lunedì 3 settembre 2012

L'attacco dell'ala conservatrice della Chiesa ai diritti civili nel continente americano.



di Sergio Di Cori Modigliani


Ancora geo-politica, dal fronte della guerra in corso.
Dal Sudamerica, via Argentina, via Ecuador, passando dagli Usa.
Con una novità davvero interessante, quanto meno per noi italiani. Tutta la storia conduce, incredibilmente, a un’unica persona. Tutta la filiera finisce sempre nella stanza di una certa persona.
Si tratta di un cittadino argentino.
La particolarità di questa persona (in Sudamerica è considerato “il più potente uomo politico d’occidente ancora esistente in attività”) consiste nel fatto che opera in Italia, a Roma per la precisione, ed è ben piantato nel cuore delle istituzioni repubblicane. La sua attività quotidiana viene regolarmente pagata da voi tutti che state leggendo questo post. Voi pagate il suo stipendio. Voi pagate il suo vitalizio. Voi pagherete la sua pensione.
Lui, agisce a vostra insaputa.
Si tratta infatti di un senatore della Repubblica Italiana. Forse l’uomo più prezioso in assoluto per Silvio Berlusconi, dato che fu lui a garantire e gestire i voti necessari il 14 dicembre del 2010. Lui è l’uomo al quale la direzione del PDL affidò il compito di lanciare “El Partido De la Libertad” in Argentina per sfidare la Kirchner (perdendo) nel 2011 e metter su una rete organizzativa di  destra in tutto il Sudamerica, finanziato dai settori più conservatori e retrivi della Chiesa, dalle cui fila proviene e ai quali è legato a doppio filo da 30 anni..
Il suo nome di battesimo è Estebàn.
In questo post si racconta anche la sua storia, che spiega come mai un argentino sia andato a finire dentro al Senato della Repubblica Italiana. Soprattutto, a fare cosa.
Ma soprattutto chiarisce come mai l’intero sistema mediatico italiano (con l’unica eccezione de Il Fatto Quotidiano, e più avanti spiegherò come e perché) abbia scelto e deciso di non parlare affatto del Sudamerica (tanto meno dell’Ecuador) negli ultimi quattro fondamentali anni. Tutti gli ex soci in affari del nostro Estebàn, nessuno escluso, attualmente stanno in galera a Quito.
Ecco perché è importante, oggi, in Italia, cominciare ad alzare il velo su questa vicenda che lega il destino dell’Ecuador, dell’Argentina, e del Vaticano, al Senato della Repubblica Italiana. Poi, ciascuno ne trarrà le conseguenze che riterrà opportuno.
Perché la guerra in corso è entrata nel vivo, ed è necessario sapere e comprendere che cosa sta accadendo nel continente americano. Dall’esito della furibonda battaglia attualmente in corso dipenderà la vittoria finale della guerra tra i conservatori che vogliono schiavizzare le nazioni e i popoli che intendono ribellarsi alla costituzione del Nuovo ordine Mondiale.
Là, in Usa, in Venezuela, in Ecuador, in Bolivia, e in Argentina, in questo momento, sulla prima linea del fronte, ha scelto di piazzarsi la Chiesa di Roma e lo Ior. E il dibattito ferve, e naturalmente la febbre aumenta, lo scontro è forte, come il vaticanista di Italia Oggi ci spiega con una nota di agenzia pubblicata in data 14 agosto, che qui cito integralmente:
Italia Oggi del 14-08-2012) Sei ex ambasciatori degli Stati Uniti presso la Santa Sede si sono messi a capo del gruppo elettorale Catholics for Romney che appoggia la candidatura di Mitt Romney alle elezioni presidenziali Usa di novembre. Si tratta dell’ultima novità proveniente dal campo delle comunità religiose, dove l’opposizione alle politiche del Presidente Barack Obama sembra aver unito cattolici, protestanti, ortodossi ed ebrei di più che al Concilio Ecumenico Vaticano II. L’appoggio all’ex-governatore del Massachusetts, di fede mormone, deriva infatti più che da un suo proprio carisma, dalla difesa dei principi giudeo-cristiani variamente sfidati dal governo Obama. I sei co-presidenti di Cattolici per Romney, cinque uomini e una donna, sono accomunati dal fatto di essere stati ambasciatori presso la Santa Sede per conto di diversi governi statunitensi. Frank Shakespeare, Tom Melady, Ray Flynn, Jim Nicholson, Francis Rooney e Mary Ann Glendon si dichiarano convinti che Mitt Romney sarebbe un presidente migliore di Obama sulla base dei valori “non negoziabili” che si è impegnato a sostenere. Iniziative del genere non sono un’esclusiva dei cattolici. Le prese di posizione variano dalla lettera di protesta contro la riforma sanitaria sottoscritta da leader evangelici, a fine 2011, alla causa intentata per lo stesso motivo dal prestigioso college evangelico  Wheaton, e all’invito del vescovo nero della Virginia, E.W.Jackson, a lasciare il Partito democratico,  per quella che ha chiamato la sua “devozione” all’aborto e il suo “rigetto” della famiglia tradizionale.

La battaglia politica in Usa, infatti, è passata sotto il controllo di Goldman Sachs-Ior, finanziatori e sostenitori di Mitt Romney, con l’obiettivo dichiarato di abbattere tutti i diritti civili conquistati in decenni di lotte sociali e culturali dalle due precedenti generazioni: matrimonio gay, riconoscimento delle coppie di fatto, aborto, fecondazione assistita, istruzione pubblica, copertura sanitaria, garanzie sindacali, libertà del web, stato welfare. Questa è la posta in gioco. Lo spread e tutto il resto sono specchietti per le allodole.
Questo è ciò che vogliono cancellare dalla mappa sociale d’Occidente.
E’ uno scontro tra due interpretazioni opposte dell’essere umano e dell’esistenza.
In Italia, il più importante sito che si occupa di materiale vaticanense (Vatican Insider.it, una struttura mediatica sotto l’ombrello del quotidiano la Stampa) qualche giorno fa ha pubblicato il seguente articolo, a firma Andrès Beltramo Alvarez, in qualità di corrispondente della Città del Vaticano che qui di seguito cito integralmente (ma potete anche saltarlo, viene qui riportato soltanto a titolo di cronaca, come esempio di disinformazione):
IL VATICANO E LA RETE DI SPIONAGGIO DI PINOCHET
Emergono nuovi documenti sul rapporto della Chiesa e il dittatore cileno. Da un lato la repressione nei confronti del clero e dall'altro ambigue zone d'ombra. Augusto Pinochet condusse con mano ferra il regime militare nel Cile dal 1973 fino al 1990. Anni dopo la sua morte, nel dicembre del 2006, la sua figura continua a scatenare accese polemiche dentro e fuori il paese sudamericano. La storia ha già documentato le violazioni dei diritti umani perpetrate durante il suo governo. Questa settimana, però, una serie di archivi confidenziali ha rivelato l’esistenza di una rete di spionaggio sotto il suo commando che ha anche collaborato con il Vaticano. I documenti, finora inediti, si trovano nel Museo della Memoria di Santiago, la capitale del Cile. Dagli stessi si apprende che la polizia segreta di Pinochet, prima nota come la Direzione d’Intelligenza Nazionale (Dina) e poi come Centro Nazionale d’Intelligenza (Cni), ha usato i canali diplomatici per ottenere dell’informazione non solo sugli oppositori al regime, ma anche sugli stessi funzionari del governo cileno. I registri hanno anche rivelato diverse azioni di spionaggio, anche all’estero, e alcune conversazioni con certe personalità della Santa Sede (anche se non si sappia quali) per “neutralizzare” quei settori della Chiesa che criticavano le violazioni dei diritti umani, sotto la guida del cardinale Raúl Silva Henríquez, noto salesiano e arcivescovo emerito di Santiago. Una di queste azioni avrebbe presso nella mira la Vicaria della Solidarietà. Secondo quanto ha indicato la stampa, tra i rapporti c’è una serie di schede di tutte le persone che lavoravano in quell’organizzazione della Chiesa che ha difeso i diritti umani durante tutta la dittatura. «Secondo quello che abbiamo discusso nella nostra riunione pranzo dei giorni scorsi, mi permetto di inviarle questo faldone con tutti gli antecedenti delle persone che lavorano presso la Vicaria della Solidarietà», ha scritto il 26 aprile 1985, nell’ufficio numero 1953 per la Cancelleria, Alberto Cardemil. In quel momento era sottosegretario dell’Interiore, ma oggi è deputato e capo del partito Rinnovamento Nazionale nella camera, partito dell’attuale presidente Sebastián Piñera. La notizia, quindi, è stata una bomba in Cile. Soprattutto perché nel rapporto, insieme al testo di Cardemil, un altro personaggio non identificato (si vede soltanto una firma illeggibile) ha stabilito l’importanza di approfittare di quelli antecedenti «per preparare un’informazione sull’infiltrazione della Vicaria della Solidarietà, che spiegherebbe gran parte delle sue azioni». Tutto sembra indicare che l’obiettivo era mettere in moto una campagna per screditare l’entità per i diritti umani, guidata da diversi personaggi della Chiesa cattolica. Uno di loro è il sacerdote Cristián Precht, nel mezzo della bufera dopo la denuncia di poche settimane fa contro di lui per presunti reati di pedofilia. Ma Cardemil ha già preparato una ferrea difesa del suo passato. «Io non ho mai partecipato in nessun’azione nascosta per screditare nessuno. Sono assolutamente assurde, ridicole e illogiche quelle affermazioni. Nessuno sano di mente, se avesse voluto fare qualche scorretezza, avrebbe inviato delle schede segrete da un ufficio», ha detto. «Non è –ha aggiunto– alto che una di quelle campagnette dei gruppi dell’estrema sinistra per screditate e disturbare, per ciò non è di alcuna importanza per me».
Il nebuloso articolo non spiega nulla, anzi. Il fine consiste proprio nel confondere, nell’annebbiare, nell’annacquare le vicende, nello spingerle verso un settore gossip, nel non far capire nulla. La chiara finalità è quella di spingere il lettore credente, e in buona fede, a pensare che si stia parlando di argomenti relativi a fatti ed eventi accaduti in un lontanissimo paese dall’Italia più di 30 anni fa, che non hanno nessun riferimento alla realtà odierna. E tantomeno con la crisi economica attuale.
Non si parla affatto dell’autentico sconvolgimento traumatico che ha provocato in tutto il Sudamerica un libro, uscito da pochi mesi a Buenos Aires, scritto da Emilio Mignone che è una edizione ampliata e integrale di un testo pubblicato molti anni fa, tradotto in italiano (per chi è interessato. “La testimonianza negata: Chiesa e dittatura in Argentina” editore Emi, 10 euro, lo trovate in rete) e che parla dell’alleanza tra il Vaticano, la dittatura militare e la finanza internazionale. Seguendo le fila della documentazione offerta, si finisce sempre per incappare nel nostro Estebàn, ben piazzato al Senato della Repubblica Italiana. Il libro di Mignone, al di là del valore giornalistico eccelso, è anche, allo stesso tempo, la narrazione di una disperazione esistenziale, esplosa il 14 maggio del 1976, quando la polizia segreta sequestra sua figlia Monica, che verrà poi uccisa. E’ la storia scritta dall’affettuoso padre di una desaparecida adolescente.
Per un puro caso del destino, quello è anche lo stesso giorno in cui Estebàn Juan Caselli, nato a Buenos Aires il 28 novembre del 1942, fa il salto di qualità nella sua vita. Da oscuro ragioniere, diventa presidente di una società immobiliare sotto il controllo di Victorio Calabrò, governatore della provincia di Buenos Aires, a lui presentato da Hugo Franco, alto prelato della curia argentina. La carriera di Estebàn Caselli prosegue inarrestabile e diventa ben presto il punto di riferimento e di raccordo principale tra la dittatura militare, la finanza immobiliare e il Vaticano. Nei primi anni’80 diventa presidente della Computex e nel 1987 diventa presidente del gruppo Microsistema che unisce il Gruppo Sade e la Perez Company in joint venture con il gruppo Macri, che assumono il pieno controllo di tutto il mercato dell’alta tecnologia in Argentina.  Alla fine degli anni’80 iniziano le pressioni vaticane per promuoverlo a ranghi sempre più elevati e diventa l’intermediario dei rapporti tra Vaticano, Finmeccanica e interessi strategici del governo italiano nella siderurgia argentina, diventando il direttore della società Somisa. Nel 1990 diventa il braccio destro del cardinale di Cordoba, Raul Francisco Primatesta e primo consulente del cardinale Antonio Quarracino, e dei vescovi Emilio Ognenovic e Desiderio Collino, tutti alti prelati che rappresentano l’ala più retriva e conservatrice della Chiesa in Sudamerica, grandi sostenitori di Menem e fautori dell’economia iper-liberista. Sono loro, questo gruppo di prelati, che fungono da intercapedine e inviano Caselli a incontrare il management di Goldman Sachs per organizzare la vendita di buoni del tesoro argentino, da affidare poi come gestione ai due consulenti italiani del colosso finanziario statunitense, che allora erano Mario Monti e Romano Prodi.  Estebàn Caselli entra nel governo Menem prima come sottosegretario e poi come ministro, costruendo e gestendo la saldatura tra il potere finanziario argentino-statunitense attraverso la mediazione del Vaticano. Nel 1996 finisce nei guai perché copre e insabbia tutte le attività della ditta Sarlenga (denunciata dall’Interpol) che gestiva un traffico di armi internazionale tra l’Argentina, l’Ecuador, la Croazia, tutte di produzione italiana, provenienti da aziende di Finmeccanica. In seguito allo scandalo, viene allontanato dal governo. Ma un suo avversario, l’ex ministro dell’economia Domingo Cavallo lo accusa pubblicamente nel 1998 (in Argentina fu uno scandalo che andò avanti per anni) di essere un mercante di armi per conto del Vaticano e di essere il mandante dell’assassinio del fotografo giornalista investigativo Josè Luis Cabezas che aveva scoperto il traffico di armi. Due giorni prima che l’interpol lo arrestasse a Buenos Aires, Estebàn Caselli viene nominato ambasciatore argentino in Vaticano su diretta e precisa richiesta del Papa. Le accuse cadono perché il Vaticano gli riconosce l’immunità diplomatica retroattiva. Arriva a Roma dove consolida un’amicizia di ferro con il cardinale Angelo Sodano. E dentro al Vaticano scoppia la rissa tra due settori della Chiesa contrapposti, che vedono vincente l’ala conservatrice di Caselli, divenuta a tal punto potente da divenire l’uomo che dà ordini al presidente della Caritas in Argentina. Denunciato più volte dal cardinale Bergoglio (attualmente arcivescovo di Buenos Aires) che minaccia uno scandalo pubblico, viene rispedito in Argentina come diplomatico vaticano e ”suggerito” con tale vigore e pressione presso i nuovi governi argentini da assicurargli un ruolo di sottosegretario agli affari di culto presso il Ministero degli affari esteri, di fatto l’uomo di raccordo tra Kirchner e il Vaticano. Ma non appena inizia il suo lavoro governativo si lega subito con la destra oltranzista più conservatrice della Chiesa cattolica, il cardinale Martinelli, il vescovo Campana, l’arcivescovo Hector Aguer. La sua presenza al governo provoca una furibonda crisi politica nello scontro tra l’ala della sinistra peronista dei Montoneros (Nestor e Cristina Kirchner)  -che vogliono a tutti i costi affrontare il dopo default applicando una politica economica keynesiana di grandi investimenti, avvalendosi delle consulenze di Cristina Rohmer e di John Stieglitz- e le fortissime pressioni vaticane (attraverso il nostro Estebàn Caselli) per far passare, invece, una politica economica di rigore e di austerity modificando la costituzione argentina, al fine di inserire l’obbligo di pareggio di bilancio e mettere la firma al piano di ricostruzione nazionale prospettato da Dominique Strauss Kahn a nome del Fondo Monetario Internazionale. 
In Argentina vincono i keynesiani. Poco dopo, Correa vince in Ecuador e la storia è nota. Tutto il Sudamerica sceglie una strada politica ed economica in netta contro-tendenza rispetto ai dettami del Fondo Monetario Internazionale e dichiara la fine dell’eurocentrismo. Consapevoli della distanza abissale tra le politiche italo-iberico-franco-tedesche e quelle sudamericane, un intero continente, che per 500 anni aveva visto nell’Europa “il primo mondo”, il punto di riferimento, un esempio, una guida, la patria originaria dei propri avi, attua delle misure economiche e politiche di autonomia e di indipendenza e inizia il raffreddamento delle relazioni internazionali, la protesta di accordi decennali, dispute, denunce. Lo scontro si allarga e viene “ufficialmente” denunciato nel corso dell’ultima visita di Christine Lagarde a Buenos Aires, sei mesi fa, quando, alla fine di un colloquio rivelatosi un disastro per il netto rifiuto argentino di accettare imposizioni in materia di politica economica, la presidente Cristina Kirchner dichiara in conferenza stampa “Probabilmente è vero che la nostra inflazione è troppo alta; ma è anche vero che come capo di Stato preferisco avere una inflazione alta e un paese felice che cresce, produce ricchezza collettiva e ha abbattuto la disoccupazione, piuttosto che avere una inflazione al 2% come avete voi in Europa producendo soltanto disperazione, disoccupazione e in ultima analisi, infelicità esistenziale che non potrà che portare depressione. Noi qui siamo contenti, come mai voi, là in Europa, non lo siete?”.
La Chiesa argentina prosegue la politica del doppio binario, in uno scontro furioso tra gli ordini centrali da Roma (perentori diktat in politica economica esercitati da funzionari dell’opus dei al fine di far applicare una politica economica anti-keynesiana e iper-liberista) e la parte  del clero che è attiva nel sociale e che vede, invece, nei nuovi governi socialisti sudamericani, un’opportunità di crescita anche spirituale, e una maggiore adesione ai principi cristiani, proprio grazie alla diffusione sempre maggiore di benessere. La Chiesa si spacca in due tronconi proprio quando Kirchner butta fuori Caselli dal governo e rompe ogni rapporto con la destra conservatrice vaticana. Dal 2003 al 2008, si verifica in tutto il Sudamerica una forte contrapposizione tra i cristiani sociali da una parte, rappresentati dal cardinale Bergoglio, e  quello della destra conservatrice più retriva, alle dipendenze dello Ior, gestito in prima persona dallo stesso Caselli. I montoneros vanno all’attacco e riesumano tutte le carte processuali relative all’omicidio del giornalista fotografo Cabezas e l’incartamento relativo al traffico di armi clandestine nella triangolazione con l’Ecuador e la Croazia. Nei primi mesi del 2008, in Ecuador, il nuovo presidente Rafael Correa fa arrestare tutto il governo precedente, boccia tutti i contratti internazionali di acquisizione di armi protestandoli e dichiarandoli illegali e taglia tutti i ponti a Estebàn Caselli e alla destra conservatrice della Chiesa in Sudamerica. A quel punto, l’argentino –su sollecitazione vaticana- inizia le sue manovre con la politica italiana e riesce a farsi eleggere nelle fila del PDL come senatore della Repubblica Italiana il 29 aprile del 2008, nella circoscrizione sudamericana degli italiani all’estero. Ma la sua elezione viene immediatamente contestata da Mirella Giai (candidata opposta) che denuncia brogli elettorali, soprattutto a Cordoba, Mendoza e nella provincia di Buenos Aires dove i seggi italiani erano stati allestiti dentro i conventi e nelle chiese. In Argentina esplode l’ennesimo scandalo, ma poiché si trattava di elezioni italiane, la magistratura argentina dichiara di non avere giurisdizione in merito. “Questo è uno stato di Diritto, abbiamo combattuto per la sua affermazione, e non saremo mai noi a violarlo. Così è il Diritto Internazionale e noi ci atteniamo” dichiarerà Nestor Kirchner, allo stesso tempo appellandosi alla sinistra democratica italiana affinchè intervenga presso la magistratura in Italia, nell’apposito ufficio elettorale. Ma dall’Italia arriverà una risposta negativa nel nome di un presunto principio di concordia nazionale e la cosa cade, svanendo nel nulla.
Tutta questa lunga storia per spiegare le ragioni per cui in Italia non si parla del Sudamerica. Perché non si è parlato dell’Ecuador. Perché l’intera stampa italiana non ha mai parlato di questi avvenimenti. Perché seguiteranno a non parlarne. Gli italiani non sanno che il Vaticano, in questo momento, è in prima linea nella battaglia tra i keynesiani e i friedmaniani, né gli italiani sanno quanto stretti siano stati i rapporti e le relazioni tra il Vaticano e il Sudamerica, tra l’Ecuador e Finmeccanica, tra l’Argentina e l’Italia e come, in questo momento la Chiesa abbia scelto “politicamente” di schierarsi dalla parte di chi vuole destabilizzare l’intero continente per imporre la Lex Economica del Fondo Monetario Internazionale. E i colossi della finanza oligarchica, in cambio dell’appoggio, si scatenano contro i diritti civili.
Dal cuore delle istituzioni italiane, dal suo centro più alto, il Senato della Repubblica, è partito l’attacco -dichiarato e frontale- contro i diritti civili acquisiti in Sudamerica, soprattutto Argentina, Uruguay, Brasile, Ecuador e Venezuela. Vogliono smantellare la società laica, vogliono attaccare l’aborto legale, il diritto all’istruzione pubblica. Non è un caso che in Italia (ma la gente non se ne accorge) l’80% delle persone intervistate in tivvù, siano essi economisti, psicologi, ginecologi,  sono sempre professori in istituti universitari privati. Il messaggio subliminale da fornire al cittadino sembra consistere nel far incorporare il concetto che il merito e la competenza viene soltanto dal settore privato; allo stesso tempo, il Senso che i media (compatti) sembra forniscano al mondo del lavoro consiste nel “chi insegna in una università pubblica non va più in televisione; chi lavora in strutture pubbliche e si occupa di istruzione, di cultura o di ricerca scientifica non avrà visibilità”. Così si prepara la strada verso la definitiva costruzione di una società medioevale oligarchica basata su un pensiero unico asfittico.
Dal cuore dell’istituzione italiana, si tirano le fila nella costruzione di una rete contro le politiche keynesiane del Sudamerica, imponendo –e riuscendoci- una totale censura su ciò che lì sta accadendo, su ciò che è accaduto.
L’unico quotidiano mainstream che si è distinto, in questo, è stato Il Fatto Quotidiano. Qualche mese fa, infatti, hanno preso come loro blogger sudamericano non un ragazzino qualunque sconosciuto, bensì Horacio Verbitsky, il Presidente del “Centro de Estudios Legales y Sociales” insieme a Alfredo Galletti, Augusto Conte, Valeria Barbuto, Boris Paski, ed Emilio Mignone, l’autore del libro la cui immagine vedete qui in bacheca. Nei suoi articoli su Il Fatto, racconta qualcosa dell’Argentina e del Sudamerica. Il suo centro studi è il punto di riferimento costante delle battaglie per i diritti civili, per una società laica, nella piena consapevolezza che l’attuale guerra in corso è politica, culturale ed economica. E svolge una furibonda attività di denuncia del processo di destabilizzazione attuato dai colossi finanziari e dalla Chiesa. Proprio com’era avvenuto 500 anni fa.
E’ bene chiarire un punto, perché non ci siano malintesi. La mia insistenza nel parlare del “fenomeno sudamericano” allertando gli europei su ciò che sta accadendo laggiù, non ha come finalità quello di manifestare solidarietà ai sudamericani. Anzi. Loro non ne hanno alcun bisogno, né tantomeno la vogliono.
Le parti si sono rovesciate, rispetto al 1976.
E’ esattamente il contrario.
Siamo noi europei che abbiamo bisogno del Sudamerica.
Sono l’Italia e la Spagna ad essere, oggi, “ repubbliche delle banane”.
C’è un mondo, dall’altra parte dell’oceano, che ha cambiato rotta rispetto al proprio recente passato. La nuova classe dirigente che ha assunto il potere, per la prima volta nella Storia, invece di applicare il consueto consociativismo per far credere ad un  cambiamento soltanto apparente, ha voltato pagina. L’intera classe politica precedente è stata mandata in pensione, e nella maggior parte dei casi direttamente in galera.
E’ per questo che il loro esempio è pericoloso.
E’ per questo che, di loro, è bene non parlarne se non in maniera negativa.
Perché sono latini, come noi, cattolici come gli italiani e gli spagnoli, capitalisti come gli europei, eppure, applicando le ricette ESATTAMENTE OPPOSTE a quelle propugnate dalla BCE, da Merkel, Sarkozy, Berlusconi, Monti e Rajoy, e dal Fondo Monetario Internazionale, ebbene, laggiù il pil cresce, la disoccupazione diminuisce, l’economia è in crescita, aumenta la ricchezza collettiva, e la truffa del debito pubblico non è passata.
Lo Stato, in Sudamerica, investe.
Non investe in derivati, bensì nei propri connazionali.
Perché crede nel proprio futuro e nel concetto di cittadinanza.
E i giovani sognano di realizzare le proprie ambizioni, e imprendono in quel senso.
Ciò che in Italia è ormai diventato un lusso (la capacità di sognare) in Sudamerica è la Norma Esistenziale.
Loro, lì, conoscono molto bene quale sia la posta in gioco.
Non si tratta soltanto di spread, di aliquote o di pareggio di bilancio.
Si tratta di scegliere se vivere da cittadini liberi, o da europei cinesizzati a propria insaputa.
Per finire, chi lo sa, a seguire gli ordini di un trafficante argentino che siede al Senato della Repubblica Italiana, senza che nessuno abbia mai spiegato ai cittadini italiani chi è, che cosa fa, e soprattutto che cosa ci sta a fare, lì dove l'hanno messo, nel cuore delle istituzioni repubblicane e laiche.

24 commenti:

  1. Grazie Sig. Di Cori per l'ennesimo bel post.
    I tanti Suoi detrattori che lamentano insistentemente la mancanza di fonti guardando il dito invece che la luna forse questa volta saranno contenti...
    Ma forse no, è difficile "svestire" una pelle tanto coriacea.

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  2. Lei è illuminante, la prego di continuare ad informarci sempre.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Posso chiederle dov'è stato fino ad oggi? Perchè, lungi il sopravvalutarmi, seguo con una certa attenzione gli eventi politici e parapolitici e non ho mai avuto il piacere! Comunque, benfelice: nonmistaccopiù.
    p.s.:colgo l'occasione complimenti a sirio.bianca, anche per gli altri interventi.

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  5. pensieri e riflessioni tremendamente inquietanti... ma appassionanti meglio di un film di Hitchcock....(spero si scriva cosi').... una valida ragione per informare e formare una coscienza critica verso una societa' che mostra ogni giorno i suoi limiti.....

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  6. Non a caso il detto evangelico sostiene che "La Verità vi rende liberi". Bisogna conoscere per poter decidere, ma sino a quando la conoscenza è monopolio di pochi e le informazioni sono manipolate non ci potrà essere libertà.

    La conoscenza dovrebbe portarci alla consapevolezza di mettere da parte ogni divisione fra di noi, spesso destra e sinistra sono dicotomie fittizie, per unirci contro i pochi, quell'1% che detiene il potere economico e ci schiavizza. Sino ad allora i nostri propositi e le nostre dotte discussioni ci terranno prigionieri come calabroni in un vaso di vetro.

    In Italia abbiamo la classe dirigente, in ogni settore, molto vecchia. Da Andreotti a Napolitano, passando per cardinali, Romiti, Geronzi e tante eminenze grigie. E non è che i Dalema, Veltroni, Di Pietro, Bossi,Maroni,Letta j. Fini, Renzi, Fassina,Lei, Mauro, Belpietro... siano migliori perché più giovani. In tutti questi anni il loro potere ci ha impoveriti culturalmente, socialmente e finanziariamente. Ecco perché con questi dirigenti non ci sarà nessun rinnovamento. Non è solo una questione di partiti e di ideologie, come vogliono farci credere, ma di persone che sono inaffidabili, corrotte e colluse, a tutti livelli.

    Un ultimo pensiero. Oggi ci si ricorda dell'assassinio del Generale Dalla Chiesa, e la vulgata lo certifica come opera di mafia. Sappiamo invece che la mafia è stata solo la mano visibile di questo potere subdolo che si è liberato di un uomo, pericoloso per loro perché onesto e fedele alla Costituzione. Forse aveva capito troppo e sapeva i nomi, quei noni che ancora oggi si cerca di nascondere o di ignorare.

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  7. mentre noi vivevamo nella bambagia, il sudamerica ha subito ogni sorta di abominio, attraverso ciò si è vaccinato e appena l'attenzione degli USA si è spostata per ovvie ragioni dal "cortile sotto casa" a punti più caldi del pianeta, è rinato.
    il "piano Brady" ora tocca a noi e non avendo le cicatrici dei sudamericani, non abbiamo la minima consapevolezza di ciò a cui andremo incontro.
    nell'ingenua inerzia della massa la percezione comune è che sarà la solita febbriciattola passeggera proprio perchè mancano gli strumenti per capire ed ogni giorno che passa sembra sempre più di assistere alla riedizione in farsa del dopo versailles.
    spiacente ma con un tale tasso di inettitudine generale non vedo nulla di buono all'orizzonte

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    1. Questa è una precisazione molto giusta e accurata. Ricordo un convegno nel 2009 a Rio de Janeiro dove il presidente Lula dichiarò "paradossalmente parlando -e chiedo qui scusa per il mio atroce cinismo- la dottrina criminale di George Bush ha liberato il Sudamerica. Avendo spostato i loro interessi macro-politico-economici in Asia Minore, ci ha consentito di ritrovare il respiro necessario per poi costruirci da soli i polmoni di cui avevamo bisogno".

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    2. a mio parere la grande forza dell'attuale "new deal" sudamericano sta nell'aver capito che Keynes dopo 80 anni non avrebbe più funzionato se non riadattato all'economia della conoscenza odierna e quindi software libero e accesso gratuito alla rete per tutti:
      http://www.prefeitura.sp.gov.br/cidade/secretarias/participacao_parceria/telecentros/index.php

      e redistribuzione diretta della conoscenza collettiva incorporata in beni e servizi sotto forma di reddito di cittadinanza incondizionato che proprio Lula (primo al mondo nel 2004 ad aver posto l'incondizionalita nell'erogazione) ha inserito nella legislazione brasiliana:
      http://www6.senado.gov.br/legislacao/ListaTextoIntegral.action?id=225614

      in Italia per esempio, un seme di tutto ciò l'ho trovato in questo paper dell'università di Pavia:
      http://economia.unipv.it/docs/dipeco/quad/ps/q205.pdf

      ma in confronto come discussione rimane a livello di carboneria

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  8. Questo post è pazzesco.... Sono contento che finalmente l'America Latina si liberi dalle catene imposte dall'occidente. Sogno un giorno che questo possa succedere anche in Africa.

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  9. Molto d'accordo, come quasi sempre, purtroppo è l'ignoranza che la fa da padrona in Italia e per questo ringrazamo 18 e + anni di tv invasiva e becera. La paura è che, come dice @pinco, non avendo le cicatrici ed essendo colonizzati (vedi Dal Molin, Brescia, Vaticano ecc..) ed ottenebrati dovrà scorrere molto sangue per accorgerci che abbiamo delle cicatrici.
    Grazie SDCM

    Lele

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  10. http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=433


    Grillo a Rimini 20-21 Ottobre? Perché deve esserci.

    L'espansione potrebbe essere inarrestabile.

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  11. Chissà se Lavitola fosse proprio un uomo di Esteban Juan Caselli..
    E pace all'anima di Ivan Heyn!!!!
    grande articolo... sintetizzo e divulgo ovviamente tra virgolette e link annesso!!!!

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  12. Signori, ma vi siete accorti che il progetto probabilmente e' quello di far diventare l' Europa un hotel a 5 stelle , un parco giochi per ricchi ? Dopotutto e' chiaro de localizzando moriranno partite IVA ,posti di lavoro, e carburanti a prezzi astronomici. Mi sembra chiaro che e' in corso una ripulitura mai vista prima. Si ripete un ciclo , i nostri giovani come 60 anni fa cominciano ad emigrare.
    Le materie prime per le nuove tecnologie sono in altri paesi , noi come Europa possiamo offrire soltanto turismo, cultura , design , moda e rinnovabili. I cervelli se ne vanno ......prima di stare ai giochetti clientelari

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  13. Eccellente articolo di denuncia,non importa sapere se le fonti sono esatte alla lettera.....è evidente che il "senso" generale delle cose stà esattamente così,è notizia di pochi minuti fa la dichiarazione di Draghi "la bce compra titoli in cambio di rigore"!!
    Credo che la speculazione liberista ai danni delle popolazioni stia,ora,delineandosi sempre più nettamente come credo anche che la miriade di "fonti di dissenso" , frammentata e disomogenea per quanto giusta , sia conosciuta e controllata "dall'Establishment"....all'occorrenza con mezzi repressivi.
    Quindi,fermo restando che esiste una forma di consapevolezza e dissenso rispetto a ciò che sta succedendo,ma questa stessa forma di protesta è troppo disarticolata,non coesa,dispersa,ognuno con una "ricetta antiliberismo",ma ognuno per la sua strada.
    L'unica strada percorribile sembrerebbe la politica ( i grossi cambiamenti politici di cui ho letto sopra ne sono la prova)....da qui mi sorge una domanda spontanea......che politica abbiamo in italia??????......ZERO......quindi??
    Dovremo per forza di cose affidare questo drammatico momento storico a Grillo con il suo M5S , le sue esternazioni,il suo verticismo??
    Io non vedo alternative.....

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  14. Ora capisco perchè il vaticano non parla contro monti e le sue politiche nonchè contro la troika la merkel ed i mercati....

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  15. non ho trovato nessun articolo scrito da Emilio Fermin Mignone sul Fatto quitidiano.

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  16. Cittadino argentino? Lui ha la doppia cittadinanza qui è anche italiano.

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  17. Che dire , questi signori alti prelati del Vaticano, uomini politici italiani e argentini in poche parole Delinquenti in genere, alla fine della loro vita dovranno essere giudicati dalla vera giustizia divina e pagare per l'eternità quello che hanno fatto, soprattutto i prelati del Vaticano che predicano falsamente il bene di Gesù Cristo per poi arricchirsi alla faccia della povera gente

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  18. Sergio sono Marco Giannini lei è un mito.
    Mi sto battendo come un leone per diffonderla.
    (Anche trascurando la mia "inventiva mediatica").
    Grazie di tutto.
    Saluti
    www.marcogiannini1975.ilcannocchiale.it

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  19. Bellissimo post, complimenti. Sono un'italiana che vive da 4 anni in Venezuela e credo sia la prima volta che leggo un testo così VERO sul Sud America e sull'Italia. E riguardo al nostro Ior, al nostro Senato, alla nostra Finmeccanica, confermo come testimone che troppo spesso la vera vergogna, almeno qui a Caracas, sono proprio gli italiani che pretendono di difendere e rappresentare i loro concittadini. Una vera mafia che attraversa imprese, scuole, giornali, orgni diplomatici, ministeri in Italia, partiti, eletti all'estero, Comites e Cgie... Il Venezuela è un Paese violento, è vero, ma al pari della violenza della nostra mafia travestita da crocerossa dell'italianità. Ancora compilmenti.

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