lunedì 4 giugno 2012

Volano le borse grazie al superpiano inventato da Draghi. E' l'ultimo diabolico atto della Grande Truffa.



di Sergio Di Cori Modigliani



Diciamoci la verità e come stanno davvero le cose, anche se, forse, non ci fa piacere, e duole mettere il dito sulla piaga: tutta quest’aria di rivolta, di ribellione, di improvvisa presa d’atto da parte del popolo italiano che sembra scoprire oggi che esiste la corruzione, che lo Ior non è una banca di santi, che i partiti rubano, che esiste il privilegio, che Berlusconi pensava in realtà soltanto alle sue aziende, che il territorio idro-geologico è stato massacrato, che il parlamento vota soprattutto leggi in aiuto della mafia, ecc., ecc., ha finito per promuovere e far nascere il partito degli indignati. Tutti indignati. Proprio tutti.
Che bellezza, la rivoluzione è alle porte!
Ma facciamo una ipotesi elementare, semplice quanto banale: se lasciassimo tutto com’è ma ci mettessimo –con un atto di magia da abile illusionista- una toppa sui soldi e non ci fosse più la gigantesca crisi economica (per un miracolo improvviso), la stessa gente che oggi si indigna e si dichiara disposta a farsi uccidere pur di denunciare la mafia, la corruttela, l’avidità dei partiti, il privilegio della casta, in un millesimo di secondo ruoterebbe di 180 gradi e cesserebbe di indignarsi, direbbe “oh basta con tutte queste brutte storie che fanno male alla salute, pensiamo in positivo per creare una realtà positiva” e in men che non si dica, la nazione sarebbe pronta a riempirsi di nuovo di cemento, a occuparsi delle mutandine di qualche smandrappata, a farsi dare crediti agevolati per andare alle Maldive portandosi appresso anche la suocera e il cognato ad annoiarsi, facendo gran affari con la mafia, votando i più squallidi mascalzoni mai apparsi sulla piazza sapendo chi sono, e gettandosi con avida spensieratezza nelle più lucrose e veloci speculazioni possibili, nella più totale indifferenza di tutto ciò che accade intorno. Non trovereste più un indignato neppure a pagarlo a peso d’oro.
All’uomo di Goldman Sachs in Italia (Romano Prodi)  nel 1997 bastò ventilare la prospettiva di far dei soldi spiegando alla gente le meraviglie della finanza speculativa, come sarebbe stato bello e facile acquistare una casa per 300 milioni di lire nel 1999 e poi vedersela raddoppiare come valore nel 2002 perché sarebbe costata 300 mila euro che voleva dire 600 milioni e tutti sarebbero diventati ricchi, nel frattempo speculando in borsa, cosa che facevano tutti, ma proprio tutti, compresa Sabina Guzzanti che va in giro a piagnucolare perché ha perso 500 mila euro senza rendersi conto che nella sua disgustosa lamentela da brava ipocrita italiota rivela che la speculazione finanziaria va bene denunciarla sotto l’abile e diabolico cappello dell’industria dell’indignazione (purchè strapagati perché fa odiens e avanguardia snob miliardaria) per poi gettarsi nella mischia (senza che nessuno lo sappia) e correre al tè organizzato a Via dei Monti Parioli a dare i propri soldi a chi prometteva fortune sulla pelle dei greci, dei portoghesi, degli irlandesi, tanto nessuno lo saprà mai, e poi quelli sono lontani. Siccome è andata male e il furbastro si è inguattato il mal tolto, e tutto è diventato pubblico, allora ci si indigna. Avrebbe dovuto indignarsi prima quando glie lo hanno proposto. Avrebbe potuto investire i suoi soldi per tirar su un’impresa, macchè: giù di corsa al gran ballo della finanza speculativa. Solo che, a volte, va male.
E allora si lamentano perché è colpa di Goldman Sachs.
E va da sé, che non ci dicono quando, invece, a loro, è andata  bene.
La colpa non è di Goldman Sachs. La colpa è di chi va da Goldman Sachs.
Da cui la necessità inderogabile di avviare una rivoluzione di coscienze interiori, se ci si vuole evolvere.
E’ un po’ come la triste questione delle schiave del sesso: fintantoché c’è domanda, quelle  poverette saranno obbligate a far le schiave. Se crollasse il mercato della clientela, loro sarebbero libere, nessun magnaccia le vorrebbe più. Non renderebbero.
Il potere costituito, tutto ciò lo sa benissimo. Per quanto, da millenni, generosi pensatori e filosofi e combattenti per la libertà dei popoli si siano svenati, e sgolati, per cercare di spiegare come funziona, in effetti, la baracca, alla fine si assiste sgomenti allo spettacolo masochista di chi non cerca altro che credere a delle illusioni, a dei falsi, a delle magie, inseguendo l’autoinganno e rinunciando alla facoltà del ragionamento.
Si incassa quando va bene, pur sapendo che il proprio guadagno comporta, magari, la morte e la povertà per milioni di persone (tanto sono lontane in un altro continente, chissenefrega) e se va male, ci si indigna e si scopre che il mondo è cattivo.

Tutto ciò per introdurre la più pericolosa pensata della banda Draghi & co., quella offerta alle ore 19 di domenica 3 giugno 2012, l’estrema risorsa per metterci una pezza e farci sognare. Per l’appunto: un sogno. Anche Berlusconi faceva sognare. Anche Andreotti faceva sognare, creando l’assistenzialismo clientelare, tanto il conto l’avrebbero presentato alle generazioni future, in un millennio di là da venire (che sarebbe questo). E tutti sognano, felici di sognare. La protesta e la lamentela nasce soltanto quando il sogno si rivela un incubo.
Ma il rischio dei sogni è questo. E’ cosa nota.
Nello stato di veglia, invece, l’incubo non esiste, perchè uno provvede, pondera, ragiona, argomenta, pensa, calcola, e soprattutto, in presenza di emergenza, problema o scoglio, previene e fa scattare dispositivi cauti e razionali di cui si ha prova certa che funzioneranno. Altrimenti, i treni non sarebbero dotati per Legge di freno d’emergenza.
La “Grande Truffa” ideata a Berlino, di cui in Italia il quotidiano la Repubblica ha deciso di cavalcarne il Senso presentandola come la risoluzione tanto agognata a tutti i nostri problemi, è in realtà pericolosissima. Perché è un falso, perché non funziona –e loro lo sanno benissimo- perché serve soltanto nell’immediato a due unici scopi: A) Far guadagnare le banche pilotando le borse su dati falsi per innescare un meccanismo di speculazione al rialzo e su questo bluff raggranellare sul mercato la ricapitalizzazione di aziende decotte, già fallite, tenute insieme soltanto da cerotti virtuali e da manager corrotti; obiettivo: espoliare la gente degli ultimi spiccioli rimasti. B) Fingere di aver trovato la risposta giusta, efficiente ed efficace alla più allarmante notizia politica degli ultimi 12 anni, da quando è nato l’euro: l’ultimatum del presidente Usa. E’ vero che gli americani, molto spesso, hanno dato prova di essere irrimediabilmente farlocconi, superficiali e arroganti, ma non sono nuovi ricchi alla ricerca di uno status: stanno nei guai veri. E lo sanno. E sono consapevoli di esserne i responsabili originari. E non hanno nessuna intenzione di metterci una pezza. Non la vuole Obama, la pezza, perché sa che non funziona e a novembre perderà di conseguenza le elezioni: ma non la vuole neppure Romney, perché sa che la pezza si sbrillenterà tutta a ottobre, proprio a ridosso delle elezioni e nel nome dell’emergenza nazionale assoluta –com’è nella tradizione statunitense- il popolo farà quadrato intorno al presidente in carica e gli stessi repubblicani lo appoggeranno a denti stretti. “la pezza fa perdere le elezioni a entrambi” (sembra privo di senso, ma un Senso invece ce l’ha). A questo bisogna aggiungere che gli americani non sono italiani o spagnoli, sono una etnia diversa. Quando danno un ultimatum, non concedono deroghe, non concepiscono neppure l’esistenza del termine “condono” e un secondo dopo la scadenza dell’ultimatum, se in presenza di una situazione che da loro viene definita “salvaguardia degli interessi nazionali” danno l’ordine di far partire i bombardieri e se ne fregano. Sono sempre stati così, sono ancora così e saranno sempre così. E Obama l’ha detto venerdì mattina su CNN, alla radio, affondando volontariamente la borsa di Wall Street. Il tono è stato secco e perentorio e su questo tutto il mondo mediatico statunitense è d’accordo, una specie di bollettino di guerra. Ha detto Obama: “Seguiamo con viva preoccupazione la situazione economica europea e il nodo che l’eurozona sta cercando di sciogliere dimostrando di essere miopi e incapaci. Devo aggiungere che consideriamo con vigile attenzione ciò che sta accadendo perché una conflagrazione dell’euro, adesso, avrebbe conseguenze devastanti per la nostra economia. Tant’è vero che non siamo in grado di riprenderci perché la crisi europea ci sta bloccando. Se, nei prossimi giorni (ndr. “giorni” non “settimane” tantomeno “mesi”) le nazioni dell’eurozona non dovessero attuare immediate manovre risolutive, nel nome della salvaguardia dell’interesse nazionale, noi ci troveremo nella condizione di dare una forte indicazione alle nostre multinazionali affinchè disinvestano i loro capitali dalle nazioni europee rientrando in patria per dare il proprio contributo ad avviare la risoluzione dei problemi nazionali”. Tradotto, vuol dire, che in condizione di emergenza (questa lo è) gli Usa si chiudono a riccio, per salvarsi le palle. I giapponesi (ne sanno qualcosa) e i tedeschi (anche loro) hanno preso molto sul serio l’ultimatum che si dice dovrebbe scadere il 12 giugno. Tant’è vero che le loro borse vanno male, anzi malissimo. Mentre, invece, la truppa mediatica di deficienti italioti ci racconta il sogno di una improvvisa revanche di orgoglio nazionalista sottolineando il fatto che la borsa giapponese va giù, perde anche la borsa di Francoforte, mentre Milano e  Madrid vanno su e guadagnano perché le cose si stanno mettendo bene, finalmente. Così, a vacca. E’ l’ultima Grande Truffa dei mercati. Il rialzo di borsa di Milano e Madrid, personalmente, la considero una pessima notizia: guidano il rimbalzo le banche decotte amministrate dai politici corrotti che sorreggono Monti che deve sostenere Draghi che vuole puntellare la Merkel per isolare Hollande e rispondere all’America sostenendo che noi europei siamo in grado di risolvere con geniale abilità i nostri problemi. Non mi sembra. Tanto più allarmante è l’improvviso cambiamento di tono, di linguaggio, e di forma di tutti i media statunitensi nelle ultime 48 ore a proposito dell’Europa. Ascoltando una qualunque radio o televisione mainstream statunitense, sembra di ascoltare la programmazione di notizie il cui palinsesto è stato organizzato da Paolo Barnard. Il che non induce a serene aspettative. Non credo affatto che l’Italia abbia bisogno, in questo momento, né di sognare né tantomeno di vivere un’ondata di speculazione finanziaria (che sia al rialzo per me è irrilevante). La classe politica avrebbe dovuto spiegare le ragioni alla gente, invece che cavalcarla. Ma è così. A me l’idea di trovarmi in guerra con gli Usa non piace affatto (parlo qui di guerra economica, si intende), perché con loro si può trattare, essendo noi pieni delle loro basi militari e ci converrebbe esserne alleati, soprattutto in termini economici. Purtroppo, l’attuale governo del ragionier vanesio si sta comportando come l’Italia aveva fatto nel 1973, nel 1943, nel 1940, nel 1915. Ogni popolo ha la propria tradizione storica. Si gioca su due tavoli cercando di capire chi vincerà per poi accodarsi puntando a qualche briciola generosa. Su diversi siti dell’estrema sinistra, oggi leggevo con raccapriccio la felicità di chi non ha capito che li muro di Berlino è crollato nel 1989 e non c’è più la guerra fredda, è in corso un altro tipo di guerra. A me interessa questa guerra. Avrei voluto un governo con una presa di posizione netta e dichiarata. Una classe politica che abbia il pudore di prendere posizione così si capisce su quale fronte stiamo. Basti pensare che le borse volano in Europa all’idea del “superpiano” che verrà presentato il 30 giugno. Cioè, fuori tempo massimo.
L’anti-americanismo bècero non ha mai fatto bene all’Italia e soprattutto non ha mai prodotto alcun risultato utile per la nazione.
Il rialzo delle borse europee oggi non è affatto indicativo della buona salute economica del continente, e quindi è una pessima notizia. E’ indicativo della solida presa di possesso della finanza speculativa sull’economia. Non fatevi ingannare dai numeri della retorica. Fa parte della Grande Truffa. Volano MPS, Unicredit, Intesa San Paolo, Banco Popolare di Milano, tutta roba loro. Roba di Cosa Nostra. Perdono Luxottica, Ferragamo, Tod’s, Pirelli, Campari: i produttori veri, cioè Casa Nostra.
Così si rifinanziano i partiti nel mercato azionario.
Lo fanno così, seguitando ad affondare l’economia insistendo a privilegiare la finanza decotta speculativa.
Tanto c’è la truppa mediatica che provvede poi ad alimentare il sogno.


Io ho voglia di svegliarmi.

14 commenti:

  1. sergio, stai parlando agli italiani?
    allora mettici dentro un qualche nome di calciatore, numeri da giocare al lotto, come fregare il videopoker, la foto di una gnocca, ecc. in modo che la gente non dico capisca ma per lo meno memorizzi quanto scrivi. magari un giorno gli tornera' buono, non oggi, un giorno.
    :D

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    1. semplice ed efficace
      nonchè super-ancorato alla realtà
      i miei complimenti

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  2. Io sinceramente la vedo diversamente, poiché la finanza speculativa è un prodotto Statunitense, e questo prodotto è stato PALESEMENTE utilizzato per colonizzare ancora di più l' Europa e il Giappone. Dalla lettera aperta di Del Vecchio di Luxottica si evince come questo cancro abbia intaccato le nostre banche, in testa Unicredit, Intesa S. Paolo e MPS, ma anche realtà differenti come le Generali, che pensando di fare quattrini facili, si sono ritrovate a giocare un gioco dove le regole le dettano le solite banche americane, e quindi hanno perso. Poi sui motivi del perché le banche nostrane abbiano deciso di giocare, io personalmente credo che gli amministratori delegati di queste stesse banche siano stati profumatamente remunerati per aver effettuato determinate scelte. La storia insegna che che chi ci guadagna da una guerra, solitamente è chi la scatena. Oggi Citibank acquista a prezzi stracciati in Grecia, per esempio.
    Detto questo la tenaglia che gli USA stanno applicando al Vecchio Continente è oltremodo disgustosa. Poiché il Governo Usa, così come gli economisti di spicco degli Stati Uniti, ci dicono di stare attenti al rigore, perché, giustamente, blocca la crescita trascinandoci verso il Vero Baratro. Poi però se noi non applichiamo il rigore i mercati (che diciamocelo, sono controllati da fondi d' investimento e banche americane) ci penalizzano. In che modo? facile! Ormai siamo così tanto in mano alla finanza che gli basta un clic del mouse per affondare un paese. Solo qualche settimana fa si è parlato dei famigerati "High frequency trading" con cui le varie Goldman Sachs, J.P. Morgan Chase, Citibank, Merry Linch ecc. operano sui mercati ad alta velocità, e quindi, parafrasando, è come se giochiamo al gioco dell' oca, e le banche sopracitate usassero il dado da venti e non quello da sei come noi poveri mortali.
    In ultimo, ma non meno importante, personaggi di spicco che sono in forte contatto con la maledetta finanza americana, risiedono oggi nei punti chiave dell' Europa (ma guarda un pò!!). Draghi, responsabile Goldman Sach Europa, Monti, ex Goldman Sachs e presidente della Trilaterale Europa, Van Rompuy, grande partecipante dei Bilderberg ecc ecc.
    In conclusione vorrei dire che è assolutamente vero che gli americani sono nella cacca fino al collo, ed è per questo che ci stanno spremendo, dopotutto mal comune mezzo gaudio.
    Però diciamocelo, la vera evoluzione dell' Europa adesso si concretizzerebbe con la decolonizzazione degli yankee.

    P.S. Chi truccò i conti in Grecia? Goldman Sachs!!

    Saluti, Govinda.

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  3. Quanto avrei voglia di svegliarmi anch'io, nel momento in cui ci si rende conto che ogni analisi fattuale ed oggettiva degli avvenimenti è fatta sempre e solo contro qualcuno e non per la sua mera oggettività. Scagliarsi contro il qualunquismo o sabinismo guzzantiano, (come perlomeno lo definirei io) non aggiunge molto al tema se poi la diagnosi ed anamnesi dello stesso si risolve nelle solite congetture...prive di una necessaria apertura visiva e prospettica (a mio umilissimo parere).
    Esaminare gli eventi dovrebbe conseguenzialmente esportare le valutazioni ed allargare le unità di misura non riportare provincialmente il tutto ad un limitato contesto nazionale. Noi sussistiamo, principalmente, in base all'esistenza altrui e non in base alla ns vacua presenza nello scacchiere internazionale. Di contro l'esistenza altrui è reale fintanto noi cotanto le riconosciamo.
    Chiudersi a riccio? Gli Usa? Con un debito pubblico da 15 svariati zeri ed un sistema finanziario globale interconnesso e non rescindibile? Ma di cosa stiamo parlando di economia!? Di politica!? Di filosofia!? Di interessi sovrannazionali ed internazionali!? O di cosa?
    ho l'impressione che il nocciolo di quest'articolo, seppur apprezzabile nelle sue denunce, manchi di molto il bersaglio, quando il bersaglio sia effettivamente la riflessione dell'uomo comune. Uomo per sua natura digiuno di qualsivoglia nozione: antropologica, storica o socio-economica.
    E' troppo semplice gridare al falso sinistrismo radical chic o al beotismo berlusconiamo.
    Non cambia di certo ne di una virgola l'agenda di chi scrive i vari copioni. Far riflettere le persone con nozioni e notizie mirate è ben altra cosa.
    Mi si perdoni a priori la critica, che nel mio piccolo, considero feroce a tale articolo...ma...nel mentre della lettura... mi aspettavo veramente di più e, mio malgrado, quel di più non l'ho trovato.
    I miei rispetti, ad ogni modo all'autore o agli autori del sito.

    Un saluto,
    Elmoamf

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  4. Caro Modigliani, pur apprezzando il tuo lavoro e rispettando le tue idee, devo però dissentire dalla tua visione americanocentrica della realtà.
    L’essere anti-americano o filo-americano è oggigiorno materia obsoleta. Ha un sapore di anni ’70, quando le grandi ideologie avevano ancora un senso per le persone.
    Il mondo da allora è andato avanti. La direzione forse non è quella giusta, o quella che ci si auspicava, ma è avvenuto un cambiamento. Sono crollati i massimi sistemi ed i loro simboli. È crollato il muro di Berlino, ma è crollata anche, e più volte, Wall Streat. Sono crollate le torri gemelle, in un attentato terroristico a cui non credono più nemmeno gli stessi americani. La corruzione è dilagante in America come in Europa, siamo figli della stessa madre, della stessa matrice culturale, religiosa, etnica, politica ed economica. Perlomeno l’America bianca, cioè quella che conta. L’America nera, quella del Voodoo, non conta nulla. I neri se vogliono emergere devono diventare bianchi, come lo è diventato Obama e come, in modo ben più spettacolare, lo diventò Michael Jackson.
    La crisi attuale non è la crisi dell’Europa, o dell’America. È la crisi del capitalismo globale. Ma se negli anni ’70 c’era l’illusione che il figlio legittimo del capitalismo, il comunismo, ne prendesse il posto e ne ereditasse il ruolo di sistema globale, dopo la sua sepoltura anzitempo abbiamo oggi un vuoto che non presagisce nulla di buono.
    L’America non farà guerra all’Europa, ne su un piano militare, ne su quello economico. Le guerre costano e l’America non se le può permettere. Si può chiudere a riccio è vero, ma in un sistema, come il sistema capitalistico, dove la sopravvivenza del sistema stesso è vincolata alla continua espansione dei mercati, quanto può durare?
    Le mie previsioni non sono affatto ottimistiche. Il crollo del sistema capitalistico, ormai imminente, può solo sfociare in una guerra totale di tutti contro tutti e senza controllo da parte di nessuno. L’avvento del Kaos, dell’Apocalisse? Non lo so, ma sicuramente la fine di un’Era, come lo fu la caduta dell’Impero Romano, a cui seguirono centinaia di anni di Medioevo.

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    1. "..a cui seguirono centinaia di anni di Medioevo..."

      che con la rapidità dei nostri tempi, potrebbero essere una manciatina di anni, per poi ritrovare quell' umanesimo, il cui principio essenziale è ancora sepolto sotto la fuliggine della religione, dell' idea di aldilà, che ci permette di vivere questo al di qua come se potessimo sfruttare all' infinito le risorse del pianeta. Il prossimo umanesimo sarà proprio questo: La presa di coscienza dell' uomo, non come unico padrone del mondo, ma come piccola goccia in un oceano ancora tutto da scoprire, appoggiato su una briciolina fragile di nome Gaia, da cui dobbiamo attingere le risorse per vivere con intelligenza e sostenibilità. Un tempo in cui l' uomo non vivrà più con lo scopo della compiacenza divina, ma della conoscenza dell' universo che ci circonda, di cui facciamo parte, anzi, di cui siamo sostanza chimica.

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  5. siamo sicuri che il capitalismo sia veramente in crisi? Capisco che il modello capitalistico deregolamentato vacilla, ma non vorrei che sia la scusa o l’occasione ghiotta, per alcuni nostalgici, per rispolverare le utopie e i dogmi del comunismo o dell’antiamericanismo che rimpiangono solo in pochi.. si vada a raccontarlo ai cinesi.. Il comunismo con la proprietà e il controllo dei fattori della produzione, nella storia passata e nel presente, non ha fatto altro che svuotare lo Stato e le istituzioni dei poteri, per cederli ad un unico partito, autodeterminatosi come nuova oligarchia di potere, privando il popolo dei diritti sociali e democratici! altroché lotta di classe!! Pensiamo che Marx voleva questo? Che differenza ci passa tra un’oligarchia comunista ed una finanz-capitalistica di destra? Sono proprio le classi lavoratrici a perderci quando una dottrina è puramente dogmatica, sia a “destra” che a “sinistra”. Rendiamoci conto che entrambi i modelli portano disuguaglianze sociali e di reddito enormi, in particolare per le classi medio-basse, con incrementi della povertà astronomici? Sono tutti dogmi cui siamo sottoposti dal mainstream mediatico e dalla classe politica corrotta e priva di una visione futura, all’ombra dei think tank e delle oligarchie trasnazionali (massoniche?). E’ dogmatico continuare nell’assurda politica europea dell’austerità e difendere un euro che è un errore tecnico, che crea degli squilibri economici fra gli stati e ci priva della sovranità monetaria. Alzare i muri di Berlino contro l’America, che chiede di dare soluzioni ad una crisi europea, è patetico, da irresponsabili, infantile!! E’ un dogma anche la mano invisibile del mercato autoreferenziale, libero dallo stato, che nel fare l’interesse degli attori businessman, crea armoniosamente e magicamente il benessere di tutti. Balle, tutti dogmi! Pensiamo che Adam Smith avrebbe voluto vederci in questo stato? L’America non è certo libera da certi dogmi liberisti e dovrebbe cercare di imitare il modello sociale europeo, che ora è sotto attacco non si sa da chi. La crisi l’abbiamo importata dall’America con i mutui sub-prime? altro dogma! La costruzione dell’euro è talmente debole e sbilanciata a favore del mercato dei capitali e delle banche e investitori, che alla prima crisi si è squagliata.. intanto l’America cresce di nuovo e riduce la disoccupazione.. gli europei non riescono neanche a salvare la Grecia che rappresenta il 3% del PIL europeo e poche centinaia di miliardi di euro di debito pubblico!

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  6. Ridurre la spesa pubblica per liberare risorse del settore privato, potrebbe rilanciare la ripresa economica? Balle! Altro dogma privo di fondamento scientifico. Nessuna ricerca fondata da dati economici certificati sosterrebbe una simile tesi. Il libero mercato di merci e capitali deve essere esteso alla liberalizzazione dei diritti, alla globalizzazione dei diritti! Il libero mercato, se sapientemente regolato dalla mano pubblica, potrebbe continuare ad ingrassarci, nel benessere sociale ed economico, come prima della crisi. Esatto ad ingrassarci!! non vorrei che chi parla di risorse finite o di limitare il libero mercato parli con la pancia piena, 2 telefonini, due PC, due macchine, Sky, Internet e quant'altro. Non si pensa che il consumismo è il motore dell’economia? O lo vogliamo considerare come un altro prodotto sciagurato e demoniaco importato dall’America? Produrre e produrre, ma per chi, se nessuno compra ciò che si produce? Sostenere la domanda è la via per uscirne e studiare un modello di economia sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale, con le regole del gioco stabilite dallo Stato, magari con forme di redistribuzione dei redditi ed aumenti salariali, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, con i quali saremo perennemente in conflitto. Estendere il salario minimo garantito, parametrato alle singole valute, per tutti gli stati aderenti al WTO! Se uno Stato vuole vendere le sue merci nel libero mercato, con libera concorrenza dentro il WTO, dovrebbe garantire che le stesse non siano prodotte con lavoro minorile, senza standard di sicurezza sul lavoro, senza standard qualitativi per la salute e tutela del consumatore, senza misure volte alla sostenibilità ambientale e a preservare questa povera Terra nel medio-lungo termine.

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  7. Ripensare in maniera seria alla green-economy, senza alzare paletti e manifestare contro ogni rigassificatore o termovalorizzatore che s’intende costruire , e magari prendere la macchina anche solo per comprare le sigarette! E’ un po’ la stessa cosa del qualunquismo guzzantiano. Come lo è chi punta il dito contro le mafie, ma accetta le raccomandazioni, i favoritismi, poi magari chiede anche i tagli di bilancio.. Diversificare le fonti energetiche e costruire in maniera sensata, soprattutto sulle coste, senza creare un comitato del NO anche solo per boicottare la stradina di fronte a casa. Bisogna essere realisti, è una sciccheria parlare di ambiente e nel contempo ingrassarsi ben bene con il modello consumistico, che grazie a Dio ci ha cresciuti bene fino ad oggi. Sane, ambiziose, ma realistiche politiche ambientali, accompagnati da comportamenti individuali virtuosi: andare più a piedi, bicicletta o mezzi pubblici, fare bene la raccolta differenziata, non buttare le cicche nella spiaggia, spegnere le luci, ecc. Globalizzare i diritti e i doveri universali dell’uomo, significa dare una risposta globale ad un problema globale! Gli stati che vorranno perseverare a negare i diritti umani, separandoli dai diritti di libera circolazione delle merci, deve essere punito non con le guerre di esportazione della democrazia, ma con il protezionismo! Dazi pesanti, quanto più pesante è il conto che pagano le popolazioni affamate da salari e condizioni vicine alla schiavitù… altroché medioevo
    Scusate lo sfogo ma oggi mi sento vulcanico, ho sparato tutte le cartuccie disponibili... ma basta con questo antiamericanismo e piantiamola con quelle bufale che le torri gemelle le hanno buttate giù gli americani

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  8. La crisi è grave perché si tratta di una crisi di sistema che non può essere risolta ricorrendo ai parametri di questo sistema. Capitalismo e comunismo, neo liberismo, non ci aiutano affatto a risolvere questi problemi e quindi non ha più senso rimanere focalizzati su questi sistemi di pensiero. Non saranno i vecchi schemi, le vecchie politiche economiche a ristabilire un equilibrio saltato perché pochi hanno deciso di voler esercitare il potere su tutti gli altri. E' inevitabile che le dinamiche in movimento porteranno ad aumentare gli squilibri se non si fa nulla per correggerli.

    Noi continuiamo a muoverci in terreni sconosciuti usando mappe obsolete, improprie, affidandoci al pensiero lineare, alla logica aristotelica. Ma come millenni di cultura ci insegnano il mondo di oggi è la logica conseguenza di questo modello, e se oggi ne viviamo la crisi è perché questo modello non è più adatto per un mondo in continua evoluzione che vuole giustizia ed libertà. Va invece benissimo per le poche oligarchie che si arrogano il diritto-dovere di avere potere su tutti gli altri.

    La vera rivoluzione è invece culturale e deve prendere in considerazione nuovi modelli di pensiero e di logica passando al "salto quantico", l'unico che può aiutarci ad uscire dalla gabbia che ci siamo costruiti da soli, pur nella convinzione che siano altri a tenerci come prigionieri. Ed invece siamo prigionieri solo di noi stessi, delle nostre paure, dei nostri schemi mentali, delle false sicurezze, delle tradizioni, dei nostri egoismi e di una conoscenza che deve ancora trasformarsi in Coscienza del nostro vero Sé.

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  9. This kids. Did they ever been kick off of home. Did they ever had to find a place for sleep. Did they ever had to find some food?
    Did they ever had to pay a bill in their f... s... whole life?

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    1. esattamente, il problema esiste solo li' dove uno lo vuole creare, di per se' non esiste altro che esperienza ed in realta' e' tutto estremamente semplice per non dire semplicissimo.
      la massa oggi ama la sofferenza e di conseguenza la sperimenta, quando non so come e quando cambiera' il pensiero su cui e' focalizzata ecco che la realta' cambiera' in un istante.

      sottolineo "un istante".

      ma il centro e' l'"Essere" e non maya..... quella e' la CONSEGUENZA, non e' li' la causa della creazione e quindi la soluzione.
      chi rimescola in maya rimescola nel vecchio che e' pur sempre creazione ma i margini oggi si sono quasi azzerati perche' abbiamo gia' sperimentato quasi tutte le possibili varianti.
      occorre lasciare andare il vecchio ed aprire l'immaginazione. :)

      come fa il bambino coi giochi..... quando si e' gia' rotto i ********* lo distrugge e anche e soprattutto in quel momento impara com'era fatto.

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    2. Il valore di una merce e' semplicemente dato dal rapporto tra una merce e un'altra in dato momento, in una data circostanza. Ripeto
      IN UN DATO MOMENTO-IN UNA DATA CIRCOSTANZA. Per quello gli economisti
      sembrano degli indovini, perche' nessuno al mondo puo' sapere quale sara' quel momento quella circostanza. Andiamo per assurdo. E' arrivata la crisi, la grande crisi, il grande teorico austriaco si e'
      riempito la casa d'oro, mister MMT si e' messa la stampante in garage.
      Hanno fame. Vanno da uno che si e' messo in casa tonnellate di cibo a lunga conservazione e gli dicono ti do una fetta d'oro, ti do 1000$
      per una scatola di fagioli. Quello li guarda, vede la loro fame, il
      loro bisogno e dice a loro - Voglio una fetta di casa vostra.
      Arriva il pazzo che si e' messo in casa il Kalashnikov e chiede 20
      scatole. Lo strozzino tira fuori 30 scatole e dice- Se ho bisogno ti posso chiamare?
      Gia', ipanema, a te non puo' capitare, basta che pensi che sei dentro
      un altro momento, in un'altra circostanza e in un istante cambiera'. Gli altri che hanno capito si armano. In mezzo alla crisi le spese militari aumentano. Come di fatto sta avvenendo.
      Esci di casa, cerchi lavoro, cazzo devi mangiare. Trovi uno che ti offre 5E all'ora, lavoretto per 10 giorni, finito il lavoro quando pensi di essere pagato scopri che quello se ne e' andato, in tasca il
      tuo lavoro, i tuoi soldi. Vai dal tuo stato. Faccia denuncia aspetti qualche anno. Trovi un mafioso. Ti dice faccio io, ci sara' qualche spesa, ne parliamo dopo. Va e ti porta i soldi. Secondo te chi e'
      lo stato, quello vero, quello che garantisce il tuo diritto.
      Gia' tu vai da maya.
      Io preferisco Han Shan Teching, almeno e' reale e possibile.


      Nel parco di Jetavana
      ho trovato un posto per riposare
      non discuto piu'i sentieri della via
      quando il sole e' gia' alto
      sto ancora a dormire
      nessun ricevimento mi obbliga
      a mangiare di piu'

      Una piccola capanna
      un mondo d'alberi
      come Vimilakirti
      l'altare attaccato al soffitto
      la porta chiusa.
      Della folla
      davanti o dietro
      non chiedermi.

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    3. "Io preferisco Han Shan Teching, almeno e' reale e possibile."

      se avessi voglia di approfondire il "reale" ti accorgeresti di tante cose.....
      tu sei reale? e le tue emozioni? le hai mai viste nel mondo dei 5 sensi? eppure le hai, dove si trovano?
      e il pensiero? viene dal mondo dei 5 sensi? se si com'e' fatto, di quale sostanza, c'e' una foto, qualcuno lo ha mai toccato?

      la realta' e' un mistero, solo pochissimi la conoscono, il resto e' massa ipnotizzata.

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