martedì 5 novembre 2013

Dietro Silvio Berlusconi c'è un uomo che si chiama Silvio Berlusconi, di cui nessuno parla. Ecco chi è.

di Sergio Di Cori Modigliani


Come leggere la realtà sotto gli occhi di tutti.

Goldman Sachs fa politica in Italia.
Goldman Sachs dice il falso.
Goldman Sachs diffonde informazioni false ai propri clienti, alla borsa e al mondo finanziario, al fine di contribuire, con le notizie che diffonde, all'affermazione politica dei leader che perseguono i loro fini e obiettivi strategici.

Wow! Che notizia. Ullalà, il vero segreto di Pulcinella.

E invece la novità della notizia c'è, eccome se c'è.

Come tutti sappiamo, Goldman Sachs è diventato il simbolo che scatena immediatamente, a livello viscerale, le pulsioni dei complottisti e degli esemplificatori della realtà. C'è gente che li vede sempre dietro a tutto e tutti, ma raramente è in grado di fornire dettagli specifici e ponderati sulla loro attività d'intervento con dati e cifre alla mano.
Oggi, ne abbiamo una possibilità reale e tangibile, che ritengo sia utile per la comprensione della realtà nella quale viviamo.

Veniamo ai fatti: questa mattina, i titoli nelle borse europee -soprattutto quella italiana- vanno a picco perchè le banche sono piene di debiti e Mario Draghi non è più in grado di metterci una pezza. Eppure, a Milano, vola il titolo Mediaset in netta controtendenza, talmente brillante da toccare il proprio massimo negli ultimi due anni e mezzo. 
Come mai? 
Chi investe in borsa sa che l'andamento dei titoli (e quindi la capitalizzazione di denaro fresco cash per le aziende) deriva da due fattori incrociati: a) il bilancio dell'azienda quotata, il suo stato di salute, le prospettive di espansione o contrazione; b) le notizie che vengono diffuse su una specifica azienda da parte delle agenzie di rating e dai grandi consorzi finanziari, i cui portavoce -quando aprono bocca- determinano spostamenti sul mercato di centinaia di miliardi di euro. I loro analisti, infatti, hanno informazioni "specifiche e riservate", non a caso i tre più importanti consulenti di Goldman Sachs in Italia (tra i tanti) sono Mario Monti, Romano Prodi, Corrado Passera. Sul desk Italy, a New York, arrivano notizie considerate da fonte attendibile che vengono poi diffuse agli analisti di borsa, agli scambisti (i cosiddetti traders), ai grossi clienti, che pagano fior di soldoni a Goldman Sachs per avere delle dritte su determinati titoli. E su quelli investono.

Questa mattina si sono verificati due fattori che cozzano l'uno contro l'altro, da cui la notizia.

Alle 8.30 del mattino, ora italiana, l'ufficio europeo di Goldman Sachs ha diffuso un comunicato relativo a Mediaset in cui si sostiene che l'azienda ha superato brillantemente i propri problemi in seguito "all'ottimo andamento e recupero dell'investimento pubblicitario sia nel settore audiovisivo che in quello cartaceo editoriale, ai quali va aggiunta la razionalizzazione della spesa, attestandosi sul mercato in una posizione tale da spostare il proprio giudizio da "neutral" a "buy" con la prospettiva a breve termine di un grande rilancio del gruppo. L'azienda che ieri aveva chiuso a 3,72 euro ad azione la vediamo spingersi verso un 5,1 euro". 
Una volta letto quest'annuncio, gli scambisti di tutta Europa si sono affrettati a passarsi l'informazione immediata sull'Italia "il Berluska va alla grande, acquistare Mediaset a tutto spiano". E così è avvenuto: + 4%.

La gente non segue queste vicende, lo capisco anche. In Italia, infatti, in conseguenza della crisi perdurante, gli investitori si sono ritirati e i dati ufficiali diffusi ieri dall'Istat rilevano (e rivelano) che ormai soltanto il 7% dei risparmiatori italiani investe in borsa.
Ma quel 7% è quello che regge l'economia.

Un unico organo di stampa ha dato la notizia: Ilsole24ore.
Attraverso un dispaccio della sua agenzia (radiocor) che così recita:


MEDIASET: PER GOLDMAN PRONTA AD AGGANCIARE RIPRESA, IL TITOLO VOLA (+4,3%)


(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 05 nov  ore 9.30 - Mediaset vola e aggiorna i massimi da maggio 2011 grazie a un report di Goldman Sachs, che l'ha inserita nella "convinction buy list" (la precedente indicazione era "neutral"). Il target price del titolo del Biscione, che ora guadagna il 4,3% a 3,89 euro, e' stato cosi' portato da 3,6 a 5,1 euro. Secondo gli esperti della casa d'affari Usa, Mediaset e' tra le societa' meglio esposte alla ripresa europea nel settore, visto che la pubblicita' (per quanto riguarda le tv) sembra avere interrotto l'emorragia dopo 21 mesi di calo. Le indicazioni di Goldman Sachs sono coerenti con quanto affermato dai vertici di Mediaset nelle ultime settimane, riguardo una possibile inversione di rotta della raccolta nell'ultimo trimestre. Gli analisti Usa, secondo i quali il titolo scambia su valutazioni interessanti, citano tra gli ulteriori elementi che possono spingere il titolo anche la vendita di asset non strategici e ulteriori tagli dei costi. Ai quali va aggiunta la ripresa alla grande del fatturato della pubblicità sul cartaceo editoriale del gruppo.

Questa notizia che avete letto, così come viene enunciata, sarebbe una "informazione oggettiva piatta", cioè neutrale. Diciamo, il pane quotidiano per chi opera in borsa. Goldman Sachs ci sta informando che in Italia la ripresa è iniziata e che Mediaset è un'azienda che funziona alla grande e finalmente il gettito ricavato dalla pubblicità è in netto aumento di nuovo. Al di là del fatto che piaccia o non piaccia Mediaset, che piaccia o non piaccia la stampa italiana, questa è una notizia che non può non incitare al più sfrenato ottimismo. Perchè vuol dire che allora Saccomanni ha ragione. Vuol dire che Letta allora ha ragione. Che stiamo davvero allacciandoci alla ripresa e il mercato -finalmente, era ora!- si è ripreso.
I famosi "investitori" sono ritornati.
Le imprese investono.
Le aziende aumentano la pubblicità per i propri prodotti.
Le agenzie di pubblicità aumentano il fatturato.
I consumi si allargano.
I soldi girano di nuovo.
Ma che bello: proprio ciò di cui avevamo bisogno.

Pare che non sia vero.

Le notizie diffuse da Goldman Sachs sono false.

Non è certo il sottoscritto a dirlo; la mia opinione conta poco o nulla.

Lo sostiene -esattamente alla stessa ora- la più attendibile fonte di informazione e diffusione sui dati del ricavo pubblicitario sulla stampa cartacea in Italia: "Prima Comunicazione". E' uno strumento usato dai professionisti della comunicazione e fornisce i dati veri, tanto è vero che è usato come barometro da chiunque lavori nel mondo dell'editoria e della televisione. E i dati relativi al mercato in Italia per il mese di settembre 2013 rilevano "un arretramento e una contrazione del mercato pubblicitario nell'ordine di un - 22,4%". Soltanto Mediaset (da sola) nel mese di settembre ha perso circa 400 milioni di euro, il suo bilancio fa acqua da tutte le parti e si prevede che -se non cambia il quadro economico- entro sei mesi ne avrà persi circa 2 miliardi di euro. Goldman Sachs, invece, sostiene che in Italia è finita la crisi e il mercato pompa alla grande. Che coincidenza! Proprio come sostengono Saccomanni e Letta.
E se lo dice Goldman Sachs, gli scambisti e gli analisti di borsa -degli individui che ragionano sulla base di ciò che appare "ufficialmente" sui loro visori- si adeguano e spingono in automatico dei bottoni: è l'economia digitale. In tal modo, mentre sul mercato Mediaset seguita a perdere colpi, clienti, fatturato, commesse, (e quindi soldi) si arricchisce grazie ai risparmiatori italiani che acquistano le sue azioni seguendo le indicazioni di Goldman Sachs.
Ecco qui di seguito i dati gentilmente messi a disposizione da Prima Comunicazione:

Prima Comunicazione EditoriaPubblicità

05 novembre 2013 | 11:05

Pubblicità sulla stampa a settembre in calo del 22,9%

Il fatturato pubblicitario del mezzo stampa in generale registra un calo del -22,9%. E’ quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Stampa Fcp relativi al periodo gennaio – settembre 2013 raffrontati allo stesso periodo del 2012.
In particolare i quotidiani nel loro complesso registrano -21,5% a fatturato e -13,1% a spazio. L’andamento è confermato dai dati relativi alle singole tipologie. La tipologia Commerciale nazionale ha evidenziato -28,3% a fatturato e -19,9% a spazio. La tipologia Di Servizio ha segnato -8,2% a fatturato e -1,8% a spazio. La tipologia Rubricata ha segnato un calo a fatturato -13,9% e a spazio -11,7%. La pubblicità Commerciale locale ha ottenuto -19,5% a fatturato e -12,0% a spazio.
I periodici segnano un calo a fatturato -25,4% e a spazio -21,6%.
I Settimanali registrano un andamento negativo sia a fatturato -26,9% che a spazio -19,2%.
I Mensili hanno percentuali negative sia a fatturato -24,8% che a spazio -25,6%.
Le Altre Periodicità registrano un calo a fatturato -10,2% e a spazio -13,0%.

Non è necessario essere degli esperti del mercato dell'editoria e dell'audiovisivo per comprendere l'inghippo.
Evidentemente Goldman Sachs ha deciso di puntare su Berlusconi perchè la sua politica, le sue idee, il suo programma sono i più aderenti e fedeli alla logica dei grandi consorzi finanziari speculativi. Si danno una mano a vicenda. Sostiene così Letta e Saccomanni. E ci possiamo scommettere sopra che avrà il suo profitto.
Per questo Berlusconi non si ritira dalla vita politica.
Ha trovato chi lo sostiene e gli tiene bordone.
Si chiama Goldman Sachs.
Le notizie del giorno lo confermano e lo spiegano con chiarezza.
Dietro Silvio Berlusconi c'è Silvio Berlusconi.
Come dire: l'intera classe dirigente politica italiana sta lavorando per consentire a Mediaset di rifinanziarsi in borsa nonostante l'azienda sia decotta. I risparmiatori hanno abboccato e finirà che un "falso nato da informazioni virtuali" diventerà, invece, reale. Grazie alla diffusione di notizie false, Mediaset sta facendo il pieno in borsa.
Così va l'Italia del business.

 

14 commenti:

  1. QUANDO la realtà irromperà nella Bastiglia della disinformazione, in modo mainstream, ben visibile a tutti?!
    Quest'agonia ristagnante è insopportabile.

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    1. Quando avremo la possibilità di entrare nel mainstream. Ecco perchè ho insistito tanto nel parlare dell'avventura dell' iraniano/statunitense Omydiar. Il problema dell'Italia è che qui non esistono imprenditori, non esistono finanziatori, non esiste nessuna cultura delle idee, nessuna voglia di investire. Da questo punto di vista la classe imprenditoriale italiana rappresenta il livello più basso d'occidente.

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    2. Infatti pensano solo alle loro rendite finanziarie.

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  2. E' un falso? Evidentemente sì.
    Chi ci guadagna? SB
    E' gratis? Ovviamente no.
    Cosa viene chiesto a SB in cambio? La stabilità del governo.
    Elementare Watson. Due anni fa lo hanno costretto a dimettersi dimostrandogli che l'alternativa era il fallimento delle sue aziende. Oggi con lo stesso sistema lo costringono a non far cadere il governo.
    Due anni fa somigliava più ad un bastone, oggi alla carota, ma la sostanza non cambia.

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    1. Infatti. Bisognerebbe calcolare anche il guadagno del PD che -da bravo re dell'ipocrisia- finge di opporsi a tutto ciò ma lo sostiene sottobanco, dove si realizza l'incasso della sua quota parte. Non è cambiato nulla, ma proprio nulla dall'autunno del 2011 nel sneso che non è cambiato per il PDL e per il PD) mi auguro che sia cambiato qualcosa nella testa degli italiani. Almeno questo.

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  3. Va a finire che gli ridanno pure la Mondadori, una Beautiful più sorprendente che il Cirque du Soleil,
    Punto tutto sulla mancanza delle reti di sicurezza

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  4. Quaul e' la differenza tra il rating fraudolento di G&S ed il Ponzi scheme? Flavia, Australia

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  5. Scusa Sergio, ma qui si parla di stampa, non di TV, non potrebbero essere diversi i dati?

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    1. I dati sono uguali anche per la tivvù, ai quali va aggiunto il fatto che il 59% degli introiti del gruppo complessivo Mediaset provengono da interessi incrociati nel mondo editoriale, case editrici, riviste, settimanali, giornali, concessionarie della pubblicità.

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  6. Finché questa disamina dei fatti, questa magistrale concatenazione delle notizie , questo mosaico che ha preso forma chiara e distinta rimarrà confinata su questo blog temo che pochi saranno in grado di vedere che il famoso re della favoletta è nudo.

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  7. la notizia è un po' patakka... vi dimenticate di dire che in quei giorni mediaset aveva fatto entrare nel proprio gruppo ( oltreché nel milan ) gli investitori russi... e quelli i soldi li hanno portati. Si vede che non state sulla borsa...

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