di Sergio Di Cori Modigliani
"La vera patria è quella in cui incontriamo più persone che ci somigliano." (Stendhal).
martedì 25 giugno 2013
Giuliano Ferrara apre la stagione delle confessioni mediatiche: "siamo tutti puttane". Ma non è il solo.
di Sergio Di Cori Modigliani
L’avevo
chiesto a gran voce lanciandola come proposta e progetto politico di
rigenerazione dell’Italia, l’unica strada a mio avviso possibile.
E si
sta verificando.
E’
iniziata, da questa mattina, “l’era delle confessioni”.
All’italiana,
si intende (what else?) ma pur sempre confessioni che vale la pena di
ricordare, dato che siamo soltanto all’inizio.
E
sono ben tre. Una in campo mediatico, l’altro in campo bancario istituzionale,
e il terzo in campo bancario privato.
In
campo mediatico ci pensa Giuliano Ferrara, il quale, a caratteri cubitali, su
Il Foglio edizione on-line titola “Siamo tutti puttane”. Ottimo. Penso che
Ferrara meriti rispetto per aver dato la stura a quella che –mi auguro davvero-
sia l’inizio di una lunga serie di confessioni da parte dei professionisti
della cupola mediatica, i quali, da oggi, seguendo l’indicazione di Ferrara ci
spiegheranno chi paga, quanto paga e che cosa viene loro chiesto in cambio. Se
Ferrara sostiene di essere una puttana, immagino che non parli del suo corpo, poiché non
penso proprio abbia un mercato, evidentemente essendo la fulminante
intelligenza il suo hatù principale, si riferiva a quello. Mi auguro che il prossimo
passo consista nel renderci edotti su come funziona il sistema prostitutorio mediatico.
Così
commenta Elisabetta Addis, valente economista, nonché membro fondatore del
gruppo di donne se non ora
quando “Grondano sessismo i commenti acidi di tanti berlusconiani irriducibili.
Chiamano le giudici "le gentili signore"; vanno in piazza dicendo
"Siamo tutti puttane". Bene, siete puttane. Dov'è il problema? Di
molti di voi lo sapevamo già, lo avevamo già sospettato che le vostre penne
fossero in vendita. Del resto, così va il mondo. Se ora lo dite voi stessi,
alto e chiaro, non possiamo che dirci d'accordo. Ma credevamo che avessimo
convenuto, noi e voi, che il mestiere di prostituta, escort, puttana, è un
mestiere come un'altro, ciascuno è libero di vendere quel che meglio crede, e
sarebbe moralismo dire il contrario. Da economista, credo nei vantaggi del
libero scambio. Come parte di Se Non Ora Quando, vi garantisco che non ce
l'abbiamo con le escort, non ce l'abbiamo mai avuta con loro. Ce l'abbiamo con
chi le paga, specie se sono minorenni. E allora perché si dovrebbe ritenere
incongruo, pazzesco, eclatante che voi siate puttane come tutti? Cosa avete
contro le puttane?”.
Personalmente
non ho nulla contro le puttane, purchè lo si sappia e sia chiaro.
Ce
l’ho, invece, con l’ipocrisia.
La
seconda confessione è più corposa e preoccupante, anche se ben più importante
di quella de il direttore de Il Foglio. Viene da una donna, Marina Cannata,
poco nota al grande pubblico. Si tratta di una delle persone più importanti per
le vite di tutti noi, essendo la signora (oltre che ottima economista e
attendibile esperta in problemi del diritto europeo e di quello internazionale)
la “direttrice generale per il debito pubblico del Ministero dell’Economia”.
Quella che esegue gli ordini di Saccomanni tanto per intenderci, ma anche
quella che telefona a Saccomanni per dirgli “guardi che questo o quello non si
può fare, qui non si può aumentare, qui non si può tagliare” e potete star
certi che lui le dà retta, perché Maria Cannata ha davvero il polso della vera
situazione economica italiana. Ieri pomeriggio, mentre l’Italia si scatenava,
su opposte sponde, nel manifestare la propria opinione relativa alle notti
bollenti di Arcore, la funzionaria teneva una importante prolusione
all’università Luiss a Roma, spiegando con parole elementari che il governo
Monti ha distrutto l’Italia e che il governo Letta è già fallito. Non lo ha detto
né in termini ideologici né in termini propagandistici, ma in termini tecnici. Ha
detto, infatti, al convegno: «Le economie dell'Eurozona sono tutte in
sofferenza e gli analisti di mercato individuano molto più nell'economia reale
che in altri fattori la possibilità di superamento dei problemi sistemici,
quindi, in questo momento i veri investimenti a livello internazionale vengono
fatti nelle nazioni e sulle economie che privilegiano la produzione di merci,
ovvero quella reale, a quella finanziaria, cioè virtuale». E’ davvero il segreto di Pulcinella, direi
quasi banale. Ma detto dalla Cannata suona come una confessione molto chiara,
perché proseguendo nel suo intervento ci ha tenuto a spiegare che non si tratta
né di leggi né di manovre né di destra né di sinistra né di Friedman né di Keynes.
I grandi capitali internazionali, dopo l’annuncio fatto da Bernanke a
Washington, hanno deciso di iniziare a cambiare rotta ritrovando un guizzo di
razionalità sensata: si va a investire sui mercati dove si producono beni,
quindi le nazioni dove i governi investono danaro pubblico per sostenere
l’industria, l’innovazione, la ricerca, esattamente tutto ciò che l’attuale
governo Letta NON sta facendo e NON è chiaro se ha intenzione di fare, come del
resto anche Spagna e Grecia e Portogallo. A differenza di Germania, Francia,
Olanda, Danimarca, Belgio, Cekia, Polonia, Svezia, dove gli indici di
investimenti strutturali nell’industria manifatturiera sono in netto aumento ed
è in atto un poderoso piano nazionale per il rilancio delle loro economie. “Non abbiamo
una politica economica di piano industriale” ha confessato l’ economista.
E lei, è una che davvero sa al millesimo di che cosa sta parlando, le poche volte
che parla.
Nessun rilievo sulla
stampa italiana, dato che l’opinione pubblica è presa da altre dichiarazioni, su
altri e più ameni argomenti.
La terza confessione
è una chicca tutta italiana. Flebile, piccolina, ma sostanziale.
Riguarda Intesa San
Paolo, la seconda banca italiana, che ha in mano circa 2 milioni di mutui
semidecotti ed è un istituto finanziario di importanza strategica. Il 18 dicembre 2012, era stato eletto
direttore generale Giuseppe Castagna, un manager napoletano, con invidiabile
curriculum vitae e un esperienza quarantennale in tecnica bancaria. Era entrato
in carica a metà gennaio e aveva cominciato il suo lavoro di ristrutturazione
dei conti della banca e di “revisione strutturale del sistema dei mutui”
finalizzato a impedire il crollo del mercato immobiliare italiano, con
conseguente disastro sociale, verso la metà di aprile. Il nuovo governo, per motivi
che non hanno spiegato, ha cominciato subito a fare i capricci sulla sua
esistenza. E così, neppure due mesi dopo il suo ingresso, è stato licenziato.
Nessuna notizia in merito. Nessun commento di rilievo. Nessuna opinione.
Nessuna domanda. Di solito, in casi come questo, i dirigenti bancari sono
sempre molto abbottonati, rilasciano dichiarazioni diplomatiche e poi finiscono
allo stesso livello dirigenziale in altra banca. Lui, invece, ha confessato. Lo
ha fatto a un sito on line che si chiama Il denaro.it. Per chi è interessato può andare sul sito http://denaro.it/blog/2013/06/13/il-dg-castagna-licenziato-adesso-mi-guardero-intorno/
Ha detto, infatti “Da oggi, dopo 33 anni nel gruppo, sono fuori salvo
ripensamenti collegati a questioni di natura legale. Non c’è
stato il cosiddetto comune accordo. Si tratta di una decisione unilaterale
comunicatami con una nota di servizio. Non è un modo molto carino ma non
sono rammaricato, perché mi sono già rammaricato quando non hanno scelto
me nel consiglio di gestione e hanno affidato la Banca dei Territori a un
altro (Carlo Messina, ndr). Le opportunità non mancano ma
attualmente sono senza lavoro e fuori dal mondo bancario. Non ho un altro
incarico presso altri gruppi, ho avuto diverse segnalazioni che adesso
inizierò a valutare, ma non ho ancora deciso nulla.”. Ci ha tenuto a spiegare che
è stato “licenziato in tronco” senza che gli si sia stata data spiegazione
alcuna. “Mi hanno terminato” ha confessato. Non solo. Sembra che sia stato
fatto fuori dall’intero sistema bancario, sostituito da Franco Gallia, il nuovo
manager. Che cosa sta accadendo in Intesa San Paolo? Perché hanno licenziato il
direttore generale? Perché questo banchiere di lungo corso sceglie di
confessare in pubblico (novità assoluta per l’Italia) il suo defenestramento? Che cosa sta cercando di dirci? E, dulcis
in fundo, qual è il nuovo piano della banca dato che ha in pugno le esistenze vere
di una importante fetta della popolazione italiana?
Penso che
le risposte a queste domande siano molto più importanti per tutti noi delle esternazioni
relative a qualche sgangherata avventizia che ha scelto di trascorrere una o più
serate ad Arcore. A me, francamente, di tutto ciò non me ne importa nulla.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Neanche a me importa un accidenti di berlusconi e compagnia bella, sono più preoccupata dei fatti che hai scritto e della nuova trovata del governo per ficcare il naso nei nostro conto corrente, ho paura del passo successivo...cosa farà..ci preleverà i soldi direttamente senza chiederceli? Siamo appena entrati in dittatura e nessuno si allarma?
RispondiEliminaSiamo appena entrati in dittatura"......togli pure quel "appena entrati"!!!
EliminaSegnalo possibile refuso: nella frase "evidentemente essendo la fulminante intelligenza il suo hatù principale, si riferiva a quello"
RispondiEliminala parola hatù mi lascia perplesso, perchè l'unico senso che conosco è una marca di preservativi.
Forse intendevi dire "atout"?
Truman
Era, per l'appunto, intenzionale. Proprio perchè era relativo alla specifica materia presa in esame, dato che Giuliano Ferrara è persona pubblica nota per aver scritto degli editoriali dove si dichiarava contrario all'uso dei preservativi. Voleva dire esattamente ciò che ha detto.
EliminaIl cattivo gusto,l'oscenità di Giuliano Ferrara,in ottima compagnia,effettivamente benefica l'intero paese anticipando a mezzo dell'autodefinizione ciò che gli italiani veramente per bene,pensano di lui e del suo pensiero....pensiero???
RispondiElimina