stato della California) divenne sinonimo del potere oligarchico planetario e delle sue modalità di gestione, manipolazione, organizzazione del consenso.
Il film è considerato dai sociologi statunitensi l'humus di riferimento che ha poi prodotto in Usa il movimento di occupywallstreet. 
Il Matrix, quindi, viene comunemente usato ormai in occidente per indicare l'autentica struttura di comunicazione mediatica da parte dei gestori del potere.
Il Matrix è, neanche a dirlo, planetario, perché funziona grazie alla sua applicazione globale.
Ma ha successive e complesse applicazioni mediatiche che rispettano la qualità localistica delle spine dorsali antropologiche dei singoli stati, nazioni, paesi, gruppi etnici. Il Matrix per i pachistani islamici è diverso da quello per i cattolici scozzesi, così come quello per i tedeschi protestanti è diverso da quello per gli induisti di Bombay, e così via dicendo. Ciò che li unifica tutti, pur nel rispetto delle loro differenze, viene spiegato dalla parola stessa che ne definisce il senso. Rispondono sempre a una matrice originale, a una serie di algoritmi matematici incrociati e innescati che fanno scattare in automatico dei meccanismi psico-sociali che finiscono per produrre i risultati che l'oligarchia planetaria deve ottenere: mantenere la stragrande maggioranza degli abitanti sul pianeta Terra in uno stato di perenne bisogno controllato, spingerli sempre di più verso un ritorno massificato dell'analfabetismo allontanandoli dalle pratiche della cultura umanistica, creare delle situazioni conflittuali costanti in modo tale che si possano eliminare a vicenda, impedire la diffusione di uno stato di consapevolezza collettivo.
 La stragrande maggioranza degli impiegati al servizio del Matrix eseguono con diligenza la mansione assegnata, a loro insaputa. Per questo funziona.
 Non è altro che l'applicazione matematica del principio marketing della pubblicità, che si basa sull'idea di provocare nel potenziale consumatore un bisogno fittizio, il cui fine consiste nel riuscire a produrre (nella mente del fruitore del messaggio pubblicitario) l'idea che la "voglia di" sia istintiva e naturale e quindi il prodotto che viene acquistato nasce come "libera scelta originale" dell'individuo, del tutto inconsapevole di ciò che sta facendo. 
Come Anthony Hodgwes spiegava nel 1998 alla associazione dei dirigenti pubblicitari statunitensi "se riusciamo a controllare e gestire l'impulso della sete negli esseri umani, che è il bisogno primario animale costitutivo, non deve essere poi tanto complicato convincerli a sostenere una certa piattaforma politica oppure un'altra". 
Il Matrix nasce così.
In quanto italiani, noi ci becchiamo la versione "matrix all'amatriciana", diverso dal "matrix goulash" che è quello applicato a ungheresi e slovacchi, ecc. 
 Chi è dentro al Matrix non ha nessuna possibilità di comprendere e vedere se stesso nella propria operatività. L'applicazione del principio narcisistico della visibilità, in parallelo con l'abbattimento dell'etica e del Senso, ha creato nuovi soggetti politico-sociali i quali sono tragicamente in buona fede; sono davvero convinti che ciò che dicono, scrivono, sostengono, sia davvero così come loro lo presentano e lo propongono. 
Questo è il Matrix.
Sottrarsi al suo effetto, significa starne fuori, il che non è facile.
Per poter starne fuori bisogna ridurre sempre di più l'esposizione alle piattaforme costruite dalla matrice di riferimento, che funzionano attraverso una velocissima elaborazione dei dati di cui sono in possesso attraverso le quattro colonne che compongono lo schema base del matrix: profiling, big data, megatrend, flaming.
Le piattaforme che sono state inventate per applicare i loro logaritmi sono, quelle note, facebook, tweet, prima di ogni altra, che riescono a gestire .secondo me- addirittura la "produzione di umore pilotato" attraverso nuovi sistemi di voracità pubblicitaria -gran parte della quale è subliminale- che spingono le persone dove vuole il Matrix.  A queste vanno assommate le miriadi di siti, quotidiani on-line apparentemente di contro-informazione e una spruzzata di professionisti tecnici che su diverse pagine facebook spingono l'opinione pubblica verso la sezione più gradita ai colossi finanziari che possiedono i grandi provider elettronici, senza i quali, non saremmo in grado di usare la rete. La coniugazione dei quattro elementi base del matrix (che alchemicamente hanno sostituito i quattro elementi primordiali acqua, terra, aria, fuoco) determina un risultato dell'equazione che una volta applicato funziona da solo e il risultato è garantito. Si fa o non si fa una guerra; si vara un governo o lo si fa cadere; si promuove un'icona o la si abbatte; si lancia un grande artista o lo si elimina, ecc.
Coloro che scelgono di sottrarsi al matrix usano le stesse armi della classe dirigente che occupa posti di comando: si ritorna alla metà del secolo XIX . Secondo alcuni studiosi, addirittura al XVIII. Nessuna persona che conta sul serio ed è davvero potente usa nessuno strumento elettronico. Non usano la rete, non usano il cellulare, non usano la posta elettronica. Avrete notato come, ogni volta che si vara un governo in Italia, i nuovi si precipitano a incontrare di persona i vari capi di stato europei, Obama, Putin, ecc. Non è perché abbiano voglia di viaggiare, quanto piuttosto per il fatto che i sistemi di comunicazione "sicuri" sono ritornati ad essere quelli del 1836, cioè vedersi di persona, possibilmente passeggiando in luogo aperto. Non ci si scrive neppure più. Si mandano messaggi soltanto scritti con la penna stilografica consegnati da personale fedelissimo a mano, come avveniva nel 1700 prima che venisse inventato il servizio postale pubblico. E' una delle conseguenze del matrix. 
 L'aspetto divertente di questa vita nel 2014 -come sostengono ormai molti sociologi, psicologi, antropologi, massmediologi- consiste nel fatto che i nuovi sistemi di comunicazione di massa super veloci hanno abbattuto e cancellato la comunicazione riportandola a duecento anni prima, per motivi di sicurezza. 
In Usa, dove l'antagonismo di opposizione è partito molto prima che in Europa, "il clan degli invisibili" si sta diffondendo a macchia d'olio. E non è controllabile, quindi non è pilotabile. Non è neppure verificabile, dato che non è neppure strutturato. Ma c'è. E in Usa sono in allarme rosso per questa ragione. Nel 2013 gli usuari di facebook e twitter sono diminuiti del 28% e nei primi sei mesi del 2014 del 40%. E' considerata ormai "roba per le colonie". Neanche a dirlo, battiamo anche questo record: primi in occidente come quantità di tempo trascorsa dietro la tastiera a parlare (molto più spesso di quanto non crediate) con robot pre-confezionati, che conoscono i nostri gusti, le nostre preferenze, la nostra vita intima, dato che con i nostri selfie diamo informazioni costanti sulla nostra esistenza che consentono al matrix di diventare sempre più attendibile e sofisticato nella sua efficacia.
La maggior parte delle notizie reali ormai non vengono più diffuse, come avveniva alla fine del '700 quando gli eventi si riusciva a conoscerli molti mesi dopo, in certi casi anche anni.
La situazione economica europea, soprattutto quella italiana è irrisolvibile. E' necessario far credere, in ogni singola nazione, a specifici teatri locali. 
C'è ancora qualche probabilità che si scateni una guerra generalizzata, se non si mettono d'accordo. Chi? Chi sono?
C'è una pattuglia di brave persone responsabili che fanno parte della classe politica mondiale che conta per davvero, e che siedono al tavolo con i loro colleghi criminali e disumani in un gigantesco braccio di ferro.  
Speriamo che vada bene. Nessuno ci comunicherà il risultato.
Spetterà alla nostra intelligenza capirlo per nostro conto.
Nel frattempo, ciò che davvero possono -e devono- fare gli umani che alla propria libera umanità ci tengono, consiste nell'alzare al massimo livello possibile la soglia di attenzione e sottrarsi sempre di più al fascino perverso della rete, soprattutto i social networks.
Questo è il mio consiglio.
E' la variante etico-psichica della decrescita felice.
Forse (anzi è quasi certo) non si fanno grandi affari, ma vi garantisco che si aumenta di gran lunga la possibilità di essere felice.
Come diceva Charles Schulz (l'inventore dei fumetti di Snoopy) "Mi dicono che attraverso le sofferenze l'essere umano diventa più maturo e sensibile...considerando i risultati raggiunti finora negli ultimi 10.000 anni, forse sarebbe il caso di cominciare a provare con la felicità".
Firmato: Snoopy, nella sua versione di scrittore notturno.
L'idea di dar retta a un piccolo cane, che neppure esiste perché è un fumetto, lo trovo esilarante ed è il passaporto verso una ritrovata e rinnovata allegria.
Gli animalisti, ne sono certo, sono in grado di comprendere.

buona settimana a tutti



 

6 commenti:

  1. Potrebbe essere bello pensare che ,tutti quelli che raggiungono un minimo grado di consapevolezza della necessità primaria di sottrarsi al Matrix ed al social network,agente bipolare degli interessi di Matrix,utilizzino il detto s.n.come un gioco assolutamente teatrale di finzione scenica?Quel social andrebbe concepito come il luogo di massima rappresentazione della finzione,arena ludica,dove il massimo della soddisfazione sarebbe riuscire a far credere di essere tutt'altro di ciò che si è.
    Dovremmo ripudiare e ferocemente combattere quel narcisismo infantile che ce lo fa usare come arena virtuale,dove,alla fine,non facciamo altro che depotenziare la nostra rabbia scaricando invettive e motivazioni nobili (il cincenses,il divertimento)paghi ,sazi e....con le pive nel sacco.Nella sostanza,un autoappecoramento.Scusate l'orrendo neologismo.

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  2. Già non guardo più la TV da circa 16 anni... Se non m'informassi un po' su internet, sarei sì fuori dal "Matrix", ma sarei anche un'eremita.
    Io voglio sapere, anche quello che ci propina il Matrix. La conoscenza è sempre meglio dell'ignoranza.

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  3. Mah, io non ci son mai stata sui social network, perche' preferisco vivere la vita reale. Mi hanno sempre considerato un po' strana per questo (ma cooome, non sei su facebuuuK???) e mi ci sono abituata. Pero' mi rendo conto che puo' essere utile, nel mio caso specifico per lavoro perche' e' un mezzo per farsi conoscere, a patto di non farsi prendere la mano... e di continuare a vivere la vita vera. Non e' facile e forse per questo mi rifiuto, ma non credo che il problema sia il mezzo, e' come lo si usa.

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  4. Come sempre non so che dire. Caro Sergio di C.M., mi trova d'accordissimo. Per la maggior parte degli italiani il suo ragionamento, ne sono sicuro, verrebbe valutato negativamente.
    Domanda: Ha mai pensato di raccogliere in un libro parte (quelli giudicati dai suoi lettori i migliori) o tutti i tuoi articoli su un libro? Magari con un editore indipendente?
    Per quanto io non mi trovi d'accordo su tutto ciò che scrive e per quanto i suoi articoli siano più o meno (ma imprescindibilmente) di parte (qualche suo commentatore lo vuol far sembrare un diffetto, ma non lo è), i suoi articoli danno sempre lo spunto per ragionare, confrontarsi e mettersi in discussione.
    Se esistesse un libro dei suoi scritti lo comprerei e lo terrei caro.
    E lo regalerei.
    RED

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    1. Caro RED, il suo sostegno mi conforta e mi lusinga. Nel caso lei conoscesse (o fosse a conoscenza) di un qualche editore indipendente, ne sarò lieto. Sono disponibile. Io non ne conosco. Se qualcuno ha informazioni attendibili, ben venga. Grazie!

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    2. Purtroppo (e mi dispiace) non sono del settore e non saprei come aiutarla. Anche se vorrei tanto farlo.
      Posso solo augurarmi che questa mio pensiero venga letto da qualcuno che nell'ambito editoriale ci veda un'idea interessante sulla quale farci un pensierino.
      Se non altro, sono felice che il mio commento sia servito a darle un po' di sostegno e conforto, che immagino non debbano mai mancare a chi ha scelto di praticare il suo mestiere, ma soprattutto come ha deciso di praticarlo lei.
      Un abbraccio
      RED
      P.S. Mi perdoni eventuali errori o orrori nello scrivere. Sono sempre stato un asino nelle materie umanistiche.

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