di Sergio Di Cori Modigliani
"La vera patria è quella in cui incontriamo più persone che ci somigliano." (Stendhal).
mercoledì 8 agosto 2012
On. Boccia del PD "Non prendo lezione di democrazia dai tedeschi". Io invece sì.
di Sergio Di Cori Modigliani
Questi qui, per davvero, sembrano proprio non rendersi conto di ciò che dicono.
“In Italia c’è stata troppa democrazia, che ha finito per inceppare e bloccare il sistema”.
Così, l’on. Gelmini del PDL. Non è una sorpresa, vista la fonte.
In compenso, l’on. Boccia, in teoria una “faccia nuova” della nomenklatura dirigente del PD, ha dichiarato: “Io non accetto e non prendo lezioni di democrazia dai tedeschi”.
Io, invece, sì. Le accetto. Eccome se le accetto. E sono anche ben accolte.
A parte il fatto che, mentre l’Italia dormiva i suoi consueti sonni secolari, rimanendo al palo, la Germania produceva Goethe, Kant e Marx (tanto per nominarne tre qualunque) i quali avrebbero gettato il fondamentale seme del pensiero libertario, della fondazione dello Stato di Diritto, e della lotta dei lavoratori per la conquista della propria dignità sociale, oggi la Germania può permettersi il lusso di dare una lezione di democrazia agli italiani.
Noi non possiamo permetterci lo stesso.
Ci divide un ampio spread intellettuale con il resto d’Europa. Questo è il punto.
Chi pensa che Angela Merkel sia come Adolf Hitler è un cretino. Chi pensa che l’attuale classe dirigente politica tedesca sia composta da un gruppo di criminali malfattori com’era nel 1934 è un totale deficiente. Chi sostiene che la Germania è consapevolmente responsabile del fatto che nella Repubblica Italiana l’intero governo della regione Lombardia (PD, PDL, Lega Nord e Udc) è indagata per corruzione e che è colpa dei tedeschi se il clientelismo e la corruttela sono (in Italia) moneta sonante di scambio sociale, è in malafede oppure non conosce la triste realtà del nostro paese.
Se Marchionne fosse andato a Wolksburg a prendere lezioni di ingegneria industriale marketing e Landini fosse andato a parlare con i suoi omologhi del consiglio di fabbrica dei metalmeccanici della Volkswagen, BMW e Audi, avrebbero imparato davvero molte cose su come va gestita la concertazione tra le parti sociali in una nazione democratica ed evoluta. Se gli operai italiani guadagnano 2,5 volte di meno dei loro compagni tedeschi non è grazie agli italiani, così come non è colpa della Volkswagen se Marchionne non sa vendere le sue automobili. Se la Germania ha un governo regolarmente eletto in maniera democratica, senza brogli, in grado di fare gli interessi della nazione e l’Italia, invece, ha un governo di oligarchi tecnocrati raccomandati in grado di affondare il proprio paese facendo gli interessi economici della Germania, la responsabilità è degli italiani, non dei tedeschi. Se la Germania ha un ministro per lo sviluppo economico che si avvale della consulenza di fior di economisti, con un curriculum impeccabile, mentre in Italia il suo omologo è indagato per truffa contro lo Stato e identificato come Grande Evasore, e nel suo curriculum vitae ci sono soltanto opache e clandestine transazioni di finanza speculativa bancaria, la responsabilità è degli italiani, non dei tedeschi. Se la Germania ha pubblicamente dichiarato che il cosiddetto “scudo anti-spread” prima di essere varato deve essere approvato dalla loro Corte Costituzionale, essere sottoposto al vaglio del loro Consiglio di Stato, e poi regolarmente discusso in parlamento dove verrà approvato o bocciato a seconda di come i deputati eletti voteranno, dopo una discussione pubblica, mentre in Italia Mario Monti è ritornato in patria dopo una riunione a Bruxelles e ha annunciato “è fatta, ho vinto” senza dare spiegazioni a nessuno su alcunché, e deprimendo ancora di più l’economia nazionale quando è stato smascherato, la responsabilità è degli italiani per come gestiscono l’Italia e dei tedeschi per come gestiscono la Germania.
Se, nel 1994, quando il governo tedesco iniziò le private consultazioni con l’Italia relative alla costituzione dell’euro, Romano Prodi e Silvio Berlusconi si fossero comportati come fecero i tedeschi, ovverossia presentarsi in parlamento e avviare un dibattito per spiegare alla nazione di che cosa si trattava, quali erano i pro e i contro, i costi e i benefici, i prezzi da pagare e gli eventuali profitti, allora gli italiani avrebbero avuto la opportunità di comprendere che cosa stesse accadendo, ciò che era necessario fare per il bene della nazione e poi scegliere attraverso referendum, oppure dibattiti politici pubblici, regolari votazioni parlamentari, assemblee cittadine. Invece è stata data agli italiani una secca comunicazione ufficiale di un dato di fatto, presentato come inappellabile ma (ciò che è più grave) ”indiscutibile”.
Se, a dicembre del 2010, quando i comandanti francesi e inglesi della Nato si sono presentati a Berlino (e a Roma) flettendo i muscoli, spiegando che bisognava eliminare Gheddafi con una guerra, gli italiani avessero avviato un dibattito parlamentare, fossero state spiegate le motivazioni, si fosse discusso sui reali interessi della nazione, e se fosse giusta o meno quella guerra, forse (dico forse) ci sarebbe stata in parlamento una maggioranza anti-bellica. Come è avvenuto in Germania dove il parlamento definì l’aggressione contro il popolo libico (perché di questo si è trattato) “lesiva della custodia degli interessi nazionali” e si rifiutò di consentire l’uso delle basi militari americane stanziate in Germania, obbligando la Nato a usare quelle in Sicilia e nel Veneto, ben più costose per tutti, soprattutto per l’Italia che, da quel momento in poi (non a caso) ha virato il proprio pil in negativo: la Francia e la Gran Bretagna hanno affondato Finmeccanica e complessivamente la guerra libica ha provocato all’Italia un costo complessivo valutato oggi intorno ai 40 miliardi di euro. E’ anche ciò che stiamo pagando. Se agli italiani che hanno festeggiato l’8 novembre del 1989 per il crollo del muro di Berlino, qualcuno avesse spiegato che, finita la guerra fredda, bisognava cambiare ottica, strategia, modalità marketing d’intervento, le cose sarebbero andate molto diversamente. Invece, quella parte della classe politica e imprenditoriale italiana che aveva preso soldi dalla Cia (approfittando della guerra fredda) e dal Kgb (approfittando della guerra fredda) costruendo clientele ideologiche, decise in blocco consociativo di “stendere un velo pietoso di omertà collettiva”, e così quando nel 1995 la Germania spiegò che il costo di 2000 miliardi di marchi per ricostruire la Germania era per i tedeschi eccessivo e quindi la spesa andava spalmata tra tutta l’Europa che aveva combattuto contro il comunismo, l’Italia invece di approfittare dell’occasione per liberarsi della propria italiota truppa asservita ai servizi segreti stranieri (Washington o Mosca, a scelta) e andare a negoziare con i tedeschi in posizione di forza, ottenendo quindi un cambio lira/euro intorno ai 1.460 invece che 1.960, il nostro disavanzo pubblico sarebbe stato molto minore e la competitività delle nostre merci sarebbe stata molto più alta. Invece, l’Italia accolse con applausi la riconversione dei propri fascisti e dei propri comunisti, non disse nulla al paese, truccò i bilanci dello Stato falsificando le cifre per entrare dentro i parametri richiesti e produsse un FALSO SUICIDA. Nonché consapevole.
Che cosa c’entrano i tedeschi? Loro badavano agli interessi della loro nazione riunificata, se gli italiani non sono capaci di badare agli interessi della propria nazione perché privilegiano gli interessi partigiani di clan, caste, gruppi di privilegio, logge, partiti ottusi e provinciali, è responsabilità degli italiani, non è colpa dei tedeschi.
Tutto ciò premesso, sono fortemente contrario alla Lex Teutonica, perché ritengo che non faccia gli interessi della nazione italiana. E io sono italiano e alla mia nazione ci tengo. Mi oppongo al rigore teutonico perché distrugge l’industria nazionale, ma l’opposizione la si fa usando argomentazioni democratiche. Come i tedeschi, dal 1946 in poi, ci insegnano. Perché loro hanno elaborato il lutto collettivo per il nazismo e si sono evoluti.
Noi no.
Serve una mutazione culturale per poter crescere: si accettano lezioni di democrazia.
Se noi non siamo in grado di garantire la difesa e la salvaguardia degli interessi collettivi nel nome di un bene comune condiviso, perché mai un qualsivoglia popolo, nazione, etnia, dovrebbe farlo al posto nostro?
Così come la classe politica italiana, quando viene colta in fallo con le mani nel sacco, sostiene che tutto “si è svolto a mia insaputa” , così pretende che la soluzione alla crisi, ai propri problemi strutturali, avvenga “a propria insaputa” grazie a soggetti terzi.
Ovvero, che a risolvere i nostri problemi ci pensi la Chiesa, la Cina, gli Usa, l’Unione Europea, gli Ufo. Perché è sempre colpa e responsabilità di qualcun altro.
Se l’Italia affonda, la responsabilità è al 100% del popolo italiano.
I tedeschi, nel nome dei loro interessi nazionali, hanno approfittato del fatto che l’Italia abbia scelto di non perseguire i mafiosi, i corrotti, i clientelari, scegliendo di promuovere una classe politica, imprenditoriale e professionale composta da autentici imbecilli mitòmani e si è costruita la propria ricchezza sulle nostre debolezze, perversioni, vizi.
Gli italiani, sarebbe ora, dovrebbero cominciare a guardarsi allo specchio.
Nel 1932 Henry Ford disse la celebre frase “quando vedo passare una Alfa Romeo, io mi tolgo il cappello”. Questa citazione era scritta sulla vetrina di tutti i concessionari della Alfa Romeo. Ma nel 1985, il presidente dell’Iri, Romano Prodi, delegato dal parlamento a vendere l’azienda, rifiutò la generosa offerta della Ford e la vendette alla Fiat per trenta denari. Da allora, l’Alfa Romeo ha iniziato il suo declino. Da quando l’ha presa Marchionne l’ha praticamente distrutta, sia come marchio che come immagine e come vendite. Il suo principale concorrente europeo, la BMW ha presentato un eccezionale piano industriale perché la vuole; salvaguarda anche i lavoratori. Spero per noi che riesca ad acquistarla, così almeno il marchio rifiorirà. Finchè non è finita nelle mani della Fiat, quel marchio mi faceva sentire orgoglioso di essere italiano. Oggi rispecchia il fallimento dell’azienda Italia. La colpa non è dei tedeschi.
Se l’Italia non ha più una industria cinematografica, non ha più scrittori, registi, pittori, musicisti, intellettuali liberi, artisti internazionalmente riconosciuti, non è colpa dei tedeschi. E’ responsabilità del fatto che il pensiero intellettuale e creativo è inceppato, frustrato, avvilito, compresso, ingessato dall’uso e abuso della clientela partitica che impone a ogni artista, ogni professionista, di pagare il pizzo a un partito per poter essere valorizzato, promosso e poter avere qualche chance di avere accesso al mercato. Non è colpa dei tedeschi. Questo meccanismo avvilisce la creatività e promuove gli imbecilli corrotti. Il mercato dà le sue risposte.
Quindi, alla Gelmini va detto “la totale mancanza di democrazia di mercato ha distrutto l’Italia spingendola nel medioevo oscurantista” di cui lei –immeritevole e somara- ne è un gagliardo esponente e rappresentante. Il contrario di ciò che lei sostiene.
All’on. Boccia del PD, c’è da rispondere “da una nazione che ha degli ammortizzatori sociali equi a salvaguardia dei ceti più disagiati, socialmente sostenibili, che pratica lo Stato di Diritto, che promuove i meritevoli e boccia i somari, e che ha un governo eletto dal popolo, c’è molto da imparare”. Dai burocrati raccomandati come lui non c’è da imparare nulla.
Gli italiani sono assatanati nel produrre Falso e inventare Demagogia.
E’ necessario, quindi, ogni tanto, fare, inevitabilmente, l’avvocato del diavolo.
Se l’Italia è “psichicamente” in svendita, non ci si può lamentare se ci sono acquirenti.
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Sergio sono Marco Giannini e il suo pezzo così puntuale mi ha riempito il cuore di gioia. Non solo: rappresenta per me la tecnica e l'inchiesta contro il populismo e la disinformazione dei traditori delle istanze sociali. A volte mi domando se, nonostante i titoli in economia presi nel mondo anglosassone(..), certi signori non vedano il quadro d'insieme (scarsa intelligenza emotiva) perchè sono incapaci totali o se sono in malafede (o indottrinati).Ho avuto diversi sussulti in particolare quando ho letto che i liberi talenti e/o meritevoli sono schiacciati dalla prepotenza delle persone in alto.I politici arrivano anche a dileggiare, chiusi nei loro sporchi feudi, comunicando in tal modo che se non sei agganciato sei un bischero (termine volutamente toscano). Adesso il berlusconismo è anche nel vocabolario e nel dna dialettico (purtroppo) dei partiti che occupano il centro sinistra. Riguardo l'affermazione della Gelmini, essa è figlia della forma peggiore del berlusconismo e cioè quella fascista arricchita che comunica messaggi di intolleranza e stereotipi..quante volte ho sentito paragonare la cultura a qualcosa di inutile ed improduttivo!Essendo cresciuto studiando altre materie ma vivendo in un momento storico in cui non si può interessarsi alla politica ignorando i meccanismi di economia e finanza, chissà quante cose lei mi potrebbe insegnare ma ogni giorno leggo qua!Ad esempio vorrei chiederle se è d'accordo con chi sostiene che la concertazione sia stata il primo passo verso la sconfitta dei lavoratori.Come un avvelenamento da cui non si possa tornare indietro. (Lo sostiene se non erro Barnard). Concludo ammettendo che a volte io mi irrito e perdo la pazienza verso le scorrettezze dialettiche, divenendo un pò sarcastico con questi signori ma in assenza di un serio giornalismo di massa tocca a noi cittadini sostituirci. Cordiali saluti. Marco
RispondiEliminaBoccia non prende lezioni di democrazia da nessuno perchè non ne ha mai presa una in vita sua. Sta li messo dagli amici degli amici a dire qualcosa per giustificare la sua esistenza politica. Se quelli come Boccia sono l'alternativa alla Gelmini . . . che ci resta da fare a noi "italiani" se non sperare in una clemente amministrazione controllata teutonica.
RispondiEliminaPerché parlare della Gelmini e di Boccia? Ci si squalifica da soli perché la loro storia personale è illuminante, proprio dal punto di vista culturale.
RispondiEliminaLa Gelmini è diventata avvocato superando l'abilitazione a Reggio Calabria, perché non ha dato gli esami a Brescia? Quand'era alla Provincia il PDL l'ha cacciata via per manifesta incapacità. Quali meriti speciali ha trovato in lei Berlusconi nelle serate di Arcore? Come ministro non è che sia stata migliore...
Boccia è più conosciuto per le sue comparsate televisive e la sua storia d'amore con la Di Girolamo del PDL. Al cuore non si comanda, ma come si conciliano amore e politica se si hanno due visioni del mondo completamente diverse?
la riflessione parte da Boccia per poi allargarsi a vari temi di primaria importanza totalmente ignorati dai media.
EliminaSaluti
M.G.75
dimenticavo di ricordare la commovente amicizia tra La Gelmini e la Di Girolamo (Gelmini quella del neutrino sotterraneo e dei test di ammissione all'insegnamento farlocchi)
EliminaAl di là delle pur valide e intelligenti analisi e riflessioni, a questo punto credo occorra pensare seriamente a come esautorare, con qualsiasi mezzo, questa casta di deficienti criminali che ha saputo, guarda caso in un ventennio, mettere a frutto le peggiori tare nazionali e gettare al vento vite, sacrifici e speranze di almeno tre generazioni di italiani onesti.
RispondiEliminaOvviamente i nostri vicini "amici" europei non vedono l'ora di poter entrare in casa nostra, aprirci il frigo e svuotarcelo, non senza disdegnare un giro in camera da letto: l'Italia è bellissima e ha sempre esercitato un'attrazione che si può definire a tutti gli effetti carnale.
Non c'è niente di più erotizzante di una bellissima e desiderabilissima donna sola che chiede di essere "protetta". Poi, "dopo", si sa come va a finire...
Probabilmente i tedeschi, nella loro barbarica innocenza, sono quelli che mostrano maggiore onestà.
Più degli indecenti e predatori inglesi.
Più degli ipocriti e rapinatori francesi.
Tutti bravi a far grande il proprio Paese a danno di chi non sa mostrare loro il ferro.
Gli altri paesucoli europei contano quanto il loro appeal: zero. Forse questo li salva, per ora.
Fossimo stati negli anni della guerra fredda, avremmo le strade già insanguinate da un terrorismo armato dall'estero, soprattutto dagli "amici" europei, per terrorizzare e normalizzare la popolazione.
Ora probabilmente non serve. E' bastato comprare il tradimento del peggior presidente della nostra breve storia repubblicana e rincoglionire gli italiani a colpi di televisione commerciale.
Sprecare aggettivi per definire la parata di fecalomi della politica nazionale è a questo punto inutile. Sarebbe però un grave sbaglio lasciare iniziativa e primogenitura di qualsiasi reazione civile al prevedibile, quanto fasullo, uomo forte che probabilmente in qualche think tank hanno già deliberato.
Sarebbe atroce, oltrechè idiota, lasciar distruggere tutto per paura di sporcarsi le mani adesso. In ogni caso un oceano di fango ci travolgerebbe.
Il suo post, col quale concordo totalmente, mi ricorda un mio commento sul blog di Bagnai (il commento è diviso in due parti inframezzate da una prima risposta del prof.) nel quale condividevo con Bagnai il fatto che i tedeschi avessero approfittato dell'euro per "strangolarci" economicamente ma esponevo il fatto che, a mio avviso, le responsabilità andassero ricercate esclusivamente all'interno del (bel)paese, ché non è colpa dei tedeschi ma del nostro completo disfacimento - culturale in primis - se siamo a questo punto. Il prof. - che è comunque un tipo alquanto altezzoso - confuta solitamente questa visione e si rifà alla (presunta) superiorità culturale italiana nei secoli: seppur così fosse è all'oggi che dobbiamo guardare, ed oggi stiamo solo completando (noi, non i tedeschi) la distruzione di questa eredità culturale, ed i risultati si vedono tutti.
RispondiEliminaSai anonimo, questo post, il tuo commento su Goofynomics ecc ecc sono tutte cose che uno può condividere certamente; Bagnai però a un certo punto dice: "Mi chiedo solo perché, essendo migliori di noi, non si sganciano valutariamente da noi e non ci abbandonano al nostro triste destino."
EliminaLa questione è che il motto vincente, secondo cui se da una parte c'è un debito dall'altra c'è un credito, non è da tutti afferrato per bene. Per una ragione semplice: se loro sono come dite voi degli esempi da seguire com'è possibile che ci hanno affossato proprio da quando ci siamo legati a questa società Europa in cui loro fanno la parte più grande? Perchè fino ad allora (inizio Euro) ai paesi Europei, in termini economici, gli facevamo un mazzo così? Il patriottismo potrebbe persino c'entrare poco dove uno per essere quello che è, LO E' quando se ne sta per i cavoli suoi e gli altri se lo vanno a preferire. La Germania invece per essere quello che è non solo lucra e blatera sui comportamenti di chi per comportarsi così permette a lei di lucrare ma non solo, sta dimostrando di non sapersi tenere i suoi migliori clienti! Un bottegaio Italiano se li metterebbe in tasca fidati. Un paese che aizza il proprio popolo contro gli spendaccioni (che permettono a loro di essere un paese da tripla A) può essere anche democratico ma è altamente stupido cosa che noi Italiani non faremmo mai e sai perchè? Siamo un popolo malleabile e flessibile per tante e troppe ragioni storiche. Questo comporta dei difetti che con la malleabilità possono sparire da un momento all'altro. Chi critica l'Italia rimanendo Italiano non lo tollero, anche se lo fa per presunta autocritica costruttiva (che sarebbe cosa buona) perchè se la fa (l'Italiano) finisce sempre col porsi critico sui modi "italianensi" adottando lo stesso metodo per cui realizza la critica: lamentandosi. Più che dalla Germania io non accetto lezioni TEDESCHE.
Come non essere d'accordo... grazie per il post.
RispondiEliminaUno dei tanti da incorniciare.
Igor Biagini
Chapeau.
RispondiEliminaE' condivisibile l'articolo nel suo insieme, con qualche riserva in merito alla comparazione dei salari tedeschi e alla presunta competitività tedesca, che è notevolmente drogata dall'euro. Il riferimento all'eccellente lavoro del Prof.Bagnai nei precedenti interventi è molto appropriato. Ci sarebbe un MA.. anche in Germania scricchiola la democrazia, almeno fino a quando la classe politica tedesca (Merkel in testa..) continua a rimbecillire di balle il popolo tedesco nel dire che i paesi periferici sono spendaccioni e che loro non devono pagare per noi... questa è una balla colossale perchè si sa che il successo dell'export tedesco è trainato dai paesi europei. Ora che i paesi del sud hanno meno soldi per comprare prodotti tedeschi, anche l'economia tedesca inizia a flettersi, ma i politici della Germania devono continuare a dire che la colpa è del sud che spende troppo e male! anche questo è disinformare consapevolmente i cittadini e dove c'è disinformazione(raggiramento dei cervelli dei cittadini) scarseggia la democrazia. Partecipare alla vita politica democraticamente è anche dire la verità. Ciò non toglie che gli italiani (politici, imprenditori/industriali, sindacati, gente comune, ecc) ce la dobbiamo prendere con noi stessi e le nostre caste e bandiere che amiamo agitare come dei tifosi... ignoranti dei fatti, della realtà e vittime (come i tedeschi) della più bieca disinformazione mediatica
RispondiEliminaLa nostra classe politica corrotta ha strozzato l'Italia in Europa.Ce l'hanno propinata in un modo per poi tradirne i valori. Solo per questo certi ex premier e presidenti andrebbero incarcerati ,media compresi e andrebbe rivista tutta la faccenda. Sono avvenuti accordi tra parrucconi che paghiamo, vere e proprie "esternalità di mercato" .Pochi hanno intascato (volgare ma è così) e il popolo è finito come è finito. I tedeschi sono coesi anche nell'evitare le furberie e non hanno colpe se gli spalanchiamo la porta e gli diciamo "entrate" però se si dimostrasse che l'Europa è stata tradita nei principi allora anche gli accordi dovrebbero esser considerati nulli.Con essi i guadagni tedeschi a nostre spese. Certo parlo a livello di tendenza generale perchè nessuno ha colpa se Marchionne pensa solo al mercato USA. Di certo è che non si può fottere l'italiano contribuente e non a favore di una UE/EURO in mano alla finanza speculativa deviata. M.G.75
RispondiEliminaMi rattrista molto leggere certe cose. E' come leggere un dialogo tra sordi. Ognuno parla dal suo pulpito e alla sua tifoseria.
RispondiEliminaFacciamo finta di interessarci al paese in cui viviamo. Abbiamo una storia? Guardiamola.
Nel 68 il cambio era
150 Lit per 1 Marco
150 Lit per 1 Franco Svizzero
620 Lit per ! Dollaro
Nel 1977 noi eravamo gia' sulla via della bancarotta (perche' nessuno lo dica non lo so)
Ormai si andava verso un cambio di 750 Lit per 1 Marco. Loro continuavano a crescere, noi a scendere. Pero' continuavamo a fare una vita da nababbi. In Stati Uniti compravano un Mercedes a occhi chiusi.
Il grande Monopolio FIAT piano piano ridusse la Lancia e l'Alfa a due marchi inesistenti sul mercato internazionale. Marchione era di la' da venire.
Poi arrivo' la botta negli anni 90. Il Marco sali' a 1250 Lit.
Loro continuarono a salire. Noi a scendere. Noi continuavamo a fare la vita da nababbi. Il debito saliva, la burocrazia cresceva ecc
Infine arrivo' l'Euro. Non che "i nostri" abbiano detto con grande umilta', ma che io reputo con grande dignita', e sarebbe stata molto apprezzata. No, non siamo pronti. Prima ristrutturiamo lo stato, ammoderniamo il paese e poi conti e struttura in regola ci ripresentiamo. Preferirono come al solito "l'apparenza".
Vi sono due partiti in Italia. Quello che vorrebbe continuare a vivere come prima e per molti come adesso e quello che sa che deve fare al minimo quelle cose che non sono state fatte ma che e' gia' tardi per farle e ormai va o deve andare a inventarsi di sana pianta un nuovo modello di stato, un nuovo accordo e contratto sociale. I tedeschi, gli zulu o qualsiasi altra tribu' si fanno gli affari loro. Giustamente. Ma l'Europa? Non esiste. Anche lei va ricostruita, se la si vuole dalle fondamenta. Uno stato ed una amministrazione in comune capace di sostenere una moneta in comune.
Processo lungo ma alla fine ci farebbe risparmiare un sacco di tempo. Ma le cose per noi non cambiano. O tiriamo a campare tra una svalutazione e un altra, sparendo lentamente oppure il nuovo.
Come del nuovo nessuno ne parla. Il massimo che abbiamo e' Grillo che manda i suoi ragazzi al suicidio a gestire un vecchio cotolengo
io vi saluto e torno a leggere
aspettando Godot
Salve Sergio. Non so perchè ma mi pareva di esser sul blog dell'onorevole. Successivamente mi sono reso conto che ero sul suo blog. Sa stamane ho messo il pezzo sul blog di Boccia (...).
RispondiEliminaBasta aver un pò di cervello per capire che lo spread non è il cambio Lira/Marco, può esser manipolato molto semplicemente grazie alla compravendita di titoli di stato attuata dalle solite tre/quattro megabanche internazionali e questo non è un termometro dell'economia e non sono i mercati (Sull'Unità dell'onorevole la compravendita dei titoli di stato la spacciano per quella immensa dei mercati). Sull'Italia in bancarotta negli anni 70 ricordo che il debito verso i cittadini è il credito dei cittadini verso lo stato per cui niente a che vedere con i paesi esteri. Nessuna ipotesi bancarotta..solo disinformazione.Diciamo semmai che dal 1995 il debito è stato venduto a soggetti esteri.Questo è stato l'atto vigliacco.Non ce n'era bisogno.Adesso oltre a non avere servizi quali sussidi e tutele per il lavoro oltre che bus ,SANITA', tram ecc ecc abbiamo tasse al 55%, benzina alle galassie, iva presto al 23%, tasse di soggiorno, megaimu anche sui poveri PER NON PARLARE DI COSA L'EURO HA PROVOCATO ALLE FAMIGLIE con l'aumento dei prezzi.Solo un onorevole coi suoi gomiti così perfetti può muovere il braccio per dire che stiamo meglio ora e che prima ci facevano fare i nababbi! Forse molti dipendenti pubblici non eran produttivi come dovevano e ciò provocava inflazione (il prodotto era inferiore alla moneta in circolazione) ma non era certo l'estero a poter battere alla porta di casa Italia. Adesso i furbetti servi della parte deviata della massoneria finanziaria internazionale con la storiella del debito (ci hanno incastrato in Europa, in questa Europa e chi l'ha fatto o era sprovveduto o in malafede) ci stanno uccidendo il futuro e perfino il presente e vengono a dirci che è una fortuna essere nell'euro e che la causa sta nel fatto che siamo indietro e ci vorranno decenni...beh ma questo dovevano dirlo subito!Dovevano dire che oltre alla moneta NON avrebbero unito il debito. Se tutti fanno i loro interessi l'unione è solo una chimera.Figuriamoci quella politica.Per cui non prendiamoci in giro dopo tutta questa macelleria sociale che imputo molto più al "centro sinistra" (virgolettato) ahimè, che alle destre. Non si può dire "L'Europa va fatta perchè siamo ancora alla linea di partenza". Alla linea di partenza dopo tutti sti sacrifici?!??!?!Qua c'è stata una " esternalità di mercato " praticamente...qualcuno ha fatto entrare il paese BEN SAPENDO cosa ci avrebbero fatto ed in cambio di ricchezze, onori e potere personali...magari l'autoconservazione.
PS:
Non voto Grillo ma spero entrerà gente nuova che sbatta fuori questi simpatici onorevoli sapientini.
Un saluto e torno a leggere il blog dell'onorevole che lì c'è pieno di sordi ma anche di ciechi.
Marco Giannini 75
Tutti a criticare la Germania se si esprime in un certo modo e tutti a piangersi addosso nell'evidenziare le cattive abitudini dell'Italia. In realtà, come al solito, la verità sta in mezzo perché Germania ed Italia sono corresponsabili della crisi europea di oggi. Vi siete dimenticati che l'Italia di Ciampi, Prodi, Draghi, Monti, già negli anni 80-90 ha truccato i conti per entrare nell'euro, ricorrendo a man bassa ai derivati (scaricando su oggi i problemi di allora)? E che la Germania, pur sapendo dell'imbroglio, ha dato l'assenso in cambio della parità lira/euro a loro più favorevole?
RispondiEliminaNulla avviene per caso e se oggi l'Europa è ancora da definire è proprio perché i principali attori hanno cercato di barare e di lucrare il massimo vantaggio. La Germania ne ha guadagnato benessere e stabilità, grazie all'esportazione ed alla minor concorrenza dell'Italia. L'Italia, gestita da una banda di criminali finanziari ha dilapidato venti anni di lavoro e democrazia per il potere di piccoli gruppi. Finché la barca andava le falle si potevano occultare, ma oggi il re è nudo e nessuno sa più come vestirlo.
La differenza con la Germania, a parte i giganti culturali tedeschi degli ultimi secoli in molti campi, è che i teutonici hanno saputo utilizzare a loro vantaggio l'Europa, i nostri dirigenti hanno serviti prima se stessi e le loro "famiglie". Ora che la Storia ci presenta il conto la responsabilità è sempre degli altri, dei perfidi eredi dei Germani che tanto fecero penare l'antica Roma.
ma infatti io ho scritto che l'Italia entrò ma solo qualcuno ci ha guadagnato... il riferimento era proprio ai conti truccati col beneplacido teutonico
EliminaM.G.
"Basta aver un pò di cervello per capire che lo spread non è il cambio Lira/Marco"
RispondiEliminaGia' basta avere un po' di cervello per capire che una svalutazione non ci salvera'.
Perche' e' proprio questo che menti raffinate di una classe dirigente raffinata non vogliono capire ne' sentir parlare.
Per loro la logistica di un paese e' roba da lasciare a qualche maresciallo.
Il debito interno interessa solamente al poveraccio che si vede aumentare la tassina, la marca da bollo. Quello estero, ma poi perche' sono stati cosi pazzi, forse la tassina non bastava piu'?
Forse la nostra grande industria aveva qualche bisognino e doveva essere sovvenzionata?
"Ma non ce n'era bisogno"
.Adesso oltre a non avere servizi quali sussidi e tutele per il lavoro oltre che bus ,SANITA', tram ecc ecc abbiamo tasse al 55%, benzina alle galassie, iva presto al 23%, tasse di soggiorno, megaimu anche sui poveri. PER NON PARLARE DI COSA L'EURO HA PROVOCATO ALLE FAMIGLIE.
Prima avevamo? Ma chi ha mai visto un assegno di disoccupazione come c'e' in altri paesi o un redditto garantito? In Italia l'assistenza sociale e' sempre consistita in un impiego pubblico
e nella carita' della Chiesa. Welfare costosissimo ma che garantiva e garantisce potere.
Hanno comprato la pace sociale comprando mezzo paese.
Operazione riuscita. Un po' costosa. Ma riuscita. Non si muove foglia.
La realta' e' che non vogliono cambiare niente.
E poi c'e' sempre l'untore, chiamala peste chiamala euro.
E' stata lei a rovinare le famiglie.
Questo era il migliore dei mondi possibili, l'abbiamo perso quel giorno che siamo andati a chiedere due lire a quel esoso del vicino.
COSA L'EURO HA PROVOCATO ALLE FAMIGLIE!!!!!!
Cosa uno stato marcio, costosissimo, inefficiente, corrotto, amministrato da raffinatissimi gentiluomini ha provocato alle famiglie non conta.
E' l'Euro. La massoneria, gli ebrei, lo spread. La tua credibilita' come nazione, no questo non conta. Mi e' scappato. Scusate.
Vi lascio con i vostri onorevoli, non sono mai stati i miei.
"Gia' basta avere un po' di cervello per capire che una svalutazione non ci salvera'." Grazie al fatto che siamo entrati nell'euro trappola.
RispondiEliminaIl debito venduto a paesi esteri?Bastava stamparsela la moneta indirizzandola verso i servizi in particolare sussidi e occupazione produttiva nello stato (e di settori ce ne sono e ce ne erano). Prima dell'euro trappola eravamo un paese che aveva un maggiore benessere... E se non ci fossero state regalie alle industrie negli anni 70 il paese crollava? Il paese si sarebbe sviluppato lo stesso con politiche keynesiane di sussidi e assunzioni produttive nello stato, guardia di finanza, ambiente ecc.
Questo come esempio di mafia che si sostituisce alle politiche sociali e che continua oggi nel servire i padroni dell'euro trappola(Per uccidere il cittadino comune).Eppure questi onorevoli burattini ed arroganti ce la mettono proprio tutta in particolare nel pd.
Mi sfugge la cosa più importante leggendo certe contro affermazioni? [A parte il fatto che nessuno dice che i parrucconi Prodi ecc fecero accordi con la Germania per niente validi avendone tradito i principi (quello le contro repliche non l'han voluto evidenziare?)].
Ma a noi l'euro trappola ce l'avevano spiegata bene? Io dico di no...e non è un caso. M.G.75
I LUOGHI COMUNI PIÙ DIFFUSI SULLA VIRTUOSA GERMANIA
RispondiElimina1. Per la Germania la fine del marco e la convivenza con valute più deboli nell’euro è stata un handicap
Secondo Frank Mattern, capo di McKinsey in Germania, è vero il contrario: “la Germania con l’euro ha guadagnato moltissimo”. Negli ultimi dieci anni un terzo della crescita dell’economia tedesca è dovuto all’euro (165 miliardi nel solo 2010).
I motivi principali: fine dei costi di transazione e di assicurazione contro il rischio di cambio; crescita del commercio intraeuropeo; e crescita delle esportazioni tedesche proprio per il fatto che l’euro è una valuta più debole di quanto sarebbe stato il marco (il contrario vale per la lira). Inoltre l’euro ha abbassato molto i tassi d’interesse dei paesi periferici portandoli al livello di quelli tedeschi, con conseguente incremento dei consumi in quei paesi, a beneficio dell’export tedesco. In questo modo il saldo della bilancia dei pagamenti della Germania – in rosso al momento dell’introduzione dell’euro – è cresciuto nel decennio del 41%, sino a 1.021 miliardi di euro (dati Eurostat).
http://linus.net/2012/03/ma-cose-questa-crisi-di-vladimiro-giacche/
2. La maggiore competitività della Germania è dovuta al fatto che i tedeschi lavorano più degli altri e che la loro produttività del lavoro è in continua crescita
I tedeschi non lavorano più degli altri: in Italia ogni lavoratore lavora 1.711 ore, in Germania 1.419. Anche i guadagni di produttività sono prossimi a quelli di altri Paesi europei (benché superiori a quelli italiani): ad esempio, la produttività totale dei fattori è cresciuta dal 1997 a oggi di un modesto 5%, pari all’aumento conseguito dalla Francia e ben al di sotto di quello statunitense (13%). E allora dov’è il segreto? Nella deflazione salariale, ossia nel fatto che dal 1998 i salari tedeschi sono diminuiti, rispetto alla media dell’Eurozona, dell’uno per cento all’anno. Ciò ha depresso la domanda interna, ma ha spinto le esportazioni. E infatti, come si legge in una recente ricerca del Centro Europa Ricerche, “dal 1997 a oggi, rispetto all’Eurozona, la Germania ha aumentato le proprie esportazioni del 30 per cento, mentre ha diminuito la propria domanda interna di 15 punti”. In pratica, “la riduzione del costo del lavoro per unità di prodotto rispetto al resto dei paesi europei, ossia il miglioramento della competitività di prezzo all’interno dell’Eurozona, è stata ottenuta dalla Germania grazie al contenimento delle dinamiche salariali”.Questa strategia per competere (non particolarmente moderna) ha tra l’altro il difetto di non essere generalizzabile. Al contrario, funziona soltanto a patto che non la adottino anche gli altri. E infatti, osservano i ricercatori del CER, “se tutti i paesi europei avessero seguito la strada della deflazione salariale, l’economia tedesca non avrebbe realizzato alcun guadagno di competitività” e l’esito sarebbe stato unicamente un generale abbassamento dei salari reali. Invece, a causa degli Stati “viziosi” dell’Europa, così non è stato, e la “virtuosa” Germania ha potuto piazzare i propri prodotti in grande quantità.
http://linus.net/2012/03/ma-cose-questa-crisi-di-vladimiro-giacche-2/
3. La Germania ha i conti in ordine e adotta pratiche fiscali trasparenti
RispondiEliminaLa Germania ha più volte sforato il tetto del 3% nel rapporto deficit/pil. Questo è avvenuto già prima della crisi, dal 2003 al 2005. All’epoca, però, la Commissione europea decise di non agire su pressione della stessa Germania (e anche della Francia, che aveva problemi simili). Dopo lo scoppio della crisi la Germania ha poi messo in campo il maggior piano di stimoli per l’economia realizzato in Europa, pari al 3% del suo pil. Inoltre, dal 2008 a oggi, ha speso 93 miliardi di euro per salvare le sue banche. Anche lo scorso anno il deficit è stato superiore al limite di Maastricht, nonostante il peso molto inferiore degli interessi sul debito rispetto alla gran parte degli altri paesi europei, mentre il rapporto debito/pil è salito all’83% (il tetto di Maastricht è il 60%).Quanto alle pratiche fiscali, il 40% del debito pubblico tedesco è allocato presso fondi speciali, il cui deficit non figura nel bilancio federale. Per fare un esempio, gli incentivi per la rottamazione, uno dei cardini del sostegno all’industria automobilistica tedesca, non sono stati posti a carico del bilancio dello Stato ma del fondo pubblico Itf, e sono stati giustificati come “investimenti per le tecnologie verdi” mentre erano un sussidio ai consumi interni. In questo modo tra il 2009 e il 2011 il governo tedesco ha fatto passare come investimenti ben 20 miliardi di euro di spese a sostegno dell’economia.
http://linus.net/2012/03/ma-cose-questa-crisi-di-vladimiro-giacche-3/
4. Anche la Germania sta pagando la crisi del debito, per questo vuole mettere ordine
La caduta della domanda interna nei paesi europei colpiti dalla crisi del debito ha fatto diminuire le esportazioni tedesche verso questi paesi, e secondo Patrick Artus di Natixis ciò ha comportato una minore crescita del pil dell’1,5%. Ma la fuga verso i titoli di Stato tedeschi ne ha abbassato gli interessi di oltre il 2%, con un risparmio per lo Stato tedesco di quasi un punto di pil (0,9%). La crisi ha comportato anche un significativo deprezzamento dell’euro(-17% circa), con conseguente crescita del volume delle esportazioni extraeuropee del 2,4%: un altro 0,8% di prodotto interno lordo guadagnato. Fatte le somme, il saldo della crisi per la Germania per ora è positivo, sia pure in misura contenuta: lo 0,2% del pil per il 2011. A questo va aggiunto che le aziende tedesche oggi possono procurarsi prestiti a tassi significativamente inferiori a quelli delle imprese italiane, spagnole, francesi.
http://linus.net/2012/03/ma-cose-questa-crisi-di-vladimiro-giacche-4/
5. Per la Germania è inaccettabile che l’Unione Europea diventi un’Unione di trasferimenti (Transferunion)
RispondiEliminaÈ inaccettabile per Angela Merkel, ma non per la Linke (che chiede proprio questo), e neppure per la Spd. Il capogruppo Spd al Bundestag, Frank-Walter Steinmeier, in un’intervista allo Spiegel, ha sostenuto che trasferimenti di ricchezza in Europa avvengono da tempo ma dal Sud verso il Nord, grazie alla maggiore competitività della Germania, e che servirebbero oggi trasferimenti anche in direzione opposta, proprio per evitare che gli squilibri tra i paesi facciano saltare l’euro. Frank Mattern propone addirittura un “piano Marshall” per i paesi del sud Europa, nell’interesse delle esportazioni tedesche. Anche i cinesi, del resto, comprano titoli di Stato Usa per continuare a esportare negli Stati Uniti.
http://linus.net/2012/03/ma-cose-questa-crisi-di-vladimiro-giacche-5/
6. La Germania è contraria all’intervento diretto della BCE nella crisi perché si ricorda che l’iperinflazione degli anni Venti portò al potere Hitler
Se la Bce accettasse di sostenere illimitatamente i titoli di Stato europei, non è vero che si avrebbe una forte inflazione. Negli Usa, dove la Fed ha comprato buoni del tesoro per oltre 1.600 miliardi di dollari, l’inflazione è intorno al 3,5%. Inoltre, a portare Hitler al potere non è stata l’inflazione del 1923. Sono state le politiche deflazionistiche dei primi anni 30, attuate – in Germania e altrove – proprio per paura dell’inflazione. Lo storico Richard Overy nel suo Crisi tra le due guerre mondiali le ha descritte così: “I politici cercarono di evitare qualsiasi cosa che minacciasse la stabilità della moneta e dei bilanci in pareggio. In Francia lo stato perseguì una rigida politica monetaristica sino al 1936, riducendo gli stipendi dei funzionari pubblici e dei dipendenti dello stato, e tagliando le spese per la difesa e l’assistenza sociale. Nella Germania del 1932 si ebbe una serie di tagli forzosi sui salari pubblici, sulle rendite e sulle pensioni». Purtroppo, suona piuttosto familiare…
http://linus.net/2012/03/ma-cose-questa-crisi-di-vladimiro-giacche-6/
Aristide,economista di sinistra disse:caro Alberto(bagnai), i costi dell’euro,sono noti, tutti i manuali li illustrano. Li vedevano anche i politici, ma non potevano spiegarli agli elettori: se avessero confrontato costi e benefici non avrebbero mai accettato l’euro. Tenendo gli elettori all’oscuro abbiamo potuto agire, mettendoli in una impasse dalla quale non potranno uscire che decidendo di fare la cosa giusta, cioè di andare avanti verso la totale unione, fiscale e politica, dell’Europa.”
RispondiEliminaInsomma: “il popolo non sa quale sia il suo interesse: per fortuna a sinistra lo sappiamo e lo faremo contro la sua volontà”. Ovvero: so che non sai nuotare e che se ti getto in piscina affogherai, a meno che tu non “decida liberamente” di fare la cosa giusta: imparare a nuotare.Decisione che prenderai dopo un leale dibattito, basato sul fatto che ti arrivo alle spalle e ti spingo in acqua. Bella democrazia in un intellettuale di sinistra!
Theo Weigel, ministro delle finanze tedesco, ha dichiarato PUBBLICAMENTE di aver voluto l’Euro in questo modo e senza salvaguardie per nessuno
Mario Monti intervista a piazza pulita.La Germania è un grande beneficiario dell’integrazione europea, hanno un grande mercato europeo a disposizione nel quale i singoli paesi non possono più svalutare. Io non voglio neanche citare questi scenari, ma se per esempio l’Italia dovesse uscire dall’euro e riacquistare libertà sul proprio tasso di cambio e la lira si svalutasse, sarebbe un grosso problema per le esportazioni tedesche
commento di Vincenzo Visco sui conti truccati affinché l'Italia entrasse nell'Euro..... "Un’Italia fuori dall’euro, visto il nostro apparato industriale, poteva fare paura a molti, incluse Francia e Germania che temevano le nostre esportazioni prezzate in lire. Ma Berlino ha consapevolmente gestito la globalizzazione: le serviva un euro deprezzato, così oggi è in surplus nei confronti di tutti i paesi.Era un disegno razionale, serviva l’Italia dentro la moneta unica proprio perché era debole. In cambio di questo vantaggio sull’export la Germania avrebbe dovuto pensare al bene della zona euro nel suo complesso...non mi pare lo abbia fatto"
Da Bagnai(economista)....Attali, ha anche lui partecipato, in quota Mitterand, alla costruzione di questa catastrofe annunciata,Non sense economico dotato però di un ben preciso senso politico: la rivincita del capitale sul lavoro, con la compressione dei salari e l’espansione della disuguaglianza, come ci indicano i dati e tanti studi scientifici
RispondiEliminaLui che ha scritto il Trattato di Maastricht, ci dice che in effetti il metodo seguito non è stato democratico, ma che questo era essenziale per costringere gli elettori ad andare verso il famoso “più Europa”.
Non abbiamo idea, dice Parguez,gia consigliere economico di Mitterrand, di quanto gli “inventori” dell’euro odiassero l’Italia e la vitalità creativa della sua economia, capace di rivaleggiare con la Germania dopo aver surclassato, in molti settori, grandi potenze come Francia e Gran Bretagna.
DER SPIEGEL (13/06/2012):
Con un’uscita dall’Euro e un taglio netto dei debiti la crisi interna italiana finirebbe di colpo. La nostra invece inizierebbe proprio allora. Una gran parte del settore bancario europeo si troverebbe a collassare immediatamente. Il debito pubblico tedesco aumenterebbe massicciamente perché si dovrebbe ricapitalizzare il settore bancario e investire ancora centinaia di miliardi per le perdite dovute al sistema dei pagamenti target 2 intraeuropei. E chi crede che non vi saranno allora dei rifiuti tra i paesi europei, non s’immagina neanche cosa possa accadere durante una crisi economica così profonda. Un’uscita dall’euro da parte dell’Italia danneggerebbe probabilmente molto più noi che non l’Italia stessa e questo indebolisce indubbiamente la posizione della Germania nelle trattative. Non riesco ad immaginarmi che in Germania a parte alcuni professori di economia statali e in pensione qualcuno possa avere un Interesse a un crollo dell’euro.
http://www.spiegel.de/wirtschaft/soziales/euro-krise-der-euro-zone-droht-der-kollaps-a-838581.html
La costruzione europea é una rivoluzione, anche se i rivoluzionari non sono dei cospiratori pallidi e magri, ma degli impiegati, dei funzionari, dei banchieri e dei professori. L'Europa non nasce da un movimento democratico. Essa si crea seguendo un metodo che potremmo definire con il termine di dispotismo illuminato.
RispondiEliminatommaso padoa-schioppa.estratto da un articolo intitolato “gli insegnamenti dell’avventura europea”, apparso sulla rivista francese “commentaire” n. 87, autunno 1999.Economista e politico,ha fatto parte delle più alte istituzioni finanziarie italiane (banca d’italia) ed europee (commissione e bce).Convinto europeista, ha fatto parte del comitato delors che ha disegnato la strada per la creazione della moneta unica.Poi ministro dell’economia e delle finanze nel governo prodi ii e dirigente del fondo monetario internazionale.
http://www.pmcouteaux.org/cabris/cabris2.html
la percezione generale è che lo stato tedesco è quello che sta aiutando i paesi periferici dell'euro non riflette la realtà. Sta succedendo il contrario. Oggi c'è un gran flusso di capitali di questi ultimi paesi alla Germania. E il presunto "aiuto" alle banche spagnole, come indicato da Peter Bofinger in un'intervista a Die Spiegel (Chatterjee, Pratap, Bailing Out Germany: The Story Behind The European Financial Crisis), "questo non è un aiuto a questi paesi, ma alle nostre stesse banche, che hanno un sacco di debito privato in questi paesi". Questo signore è consigliere economico della signora Merkel. Nel frattempo, la Deutsche Bank e la Commerzbank, due delle principali banche tedesche e che hanno ottenuto grandi profitti prestando denaro alle banche spagnole, hanno avuto i migliori benefici negli ultimi cinque anni.
Fonte: http://www.vnavarro.org/wp-content/uploads/2012/07/es-la-economia-alemana-un-ejemplo-para-el-resto-de-paises-de-la-eurozona-vdef-170712blog.pdf
"I am sure the euro will oblige us to introduce a new set of economic policy instruments. It is politically impossible to propose that now. But some day there will be a crisis and new instruments will be created."
"Sono sicuro che l'euro obblighera ad introdurre una nuova serie di strumenti di politica economica.E 'politicamente impossibile proporli ora. Ma un giorno ci sarà una crisi e nuovi strumenti saranno creati
Romano Prodi, EU Comm. Pres. Financial Times, 4 Dec 2001
"But what is very important is that they not leave the continent hanging on the edge of the abyss as a device for getting more leverage for reform"
"In Europa i tecnocrati al potere non devono lasciare il continente sull’orlo dell’abisso per avere lo strumento con cui strappare ai governi le riforme che vogliono"
T. GEITHNER segretario al tesoro US parlando della situazione EU, preoccupato dai contraccolpi che questo assurdo POLITICO potrebbe avere sulla campagna elettorale.
le parole dell’ex cancelliere tedesco Helmut Kohl , colui che si adoperò con tutte le sue forze affinché l’Italia entrasse nella prima tranche dell’euro. Egli, che aveva certamente una faccia più sveglia di quella di Prodi e Ciampi, nel 1996 affermò: “un’Italia fuori dall’euro farebbe una concorrenza rovinosa all’industria tedesca. L’Italia deve quindi essere subito parte dell’euro, alle stesse condizioni degli altri partner”.
http://icebergfinanza.finanza.com/2012/02/29/germania-grazie-di-tutto-quello-che-fai-per-noi/
Bravissimo Jeff
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