lunedì 24 dicembre 2018

L'inventore del Natale






di Sergio Di Cori Modigliani


Ma il Natale, così come noi lo viviamo, come grandiosa festa collettiva che ruota tutta intorno all'essere generosi, è da sempre stato così?
Fin dalla notte dei tempi della civiltà cristiana, oppure c'è qualcuno che l'ha inventato?

C'è qualcuno che se l'è inventato. Eccome se c'è.

Non a caso si tratta di un geniale scrittore.

E' stato il britannico Charles Dickens, per la precisione il 19 Dicembre del 1843, ad aver inventato la festa di Natale.

Fino a quel momento, si trattava soltanto di una festa religiosa, sobria, che non comportava neppure il pranzo. Era richiesta soltanto (ai credenti) la presenza in chiesa alle ore 12 del 25 dicembre e basta. La festa lì si esauriva.
Ma in quella specifica data, nel lontano dicembre del 1843, a Londra, sul quotidiano Time, usciva il racconto "A Christmas carol", seguito nei tre giorni successivi da editoriali forti, (sempre firmati da Dickens) pieni di ardore sociale, in cui si invitava -sottolineando l'espressione "obbligo sociale per ogni gentiluomo che dir si voglia"- a trasformare una "festa puramente formale" in un evento di manifesto progresso sociale, la cui caratteristica principale consisteva nell'aiutare i poveri, i più sfortunati, gli esclusi dalla gerarchia sociale.
L'editoriale del 21 dicembre 1843 nel quale Dickens sfidò i suoi connazionali e l'intera aristocrazia si concludeva con la seguente frase:
"E Dio benedica tutti noi, tutti gli uomini di buona volontà. Ciascuno di noi. Ma non soltanto i miei figli e i vostri figli, la prole di chi sta leggendo questo testo in questo momento, nati tutti in culle dorate, amorevolmente assistiti da ricche mamme, nonne, tate, tanto bel calduccio, e un bel cosciotto d'agnello caldo a disposizione. Dio benedica tutti. E quando dico tutti, intendo dire: TUTTI! Apriamo il nostro cuore a tutti i disagiati. E rivolgendomi ai genitluomini come il sottoscritto, aggiungo: apriamo soprattutto i nostri portafogli gonfi di carte che valgono. Dò il primo esempio".
E versò una cifra (corrispondente oggi a circa 1 milione di euro) a disposizione di tutti gli orfanotrofi dell'Impero Britannico per acquistare cibo e vestiti decenti per gli orfani a Natale.

Quella stessa sera, il 22 dicembre, la giovane Regina Vittoria, confidò il suo malumore al gran ciambellano: "Non ho nesuna intenzione di farmi prendere per una scriteriata sanguisuga da un pennivendolo esaltato, diamo l'esempio".
Il mattino dopo emise un decreto che imponeva l'obbligo a tutta l'aristocrazia, immediatamente, di fare beneficenza a Natale, dichiarando pubblicamente quanto, quando e a favore di chi.

E' sempre stato considerato il più grande successo della carriera di Charles Dickens.
Mi piaceva condividere con voi tutti questo aneddoto storico.
Tempi lontani, quando scrittori e intellettuali avevano ancora qualcosa da dire.

Più che altro, sapevano ciò che dovevano fare.

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