venerdì 14 giugno 2013

Beppe Grillo non è una mamma. Anche se, tutti noi, stiamo morendo dalla fame e dalla sete.



di Sergio Di Cori Modigliani

Il bisogno, si sa, è una brutta bestia. E il M5s non è espressione di una evoluzione politica collettiva, o la manifestazione pubblica e sociale di una elite di illuminati che un mattino si è svegliata e ha deciso di dar vita a un progetto di rinnovamento del mondo.
Il M5s è nato per bisogno.
Si è costituito e ha attirato, come un poderoso magnete, forze di persone disperate, tradite, avvilite, defraudate, ingannate, depauperate, depresse, stanche, sole, analfabeti e super-laureati, maschi e femmine, settentrionali e meridionali, giovani e anziani, che in comune avevano tutti una sola cosa: il bisogno di schiettezza, di verità condivisa, di solidarietà, di pulizia, di onestà collettiva, di fiducia, per poter dire a se stessi: esiste ancora una possibilità di dare un senso alla mia esistenza.
Il successo del M5s è stato come un gigantesco barile d'acqua fresca per dissetati nel deserto culturale, umano, esistenziale, economico e lavorativo, che era stato ben architettato, congegnato, pianificato e strutturato dalla banda di tenocrati oligarchi che si è impossessata del sistema democratico italiano per soddisfare il proprio ingordo appetito individuale, di gruppo, di casta, di lobby, di famiglia, di club, a danno della collettività nazionale.
Il successo del M5s è stata la promessa di un panino imbottito con dell'ottimo prosciutto italiano e delle belle fette di formaggio fresco, scelte come prodotto artigianale a seconda della regione; per soddisfare la fame di pulizia, la possibilità di poter dire a se stessi (i votanti giovani) e ai propri figli (i votanti anziani) "forse da domani ciascuno sarà riconosciuto come persona" e quindi immaginare dentro di sè che esiste una alternativa.
Il successo del M5s è stato il frutto di un paese sbandato, regredito, narcotizzato, vilipeso e rimbecillito dall'epidemia di idiozia collettiva, volgare e superficiale, che ad un certo punto ha dato fondo al ricordo antico della propria dignità tradizionale per affermare il proprio diritto al rispetto del concetto di cittadinanza, perno centrale e humus della democrazia sostanziale.
E il successo è stato reale.
Ed è tuttora reale.
Penso che non ci sia stato neppure uno tra gli 8.880.000 votanti che non sia stato in buona fede.
Penso che non ci sia stato neppure uno che ha votato per il M5s pensando "così svoltiamo io e la mia famiglia", perchè le promesse clientelari erano zero, le aspettative economiche erano zero.
E così, il 26 febbraio del 2013, l'Italia si è accorta che il paese si stava risvegliando.
Gli assetati e gli affamati di pulizia, di merito, di onestà e di rispetto per la persona si sono manifestati.
Sono diventati visibili dal nulla in cui erano stati spinti.
Sono risorti come l'araba fenice dalle ceneri di questa nazione abbrutita dalla corruttela.
E lì è avvenuto il più comprensibile e umano degli errori socio-psicologici, sul quale la banda oligarchica delle dinastie al potere si è gettata per farne un sol boccone.
Il movimento -e i suoi votanti- hanno dimenticato di essere il prodotto di una società regredita.
Hanno scordato di essere incapaci di essere adulti perchè abbandonati e orfani di educazione e di amore.
E non sono stati in grado di far propria l'idea che il movimento cinque stelle, come formazione politica, era -e tuttora è- una gigantesca torta comunitaria che ha una sua prticolarità intrinseca: deve servire a nutrire tutti. Dovrà quindi sfamare tutti i bisogni e tutti gli assetati.
Ma per avere una possibilità di vittoria, dovrà farlo in maniera adulta.
E ha bisogno del tempo fisiologico necessario.
Il PD, il PDL, la lista Monti, Sel, Fratelli d'Italia sono il fast food della politica. Il loro mantra è "dateci il voto e sparite". E' la stessa frase che è stata proposta da Bersani a Crimi e Lombardi "dateci la fiducia per governare" senza spiegare come, dove, perchè, secondo quali progetti, meccanismi, programmi (ah, si certo, i famosi e fumosi 8 punti!).
Come sono abituati da sempre a fare "delegateci e noi vi rappresentiamo, nel frattempo state zitti".
Il M5s è, invece, lo slow food della politica.
Ha bisogno, per sua natura, di tempo per lievitare.
Infatti, è come il pane. Molti votanti e sostenitori di M5s in buona, anzi, in ottima fede, mi ricordano me da piccolo quando mia madre preparava il pane fatto in casa che io adoravo. Ancora adesso dopo decine e decine di anni ne sento il sapore sulle papille della lingua. Lo metteva in forno e dopo tre secondi io andavo in cucina a chiederle quando era pronto, e poi ritornavo di là a giocare e poi ritornavo in cucina a protestare dopo qualche secondo. Non concepivo l'idea del tempo necessario per la cottura: ero preso dal bisogno di "soddisfazione instantanea" caratteristica del pensiero infantile quando è legato a bisogni sia emotivi (la mamma che accudisce e provvede) sia fisiologici (la fame). Così con Grillo che viene vissuto come una Grande Mamma che ha provveduto a liberarci dalla paura dell'Orco e dell'Uomo Nero e ha messo il pane nel forno acceso della democrazia in attesa. Ma nel frattempo, l'idea berlusconiana-marketing-pubblicitaria dell'esistenza aveva provveduto a far regredire la nazione, trasformando le persone adulte in bambini piccoli bisognosi, abituati alla soddisfazione instantanea del modello marketing attuale: soldi facili con il gioco d'azzardo, orgasmo immediato con il video-porno o con le chat sui social networks, lavoretti veloci pagati al nero purchè cash e subito, il tutto all'interno dell'esigenza di essere soddisfatti subito.
E allora mangiatevi il fast food e non lamentatevi.
La vera progettualità politica è slow.

Volete il fast food della politica: avete l'imbarazzo della scelta.

Volete il pane lievitato all'italiana, cotto nel forno a legna: imparate a controllare l'impulso della fame, così si diventa adulti.

Anche io muoio dalla fame di democrazia, muoio dalla sete di onestà, e sono mosso da un bisogno di emergenza totale.

Ma l'acqua inquinata non la voglio.
Il pane gommoso e stantio neppure.

Aspetto.

Nel frattempo nutro il mio Io per gestire il digiuno necessario.

La via verso l'essere adulti, e soprattutto la via per diventare una nazione di adulti pensanti, è davvero lunga.

Buon percorso a tutti.

E custodiamo il pane mentre aspettiamo che lieviti, controlliamo la temperatura del forno per non farlo bruciare o rallentare troppo la cottura.

Nel mondo adulto si chiama "tempistica della circostanza oggettiva".

Ci penserà (purtroppo) la gravissima crisi attuale ad accelerare il tempo di cottura.
Ciò che conta è che al momento giusto, ci sia pane per tutti.

Buon week end.

18 commenti:

  1. Dovremmo diffondere questo articolo ogni giorno e farlo leggere a quelli "che il fast food è meglio di niente" e a quelli "che se hai i voti devi assumerti la responsabilità di governare" e sono tanti, in buona fede e in malafede. grazie Sergio. maria grazia m.

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  2. Il pezzo e' molto bello, complimenti all'autore. Il cuore viaggia in sintonia con le parole dettate da sentimenti sinceri e condivisibili. Ti e mi auguro che tu abbia ragione, e che ci sia una luce di speranza nel momento buio in cui stiamo vivendo. Non ti nascondo pero', altrettanto sinceramente, che mi sento deluso. Beppe Gillo e' uno come noi, e io sicuramente non avrei saputo fare di meglio. Ma il risultato e' che l'impeto dirompente di quel 25% (o piu') conquistato alle elezioni si sta disfacendo nella delusione di non vedere alcun risultato. Nessuno mi puo' convincere che non si potesse fare di piu', con quella forza.

    FG

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    1. Caro Franco, ti dico con il cuore la mia personale idea. Non soltanto è stato fatto il massimo possibile, ma addirittura al di là di ogni più rosea previsione. Se il M5s avesse ottenuto il 37% alle elezioni e la maggioranza assoluta, avrebbero forse perfino annullata l'elezione con qualche scusa, non vi è alcun dubbio. La notte famosa in cui i deputati sono andati da Napolitano e Grillo se ne uscì fuori urlando al golpe e chiamando a raduna un milione di italiani, lì è intervenuto il potere e ha chiarito a Grillo come stavano le cose. Nel senso di "abbiamo capito signor Grillo, basta così, per il momento, o ferma tutto oppure lei verrà ritenuto il primo e unico responsabile di ciò che accadrà". E Grillo -giustamente e per fortuna- si è assunto la responsabilità della sicurezza nazionale e ha tirato il freno. Al posto suo, io avrei fatto la stessa cosa. Ma la breccia, ormai era stata aperta. Dieci giorni prima c'era stata la frase (non a caso passata sotto accurato silenzio da parte dei media) di Mario Draghi a una conferenza stampa a Bruxelles "vorrei tranquillizzare i mercati sulla situazione politica in Italia che non rivela nessun tipo di allarme: abbiamo già innescato il pilota automatico, e vi garantisco che funziona". Era una minaccia di tipo militare. E' iniziato dunque il lavoro di scalpello da parte di chi sostiene il M5s; lavoro faticoso, lungo, complesso. Da parte del potere hanno avviato una strategia di smantellamento del movimento usando le strategie più subdole, gran parte delle quali tuttora in atto. La maggior parte dei siti "movimentisti" e gran parte di bloggers "ufficialmente" movimentisti, quotidianamente introducono pillole velenose che portano a dividere e produrre avvilimento, delusione, sfaldamento. Molti sono troll senza neppure sapere di esserlo. Siamo all'alba di M5s 2.0 che segna e segnala l'inevitabile passaggio dalla "quantità" alla "qualità". E' accaduta (importante precedente storico)la stessa cosa al P.C.I. nell'estate del 1948 dopo che la D.C. prese la maggioranza assoluta dei voti alle elezioni politiche del 18 aprile. Nell'autunno del 1949 sul corriere della sera, su Il Messaggero, e su altre testate allora di moda si leggevano articoli in cui si spiegava perchè e come i comunisti italiani erano scomparsi dalla scena politica italiana per sempre, avviandosi verso un inevitabile declino. Li prendevano in giro, li sbeffeggiavano, li denigravano.

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    2. (segue)......Una marea di editoriali raccontavano la delusione degli elettori e la fuga verso altri partiti. Non esisteva la parola "implosione", si usava "sgonfiamento"; non si usava la parola "voto di protesta" bensì "novità del suffragio universale"; non esisteva neppure l'uso del termine "comunicazione", promosso soltanto (in Italia) verso la metà degli anni'70; si usava, invece, il termine "proselitismo confessionale" o "propaganda sovietica" (a seconda dei casi). Non esistevano sondaggi nè proiezioni, ma c'erano sistemi di previsione e di calcolo empirici, non per questo meno efficaci. Alle successive elezioni amministrative del 1950, il P.C.I. arretrò ancora perdendo circa il 56% del proprio elettorato. E a quel punto scesero in campo personalità del calibro di Giulio Einaudi, Adriano Olivetti, Marco Moretti, Baslini, Pannunzio, e tanti altri ancora, che chiamarono a raccolta artisti e intellettuali (i professionisti della comunicazione di allora e di sempre) che poco a poco con il loro quotidiano lavoro capillare di formazione di una nuova etica, di una nuova morale, ma soprattutto di un nuovo linguaggio di "scambio sociale comunicativo" diedero inizio a una modalità diversa e originale di intendere e interpretare le esigenze e i bisogni di un'Italia distrutta e devastata dal fascismo e dalla guerra, che aveva bisogno di cambiamento interiore. Soprattutto quello: interiore. Una rivoluzione interiore. Artisti e intellettuali si assunsero la responsabilità della formazione delle coscienze, privilegiando il merito e la competenza tecnica. Il resto è storia nota. Noi oggi siamo in linea con quella fase lì. Con due aggravanti: a) siamo ancora dentro la guerra che la finanza ha scatenato per depauperare la nazione e il peggio deve ancora arrivare; b) viviamo ancora sotto il tallone di ferro (mascherato e travestito da ammaliante pratica seduttiva)del berlusconismo che ha promosso narcisismo, egocentrismo, e una nuova classe di "agenti inconsci" che i sociologi americani (nel 2004) hanno definito "i cretini digitali", i quali hanno il compito di frenare l'attività intellettuale e culturale formativa per risvegliare le coscienze collettive. Sono ottimista. Non sono affatto deluso. Lo sarei stato se si fosse verificata una qualche deriva violenta con sangue innocente versato. Il M5s è pacifista. Siamo "furiosamente gandhiani". Il mio ottimismo è realistico, ed è supportato da dati reali. Si può fidare.

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    3. Sergio,

      Sicuramente non meritavo tanta attenzione da parte tua, ma siccome me l'hai data, approfitto per rispondere (e non per ribattere, che e' una parola che non mi piace). Anche a me piace essere ottimista e se, in modo inconsapevole, fossi stato col mio voto di ausilio al miglioramento della situazione ne sarei felice. Condivido molto di quello che dici, e, lo ripeto ad alta voce perche' non vorrei essere frainteso, NON ACCUSO GRILLO DI ALCUNCHE', a livello personale. E' una figura che ha saputo catalizzare tanti sentimenti e forze di natura diversa, per orientarle in una direzione, e per questo ha tutta la mia stima e rispetto. Dico pero' che alcune scelte tattiche mi hanno lasciato perplesso, e sinceramente non mi sono piaciute. La politica deve vedersela con l'uomo, inteso in senso antropologico, e con la moltitudine degli uomini e degli italiani, che degli uomini sono matematicamente e non solo un sottoinseme. Credo che un atteggiamento meno ideologicamente intransigente avrebbe forse aiutato il cambiamento. La paura che il grillismo abia paura del potere e' tanta, le cose che si leggono (e su cui faccio la dovuta tara) sembrano annunciare un movimento che non solo si accontenta, ma trova la sua ragione di essere in una minoranza importante (15%?) che possa "solo" essere di pungolo agli "altri". Non mi piace. Vorrei che le forze di cambiamento riuscissero a fare di piu.

      FG

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  3. Hai presente la capacità atavica delle iene,quando vanno a caccia,come agiscono per accerchiare la loro preda?

    Immagina e trasponi metaforicamente in parlamento la scena di caccia,e vorrei vedere ciasuno di noi in tale situazione,come potrebbe cavarsela.
    Capisco che pretenderemmo di più,l'inesperienza anche ha fatto la sua comprensibile parte.Ma ,il post di Sergio è notevole proprio perche' ci insegna a restare ben ancorati alla realtà,al concreto,senza illuderci abbarbicati ad idee miracolistiche,di fatto infantili,proprio come descritto.

    Per questo l'impeto dirompente dei risultati elettorali del Movimento 5 Stelle va accudito,potenziato,incoraggiato,dandogli il tempo di maturare e divenire quello che tutti dovremmo sperare,la prossima forza di governo in Italia.Se c'è rimasto del sale in zucca.

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  4. Caro Sergio,leggendo mi viene proprio spontaneo aggiungere che il M5S ha anche attirato dei Pezzi di M...mi scuso per la pesantezza ma non trovo altro modo.Oramai è chiaro che un gruppo di persone elette tra le fila dei pentastellati lavorano solo con l'intenzione di far implodere il gruppo.Azione ipocritamente giustificata dai soliti pseudo-problemi di rito ma è chiaro che si stanno vendendo per far nascere una maggiornaza alternativa;il reclutamento della sinistra non si è mai fermato.E' questo lo scenario che si sta realizzando.Ora leggendo Il suo bel post mi viene di pensare a tutti quelli che con onesta' e speranza si sono affidati al M5S e che per colpa dei sopracitati infami ci sarà la possibilita', ancora una volta, di essere "ingannati e defraudati".Spero tanto che le persone comincino a rendersi conto di quanto difficile sia il percorso intrapeso dal M5S e che rafforzino la fiducia.Io, personlamente non vedo alternative!!Maurizio

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    1. Hai ragione , ma il problema è a monte : non puoi entrare in parlamento con un solo voto voto di preferenza !Le conseguenze sono queste appunto gente che dall' interno fa i propri interessi,come gli altri e non vedo destra e sinistra sono tutti uguali.I danni poi sono difficili da ripare se non si hanno le capacità comunicative adeguate : Fico l'altra sera stava per essere sbranato dalla Gruber & C. , lo stesso Sergio non mi è sembrato molto energico da Formigli .E' necessario reclutare Gladiatori per l' arena televisiva alla quale il fondatore necessariamente dovrà tornare.Pasqualino

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    2. Capisco, comprendo, e direi che sono d'accordo con entrambi gli anonimi.

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  5. Il Movimento da solo non è la medicina che guarisce da ogni male. Non basta averlo votato per risolvere di colpo problemi secolari, antropologici e culturali.

    Né i partiti tradizionali e né i 5 Stelle possono risolvere i nostri problemi, individuali e collettivi, solo perché li abbiamo delegati a ciò col nostro voto. Sinora nulla è cambiato, anzi molto è peggiorato. E questa volta non sarà diverso, a meno che noi tutti, cittadini fuori e dentro il Parlamento, non ci interessiamo attivamente, controllando l'operato del Governo e facendo sentire la nostra voce, alta e forte, come in Turchia, quando è il caso.

    I bambini si aspettano che la mamma soddisfi i loro bisogni ed agiscono a tal fine, ricorrendo ai capricci, alle minacce, ai piagnistei. Da questo punto di vista la nostra rappresentanza politica e l'intero Paese devono imparare a crescere, a diventare adulti, assumendosene la responsabilità. Lo stesso Grillo smetta, se ne è capace, di fare la chioccia che vuole tenere ben stretti i suoi pulcini, col rischio di schiacciarne più d'uno. Altrimenti anch'egli appare come un bimbo viziato che scalpita e piange quando gli portano via il giocattolo.

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    1. Grillo non è una mamma, è un padre, e Il movimento è un figlio che non fa eccezione: deve ribellarsi al padre se vuole diventare adulto (edipicamente parlando).
      Questo credo Grillo lo ha capito, deve cominciare a mettersi da parte, forse per questo in questi giorni stà facendo di tutto per litigare col Movimento.

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    2. Secondo me il padre è Casaleggio, Grillo è la mamma.

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  6. Leggendolo mi sono commossa, bellissimo articolo Sergio, scalda il cuore. grazie.

    Grillo non deve mettersi da parte perche' il movimento è ancora un neonato, ha bisogno di essere svezzato ma ci vuole tempo, ci sono crisi da superare, rapporti da rinforzare, fiducia da guadagnare ancora, il paese è in condizioni pietose, ci vorrebbe un maestro Manzi...(...)

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  7. Orgoglioso d'averti dato uno spunto,il lievito politico e umano è cosa complicata ,chi riesce a gestirlo ha ai suoi piedi il mondo,però con un minimo di tecnica mirata si può fare anche se credo che Beppe non sia più sull'onda, ha tracimato nell'entusiasmo di una materia non sua, si nasce con con talento per quello che hai dentro ,difficile avere tessi risultati mettendo in mezzo altri soggetti e in questa società all'incontrario siamo unici,inimitabili.Saluti

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  8. Sono commossa anche io. Grazie Sergio! L'ho postato a tutti i miei amici perchè ne abbiamo bisogno. Il tuo articolo è per me come una medicina. Pappa reale per ridarmi energia. Gli attacchi che subiamo ogni giorno ci stanno sfiancando. Ma, come si dice, mi piego ma non mi spezzo.

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