di Sergio Di Cori Modigliani
Ecco la seconda puntata del post dedicato alla "psicostoria".
Parliamo qui di questa nuova disciplina, entrata anche in Italia come materia d'insegnamento all'università, che risulta molto utile, come strumento intellettuale, per comprendere alcun segni, segnali e significati delle dinamiche di potere all'interno dei sistemi politici. Ogni paese, nazione o popolo che dir si voglia ha una sua peculiare e originale forma di gestione del potere e di controllo sociale del sistema dei propri cittadini.
In Cina, la manifestazione e l'esercizio del potere sono molto diversi da quello dell'Iran, che è a sua volta molto diverso da quello dell'Arabia Saudita, che è diverso da quello dell'Egitto, e così via dicendo. In Europa, la Germania viene gestita, guidata e protetta dai tedeschi in maniera completamente diversa da come accade in Francia, Gran Bretagna o Italia. Poichè siamo nello stesso continente e pur nelle differenze abbiamo diversi valori comuni, una lunga tradizione di orribili guerre e armoniose alleanze, ceppi comuni, e una bimillenaria pratica di gestione del vicinato, ci conosciamo molto bene l'uno con l'altro. Noi italiani non abbiamo misteri per i tedeschi, così come non ce l'hanno i francesi per noi.
Poichè noi siamo in Italia e ci interessa combattere delle battaglie evolutive per la nostra nazione, dobbiamo comprendere quanto sia importante avere molto chiara la composizione del potere in Italia, la sua manifestazione, la sua modalità, la sua consuetudine, la sua norma. Altrimenti non è pensabile di poter organizzare una qualunque strategia vincente per far evolvere la nostra società.
La caratteristica del potere italiano, che lo rende unico nel suo genere, consiste nel fatto che "ciò che appare non è" e "ciò che è e conta non è ciò che appare".
Non è così per gli inglesi, per i ceki, per i tedeschi, per gli svedesi, ecc.
Ma lo è per gli italiani.
Tanto più trascorre il tempo, tanto più si staglia nell'archivio della nostra tradizione culturale -davvero unico nel suo genere- la figura di Luigi Pirandello, originale figura di artista geniale che più di ogni altro in assoluto è riuscito a identificare, e poi raccontare e descrivere, l'autentico volto antropologico del potere italiano, basato sul gioco delle parti, con l'aggravante -che rende la sua identificazione molto complessa- di un mascheramento totale delle fonti originarie. Non è un caso che lui scelse di titolare la summa di tutte le sue opere "Maschere Nude".
Il Potere (quello con la P maiuscola) in Italia è occulto: questa è la sua autentica natura reale.
L'unica modalità per poterlo quindi aggredire, imponendo in tal modo il necessario cambiamento per migliorare la condizione della cittadinanza collettiva, consiste nel suo smascheramento.
A seconda dei casi, delle circostanze storiche, degli accadimenti legati all'attualità, il potere italiano usa e propone diversi servitori, i quali, in quanto tali, sono tutti intercambiabili. Il potere fascista (che era reale) non cadde il 25 luglio del 1943. Si fece credere alla gente che fosse così. Quella caldissima notte, in verità, rese palese a Benito Mussolini (che non aveva capito come si erano messe le cose) il fatto che "i potenti" avevano deciso di mandare in soffitta il fascismo. Ma la struttura del potere rimase la stessa, non venne intaccata neppure di un grammo o di un millimetro. Non avrebbe potuto essere altrimenti. Tant'è vero che il fascismo non cadde a furor di popolo o perchè ci fu una rivoluzione o una sollevazione popolare, macchè. Cadde, perchè era intercambiabile: servivano altri camerieri. Non cambiò neppure nel 1946 con la repubblica al posto della monarchia: l'aristocrazia rimase intatta al suo posto e le dinastie oligarchiche si misero d'accordo con gli americani. Ma con la costituzione repubblicana si gettarono le basi del cambiamento e lì il Potere cominciò a capire che iniziavano i guai, che arrivarono soltanto alla fine del 1951, quando (troppo tardi per loro) si accorsero che parte integrante del piano Marshall consisteva proprio "in un cambiamento della logica del potere che contava" e che passava attraverso l'industrializzazione del paese. Fino a quel punto, il potere occulto italiano si sorreggeva tutto sulla grande proprietà terriera e sulla commistione di interessi tra il latifondo delle grandi famiglie aristocratiche e la Chiesa cattolica che le proteggeva. La riforma agraria andò a colpire la spina dorsale del potere occulto italiano, la scosse, ne spezzò i rami secchi, e l'Italia cambiò. Per attuare il cambiamento evolutivo italiano fu necessario prima smascherarne la logica e renderla palese. Gli italiani, come comunità collettiva, appresero soltanto in quel momento che l'Emilia e la Lombardia, tanto per fare un esempio, appartenevano in toto a 250 famiglie e basta. Così anche nel resto d'Italia.
Cambiò anche la struttura del potere.
Che rimase occulto, ma con una logica diversa, più ampia, più diversificata.
Con attori protagonisti diversi.
Con interessi diversi.
Con obiettivi diversi.
E lì, nell'ombra (come sempre) gestirono il potere per svariati decenni, passando da un sussulto all'altro, da una crisi all'altra, da un governo all'altro, fingendo dei cambiamenti che non si sono mai verificati perchè la struttura del potere è sempre rimasta la stessa dal 1952.
Il resto d'Europa, nel frattempo -negli ultimi 60 anni- è andata incontro a cambiamenti strutturali nelle singole nazioni. In alcuni paesi gravemente ritardato per via della guerra fredda ma completato definitivamente tra il 1990 e il 2000. Dovunque e comunque.
L'Italia, invece, è rimasta al palo.
Non solo. Poichè la Storia quando evolve nei suoi processi psico-sociali modifica l'immaginario collettivo, le esigenze della cittadinanza, i bisogni, e si adatta al nuovo, mentre il resto d'Europa si assestava alle nuove forme di potere dei singoli stati, l'Italia -rimanendo ferma- non si rendeva conto che stava tornando indietro. Se nel 1990 la distanza tra il modello italiano e quello delle società più evolute e progredite era di qualche anno, oggi, purtroppo per noi tutti, si calcola ormai in svariati decenni.
Se il Potere, in Italia, non cambia strutturalmente, adesso e nei prossimi mesi (abbiamo si e no al massimo un anno ancora di tempo) tra diciotto mesi la distanza tra noi e la Francia, la Germania, la Gran Bretagna, l'Olanda, gli Usa, il Sud America, la Cina, la Russia, ecc., sarà di 50/60 forse -a detta di molti- addirittura di cento anni. Già oggi, la differenza culturale tra noi e altri stati europei e occidentali è macroscopica, tangibile, a tratti siderale.
L'Italia, se non cambia, non si riprenderà più non perchè sia in crisi, ma perchè ha dimostrato di non esserlo.
Sembra un paradosso, ma è invece la realtà della nostra situazione.
(questa è la lettura psicostorica)
"Crisi" non vuol dire problemi economici o di lavoro. Vuol dire "un sistema che non regge più le sue funzioni perchè le implicazioni psicologiche, emotive, affettive ed effettive, che sono quelle che determinano l'esistenza e la dinamica delle persone non consentono più nessuna ripresa non essendoci possibilità di riforme".
Economicamente, ad esempio, sia gli Usa che la Gran Bretagna stanno in grave crisi. Ma in realtà non lo sono perchè il loro sistema di potere regge benissimo e durerà ancora lunghi decenni a venire. Idem per la Cina, per la Francia e per la Germania. E per tantissimi altri paesi dove il potere è solido e saldo.
Se un sistema non funziona, va cambiato, altrimenti crolla: è come una vecchia automobile.
L'Italia non la si cambia attuando riforme, bensì cambiando la logica del potere, come dovunque.
Per poterlo fare, però, essendo in Italia il potere "occulto", è inevitabilmente necessario passare prima per il primo gradino della scala dell'evoluzione: lo smascheramento.
E' per questo che per l'attuale sistema di potere italiano la sequela di denunce, corruttela e quotidiana rivelazione di eventi e fatti davvero allucinanti, è perfettamente alchemizzabile perchè non va a scalfire la logica reale del meccanismo di potere. Avere Berlusconi, Letta, Monti, Alfano al governo è uguale.
Soltanto "smascherando" i poteri occulti è possibile avviare un autentico cambiamento.
Non è certo un caso che il sistema ha cominciato a tentennare e traballare negli unici due momenti in cui si è verificata (diciamo adombrata) l'ipotesi di andare a toccare i poteri occulti per svelarli: nel 1993 e nel 2011.
Le condizioni internazionali (siamo pur sempre sottoposti alla globalizzazione degli interessi) consentirono in entrambi i casi alla vecchia guardia del potere di non apportare nessuna forma di cambiamento. La psicologia del potere è rimasta intatta, identica, immobile. Si è mossa e si è spesa unicamente per frenare lo smascheramento impedendo il cambiamento.
Oggi, a mio avviso, l'Italia va incontro a una possibilità storica eccezionale, proprio grazie alla cosiddetta crisi. Perchè le famiglie, i gruppi, le lobbies che compongono il potere occulto non sono più funzionali agli interessi internazionali di poteri ben più forti di quelli italiani. Chi gestisce il potere occulto in Italia lo sa benissimo, e pur di mantenersi a galla è disposto a svendere la nazione tutta, facendo precipitare il paese in un arretramento e in una regressione definitiva, dalla quale forse si impiegherà 100 anni -se va bene- prima di riprendersi.
Ecco perchè la pattuglia del M5s è considerata dal "potere occulto" pericolosa. Non tanto per la maggior parte dei loro punti programmatici che potrebbero essere perfettamente assorbiti -addirittura con applausi- dal sistema rendendolo efficiente, quanto piuttosto per un punto specifico dell'intero programma che va a toccare e ledere la spina dorsale della gestione del potere esecutivo (quello vero) della nazione Italia: la trasparenza.
Su questo punto "trasparenza" è implosa l'Unione Sovietica ed è finita la guerra fredda.
Perchè il potere, in Russia, ha da sempre avuto una logica, una psicologia, una struttura molto ma molto simile a quella dell'Italia; i russi ci amano per questo: ci capiscono.
Michail Gorbachev lo sapeva benissimo quando a metà degli anni'80 lanciò la "glasnost" (che in russo vuol dire, per l'appunto, trasparenza, dominio pubblico). "La Russia" ebbe a dire allora il premier russo "ha bisogno di perestrojka, ma non la si potrà attuare senza la glasnost". "Perestrojka" in russo significa "ristrutturazione, trasformazione, riforme di struttura".
E ci riuscì.
Questa è la ragione psicologicamente (e politicamente) reale dell'accanimento del potere in Italia contro il M5s: la pretesa di "avere trasparenza". Perchè questo comporta lo smascheramento del potere occulto che è obbligato a mostrarsi, quindi viene identificato, ed è costretto a scendere a patti e compromessi, rinunciando a parte dei loro privilegi. Il "potere occulto italiano" aveva già stabilito che al posto di Napolitano dovesse andare Pinco Pallino con un governo Monti clonato gestito dai soliti intercambiabili. Non ha funzionato, come ben sappiamo, e per i motivi che abbiamo tutti visto e toccato con mano. Sono dunque ritornati indietro ponendosi in posizione di difesa, essendosi sentiti sotto attacco.
Ma quella è stata davvero la prima volta dal 1993 che "il potere occulto" in Italia ha davvero traballato.
La crisi internazionale comporta un rimescolamento dei sistemi di potere locali nella costruzione di un nuovo ordine mondiale sostenibile e l'Italia frena, è riottosa, è regressiva.
E' uno di quei casi storici in cui dobbiamo benedire l'esistenza della globalizzazione, perchè il potere occulto italiano non è in grado di adattarsi e quindi vuole sottrarsi. Anche a costo di affondare il paese nella melma.
Lo sa molto ma molto bene Morelli, un solido industriale intelligente, che guida i giovani di Confindustria, il quale ha paventato, se non minacciato, "una imminente rivolta". Se nel 1964 o nel 1975 o nel 1987 o nel 1998 un esponente autorevole di Confindustria avesse usato una terminologia del genere, sarebbe stato costretto a dimettersi immediatamente (trascinandosi appresso anche il presidente) e chiedere anche scusa ritrattando.
E' un'occasione da non perdere, quindi.
La psicostoria sta dalla nostra parte.
Anche quell'altra psicostoria, quella degli algoritmi del computer Nautilus.
L'idea della "trasparenza", cioè la glasnost italica, modifica i grafici sensoriali dell'emotività collettiva e fa uscire dalla depressione sociale: evento da non sottovalutare affatto.
Lo smascheramento è fondamentale per noi italiani.
Ed è letale per i poteri occulti che non vogliono il cambiamento perchè in questa crisi ci sguazzano, ingigantendo sempre di più lo spessore dei loro profitti.
E' bene capire e sapere come stanno le cose.
Questo è il motivo per cui il cavaliere Berlusconi, uno dei più solerti funzionari al servizio dei poteri occulti, ottimo impiegato di manovra, dichiara "Letta deve andare a Bruxelles a battere i pugni sul tavolo". E', per l'appunto, un infantile trucco dei poteri occulti per gettare fumo negli occhi, per distrarre, sviare l'attenzione, confondere e, in ultima istanza, cavalcare l'ansia protestaria spingendola verso un nemico esterno. Come mai il marpione Berlusconi incita Letta a fare il gradasso contro la Merkel? Questo è un interrogativo interessante. La mia personale opinione consiste nel fatto che l'intelligente arcoriano lo vuole spingere, pubblicamente e sfacciatamente a fare qualcosa che il povero Letta non può fare, non è in grado di fare, neppure se lo volesse. E' l'estremo tentativo di fingere la volontà di cambiamento per evitare lo smottamento del sistema causato dalla glasnost. A quel punto, il nostro prode cavaliere avrebbe gioco facile nel presentarsi come quello "in grado di andare lì a battere i pugni sul tavolo" dato che stanno per lanciare l'attacco all'euro e l'ultima cosa che Berlusconi farebbe andando a Bruxelles sarebbe negoziare per l'evoluzione dell'Italia. Anche Grillo sostiene che è necessario andare a Bruxelles a battere i pugni sul tavolo, ma l'ultima cosa alla quale il signor Beppe Grillo davvero pensa è mandarci Enrico Letta. Sa benissimo che di professione fa il nipote e basta.
Tutto ciò si accompagna al nostro 69esimo posto nel mondo come libertà di stampa.
Posto misero e avvilente. Lo sanno ormai tutti.
Ecco un esempio: in questi giorni la riunione del Bilderberg ha l'Italia al centro della propria attenzione. Nel nostro paese non è stata pubblicata nessuna notizia di rilievo al riguardo, quindi la gente non ne sa niente. A differenza della Gran Bretagna dove, invece, non si parla d'altro. Anche perchè (è una bella notizia questa, per tutti) davanti al luogo dove si riuniscono questi signori c'è una gigantesca quanto inattesa moltitudine di oppositori britannici che contestano l'evento. In prima fila, il sindaco (conservatore liberale) della cittadina. La BBC trasmette regolarmente tutta la vicenda e là si dibatte della questione. Anche a Parigi, Berlino, Amsterdam, Copenhagen, Praga, Buenos Aires, New York, eccetera. Soltanto in Italia neppure una parola.
Ecco alcuni link per chi legge e capisce l'inglese:.
http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/magazine/3773019.stm dove racconta l'evento
http://www.bbc.co.uk/news/business-22806891 questo qui si intitola "bilderberg: due mondi diversi entrano in collisione".
http://www.bbc.co.uk/news/uk-england-beds-bucks-herts-22793804 questo qui è una vera chicca, che fa onore alla libertà di stampa in Inghilterra. Raccontano la vicenda del sindaco di Watford (la cittadina dove si svolge l'evento) il quale ha protestato formalmente presso
il ministero degli interni ponendo la seguente domanda: “perché il mio comune deve spendere soldi dei
contribuenti per garantire la sicurezza eccezionale per la riunione del
Bilderberg? Non mi sembra né giusto né sano”. E da lì si è aperta una gigantesca controversia che sta animando il dibattito politico in Gran Bretagna (beati loro).
Se ci fosse una ipotesi di mandare Beppe Grillo a Bruxelles a battere i pugni sul tavolo, potete star certi che Berlusconi non lo sosterrebbe di certo, anzi. Direbbe che è una follia.Guardate qui di seguito che cosa ho trovato nell'archivio storico del corriere della sera.
Un articolo datato 1995 dove spiegavano perchè l'euro ci avrebbe distrutto.
In quello stesso anno, Grillo già faceva i suoi spettacoli denuncia, allertando la popolazione.
Il background di ciascuno di noi è importante.
Cambiare l'Italia, dopo la glasnost, vuol dire recuperare anche "il Senso della coerenza", il "potere del proprio vissuto" "il peso del passato sulla propria esistenza".
Non siamo tutti uguali.
Non sono tutti uguali.
Ecco l'articolo del corriere della sera e relativo link.
(11 dicembre 1995) - Corriere della Sera
"Lamberto Dini incontra oggi il cancelliere tedesco Helmut Kohl. Una visita destinata alle ultime messe a punto in vista di due importanti scadenze europee: l' imminente vertice di Madrid e l' inizio, due settimane piu' tardi, della presidenza italiana.
Frattanto infuria il dibattito, alimentato dalla crisi francese, sui criteri di convergenza e sull' Unione monetaria. Mentre il ministro delle Finanze Theo Waigel e il presidente della Bundesbank Tietmeyer insistono sull' intransigente linea tedesca, un autorevole osservatore, Ralf Dahrendorf, esprime in una intervista allo Spiegel la sua avversione alla pretesa di Bonn di uniformare l' Europa sul modello germanico.
Cio' che accade in Francia, dice l' autorevole economista Ralf Dahrendorf, dimostra fino a che punto le modalita' di accesso all' Unione monetaria, volute dai tedeschi, possano mettere in crisi altri Paesi: "L' Unione monetaria europea e' un grande errore, un obiettivo avventuroso, temerario e sbagliato, che non unisce l' Europa, ma la divide".
Infatti a Parigi si considera piu' sensato un adeguato livello di spesa pubblica che non il perseguimento di criteri di stabilita' utili soprattutto alla Germania. Quanto all' Italia, incalza, e' piu' interessata alla prassi del deprezzamento che non a un sistema di cambi fissi. Sullo sfondo si staglia la paura di una deriva tedesca. Dahrendorf considera questa paura infondata, ma sottolinea come a Roma e a Parigi sia un motivo dominante. E come Bonn l' abbia ingenuamente alimentata, imponendo i suoi valori nella convinzione che poiche' hanno dato buon esito in Germania lo stesso debba accadere altrove. Per fortuna, sottolinea ironico, stavolta l' Europa se la vedra' non con lo stato maggiore guglielmino, ma con la Bundesbank.
E se l' Unione monetaria fallisse? Non credo che fallisca, risponde: piu' probabilmente sara' rinviata. E la cosa sara' accolta con lo stesso sollievo che accompagno' , nel 1954, la bocciatura della Comunita' europea di difesa da parte della Francia. Siamo in presenza di culture economiche diverse, sostiene Dahrendorf: per questo l' Unione monetaria e' un grande errore, una meta avventurosa e temeraria che non solo non unisce l' Europa, ma al contrario la divide."
http://archiviostorico.corriere.it/1995/dicembre/11/Moneta_unica_che_errore__co_0_95121110228.shtml
Per oggi, basta così: buona settimana di lavoro.
Per chi il lavoro ce l'ha.
Eccellente articolo. Andrebbe diffuso ovunque.
RispondiEliminaGrande Sergio (Marco Giannini)
RispondiEliminaMi chiedo (e le chiedo) con quali armi "smascherare" i poteri occulti se tutti i media hanno messo la srdina a ciò che lei dice?
RispondiEliminaNon tutti conoscono perfettamente l'inglese da poter legge e soprattutto "comprendere" i link da lei postati me compreso (ahime).
Sono in accordo col suo pensiero ma se la perestroika ha bisogno di glasnost prima di tutto come fare per uscire da questo melmoso pantano? Al prossimo vertice Bilderberg assaltare in massa l'edificio in cui si tiene la riunione?
Cari saluti Sig. Sergio
Martino Giusti