martedì 13 marzo 2012

L'Europa si sta svegliando mentre noi dormiamo. Dalla Gran Bretagna, una lezione di equo pragmatismo sociale.

di Sergio Di Cori Modigliani

Applausi applausi per l’Europa. Oggi 14 marzo 2012.
Meno male che esiste l’Europa. E meno male che noi ci stiamo ancora dentro.
Basterebbe farsi un giro per il nostro continente, osservare la ricchezza del dibattito in corso, la maturità avanzata di alcuni confronti, incontri e scontri in diverse capitali, per accorgersi quanto sia malsana, perdente, retrograda e reazionaria la posizione di tutti coloro (destra e sinistra estrema) che incitano a formare movimenti, associazioni, partiti, cavalcando il disagio con il fine dichiarato di uscire dall’Europa.

L’Europa rimane –diciamolo una volta per tutte- un faro di civiltà e di libertà di pensiero, alla cui base (radici d’acciaio) troviamo l’immortale lascito della cultura prodotta dall’antica civiltà della Grecia classica, madre e generosa procreatrice di quel brulicare di idee che nel bacino del mediterraneo per almeno 2500 anni ha prodotto un incessante produzione di scienza, di arte, di esperimenti esistenziali, di evoluzione di pensiero.
E naturalmente –perché così è la mente umana- anche di morte, di guerre, di distruzioni.
Per ogni grande riforma c’è stata anche una contro-riforma. Per ogni Voltaire c’è stato un Hitler e per ogni Napoleone c’è stato un Metternich.


Due sono gli eventi europei da sottolineare oggi.
In entrambi i casi è poderosa la loro portata e impatto.
Uno è da ascrivere ad una narrazione poetica dell’esistenza, dal tocco dichiaratamente surrealista, con una spruzzata di sbruffoneria intellettuale che non guasta mai, il cui autore è un artista che va per gli 80 anni. E’ accaduto in Francia.
Il suo nome è oggi completamente ignoto alle giovani generazioni, ma è stato uno dei grandissimi agitatori del pensiero artistico europeo dalla metà degli anni’50 in poi.
L’altro evento, invece, è di natura prettamente politica e viene dalla Gran Bretagna, proprio dal cuore del centro del potere. Perché la fonte è proprio l’ufficio del governo a Downing Street a Londra. E per la prima volta da almeno 60 anni, un importante membro del governo di Sua Maestà, si è alzato in piedi e –tra lo stupore pallido dei conservatori- ha dichiarato che è arrivato il momento di tirar fuori la grande tradizione del pensiero di John Locke, il padre dell’illuminismo e del pensiero libertario in Europa (c’è chi dice che fu Voltaire, c’è chi dice che fu Locke; diciamo che furono fratelli in lingue e culture diverse così eliminiamo sciocche diatribe campanilistiche dal sapore nazionalistico) e mentre voi leggete questo post, ciò che hanno detto –e proposto- al parlamento inglese, sta sconvolgendo la vita politica britannica. Naturalmente in Italia neanche una parola. Anche perché si tratta della bocciatura ufficiale della politica di Mario Monti. Altro che applausi!

Gli eventi:
1). L’evento francese è una performance che appartiene alla grande tradizione culturale gallica, che mescola la boutade al calembour al burlesque, il cui risultato però è un atto squisitamente politico e pur nella sua firma surreale lancia un chiaro messaggio a tutti gli operatori culturali europei con il dichiarato scopo di spingere tutti a dedicargli dei pensieri. Tutto qui.                                                                                                                                 
E’ avvenuto nel corso di una manifestazione elettorale in una piccola città, Besancon, dove il candidato socialista Hollande teneva un comizio, mentre Sarkozy radunava 60.000 persone minacciando l’Unione Europea con il ricatto di abolire il trattato di Schengen per cercare di ramazzare voti dall’estrema destra che odia gli emigrati. Nel comizio dei socialisti, dopo un discorso politico di Hollande, è salita sul palco una coppia davvero inusuale: un artista francese, un vecchietto indigente di 80 anni (vive grazie al sussidio di povertà) che si chiama Jean Luc Godard insieme a un importante economista statunitense di famiglia francese che insegna alla Columbia University a New York, Nouriel Roubini. Il regista ha fatto sistemare degli schermi e mimando –alla lettera- il nostro baldo ragionier Mario Monti ha esposto una serie di grafici (che l’economista ha poi spiegato) e diramato un semplice annuncio surrealista. Godard ha spiegato alla platea che, a nome di 250 artisti e intellettuali francesi, stanno preparando un documento di denuncia contro l’Unione Europea e la BCE per “violazione dei diritti del copyright” pretendendo che l’intero consiglio europeo venga sottoposto a processo al tribunale internazionale dell’Aja, nel Regno d’Olanda, per “truffa e crimini contro il pensiero umanista”. Chiedono 250 miliardi di euro di danni. Lo fanno a nome di cinque persone. Chi sono? Dice il comunicato. “Denunciamo per abuso di diritto d’autore l’intero continente europeo. Perché l’Europa è nata, ha progredito, si è sviluppata e si è arricchita, grazie al drammaturgo Sofocle, al filosofo Platone, alla poetessa Saffo, all’uomo politico Pericle, e allo scultore Fidia. L’Europa ha abusato del loro lascito. Bisogna pagare il copyright, perché così vuole la legge del mercato: lo dice l’Europa”. A questo punto è entrato in gioco l’economista, il quale, con un’asticella di legno ha spiegato il senso del grafico attraverso i secoli; all’esterrefatta platea ha spiegato come sia stato calcolato il danno (da restituire in toto al governo greco)  e come siano arrivati a questo conteggio, laddove lo spread è stato descritto come “la forbice tra l’ignoranza crassa e la cultura progredita delle idee”.
Un evento teatrale di grandissimo spessore e impatto.
Questa è la Cultura.
E non è un caso che viene dalla Francia. Mentre da noi, l’avanguardia miliardaria, che si nasconde dietro i paraventi di burocrati disposti e disponibili a prestare il fianco all’attuale governo per sostenerlo acriticamente, si radunava a Milano e sotto la dizione “Libertà e Giustizia” chiedevano il ritorno alla politica ma con la pregiudiziale di riconoscere in Mario Monti il nume tutelare della cosiddetta svolta democratica, in Francia, gli intellettuali e le menti pensanti si danno al teatro surreale e producono frasi dagli echi commoventi, che hanno un impatto poderoso sulle coscienze e spingono la gente a pensare.
A elaborare. A discutere. A confrontarsi.
Non è certo un caso che all’università della Sorbonne, a Parigi, nel maggio del 1968 c’era un enorme striscione sul quale c’era scritto: “la Cultura è come la marmellata: meno la si ha e più la si spalma”. L’abbiamo capito ascoltando gli interventi boriosi e parrucconi della sedicente fronda democratica al teatro Smeraldo a Milano, ieri sera. Certo, noi, i nostri Godard non li abbiamo più (dove siete dove siete Fellini, Antonioni, Pasolini, Calvino, Morante, Quasimodo? Perché ci avete lasciati soli nelle mani di Volo, Moccia, Faletti, Verdone e Veronesi?).

2).Il secondo evento è invece una vera e propria bomba politica. E’ accaduto venerdì scorso al parlamento britannico, dove gli inglesi (che conoscono i propri polli) hanno capito subito che sarebbe stata una giornata da non dimenticare –il pensiero surrealista secondo la interpretazione british- visto che la seduta si era aperta con una dichiarazione da parte del primo ministro in carica, David Cameron (noto conservatore ultra-liberista) il quale ha criticato con forza e vigore la modificazione delle costituzioni europee per introdurre il pareggio di bilancio, ha fatto i complimenti alla Repubblica Ceka per essersi rifiutata di farlo e poi ha aggiunto, prima di sedersi: “Non consentirò mai nella mia vita, fintantoché sarò attivo politicamente, di mettere fuorilegge John Maynard Keynes”. Una frase che merita rispetto, che è denotativa, comunque, della presa d’atto da parte del potere britannico che sono in gioco i principii della democrazia. Dopo di lui, ci sono stati degli interventi veloci di ordinaria amministrazione per affrontare una serie di questioni per noi irrilevanti, dopodiché ha preso la parola il vice-primo ministro, Nick Clegg, leader del partito liberal-democratico, una formazione liberale di moderati che sta al governo insieme a Cameron. Nick Clegg ha premesso che interveniva personalmente, a nome del suo partito, ma non poteva certo nascondersi dietro un dito e ci teneva a sottolineare che “essendo il vice-primo ministro, le mie argomentazioni di carattere politico, soprattutto quando sono relative ad eventi e fattori dell’economia e della finanza, potendo contare sul fattore di allenza governativa, vanno prese in considerazione come diciamo così….suggestioni….suggerimenti…proposte per un confronto che non può essere eluso…ma il mio partito su questo tema intende sostenere fino in fondo la mia argomentazione per dare il nostro contributo all’affermazione dei principii di tollerabilità democratica in campo sociale enunciati dal nostro esimio predecessore John Locke”….a questo punto ha fatto una pausa, si è fatto portare il testo del filosofo dal suo segretario e ha letto la lunga pagina (che allora, inizi del ‘700 sconvolse l’Europa) nella quale il filosofo sosteneva che “quando il popolo e le classi sociali costituite che insieme compongono il tessuto armonico della società, prendono atto che i propri governanti e il proprio re non attua politiche conformi al raggiungimento del bene collettivo bensì privilegia delle finalità ad uso privato, allora in questo caso le classi sociali hanno il diritto di rovesciare tale governo e ribellarsi anche al monarca pretendendo la sua deposizione….”. Dopo l’amena lettura dei principia di John Locke (caposaldo del pensiero illuminista europeo) Nick Clegg è passato alla sua argomentazione che il giorno prima aveva espresso a Gateshead davanti ai propri sostenitori: “E’ arrivato il momento di introdurre The TT, the Tycoon Tax (ndr.: la tassa sui miliardari –ovverossia una patrimoniale forte- ) con lo scopo dichiarato di colpire i miliardari nel nostro paese, e soprattutto quelle aziende, quei ceti, quegli individui che possono avvalersi di grossi e costosi avvocati che usano la Legge e i suoi trucchi per aggirare il rispetto dell’equità sociale che è il vero cancro dell’economia europea. E’ arrivato il momento di parlare dell’unica argomentazione che deve essere al primo posto dovunque in Europa, pena l’abbrutimento (ndr. splendido sostantivo) della democrazia così come noi l’abbiamo sempre vista, inventata e costruita: la ridistribuzione delle ricchezze. Il Ministro del Tesoro, Danny Alexander mi ha comunicato ieri di essersi incontrato con il cancelliere alle finanze, Lord George Osborne per abbattere immediatamente le aliquote di tutti coloro che guadagnano meno di 10.000 sterline all’anno. In tal modo, i ceti più disagiati, da subito, diventano esentasse…..esistono centinaia e centinaia di persone nel nostro regno che guadagnano milioni di sterline all’anno e a stento pagano –quando siamo fortunati- il 20%. Non dico il 30 o il 40 o il 50: a stento arrivano al 20. Hanno esagerato. E’ arrivato dunque il momento in cui noi dobbiamo interrogarci sulla necessità della Tycoon Tax….cari colleghi, vi rendete conto dell’enorme rabbia che provano i cittadini del regno quando si svegliano al mattino e vanno a lavorare sodo per mantenere le loro famiglie e pagano tasse del 30, 40, addirittura il 60% di aliquote fiscali e vedono individui miliardari che a stento pagano il 20%?.....pensate che sia possibile sostenere una situazione del genere?.....ci rendiamo conto del costo psico-sociale che una situazione come questa produce?”……
Più tardi, al quotidiano The Independent Nick Cleggs ha dichiarato: “ La priorità del mio partito e, considerando il fatto che il primo ministro è un uomo intelligente e pragmatico, direi dell’attuale governo, consiste nella tassazione dei miliardari inglesi. Ne stiamo parlando. Sono ottimista a proposito dei progressi che stiamo facendo. Ritengo che riusciremo a piazzare la nuova legge entro l’attuale anno fiscale”. Il che vuol dire entro il 30 aprile 2012.
Nick Cleggs è un moderato di centro destra (lo ricordo a chi non conosce la politica inglese). Non è Chavez o Lenin.

Tutto ciò induce a una riflessione: come stiamo vedendo in giro per l’Europa, le alternative esistono eccome. C’è chi ha rifiutato il pareggio di bilancio e con un governo conservatore di destra si assume la responsabilità di lanciare una patrimoniale dura per colpire la finanza e i miliardari. Hanno calcolato che entrerebbero nelle casse del tesoro britannico 800 miliardi di euro entro la fine del 2012. Con invidiabile lungimirante visione hanno anche calcolato che questa tassa potrebbe servire per raffreddare la rabbia, la frustrazione, il furore che comincia a diffondersi nella nazione occidentale che vanta l’osceno record del numero più alto di poveri. Un’esplosione di malcontento sociale “avrebbe oggi un costo insostenibile per la corona, per non parlare del contagio che provocherebbe immediatamente in tutto il continente”.
Perché la sinistra democratica italiana non ha preteso la stessa cosa da Mario Monti? E’ possibile essere scavalcati a sinistra dai conservatori britannici? E’ normale? E’ accettabile? Come mai nessun giornale che si occupa di economia ha parlato dell’idea di Nick Cleggs?
Ci stiamo rendendo conto che in Europa, la Merkel e Sarkozy e Monti, insieme, stanno stendendo un velo di omertà censoria su ciò che accade a Praga e Londra, essendo queste le due importanti nazioni d’Europa che si sono rifiutate di introdurre la legge sul pareggio di bilancio e cercano altre soluzioni?
Le alternative, quindi ci sono.
Non è vero che tutto ciò che sta accadendo in Italia è inevitabile.
E’ inevitabile perché non esistono personalità politiche decorose che si assumono la responsabilità di portare avanti proposte decenti, fattibili, queste sì inevitabili.
Non vengano poi a concionare sulla anti-politica. Chi non prende il toro per le corna fa dell'anti-politica: perchè genera avvilimento, depressione, indifferenza.
Le chiacchiere stanno a zero.
Come dice la destra moderata britannica “la priorità assoluta deve essere la redistribuzione della ricchezza: i miliardari vanno tassati, molto e più degli altri”.
Stiamo diventando la Vandea d’Europa.
Siamo già il paese più reazionario del continente.
E' importante prenderne atto per poter comninciare a costruire una potenziale alternativa culturale e politica. E' essenziale capire chi siamo, che cosa siamo diventati, e ricordare da dove veniamo.
Come diceva Socrate "se non conosci te stesso come pensi di poter aspirare a conoscere la realtà delle cose, dato che sei tu che la osservi? Se non sai da dove vieni, come pensi di poter immaginare dove vai?"


10 commenti:

  1. Grazie Sergio, adesso sappiamo che il Sapere e la Volontà si sono uniti, ed il Mondo progredirà!

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  2. Questa è la domanda: chi siamo, noi Italiani..?
    La risposta potrebbe non confortare...

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  3. Quando i soldati di Cromwell andarano ad arrestare Carlo I, il re chiese "Con quale autorita'"
    L'alfiere che li comandava si giro' e mostrando i soldati disse
    "Con questa"
    Locke scriveva di cose gia' avvenute.
    Quando Lloyd George agli innizi del 900 disse "Ho bisogno di soldi-
    per pagare la Marina, le spese militari e le pensioni dei vecchi. E andro' a chiederli ai ricchi" poteva suscitare ammirazione.
    Noi 150 anni dopo la Rivoluzione inglese avevamo il Cardinale Ruffo.
    "Fu-dice Croce- una reazione che non ha pari nella Storia. Si mando' a morte, al ergastolo, al esilio il fiore, intellettuale e morale del paese."
    Godard vive con un assegno sociale? Vada sul sito dell'INPS e si legga e si informi del nostro. Le ricordo che in Italia non esiste
    una pensione sociale, cioe' un diritto a un minimo per chi non e' riuscito a pagare tutti i contributi neccessari ad avere la minima.
    C'e' la carita' di stato con delle regole sempre da Cardinal Ruffo.
    Se le legga. Scoprira' l'"animo italiano".
    Le consiglio anche di leggere di
    C.Hill- The world turned upside down.
    Questo per capire da dove vengono gli inglesi e forse anche per capire da dove noi non veniamo.
    E ricordarlo.

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  4. Per un errore ho pubblicato questo commento nel post sbagliato. Lo ripropongo qui, scusandomi per la ripetizione.

    In Italia il consociativismo è storicamente assodato. Già Togliatti promosse il Concordato con il Vaticano inserendolo in Costituzione e da quel momento non è cambiato molto, se non nelle modalità formali. E col tempo gli intellettuali, i maitre à penser si sono adattati quando hanno capito che per emergere bisognava seguire la corrente. Non dimentichiamoci che il nostro è il paese dei Don Abbondio, dei Don Rodrigo, dei Bravi e degli Azzeccagarbugli, non certo dei Fra Cristoforo...

    Anche Libertà e Giustizia, nonostante i richiami alla Resistenza, si è adattata preferendo non turbare troppo il macchinista Monti, anche se è chiaro a tutti che il treno rischia di uscire dai binari alla prima vera curva. Per loro bastano solo degli aggiustamente perché da miopi quali sono temono che cambiando il sistema possano perdere i loro privilegi.

    Lodevole e da imitare l'iniziativa di Goddard e degli intellettuali francesi, ma qui chi potrebbe muoversi? Ce li vedete Moretti, De Sica, i Guzzanti, Benigni, Celentano, Grillo a prendere iniziative? Eppure questo è il terreno su cui intervenire: denunce concrete e circostanziate per obbligarli ad uscire allo scoperto ed assumersi la propria responsabilità.

    Tutto il resto è... noia e chiacchiere.

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  5. Gentilmente mi darebbe le fonti?
    Dove ha letto l'intervento di Cameron? grazie.

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    1. Dopo gli incresciosi episodi di maggio, novembre e dicembre 2011, per chiunque voglia sapere le fonti, la regola è la seguente: 1). Qualificarsi con nome e cognome, e-mail e identificazione riconoscibile. 2). Inviare la richiesta alla mia e-mail aggiungendo una auto-dichiarazione nella quale si afferma di non essere nè un professionista della comunicazione nè un operatore mediatico e di volere le fonti unicamente per un uso privato informativo. Grazie.

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  6. ..insomma cari lettori, oggi la Gran Bretagna è bella!
    non so perchè, ma penso a un disturbo bipolare

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  7. Ho sempre pensato che i conservatori inglesi fossero più avanti intellettualmente e politicamente dei progressisti italiani: purtroppo oggi ne ho la conferma....per non parlare del confronto con la sinistra francese per il quale è meglio stendere un velo pietoso in favore degli italiani....

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  8. Mah,la Gran Bretagna... a parte la city hanno ben poco...
    Qui caro Sergio credo che abbia toppato in maniera evidente,quasi imbarazzante per uno come lei,in GB ci sono disuguaglianze sociali enormi,peggio delle nostre,anche se li raggiungeremo presto...
    E poi credo che ben pochi lassù sappiano chi è Locke...

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