di Sergio Di Cori Modigliani
Non è in corso nessuna tangentopoli. E per il momento non ci sarà.
Non è possibile, purtroppo, che si verifichi.
Non esistono le condizioni reali, perché manca un aspetto
fondamentale, il più importante di tutti, tale da consentire il dispiego del
bandolo della aggrovigliata matassa di interessi collusi, e consociativi, che
hanno sequestrato le imprese, imbrigliato le risorse e ingessato il paese.
Le condizioni del 2012 apparentemente sono simili a quelle del
1992.
La differenza sta nel fatto che, allora, si viveva in un sistema
corrotto, gestito da partiti corrotti come oggi, ma si era verificata una
profonda spaccatura tra il paese reale, cioè la società civile, (ovverossia la
gente “normale” che lavorava, produceva, pagava le tasse, e produceva ricchezza
sia privata che collettiva) e la società politica che gestiva le clientele
corrotte. Quella spaccatura stava creando un vuoto e una distanza talmente
grande che avrebbe finito per far saltare in aria l’intero sistema facendolo
implodere; mentre oggi quella distanza non c’è. Non esiste. E’ una illusione
inventata dai social networks.
Noi (illusoriamente) pensiamo che esista una distanza tra società
civile e società politica: purtroppo è falso. Non è ancora così. Noi siamo
abituati a pensare che sia reale il mondo di facebook e di twitter, un mondo
sociale composto per la stragrande maggioranza di utenti che vantano una serie
di contatti e relazioni con consimili e quasi mai con dissimili. Ciascuno
finisce per operare dentro un ghetto, un micro cosmo rassicurante che è
accogliente in quanto assorbe il proprio malumore e disagio socializzandolo e
condividendolo, tutti i componenti di quel gruppo (che siano 20 o 20.000 è
irrilevante) pensano che ciò che sta accadendo sulla propria bacheca o sul
rullo che scorre nella propria home sia ciò che accade per davvero nell’intero
paese. Ma non è così.
E’ un trucco mediatico.
Se andate a vedere tra i vostri contatti di persone per bene e
democratiche vi apparirà un mondo di gente che non ce la fa più, che non ne può
più, che è disgustata, pronta a far cadere il sistema. Ma se andate a vedere
ciò che dicono altre persone con migliaia di altri contatti e con altre pagine
che hanno decine di migliaia di affiliati, leggete una realtà diversa. Tutti
d’accordo che è uno schifo (è un dato inconfutabile e quindi collettivo:
l’unico) ma per motivi diversi, il più delle volte opposti. Quindi, si
annullano a vicenda facendo prevalere lo status quo. E’ una questione di
elementare matematica: se sommate +a e –a il risultato è zero. E così, ciascuno è convinto (dato che parla e
virtualmente socializza soltanto con
membri della propria setta, del proprio gruppo, della propria bandiera, della
propria idea con tanti mi piace) che quella “specifica” realtà sia il mondo della
società civile.
L’Italia rimane bloccata, ingessata, e immobile, perpetrando la
propria nefasta tradizione di guelfi e ghibellini perché ha rinunciato a
qualcosa che invece, nel 1992, esisteva ancora: spiritualità individuale, etica
collettiva, cultura diffusa. Elementi, questi, che oggi esistono soltanto nel
mondo virtuale e non più nella pratica reale.
Perché, per il momento, ha vinto Berlusconi, cioè il berlusconismo
(a insaputa di gran parte degli italiani) e quindi, nella società civile, si
manifestano atteggiamenti e comportamenti mutuati dal linguaggio e dalla
pratica pubblicitaria, desideri e bisogni fittizi indotti dal bombardamento
televisivo, e il Senso dell’esistenza è stato annullato, sostituito dai nuovi
concetti cardine dell’attuale società civile italiana: la visibilità, il
presenzialismo narcisista, la bulimìa dei contatti web. Tutti elementi, questi,
che appartengono alla qualifica di “audience” laddove la quantità ha sostituito
la qualità, l’apparenza ha sostituito la sostanza, e l’omologazione
distributiva è diventata moda. E’ il modello esistenziale mediaset, poi copiato
dalla Rai, e infine, da qualche mese anche da La7, arresasi subito dopo qualche
mesetto di tentativi alternativi immediatamente rientrati. Questo fatto ha
comportato “la morte dell’autore e dell’attore” anticamera dell’annullamento
del pensiero intellettuale. L’autore, in Italia, non esiste più. Il suo
prodotto è invalido, a meno che l’autore non venga promosso all’unico rango
riconosciuto, quello di “personaggio”, che –per definizione- è la consacrazione
della propria morte; gli autori, infatti, inventano personaggi emblematici non
li vivono. Se accettano tale destino, trasformano la propria essenza autoriale
in una presenza di fantasma. Tutto ciò comporta la perdita di Senso. Idem per
gli “attori” ai quali non viene più né chiesto né richiesto di essere maschere
che veicolano, producono e provocano emozioni intense, bensì icone
rappresentative di modelli comportamentali dove il gossip, la moda, le parole
d’ordine mercatiste sostituiscono l’espressione. In entrambi i casi il morto è
sempre lo stesso: l’autenticità narrativa.
E’ stata abolita la “narrativa esistenziale” individuale che da
sempre ha rappresentato l’humus psicologico formativo della coscienza nella
società civile, soppiantata dalla qualità dell’essere personaggi.
E’ ciò che ben descriveva il geniale filosofo Jean Baudrillard
quando parlava di “società dei simulacri” dove l’energia viene investita e
spesa per costruire dei totem, delle nuove sacralità di riferimento, da adorare
per sentirsi rassicurati, che poi sia l’ampolla con l’acqua del Po o una teoria
economica salva-vita, non fa alcuna differenza per il sistema. Ciò che importa
è che corrisponda ad un arretramento culturale della società civile che
impedisce l’emergere di una funzione critica, che abbatte e appiattisce l’indipendenza
e l’autonomia individuale, per impedire che si formi una auto-coscienza
spirituale, intellettuale e sociale.
Nel 1992 l’auto-coscienza c’era.
E’ l’elemento che oggi manca.
Per questo non avremo tangentopoli.
Perché allora, all’interno della società civile, ci fu una allegra
esplosione di confessioni, di pentimenti, di riconoscimenti pubblici (autentici
e spontanei) delle proprie responsabilità e quindi la società civile e la
società politica ebbero la possibilità di vivere uno psicodramma collettivo, il
cui lascito è stato però disatteso.
Allora esisteva ancora ”la narrativa esistenziale” ovverossia il
valore dell’Essere Umano come individuo e non soltanto come personaggio.
Tangentopoli esplose quando “politicamente” c’erano le condizioni
storiche giuste; ma anche oggi, se è per questo, ci sono.
Non ci sono, però, le condizioni sociali giuste.
Altrimenti, la casa di Formigoni sarebbe circondata a Milano da un
incredibile stuolo di cattolici per bene, lì a urlare e protestare – proprio in
quanto cattolici- e la Regione Lombardia sarebbe assediata da piccoli
imprenditori lombardi strozzati dalla’ndrangheta che protestano per manifestare
il proprio distinguo.
Ma questo non accade.
Nel 1992 accadde.
Il sindaco Pillitteri, cognato di Craxi, fu costretto a darsi a
gambe levate inseguito non da sciamannati disoccupati, neppure da giovani punk
dei centri sociali, o da esponenti politici di partiti antagonisti, affatto:
era inseguito da imprenditori socialisti inferociti (onesti e in buona fede)
che ne chiedevano la testa.
Il cassiere del Psi si suicidò lasciando un biglietto autografo
nel quale descriveva “la vergogna nell’accorgermi di ciò che ho fatto e che mi
impedisce di seguitare a vivere”.
Oggi, Lusi, sorretto dall’amorevole comprensione di tutto il PD,
se ne sta in un ameno convento di dolci frati in una splendida località
abruzzese dove gode dell’arresto domiciliare, a mangiare marmellate ecologiche
e ottimo pane fresco in attesa di andarsi a godere – quando tra qualche mese
scomparirà nel nulla- quei 12 milioni di euro svaniti, di cui sostiene non
ricordarsi proprio dove siano andati a finire.
Oggi, non esiste pentimento. I personaggi non si pentono, gli
autori sì.
Oggi non esiste più individualità – e quindi la scelta del libero
arbitrio- perché si è affermata la omologazione della visibilità del
personaggio: ciò che conta non è più la propria coscienza, bensì il copione del
proprio ruolo.
Un episodio famosissimo che è molto probabile non sia
conosciuto dai più giovani, e quindi qui lo ricordo per chi allora non era nato
o aveva dieci anni. Lo trovo, oggi, molto interessante per comprendere la
differenza tra l’atmosfera di allora e quella di oggi. Perché è sempre dalla
narrativa esistenziale che si ricava il Senso delle vicende storiche.
E’ avvenuto in una insolita giornata di primavera anticipata a
metà febbraio del 1992.
Un consigliere (o un assessore) socialista del comune di Milano, una personalità di
seconda/terza fascia nel Gotha socialista di quei tempi, stava a casa con la
moglie. I figli stavano a scuola. Parlavano e chiacchieravano (una coppia
affiatata) della loro vita, del loro futuro. A un certo punto, la moglie viene
presa dallo sconforto misto a disgusto, e comincia ad agitarsi in preda a una
crisi isterica. Comincia a urlare sostenendo che non ce la faceva più. Il
marito si rende conto che non riesce a calmarla, ma neanche ci prova tanto. La
moglie corre in camera da letto, prende la valigetta 24 ore del marito la apre
e tira fuori banconote da 50 mila di una tangente. Apre la finestra e urlando “basta con questi stramaledetti soldi”
comincia a buttarli via a manate. Quel giorno c’era un mercatino rionale,
ragion per cui c’erano due vigili municipali che stavano lì a controllare il
traffico. Va da sé che si crea assembramento e per arraffare le banconote
svolazzanti. Chiamano la polizia che bussa alla porta e conduce i due coniugi
in questura per chiarimenti. Vengono passati per l’interrogatorio al magistrato
di turno, verso le 3 del pomeriggio, un certo Antonio Di Pietro. Qualche ora
più tardi, verso le 19, il procuratore della Repubblica di Milano, Francesco
Saverio Borrello, se ne stava andando a casa a piedi. Si ricorda di aver
dimenticato una cartellina in ufficio, che gli serviva perché intendeva lavorare
a casa quella sera. Ritorna in procura e mentre sale le scale sente delle
omeriche risate provenire dalla stanza del suo sostituto aggiunto. Borrello è
un uomo discreto, austero e sobrio. Infastidito (e incuriosito) va verso la
stanza, apre la porta e vede Di Pietro e quattro agenti della finanza che
ridevano a crepapelle con le lacrime agli occhi e Di Pietro che diceva “ma
come, hai dato soldi pure a quello?”. Rimane interdetto. Di Pietro gli fa cenno
di entrare “Venga venga signor procuratore, qui c’è davvero da divertirsi”. Il
mattino dopo inizia l’interrogatorio della coppia. La moglie, vista un’iniziale
titubanza del marito, gli dà una gomitata e gli dice “dì tutto, racconta tutto,
così ci rifacciamo una vita che valga la pena”.
Il resto è storia della cronaca nota a tutti.
Questo succedeva durante tangentopoli.
Una moglie si è stufata di vivere nel lusso sapendo che
quei soldi erano disonesti.
E Mario Chiesa si è pentito sua sponte, come dichiarò “a nome di
tutto il paese”.
Oggi, questo non accade.
Non mi sembra che possa accadere.
Non si è verificato nessun episodio, neppure uno, nel corso del
quale l’imputato si sia dichiarato pentito.
Nella migliore delle ipotesi ricattano gli amici.
E’ tutta un’altra storia.
Allora, dopo Chiesa, nacque e si diffuse una situazione di
confessione e pentimento collettivo. Pochi mesi dopo i vescovi marchigiani
convocavano il segretario della Democrazia Cristiana, Arnaldo Forlani, e gli
intimavano di pentirsi, confessare tutto, e accettare la gogna di un processo in
diretta televisiva accettando di andare in galera.
Come avvenne.
Questo, oggi, non c’è e non ci sarà.
Ed è ciò che manca.
Perché all’appello mancano i cattolici che non esistono più.
L’Italia è un paese di cultura cattolica, questa è la tradizione storico-culturale
italiana.
Il movimento cattolico è sempre stato molto importante nella vita
del paese.
Al di là dell’agiografia propagandistica scritta dai comunisti, il
contributo dei cattolici nella guerra di resistenza partigiana tra il 1943 e il
1945 è stato altissimo e fondamentale. Alcide De Gasperi, Giorgio La Pira a
Firenze, Franco Rodano, Tina Anselmi, il vastissimo mondo di quello che un
tempo si chiamava “cattolici del dissenso” e che nell’Europa settentrionale e
in Sudamerica si chiamano invece “cristiano sociali”, è sempre stato un
importante e decisivo movimento
propulsore che ha contribuito – nella sua quota parte- all’evoluzione e al
progresso della società italiana. Nel momento in cui la Democrazia Cristiana ha
dato il peggio di sé, sono emerse personalità come Carlo Donat Cattin, Benigno
Zaccagnini e tanti altri che hanno combattuto in prima linea contro il marciume
della corruttela, e a Bologna, tutto il nucleo di intellettuali cattolici che
ruotava intorno alla casa editrice Il Mulino, grazie al contributo di persone
come Luigi Pedrazzi, fecero la loro parte. La lista meritevole è davvero molto
ma molto lunga.
Oggi, questo patrimonio è andato completamente perduto.
E questa latitanza dei cattolici che in Italia sono diventati
ormai personaggi da baraccone del malaffare, ha provocato l’allargamento dello
spaventoso vuoto culturale ed etico che ci ha travolto.
Il fatto che Famiglia Cristiana non abbia avuto il coraggio etico,
la volontà politica, e la presenza responsabile spirituale di pubblicare un
numero speciale della loro importante rivista con Formigoni spiaccicato in
prima pagine e la scritta “Nel nome di Gesù, pèntiti confessa e vattene” spiega
perché, oggi, non c’è e non ci sarà tangentopoli.
Perché la Chiesa ha rinunciato all’esercizio della parte migliore
di sè, quella più propulsiva e pedagogica che ha animato la propria
istituzione.
Hanno scelto anche loro di essere personaggi e non essere più
autori.
Hanno scelto di non firmare il risveglio delle coscienze, ma di
fermarlo.
Tangentopoli non ci sarà perché in Italia nessuno si pente, e
perché la Chiesa non li incita.
Partecipa alla Grande Torta nella sua quota parte insieme ai
partiti.
E così facendo, fornisce ai credenti un’ottima occasione per
seguitare ad affossare il paese.
Non esiste più un movimento di cattolici, altrimenti starebbero
intorno alla Regione Lombardia a esigere il pensionamento di Formigoni e di
tutti i suoi accoliti.
C’è stato un unico esempio, nell’ultimo anno, in Italia, nel quale
il movimento cattolico è stato presente, in forma attiva, nel sociale, al
fianco della cittadinanza, e non al servizio del flusso di denaro corrente.
Non a caso è l’unica grande città d’Italia che ha un sindaco del
M5S.
A Parma, non è arrivata la magistratura. A Parma, non è arrivata
la televisione.
A Parma, la immonda giunta comunale composta da eletti dediti al
ladrocinio compulsivo delle risorse della città, è stata buttata già dai
cittadini inferociti che si sono mossi compatti, hanno istituito il presidio
permanente intorno al comune e il sindaco è dovuto scappare via uscendo dalla
porta di sicurezza, a notte fonda, come i ladri nelle barzellette. Il popolo di
Parma ha buttato giù i consiglieri corrotti della giunta comunale perché si
sono radunati sotto gli uffici comunali con le mazze. E non sono andati via
finchè non è arrivato il prefetto che ha preso atto della situazione e ha
mandato a casa tutti. I corrotti hanno addirittura avuto il coraggio di
ripresentarsi alle nuove elezioni, come se niente fosse. Nessuno di loro ha vinto,
naturalmente.
Purtroppo, la città di Parma è risultato un fatto isolato.
Nonostante sia stato vincente.
La splendida frase di quella moglie “confessa tutto così ci rifacciamo una bella
vita” oggi, 2012, è molto difficile, per non dire quasi impossibile, che venga
pronunciata da una coniuge attuale.
Per loro “la bella vita” vuol dire spendere in beni di lusso con
soldi rubati al contribuente.
E’ questo ciò che oggi manca.
Per questo non c’è tangentopoli.
Altrimenti, leggeremmo su Famiglia Cristiana tutto ciò che ha
combinato Formigoni e sulla prima pagina de L’Unità l’elenco di tutti i nomi di
consiglieri, assessori e amministratori eletti nelle file del PD che sono stati
arrestati, incarcerati o sono sotto indagine accusati di collusione con la
mafia, con la camorra e con la ‘ndrangheta.
Finchè non accadrà questo, seguiterà a non cambiare nulla.
L’hanno capito tutti, oramai.
In questo senso, Famiglia Cristiana e L’Unità sono diventati i due grandi
interpreti dell’anti-politica.
Sì, molto bello.
RispondiEliminaLei che fa il 27, viene o no?
Se non viene fa qualcos'altro o si limita a pontificare da bravo tuttologo?
bene ..qui si scalpita!!
RispondiEliminasergio hai un carisnma prezioso...continua a coltivarlo. io ed altri diffonderemo!
RispondiEliminala chiarezza...il senso dell'esperienza forte dell'esistenza
personale ...il saperlo comunicare a cuore aperto!
non mi rconosco però in quello che hai detto sul mondo virtuale perchè io qui mi diverto, mi incavolo piango, mi indigno e provo sentimenti veri che continuano una volta spento il cp. alla prossima
che ironia preveggente quel cognome e che comicità involontaria La "Signora Chiesa"( doppio senso naturalmente) che si voleve ripulire dentro!
Il primo atto di Mani Pulite (solo dopo divenuta tangentopoli) è stato l'arresto di Mario Chiesa, beccato da Di Pietro "con le mani nella marmellata", cioè mentre intascava una tangente da sette milioni su operazione pilotata dal magistrato stesso. Luca Magni, imprenditore di una ditta di pulizie, si era rivolto ad Antonio Di Pietro perché le richieste di soldi Chiesa per affidargli gli appalti del Trivulzio si erano fatte sempre più altre.
RispondiEliminaNon so che fonti utilizzi lei Modigliani, ma se vuole le invio la mia tesi di laurea su Tangentopoli. Saluti
Hai ragione,ho modificato. Chiesa, se non ricordo male, infilò le banconote nella tazza del wc. Ma qui ho preferito raccontare l'altro episodio, altrettanto noto, che descrive meglio la diversa atmosfera di quell'epoca, quando esistevano sentimenti come il pudore, la vergogna, il pentimento, la voglia di confessare per redimersi. L'aspetto saliente e utile da pescare nella memoria storica sta nella reazione della donna.
EliminaI cattolici italiani sono "cristiani" a loro insaputa.
RispondiElimina"Oggi, non esiste pentimento. I personaggi non si pentono, gli autori sì".
RispondiEliminaNon pensi che la mia sia una obliqua accusa di prolissità nei suoi confronti (ciò che non è minimamente nelle mie intenzioni), ma questa geniale coppia di frasi vale bene tutto il suo articolo.
E mi piacerebbe leggerla come occhiello a un titolo su "Famiglia Cristiana" del tipo: "Formigoni, dove sei?". Preferibile, a mio parere, a quel "In nome di Gesù, pentiti ecc. ecc." che fa un po' troppo Torquemada persino ai miei orecchi di cristiana-cattolica convinta.
Comunque leggerLa per me è sempre un piacere e un arricchimento, culturale e personale.
Cordialmente, Marilù L.
Quello che ha detto su Mario Chiesa non corrisponde per niente a quanto letto. In primo luogo era separato dalla moglie dopo la nascita del primo figlio quindi già non erano in casa assieme e quindi quella storia non può mai essere avvenuta. Inoltre riporto le parole di Di Pietro di una sua intervista: «Io ero dietro la porta dell’ufficio di Chiesa mentre l’imprenditore Luca Magni pagava la tangente. Lo prendemmo con le mani nella marmellata. Quando entrai anche io era imbambolato, lì per lì non sapeva cosa dire. E c’era poco da dire: sulle banconote c’era la mia firma. Dopo 20 minuti dall’arresto avevo già sequestrato un conto intestato a un suo fiduciario e pochi giorni dopo anche i soldi che aveva in Svizzera»
RispondiEliminaIn sostanza mi piacerebbe capire dove ha preso quella "narrativa" che per quanto graziosa non sembra corrispondere alla verità.
Emanuele.
Ok, finalmente sono riuscito a trovare l'episodio della moglie che butta i soldi dalla finestra. Mi sono fatto aiutare da mio padre che anche lui si ricordava di questa storia.
EliminaRitengo, a mio onesto parere, che se utilizzato correttamente, lo strumento internet possa essere un ottimo (se forse non l`unico disponibile attualmente) mezzo per fare le giuste "connessioni" fra una notiza e l`altra. Sta nella coscenza della singola persona fare si che l`arricchimento culturale guadagnato debba essere re-indirizzato a coloro che, nolenti o volenti ne restano tagliati fuori; penso a tutti quelli che usano poco internet e molto la televisione....a tutt`oggi la stragrande maggioranza degli Italiani...se ognuno di noi riesce a "trasmettere" a queste persone; siano esse amici, parenti, colleghi o conoscenti anche solo la metá delle tematiche affrontate in questo blog come mi è capitato per la prima volta in vita mia proprio questa sera davanti a 3 colleghi di lavoro facendo capire loro il perchè sia necessario, politicamente e non, qualcosa di nuovo (penso al M5S)...beh allora forse non tutto è perduto...
RispondiEliminaGrazie Sergio per darmi spesso gli strumenti per aprire e far aprire a mia volta gli occhi...attualmente è tutto quello che socialmente posso fare....
Daniele.
Parma è da secoli città di Cultura, confinante con Reggio Emilia, città di gran buon Senso. Due città ancora a dimensione umana, dove la gente vive e si ritrova.
RispondiEliminaIl resoconto fatto in questo pezzo sull'inizio di tangentopoli non corrisponde all'accaduto. Per quel che ne so, la fatidica goccia, l'inizio banale fu dettato dalla reazione di un uomo messo troppo alle strette. Immaginiamo la situazione: Magni non ce la fa più a pagar tangenti; si sfoga con gli amici al bar che gli consigliano di denunciare tutto. Ci pensa, si informa, attraverso gli ambienti delle pulizie al Tribunale, se ci sia un magistrato tosto (data la posizione di Chiesa), e va da lui. Immagino un vaso pieno e qualcuno che aspettava il momento per lasciar cadere la goccia, e rovesciare tutto. Potrebbe succedere di nuovo? Chissà. In fondo per gli Italiani il lavoro è ancora una cosa molto importante. Forse è per questo che Formigoni sta ancora lì, per il network di fabbriche, fabbrichette, cooperative e compagnia cantante.
Per quel che riguarda i 'microcosmi' isolati. Non sarei così categorico. Le interrelazioni oggi sono molto più ampie, complesse e veloci che nel passato. E poi: com'era quella teoria dei sei gradi di separazione? Pare che su FB i gradi siano circa 4.
PS- Il Procuratore era Francesco Saverio Borrelli (con la i), quello di: 'Ma ai guasti di un pericoloso sgretolamento della volontà generale, al naufragio della coscienza civica nella perdita del senso del diritto, ultimo, estremo baluardo della questione morale, è dovere della collettività “resistere, resistere, resistere” come su una irrinunciabile linea del Piave.".
....la santa inquisizione...
Elimina..qualche genio ha una soluzione?
C'e' una certa differenza tra oggi e il 1992. Nel 1992 c'era la tangente, oggi il ladrocinio dei soldi dei partiti, ma la differenza fondamentale e' che i soldi dei partiti sono considerati gia' persi dai cittadini.
RispondiEliminaPropongo alcune domande provocatorie:
RispondiElimina1) Manipulite e' stata davvero la soluzione giusta?
2) Berlusconi, Bossi, D'Alema e Fini non sono il frutto degli avvenimenti accaduti nel '92?
3) Se oggi ci troviamo in questa situazione di vuoto culturale e spirituale, la causa non va ricercata anche nella cosiddetta Manipulite, che oggi viene invocata e glorificata da molti?
4) Davvero Grillo e i grillini sono la soluzione corretta per il nostro caro Paese?
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Elimina1) non è stata una soluzione, ma un evento
Elimina2)bossi era già sulla cresta dell'onda. berlusconi stava fallendo e aveva i giudici alle calcagna. d'alema e fini sufficientemente giovani per la media italiana (erano sui 40-45) e sicuramente i più abili a riciclarsi, con le loro pletore, a cui aggiungere gli ex DC.
3)semplicemente delirante.
4) nessuna soluzione, solo si prova a gettare un masso nello stagno e vedere che succede. Oppure se Bersani e Vendola in queste primarie cominceranno a dire cose molto chiare sul fatto che l'inversione di rotta è l'unica soluzione potrei votare uno di loro. boh. non lo so ancora
Sono l'autore della provocazione e mi permetto di scrivere il mio pensiero su questi temi:
Elimina1) Hai ragione è stato un evento, ma non un evento naturale, bensì un evento artificiale, creato da uomini dotati di intelletto e interessi.
2) Mettila come vuoi ma dopo Manipulite il potere, in Italia, è finito sostanzialmente nelle mani di questi quattro personaggi: Bossi, Berlusconi, D'Alema e Fini.
Questi sono i fatti, ed è molto probabile che senza lo scandalo giudiziario, questi signori non avrebbero potuto godere di tutte le influenze di cui hanno usufruito in questo ultimo ventennio.
3) Non mi sembra di delirare. Io intendevo dire che mi sembrerebbe corretto riflettere in modo aperto, razionale e non ideologizzato anche su Manipulite.
4) Grillo è un guru tirannico, dagli atteggiamenti pseudo-fascisti. Se Berlusconi è stato una disgrazia per il nostro Paese, Grillo sarebbe uno tsunami devastante. Oggi non servono svolte...secondo me è necessario ritornare al buonsenso e alla ragionevolezza.
Arrivederci.
1)un evento artificiale? cioè, nessuno rubava e si sono inventati e costruiti le prove?
Elimina2-3)si ma dove vuoi arrivare? i giudici sarebbero stati a libro paga dei 4? chi è che non parla in maniera aperta e razionale di Mani pulite? qui si dice solo che le coscienze, collettive e individuali, erano diverse 20 anni fa da ora. tutto qui.
4) concordo che Grillo ha difetti a non finire, ma a differenza di B non ha un impero ai suoi piedi. Penso che correrò il rischio di votarlo, a meno che bersani e vendola non rivoltino il centrosx come un calzino e si mettano a parlare seriamente di politiche espansive (ma ci credo poco).
Di grazia cosa vuol dire per lei tornare al buon senso e alla ragionevlezza? i tecnici le sembrano un esempio in tal senso? se la risposta è si, non avrei perso tempo a risponderla ma vabbè...
Puoi trovare le risposte qui, post fresco di oggi
Eliminahttp://www.grandeoriente-democratico.com/TANGENTOPOLI_NON_HA_INSEGNATO_NULLA_di_Pierluigi_Winkler.html
Intanto premetto che di certo non hai perso tempo a rispondermi, perchè qualsiasi discussione, se viene svolta in modo onesto, è sempre utile.
EliminaProseguo punto per punto:
1) Quando dico che si è trattato di un evento artificiale, questo non significa che non vi erano dei reati, ma che di fronte a tale situazione l'Italia poteva reagire in molti modi, ed ha scelto la via della rabbia popolare e dello scandalo giudiziario. Forse, dopo vent'anni possiamo iniziare a pensare che potevamo agire in modo più intelligente, ovviamente non lasciando impuniti i colpevoli, come vorrebero aluni suini del centro-destra, ma agendo come un popolo maturo e dotato di intelletto.
Noi abbiamo agito istintivamente, esattamente come farebbe un bambino, scegliendo la via politica più facile: cancellare il passato con i suoi lati posisitivi e negativi e cercare un cambiamento rivoluzionario. In questo modo ci siamo infilati nel tunnel del Berlusconismo.
2-3) Per parlare delle diverse coscienze collettive(1992-2012), io credo sia necessario capire quali siano state le condizioni storica. Purtroppo forse hai ragione tu, una vera analisi corretta e razionale di Manipulite, nel nostro Paese, non l'ha fatta ancora nessuno.
4) Scegliere Grillo e i grillini, significherebbe che per l'ennesima volta l'Italia tenta di cancellare il passato per evitare di riflettere su sè stessa. Valutiamo gli errori e le cose giuste che abbiamo fatto nella nostra storia recente ed eleggiamo un leader che cambi le cose, ma le cambi veramente!
Detto ciò, i tecnici dal mio punto di vista, sono stati solo una parentesi necessaria per svolgere una transizione verso una nuova epoca della politica italiana e dell'Italia nel suo complesso.
siamo stati distratti e abulici. ma nessuno ha detto che nel 92 non avevamo tutti i difetti che abbiamo ora. però un paio di questi erano meno accentuati. L'errore, come italiani, è non aver dato nessun seguito costruttivo alla rabbia popolare e lo scandalo giudiziario. Però come Italiani non meritiamo di assorbire anche le colpe di cui i personaggi allora (e ancora oggi) in gioco si sono macchiati affinchè nulla cambiasse e anzi tutto peggiorasse.
Eliminasu grillo ripeto sono pronto a correre il rischio, in parlamento non ci andranno i grillini da web col culto della personalità verso il loro guru, ma persone con un tantino più di spessore, credo. E vediamo che succede. un voto è solo una scelta, non è una cambiale, nè il simbolo delle riflessioni su sè stessi come nazione; quello è un processo arduo lungo, individuale, collettivo a cui Sergio ci richiama ogni giorno. Nella cabina si mette la croce su un simbolo.
Sui tecnici preferisco non rispondere, mi associo all'opinione e alle analisi che Sergio fa in molti post.
Nel 92'le tangenti erano giudicate immorali disoneste ed illegali. 20anni dopo non sono più tangenti ma rimborsi, favori, prestiti, scambi...cambiando la semantica nel 2012 si ruba legalmente sotto la luce del sole.realizziamo solo ora che la festa è finita che se só magnati tutto. Il ladro non entra più dalla finestra di notte, ma in completo giacca e cravatta dall'ingresso principali. Saluti dalla Espana fallita.
RispondiEliminabravissimo
Eliminanon si ruba niente, chi accetta di dare la tangente e' allo stesso livello di chi la prende.
RispondiEliminaognuno dei due ha la scusa giusta per quello che fa.
per finire, non dimentichiamo che in tutto questo minestrone ci sono soprattutto loro, gli italiani, i veri protagonisti del gioco. il vertice e' il loro specchio, non viceversa.
beh non vorrei contraddirla, ma a parma il m5s ha vinto anche grazie ai voti del pdl: quindi non sarei così tanto contento; riguardo il fatto che il m5s rappresenti il futuro sono dubbioso in quanto le sue proposte sembrano più delle trovate pubblicitarie per far parlare di sè che delle soluzioni ai problemi contemporanei: uno su tutti il non pagare il debito pubblico dichiarandolo illegittimo che è una proposta meritevole di apprezzamento ma che dimentica che anche i privati cittadini detengono titoli di stato nei quali hanno investito i loro risparmi; cosa diciamo ai privati quando i loro titoli arrivano a scadenza e devono essere rimborsati, che sono illegittimi ovvero mandiamo in fumo i risparmi di una vita e creiamo nuove tensioni sociali? forse sarebbe il caso di ragionare su come limitare lo strapotere della finanza e su come fare in modo che si dia meno peso allo spread(premendo per la creazione degli eurobond) e più peso alla qualità della vita, a chiedere che le istituzioni europee abbiano una legittimità democratica(invece che dire semplicemente usciamo fuori dall'europa, magari diventando il giardino di qualche superpotenza), altrimenti saranno solo proposte deficitarie utili a scaldare gli umori ma non a risolvere i problemi
RispondiEliminahttp://video.repubblica.it/dossier/formigoni-dovere-di-rispondere/formigoni-contestato-a-lecco-il-governatore-spintonato/107707?video
RispondiEliminaQualche protesta contro formigoni c'è stata
è così che comincia...
Elimina"La nostra non è una rivoluzione politica. No! A noi non interessa sostituirci ai politici. Questa è una rivoluzione culturale. E' una rivoluzione di civiltà. Se cambiamo la Sicilia cambiamo l'Italia!"
RispondiEliminaLo ha detto uno che si rimbocca le maniche e va in piazza a parlare alla gente, che cerca di coinvolgere tutti, che da il buon esempio, che ci crede sul serio.
La vera rivoluzione culturale italiana è già in atto. Un ex comico ne è alla guida. E' possibile? E' proprio quello che sta accadendo. Un ex comico si è messo in testa di cambiare gli italiani. Non è un romanzo, non è uno scherzo, è un paradosso tipicamente italiano. D'altronde che il Rinascimento abbia attecchito in un paese di servi è già storia.
Trovo sempre i suoi post molto interessanti e piacevoli da leggere. Sono convinto che i veri cattolici cristiani ( di cui mi sento parte) ci sono e facciano il loro lavoro in modo discreto. C'è chi è impegnato nel sociale, nella scuola, chi come me è volontario nell'educazione dei giovani ad essere buoni cittadini e buoni cristiani. I cattolici non sono mai andati via, sono semplicemente discreti come amava esserlo il loro Maestro. La Verità non ha bisogno di spinte, proteste di piazza o cacciate a calci, prima o poi viene fuori. Ha bisogno di qualcuno che la gridi, questo si, a scapito personale direi.
RispondiEliminaC'è tantissima gente negli oratori e nelle parrocchie che regala in modo gratuito il suo tempo per aiutare gli altri: sono invisibili ma esistono.
il problema vero semmai è quanti cristiani cattolici autentici siano rimasti in giro soprattutto nei livelli elevati della nostra società ( mi sa pochi...)
Sono d'accordo che una presa di posizione forte da parte di molta stampa anche cattolica sia necessaria contro chi ruba senza pudore ne vergogna, ne tanto meno pentimento.
Mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse come si fa ad essere cattolici e cristiani nello stesso tempo...io, che sono stata educata da cattolica cristiana (i miei erano 'di sinistra', ma come si fa?), almeno fino all'eta' della ragione - 12/13 anni, poi non ne ho voluto saper piu' niente - la trovo una contraddizione in termini. Lo dico onestamente, non e' una provocazione. Come si fa a sostenere un'istituzione corrotta, ed allo stesso tempo praticare valori cristiani? Anch'io lavoro nel sociale (mi occupo di terapia), e posso dire che quasi la meta' del lavoro che faccio non e' retrbuito! Pero' non ho bisogno della bandiera cattolica per farlo. Conosco molta gente come lei, ed a loro va tutto il mio rispetto per quello che fanno, pero' continuo a non capire la loro posizione ideologica. Forse non e' cosi' importante (anche se a me lo sembra)...
EliminaAlessandra
Cara Alessandra, glielo spiego: si tratta di Fede. Vede, sappiamo bene noi cattolici che la Chiesa ha tantissimi problemi e difetti, ma questo non toglie nulla al suo compito che è quello di annunciare il Vangelo a tutto il mondo. Noi vediamo sempre e solo gli scandali ( volutamente ci fanno vedere solo questo) e le mele marce che ci sono ovunque ( Chiesa compresa e a maggior ragione fanno ancora più rabbia) ma non vediamo tutto quello che ci stà dietro: la comunità dei fedeli, la gente che si incontra la mattina per andare a Messa ed è felice di ritrovarsi e condividere questa Fede; non vediamo i tantissimi preti, monaci e suore che si battono anima e corpo per aiutare chi è in difficoltà; non vediamo le associazioni laiche che fanno parte integrante della Chiesa che si occupano di educare i giovani, di insegnargli l'amore per gli altri e il rispetto delle regole.
Elimina"Pietro, su di te edificherò la mia Chiesa"
"tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo e tutto quello che scioglierete in terra sarà sciolto in cielo"
queste due frasi del Vangelo sono le più significative: se Gesù non avesse voluto la chiesa, fatta di uomini ( e quindi peccatori), non le avrebbe mai pronunciate. Cristo ha donato alla Chiesa il compito di portare alla gente l'annuncio della parola di Dio e i sacramenti, vero collegamento tra il divino e l'umano. Si è fatto uomo affinché ci potessimo letteralmente nutrire di Lui.
Questo è a mio avviso il motivo per cui dichiarsi cattolici cristiani non è solo normale, è anzi fondamentale. Non potrei mai definirmi solo cattolico o solo cristiano, per me non avrebbe la stessa completezza.
mi colpisce molto il fatto che lei abbia citato l'eta 12/13 anni come momento significativo della vita di una persona in cui si comincia ad avere un ragionamento logico-deduttivo piuttosto che quello dei bambini. siccome sono un educatore proprio di quella fascia d'eta, sento forte l'esigenza di annunciare il vangelo, poi saranno i giovani a scegliere cosa è giusto o sbagliato per la loro vita. Noi gli proponiamo dei valori, ma sono loro che dovranno accettarli, viverli oppure no.
spero di non averla annoiata
cordialmente
Marco
La ringrazio per la sua risposta, non mi ha annoiato affatto. E ne approfitto per sollevare altre perplessita'. Conosco personalmente molta gente come lei, impegnata in prima linea nel sociale; riconosco e condivido il valore del loro impegno; mi piace molto la figura di Cristo, quel rivoluzionario laico (per me) che scaccio' i farisei dal tempio...e qui casca l'asino! Cosa fanno i cattolici italiani (altrove si che hanno fatto sentire il loro dissenso) per opporsi allo status quo(che e' poi il senso del post)? Ieri qui a Londra c'e' stata una protesta nella cattedrale di St.Paul contro il fatto che la chiesa anglicana non appoggio', a suo tempo, il movimento Occupy, anche se di fatto permise l'occupazione dello spazio adiacente alla cattedrale per mesi...io non riesco neanche ad immaginare una situazione simile in Italia, sarebbe surreale! In quanto ai valori di amore per gli altri e rispetto delle regole: sono valori cristiani o piu' semplicemente (e universalmente) valori umani? Non entro nel merito della liturgia e dei sacramenti, e' un linguaggio che non capisco, ma che comunque rispetto, in fondo sono solo riti, e ogni cultura ha i suoi.
EliminaPerche' l'eta' di 12/13 anni? Glielo spiego: perche' a quell'eta' mi scoprii donna, e la Chiesa mi trattava ancora come una bambina (spero che nel frattempo le cose siano cambiate).
Cordiali saluti
Alessandra
Apro una parentesi sulla definizione della figura di Gesù e sui valori Cristiani.
Elimina"la gente chi dice che io sia?"
questa domanda Cristo pone ai suoi discepoli.
questa è la domanda che ognuno si dovrebbe fare. Pietro risponde come un vero credente: "tu sei il Cristo". altri rispondono dicendo il Battista o Elia, ma a Gesù questo non basta. non basta a Gesù essere definito come un rivoluzionario laico. Gesù non è contento finchè ogni persona non lo riconosce come il Cristo, come il Figlio di Dio. Questo riconosce in Gesù il figlio di Dio cambia tutto, anche la visione che uno ha della Chiesa e dei cattolici.
per quanto riguarda i valori, tutti cercano un Dio vincitore, che ci risolva i problemi, che trovi la soluzione, che sciolga i nodi, non uno che si faccia uccidere. Non un Messia sconfitto. Questo amore sconfinato fino al sacrificio personale è un punto fermo di unicità nella storia dell'uomo. nessuna cultura o fede avvicina Dio all'uomo come il cristianesimo. Ebrei e Musulmani vedono un Dio lontanissimo dall'uomo con conseguente influenza nella propria cultura, mentre le religioni orientali prediligono l'allontanamento dell'uomo dagli altri nel seguire una via ascetica. Per tutti questi motivi i sacramenti non sono solo dei riti per noi, ma una connessione diretta con chi ha dato la vita per noi.
Cosa dovrebbero fare i cattolici? non so rispondergli. Sicuramente potrebbero fare di più, ma chi non potrebbe fare di più? Battaglie ne fanno tante, vorrei solo ricordare la manifestazione dell'associazione Libera contro le mafie a Genova dell'anno scorso, fatta al nord proprio per far capire alla gente quanto la mafia si sia insinuata nel centro produttivo dell'italia(come abbiamo potuto vedere in questi giorni).
Non credo comunque che servano grandi manifestazioni per ribellarsi a tutto ciò: è quello che si fa ogni giorno in famiglia, a lavoro, nelle piccole scelte che fa la differenza ( esempio semplice: boicottare qualche grande multinazionale che sfrutta i lavoratori del 3°mondo). E' dare sempre il buon esempio, pagare le tasse, indignarsi se qualche amico ci racconta di come le evade, pagare i propri dipendenti puntualmente, etc. questa è la rivoluzione che bisogna portare avanti, nel nostro "giardino" affinchè questo si possa espandere a macchia d'olio.
A quell'età lì, un qualsiasi passo falso in termini di educazione può causare molti danni. non so chi la trattava come una bambina, credo però che questo dipenda dalle persone che si incontrano più che dalla Chiesa come istituzione.
Mi sa che mi sono dilungato troppo,
Cordialmente
Marco
La ringrazio ancora per la sua risposta. Sarebbe interessante proseguire la discussione ma questa non e’ la sede. Quello che e’ importante, per me, al di la’ dei credo, sono i risultati, e trovo che abbiamo molti punti in comune.
EliminaNon ho mai accettato i dogmi, il concetto di fede per me e’ quasi incomprensibile, ma sono arrivata a conclusioni simili per altre vie, forse piu’ adatte alla mia forma mentis da ventesimo secolo. Non accetto l’idea di un dio che abbia una forma, lo concepisco piuttosto come un’intelligenza universale che regola le leggi della fisica (un logos?), ed in questo senso non credo ci sia molta differenza tra religione e scienza. Alla qual cosa aggiungo che ancora sappiamo molto poco di scienza…
Ho imparato molto dalle discipline, che lei chiama religioni, orientali (in realta’, nella mia esperienza, avvicinano a dio molto piu’ di quanto non si creda), come pure dall’uso rituale di droghe psichedeliche (le considero piante medicinali, ‘la farmacia di dio’) e varie terapie ‘alternative’; tutto questo mi ha fornito gli strumenti per continuare la mia ricerca (essendo molto pragmatica, ho bisogno di fare esperienza!), e da li’ sono approdata all’alimentazione pranica (“non di solo pane vive l’uomo”, alla lettera), ed e’ stato (e’) un percorso affascinante!
Percio’ non mi aspetto un dio che mi risolva i problemi: la felicita’, quella vera, realizzazione del proprio potenziale, e’ una conquista!
Ed e' proprio per questo potenziale che siamo tutti figli di dio.
Credo che chiunque rischi o dia la vita per l’evoluzione spirituale della specie possa essere paragonato a Cristo: Gandhi o Martin Luther King o l’arcivescovo Romero, per fare alcuni esempi noti (ce ne sono molti altri che rimangomo anonimi).
Quello che volevo dire e’ che, secondo me, la chiesa non affronta tematiche relative alla sessualita’; d’altra parte e’ anche una questione culturale, che ha a che vedere con il contesto nel quale essa opera.
La saluto
Alessandra
Leggo solo ora la sua risposta. Si questa non è la sede più adatta. Comunque se ha voglia le consiglio una lettura lunga ma sicuramente interessante: il catechismo della chiesa cattolica. Li c'è scritto tutta la visione della Chiesa sull'uomo e su Dio, anche i temi legati alla sessualità: uno può non essere d'accordo, però è meglio prima scoprire realmente cosa dice, perché in giro c'è un sacco di disinformazione (spesso voluta).
EliminaSicuramente molti uomini hanno vissuto una vita per gli altri e possono quindi essere paragonati a Cristo; la differenza stà però in chi è Cristo per i cristiani( Figlio di Dio) e chi è Cristo per gli altri.
Un saluto
Marco
Talmente pentito che
RispondiElimina"Il 31 marzo 2009 Mario Chiesa venne arrestato di nuovo, con l'accusa di essere stato il collettore delle tangenti nella gestione del traffico illecito di rifiuti nella Regione Lombardia."
E' che quando uno scopre di saper fare bene una cosa e solo quella, diventa difficile smettere. O anche smettere senza mai cedere alla tentazione di ricominciare.
RispondiEliminaPrenda me, per esempio.
Oppure la leggenda del santo bevitore, libretto delizioso di non mi ricordo più chi. Un caso in cui il personaggio, per una volta, ha superato l'autore (almeno nella mia labile memoria).
Con i migliori saluti (non so quanto duraturi),
Marilù L.
Io non conosco nessun paese che ha 100.000 uomini armati piu' un ente privato per raccogliere le tasse. Voi?
RispondiEliminaDopo tangentopoli in qualsiasi paese ci sarebbe stato una indagine amministrativa su tutto l'apparato dello stato coinvolto. Nuove leggi.
Chi trovato punito giustamente e se e' un dipendente pubblico, oltre la perdita del posto di lavoro magari la perdita degli anni di pensione pagati. Come fanno in molti paesi del mondo.
E' anche naturale che gli stipendi dei funzionari addetti a queste mansioni siano proporzionali alla loro responsabilita'.
L'IVA poi non e' una tassa che si evade. E' una tassa che un cittadino
da a un altro. Se questo se la mette in tasca non capisco perche' si chiami evasione.
Tangentopoli si legge cosi'. Mi danno, sempre che mi prendano, visto che poi chi mi deve prendere molte volte e' coinvolto anche lui, un paio d'anni, forse. C'e' gente che ammazza per 500E e c'e' gente che ruba forte per soli due anni di galera.
Nessuno vuole ristrutturare lo stato, anzi i cortei si fanno per avere piu' servizi, piu' stato. Auguri.
"Io non conosco nessun paese che ha 100.000 uomini armati più un ente privato per raccogliere le tasse. Voi?"
RispondiEliminaMai affrontata la carriera diplomatica o politica o di storica contemporanea, per cui nello specifico non saprei proprio risponderle. Condivido l'impressione di assurdità, anzi di obbrobrio, riguardo un ente privato che si mette a far da "riscossore dei crediti", garantendo ai propri dipendenti stipendio, pensione e assicurazione sanitaria sulla base del successo nella spremitura del contribuente, che qui appare sempre più come suddito di una casta, privilegiata non si sa bene perché o a quale scopo, diverso dalla propria autoconservazione, imprescindibilmente ontologica, oserei dire. Qualcosa che nemmeno il Re Sole si sarebbe mai sognato di spacciare per sacrosanto.
Ecco, questo a me sembra uno dei tardivi esiti, orribilmente distorti e distorcenti, dell' "evento tangentopoli". Ciò che presuppone una volontà, una regia perversa, a mio avviso, più che una "naturale" conseguenza storica. E' in questo modo indegno che hanno incanalato il desiderio, il bisogno di "nuove leggi", all'insegna del "tutto cambi, perché niente cambi, se non in peggio".
Quanto all'interdizione dai pubblici uffici in perpetuo o per un congruo periodo di tempo (se non erro a discrezione del magistrato), credo esista anche da noi. Il punto è se la legge, che esiste, venga applicata o meno. Il punto è il gradiente di diffusione della corruzione e la sopravvivenza dell'etica e/o coscienza personale, che temo siano indipendenti da qualunque legge o fondamento costituzionale anche dei più nobili e giuridicamente raffinati.
Che gli stipendi di dirigenti e persone in genere chiamate a rivestire ruoli di gestione particolarmente complessi e ardui, oltre che carichi di molteplici ricadute sociali-organizzative e dunque di responsabilità, debbano essere commisurati ai livelli di competenza, capacità e fatica (anche solo formativa) richiesti, mi sembra lapalissiano. Il punto è: in un paese in grave crisi -- anche per colpa della corruzione e menefreghismo dilagante e /o dello schettinismo imperante -- si possono pretendere stipendi da favola solo perché si è i più bravi e acuti e virtuosi della brigata? Non sarebbe meglio rimboccarsi le maniche, disincagliare la nave semiaffondata, puntando a salvare quante più vite possibile, e poi, solo POI, quando l'economia ha ripreso a girare a dovere e la ricchezza a circolare in quanti più strati della popolazione possibile, mettere i puntini sulle "i" dei meriti?
Solo se si crede nella necessità di uno Stato, che raccolga e distribuisca più equamente e avvedutamente possibile, la ricchezza comunemente -- con sforzo collettivo, e NON per onnipotenza individuale -- prodotta, si può comprendere il perché di un Terzo, esterno ai due contraenti (erogatore e fruitore di una merce/servizio) che preleva quella porzione della ricchezza scambiata (l'IVA) per decidere,in base a leggi collettivamente discusse e approvate, la destinazione di essa in opere di PUBBLICA utilità.
MA a proposito: se Lei non crede nella necessità dello Stato, perché preoccuparsi di riformarlo con nuove leggi?
Non voglio approfittare oltre di questo spazio generosamente offerto dal dott. Modigliani e nemmeno della sua e Sua pazienza.
Ricambio gli auguri,
Marilù L.
Cosa centra la mia supposta necessita' o non necessita' dello stato?
RispondiEliminaLa domanda e' questa.
Cosa avrebbe dovuto fare lo stato dopo mani pulite?
L'ha confusa questa mia affermazione?
"Nessuno vuole ristrutturare lo stato, anzi i cortei si fanno per avere piu' servizi, piu' stato."
Non migliori servizi e piu' efficenza, non una migliore assistenza sociale e minor apparato burocratico ma piu' piena occupazione. Dove?
Ma nel pubblico impiego! La gran scatola magica che supporta le loro clientele. Ma da dove crede che si comprano i voti e il consenso?
Non chiedere le dimissioni di Formigoni ma chiedere l'abolizione delle regioni. Non chiedere e continuare a chiedere a un apparato politico che non ha piu' nessuna relazione col paese reale di essere pulito. Ormai si tratta di toglierli la sedia dal deretano non di domandare piu' servizi. Ora. Ma se lei pensa a
"a salvare quante più vite possibile, e poi, solo POI, quando l'economia ha ripreso a girare a dovere e la ricchezza a circolare in quanti più strati della popolazione possibile, mettere i puntini sulle "i" dei meriti?" Opinione che non condivido ma che da' ragione a lei.
Sta accadendo.
signor sergio, ma tangentopoli è stata veramente un "moto spontaneo" secondo lei? o è stata orchestrata altrove per decapitare la vecchia classe politica che non avrebbe mai permesso lo scempio attuale?
RispondiEliminamarcello
Nel ‘92 ero socialista. Oggi come allora, considero Craxi responsabile della morte del PSI. Tuttavia egli interpretava il sentire di una classe dirigente e di una base sociale che vi si rifletteva. Analogamente DC e PCI. Tangentopoli fu resa dei conti tra gruppi potere. Un’ordalia conseguente al mutamento degli assetti geopolitici. Molti giudici erano sinceramente convinti d’interpretare una spinta popolare di rinnovamento e desiderio legalità, che non c’era. Non c’è mai stata, solo apparenza, spesso mimetismo. Infatti due anni e arrivò Berlusconi, che non è la malattia del Paese ma riflesso dell’anima. La malattia è antica (ammesso che non sia stato esistenziale). Gli Italiani non hanno Senso dello Stato. Hanno invece un radicato Senso della Famiglia (clan, corporazione, confraternita, ecc.), rigidamente gerarchica e con indissolubili legami e doveri solidaristici. Lo Stato moderno (contratto sociale presidiato da severe regole condivise) qui non ha mai attecchito se non come organizzazione surrettizia al potere delle famiglie, “non luogo” di mediazione, struttura formale di relazioni internazionali e di esercizio dell’azione repressiva verso gli esclusi, ma esterno alla civitas degli ottimati. Né sfuggono questo imprinting La Pira, Rodano, gli altri. Grandi umanisti, comunque sempre prima cattolici, poi democristiani, infine italiani. Così Nenni, Togliatti, Lombardi, Berlinguer, Natta e figli. Diverso discorso per De Gasperi, Parri, Valiani, De Nicola, Pertini, prima Gramsci e Gobetti, prima ancora Leopardi. Ma erano “esuli in patria”. Morti molto celebrati; in vita per amici e compagni dei grandissimi rompicoglioni. “Ho letto il libro del conte Giacomo Leopardi: mi pare il libro meglio scritto del secol nostro; ma i principii, tutti negativi, non fondati a ragione, ma solo a qualche osservazione parziale, diffondono e nelle immagini e nello stile una freddezza che fa ribbrezzo, una desolante amarezza.” Così Niccolò Tommaseo giudicava “Le Operette Morali”; un monumento politico. In Italia non c’è ufficio di collocamento che colloca, e non è un caso. Si vota un amico, un confratello, un compare. Si vota per avere un posto, una sistemazione per i figli o la compagna, un incarico, una licenza, un contratto, un appalto, un credito, una dovuta attenzione. Gli ordinamenti: politico, istituzionale, amministrativo, finanziario, scolastico, universitario, sanitario, sono costruiti e organizzati in questa funzione: per garantire status e potere alle famiglie. La finalità ufficiale: solo apparenza. E’ l’Italia di Crispi, Nitti, Giolitti, Fanfani, Rumor, Andreotti, Prodi con qualche sbandata pseudo cesarista di Mussolini e Berlusconi, ma non di sostanza, quasi cabaret. Un’Italia magnificamente ritratta da Dino Risi, nel “Sorpasso” (1962) ma più incisivamente e fuor di metafora nell’episodio “l’educazione sentimentale” del film “I mostri” (1963) di cui obbligherei la proiezione, con successiva riflessione, in tutte le scuole di ordine e grado almeno una volta l’anno. Può darsi tuttavia (una riflessione) che questa Italia nell’occidente democratico non rappresenti più un residuo rottame ma un’anticipazione del futuro. Che forse gli USA non somigliano sempre di più alla Roma di Cesare e Augusto? Roba da brividi. Cordiali saluti, Roberto
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