di Sergio Di Cori Modigliani
Se non fosse per il fatto che siamo tutti parte in causa, e ne siamo una delle tanti componenti (la parte più sofferente e dolorosa) la fase attuale che stiamo vivendo dovrebbe essere, dal punto di vista intellettuale, la più affascinante e divertente in assoluto mai vissuta nella Storia dalla nostra specie.
Vista dall’esterno, infatti, sembra davvero un gioco da bambini.
La situazione è complessa e ruota intorno a un principio base che finisce sempre, inevitabilmente, per annullare e smascherare le banalità offerte dalla truppa mediatica asservita. Viviamo, infatti, dentro un Grande Paradosso, che è il totem –vera spina dorsale- della Guerra Invisibile in atto. E quando si vive dentro un Paradosso, il principio della Realtà perde Valore perché non è funzionale.
Viene sostituito dalla Surrealtà.
Il “Grande Paradosso” non è una novità. E’ noto, ormai, a tutti; lo conoscono anche i poppanti. Eppure (qui sta il fascino dell’attuale situazione) seguita a essere la colonna portante del Potere. Il Grande Paradosso consiste nel fatto che la finanza, responsabile della proletarizzazione dei ceti medi occidentali, è stata chiamata a risolvere il problema. E’ un po’ come affidare la presidenza della commissione parlamentare antimafia a Totò Riina e Bernardo Provenzano. E’ probabile che i due criminali, assumendo quell’impegno, sarebbero addirittura in grado di migliorare la situazione del paese (da cui l’attuale paradosso) perché razionalizzerebbero gli affari secondo un’ottica di efficienza marketing, suddividendo la presenza all’interno dei partiti in maniera razionale, quindi evitando scontri e fratture (chi protesta viene strangolato in diretta televisiva alla camera) consentendo a chi governa una continua maggioranza solida, necessaria per fare ogni riforma. E così in tutti gli altri campi.
L’irruzione della Surrealtà nella Realtà ha alterato i codici base.
Ha modificato il Senso perché ha sottratto Valore.
E di conseguenza produce, insistentemente, significati insensati.
La reazione della massa, di fronte a eventi privi di senso, è quello di incorporare il concetto subliminare che la “vita non ha senso”, che “è tutto uguale” che “la politica è davvero sporca” che “sono tutti uguali” e così via dicendo.
Questa incorporazione, conscia o inconscia che sia, apre la strada al cinismo, alla depressione sociale, all’annullamento della collettività che non ha più un terreno sul quale muoversi su basi ideali e spirituali. Nei soggetti più deboli e fragili si traduce in un “atto puro”, cioè si uccidono fisicamente, oppure diventano “socialmente catatonici” a seconda del gusto e del carattere, c’è da scegliere: siti porno, casinò on line, chat bulimici, gruppi artistici su facebook, ecc. L’importante è garantire a tutti la massima libertà (nel mondo virtuale) facendo credere loro che quella libertà viaggia in parallelo con la libertà nel mondo reale, anzi ne è addirittura un rispecchiamento.
Non è così.
La realtà virtuale non è parallela, non è un rispecchiamento.
E’ una “realtà altra”: la loro.
La nostra realtà, invece, (cioè la gente diciamo così “comune” o “normale”: chi produce, lavora, è dinamico, paga le tasse, rispetta le leggi) non può essere più presa in considerazione dal potere perché è diventata “una non-realtà”. Per chi gestisce il potere, oggi, è irrilevante se gli esodati sono 65.000 o 342.000. E’ irrilevante se la disoccupazione è al 10,2% o all’11,8%, ed è irrilevante se il pil scende a -3% oppure sale a +2%. Perché tutto ciò non ha alcun Valore, per loro (cioè per coloro che danno loro ordini).
Questo per spiegare il motivo per cui, molto spesso, si è portati a credere e pensare “ma questi qui sono dei veri imbecilli”. Non lo sono affatto. Immaginatevi, nel febbraio del 1939, a Roma, un uomo qualunque, diciamo una brava persona, buon marito e buon padre, grande lavoratore. Fa il dirigente nell’amministrazione pubblica. E’ responsabile dell’ufficio archivio dell’apposito “Ufficio della Razza”. Ha il suo stipendio, la sua ambizione è pensare che forse un giorno suo figlio prenderà la laurea, è sempre affettuoso con tutti, ecc. Lui lavora, mette i bolli, sbriga le pratiche, firma un documento spiegando al Dr. Amedeo Limentani che dal giorno 1 marzo non è più primario dell’ospedale S.Giovanni ed è stato espulso dall’ordine dei medici perché di razza inferiore; la documentazione, infatti, parla chiaro: i due nonni materni sono ungheresi, di etnìa tzigana, quindi inferiore, mentre suo padre era figlio di due ebrei (morti da tempo) e lui magari neppure lo sapeva, perché erano tutti laici e orgogliosi fascisti. Il funzionario che faceva quel lavoro, non aveva la minima idea di ciò che stava facendo, perché viveva dentro una Surrealtà che veniva presentata come una Realtà. I Valori erano stati capovolti. Era stato sottratto il Senso all’Esistenzialità, per cui dei criminali venivano assunti in pianta stabile come “tecnici” e si dovevano occupare di decidere del presente, del futuro, delle carriere e dei destini di persone per bene a loro sconosciute, applicando dei codici, parametri, dispositivi, che si trovavano in un libretto di istruzioni.
Era stata abolita la “narrazione esistenziale”, le vite umane degli individui non contavano più. Il nazifascismo, come ci ha argutamente raccontato Hanna Arendt nel 1956, era stato il trionfo dei ragionieri, dei contabili, degli impiegati, “il Male era molto banale, si trattava semplicemente di piccolo-borghesi semi analfabeti che non avevano le minima idea di ciò che stavano facendo, perché tutto era ridotto a numeri, cifre, calcoli, percentuali. La Vita era stata abolita”.
Come ci ha raccontato Italo Calvino nel 1952 parlando della vita degli italiani sotto il fascismo “la vita stessa si era capovolta, per capirla e comprenderla bisognava camminare con i piedi per aria e la testa appoggiata per terra, non facile; presupponeva studio, applicazione, tanto esercizio. Ma soprattutto la voglia di farlo”.
Non c’è quindi da stupirsi se -in questo laboratorio sociale sperimentale che i nostri attuali ragionieri stanno portando avanti- la produzione di Falso Autentico sia un elemento fondamentale, consapevole e determinante. Tanto più si spinge avanti la capacità di poter convincere le masse a credere l’incredibile, ad accettare l’inaccettabile, ad accogliere come sensate leggi e manovre insensate, tanto più si accelera il piano politico di organizzazione razionale della soluzione finale dell’uomo post-moderno: l’abbattimento della narrativa esistenziale individuale, e la classificazione degli Esseri Umani in numeri, esattamente come accadeva agli ebrei ad Auschwitz, che non appena arrivati venivano subito marchiati con un numero sul braccio. Tutto ciò per riconfermare che a Bruxelles, il 28 giugno 2012 non è avvenuto nulla. Non è accaduto nulla. Non c’è stato nessun accordo tra nessuno su niente. Tant’è vero che non esiste nulla di scritto. Esiste soltanto una conferenza stampa pubblica. Sufficiente per far guadagnare in borsa su titoli pre-selezionati i funzionari di partito, i quali –già allertati- hanno acquistato titoli spazzatura che da oggi a mezzogiorno cominceranno a vendere, lucrando la cifra sufficiente che va a coprire il 50% del finanziamento pubblico decurtato. In cambio, i partiti avevano garantito un appoggio incondizionato al governo.
Questa premessa era necessaria per introdurre una notizia che va letta “pensando alla realtà” e quindi cercando prima di sottrarsi alla “surrealtà del paradosso” che è la vita italiana. In altre nazioni, esiste ancora la Realtà.
Viene dagli Usa. Viene da “occupy wall street”, di cui non avevo più dato notizia, non avevo più relazionato nei post, non avevo più raccontato nulla, consapevole che fosse inutile. Non è un caso che l’Italia è l’unico paese occidentale nel quale non accade nulla a livello di organizzazione sociale dei movimenti di opposizione, quindi è incomprensibile ciò che accade nei posti dove si combatte nella “Realtà”. Basterebbe accorgersi che in Italia la guida dell’opposizione parlamentare alla casta dei privilegiati della razza superiore, è guidata da un partito (l’IDV) in realtà un’associazione culturale, che è una srl come ragione sociale, composta da Di Pietro, sua moglie, il figlio e il cognato, i quali gestiscono il loro partito come se fosse una pizzeria. Attaccare la Merkel è come metterci le alici con i capperi; se non funziona più, a un certo punto si cambia e si passerà a Cameron, cioè mozzarella e pachino. (e questi sono i meno peggio).E via dicendo.
“Occupy wall street” gode di strabordante salute, in Usa.
Questa è la notizia.
Sta cambiando e ha già cambiato la coscienza collettiva della nazione, grazie anche al fatto che sono un’etnia molto pragmatica e poco incline al surrealismo. Tant’è vero che non esiste una stagione culturale del “surrealismo americano”, unica eccezione in occidente
Hanno “creato mercato”, si sono sottratti alla manipolazione della politica partitica ponendosi in posizione trasversale; stanno ritirando a un vertiginoso ritmo in espansione soldi dalle grosse banche e li depositano nelle “union banks”, banche che –per statuto ferreo- possono investire danaro soltanto nel fare credito a imprese; del tutto indifferenti ai media (di ciò che si scrive sudi loro, ciò che si dice, o meglio, ciò che non si dice su di loro) hanno cominciato a organizzarsi in comunità basiche di raccordo (loro le chiamano “spin cells”) che stanno modificando anche le modalità di scambio sociale e la prima rivoluzione che sono riusciti a operare consiste nel fatto di aver offerto una “proposta sociale nella realtà” sostitutiva a quella della “proposta sociale nella virtualità”. In Usa, gli ultimi indici rivelano come, tanto per fare un esempio, facebook sia un social network dove in stragrande maggioranza è frequentato da persone al di sotto dei 18 anni e al di sopra dei 55 (sono ormai il 75%). In Usa, ciò che conta è l’intervento nella realtà, ma soprattutto “modificazioni comportamentali individuali” che consentano l’allargamento di una sfera di condivisione di un concetto di socialità più avanzata ed evoluta. Un interessante studio dell’istituto di sociologia di Ginevra rivela come tra i frequentatori italiani di facebook nella fascia tra i 35 e i 65 anni, il 79% è convinto di “star partecipando socialmente a un cambiamento” perché hanno pigiato mipiace in un gruppo o sono iscritti alla pagina di non so chi, a seconda dei gusti. “Occupywallstreet” sta organizzando diversi festival di musica, cinema, teatro; nel solo mese di maggio 2012 hanno finanziato la nascita di circa 250.000 neo-imprese artigianali grazie all’uso creativo dell’alta tecnologia. Ma il dato più consolante, e segno e segnale di un cambiamento radicale autentico, consiste nel fatto che negli ultimi sei mesi, in Usa, per la prima volta negli ultimi 15 anni, l’industria editoriale cartacea è in netto aumento e negli ultimi tre mesi la diffusione di librerie indipendenti è aumentata del 43%. Aprire una libreria a Dallas, oggi, comincia a essere interessante dal punto di vista economico. E in un paese di businessmen, vuol dire aver trovato anche i soldi. A differenza dell’Italia dove si vive di sussidi garantiti dai partiti, in Usa, quando scatta quello che loro chiamano “a market trend”, i soldi arrivano da investitori privati desiderosi di cavalcare la moda. Arrivano a valanga, perché il mercato tira.
In Usa si aprono librerie.
In Italia invece si danno nuove licenze (26.500 nel solo primo trimestre del 2012) per aprire sale giochi, casinò, club del poker.
In piccoli centri popolati per lo più da gente totalmente priva di cultura, cominciano a diffondersi abitudini sociali dickensiane: ci si trova il venerdì sera in un vecchio cinema, in uno stadio di basketball, in una piazza, e si leggono collettivamente e si commentano le teorie economiche di Keynes e dei liberisti per capirne la differenza e rendersi conto di ciò che accade. Hanno costituito le ”working field banks” dei curiosi aggregati che mettono insieme disoccupati intellettuali con un buon curriculum vitae che mettono al servizio della comunità il proprio sapere, in cambio di contributo volontario, e stanno diffondendo una nuova moda del tipo “week end con i filosofi” dove la banca chiama, ad esempio, un filosofo o un esperto di comunicazione, o un analista finanziario, o un sociologo, o un economista, che va in una certa casa dove ci sono 30 persone ad ascoltarlo, e alla fine daranno magari 10 dollari a testa, di cui la banca se ne prende 2 per le spese di organizzazione, ma che per quel laureato disoccupato vuol dire 240 dollari che equivale ad aver trovato i soldi per pagare il mutuo, allo stesso tempo compiendo un lavoro sociale di uso collettivo.
Stanno nascendo gruppi di controllo di medici specializzati, bio-chimici e ricercatori in neuro-fisiologia (molti dei quali sono anonimi) che organizzano gratis mini convegni e pubblicano pamphlets gratuiti nei quali spiegano che cosa sta combinando nelle loro teste e nei loro stomaci l’industria multi-nazionale bio-chimico-farmaceutica e come il potere mediatico usa la struttura teorica dei mass media e la teoria della programmazione neuro-linguistica per assoggettare le coscienze.
La nuova generazione statunitense sta scoprendo la più importante ricetta vincente che garantisce l’humus necessario per far crescere qualsivoglia pianta di consapevolezza: il miscuglio tra socialità, condivisione, solidarietà e voglia di sapere.
Da noi, si preannuncia la consueta estate di feste de l’unità, convegni di partito, riunioni in diretta televisiva da Cortina, Capalbio, Taormina, Costa Smeralda, Rapallo e Capri, dove un’idea vetusta, stantia e obsoleta della Cultura viene presentata come novità, gestita e organizzata dai consueti consoli vassalli aderenti alla truppa mediatica che ha visibilità.
In Usa, invece, si diffonde il “clan degli invisibili”.
E in una Guerra Invisibile, costoro, diventano i guerriglieri della cultura che possono far inceppare l’attuale meccanismo infernale, voluto dalla Razza Superiore dei Tecnici Eletti che seguiteranno a bombardare la popolazione di numeri, cifre, aliquote, percentuali, facendo credere loro ciò che vogliono e come vogliono.
Né più né meno di quanto non facesse quel signore anonimo nel febbraio del 1939, a Roma, il quale nel suo ufficio romano firmava documenti e metteva bolli convinto di essere un impiegato di concetto che stava facendo il suo dovere. Non sapeva che stava uccidendo delle vite. Che stava eliminando dei propri connazionali. Che stava affondando la nazione accelerando il declino di una civiltà.
Se non si comincia ad organizzarsi “nel reale” in maniera altra, non accadrà nulla.
Non cambierà nulla.
Dipende da tutti noi, insieme. Per uscire fuori da questa sonnolenta solitudine suicida.
Altrimenti, finirà che non sapremo neppure che cosa il Potere fa o non fa.
Tant’è vero che nessuno, in parlamento, ha “osato” pretendere, esigere, immediatamente dall’attuale governo che spiegasse perché ha spostato 400 milioni di euro dall’istruzione pubblica e dall’investimento nella ricerca scientifica a istituti privati. Un comma della cosiddetta spending review, passato in cavalleria, nell’indifferenza generale.
La notizia più cliccata sul google news statunitense, ieri, era “è sufficiente e possibile e praticabile oggi un new deal rooseveltiano oppure no?”.
Da noi è se Raffaella Fico è davvero portatrice di un bambino di Mario Balotelli oppure no.
Per gli investitori stranieri questo è un inequivocabile segnale economico e politico: vuol dire che da noi il berlusconismo è più vivo che mai. E Berlusconi fa molto bene a organizzare la sua nuova discesa in campo. Al posto suo, io farei la stessa cosa. Sa che anche questa volta avrà gioco facile. Chi (teoricamente) fa opposizione è arroccato dentro a un fortino e vive dentro la Surrealtà senza nessun contatto con la Realtà Autentica della nazione, delle persone, della gente.
Non è certo un caso che l’Italia non sia più in grado di produrre narratori, né in letteratura né al cinema. Non hanno accesso al mercato.
Il mercato, in Italia, non vuole individui in carne e ossa. Quindi, non vuole storie vere.
Si ciba soltanto di numeri, dati, cifre, aliquote, percentuali.
La cosiddetta crisi la si supera contrapponendo ai tecnici e all’attuale classe politica la realtà delle esistenze, per ciò che esse sono, nella verità del quotidiano, nel confronto sui valori che danno un Senso alla vita. Quelli che ci fanno sentire Umani, non soltanto dei numeri, pronti ad essere allineati come pecore spaventate davanti a una immaginaria macchina gasificatrice della coscienza collettiva.
Magari sperando che arrivi, all’ultimo momento, il Salvatore della Patria.
Non arriverà. Mai.
Se non vi salvate evolvendovi, non vi salverà nessuno.
E’ necessaria una mutazione metafisica.
Tutto qui.
Charles Darwin aveva le sue ragioni.
Anche questo suo articolo l'ho trovato ottimo.
RispondiEliminaComplimenti Modigliani!
Era già diverso tempo che aspettavo notizie di Occupy... sono arrivate in compagnia di un ottimo post.
RispondiEliminaGrazie, condividerò ove possibile.
Igor
Anche noi abbiamo il nostro Occupy Circo Massimo, 300mila persone che a Roma tifano per la finale di calcio Spagna-Italia, con le code di danni e pestaggi di stampo nazifascista. Per il resto manco cinque persone vanno in piazza a manifestare contro questa banda criminale che governa per mezzo di presunti tecnici alla Fornero, Passera... Che ci sia un sistema che controlla lo Stato dall'interno è storicamente assodato, almeno dai tempi di Gelli, ma c'era anche prima negli anni 30. Oggi ne sappiamo di più sulle varie P3, P4, sui Bisignani e Moncada, sull'intreccio Mafia-Stato, Mancino-Napolitano docet, ma si continua a condannare il dito che indica la luna. Nessuno mobilita le piazze e chi osa denunciare queste collusioni viene additato come un pericoloso terrorista perché non tifa a favore di una nazionale dove primeggiano squallidi individui come Buffon e gli Abete.
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