lunedì 9 luglio 2012

Oggi a Bruxelles, i soliti vanno al raddoppio. Ormai hanno capito di avere gioco facile.


di Sergio Di Cori Modigliani



I business americani, per quanto abili, sono consapevoli di essere dei farlocconi, se paragonati ai sofisticati squali europei di millenaria esperienza. Tant’è vero che finiscono regolarmente impantanati in criminali guerre senza senso, perché incapaci di saper gestire, con la necessaria diabolica perversione, gli intrecci tra diplomazia e mercato. Quando per loro le cose si mettono male, mandano prima la Cia, poi i bombardieri, e infine un mega esercito, convinti che così risolvono la faccenda. Sono infantili, si vede che sono giovani: è ciò che li rende seducenti, invidiabili e ammirevoli,  per un candore che tuttora hanno ed è davvero autentico; e per gli stessi motivi li rendono pericolosi, spaventevoli, e imprevedibili. Per questo hanno coniato un proverbio che è auto-critico ma fortemente minaccioso allo stesso tempo: “fool me once shame on you, fool me twice shame on me”. Tradotto alla buona (e facendo le tare etnico-linguistiche) dovrebbe corrispondere al nostro “acca’ nisciuno è fesso”. Letteralmente vuol dire “se mi freghi una volta la colpa è tua (perché sei disonesto, truffaldino, in mala fede, ecc.) ma se mi freghi due volte la colpa è tutta mia perché mi sono fidato di un truffatore sapendo già che lo è”. Per la serie: peggio per me che mi fido di uno così. Si autoassolvono la prima volta, e da bravi puritani, giudicano con categorie etico-morali chi li ha fregati. Ma non fanno le vittime. Prendono atto e lì si fermano. Se ci ricascano, il 100% delle volte se la prendono sempre e soltanto con se stessi.
E’ un proverbio inapplicabile in Italia dove essere furbi, in malafede e disonesti è sinonimo di successo e abilità. Da noi, chi frega è premiato. Chi guadagna è penalizzato. Un concetto, questo, che filtra dall’alto e permea l’intera comportamentalità nazionale, dal presidente al più umile lavavetri al semaforo, il quale è dotato di spugna finta che costa meno. Riga il vetro del parabrezza e pretende poi anche due euro.
La rivoluzione culturale auspicata, per l’appunto, passa attraverso una iniziale trasformazione linguistica che finisce poi per coniugare espressioni che diventano norma usuale nel gergo popolare, e finiscono per veicolare e trasmettere quelle modalità caratteriali che fanno status, creano mode, impongono comportamenti sociali. Durante il fascismo l’espressione base ufficiale era “me ne frego”. Basterebbe questo per stabilire uno spartiacque culturale, intellettuale, e sociale, tra fascisti (o simpatizzanti del fascismo) e tutti gli altri. Il fascismo, per l’appunto, ruotava intorno al principio-concetto-base di una manifestazione di totale indifferenza rispetto al disagio, alle problematiche collettive, al rispetto della Legge, al senso dello Stato. La genialità di Alberto Moravia fu quella di captare questo concetto, comprenderlo e spiegarlo a tutti, all’età di 21 anni, nel suo romanzo d’esordio “Gli indifferenti” pubblicato nel 1929. La censura fascista lo consentì perché erano orgogliosi di essere indifferenti, allora era sinonimo di intelligenza sociale.
Con i democristiani, l’indifferenza tramontò, sostituita dal “tira a campà” di andreottiana memoria (nel settentrione) e “tengo famiglia” (nel meridione e isole) splendida locuzione che giustificava socialmente qualsivoglia illegalità e turpitudine, di una perversione assoluta e innaturale, oltre che suicida: se la società andava male la colpa era dei figli (atteggiamento “innaturale”; la natura ci suggerisce che  sono sempre i più anziani a dover portare il peso di una responsabilità maggiore) perché si accettava la corruzione per mantenerli, come a dire “sarei onesto se fossi scapolo, ma essendo sposato con figli, è ovvio che accetti di buon grado ogni forma di corruzione, sono giustificato, me lo chiedono i miei figli”. Quindi, hanno creato una società basata su un principio di auto-assoluzione del padre (che diventa vizioso per norma) penalizzando il figlio (colpevole della corruzione anche se è innocente e ignaro, la colpa glie l’ha trasmessa il padre). Con i socialisti, avviene la rivoluzione narcisista irresponsabile. Dal me ne frego e tira a campà o tengo famiglia si passa a una sublime sintesi italiota “pensa al tuo interesse personale” che li accomuna tutti basandosi sul seguente principio: “il capitalismo è imbattibile quindi io me ne frego di combatterlo e mi adatto, siccome non sono una pecora (perché socialista)  non mi accontento di tirare a campare voglio e pretendo di vivere alla grande, e per quanto riguarda i miei figli che s’arrangino e ringrazino il cielo di godersela fintantoché dura, poi se la vedranno loro”. Tant’è vero che non è mai accaduto (davvero mai se non con Craxi che ha fatto la fine che fatto) che un socialista preso con le mani nel sacco o anche semplicemente indagato restasse dov’era,  attaccato alla sedia. Nel 1987 una delle personalità intellettuali più famose della sinistra italiana, Claudio Signorile, che rappresentava l’ala della sinistra radicale socialista legata ai movimenti, mentre era ministro, venne accusato di aver preso delle tangenti. “L’affaire” durò soltanto ventidue giorni. Sparì nel nulla, insieme a tre studi legali e circa 200 dei suoi consulenti personali, di cui 175 espulsi per indegnità dal partito. Svaniti nell’aria. Nessuno ha mai più sentito parlare di loro (e dei miliardi inguattati con parte dei quali finanziava almeno venti riviste rivoluzionarie). E come lui altre 500 persone, tra ammninistratori, sottosegretari, presidenti di commissione, di enti, di fondazioni. Era una modalità di salvaguardia della società, basata sul principio “rubate pure, ma se vi fate beccare, o anche davanti al minimo sospetto (purchè provato) siete fottuti, andate fuori e sparite per sempre”. Se non altro, sparivano.
Noi italiani (intendo dire qui il cosiddetto popolo della sinistra) tutto ciò lo sapevamo, sia sui fascisti, sia sui democristiani, sia sui socialisti. Ma nutrivamo la speranza che con i comunisti sarebbe stato diverso.
Lo fu.
Il nuovo mantra che sostituì il me ne frego, il tirà a campà, il pensa a te, divenne “noblesse oblige” laddove  “si dà per scontato e per principio acquisito inderogabile che noi siamo diversi, migliori, notoriamente superiori come razza politica selezionata e quindi non è matematicamente possibile che nessuno mai tra i nostri aderenti possa essere mai stato, sia o sarà mai corrotto, colluso, o anche minimamente sospettato: noi siamo gli unici puri per una questione di superiorità innata biologica. Chi afferma il contrario è ignorante, un provocatore o un nemico del popolo: a voi la scelta”. La sinistra italiana trovava, finalmente, la sua “eternità”, il grande sogno dell’essere umano. Oggi, il PD è l’unica formazione planetaria (insieme al management della Corea del nord) che simboleggia la possibilità di essere eterni e sempre giovani, qualunque cosa accada.  Pierluigi Bersani e la Bindi assomigliano sempre di più al caro leader asiatico. E’ il motivo per cui il povero Renzi quando chiede alla vecchia guardia di tirarsi indietro non capisce che parla al vento: loro sono eterni. Quando la specie umana sarà estinta, tra ventimila anni, rimarranno D’Alema, la Bindi, Bersani and company.  Saranno ancora lì, insieme a qualche cactus e un simpatico banano. Forse anche qualche testuggine marina.
Tutto ciò per suggerire di cominciare a sondare l’ipotesi di applicare il proverbio statunitense. Importiamo tante mode stupide, tanti gadgets inutili, tanta roba che non serve dagli Usa, perché non importiamo anche delle loro forme linguistiche che potrebbero aiutarci a comprendere meglio la realtà?
Questo è un commento a ciò che sta accadendo in questi giorni.
Mario Monti è tornato da Bruxelles e tutta la sinistra italiana ha spiegato al popolo bue che si era trattato di un trionfo. Medaglie, cotillons, forse una statua al gianicolo con la sua effigie. Neppure 37 ore dopo, la stampa internazionale e i mercati hanno risposto dimostrando che non era vero nulla (compresi tre premi nobel). In tutto il pianeta, Monti viene identificato e definito come un tecnocrate incapace, inefficace, inefficiente, molto deludente. Tutta la sinistra europea, nordamericana e sudamericana, identifica la cosiddetta sinistra democratica italiana come una malsana pattuglia composta da vecchi conservatori corrotti e irresponsabili che porteranno l’Italia alla catastrofe..
Questo atroce sconcerto (e mi auguro sia condiviso dalla maggioranza dei miei lettori) indurrebbe a porsi e porre serie riflessioni e contundenti quesiti.
Cito soltanto una frase di buon senso, niente di che, direi addirittura banale nella sua fresca ovvietà. L’autore è Alberto Moravia. La disse (e la scrisse) nel 1967 quando la società cominciava a protestare. La frase banale (nonché squisita) è la seguente:
“In una società, quando veramente non se ne può più, la soluzione è semplice quanto inevitabile: si cambia”.
Domanda a tutti da parte dell’ingenuo sottoscritto: “Come mai gli italiani sembra che non ne possano più ma a nessuno viene in mente di cambiare alcunché, a cominciare dal proprio comportamento individuale?”
Buona settimana a tutti.
Previsione dal ritorno del vertice odierno a Bruxelles: qualcuno particolarmente malvagio che si annida non so dove sta speculando contro di noi. Totoquiz estivo: gli ebrei? I massoni? Al Qaeda? Il papa? Squinzi e la Confindustria? I grillini? Obama? L’islam? Forse ce lo spiegheranno Eugenio Scalfari e Mentana, e quindi tutti a far quadrato attorno a Monti perché siamo sotto attacco di qualcuno. ( o qualcosa, del tipo: Ufo, alieni e compagnia bella).
Da cui: “Come è possibile che gli italiani credano alle parole di un truffatore, avendo in mano delle inoppugnabili prove che certificano il fatto che ci ha già ampiamente truffato?”
Non sarebbe il caso di cominciare a vagheggiare l’idea che sia tutta colpa nostra, come fanno gli americani, applicando alla nostra realtà  il loro proverbio?

8 commenti:

  1. La tua volontà di scegliere la cultura per contribuire ad innescare una presa di coscienza ed un risveglio collettivo, può sembrare, ed è, velleitaria. Quasi come cercare di spostare una montagna con la forza del pensiero.
    Certo che qualche piccolo sasso potrebbe iniziare a rotolare, e sarebbe l'inizio di uno smottamento irreversibile, assolutamente necessario per evitare il nuovo medioevo ormai tragicamente alle porte.
    Sei un folle Modigliani. Se sei vero sei un autentico puro folle. Uno di quelli che, con la forza del pensiero, a volte le montagne le spostano davvero.
    Auguri di cuore, a te e a noi tutti.

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  2. Modigliani mi piace da matti (sennò mica lo leggerei...) però mi sento in dovere di fare delle precisazioni quando anche lui incorre in imprecisioni:

    1) nessuno ha bisogno di Matteo Renzi,giovane lo è di sicuro,dannoso anche,nè più ne meno di D'Alema,è un ultrà Montiano-neoliberista,l'unica sua utilità consiste nell'aiutare a palesare (se ancora ce n'è bisogno) la natura dei baroni del Pd (ma lui non è che sia migliore)

    2) la sinistra europea escluso Tsipras,Linke in Germania,Melenchon e pochi altri non è meno responsabile del Pd,in Germania Spd vota il fiscal compact,il mes e il pareggio di bilancio,in Francia Holande sta deludendo TUTTI e si mette pure lui a votare quelle oscenità,in Spagna non ne parliamo,il PASOK in Grecia poi...

    Conclusione
    in Italia i politici "di sinistra" fanno ridere (o piangere non lo so...)
    In Europa pure

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  3. Mi permetto di citare Montanelli e Gervasio (verro' perseguitato fino alla fine dei miei gioni per avere riprodotto sia pure parzialmente...
    e da tutti quelli che qualsiasi cosa dica il tuo nemico e' cretino)
    Da "La civilta' barocca"
    "...e' quanto avviene anche in letteratura. Lo scrittore italiano, di qualunque cosa scriva ... lo fa pensando non al "pubblico" che, essendo
    analfabeta, non compra libri ma al "potente", perche' questo e' il suo unico cliente. Lo si vede dal linguaggio ... non ha piu' niente a che fare con la lingua parlata...
    Ma il guasto non e' soltanto di forma. Per piacere al potente, dalla cui borsa in esclusiva dipende, l'uomo di cultura deve secondarne anche gl'interessi. E cosi' egli diventa complice del potere e suo strumento. Mentre gl'intellettuali protestanti, che nel pubblico hanno trovato la loro clientela, ne diventano i direttori di coscienza ...
    gli intellettuali italiani evadono tutti i grandi problemi politici, sociali, spirituali ... Col senso del "pubblico servizio" perdono ogni contatto con la realta'."
    Oggi l'asservimento e' diventato totale e purtroppo generale e non solo italiano. E forse non e' neanche asservimento ma e' un ruotare a una sola idea in comune: sopravvivere al piu' lungo possibile.

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    1. Splendida la citazione. Da cui la necessaria scelta che va fatta oggi al grido di "Non voglio sopravvivere, voglio vivere. Mi rifiuto di sopravvivere".
      E' molto facile da applicare. Elementare e naturale.
      Ed è rivoluzionario (a sua insaputa, quindi in linea con la tradizione italiana).

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    2. Splendida citazione?
      Io so di dire banalita'. Forse quelle banalita' che sono sotto gli occhi di tutti e per l'appunto nessuno si sente interessante ad esporle. Mi tocca questa parte. Ormai vado verso i settanta. Il fatto e' che delle cose che a me interessano nessuno ne parla piu' e naturalmente le cose che io dico non interessano piu' a nessuno. Ci provo. Son vissuto sotto questo regime tutta la vita. E' un regime sporco ma gia' so che qualcuno lo rimpiangera'. Cosi come si rimpiange l'Austria, la vecchia Jugoslavia, i Craxi. L'umanita' non e' rivoluzionaria e nemmeno sogna una rivoluzione. Sogna una eta' dell'oro, passata o futura. Il passato viene abbellito dalla memoria. Io so di essere passato. E' da tanti anni
      che lo so. Da quando tornando in Italia e chiedendo un pacchetto di Camel al tabacchino mi sono visto dare un pacchetto col filtro. Alla mia richiesta di un pacchetto senza mi sono sentito gridare - Bisogna dirlo!- con un astio, un tono che sottintendeva vecchio idiota rincoglionito. Pazienza.
      L'altro giorno entrando in una libreria c'era una madre che chiedeva consiglio a un libraio, suo figlio voleva leggere i Tre Moschettieri.
      Gia' il libraio. Tutti ci scordiamo di lui. Era la cinghia di trasmissione tra cultura e popolo. Consigliava, informava.
      Bene disse di no. I Tre Moschettieri era un libro da leggere da adulti.
      Pensi signor Modigliani che io per anni ho pensato che i libri che ci davano da leggere da bambini ci venivano dati, appunto, perche' non li leggessimo da grandi. Pensavo fosse una forma di bonta' da parte dei nostri genitori. Da grandi ci avrebbero rivelato il nostro fallimento.
      Da bambino se prendevo la bronchite mi ributtavano in acqua. Quello che non ti ammazza ti rafforza mi dicevano. Le crisi, le malattie sono benefiche per l'umanita'. Se usciamo da questa crisi con un nuovo corpo, piu' forte, piu' adatto al mondo che ci aspetta qualcosa avremo ottenuto. Con questo dottore che ci imbottisce di antibiotici forse otterremo una guarigione. La lascio con il suo dottor Barnard.

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  4. Tutte le razze, animali e non, si adattano, compreso la razza umana. Ci stanno facendo 'adattare' con ogni mezzo possibile.
    Chi non si adatta 'muore', solo che ormai hanno a che fare con gli zombie: siamo già tutti (o quasi) morti.

    Ma, citando un vecchio film, 'io non ho paura'. Il mio mondo è già migliore, adesso, ora, crisi sì o crisi no. La mia testa è libera e penso quello che voglio. Il pensiero non si può arrestare nè imprigionare.

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  5. Leggo sempre volentieri modigliani , gli argomenti sono trattati in maniera leggera ed esaustiva .
    In passato in un commento ho osato dire che " avevo famiglia " , da cui mi sono preso una valanga di critiche .... Oggi leggendo questo post ho finalmente capito il perché :-).
    Mi piacerebbe sapere pero' in concreto come dovremmo o potremmo cambiare il nostro comportamento individuale come afferma alla fine del post ...
    Cordialità

    Christian

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  6. Aggiungo inoltre che mi mancano molto i post dove si parla di storia del cinema...
    Christian

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