martedì 24 luglio 2012

Il PD sostiene che Mario Monti sta facendo benissimo. Una riflessione sgomenta sullo stato attuale della nostra nazione.



di Sergio Di Cori Modigliani


Se una donna occidentale va a Riyad, la capitale dell’Arabia Saudita, la più retrograda, reazionaria e conservatrice nazione del pianeta –tra i paesi molto ricchi- potrebbe anche pensare di trovarsi in un paese moderno e avanzato, senza comprendere che si trova in una nazione medioevale. Se accende la televisione vede il telegiornale dove le notizie vengono raccontate da una giovane donna, coadiuvata da altre due ragazze eleganti, colte, che parlano diverse lingue occidentali. Mostrano continuamente dei succosi reportage sulla vita dei sauditi, nei quali si mostrano interni casalinghi dove la vita prospera, pur nelle consuete contraddizioni, in un’atmosfera di fresca ricchezza condivisa. Forse puntando al premio Pulitzer, qualche settimana fa, le giornaliste avevano condotto una inchiesta sul fatto che in occidente si fosse fatta una enorme quanto sciocca pubblicità inutile all’esigenza manifestata da alcune saudite di pretendere di avere la patente e di poter recarsi al luogo di lavoro, se è il caso, da sole, senza avere un maschio come guida. Il risultato è stato bello e confortante. Una preponderante maggioranza di donne ha dichiarato che si trattava di una moda occidentale priva di sostanza perché fondamentalmente solo una pazza può voler avere la patente, dato che è molto più comodo avere l’autista, oltre al fatto di avere sempre a disposizione un cavalier servente, per giunta anche armato. Secondo loro, sono le donne occidentali che fanno una vita orribile e stressante; là da loro le donne giocano perfino a golf, amano il tennis e c’è sempre qualcuno (un fiduciario del coniuge o del padre o del fratello) disposto ad accompagnarle al centro commerciale ad acquistare l’ultima novità di Prada. Ci sono documentari nei quali schiere di architetti inglesi, ingegneri tedeschi, decoratori di interni italiani, spiegano le meraviglie della vita locale e mostrano il frutto dei loro esperimenti. Idem sui giornali. Idem sulla rete (controllata da una società che fa capo a uno dei principi). Chiunque di noi penserebbe “qui la vita è una pacchia”. Certo, nessuno spiega, dice e fa vedere che il 92% delle donne che vivono in Arabia Saudita non hanno neppure i soldi per comprarsi un velo e il problema della macchina non se lo pongono proprio perché nessuno dei maschi della loro famiglia ha la possibilità neppure di acquistare una vecchia Panda al mercato dell’usato di Ryad. Figurarsi un autista.. Questo è il loro uso. Loro vivono così

Anche noi. Esattamente come loro, secondo un uso diverso, tutto qui.

La loro classe dirigente vive nel terrore che possano arrivare suggestioni, idee, libri, dibattiti che possano alimentare un potenziale dibattito sulla realtà sociale del paese, spingendo il popolo a pretendere un cambiamento della struttura.

Anche noi.

Loro sono consapevoli che stiamo in piena guerra.
Anche i nostri lo sono.
Loro sanno che è meglio non spiegare affatto la natura della guerra in corso.
Anche i nostri.
Loro sanno che finchè la gente si scannerà per reclamare il diritto alla sopravvivenza, loro vinceranno sempre e comunque. Loro, controllano le briciole.
Anche da noi è così, tant’è vero che la maggior parte dei soggetti politici, intellettuali e mediatici, adorano parlare di sopravvivenza. I nostri controllano le clientele.
Quando hanno un grosso problema, sanno come fare in modo che la colpa vada al Kuwait, al Qatar, all’Oman, a Israele e infine agli Usa. E fanno tutti quadrato.
Anche da noi è così. E’ più facile prendersela con Angela Merkel che con Marina Berlusconi, con Elsa Fornero che con Livia Turco, e così via dicendo.

Da loro il potere passa per diritto ereditario.
Anche da noi.
Da loro non si eccelle perché si è bravi. Si è considerati bravi perché si è eccelsi, in quanto componenti di una ristretta oligarchia che deve mantenere lo status quo.
Anche da noi è così.
Il loro è il paese più ricco in assoluto del mondo mussulmano in tutta la loro area.
Anche noi; siamo il paese più ricco d’Europa.
Il loro è il paese dell’area dove è più alto in assoluto lo squilibrio sociale dovuto a una iniqua distribuzione delle ricchezze.
Anche da noi, abbiamo il record europeo.
Da loro i super ricchi aumentano la loro ricchezza e la povertà si sta allargando sempre di più.
Anche da noi.
Da loro la classe reale non paga le tasse.
Anche da noi.

Loro però sono più avanti di noi.
Il 92% della popolazione che li sopporta, se li è trovati lì, inviati dal cielo.
Noi, invece, li abbiamo votati. Seguitiamo a votarli. Li voteremo ancora. Tant’è vero che diamo ancora loro ascolto.
Loro, quindi, sono fatalisti. E’ comprensibile.
Noi invece no, siamo cinici. E’ comprensibile.
Da loro il 92% prega Allah e spera che un giorno avvenga un miracolo.
Nel frattempo non cambia nulla.
Da noi invece, furbi, si sa che il miracolo non esiste, però ci pensa zio, o il partito o il clan. Nel frattempo non cambia nulla.
Da loro, la religione è fondamentale per manipolare il 98% della popolazione e tenerla nella crassa ignoranza.
Anche da noi.
Da loro l'80% dei sussidi governativi per l'istruzione vanno alle scuole religiose private.
Da noi anche.
Loro non fingono di essere una democrazia.
Noi sì.
Loro non pretendono di essere diversi.
Noi sì.

Noi non siamo migliori di loro.
Né loro sono migliori di noi.
Loro sono un po’ mitòmani: pensano di esserlo.
Anche noi.
Gli altri gli ridono appresso.
Gli altri ci ridono appresso.

Un giorno si sveglieranno. E capiranno.
Anche noi.

Questa riflessione è il risultato provocato dalle spiegazioni offerte dalla sinistra democratica al popolo italiano, oggi 24 luglio 2012, per spiegare ciò che sta accadendo in questi giorni nei mercati, nel nostro paese, in Europa.


Questo  è quanto per oggi.


3 commenti:

  1. Da sentire l' intervista che questa mattina Oscar Giannino ha fatto ad un parlamentare tedesco, tale Manfred Kolbe. Il suddetto ha molto semplicemente detto che la Germania non può permettersi di aiutare una naziona che paga lo stipendio del direttore della banca d' Italia quattro volte il direttore della bundesbank.

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  2. Bel pezzo! il PD è una vergogna.. nonostante il PDL è ai minimi storici nel consenso, il PD se continua così, riuscirà nell'intento di perdere le elezioni del 2013 oppure raggiungerà una maggioranza talmente risicata che ci porterà nuovamente in un periodo d'instabilità politica che portebbe far nascere pericolosi governi tecnici di larghe intese, in continuazione con l'operato dello sciagurato direttorio italo-tedesco attuale! Siamo proprio medioevali

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  3. pezzo molto suggestivo, buono per i superficiali, ma di fatto retorico e fuorviante e poi
    premesso che nella mia famiglia, da sempre, nonni, genitori, figli e nipoti abbiamo frequentato tutti la scuola pubblica in ottimi istituti,
    premesso che ogni alunno costa allo stato in termini di docenti, servizi, personale vario, costruzione e manutenzione di edifici scolastici,
    premesso che che molti edifici scolastici pubblici sono insicuri e degradati che in molte scuole pubbliche gira droga e delinquenza sotto lo sguardo assente di presidi e professori spesso intimiditi,
    premesso che ci sono in giro ottime scuole private,
    perchè un cittadino che paga le tasse e quindi con il suo contributo finanzia la scuola pubblica,
    perchè questo cittadino quale genitore, se preferisce far studiare i figli in una scuola privata non può riavere indietro l'importo che i suoi figli costano allo stato in qualità di studenti e destinarli alla scuola privata dove ha deciso di mandarli ?
    anzi lo stato dovrebbe stabilire il costo procapite di ogni studente e metterlo a disposizione dei genitori sotto forma di buono
    sarebbero i genitori poi a decidere a chi consegnarlo se alla scuola pubblica o a quella privata
    e io penso che la maggioranza avrebbe scelto una scuola privata seria e ci sarebbe stata una concorrenza a chi forniva i migliori servizi e corsi di studio e sarebbe migliorata anche la scuola pubblica
    i miei figli sono adulti ma oggi con quello che si vede in giro io avrei mandato i miei figli ad una scuola privata seria non più nell'istituto nel quale si sono diplomati

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