lunedì 1 ottobre 2012

Errata corrige su passepartout di Daverio




di Sergio Di Cori Modigliani


ERRATA CORRIGE.
Ho scritto oggi un blog che ho postato due ore fa. Dopodichè l’ho cancellato e adesso lo riposto integro come lo avevo postato perché conteneva un errore .mio grave, ma non voglio che si pensi che ho qualcosa da nascondere, e detesto quelli che scrivono un post e di fronte a un proprio errore oscurano se stessi. Non l'ho mai fatto e non lo farò mai. E nasce da questo. Circa tre mesi fa ero venuto a sapere dei nuovi palinsesti rai che escludevano tutte le trasmissioni culturali. Avevo seguito la vicenda e avevo contattato diversi personaggi della cultura esclusi totalmente dai nuovi palinsesti. E l’elenco è davvero lungo. C’è stata una furiosa battaglia e sono stati tutti spazzati via, con l’unica eccezione di Daverio che, per fortuna, è stato reinserito all’ultimo momento, ripreso dai capelli il 10 settembre del 2012. Un mese fa ho chiesto ragguagli in rai e mi hanno mandato il file con l’incartamento che conteneva anche l’articolo di Aldo Grasso (in realtà datato settembre del 2011) e che io ho letto come se fosse datato 2012 e sull’impeto dell’istinto (è il mio carattere) mi sono seduto e ho composto il post, dato che, in seguito a una mia telefonata nella quale avevo detto “ma come, di nuovo?” mi avevano detto “ma tanto quella trasmissione non la guarda nessuno”, il che mi ha portato a credere che l’avessero di nuovo rifatta fuori. Quindi, la notizia “reale” è che la trasmissione passepartout era stata abolita nel giugno del 2011, mentre io ho scritto il mio post come se l'avessero di nuovo cancellata come nel 2011 Da quel momento in poi, cioè giugno 2011, c’è stato un taglio lineare e totale di ogni trasmissione e  nella prima settimana di settembre del 2012 questa trasmissione è stata, invece, mandata in onda, con il materiale che era stato girato due anni fa. Sono quindi colpevole di una clamorosa svista dovuta a una mia fretta istintiva. Ciò non toglie che –pur cambiando i fatti- la sostanza rimane la stessa e io la rivendico. Invece di zero trasmissioni su zero, ne abbiamo una. A differenza della BBC che ne ha almeno venti a settimana. Non è cambiata la situazione per gli altri che hanno avuto meno sostegno del meritevole Daverio. E non posso non sottolineare l’aspetto (questo davvero non voluto da me) del fatto che nessuno nel settembre del 2011 si è accorto di ciò che era successo e non se n’è mai parlato. Ancora oggi della cultura in rai non se ne parla. Lo ripropongo quindi per intero, anche se –in termini di realtà giornalistica- fa riferimento a un evento verificatosi dodici mesi fa. Daverio c’è e va in onda perché l’hanno rimesso dal 23 settembre.. Ma la sostanza non cambia. Da “l’ultimo samurai” è diventato uno di quei nipponici nascosti nella giungla che ancora combattono contro i mulini a vento.
Quest’uomo è una silenziosa vittima della Guerra Invisibile sul fronte bellico a me più caro, il più violento e micidiale, quello in cui  non si fanno prigionieri, non si concedono deroghe, non vengono consentiti compromessi. E’ il fronte dell’annientamento dell’intelligenza. E’ il fronte dove si cerca di praticare la soluzione finale: l’abbattimento definitivo della cultura, e – ciò che più conta- il disinvestimento nell’istruzione per impedirne la diffusione a livello di massa.
Va da sé che il soggetto in questione, Philippe Daverio – proprio perché lui è colui che è- ha preso atto della faccenda e non è andato a costruirsi una pagina su facebook gridando al complotto. Non ha fatto nulla. Ha preso atto della situazione e se n’è andato a casa.
La notizia non è stata diffusa. Con l’unica eccezione del nobile critico televisivo Aldo Grasso, al quale è stato consentito di scrivere il “pezzullo” sul corriere della sera, che trovate in bacheca. Fine della notizia.
Voi avete deciso questo – poichè i soldi sono vostri è “teoricamente” così (come recita la Legge che considera i dirigenti Rai, dal primo consigliere al presidente, dei “delegati dello Stato e del parlamento che rappresentano la volontà degli elettori e della cittadinanza”) ed io vi ringrazio (ironico) pur sapendo che il tutto si è verificato a vostra insaputa.
Per la prima volta nella Storia, la Rai, il più importante ente statale di comunicazione, ha stabilito che nel proprio palinsesto non deve esistere nessuna trasmissione di carattere culturale in nessuno dei tre canali. L’ultima a resistere era stata questa, offerta da Philippe Daverio, vera solida chicca per i gourmet. Una trasmissione, la sua, che ruotava intorno al recupero della tradizione italiana nel campo delle arti visive, vere e proprie lezioni di storia dell’arte, del gusto, di storia economica, di spiegazione dei rapporti tra mercato e potere, tra papato e re, tra artisti e mercato, ecc. E’ una dolorosa perdita. Philippe Daverio era un po’ come l’ultimo samurai della cultura, sopravvissuto all’interno del regno sovrano della cupola mediatica. Ha perso la sua battaglia.
La ragione ufficiale, per cui la trasmissione è stata abolita, consiste nel fatto che noi abbiamo fatto sapere che non la volevamo. “Il pubblico italiano ha chiarito come una trasmissione del genere non sia in grado di poter andare incontro alle nuove esigenze avanzate richieste dalla cittadinanza”.
Non sapevo che ci fossimo tutti dati da fare per far chiudere questa trasmissione.
Eppure, in teoria l’hanno fatto per noi.
Per salvaguardare le nostre esigenze. Così ci hanno spiegato.
Nessuna protesta, neppure velata, da parte del PD e dell’IDV che siedono in parlamento.
In compenso, la signora Barbara Palombelli in Rutelli, entusiasta rappresentante di ciò che davvero vuole il pubblico italiano, si è battuta e si sta battendo per proseguire a trasmettere in diretta le serate di Miss Italia. Come ha candidamente fatto sapere: “Miss Italia è cultura; questa è la cultura dell’Italia che vogliamo, perché queste ragazze veicolano nel mondo il meglio dell’Italia: la bellezza fisica, l’eleganza, l’istruzione”.
Secondo lei, è ciò che noi vogliamo.
Grazie a Barbara sappiamo ciò che pensiamo.
Ho capito, dall’omertoso silenzio collettivo, che le cose stanno come stanno: la Cultura seguita a essere considerata il nemico più pericoloso per gli italiani. Talmente pericoloso da identificare nel simpatico Daverio un pericolo pubblico.
Se non cominciamo a rimboccarci le maniche, per cominciare a costruire una auspicabile quanto necessaria rivoluzione culturale, seguiteremo a sprofondare sempre di più nel becerume piatto di una omologazione di massa verso il basso.
Il Bello e il Gusto e la Fantasia, per il potere sono pericolosi.
L’ideologizzazione del pubblico, la feisbukizzazione delle coscienze, ha ormai prodotto una sorta di auto-censura automatica e compiacente che rapidamente vola verso il Brutto.
Si sa ormai con certezza acquisita, che domani protesteremo sui social networks se ci tolgono gli economisti, il racconto quotidiano sull’andamento dello spread, le opinioni dei ragionieri, le analisi dei professori, sempre gli stessi, ovviamente, neanche a dirlo. L’importante è seguitare a far passare un’idea mercatista, tecnocratica e soprattutto economicista dell’esistenza e della cultura italiana, per impedire che venga dibattuta, confrontata, analizzata e proposta l’espressione “in un paese come l’Italia la Cultura fa mercato”: questa semplice frase riempie di terrore, si vuole che nessuno si chieda neppure che cosa voglia dire.
Finchè seguiteremo a pretendere che si parli di banche e di monete, di percentuali e di teorie e di roba avulsa dalla nostra realtà esistenziale, è certo che ci allontaneremo sempre di più dall’idea del Bello, del Gusto, del Sogno, della Follia Creativa, da tutto ciò che i grandi artisti e scienziati italiani hanno prodotto negli ultimi 500 anni cambiando la storia della civiltà.
E così infiacchiranno la nostra libido, occultando i reconditi desideri autentici dell’etnia italiana, ingozzandoci di desideri indotti quanto falsi, per reagire a comando alle sollecitazioni della pubblicità.
Nel solo mese di ottobre l’industria editoriale si prepara ad offrirci circa 350 libri sull’economia, di economia e per l’economia,  in svariate salse, per cercare di convincerci che un ragioniere potrà salvare il nostro futuro (uno, di recente, in effetti si è dichiarato disponibile a farlo)
Il dirigente rai, un impiegato dello Stato che, secondo la legge, interpreta le nostre esigenze e fa ciò che noi gli chiediamo, nel commentare le ragioni anti-economiche di questa trasmissione ha detto “già il nome del programma spiega perché è fuori mercato”.
La verità è che il solo nome riempiva di terrore panico il potere costituito: passepartout.
Perché si sa che la Cultura è un’arma.
E’ la più micidiale e formidabile arma mai inventata dagli italiani.
Togliete quella, e l’Italia sarà nelle mani di analfabeti faccendieri della finanza.
Non a caso, il ragionier vanesio ci tiene sempre e comunque a farsi riprendere in video mentre caracolla da un convegno di economisti a una riunione di finanzieri d’assalto, da una riunione con banchieri a un meeting di consulenti d’economia finanziaria.
Parlare d’arte fa paura?
In effetti si offre un inossidabile passepartout verso il territorio dell’immaginazione e dell’eccitazione (quella vera) e un certo quadro, un certo romanzo, certe vite, certe follie, che solo artisti visionari sono in grado di poter creare, possono allontanare da Ballarò, da Formigli, da Bruno Vespa, (salvo Gad Lerner perché almeno ci offre Bach) oltre che dalla interminabile sequela di siti on line che parlano  ossessivamente e quotidianamente soltanto di banche e banchieri, di teorie economiche e di grafici matematici, alimentando il nostro immaginario della zuppa omologata che mangiano e bevono i nuovi ragionieri di quest’Italia decaduta e spenta.
Comprensibile che il desiderio sessuale, nell’immaginario collettivo del popolo italiano, sia passato dal primo posto (anno 1982) al sesto posto (anno 2012).
Al primo posto ci sono i soldi.
Tutto qui, per oggi.
In memoriam di passepartout.

9 commenti:

  1. Riporto più sotto una news (che, a mio avviso è grave e pericolosa).
    L'embargo stà stronagolando l'Iran vendendo meno "oil" incassa meno "valuta pregiata" per i suoi acquisti esteri, la moneta ovviamente si svaluta pesantemente. Inoltre, l'Iraq "Americanizzato" ha superato l'Iran nella produzione greggio diventando il secondo produttore dei paesi Opec diventando evidentemente un pericoloso concorrente.

    Non vorrei che si voglia scatenare una seconda Pearl Harbor quando il Giappone massacrato dall'embargo attaccò violentemente lo zio Sam (con un ritardo di sei mesi rispetto ai piani dei generali Americani)

    Guy Fawkes


    EST | 01-10-2012 - 20:44
    Iran: Usa, crollo valuta frutto sanzioni

    (ANSA) - WASHINGTON, 1 OTT - Il crollo del rial, la valuta iraniana - precipitata fino a 34.500 per un dollaro, 3 volte inferiore alla fine del 2011 -, riflette l'incessante pressione internazionale sul regime di Teheran, in risposta ai suoi programmi nucleari. Lo ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Victoria Nuland, secondo cui le sanzioni contro Teheran stanno funzionando e intaccando in maniera sempre più profonda l'economia dell'Iran, che deve cambiare i suoi calcoli per il programma nucleare.

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  2. "I Politici sono i camerieri dei Banchieri" (Ezra Pound)
    Oh ! Aveva proprio ragione.

    "Que se vayan todos!"
    In Argentina: è una bella frase ma è troppo buonista, "Se ne vadano tutti": e li lasci andare ?

    "Schiantassero Tutti" Ecco, questo è il giusto augurio !

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  3. Difendere la cultura in TV, mi sta bene. Ma usare Daverio come emblema mi pare sbagliato. Ci sarebbe da chiedere al massimo perché tutti gli altri cancellati e lui no. Senza dimenticare la sua disastrosa gestione da assessore alla cultura di Milano, dove da buon mercante, organizzava mostre, solo per aumentare le quotazioni delle opere degli artisti.

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  4. Daverio può aver fatto quanto detto dall'anonimo delle 3.20. Ciò non cambia il giudizio che può essere dato alla trasmissione - è fatta davvero bene, compendio di arte, storia e curiosità intellettuale. Effettivamente rispetto a quanto si vede in TV in quella trasmissione si viaggia notevolmente più in alto, notevolmente più veloci. Poi tocca alla sensibilità di ogniuno capire o meno la bontà di quanto trasmesso ('je dois apprendre aux curieux', sta scritto...).
    A Sergio Di ecc... : il Suo è stato un abbaglio ampiamente giustificato, sintomo di una costante preoccupazione per quello che è IL problema di questo paese. A Lei va il mio apprezzamento.

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  5. Purtroppo è complicato darsi un volto senza registrarsi. Sono l'anonimo delle 3e20 :-) Lavoro nella comunicazione e ho ben presente la qualità divulgativa dei prodotti BBC. Daverio annoia non poco. Aldilà dell'interesse personale che mi spinge a seguirlo per la levatura culturale, bisogna anche considerare il media che si utilizza. Il suo è quello dell'enciclopedia che se vuoi vai e te la leggi, la TV dovrebbe cercar di utlizzare altri mezzi coinvolgitivi che le sono propri. Poi capisco che vado fuori tema e me ne scuso, ma per esempipo tutti prendono in giustmente in giro Alberto Angela.Poi, però, Ulisse che è un programma scarso, va in prima serata e Passaggio a Nord Ovest che è molto migliore, negli orari più improbabili. La RAI in quanto TV statale dovrebbe avere l'obbligo di promuore tali tematiche. Purtroppo viviamo in un paese dove deve intervenire l'Unesco come nel terzo mondo, per salvare Pompei, di cosa dovrebbe parlare la RAI?

    José

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  6. Sarei onorato di fare un' intervista con lei

    Skype: fabio.sipolino
    Cell.: 3456990317

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  7. Anche Fabio Fazio ne aveva parlato invitandolo. Giusto per la cronaca.

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  8. Era un po' che non passavo.

    Un grazie per il giusto omaggio ad una trasmissione che reputo meritevole ed alla puntualizzazione precisa del fatto .
    Almeno uno che lo nota.

    Mi sto chiedendo ...se Daverio fosse cacciato a forza in prima serata , non otterrebbe risultati più lusinghieri ?

    Magari qualcuno scoprirebbe qualcosa che crede non ci
    sia ?

    Forse ci vorrebbe un po' più di coraggio.

    Del resto perfino Linus s'è deciso a cacciare finalmente Platinette :-)

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    1. Più che coraggio, ci vorrebbe pudore.....ca va sans dire..ben ritrovato...:)

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