domenica 3 novembre 2013

Ecco i 30 nomi degli esseri umani morti in carcere dal giorno in cui Giulia Ligresti è tornata a casa, fino a oggi.



"Sono intervenuta per una detenuta che rischiava di morire, non siamo tutti uguali davanti alla legge? Escludo che ci siano detenuti di serie A e di serie B. Rispondo sempre a chiunque mi telefoni per sollecitarmi un caso importante".
                                              Ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, 2 novembre 2013

di Sergio Di Cori Modigliani

Un morto suicida ogni settimana, un morto per malattia (vaga e indefinita) ogni dieci giorni.
L'Unione Europea, dopo aver capito che l'Italia non soltanto non avrebbe mai risolto ma neppure risposto alle continue sollecitazioni per risolvere la cosiddetta "emergenza carceri" ha avviato regolare procedura di infrazione grave -con pene pecuniarie pesantissime e immediate- contro la Repubblica Italiana, nazione definita "totalmente negligente" nell'applicare i parametri base di rispetto umano di una società civile.
In Europa, l'Italia è considerata una nazione autoritaria che pratica la tortura.
Vedi caserma Diaz, più di dieci anni fa.
C'è chi, in Europa, vuole portare il caso al Consiglio Europeo, alla Commissione Europea e al Parlamento di Strasburgo per denunciare la Repubblica Italiana per "crimini contro l'umanità".

Ecco, qui di seguito, i nomi dei deceduti per suicidio o perchè privi di adeguata assistenza sanitaria nei penitenziari dove erano stanziati dal luglio del 2013 a oggi, da quando Giulia Ligresti ha goduto di un "beneficio di carattere umanitario" (e come persona sono davvero contento per lei perchè è stata salvaguardata la sua salute privata).
Sono 30 esseri umani.
Non erano stati condannati a morte perchè la pena capitale è stata abolita in tutte le 28 nazioni della Unione Europea.
Eppure sono morti.
Nessuno si è occupato di loro.

Corso Egidio 81 anni 26-ott-13 Malattia, carcere di Ferrara
Italiano anonimo 43 anni 20-ott-13 cause "ancora da accertare" carcere di Avellino
Nuvoletta Angelo 71 anni 20-ott-13 Malattia, carcere di Parma
Occania Amedi 41 anni 19-ott-13 cause "ancora da accertare" carcere di Teramo
Nahri Said 33 anni 17-ott-13 Suicidio, carcere di Pesaro
Simsig Giulio 50 anni 17-ott-13 Suicidio, carcere di Trieste
Vadalà Antonino 61 anni 16-ott-13 Malattia, non specificata nè definita, carcere di  Secondigliano
Caccianti Sergio 82 anni 15-ott-13 Malattia, carcere di Roma Rebibbia
Valpiani Davide 49 anni 13-ott-13 Suicidio, carcere di Perugia
Asslamal Fouad 37 anni 23-set-13 cause "ancora da accertare" carcere di Livorno
Pellecchia Raffaele 55 anni 17-set-13 Malattia, carcere di Avellino
Faliero Vincenzo 43 anni 17-set-13 cause "ancora da accertare" carcere di Civitavecchia (RM)
Tunisino Anonimo 43 anni 16-set-13 Cause "ancora da accertare" carcere di Spoleto (Pg)
Continanza Nicola 39 anni 16-set-13 Cause "ancora da accertare" carcere di Bologna
Paiusti Francesco 66 anni 15-set-13 Malattia, carcere di Salerno
Ler Fulvio 53 anni 9-set-13 cause "ancora da accertare" carcere di Salerno
Panariello Angelo 64 anni 5-set-13 Suicidio, carcere di S. Angelo d. L. (Av)
Mokhar Ahmed Mohamed 24 anni 4-set-13 Suicidio, carcere di Caltanissetta
Spuzic Resad 35 anni 3-set-13 cause "ancora da  accertare" Siena
Mariani Walter Luigi 58 anni 31-ago-13 cause "ancora da accertare" carcere di Opera (Mi)
Suladze Shota 29 anni 28-ago-13 Suicidio, carcere di Taranto
Daoudi Abdelaziz 21 anni 16-ago-13 Suicidio, carcere di Padova Circondariale
Italiano Anonimo 51 anni 13-ago-13 Suicidio, carcere di Prato
Anaki Moustapha 31 anni 10-ago-13 causa "ancora da accertare" carcere di Crotone (Cie)
Viorel Neicu 30 anni 1-ago-13 Malattia "ancora da definire" carcere di Sassari
Vignoli Mario 66 anni 29-lug-13 Suicidio, carcere di Cremona
Marsala Giovanni 40 anni 28-lug-13 Suicidio, carcere di Velletri (Rm)
Bottini Piero 53 anni 25-lug-13 Suicidio Roma, carcere di Rebibbia
Maragkos Nikolaos 53 anni 21-lug-13 Suicidio, carcere di Rossano (CS)
Tunisino Anonimoo 40 anni 3-lug-13 Suicidio carcere di Napoli Secondigliano

In memoriam

16 commenti:

  1. Così tante cause di morte "ancora da accertare" fanno rabbrividire. Anche in Sud Africa, ai tempi in cui era recluso Mandela, tanti detenuti di pelle scura, solo loro, scivolavano frequentemente nella doccia.

    In attesa delle ispezioni, che sicuramente il ministro avrà già predisposto numerose, da vera persona di coscienza qual è, forse basterebbe un semplice colpo d'occhio al rapporto numerico tra uomini della polizia penitenziaria e detenuti per formarsi una prima idea -- sempre smentibile in seguito a indagini più accurate -- su chi tra loro possa individuarsi come principale collaboratore del misteriosissimo agente patogeno che circola nelle nostre carceri e miete così tante vittime.

    Certo è che tra tanti malati ultrasessantenni e due persino ultraottantenni c'è da chiedersi: erano tutti ergastolani? Tutti senza tetto? A nessuno di loro il giudice di sorveglianza, previa premurosa e accigliata relazione della psicologa di turno, poteva accordare, per malattia aggiunta all'età avanzata, gli arresti domiciliari?

    Non so, chiedo, non sono una giurista.
    Con sincera stima, marilù l.

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  2. E' evidente che il tutto viene sottaciuto, messo sotto il tappeto. Ma una domanda mi sorge spontanea. Perché questo articolo, come tanti altri che ha scritto e continuerà a scrivere, non vengono mai pubblicati sui giornali a diffusione nazionale e/o regionale? E' una sua scelta o è loro ostracismo? Non so quanti lettori o fans possa avere questo blog, ma una cosa è certa e cioè che tra le mazzette o rassegna stampa sciorinata ogni mattina sui tavoli del potere, la stampa di questo articolo non apparirà e quindi non possiamo avere la certezza e il sottile piacere di sapere che loro saprebbero che noi- non addetti ai lavori- , spero tanti, sappiamo grazie a lei.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. "Sono intervenuta per una detenuta che rischiava di morire, non siamo tutti uguali davanti alla legge? Escludo che ci siano detenuti di serie A e di serie B.....

    cara ministra, visto che in teoria (ma non in pratica), siamo tutti uguali davanti alla legge, bastava trasferire la detenuta Ligresti, all'infermeria del carcere dove le sarebbero state praticate le cure previste dalla legge, le stesse cure delle quali beneficiano gli altri detenuti di serie A., B, o C, o non siamo tutti uguali davanti alla "legge"?

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  5. Questo tuo articolo è molto importante per cui lo condivido e diffondo anche su Fb.

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  6. "Rispondo sempre a chiunque mi telefoni per sollecitarmi un caso importante".

    Per questi 30 com'è andata, signora Cancellieri? Si sono dimenticati le monetine a casa e non potevano chiamare?

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  7. Ciao, grazie per questa notizia. Mi piacerebbe capire da dove si possono consultare questi dati? Grazie ancora,
    Ilaria

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    1. Basta scrivere all'ufficio stampa del Ministero di Grazia e Giustizia e dà ogni informazione. Lo deve fare

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    2. Non abbiamo capito da quale fonte ha attinto questa lista?
      Puo darcene evidenza.
      Grazie

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    3. L'ho già spiegato a un altro lettore: scriva all'ufficio stampa di Ministero Grazia e Giustizia, parli con l'addetto stampa e glie lo chieda. Le farà avere tutti i nomi.

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  8. Stiamo attenti a non generalizzare troppo sui dati. Nei carceri ci sono persone che sicuramente sono perseguitate , ma ci sono anche persone che muoiono in carcere ma in realtà nelle infermerie del carcere o in ospedale e per quanto riguarda i suicidi penso che non tutti sia no per induzione ma anche per diperazione davanti alle colpe che hanno commesso. Sarebbe bene ricordare anche che in galera ci andiamo per molte cose ,ma per eccesso di bontà è difficile.

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  9. Avevo 15 anni, si frequentava la strada con compagni di strada e, a volte, ci si scontrava tra ragazzi di strada per varie ragioni, tutte inutili. Fulvio era più grande, quattro anni o anche cinque forse, abbastanza a quell’età per considerarlo un mito. Era stato già in galera, per poco.
    Furto…si diceva.
    Tifava Salernitana e ci difendeva. Voleva bene al mio gruppo composto da “figli di papà” che si atteggiavano a ragazzi di strada.
    Lui era un vero uomo di strada ma… ci offriva le sigarette e ci difendeva all’occasione.
    A volte bastava fare il suo nome, dopo la prima volta che ci aveva difeso e si evitava una possibile lite. Era temuto e rispettato.
    Gli anni sono passati….da buon “finto ragazzo di strada” ho avuto la possibilità di studiare all’università, concorsi post laurea, l’impiego e la strada la vivo ora dall’altra parte, quella dello Stato, non nella mia città natale.
    Ne avevo perso le tracce.
    Non sapevo che era in galera. Non sapevo fosse morto in questi giorni.
    Grazie Sergio dell’Informazione che ci dai.

    In memoriam di Fulvietto “Boscaiolo”, al secolo Fulvio Ler.

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  10. Vi prego di aggiungere mio figlio Varga Zsolt, morto in carcere di Trento- Spini , età 28 anni, causa arresto cardiaco

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