giovedì 20 ottobre 2011

Lord Wolfson lancia un ricchissimo premio per economisti: come affossare l'Europa e uccidere l'euro. Così si sta organizzando la destra reazionaria dell'1%.

di Sergio Di Cori Modigliani

Dovrebbe essere la notizia del giorno, se non altro nella sezione economica, soprattutto in Italia. Macchè. Al di là della stretta cronaca quotidiana relativa al nubrifagio romano, sempre in testa al primo posto –rombante più che mai- l’affannosa ricerca e polemica relativa al video hard di Belen Rodriguez, da qualche ora rimbalzato agli onori della top list assoluta grazie all’ingresso mediatico di Rocco Siffredi, considerato dalla truppa mediatica italiota un esperto in impatto dei mass media. Sorvoliamo.
Non si trovano siti relativi a questa notizia neppure in altre lingue.
L’unico ad aver pubblicato un breve testo, succinto ma esplicativo, sulla notizia del giorno è stato il sito Lettera43.it (ottimo –nel senso che è tra i pochi e rari a pubblicare notizie vere- quotidiano on-line diretto da Paolo Madron).
Al Lord non piace l'euro
Un premio per teorizzare l'uscita dall'Unione monetaria.
di Paolo Massa.
Chi vuole leggere notizie fresche on-line può seguire il sito diretto da Paolo Madron.
Veniamo alla notizia nuda e cruda, che è la seguente:
Un importante businessman britannico, Lord Wolfson, titolare di una catena di negozi d’abbigliamento e di un brand di moda pret –à- porter, Next, ha istituito un concorso-premio da attribuire (questa è la discriminante selettiva) soltanto a riconosciuti economisti, siano essi accademici o professionisti accreditati, del valore di 286.000 euro. Si tratta del secondo più ricco premio al mondo dopo il celeberrimo Premio Nobel. Quindi, è garantito l’impatto mediatico. Il premio (questa è la prima notizia) ha un tema specifico: “La soluzione migliore per smantellare l’euro, aiutare le nazioni come la Grecia, il Portogallo,  l’Irlanda, la Slovacchia, la Slovenia, la Spagna, l’Italia, ad andare in default morbido e pilotato ritornando alle loro monete originali, senza procurare un impatto negativo sulle borse e sull’economia mondiale”.
Questo, il titolo del concorso.
La seconda notizia consiste nella biografia politica dell’ideatore del concorso. Membro del partito conservatore britannico, rappresentante dell’ala più integralista e reazionaria dello schieramento al potere, grande sostenitore del primato della sterlina inglese nel mondo degli affari che contano e del primato della borsa di Londra rispetto a quella di Francoforte, grande nemico dell’euro, e soprattutto –ciò che è più importante- grande nemico dell’Europa e dell’Unione Europea “gli Stati Uniti d’Europa sono la vera unica autentica grande minaccia per l’Impero Britannico” (parla e si esprime come se ci trovassimo nel 1930) .
La terza notizia –personalmente la considero la più interessante in assoluto tra le tre- è quella relativa al nuovo trend esecutivo nella gestione del “controllo verifica e opzioni nella produzione di sistemi di riproducibilità nell’opinione pubblica” (il perno principale della Teoria delle comunicazioni di massa) che consiste nel puntare a tre obiettivi, ovvi e dichiarati:
A) risparmiare almeno 5 milioni sulla spesa lanciando una specie di gara cannibale tra accademici di grande valore ma spiantati. Un piano di consulenze ad alto livello, esteso in 27 nazioni europee -che probabilmente attirerebbe qualche migliaio di studiosi professionalmente competenti- avrebbe infatti un costo intorno a quella cifra. Così, nel gennaio del 2011, aveva risposto –per iscritto- l’ufficio consulenze della Saatchi & Co a Lord Wolfson che aveva chiesto un parere sui costi dell’operazione.
B) Fare la conta –e la conseguente cernita- sul numero esatto di intellettuali economisti e studiosi disposti a battersi per andare all’attacco frontale della Unione Europea e quindi avvalersi di biografie, curriculum vitae, disponibilità, informazioni personali, fondamentali al fine di costruire un potente esercito di tecnocrati asserviti, professionalmente molto equipaggiati, per poi presentarsi in giro per i salotti buoni della finanza e della politica e dell’economia (quelli che contano) con un esercito ferratissimo al seguito.
C) La diffusione dell’idea anti-europeista (sotto forma di percezione subliminare) alimentata dalla pubblicazione dei primi 200 studi dei partecipanti, per cui si comincia a vagheggiare l’idea, lanciandola, che per riuscire a risolvere la crisi economica che sta strozzando i mercati europei, sia ovvio e scontato offrire come la migliore delle soluzioni possibili l’uscita dall’euro di almeno sette nazioni fondamentali, assumendo e incorporando istanze deliranti che in questo periodo cominciano a diffondersi, soprattutto nell’ambiente dell’estrema sinistra (ed estrema destra) franco-italiana, che puntano al default e sono contro l’Europa.
Questa notizia è utilissima per comprendere la vera e autentica natura –in ambito politico- della lotta in atto in questo momento in Europa: la tenuta della democrazia.
Perché è chiaro a tutti (anche a coloro che sono piuttosto a digiuno di questioni tecniche di natura economica e contabile) che nazioni fragili, una volta fuori dall’unione europea, diventerebbero, immediatamente, una pacchia speculativa per pescecani ben forniti che avrebbero a disposizione interi ricchi territori sui quali razzolare esfoliando le ricchezze allo scoperto.
Perchè è chiaro a tutti che l’Unione Europea, spinta e pressata da attendibili economisti, politici responsabili, studiosi di varie discipline, ha capito che non c’è più tempo da perdere ed è arrivato il momento di lanciare gli eurobond in maniera intelligente, fondando una rocciosa unità centrale, politica ed economica, che diventi un punto di riferimento non più volatile, bensì costitutivo e istituzionale. Questa è la vera posta in gioco.
Neil O'Brien, direttore di uno dei più importanti think tank conservatori di Sua Maestà britannica ha dichiarato “Il premio Economico Wolfson è un progetto intellettuale dal valore eccitante, importante e definitivo. Il premio risponderà alle autentiche domande –ancora rimaste senza risposta- che sono state poste ai governi centrali europei dal 2000, senza aver mai ottenuto adeguate garanzie sul fatto che la Unione Monetaria Europea avesse predisposto un adeguato piano per l’uscita di sicurezza di nazioni economicamente fragili”.
Dal canto suo Lord Wolfson ha dichiarato: “ Questo premio consente il lancio di una autentica possibilità, reale e tangibile,  di costruire un castello politico e professionale di pressione costante sui governi centrali per spingere una o più nazioni ad abbandonare subito l’euro. Se questo processo di smantellamento dell’euro –diventato vero e proprio cancro dell’economia- non viene lanciato subito, l’Europa Unita finirà per minacciare il risparmio dei cittadini onesti, l’occupazione di tutti e soprattutto la stabilità del sistema internazionale bancario. Il fine del premio consiste nell’offrire un ventaglio di possibilità ai più alti livelli pensabili dell’intellettualità accademica e non su come e quando riportare nazioni come l’Italia e la Spagna alle loro precedenti monete: la loro libertà economica passa, oggi, attraverso la peseta e la lira. Un altro punto fondamentale di questo premio consiste nel fornire tutte le soluzioni, rimedi, e misure nella costituzione economica, politica e finanziaria dell’Europa post-euro, nell’interesse principale dei ceti più fragili, del risparmio dei piccoli investitori, della salvaguardia dei posti di lavoro. Fondamentale, inoltre, il fatto che questi strumenti scientifico intellettuali consentiranno di risolvere l’impatto finanziario sul sistema bancario mondiale”.
Domanda ai più intelligenti e spensierati liberi lettori: secondo voi, è normale che un Lord inglese, membro dell’ala più conservatrice del parlamento britannico, si svegli un mattino e decida di occuparsi del destino dei disoccupati europei, dei precari, e della salvaguardia degli interessi dei piccoli investitori?
E’ normale, inoltre, che sia sponsorizzato da un miliardario centro studi la cui matrice è dichiaratamente neo-liberista, figlia grata di Milton Friedman e che in Europa –addirittura dentro la BCE e dentro l’Unione Europea- gode perfino di appoggi, orecchie e approvazioni?
E’ normale (la più furiosa tra tutte le domande) che in un paese come l’Italia questa notizia che il sottoscritto considera di drammatica attualità, non venga neppure presa in considerazione, e tantomeno diffusa, tant’è vero che in rete non è neppure menzionata? (se non con l’unica ECCEZIONE del sito Lettera43).
Valga per tutte la reazione del Premio Nobel Paul Krugman “Capisco le necessità economiche, sono momenti duri, soprattutto per chi fa ricerca teorica sul campo. Ho spiegato ai miei alunni il pericolo di questa trappola. Non partecipate a questo premio concorso. Non diventate complici. La catastrofe la si evita soltanto costituendo una centralità politica europea operativa d’acciaio, lanciando immediatamente il piano di costituzione degli eurobond. Non esiste alternativa. Lo sanno molto bene gli oligarchi. Lo sanno talmente bene che addirittura escono allo scoperto smascherando le loro reali intenzioni: frantumare l’unità dei ceti produttivi per intrappolarli nella gabbia della finanza speculativa sovra nazionale e sequestrarli per sempre. Con l’inevitabile assassinio dell’intera economia”.
Questo dal fronte dei conservatori di destra britannici: ecco come si organizza l’1% per cominciare a contrastare la voce del 99% che comincia, grazie a menti libere e pensanti che stanno diventando loquaci, a esprimere il proprio parere.
Lo fanno con il loro stile, apparentemente impeccabile. Ma qui, l’abbiamo capito.
Questo premio concorso è una truffa, anche pericolosa.
Chi vuole partecipare, comunque, ha tempo fino al 31 dicembre 2012.
Mi auguro con tutto il cuore che, per quella data, i governi europei abbiano già annunciato la fondazione e costituzione degli eurobond.


13 commenti:

  1. Chi vuole partecipare, comunque, ha tempo fino al 31 dicembre 2012.

    Ma cosa garantisce, visto la sua situazione odierna, che l'impero anglo-americano arriverà integro a quella data?

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  2. @
    La soluzione migliore per smantellare l’euro, aiutare le nazioni come la Grecia, il Portogallo, l’Irlanda, la Slovacchia, la Slovenia, la Spagna, l’Italia, ad andare in default morbido e pilotato ritornando alle loro monete originali, senza procurare un impatto negativo sulle borse e sull’economia mondiale”.

    Ormai l'Europa unita è quella "fuori"

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  3. @Anonimo delle ore 11:34

    Qui spiegano cosa succederebbe se una nazione andasse in default anche morbido come suggerisci tu.

    Non sono un esperto di economia, ma il buon senso mi suggerisce che descrivono ciò che veramente accadrebbe.

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  4. Luigiza, articolo interessante. Ho sempre visto con sospetto la soluzione dell' uscita dall' euro, proprio per paura degli scenari che quell' articolo propone.
    Tempo fa lessi e condivisi a pieno un passaggio su un post di Sergio: Non esiste crisi, è un sistema che sta decadendo.
    Ora, magari la prima parte può risultare imprecisa e superficiale, ma la seconda nasconde mille scenari tutti riconducibii a quella frase. Il sistema decade. Non funziona più. Ma non completamente, non funziona piu così come si è evoluto. Perchè sono convinto che un'economia liberale e consumistica è ancora una delle chiavi di un' esistenza felice. Concepita ed evoluta come oggi però non funziona.
    Secondo il mio parere, la prima cosa a non funzionare più è il sistema pseudo-democratico, colpevole secondo il mio parere di essere decisamente troppo oneroso. Con la digitalizzazione del mondo la democrazia può davvero essere low-cost. Non voglio nemmeno immaginare quanti soldi risparmiati, per poter iniziare un serio investimento sullo sviluppo.
    Seconda, sono convinto che questo paese può tornare a crescere facendo la cosa che meglio gli riesce: Ricercare, creare. Lo stato deve spendere di più e meglio sulla ricerca e lo scviluppo scientifico e tecnologico. Gli svizzeri hanno le banche, noi i cervelli, da spremere e far fruttare.

    Sono ancora confidente che un modo ci sia, ma sono ancora convinto che l' inizio di tutto sia l' eliminazione fisica (non intesa come omicidio, ma come cancellazione dal pubblico uffcio) di tutta la classe dirigente, dallo stato alle regioni alle province. Tutto da rifare.

    Una volta queste cose non le facevano gli eserciti con i golpe dei generali?

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  5. @Luigiza...grazie per la segnalazione; non so chi sia ad aver scritto quel testo, ma lo trovo un ottimo strumento divulgativo da diffondere, sono pienamente d'accordo. Grazie

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  6. @Alessandro....ci vuole un "golpe culturale" (sono per caratterialità acquisita contrario ai militari)in Italia è necessaria IMMEDIATAMENTE una rivoluzione massiccia, inviduale e collettiva, NON della cosiddetta base, per dirla in termini rozzi e sintetici: della cosiddetta "massa dei cittadini", già fin troppo penalizzata e abbrutita dal berlusconismo e dalla penuria di cash e prospettive, bensì delle avanguardie intellettuali. Spetta a loro indicare la via, che poi servirà a pressare molto da vicino la classe politica che poi eserciterà il proprio necessario quanto indiscutibile primato sull'economia. Il cancro dell'Italia non è l'economia -paradossalmente ancora solida- bensì l'asservimento perdurante, costante, storicamente provato, reiterante, mai domo, di una classe intellettuale poco avvezza alla libertà di pensiero, oscillante tra le tre punte magnetiche d'attrazione che hanno rovinato la nazione: il fascismo, il controllo culturale da parte della Chiesa, il comunismo. Fintantochè non comincerà a svilupparsi come un'onda una n uova classe di intellettuali, scienziati, artisti, indipendenti MENTALMENTE dai giochetti padronali della politica centralistica, non cambierà nulla.

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  7. c'e' una sola crisi, quella culturale ed occorre rivedere le nostre relazioni e quelle con l'ambiente, l'ego sta dominando troppo la nostra vita.
    la finanza e' si un truffa ma e' utile a tenere frenata l'odierna ingordigia umana altrimenti devasteremmo l'impossibile, tanto ci siamo allontanati dal rapporto con l'ambiente.

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  8. Carissimo Sergio,
    Le sue scoperte non mi sorprendono.
    E d'altronde è da almeno 150 anni che gli inventori della massoneria fanno fatica a rinunciare a quel ruolo di "più grande potenza coloniale del mondo" che avevano acquisito attraverso secoli di guerre e complotti.
    C'è chi dice che non l'abbiano ancora perso e a ben vedere, valutando il peso geopolitico ed economico dei suddetti si fa fatica a capire come:
    1. Siano tutt'ora uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite
    2. Il loro rating viene da sempre classificato come AAA nonostante sia risaputo il loro enorme debito pubblico
    3. Stranamente hanno da sempre visto di cattivo occhio l'Euro
    Essendomi documentato un po mi sono convinto che il reale obiettivo degli Inglesi sia da sempre impedire in ogni modo e con qualunque mezzo che l'Europa (ed oserei dire l'Italia in particolare) ottenga un peso politico predominante all'interno del bacino del Mediterraneo, punto nevralgico e fonte di gran parte del loro benessere dalla data dell'apertura del canale di Suez.
    Sicuramente conoscerà il libro "Il golpe Inglese" (Mario J. Cereghino) di recente pubblicazione che descrive come gli Inglesi abbiano influenzato la politica italiana degli ultimi 50 anni a suon di mezzi di distrazione di massa, attacchi speculativi, pressione sulle massonerie locali e infiltrazione di servizi segreti in genere.
    Per quanto riguarda invece avvenimenti più vecchi come l'influenza esercitata sui processi di unificazione italiana la invito a dare un'occhiata a questa tesi di dottorato reperibile al sito: http://www.eleaml.org/e_book/martin_tesi_it.pdf

    Sarei veramente curioso di sapere come la pensa.

    Grazie comunque per il lavoro di informazione che giornalmente svolge su questo blog

    Giuseppe

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  9. per le banche niente paura, se chiudono le prendiamo in mano noi cittadini con unamoneta nostra ma il problema sta nel dominio dell'ego, la truffa del denaro ne e' solo una conseguenza. se non diventiamo consapevoli che il casino salta fuori dal nostro ego sfrenato allora tolto un problema ne faremo nascere un altro.
    e' un grave errore pensare che il problema stia negli strumenti che noi usiamo. questi strumenti invece li abbiamo inventati noi e sempre noi li abbiamo usati male. il problema e' tutto interno al comportamento umano, cioe' nostro, a cominciare da me.

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  10. Giuseppe
    in particolare gli inglesi che comandano ce l'hanno col Vaticano, con la chiesa cattolica, l'Italia ci prende in mezzo per questo.

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  11. ben vengano gli eurobond se la BCE diventa al 100% di proprieta' dei cittadini europei, altrimenti gli interessi come oggi vengono incamerati da pochi privati che diventano ricchissimi e noi continuiamo ad indebitarci verso qusti pochi privati ai quali per ripagare il debito cediamo via via una parte sempre piu consistente del nostro patrimonio, del frutto del nostro lavoro.

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  12. sembra che gli stati con banca indipendente ultimamente portino sfiga.
    http://www.stampalibera.com/?p=32802#more-32802

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  13. l’Italia, ad andare in default morbido e pilotato ritornando alle loro monete originali, senza procurare un impatto negativo sulle borse e sull’economia mondiale”.

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