lunedì 22 ottobre 2012

Riempiamoci gli arsenali interiori di nuove armi d'istruzione di massa. Da lì si comincia.



di Sergio Di Cori Modigliani


Questo mercoledì, 24 ottobre, esce in tutte le librerie un mio libro.
Si chiama “Unfuck”, sottotitolo: “per una rivolta esistenziale”; pubblicato dalla casa editrice indipendente “Atmosphere”.
Il libro è un libriccino, nel senso che è di formato piccolo, di 70 pagine. Costa al pubblico 7 euro.
Inizialmente avrebbe dovuto essere lungo diverse centinaia di pagine, ma questo avrebbe comportato il fatto di doverlo vendere almeno a 20 euro, con un costo all’origine molto superiore, difficile da sostenere per un editore indipendente. E così l’editore mi ha chiesto di farne, invece, un pamphlet, un lavoro di corposa sintesi, di facile lettura divulgativa, con un costo accessibile anche a persone potenzialmente interessate, senza gravare troppo sulle conseguenze personali della crisi finanziaria.

Il libro ha un’ottima distribuzione nazionale.
In teoria lo si dovrebbe trovare in tutte le librerie.
In pratica sarà, invece, più arduo.
Ogni libreria è in grado –nel caso non ce l’abbia- di farlo pervenire al massimo entro due giorni, se uno lo richiede, perché sul bancone a disposizione del pubblico ci arriverà con molta difficoltà: lì c’è soltanto la produzione mainstream.

Se siete interessati e incuriositi, quindi, basta andare in una qualunque libreria e chiederlo.
Ho scelto di pubblicarlo in cartaceo e non in formato e-book, che sarebbe stato per me molto più conveniente sotto ogni punto di vista, proprio per indurre il lettore ad andarlo a cercare in libreria, compiendo quindi un’azione dinamica. Una scelta attiva. 

“Unfuck” è una summa delle tematiche che caratterizzano il mio blog, e ruota intorno alla idea di una immediata necessità di andare a ricostituire il tessuto intellettivo di massa, al fine di poter aspirare a una presa di coscienza individuale, da trasformare poi in una fiera e “armata” opposizione collettiva sociale.
Chi ha letto e legge questo blog sa come la penso al riguardo: l’ansia bulimica di informazioni è diventata ormai il luogo avanzato del potere mainstream, che usa la quotidiana forza della cupola mediatica per ingozzarci come oche con una strabordante quantità di notizie, dati, date, eventi, numeri, cifre, analisi, il cui fine consiste nel provocare una colossale indigestione di massa. Quando si ha lo stomaco troppo pieno, è molto difficile, per non dire impossibile, riuscire a pensare.
A me interessa la fase prima dell’informazione, ovvero: il processo di formazione interiore che serve per essere in grado di poter poi, in seconda battuta, discriminare, selezionare e scegliere nell’immensa miriade di informazioni quotidiane ciò che davvero conta per l’esistenza di tutti noi.

Qui di seguito  aggiungo le righe scritte dall’editore, in quarta di copertina, nel presentare il libro al pubblico.


Nello slang urbano americano si dice usualmente
«You best unfuck your attitude» o «You had best unfuck
yourself». Migliora te stesso! Risolvi il problema!
Questo sintetico pamphlet scritto da un seguitissimo blogger,
che fortemente crede nel risveglio nazionale della coscienza collettiva,
individua e segnala le tappe di un percorso culturale di necessario
rinnovamento per l’Italia, pena il definitivo declino della nazione.
UNFUCK incita all’assunzione di responsabilità in proprio, attraverso
argomenti forti e schiaccianti tratti dal recente passato cronachistico
e dall’attuale presente confusionale, offrendo al lettore il viatico verso
una possibile e necessaria rivoluzione comportamentale e culturale,
come base di lancio per la costruzione di una Italia evoluta e progredita,
nella quale potersi riconoscere. UNFUCK è un urlo pop.
È l’irruzione sullo scenario dell'agone politico del popolo
che risvegliandosi dice «No, non ci sto»,
e sceglie di mettersi al servizio della collettività.
 ATTENZIONE: QUESTO LIBRO
CONTIENE UN'ARMA D'ISTRUZIONE DI MASSA

Con questo libro, l’editore Atmosphere di Roma, dà inizio a una collana che si chiama “Resistance books”, piccole ma solide arme per i guerriglieri culturali.
Per quanto mi riguarda, considero questo libro un piccolo e modesto tassello che lo identifica nella sparuta categoria delle “piantine culturali”, qui intesa nella sua duplice accezione, come carta geografica e come vegetale.
E’ una traccia per andare a costruire la nuova carta geografica di cui abbiamo tutti bisogno per ritrovare l’orientamento interiore che è andato perso, risucchiato dal sistema della visibilità, del controllo, dell’annichilimento di massa nell’esercitare il Libero Pensiero.
E’ un pezzetto di quella bussola orientativa che la classe intellettuale dovrebbe oggi costruire mettendola a disposizione di tutti, come vera e propria “arma d’istruzione di massa”, vivendo questa esperienza formativa come dovere civico individuale. Rimanendo nel buio dell’analfabetismo vigente, si diventa facili prede dei cultori dell’industria culturale dell’indignazione, dei nuovi profeti che offrono magiche medicine risolutive.
Chi aspira a combattere una battaglia di libertà contro il processo in atto di definitiva schiavizzazione psico-socio-economico-culturale, deve sapere che senza adeguate bussole non riuscirà a trovare il porto d’approdo, si condannerà a seguire le sirene miliardarie prodotte dal sistema per salvaguardare il sistema, nella sezione specifica protesta e opposizione degli italiani indignati.
Oggi, la realtà della situazione ci segnala come “essere indignati” sia irrilevante; direi addirittura fuorviante. Tant’è vero che anche Giulio Tremonti è indignato, anche Luigi Zingales, anche Vittorio Feltri, lo stesso Mario Monti. L’indignazione è stata ingoiata dalle circostanze reali, che hanno spostato il fronte molto più avanti. E’ il risultato dell’abile stratagemma di chiamare l’industria culturale mainstream per gestire l’indignazione. Così facendo ne hanno fatto un segmento marketing lucrativo e allo stesso tempo hanno fornito agli italiani un ottimo sonnifero che arriva addirittura al punto di liberarli dal senso di colpa della propria inettitudine: ormai, basta sfogare la propria indignazione su facebook o su twitter e il gioco è fatto.
Prima di poter essere in grado di passare all’azione efficace, è necessario formarsi. Quantomeno sapere da dove si viene e dove si sta andando, che cosa veramente sta accadendo e perché e come, e quindi dotare se stessi della strumentazione interiore sufficiente per poter cambiare il proprio destino individuale, e quello collettivo sociale, in una operazione vincente.
Indignarsi è inutile senza bussole e carte geografiche mentali.
“La piantina culturale” è intesa anche come vegetale.
E’ piccola, una specie di Bonsai Mediterraneo.
“Unfuck” è un Bonsai italiano.
Ma non ha il fine di fungere da arredo casalingo, bensì di andare a costruire un nuovo giardino comune, pieno zeppo di tante piantine, le più diverse e disparate, che tutte insieme finiscono per dare alla collettività i colori, gli odori, i profumi, i sapori necessari per dare un ritrovato Senso alla propria esistenza.
Siamo una nazione regredita che non riesce a creare o a manifestare un risveglio della coscienza collettiva di tipo adulto, cioè non narcisista, non ludico-consumista. Siamo finiti alle scuole elementari della Storia e quindi ci dobbiamo rimboccare le maniche tutti quanti e ricominciare dal sillabario e dalle tabelline. E’ inutile mettersi a discutere su Einstein se uno ignora i fondamenti basilari dell’algebra astratta.
Oggi sappiamo tutto, perché basta osservare il rullo sulla home page di facebook per leggere ogni giorno la tragica realtà degli eventi, spiattellata in ogni salsa, che riconduce però sempre al solito mittente: il gruppo, l’associazione, le persone o il neo-guru di turno che sostiene di avere in pugno l’unica alternativa vera.
Ma tutta questa valanga di informazioni contiene un gigantesco Non-Senso; sono tutte informazioni appiattite che esulano sempre dall’assunzione in proprio delle responsabilità individuali, e quindi collettive. Un’assordante e totale latitanza dell’unico concetto che dovrebbe avere oggi un Senso ritrovato del Bene Comune: come mai nessuno si pente? Nessuno fa autocritica. Si cade nella perversa trappola di applaudire chi fa il cosiddetto passo indietro, che fa perché ha già individuato l’ampia finestra giusta attraverso la quale rientrare, nell’usuale gioco che è diventato il circolo vizioso del cappio mefitico che ci sta strozzando. Sottraendo il Senso alle cose, e quindi alla vita, è possibile una nuova programmazione mentale della collettività che finisce col sottoscrivere l’assunto “ se tutto è lecito allora tutto è consentito”.
E quindi, ogni azione perde valore.
E, con la perdita del valore, passa un’altra realtà, sottostante, l’annullamento dell’equazione Lavoro = Valore: l’anticamera della schiavitù di massa.
Non  a caso, il mio libro Bonsai inizia così:
“Uno spettro si aggira per l’Europa: è lo spettro di Ivan Karamazov.
Dalla cima impervia di quell’Olimpo surreale che sovrasta la culla del Sapere europeo, dove vivono i grandi eroi che nei millenni hanno forgiato, alimentato e prodotto l’immaginario collettivo del nostro continente, dove abitano per l’eternità i personaggi letterari nati dal talento e dal genio dei grandi artisti, si erge, al di sopra di tutti, il più inquietante fantasma mai inventato. Il suo grido, strillato a squarciagola nel lontano 1881, oggi più che mai ci ammonisce sulla imminente caduta dell’Europa e ci ricorda chi siamo, da dove veniamo. E di conseguenza, quali prospettive si aprono per il nostro immediato futuro.
“Se tutto è assurdo, allora tutto è lecito, ogni cosa è permessa”.
L’urlo disperato di Ivan Karamazov, nato dalla sublime penna del più grande romanziere che l’Europa abbia mai prodotto, Fedor Mickailovitch Dostevskij, ci ricorda quale immane tragedia sia vivere in un mondo ormai privo di un significato di riferimento. Un mondo, quello nostro attuale, dal quale è stato sottratto il Senso e dove la realtà quotidiana è stata sostituita da una surrealtà imposta dall’oligarchia imperante, squallida impiegata al servizio di una fumosa comunità di finanzieri sovra-nazionali senza scrupoli, il cui piano politico strategico consiste nel definitivo abbattimento delle immense conquiste sociali, esistenziali e culturali, ottenute a fatica dalle quindici generazioni che ci hanno preceduto. Una vittoria, questa,  della quale ogni singolo europeo è andato giustamente sempre fiero, consapevole di aver raccolto la doviziosa eredità tramandata negli ultimi 300 anni da pensatori, filosofi, scrittori, scienziati, artisti che, dai tempi di John Locke e Voltaire, hanno posto le basi per fondare la “Dichiarazione dei diritti dell’uomo” nata dalla rivoluzione francese. Quei tre pilastri della compassione sociale, dell’intelligenza politica e dell’evoluzione psicologica, che sono e rimangono tuttora l’autentico fondamento della nostra cultura: la Libertà, l’Uguaglianza e la Fratellanza, sono stati il fondamento del Diritto Civico dell’Europa che ha dato vita alla democrazia politica.
Ed è questo che oggi è sotto attacco……..”.

Spero che vi piaccia.
Ma soprattutto, ed è ciò che a me interessa, spero davvero che vi possa essere utile.
Altrimenti che arma sarebbe?

17 commenti:

  1. A me piacerebbe leggere anche la versione estesa. Comunque in libreria ci vado e quella ridotta la ordino.

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  2. Come lettore espatriato, avrei preferito la versione ebook, per due motivi. La facilita' di acquisto, senza dover aspettare il prossimo rientro per andare in libreria. E sinceramente, anche il costo, molto più ridotto in versione online. Se davvero si vuole raggiungere una massa critica di lettori pensanti ed informati, questi sono due punti che fanno la differenza. Comunque il libro e' di chi lo scrive, e giusto che decida come meglio crede.

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  3. Gentile Sergio,

    domani lo cerco in una delle librerie centrali di Roma, in Via Nazionale e dintorni. Penso di acquisterne alcune copie, lo regalerò ad alcuni amici e colleghi.

    Complimenti sempre per il blog e il tuo pensiero limpido.

    Buona serata. Ciao.

    Marco

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  4. Penso proprio che lo comprerò...
    Bella idea quella di regalarne una copia ad amici e familiari visto il costo contenuto.

    Grazie, Davide.

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  5. Il titolo però è orrendo. Sarà pure un urlo pop, ma io lo trovo volgare...Non nel suo significato intrinseco, ma per il fatto che è uno scritto italiano, e per gli italiani. Sembra anche il titolo andar "Sottraendo il Senso alle cose", andando ad alimentare quella confusione linguistica che è ormai il nostro parlar comune. E' una scelta di marketing, alla ricerca dell'attenzione di un certo target di lettori( e chissà che tipo di elettori..). Ha uno style cool per i giovani, ma mantiene anche un certo appeal per chi giovane lo è anche dentro. Sorry, se non mi intendete!

    G per Giuditta (o Giudecca)

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  6. Io sto aspettando da 1 anno il libro di Magaldi... non esce mai.

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    1. Acquisterò quello di Magaldi, quello di Modigliani e magari me li leggerò a Edimburgo dove voglio metter radici. MG75

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  7. salve Sergio, ho già prenotato il suo libro e come il primo commento anche secondo me sarebbe, magari successivamente, molto interessante avere la versione estesa in ebook per approfondire
    grazie
    t

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  8. E' disponibile anche su Amazon.

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  9. mi perdoni ma riconoscendole un cervello attivo volevo chiederle di adoperarlo in funzione piu amplia consigliandole di divulgarne i " risultati " al maggior numero di persone senza dimenticare la semplicità che si deve ai semplici che sono tantissimi ed al quale è necessario ( doveroso ) rivolgersi al fine di " occuparsene " nei momenti in cui ai semplici è negata ( data la loro natura ) la visione della realtà ed al solo scopo di migliorarne l'esistenza ... è necessario , in alcuni momennti fare scelte di campo , io desidererei che lei faccia la sua e che sia riconoscibile dalla pervasività nei semplici ...

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  10. Complimenti Sergio!

    da mercatista potrei ragionare: "leggo questo blog da almeno un anno, ho capito e sono sintonizzato su ciò che vuole comunicare, che lo prendo a fare questo libro?"

    invece da progressista lo prenderò :)

    Diego

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  11. Prenotato...arriva venerdì... =)

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  12. il libro è disponibile on line su amazon, ibs, bol e lo stesso sito di atmosphere libri

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  13. Per essere un romanzo di fantasia, non è nemmeno un granchè.
    Se la fa a gara con Twilight...

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  14. questo non è un romanzo, ma una riflessione su questa italietta catastrofica e sull'apporto che ognuno di noi può dare per migliorarla. Non solo critiche, ma fatti. Con un monito: senza cultura, non vai da nessuna parte.

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  15. Che bella notizia, l'ho già ordinato! :)

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