venerdì 22 marzo 2013

"Non è colpa del mio karma". E neppure del vostro.



di Sergio Di Cori Modigliani



“La luna di pomeriggio nessuno la guarda, ed è quello il momento in cui avrebbe più bisogno del nostro interessamento, dato che la sua esistenza è ancora in forse […] è così fragile e pallida e sottile; solo da una parte comincia ad acquistare un contorno netto come un arco di falce, e il resto è ancora tutto imbevuto di celeste”.
                                                                                tratto da “Palomar” di Italo Calvino

Parole, ma prima di ogni altra cosa simboli e comportamenti che finiscono per intervenire nella costruzione dell’immaginario collettivo. Il bombardamento mediatico quotidiano per delegittimare, aggredire, svilire, con accanimento individuale raccapricciante, l’attività politica del M5s, prosegue la sua marcia inarrestabile verso il disfacimento della cultura civica in Italia. La scelta, ormai, è tra gli interventi intelligenti e sofisticati e quelli volgari ruspanti. E’ un unicum continuo, sintomo rivelatore che conferma il perché l’Italia sia considerata dalle altre nazioni civili il paese più arretrato e regredito in occidente nel campo della comunicazione mediatica e della pratica del giornalismo.
Bisogna accettare la realtà per ciò che essa è, comprendendo che, in questa fase, non è ancora possibile accelerare il processo rigenerativo della società italiana.
Non ne esistono ancora le condizioni.
Ma ci stiamo lentamente avvicinando. E’ solo una questione di tempo. E i cultori dello status quo lo sanno.
Le scintille che hanno determinato la genesi dei grandi sommovimenti sociali non sono mai stati provocati da gesti roboanti, da novità strabilianti, da comportamenti talmente nuovi da sconvolgere le coscienze. Nient’affatto. Si è sempre trattato di piccoli atti spontanei, realizzati senza alcuna strategia, senza pensarci sopra, senza calcolare l’effetto. Si sono manifestati come atto emotivo. Con una particolarità unica: la loro espressione è avvenuta nel momento in cui le condizioni erano mature per un grandioso movimento di rinnovamento e trasformazione, e quel piccolo gesto individuale si è trasformato, all’improvviso –ma soprattutto senza preavviso- nell’emblema simbolo di una rivoluzione collettiva.
La grande stagione di stravolgimenti sociali degli anni’60 è iniziata, ad esempio, sia in Usa che in Italia, in seguito a due gesti spontanei che non avevano dietro nessun calcolo, nessuna organizzazione, nessuno schema predisposto. Ma quel gesto “normale” è diventato, in entrambi i casi, come l’eruzione di un vulcano.
In Usa è avvenuto il 1 dicembre del 1955 nel profondo sud. Su questo, ormai, tutti gli antropologi e i sociologi hanno trovato un totale accordo.
Un piccolo gesto irrilevante che gettò il seme di una rivolta epocale. A tal punto che, in seguito a quel gesto, John Fitzgerald e Robert Kennedy decisero che erano maturi i tempi per lanciarsi in politica e tentare di spingere l’America verso una grande stagione di progresso nella lotta per i diritti civili. Avvenne a Montgomery, Alabama, intorno alle ore 18. Una donna, di professione sarta, stava tornando a casa dal lavoro che svolgeva presso l’atelier di uno stilista locale. La donna era di pelle nera e quel giorno era molto stanca  e avvilita per il trattamento lavorativo che subiva. Salì sul consueto autobus che era pieno nella sezione posteriore dove i negri erano obbligati per legge a sedere. L’unico posto libero si trovava davanti, nella sezione riservata ai bianchi. Lei lo occupò. Alla fermata successiva salirono tre passeggeri bianchi che protestarono contro il suo “abuso”. La donna si rifiutò di alzarsi. I passeggeri bianchi, allora, chiesero l’intervento del guidatore, il quale fermò l’autobus per risolvere la questione, invitando la donna ad alzarsi. Lei, ostinatamente, confermò la sua ferma intenzione di restare lì. Guardò l’autista e disse: “Io non mi alzo. Mi sono stufata. E poi sono anche stanca”. L’autista (per la cronaca si chiamava James Blake)  alla fine cedette alle pressioni dei passeggeri bianchi che lo obbligarono a chiamare la polizia. Uno dei passeggeri si offrì come volontario per scendere e andare a chiamare i poliziotti. L’autobus rimase fermo per 40 minuti in attesa della polizia. Quando arrivarono gli agenti, alzarono la donna di forza, la ammanettarono e la portarono via sotto arresto, incriminandola “per condotta impropria e immorale tesa a violare le leggi attuali municipali al fine di provocare il disturbo della quiete cittadina”.
Questa donna si chiamava Rosa Parks.
Un piccolo fatto di cronaca locale nel profondo e dimenticato sud.
Ma quel giorno fu diverso.
Dopo due ore il marito della donna andò a protestare con il pastore della loro chiesa presbiteriana, la cui moglie era una cliente della sarta. Il pastore acconsentì ad andare dalla polizia. Ci andò a piedi, raccontando ciò che stava andando a fare alle persone che incontrava per strada nel quartiere. E così la voce cominciò a circolare. Il pastore si chiamava Martin Luther King. Quando arrivò alla centrale, cominciò a prendere le difese di Rosa Parks chiedendo ai poliziotti misericordia per la donna, ma quelli si rifiutarono di far cadere il capo d’imputazione, che avrebbe comportato subito anche il suo licenziamento. Intanto, la gente del quartiere si radunava fuori la stazione di polizia. Quando il pastore uscì, comunicò ciò che era accaduto. “Non ho potuto fare niente, non è stato possibile” invitando la gente a tornare a casa. Ma quel giorno non lo fecero. Chiamarono a raccolta altre persone, compresi anche alcuni bianchi che si unirono a loro. Sei ore dopo esplodeva la rabbia collettiva e iniziava la prima rivolta sociale di un ghetto nero nella Storia degli Usa. 24 ore dopo l’intero stato dell’Alabama era in fiamme provocando l’intervento della guardia nazionale per cercare di sedare la rivolta. Il governatore chiese al reverendo Luther King di calmare la folla. Ma lui, pur essendo persona mite e ragionevole, si rifiutò. La rivolta durò tre giorni, con saccheggi, incendi, morti e feriti, finchè non venne sedata.
Ma quattro giorni dopo, sulla prima pagina del New York Times, compariva un articolo che si titolava “Ciò che la signora Rosa Parks ci ha spiegato: siamo un paese razzista e anti-democratico”. Venti giorni dopo veniva fondata la prima organizzazione nazionale di diritti civili dei cittadini afro-americani.
E l’America voltò pagina.
Sui libri di testo di storia nazionale nelle scuole medie, in Usa, il capitolo dedicato a questo episodio si intitola: “Rosa Parks, la donna che si rifiutò di alzarsi”. Così è nota in America.
In Italia, in tutt’altra dimensione sociale è avvenuto un modesto e piccolo episodio analogo. Anche in quel caso fu una donna che disse no.
Avvenne dieci dopo, nel 1965, in un piccolo centro dell’entroterra siciliano.
Una giovane ragazza di circa 17 anni era diventata oggetto delle bramosie di un giovane appartenente a una famiglia molto in vista. Non potendola avere perché la ragazza lo rifiutava, la rapì con la violenza. La sequestrò e dopo quattro giorni la riportò a casa. Nella consuetudine dell’epoca, in Sicilia, la ragazza, a quel punto, era obbligata a sposare il suo sequestratore. Il solo fatto di essere stata sequestrata la metteva nelle condizioni sociali di non potersi sottrarre al matrimonio, perché così si usava. Era il motivo per cui le famiglie non consentivano alle giovani donne di uscire da sole, dovevano sempre essere scortate. Il padre della ragazza era un modesto agricoltore. Non appena la giovane rientrò a casa, parlò con il padre, come di rigore. Ma a quel punto avvenne un fatto inconsueto, e per la Sicilia del 1965 inconcepibile. Il padre disse di no. Se la figlia non voleva sposare chi l’aveva rapita, non l’avrebbe sposato. La famiglia dei sequestratori rimase allibita. L’intero paese si schierò dalla parte della famiglia potente, ma ci fu invece chi contestò questa scelta e la notizia dell’evento, poco a poco, cominciò a diffondersi e dilagare finchè non divenne un caso nazionale. La ragazza, che si chiamava Franca Viola, fu costretta ad abbandonare la Sicilia e a rifugiarsi, clandestinamente, con nome fittizio, a Torino, dove, di lì a breve sposò il ragazzo che amava. Il caso venne sollevato prima dall’intellettuale Maria Antonietta Macciocchi, poi con un vibrante editoriale da Natalia Ginzburg , in un’Italia che si scopre, all’improvviso, cambiata. Il nuovo presidente era di matrice socialista, Giuseppe Saragat, si stava celebrando il Concilio Vaticano II e dentro la DC, una donna appena eletta membro esecutivo della direzione nazionale, Tina Anselmi, prese in mano “il caso Franca Viola” e insieme a un’altra democristiana, Franca Falcucci,  obbligarono il capo gruppo Benigno Zaccagnini a portarlo in aula, dove, poche settimane dopo, in una seduta memorabile, dinanzi ai membri della camera dei deputati, tre onorevoli, Nilde Jotti (comunista) Susanna Agnelli (repubblicana) e Maria Jervolino (Democrazia Cristiana) aprirono il caso, chiedendo il riconoscimento del reato di stupro e l’abolizione dello stupro come “reato contro la morale” (quindi passibile di pene minime, per lo più irrilevanti, perché a discrezione del giudice). Intendiamoci, da quel momento, prima di riuscire ad avere una legge che identificasse lo stupro come un reato contro la persona, passarono più di 20 anni di scontri e conflitti. Comunque sia, Franca Viola passò alla storia come “la giovane siciliana che disse no”.
La donna che non si alzò e la donna che non si sposò.
Due gesti diversissimi, che hanno in comune, però, di essere diventati termometri di una società in via di cambiamento e allo stesso tempo scintilla creativa esplosiva.
Pensavo proprio a queste donne, ieri, mentre leggevo un libro in aereo, ritornando a Roma. Nel sedile a fianco del mio, a breve distanza, era seduta una coppia, che discuteva animatamente. Mi sono incuriosito e mi sono messo ad ascoltarli. Lui era molto agitato, avvilito, in gravi difficoltà, e stava confessando a lei (sua moglie o la sua compagna) l’avvilimento e lo sconforto della sua esistenza per via di qualche cosa che era andata molto male nel suo lavoro di imprenditore (parlava infatti di “mia azienda”). Lei cercava di consolarlo. A un certo punto, con voce accorata, lui le ha detto: “E’ sfortuna, non c’è che dire, non mi riprenderò mai. Non cambierà mai nulla. E’ il mio karma. E’ tutta colpa del mio karma”. Lei ha cominciato ad arrabbiarsi e a dirgli che era una interpretazione sbagliata ed era anche molto pericoloso dire quelle cose. Lui, invece, guaiva, ripetendo come un mantra “è tutta colpa del mio karma”. Lei ce la metteva tutta per calmarlo, nel tentativo di potergli offrire conforto. Ma lui era proprio disperato. A un certo punto, lei gli ha tirato il braccio e gli ha detto. “Non è così. E’ un errore vederla così. Non è così’, non c’entra nulla il karma, ma proprio nulla. E’ l’Italia. Cerca di capirlo: il tuo unico, grave problema, consiste nell’essere cittadino di questa repubblica: è così che stanno le cose. Il tuo karma è il karma di tutti. Si chiama Italia”.
Questa conversazione rubata mi ha colpito.
Ho pensato al gesto della eletta nel M5s, la deputata Rostellato, qualche giorno fa, accusata su tutti i media, compresi i social networks. E ho pensato che un giorno –mi auguro molto vicino- la Rostellato sarà diventata come Rosa Parks e come Franca Viola: “l’inconsapevole autrice di un gesto emotivo spontaneo che diventa, invece, il simbolo di un cambiamento epocale”.  Sono andato a controllare in rete e il corriere della sera, per dimostrare che la deputata ha “fatto una gaffe”, così presenta l’argomentazione della Rostellato, sostenendo che si tratta di una confessione:

LA DEPUTATA DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE

Rostellato (M5S), la gaffe su Facebook 
«Io la mano alla Bindi non la stringo»

Poi le scuse sempre sul social network: «Non volevo essere maleducata ma non riesco ad essere falsa»

A me, personalmente, questa frase non sembra affatto un modo di chiedere scusa. Anzi. Rafforza e chiarisce in maniera argomentata, fin troppo ovvia, l’esplosiva novità del gesto e la sua poderosa forza propulsiva. Trovo, invece, agghiacciante, la falsità ipocrita di chi scopre, all’improvviso, un inconsueto aplomb britannico di rispetto della forma. Chi rappresenta la cittadinanza, non può e non deve dimenticare ciò che è stato fatto, ciò che stanno facendo e ciò che vorrebbero fare coloro che sono i veri e gli unici responsabili della rovina dell’Italia. Se il paese è bloccato e non si riesce a fare mercato, creare lavoro e dare occupazione, è responsabilità politica di chi è stato in Parlamento in questi anni.  
Per il momento, bisogna prendere atto che neppure in un mese il M5s ha già prodotto uno scossone gigantesco alla narcolettica vita politica italiana. Ed è appena nato. E’ un movimento giovane, fragile, che ha bisogno di essere protetto, come la luna di Calvino nella citazione in calce. E' necessario proteggere questo embrione che annuncia il nuovo, il futuro, il cambiamento epocale, che è la cifra civica della vita nel post-Maya. 
Il M5s è un poppante, ed è chiaro che compia degli errori dovendosela vedere in un mondo adulto di marpioni impresentabili. Proprio perché giovane, non ha bisogno di severi padri autoritari che ogni santo giorno,  sul mainstream e sui social net, pontificano spiegando al mondo perché sbagliano, dove sbagliano, come sbagliano, quanto sbagliano, quando sbagliano. I poppanti, è cosa nota, non hanno alcun bisogno dei padri, quelli vengono dopo. Non appena nati si ha bisogno soltanto della mamma, del suo latte, delle sue carezze, del suo odore, della sua presenza. Chi vede il M5s come punto di riferimento evolutivo verso il cambiamento, deve investire le proprie energie per accudire il movimento, per proteggerlo dal bombardamento quotidiano. Bisogna essere femminili, delicati, perché è un poppante.
E la storia della Cultura d’Europa ci spiega e ci tramanda un bel precedente, raccontato in maniera squisitamente avvincente da un grande poeta greco, Esiodo, che 3000 anni fa descriveva un poppante, nel suo poema sugli eroi. Ci racconta Esiodo di questo poppante che se ne sta nella sua culla, mentre la mamma e l’ancella sono andati a prendere dell’acqua, e a un certo punto sentono delle urla e si precipitano nella stanza e vedono che cosa è accaduto. Due giganteschi serpenti sono entrati dalla finestra, inviati da un malefico Dio invidioso, per uccidere il poppante con il loro potente veleno. Ma il poppante li ha afferrati per il collo e li ha strozzati con un colpo secco delle sue manine a pochi giorni dalla sua nascita. Si chiamava Ercole.
Nasce così il mito della prorompente e proverbiale forza degli eroi.
Il M5s è un poppante che si chiama Ercole.

Crescerà, lo sta già facendo.
E allora ne vedremo delle belle.
In parlamento lo sanno già, che si tratta di Ercole. In parlamento c’è più di un marpione, più saggio e lungimirante degli altri, che comincia a sentire il formicolio di uno strano e inusitato torcicollo. E sono quelli che hanno letto il racconto di Esiodo.
E dunque, invece della consueta e quotidiana distruttiva conta delle pulci, se è necessaria la critica, che siano contributi di poesia esistenziale, se possibile di taglio femminile, da abile nutrice. Qui di seguito, il contributo critico di una cittadina –non a caso di genere femminile- pubblicato sulla sua pagina facebook questa mattina. Mi è piaciuto molto. C’è bisogno di prodotti come questo, non dell’elenco macabro che ogni santo giorno la cupola mediatica e i suoi seguaci ci propinano in tutte le salse, per dimostrarci perché M5s non va bene, perché non parlano bene, perché non ascoltano bene, perché non scrivono bene, perché non si comportano bene, mentre intanto quelli che parlano bene, che ascoltano bene, che scrivono bene,  e che si comportano bene seguitano ad affondare il paese precipitandolo verso la rovina.
In tutta fretta, sperando di fare in tempo prima che il poppante Ercole diventi adulto.




Di sordi e di ciechi

da Ileana Itinera Izzillo (Note) il Venerdì 22 marzo 2013 alle ore 12.02
E' come se tra il palcoscenico e la platea (senza parlare dei palchi e del loggione) ci fosse un vetro. Antiproiettile e doppio. Come quei vetri/specchio che separano le sale interrogatorio, con tanto di microfoni unidirezionali, dei telefilm americani.
Noi in platea, sui palchi e dal loggione vediamo e sentiamo distintamente  gli attori di vecchia scuola, d'accademia e novellini dire e fare. Anzi più dire che fare.

Loro. lassù, agitano le braccia, strabuzzano gli occhi, fanno versacci. E non ci vedono. In più non arriva loro neanche un fruscìo delle nostre urla.

E mentre qui cadono come soldatini i posti di lavoro (che non sono figure retoriche ma pane alle bocche di famiglie, adulti e bambini), chiudono imprese piccole e medie - la nostra specialità - strozzate da debitori e banche, loro, lì, sembrano come quel Pulcinella e la Morte del compianto Piantadosi, burattinaio del Gianicolo, che se le suonano a mazzate di legno. Ma per finta ché nessuno si fa male, ché le teste sono di legno, ché tra dieci minuti, dopo l'ennesima spremitura e raccolta di spiccioli, si ricomincia.

Smettetela di dire che siete diversi. Siate diversi . Ascoltate e guardate.

Ascoltate e guardate gli sguardi prostrati, la miseria di certi cappotti esausti, la frugalità delle spese settimanali che più non si distinguono dalle antiche spese giornaliere.

Di sordi e di ciechi, vecchi e nuovi ne abbiamo davvero le tasche piene.

Piene solo di quelli

10 commenti:

  1. leggo sempre con piacere i tuoi post per due ottimi motivi: sono sempre chiarificatori, e mi ridanno un po di ottimismo che, nonostante il mio attivismo convinto al M5S, ogni tanto vacilla. Grazie,Laura

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  2. "E’ un movimento giovane, fragile, che ha bisogno di essere protetto, ..."
    E' ciò che sin dal suo esordio mi aspettavo che facessero i più saggi uomini delle istituzioni , elogiando ed incoraggiando questi giovani, esortati da un illuminato quale è Grillo, invece di snobbarli come fenomeno estemporaneo e contingente. Ora con facce funeree, pensando alla probabile perdita dei propri privilegi fin ad ora goduti, sperano che gli stessi che furono dileggiati levino le castagne dal fuoco. La supponenza, la superbia , l'orgoglio ferito e l'io smisurato di diversi personaggi protagonisti ainoi di questa classe politica non ci porterà niente di buono .Lo temo auspicando di sbagliarmi.

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  3. Sergio,condivido la tua osservazione sulle portavoce Rostellato,alla quale effettivamente dovremmo tutti guardare con rispetto ,ammirazione,se fossimo piu' seri e non educati alla piu' benpensante IPOCRISIA.
    Direi,che con la motivazione della ""doverosa"" buona educazione,abbiamo innalzato l'IPOCRISIA a cosa buona e giusta.....veramente un abominio!

    e se dobbiamo dircela tutta,l'ipocrisia condita di belle ma false parole sono state il fondamento ""tecnico""della estorsione del consenso in politica,nella chiesa ,in un fin troppo grande entroterra cultural-fazioso.
    Ovviamente vanno fatte salve le personalità che in tutti i campi, molto spesso in silenzio,se non addirittura nell'ostracismo o nell'abbandono,continuano ad agire guidati dalla nobiltà del loro animo e dalla efficacia delle loro azioni.

    .........come giustissimamente osserva Sergio Molinari,c'è bisogno di maggiori dimostrazioni popolari,così come tu hai ricordato è avvenuto negli USA con Rosa Park, e da noi con Franca Viola.....
    Meno male che c'è stata Micromega quest'oggi a reclamare uno stato di legalità,altrimenti per l'ennesima,sfrontatissima volta avremmo assistito che all'incontrario a dimostrare in piazza vanno quelli che hanno la totalità della responsabilità politica,etica e morale,della espoliazione del nostro Paese.

    .....ma chi inneggia al salvatore autoproclamatosi tale ,chi partecipa a queste farse di massa
    ???.....li pagano come controfigure di un orrendo film,o effettivamente non vedono la realtà ipnotizzati dallo show perenne,incantati dagli slogan pubblicitari???

    Confidiamo negli italiani di buon senso,che esorto ad informarsi ,certamente NON dando ascolto alle solite sirene....prezzolate.

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  4. "Di sordi e di ciechi, vecchi e nuovi ne abbiamo davvero le tasche piene.

    Piene solo di quelli"

    Le tasche piene de' sordi. Ce so rimasti solo li sordi e ce vonno leva' puro er il 20%. Nun me toccate li sordi, ahò...

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  5. La politica italiana, e non solo, è come il teatro delle ombre cinesi. Ciò che vediamo infatti non ha nulla a che fare con la realtà. Ci illudiamo solo di vedere conigli ed altri simpatici animaletti, mentre abili operatori muovono solamente le loro dita.

    E' tutto un grande inganno e, come all'Opera dei pupi, parteggiamo per Orlando o per i saraceni secondo la nostra indole, giammai secondo conoscenza e coscienza.

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    1. Mio padre mi diceva che tremendamente potente è l'esempio...
      nel bene e ...purtroppo nel male
      dunque Nino,dove si formano coscienza e conoscenza oggi più di ieri,se non anche e forse soprattutto nella rappresentazione...dell'Opera dei pupi?
      ....se tanto mi da tanto.... forse dobbiamo necessariamente cambiare teatro,per restituirci una possibilità di agire secondo coscienza e conoscenza e svegliarci dalla sonnolenza indolente indotta dalle scorpacciate di fast-food mediatico televisivo e non.
      ed anche NON accettare tanto peggio tanto meglio,come filosofia di vita,qualcosa si deve e si può fare.
      E' una necessità di sempre,oggi più urgente e necessaria che mai.
      La pace sociale è un bene talmente grande che ce ne sfugge la portata,forse per questo la partitocrazia imperante la sta mettendo a repentaglio,accecata dal suo stesso potere,fregandosene del popolo fingendo di esserne il paladino per carpirgli il voto,il consenso.
      ......proviamo a credere di più nell'uomo,anche in quello italiano....che sembra tiri fuori il meglio di sè nelle situazioni estreme.?!

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  6. In occasione della corsa allo spazio, 1969, missione apollo 11, ci si chiedeva: "a cosa serve tutto questo?"; "A cosa serve un bambino appena nato" rispondeva Von Braun, padre dell'astronautica ( cit. Da La luna e' nostra, di Enzo Biagi). A giudicare da quello che ci ha portato anche solo 20 anni dopo, per non parlare di oggi, anche "apollo" e'stato come "ercole". Lasciateli sbagliare, sbagliando si impara, e saranno errori, non "sistema".

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  7. Il guaio è Grillo, che si mette a sventolare come un mefistofelico vigile urbano patti pre-elettorali incostituzionali e che sembrano fatti apposta per scavalcare le coscienze dei parlamentari eletti da noi ma trattati da Grilleggio come suoi lacchè; altro che movimento, se non ci sarà un nutrito manipolo di Rosa Parks che si rifiutano di ottemperare all'espulsione per essere sostituiti da soldatini di piombo più ligi alla dittatura della maggioranza delle mani alzate nelle assemblee dei gruppi insediati a camera e senato da M5S, il partito azienda del berluska al confronto brillerà come fulgido esempio di pluralismo e democrazia, nipoti di Mubarak o no.

    Comunque sia, caro Modigliani, buona Pasqua, e che propizi il passaggio a una trasformazione di vera rinascita e non di triste e trita regressione al solito grigiume fascistoide che fa così tanto "karma italiano".
    Con sincera stima, marilù l.

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  8. A proposito di Karma... Il M5s ha milioni di ragioni per esistere, per lottare, e per invocare un cambiamento. Grillo ha ragione ad essere tanto arrabbiato a causa di tanti tradimenti, bugie, truffe, corruzione, manipolazioni, promesse mai mantenute, inganni, ecc. ecc, avvenuti nel passato. Ma secondo me non basta fermarsi alla rabbia se si vuole cambiare e migliorare le cose. E' importante saper perdonare chi ha sbagliato, andare oltre per voltare pagina, per vivere bene, per poter procedere libera-mente... Ma una tale consapevolezza spirituale non riesco a vederla in giro e per questo ho poca speranza che "gli uccelli spicchino il volo" tra breve, per dirla con Jodorowsky.
    Per quanto tempo ancora Grillo intende continuare a urlare nelle piazze, a usare parolacce, a offendere, a provocare, a prevaricare, a montare l'odio, a infierire, a rifiutare, a umiliare chi la pensa diversamente? Sinceramente non ne posso più di questo turpiloquio universale senza fine! Lo trovo immaturo e inoltre passa un messaggio (subliminale?) di aggressività e prepotenza, alla lunga stancante e intollerabile.
    Insomma, qui si tratta di rispettare comunque e in ogni caso anche chi non la pensa come il M5s. Se proprio vogliamo essere democratici si tratta di rispettare anche l'elettorato degli altri. Cosa si vuole fare? Muro contro muro perché tanto ha ragione solo il M5s e andare alle elezioni a giugno? così magari il M5s prenderà il 34%? e poi, siccome non basta per governare, si cerca di andare a nuove elezioni a novembre, per prendere il 28%? E siccome non basta, nuove elezioni un anno dopo per prendere 42% o il 20% se va male? Per quante volte ancora? È questo il nostro Karma: una campagna elettorale eterna? I parlamenti sveltina? I governi precoci? Le coalizioni sterili?
    Ma davvero il M5s non riesce a mettere da parte l'orgoglio e l'arroganza di chi crede di essere l'unico ad avere ragione e unire invece le forze subito per la realizzazione di tutti quei punti programmatici compatibili attraverso una coalizione M5s e PD per un governo stabile e forte grazie ad una maggioranza di 2/3 che sarebbe in grado di realizzare mille progetti? Il M5s potrebbe benissimo continuare a vigilare con spirito ribelle sulla realizzazione e sull'avanzamento corretto delle proposte politiche. Walter

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    1. Amichevolmente Walter,la foga di stigmatizzare comportamenti,accreditarne una colorazione comportamentale,è analisi desueta e ingiusta.

      Il fulcro mi sembra ti sfugga.Semplicemente il Movimento 5 Stelle rivendica una onestà,una coerenza ed una idealità ASSOLUTAMENTE SCONOSCIUTI a tutti gli altri.

      ....quanta fretta!!! Il palesemente spaventato Pd,disperatamente vuole ricostruire ,cercare di sostenere,il crollo di una credibilità allo sfacelo...con la scusa delle urgenze del paese...
      e con le cortine fumogene e le foglie di fico più o meno ampie.
      Simmetricamente e con la ormai consueta e noiosa sicumera esegue la sua parte il pdl e soci,che ,per quello che spacciano per bene del paese e che tradotto in chiaro significa l'ossesione del potere,delle poltrone, ad ogni costo,farebbero l'alleanza anche con i lanzichenecchi...così come hanno fatto con la lega.

      Le cose veramente urgenti ed importanti per il paese si possono varare ,costituzionalmente,lavorando,non con i proclami nei tolkshow istituzionali e non .

      ....e tu avresti proposto,perchè ti scrivo fuori tempo massimo,di dare la fiducia a coloro che hanno,a metà con gli altri,depredato,depauperato,fatto passare le più ignominiose leggi?Fiducia??? Il pd ha fatto votare con una legge elettorale sapendola orripilante,ma questo sì con sicumera e presuntosamente,con la convinzione di fare cappotto....
      La fiducia bisogna conquistarsela con i fatti,i comportamenti concreti,le realizzazioni da esibire,non per egoismo politico camuffato.
      La fiducia si conquista con l'ESEMPIO.
      Il loro un esempio nefando senza remissione,lo sanno tutti,tranne chi non vuole saperne per "partito" preso.
      Altro che per il bene comune!!!
      ...a dirla tutta,me lo vedo ridotto all'impotenza, quello che tu chiami spirito ribelle del Movimento,in un parlamento in cui il Pd saprebbe di avere il suo socio ""occulto?"" pdl ,che ha concordato i provvedimenti,ed il paravento di un socio politico da ""esibire""per...sacrificarlo poi senza pietà al ludibrio della folla.

      ....giovani sì, matricole ancora un poco spaesate,passi...
      ma così sprovveduti e senza spalle larghe,e cervelli ben funzionanti e lucidi,gregari tostissimi, proprio no.
      Buone cose.







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