di Sergio Di Cori Modigliani
La cittadina italiana la cui immagine è qui riprodotta in bacheca è il simbolo della vittoria dello spirito sportivo e del suo grande significato.
Lei è la Grande Vincitrice dei giochi dell’Olimpiade di Londra a nome dell’Italia.
Si chiama Valeria Straneo, è piemontese, viene da Alessandria.
Merita il rispetto di noi tutti.
Ha vinto tutto ciò che si doveva vincere per dare all’Italia ciò di cui l’Italia avrebbe davvero bisogno, oggi.
Ha vinto le più importanti medaglie che bisognava andare a vincere alle olimpiadi del disastro finanziario globale, per poter spiegare, con il proprio meritevole esempio, che lo Sport è anche (e soprattutto) Cultura,. quando è legato all’armonia, all’equilibrio, e rappresenta lo Spirito Umano nella sua più elevata quintessenza: la lotta che ogni “persona” affronta nel mondo, ogni santo giorno, per combattere e battere il proprio limite personale, le proprie barriere individuali, i propri ostacoli esistenziali, quelli che provengono da una famiglia sbagliata, da una programmazione errata, da una vita difficile, da una esistenza magari dolorosa, da quegli inceppi e piombi ai piedi che lo Sport può spezzare per restituire la libertà e fornire agli altri uno splendido esempio da seguire.
Da poter emulare.
Valeria Straneo ha vinto tutto ciò che bisognava vincere in questa XXX Olimpiade estiva moderna.
Perché è arrivata ottava.
Un vero trionfo.
Ma il suo ottavo posto vale 55 medaglie d’oro cinesi, 60 medaglie americane e 40 coreane.
Nel mio quotidiano sportivo surrealista, oggi, caratteri cubitali in prima pagina:
“Valeria Straneo regala all’Italia la sua più bella medaglia, quella di diamante grezzo: arriva ottava alla maratona di Londra dietro le più forti del mondo. A 36 anni d’età, mostra e dimostra ciò che lo sport può fare. Una vittoria che fa bene all’Italia. Grazie”.
Va da sé (altrimenti non avrebbe Senso e si tratterebbe di pura piatta retorica) che la Straneo è pienamente consapevole della sua grande vittoria. I grandi sono sempre consapevoli di ciò che fanno, a dispetto dei tempi e di chi li vuol deprimere per invidia. E nelle sue dichiarazioni ha parlato con autentico spirito sportivo “Sono contenta, orgogliosa e davvero soddisfatta. E’ stato davvero bellissimo”.
Perché Valeria Straneo è una vera sportiva, e nello Sport ha colto il Senso.
Ha dimostrato che la rivolta esistenziale è possibile. Se uno la cerca.
Ha allevato due figli, Leonardo e Arianna.
Ha trascorso gli ultimi dieci anni della sua vita passando da un tavolo operatorio all’altro per un guaio genetico congenito, “sferocitosi”, una malattia rara e cattiva. Per salvarle la vita le hanno asportato la milza, e poi anche una parte dello stomaco, organi senza i quali è considerato “quasi impossibile” correre lunghe distanze. Un’operazione complessa e dolorosa “è stato il mio parto peggiore, mi hanno tolto della roba che avevo dentro: mi sono detta che stava a me riprendermi e vivere oppure no”. Lei voleva correre. A 16 anni già mostrava il suo talento. Ma la malattia ha cominciato a manifestarsi in pieno quando di anni ne aveva 22. E lei l’ha affrontata a muso duro, come ogni sportivo vero affronta le sfide dell’esistenza.
Questo è il Senso dello sport.
Socrate l’avrebbe definita “una grande intellettuale”. Così, lui la pensava.
Nella V Olimpiade antica, svoltasi 2500 anni fa, quella che ha cambiato la storia del pensiero planetario, dando vita alla fondazione della Cultura da cui noi tutti proveniamo, il grande filosofo greco venne letteralmente ipnotizzato da un ragazzo nato schiavo che vinse tutte le gare a disposizione: corsa, giavellotto, disco, salto in alto, lotta libera. Allora, per tradizione, ai giochi potevano partecipare anche gli schiavi: chi vinceva era considerato “liberto”, cioè liberato. Socrate volle conoscere questo ragazzo, un vero gigante, che –come ogni schiavo- non aveva nome. Lo soprannominò “grandi ampie spalle” che in greco antico si diceva Plato. Disse ai suoi nello spogliatoio “un uomo in grado di avere un’equilibrio fisico perfetto, una capacità di concentrazione psichica totale, e un’armonia di movimenti così sublime e potente allo stesso tempo, un uomo così non può che avere una mente che cambierà la storia degli uomini sul pianeta”. Lo volle con sé nella sua scuola. Il ragazzo era analfabeta, non sapeva ancora che sarebbe diventato il padre fondatore del Libero Pensiero, perché aveva trascorso gli ultimi anni della sua vita a organizzarsi interiormente per conquistarsi la libertà ai giochi. In pochissimi mesi imparò a leggere e scrivere in greco e aramaico. E grazie alle sollecitazioni del suo Maestro, Platone trasferì il suo equilibrio e armonia nella formulazione del pensiero intellettuale: capì che la vita era una illusione dell’ego. L’esperimento di Socrate funzionò.
Valeria Straneo, quindi, è una potente intellettuale. A sua insaputa.
Non soltanto per ciò che ha fatto, ma per come l’ha vissuto. E per ciò che ha dichiarato.
A differenza di Tania Cagnotto, pessima anti-sportiva, che piagnucolando per non avere preso la medaglia ha, di fatto, insultato quella che l’ha battuta invece di complimentarsi con lei definendola “una che non mi aveva mai dato fastidio, non capisco come sia potuto accadere”. E’ una frase anti-sportiva che denota scarso equilibrio interiore. Orribile.
Valeria Straneo ai microfoni di una radio locale d’Alessandria ha dichiarato: "sono contentissima, speravo di entrare nelle prime dieci e...voilà! Nei chilometri finali ho avuto qualche problema di dissenteria, sono stata malissimo ed ero sul punto di fermarmi, ma avevo appena superato un'avversaria e non volevo farmi rimontare. Ho stretto i denti e sono andata avanti. Penso di aver fatto una bella gara, per la prima volta ho corso "a sensazioni" senza troppi riferimenti. Il percorso, malgrado le curve, mi è sembrato abbastanza scorrevole. Nella prima parte di gara mi sono messa davanti, perchè non mi piace correre in mezzo al gruppo con il rischio di prendere calci e cadere, e poi sentivo di poter tranquillamente seguire quel ritmo ed ho fatto la mia parte. Sono soddisfatta, sono davvero contenta di ciò che ho fatto".
Davvero bellissimo. E’ stata una bellissima vittoria.
L’ansia della medaglia è una idea della finanza legata agli sponsor, figlia di chi ritiene che il mondo si divida in vincenti e perdenti.
Il mondo, invece, si divide tra chi vive la propria esistenza assumendosi la responsabilità della propria totale unicità originale (nella buona e nella cattiva sorte) e chi aderisce a un gregge sociale e finisce per vivere una vita che non è la propria, cioè una illusione.
Ho sempre amato e praticato lo sport e mi piace il suo spirito, perché dà la chiave del Senso dell’esistenza, se uno lo sa e lo vuole cercare.
Una donna malata che a 36 anni riesce a battere le ragazze più forti del mondo (le concorrenti erano 156) e arriva dietro soltanto alle super campionesse africane, è un ottimo esempio per tutte le italiane. Per tutti gli italiani.
Invece di star lì a piagnucolare sperando che arrivi qualcuno a risolvervi la vita, è davvero il caso di apprendere la bella lezione della cittadina Valeria.
Perché se Valeria Straneo è arrivata ottava alla maratona olimpionica, allora vuol dire che davvero tutto è possibile. Basta impegnarsi.
Anche l’idea che gli italiani si sveglino e mandino a casa Mario Monti con appresso tutta la truppa della immonda classe politica che lo sostiene e lo sorregge. Ce lo insegna lo sport.
E’ possibile.
Basta cominciare ad allenare il cervello, la tenacia, l’autodisciplina, ma soprattutto la voglia di farlo per superare il proprio limite. Che sia individuale o collettivo o sociale, poco importa.
Questo è anche un modo di leggere le belle storie che ci stanno alle olimpiadi.
Sono tante. Ma si vengono a sapere ascoltando televisioni straniere, leggendo la stampa straniera. In Italia vige il piattume consueto che esalta i vincenti e penalizza i perdenti.
Grazie Valeria. Davvero bravissima.
P.S. Su wikipedia non troverete neppure un’informazione sull’esistenza di Valeria Straneo, soltanto dati sui suoi tempi cronometrici, ça va sans dire.
Ma ho letto bene???? Platone "ragazzo nato schiavo"????????????
RispondiEliminaSenza scomodare Wikipedia, che non ami....
http://www.storiafilosofia.it/platone/
http://www.filosofico.net/vita.html
perché su un blog non posso linkare pagine di libri....
Ti prego dimmi che non ho capito qualcosa...........
Te lo dico: non hai capito, oppure non lo sai. Il dibattito venne lanciato dal movimento spartachista e da Rosa Luxembourg nel 1922 a Berlino, che venne accolto da diversi professori tedeschi di filosofia antica e animò allora le accademie. Poi venne accantonato. Ma venne ripreso da Deleuze e Guattari nel 1967 e poi da Foucault. Alla fine la zuffa ottenne un salomonico verdetto: i più seri scrivono e ne parlano citando le due versioni, specificando che c'è chi sostiene fosse un aristocratico, e c'è chi sostiene fosse uno schiavo. Altri sposano una delle due tesi. Freud sosteneva che fosse uno schiavo, secondo il padre della psicoanalisi soltanto uno schiavo avrebbe potuto tirar fuori il paradosso di Menone, ecc.ecc. Stanley Kubrick si appassionò alla faccenda quando cominciò ad occuparsi di Spartaco, nel 1953. Negli anni'70 in Usa e Gran Bretagna saranno usciti almeno 200 titoli interessanti, in diverse discipline, relative a questo fatto e a un altro centinaio di fatti dell'antichità, trasformate in leggende nei millenni successivi e dei quali venivano offerte versioni diverse da quelle canoniche. Io opto per la tesi che lo vede come schiavo. "Se sei in grado di fornire una prova anagrafica del suo autentico stato civile ti darò ragione" così Felix Guattari nel 1967 alla Sorbonne rispose a un collega che lo contestava sostenendo che Platone fosse un aristocratico.
EliminaPer abbellire il dibattito diciamo pure "filosofico", e nell'ipotesi non fosse in grado di fornire alcuna prova anagrafica lei pure, si potrebbe aggiungere che quindi, in fondo, non lo sappiamo in tre.
EliminaSergio, per favore, accendi il condizionatore...
RispondiEliminati ho ncitato qui http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2012/08/allarme-per-gli-antidolorifici-uccidono.html
RispondiEliminaAnche se non hai vinto , hai vinto con te stessa proprio come Micheal Douglas negli ultimni 3\4 minuti di ( vedere il video http://youtu.be/FQkieTJRfPc ) di Running - Il vincitore (Running), regia di Steven H. Stern (1979).
Non capisco bene la notazione su Wikipedia. Se vuoi scrivere una voce su di lei puoi farlo, senza neppure farti un account...se non ci sono informazioni è solo perchè nessuno (compreso te) le ha scritte...
RispondiEliminaRosa
Io, invece, scomoderei Wikipedia, perché abbastanza ricorrente nei vostri dialoghi.
RispondiEliminahttp://it.wikipedia.org/wiki/Dionisio_I_di_Siracusa#Dionisio_e_Platone
Pare che Dionisio I, Tiranno di Siracusa, lo abbia fatto vendere come schiavo.
http://www.treccani.it/enciclopedia/platone/
Cito testualmente:
"È fuor di dubbio, comunque, che in questo viaggio Platone visitò la Magna Grecia e la Sicilia, e fu a Siracusa alla corte di Dionisio il Vecchio, grande estimatore della cultura della madrepatria e conoscente del pitagorico Archita di Taranto, con cui P. era entrato in rapporto. A Siracusa strinse amicizia col giovane cognato di Dionisio, Dione, che restò per sempre conquistato ai suoi ideali filosofici ed etico-politici. La libertà delle sue critiche e delle sue esortazioni morali non incontrò tuttavia il favore del tiranno, che si sbarazzò, in modo non chiaro, della sua presenza: e il nobile filosofo ateniese, che era allora sulla quarantina, finì venduto schiavo sul mercato di Egina, dove fu però riscattato da un Anniceride di Cirene (da non confondere con l'omonimo pensatore della scuola cirenaica, vissuto assai più tardi)."
Il beneficio del dubbio lo darei...
Ciao a tutti, pur apprezzando l'articolo in favore del risultato di Valeria, voglio rettificare diverse inesattezze che ho riscontrato nell'articolo. Quoto qui sotto le parti errate con il mio commento in maiuscolo per aiutare la lettura:
Elimina--------------
Ha trascorso gli ultimi dieci anni della sua vita passando da un tavolo operatorio all’altro per un guaio genetico congenito, “sferocitosi”, una malattia rara e cattiva.
LA SFEROCITOSI E' UNA MALATTIA RARA CHE SI PRESENTA CON FORME PIU' O MENO GRAVI. NEL CASO DI VALERIA FORTUNATAMENTE NON LE HA MAI DATO GROSSI PROBLEMI NELLA VITA QUOTIDIANA, MENTRE NE HA LIMITATO LE PERFORMANCE SPORTIVE
Per salvarle la vita le hanno asportato la milza, e poi anche una parte dello stomaco, organi senza i quali è considerato “quasi impossibile” correre lunghe distanze. Un’operazione complessa e dolorosa “è stato il mio parto peggiore, mi hanno tolto della roba che avevo dentro: mi sono detta che stava a me riprendermi e vivere oppure no”.
FORTUNATAMENTE VALERIA NON E' MAI STATA IN PERICOLO DI VITA. LE HANNO ASPORTATO LA MILZA E LA COLECISTI. LO STOMACO NON E' STATO TOCCATO. L'OPERAZIONE NON E' STATA UNA COSA DA TUTTI I GIORNI PER VIA DELLE DIMENSIONI NOTEVOLI DELLA MILZA, MA (DA NON MEDICO) POSSO DIRE CHE L'ASPORTAZIONE DELLA MILZA E' UN INTERVENTO ABBASTANZA COMUNE.
Lei voleva correre. A 16 anni già mostrava il suo talento. Ma la malattia ha cominciato a manifestarsi in pieno quando di anni ne aveva 22. E lei l’ha affrontata a muso duro, come ogni sportivo vero affronta le sfide dell’esistenza.
LA MALATTIA CE L'HA DALLA NASCITA E NON SI E' MANIFESTATA IN UN MOMENTO PRECISO DELLA SUA VITA. IL SINTOMO PRINCIPALE ERA UN'ANEMIA COSTANTE E VALORI DEL SANGUE LONTANI DAI VALORI OTTIMALI DI UNA PERSONA SANA.
Ciao
Manlio