lunedì 13 agosto 2012

La "patacca Grillo" e il significato delle Olimpiadi. Una riflessione sulle nuove suggestioni mediatiche



di Sergio Di Cori Modigliani


Rispondo qui collettivamente alle tantissime lettere private e ai diversi commenti sul mio ultimo post relativo alla “patacca Josefa” e alle opinioni sull’olimpiade appena conclusa.

1), La “questio Josefa”. Ad esclusone di due commentatori che si firmano Igor Biagini e Mariano Cicchi, la maggioranza ha scelto di non voler (o non saper) leggere la sottesa argomentazione. O ancora peggio, innalzare una levata di scudi a difesa e salvaguardia dell’eroismo sportivo italiano. Premetto che non ho mai messo in dubbio la abilità di atleta della signora Josefa, non sono un esperto nel settore, e prendo per buone tutte le sue precedenti medaglie. Il punto non era questo. Bensì un altro, che è il seguente:

La signora Josefa è finita, o meglio, pur non essendo una tuffatrice provetta (è una canoista esperta) si è tuffata con tutta se stessa nell’annoso groviglio italiota del “conflitto di interessi”. Con la sua esternazione, ha “situato se stessa al di fuori del mondo dello sport privilegiando l’interesse personale”, in piccolo, piccolissimo, applicando il “teorema Berlusconi”. In questo caso, “l’interesse personale” è di natura politica. Alla capziosa domanda dell’intervistatore che le chiedeva una sua opinione sulla interpretazione politica delle olimpiadi espressa dal leader politico Beppe Grillo, dovendo scegliere tra le sue due nature (quella sportiva e quella del dirigente politico) ha scelto quest’ultima. E ha fatto male. Se lei avesse detto “non mi interessa ciò che dice Grillo perché io sono un’atleta e mi occupo di sport; non di politica, ciascuno può avere le opinioni che vuole, per me ciò che conta è una prestazione pulita nel campo di gara” allora, in questo caso, soltanto un pazzo o una persona in malafede avrebbe potuto contestarle qualcosa. Voto della risposta: dieci e lode. Come ha fatto ripetutamente la eccezionale Jessica Rossi che ha ripetuto fino alla nausea “sono una sportiva non mi occupo di politica”; dopodiché hanno smesso di intervistarla e probabilmente non sentiremo più parlare della nostra squisita atleta. Invece, la nostra Josefa ha virato di 180 gradi, ha posto se stessa fuori del mondo dello sport, e ha espresso un giudizio “politico” gravemente diffamatorio e calunnioso nei confronti del più pericoloso avversario del PD, il partito nella cui direzione la Josefa siede come responsabile dello sport; ha usato una parola che in italiano ha un significato preciso ”costruzione di Falso”, cioè ha usato una vittoria sportiva per incassare subito un guadagno politico per il suo partito a scapito della concorrenza. L’aspetto è ancora più grave perché negli ultimi quaranta giorni la situazione si è fortemente radicalizzata, e Beppe Grillo ha modificato di molto la qualità dei suoi interventi, il suo linguaggio, il campo di intervento; si è assunta la responsabilità del proprio ruolo ed è passato dal “comico” al “politico”. Ha iniziato sul suo blog a pubblicare tutta una serie di succose informazioni sugli intricati legami del potere sotterraneo all’interno del mondo mediatico italiota, con nomi, cognomi, aziende, ecc. comportandosi nel 2012 come Marco Pannella si comportava nel 1977. E’ diventato, quindi, pericoloso. Nel 1977 il PCI iniziò una campagna diffamatoria e calunniosa nei confronti di Pannella, Emma Bonino, Adele Cambria, e tanti altri radicali, spudoratamente allestita dal KGB, proiettando nelle sezioni dei video nei quali si vedeva Pannella che si esercitava a Langley, in Virginia, nel quartier generale della Cia, dove si vedeva Adele Cambria (squisita signora che ho avuto il piacere e l’onore di conoscere e frequentare personalmente) in un ristorante di New York che prendeva una busta da altre due donne identificate e presentate come due pericolose terroriste cilene al servizio di Pinochet (erano due sue amiche di un gruppo di letterate femministe di Brooklyn) e altre minuzie del genere. Io me lo ricordo. Io c’ero. Nel quartiere dove abitavo, comparivano manifesti sui quali c’era scritto ”Via la Cia dall’Italia: combattiamo i fascisti autori di stragi” e sotto la fotografia di Pannella, Bonino, ecc. La domenica mattina si davano appuntamento davanti alla sezione con delle mazze da baseball perché si andava al mercato di Porta Portese a picchiare i radicali, sfasciando i loro tavolini dove denunciavano il finanziamento pubblico ai partiti e protestavano per la situazione del sistema carcerario. Uno dei capi banda di queste squadracce è diventato uno dei più importanti dirigenti politici nazionali della sinistra democratica (tuttora in attività) ed era celebre, allora, perché girava con le pizze dei documentari sulla Cia sotto al braccio. L’atmosfera oggi, non è cambiata. Perché avrebbe dovuto cambiare se i soggetti politici sono sempre gli stessi? Esistono modalità diverse, e nell’attuale società mediatica la fa da padrone la cosiddetta “informazione”. Hanno cominciato a diffondere come mantra obbligatorio l’uso del termine “patacca” relativo a tutto ciò che sostiene pubblicamente Beppe Grillo per veicolare in maniera subliminare che è un produttore di Falso. Chi oggi dichiara (e così vi do una informazione) in diversi àmbiti professionali che “Grillo è una patacca” ottiene una corsia privilegiata di sorpasso. Come pensate che nascano le caste? Come pensate che si costituisca la tifoseria di base che poi consentirà domani a Pinco, Pallina e amici e parenti di poter godere di privilegi oligarchici? Servendo il Principe, e a livelli bassi, il capo-bastone di un partito di massa. Se qualcuno ritiene che Grillo sostenga il falso quando scrive e spiega come funziona a livello di consigli di amministrazione la gestione consociativa dei gruppi mediatici italiani, ebbene, che scriva e dica “tutto ciò non corrisponde alla realtà” e fornisca, invece, una adeguata documentazione. E’ molto più facile, invece, fare dell’anti-politica, come sta facendo il PD nei confronti di Grillo. Come ha fatto l’atleta Josefa, che ha violato la norma virtuosa dello sport e ha scelto di operare come dirigente politico, senza dirlo. Da cui la mia scelta provocatoria che “Josefa è una patacca”. Ci hanno provato pure con Daniele Molmenti (medaglia d’oro prova kajak) una modesta guardia forestale friulana, il quale si è sottratto alla trappola, sorridendo, denunciando la propria ignoranza in materia, presentandosi in maniera umile e tentando disperatamente (con successo) di riportare il discorso nella sfera dello sport.

Nel mio quotidiano surrealista sportivo, il titolo, accanto all’immagine di Josefa, sarebbe:

“Il Partito viene prima dello Sport: ciò che conta è la Politica non l’Atletica”.

Vivere sotto una dittatura mediatico-partitica, vuol dire questo. Non è una sorpresa.

A scanso di equivoci, mi tocca chiarire (visto il tono delirante di diverse lettere) che la mia argomentazione standard (da cui l’idea di questo blog) consiste nello spostarsi dal tifo da stadio al ragionamento, dalla faziosità all’uso di argomentazioni razionali, per ritornare ad affermare il Senso delle cose. Io non sono pagato da Beppe Grillo, neppure lo conosco. Vedo e tocco con mano la diffusione di una campagna di calunnia e diffamazione nei suoi confronti e quindi denuncio simile comportamento. Lo farei per chiunque. Da cui (così è ben chiaro):

“Beppe Grillo non è una patacca, è diventato un importante soggetto politico”. Che piaccia o non piaccia, con lui dovranno fare i conti politici: vale 5 volte di più di Casini in termini elettorali. Capisco che il PD non ci dorma la notte; ebbene, che imparino a far Politica. Se scelgono, invece, la strada facile dell’anti-politica, vanno smascherati. Chi vuole combattere politicamente Grillo mostri e dimostri come intende sottrarre il paese alla morsa asfissiante della corruttela, del consociativismo, della partitocrazia, della finanza. Se non è in grado di farlo, taccia.

Si può essere d’accordo con Grillo, si può essere in disaccordo con lui, ciascuno sceglie ciò che ritiene opportuno. Ma sostenere che sia un falsario è una argomentazione subdola che a me ricorda –per istintaccio nato dall’esperienza politica in questo perverso paese- la vecchia sbiobba allestita dal Kgb. Così rispondo anche a chi, sorpreso, mi ha chiesto quale fosse l’accostamento tra la brava atleta e Josif Stalin. Quella è la scuola.

 

2). Olimpiadi.

Nell’attuale mondo visivo mediatico, la “simbolica” occupa un posto fondamentale. E’ il perno decisivo della Guerra Invisibile. Sostiene un mio commentatore che si firma Nino “Non c'è peggior sordo di chi non vuol capire, di chi segue le sue tesi precotte, pronte da mangiare senza alcuna fatica per pensare. Il sistema ci ha abituato a questo perché ci ha tolto l'opportunità di ragionare con la nostra testa, ma per fare questo è necessario che ci sia un'informazione corretta affinché ognuno possa farsi un'opinione fui fatti e non sulla falsificazione dei fatti.
Le Olimpiadi sono un grande 
fenomeno, una manifestazione di massa gestita da fini ed intelligenti massoni che se ne servono per manipolare le menti umane. Forse non era così agli inizi, nell'antica Olimpia, anche se già allora c'era lo sfruttamento politico della manifestazione da parte dei potenti dell'epoca. Ma questa visione della realtà pochi ce l'hanno perché significa voglia di ricerca, curiosità, desiderio di andare oltre le apparenze.
Ma per affrancarci da questa forma di schiavitù invisibile dobbiamo prendere in considerazione anche ciò che ci fanno apparire improbabile o impossibile. Di questi tempi, molto spesso la verità è ben diversa da quella ufficiale e non è 
detto che ciò che viene creduto da miliardi di persone sia sempre vero. Qualcuno diceva: poiché miliardi di mosche preferiscono la cacca vuol dire che questa è un ottimo cibo!”.

La manifestazione rock di chiusura è stato un chiaro e forte segnale da parte dell’oligarchia dominante: attraverso la musica pop, il glamour, il divismo più deteriore, sono in grado di garantire il circensis a tutti. Che cosa c’entrino le affascinanti  e miliardarie top-model con le atlete che fanno sport, apparentemente può sembrare un contro-senso. Che cosa c’entrino miliardarie divette del gossip con la Josefa, Jessica, la Di Francesco, la Cagnotto, e tutte le altre migliaia di atlete da tutto il mondo, può sembrare sconcertante. Che cosa c’entrino delle vecchie cariatidi ammuffite, che ancora puzzano di naftalina, con le esigenze dello sport multi-etnico planetario, può sembrare incomprensibile.

Non lo è.

E’ perfettamente in linea con il paradosso della surrealtà che viviamo.

In un mondo sottoposto a una perdurante videocrazia, dove l’apparenza si è sostituita alla sostanza, la visibilità ha preso il posto della competenza e l’appiattimento di massa ha sostituito la produzione di idee, lo spettacolo offerto dalla chiusura delle olimpiadi calza a pennello. Serve per riportare l’esistenza delle masse al loro posto: ciò che conta per davvero non è l’agonismo ma la celebrità; non è la prestazione come sfida per superare i propri limiti, ciò che conta, bensì l’esibizione che garantisce visibilità; è il Glamour a fare il mercato e non la Cultura. Questo è ciò che l’Impero Britannico ci ha offerto a nome di tutti.

E’ stata anche la prima olimpiade “ufficialmente” massonica. E questo è il messaggio più interessante. Tutta la simbologia scenografica è masonic style 100%. Ad un certo punto hanno costruito davanti ai nostri occhi una piramide con la punta staccata e ripresa dall’alto e ci hanno mostrato la squadra massonica sulla base della fiaccola, con un accurato gioco di luci sfavillanti tali da far apparire 25 grossi riflettori come una specie di occhio sospeso, praticamente hanno riprodotto il retro dei biglietti da un dollaro.

E’ stata la prima volta nella Storia, dalla rivoluzione francese in poi, che la massoneria è uscita allo scoperto in maniera così sfacciata, ovvia, volutamente e dichiaratamente ovvia.

Perché?

Oh beh, qui si apre il campo e si dà alla stura alle più diverse interpretazioni.

La mia, personalissima (e vale quanto qualunque altra, quindi, non chiedetemi il link, perché non esiste) consiste in una dichiarazione planetaria di stallo che all’interno contiene una comunicazione che –a mio avviso- è falsa e fuorviante: e cioè “la massoneria ha il totale controllo planetario nella gestione dell’inconscio collettivo”. Non è vero. Anzi, questo è il punto. E’ un messaggio per gli amanti del complottismo, della dietrologia da bar, per i sciagurati che pensano la massoneria sia un blocco compatto, unico, totalizzante. Non lo è. E’ fatto soltanto per mettere paura. La massoneria è una complessa organizzazione composta da bravissime nobili persone mescolate a orrendi squali criminali, insieme. L’esibizione così smaccatamente sfacciata è un “memento” che sa di richiesta di patteggiamento: è l’ala conservatrice britannica che sta proponendo di trovare un accordo tra le diverse fazioni per gestire il nuovo ordine mondiale ma a condizione che si seguano gli ordini della finanza oligarchica. C’è un’ala che non è d’accordo. Barack Obama e Mitt Romney sono entrambi massoni, così come lo erano sia George Bush che Franklin Delano Roosevelt. Ma le loro concezioni esistenziali sono opposte. E la Grande Partita, cioè la Olimpiade Sociale Europea, la si giocherà a Londra, nei sotterranei del Potere che conta.

La vera partita la si gioca tutta, ma davvero proprio tutta, intorno alla figura del più famoso e autorevole massone britannico degli ultimi 100 anni, John Maynard Keynes. Perché a settembre entreremo nell’occhio del ciclone e le due fazioni si scontreranno in maniera brutale. Chi vuole metterlo in soffitta definitivamente, e chi vuole, invece, riproporlo (riadattato alla post-modernità) come punto di riferimento di una autentica ripresa socio-economica planetaria. E’ ciò che mi auguro, cioè che si scontrino. Se si mettessero d’accordo, per i popoli, quantomeno quelli occidentali, sarà l’ingloriosa fine della democrazia. Non esiste accordo possibile. O è l’una o è l’altra. L’ottimo negoziatore Mario Draghi (notoriamente la sua riconosciuta miglior competenza)  è stato messo lì, in bella posta, a fare proprio questo: a metterli d’accordo nel nome del business. Spero che ce la faccia Keynes e i massoni che hanno rispettato la sua geniale eredità. Non a caso, un totem mediatico superbo, che ben rappresentava l’immaginario collettivo della cultura British (e non solo) si è rifiutato di essere coinvolto a qualunque titolo nella kermesse olmpica. “Sorry, I’m not a clown, I’m just a rockstar”.

Si chiama Mick Jagger.

E non fa mistero delle sue attuali simpatie laburiste, obamiane, hollandiane. Ma soprattutto è il più forte sostenitore britannico (tra i totem di massa) della teoria economica di Keynes. Va in giro per la Gran Bretagna a spiegare perchè ci può salvare tutti.

E’ stato il Grande Assente dell’olimpiade massonica di Londra 2012.

E’ parte del paradosso della surrealtà.

Tra qualche mese ci si ricorderà soltanto di lui.

Mick Jagger sarà l’unico che potrà candidamente affermare, senza timore di smentita “Io a Londra non c’ero”.

E non è roba da poco, di questi tempi.

Così la vedo io.

 

16 commenti:

  1. Certo è davvero triste pensare che per diventare il comandante in capo di uno tra gli eserciti più potenti del mondo bisogna, necessariamente, appartenere alla massoneria.
    Altro che merito e fine del medioevo!!!

    RispondiElimina
  2. Sergio ti seguo con entusiasmo da molti mesi ma queste mi sembrano riflessoni fini a sè stesse.

    Per te un atleta dunque non deve essere un cittadino con una coscienza civile, se lodi quegli atleti che si sottraggono alle domande col classico "scusate, non ne capisco".

    Che dire poi delle uscite di Grillo che sul suo blog fa quelle sparate arruffone e radical chic il cui ambito naturale dovrebbe essere quello del bar sotto casa? La risposta della josefa è dello stesso livello, da bar. Hai commentato delle non-notizie.

    Piuttosto incalza il comico Genovese a studiare, ad andare più a fondo e a non credersi il padroncino del suo M5S.

    Siamo a ferragosto, probabilmente ti sei preso una licenza. Continuerò a seguirti con immutato interesse.

    RispondiElimina
  3. Io sinceramente non ci vedo niente di male. Fa parte della politica.
    Lo facciamo tutti. Se io dico che questa gente e' uscita dal cotolengo,
    che in 60 anni non e' riuscita a fare una riforma capace di portare questo paese almeno dentro il XX secolo esprimo la mia semplice opinione. Non e' gentile definirli cosi', me ne scuso. L'editoriale di ieri sul Corriere della Sera sostenendo che la Germania spendendo meno ha un migliore Welfare lo fa con gentilezza. Dice tra le righe- Basta copiarli, non c'e' bisogno che vi spremiate il cervello. E' questa impotenza della classe politica nostrana, questa incapacita' a fare le cose piu' semplici che mette rabbia. Poi la verita' e' che non sono
    quelli che io sostengo di essere. La questione e' piu' complessa. Loro intelligentemente sanno di avere costruito un giocatolo quasi perfetto. Un giocatolo che si basa sulla necessita' della gente. Sono loro che controllano il lavoro, le licenze, i permessi di costruzione, le assunzioni nello stato ecc. ecc. ecc.
    Non sono degli incapaci, sono dei politici che hanno in mano il potere e non con la forza dei carriarmati ma col semplice consenso di chi ci sta o ne e' obbligato per mille e svariate necessita'.
    Una piccola riforma in qualsiasi settore dello stato rischia sempre di far crollare il castello di carta. Immaginare poi parlare di salario garantito, di assistenza sociale alla tedesca, all'inglese, figurarsi poi un modello svedese. Questi modelli sono
    la fine della partitocrazia. Danno diritti uguali a tutti. Loro per governare hanno bisogno del "favore".
    Se una atleta, consciamente o inconsciamente, arrivata alla sua
    vecchia atletica e gia' dentro un partito esterna le sue antipatie politiche io non ci vedo niente di male.
    "Grillo è una patacca" Non mi sembra un grande discorso politico.
    "Chi vuole combattere politicamente Grillo mostri e dimostri come intende sottrarre il paese alla morsa asfissiante della corruttela, del consociativismo, della partitocrazia, della finanza. Se non è in grado di farlo, taccia."
    E perche'? La politica purtroppo non e' solo razionalita', capacita' di proposizione. E' fatta anche di tifosi. Tifosi di calcio, di ideologie varie, di religioni varie.
    Bisogna conquistarli, darle un partito che soddisfi le loro necessita' come le loro idee.
    Ha sbagliato Modigliani. Soprattutto perche' non lo si puo' chiedere. E' una regola.

    RispondiElimina
  4. Caro Di Cori Modigliani questo articolo è una bomba.
    Complimenti
    PS:
    Metterò il link ovunque è giusto la gente sappia:
    Sappia riconoscere i messaggi subliminali come a me, in genere, riesce istintivo.
    Sappia del nuovo ordine mondiale senza interpretare ciò con la follia complottista ma anzi come uno scontro tra un capitalismo senza scrupoli ed un altro congeniale allo sviluppo ed all'equità.
    Sappia che la Massoneria non è qualcosa di definibile con delle facilonerie.
    Sappia allo stesso modo che gli USA ed i loro servizi non sono qualcosa da tirare in ballo con reminescenze di estremismo rosso anni '70, finalizzate all'odio ed al pressapochismo ma vanno viste in chiave attuale per comprendere che, in questa fase storica, forse sono anticorpi contro l'egemonia finanziaria che ha rischiato di affossare la più grande democrazia mondiale.(Con i suoi difetti).
    Sappia che siamo vicini ad una vera svolta da cui nessuno è escluso a priori e tutti devono darsi da fare (in teoria), in cui Obama è lo snodo, Jagger un esempio, la cultura insieme con la veritiera comunicazione, è l'anima.
    Sappia che con Keynes ci si può salvare tutti.
    C'è troppo servilismo e distacco. Chi si impegna spesso viene visto come una meteora o un predicatore al vento.
    Noi ce la faremo.
    Marco Giannini

    RispondiElimina
  5. Singolare che ad una libera cittadina, che come tale occupa nella vita civile molti ruoli, compreso quello dell'attivista politica, venga negato di esprimere il proprio parere sulle dichiarazioni di un ex comico neo capo di un movimento non-politico.
    Invece magari si ritiene che possano dire qualsiasi cosa gli passi per la testa, ovunque ritengano sia necessario, magistrati che dovrebbe avere ben altro riserbo, specialmente riguardo alle inchieste che stanno seguendo.

    RispondiElimina
  6. Mi permetto di replicare secondo il mio spirito critico ed interpretativo.
    La Idem ha sbagliato la sede e il momento cioè subito dopo una prestazione simbolica di altissimo impatto.I fatti dimostrano che non gli è stato negato proprio un bel niente ed anzi ha mandato un messaggio talmente potente e talmente immediato da rivelarsi disinformazione allo stato puro.
    Adesso, considerando che è in gioco il futuro di molti cittadini disperati, con un PD servo della finanza multinazionale e che sa che quando perde, la destra applica ricette ultraliberiste e quando vince e governa si limita a politiche simili al solletico in stile dc (servirebbero politiche di svolta ispirate al keynesismo moderno di sussidi, occupazione e tutele ).Siccome il PD si propone anche ed in particolare a chi è di sinistra o votava pci, sarebbe onesto che la benestante idem intercettasse la definizione corretta di PATACCA proprio per il PD stesso..a meno che non intendesse i suoi interessi di autoconservazione. Un partito patacca si comporta proprio così: occupa nella geografia politica la zona che sarebbe appannaggio di un grande partito socialdemocratico con programmi una buona volta progressisti.
    Grillo attacca il potere con una potente satira da quando di mettersi in politica nemmeno gli balenava l'idea. Vogliamo imbavagliare anche lui popolo servo? (Nessun riferimento al mio interlocutore che si firma con nome e cognome).
    Marco Giannini

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ganzo che ho scritto idem micuscolo !va beh....idem!!

      Elimina
  7. Buongiorno, può citarmi una fonte per questa affermazione che ho trovato nel suo articolo ?

    "Si chiama Mick Jagger.

    E non fa mistero delle sue attuali simpatie laburiste, obamiane, hollandiane. Ma soprattutto è il più forte sostenitore britannico (tra i totem di massa) della teoria economica di Keynes. Va in giro per la Gran Bretagna a spiegare perchè ci può salvare tutti."

    Grazie
    Cordiali saluti
    D.

    RispondiElimina
  8. Ecco perchè durante tutto lo show sentivo quella vocina in sottofondo proveniente da Londra che diceva:"Venite con noii... lasciate perdere la Germania che sono le solite teste quadre che non sanno divertirsi... venite con noiii... con noi ci si diverte e si guadagna... venite con noii..."

    Ho scommesso 100€ sei mesi fa sull'uscita della Francia dall'Euro e l'aggancio del Franco (temporaneo?) alla Sterlina.

    Mi sa che li vinco.... ^^

    Ma poi... di cento Euro falsi che me ne faccio??? :-(

    P.S. La Josefa deve solo stare zitta. Non è neppure italiana. E' Sud Tirolese. All'ultimo censimento ha sicuramente scelto l'opzione "Sono Tedesca" delle 3 opzioni disponibili (Tedesca, Italiana o Ladina). Io, che sono nato a Bressanone, per lei non sono nemmeno italiano. Sono un Walsche, tradotto dal dialettaccio loro (notoriamente la più brutta lingua europea) vuol dire Straniero Invasore.
    Avere una maglietta azzurra non significa nulla. Per me rimane una crucca di seconda scelta.

    E sono d'accordo con Grillo, che poi non mi piace nemmeno tanto. Le Olimpiadi sono una schifezza di guerra nazionalista. Non viene premiato l'atleta in quanto essere umano ma viene in primis premiata la sua appartenenza politica. Leggevo sul Sole 24 ore la critica agli atleti cinesi, rei di sembrare tutti soldati che combattono per la patria. Bello leggerla su un giornale italiano dove gli atleti azzurri sono per il 70% appartenenti alle forze armate o alle fiamme gialle.

    L'ipocrisia ormai è senza limiti.

    Nibiru.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Veramente è proprio tedesca:
      Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
      Josefa Idem (Goch, 23 settembre 1964) è una ex canoista tedesca naturalizzata italiana.

      Elimina
  9. da bobo merenda all'anonimo delle 06:51

    per la precisione, visto che sembra tanto importante il luogo di nascita di una persona:

    josefa idem avra' mille difetti, ma non quello paventato da te di essere sud tirolese.
    e'infatti nata vicino al confine olandese, quindi non e' una crucca di seconda, bensi' di prima classe. non offendiamo.

    inoltre, sempre per la precisione, la idem ha affermato che grillo e' "un pataca", non "una patacca", come riportato dalla stampa nazionale, il che non significa nulla.
    e' utile notare che "pataca", rigorosamente al maschile, in romagna (vedi 'amarcord') e' il corrispondente di 'pirla' in milanese.
    non che il buon beppe ne esca molto meglio, ma e' sempre meglio mettere i puntini sulle "i", in modo tale da non confondere inopinatamente un "fico" con il suo femminile ;)))

    quanto poi alle idee politiche della idem, o di bolt, direi che esse sono del tutto irrilevanti quando si compete per una finale olimpica.
    il cronometro e' del tutto imparziale e democratico.

    buona notte,
    bobo merenda

    RispondiElimina
  10. Per praticare sport oggi, a questi livelli, un atleta deve essere in condizioni di allenarsi senza altre preoccupazioni. Lo stato italiano in genere ha risolto questo problema arruolandoli nelle nostre forze militari, di polizia ecc.. Ricordo un nostro sciatore fermato dalla polizia americana per eccesso di velocita'. La prima cosa che gli venne in mente fu di tirar fuori il suo tesserino di carabiniere.
    In un paese che sogna sempre di beccare un VIP per dare un esempio.
    E' stato fortunato, non era un parlamentare americano.
    La "nostra" atleta tedesca ha imparato. In un certo senso ha tirato fuori il suo tesserino. A dimostrazione del detto -quando sei a Roma fa come i romani-. Lei forse si e' assimilata o forse ha solo espresso un giudizio.
    Jagger prima o poi avra' un imitatore italiano. Jagger chiede una nuova politica economica. Al nostro imitatore non bastera'. Senza un
    nuovo modello di stato, in questo paese, qualsiasi imitazione pedissequa finirà come al solito.
    Tirando fuori un tesserino o semplicemente una dichiarazione di appartenenza. Due cose cosi normali che fa tristezza starne a discutere. La forma? X per pataca o y per patacca? Lasciamo perdere.
    Rimane il fatto di essere dei garantiti o dei non garantiti e la strada. Quella lunga strada di piegamenti per diventare finalmente un sereno e felice garantito. Anche quello e' sport. Poi potrai
    usare la forma dialettale che piu' ti piace per definire "l'altro"
    l'imbecille. Una cosa e' certa la signora fra tutti i piegamenti possibili ha scelto i piu' faticosi e onestamente ha vinto le sue medaglie. Sarebbe comunque garantita in ogni paese. Continuo a pensare che e' un post sbagliato.

    RispondiElimina
  11. La Idem ha usato quel frangente ISTITUZIONALE per fare politica fregandosene del fatto che al PD delle politiche sociali vere non gliene può fregar di meno. Solo fumo, slogan e grigliate alle maldive per i vari Casini, Letta, D'Alema, Fioroni 6 co. Meglio conquistare il centro e magari un pò di destra con politiche ferme ed autoconservarsi più a lungo possibile...altro che politiche progressiste..M.G.75

    RispondiElimina
  12. Quante storie e polemiche per la Idem che denunciano molti nervi scoperti, compreso il reato di lesa maestà ogni volta che si osa toccare qualche notabile. E dire che abbiamo molti problemi più gravi e più seri per cui dovremmo manifestare la stessa intensità.
    Io ricordo che da studente di latino si usava citare idem nella frase "idem cum patate"

    RispondiElimina
  13. da bobo merenda, riepilogando:
    -il paese e' in fallimento
    -il rag. monti mario cerca di curare il detto fallimento prendendo a calci chi e' gia' a terra
    - si attende solo il momento opportuno per vendere al peggior offerente quel poco che e' rimasto sul fondo del barile, nonche' qualche tonnellata di oro che generazioni di italiani hanno messo sotto il materasso con indicibili sacrifici
    - la scuola pubblica e' gia' demolita, la sanita' e' in via di demolizione, le forze dell'ordine vanno a piedi, le galere scoppiano, i figli crescono, le mamme imbiancano...

    ... e noi stolidi fannulloni stiamo qui a perdere tempo cercando di analizzare perche' josefa pensa che beppe sia un pataca...

    ...stando cosi' le cose, i veri pataca siamo noi, e ci sta' bene tutto quello che succede sotto il nostro naso...
    allegria!
    firmato, bobo merenda

    RispondiElimina
  14. io concordo con l'ultimo commento ma la conclusione è un'altra e cioè che Josefa il tipico esempio di opportunismo politico attuato proprio sulle ceneri della povera gente. Peraltro mi complimento con lei per la sensibilità verso il subliminale.
    M.G.75

    RispondiElimina