martedì 19 novembre 2013

Da Bruxelles, l'economista italiano Prof. Giulio Sapelli tuona contro il governo: "Stanno svendendo l'Italia ai tedeschi. Con questo governo mettiamo la parola fine al sistema industriale-economico italiano".











di Sergio Di Cori Modigliani

Le impietose cifre della nostra economia al collasso sbugiardano ogni giorno le bugie dei nostri governanti. L'Ocse, oggi, ha diffuso nuovi dati che segnalano un ulteriore abbassamento del pil italiano per il 2013 dal -1,8% a -1,9% con previsione negativa, totalmente opposta ai dati forniti da Saccomanni e Letta, prevedendo per il 2014 un ulteriore crollo del consumo interno intorno al 7/8%, con un aumento della disoccupazione intorno a -1/2% ulteriore. L'Italia diventerà sempre più periferica, restringendo, quindi, le possibilità strategiche reali di poter far sentire la propria voce in Europa. L'unica voce dissonante, in aperta contro-tendenza, è stata quella di Pier Carlo Padoan, capo-economista dell'Ocse il quale ha dichiarato con enfasi "L'Italia è quasi arrivata al traguardo perchè da noi finalmente la recessione è finita e il sistema industriale è in netta ripresa".
Non è stato in grado di spiegare di quale traguardo si tratti.

Tutte le manovre che i nostri governanti stanno attuando hanno, come unico obiettivo, quello di favorire in Europa le condizioni della Germania a danno dell'economia nazionale italiana.

Questo governo è letale.
E la cupola mediatica è complice.

Scrive oggi, infatti, il quotidiano la Repubblica nel suo formato on-line, ore 17.15 ...sul fronte politico, invece, i mercati hanno incassato positivamente le parole del presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta che ha promesso risparmi per 32 miliardi in tre anni grazie alla spending review con l'obiettivo di ridurre le tasse....mentre compariva questo articolo la Borsa di Milano (cioè i mercati) segnava un arretramento dell'1, 7% (-300 punti) con le banche che annunciavano un aumento di 124 miliardi di euro di crediti inesigibili perchè dovuti da aziende in stato fallimentare; le agenzie di stampa europee, a differenza del quotidiano italiano, segnalano che tutti i cosiddetti "mercati" hanno fornito una risposta negativa nei confronti dell'Italia, identificata ormai come il malato terminale dell'Europa.

L'economista italiano Giulio Sapelli, un attento e colto osservatore della situazione italiana, un moderato molto competente, attualmente professore ordinario di Storia Economica presso l'Università degli Studi di Milano, dove insegna anche Analisi Culturale dei Processi Organizzativi, oggi ha lanciato da Bruxelles la denuncia della guerra della Germania contro l'Italia e della totale inutilità delle manovre governative.
Economista di tradizione e scuola umanista, Sapelli è fortemente apprezzato in tutta Europa. Lo si vede poco alla tivvù, e quindi la massa non lo conosce.
Non lo invitano spesso perchè ciò che dice dà fastidio e poi perchè insegna in una università statale e sia la Rai che Mediaset preferiscono i docenti delle università private, presumibilmente generose, attraverso le loro fondazioni, nel ripagare i giornalisti che fanno loro pubblicità.
In tal modo si fa passare nella mente dei cittadini che coloro che insegnano nelle accademie private valgono di più e quindi conviene fare sacrifici, magari anche forti, per mandarci a studiare i propri figli. E' falso: risparmiate i soldi. Non corrisponde sempre alla realtà. Le nostre università statali sono piene di anonimi studiosi e ricercatori che molto spesso sono persone di poderoso valore intellettuale, innamorati del loro lavoro, orgogliosi di insegnare nelle strutture pubbliche e molto restii alla visibilità televisiva, in quanto preferiscono -da bravi pedagoghi- il rapporto umano diretto con i loro alunni. Non cercano consenso nè applausi nè voti: cercano di trasmettere ai giovani il sapere, fornendo loro adeguati strumenti.
Il prof. Sapelli parla poco di cifre e molto di persone, non usa grafici ma argomentazioni intellettuali, e Zygmunt Bauman, il più autorevole sociologo vivente, lo considera la punta di diamante del pensiero complesso analitico italiano in campo economico.
Vale la pena di seguirlo con attenzione, ed è per questo motivo che lo propongo a tutti voi.

Questo suo grave allarme diffuso oggi, fa seguito a un pezzo che aveva scritto in data 6 novembre dal titolo "C'è un piano per rovinare l'Italia" che era il seguente:

I dati che giungono dalla Commissione Europea con le sue previsioni economiche di autunno sono disarmanti: più debito e più deficit, meno crescita. È un circolo vizioso che si alimenta da sé. Se non vi è domanda aggregata, la crescita è possibile solo se vi è una via per le esportazioni. Ma la via dell’export è stretta e solo pochi alpinisti possono scalare quei sentieri. Il dato spagnolo è impressionantemente efficace. La cosiddetta ripresa di quel paese deriva da una crescita della produzione automobilistica – non solo, naturalmente, ma soprattutto – in particolare degli stabilimenti Ford. Ma se si vanno a vedere i numeri degli occupati – anche il “Financial Times” ha dovuto ammetterlo – la situazione è sconcertante: solo duemila i lavoratori in quegli impianti, grazie a condizioni salariali basse e precarie. I sindacati spagnoli (i socialisti dell’Ugt in testa, gli ex comunisti del Ccco un po’ più cauti) le hanno accettate perché considerano essenziale dare lavoro costi quel che costi! Quindi, la ripresa nell’Europa del Sud è una temperata sospensione della caduta, e non un recupero, del Pil, ossia dello stock di capitale fisso che è andato perduto negli ultimi venti anni. La causa di ciò è la deflazione imposta dalla Germania a tutta l’Europa. L’Italia è colpita in pieno. I dati statistici su cui si litiga anticipano la vera battaglia che inizierà con l’unione bancaria. Si coglierà – da parte di molteplici troike – l’occasione della verifica sui bilanci per reclamare, come sempre ha fatto Mario Draghi dal 1992 a oggi, la privatizzazione delle banche. Ed essa sarà fatta, come si ripete dopo Cipro, grazie al risparmio (per chi ancora lo ha) delle famiglie e delle piccole imprese. Lo si drenerà spietatamente con ogni mezzo. Saccomanni è stato chiaro alcune settimane or sono, poco intelligentemente disvelando il piano. Le banche sono esauste, che giungano quindi le shadow banks e le dark pools, cioè un sistema parabancario speculativo che i nostri governanti amano! E pure ancor si predica la ripresa! Bruxelles ha il pudore di spostarla al 2014-2015, ma il pericolo è che tra un anno non rimanga più nulla. Naturalmente un’alternativa a questa sorta di distruzione del credito per l’economia reale esiste. È il ritorno alla separazione tra banca commerciale e banca d’investimento, evitando l’eccesso di capitalizzazione che sarà richiesto alle banche non separate. La super-capitalizzazione non elimina il rischio e drena capitale produttivo trasformandolo in capitale come costo. Il risultato sarà il contrario di quello che si vuol produrre. Paradossalmente, pur tra mille ostacoli, il mondo anglosassone va dritto verso la separazione; solo l’Europa della Bce va dritta verso la rovina.

Ecco che cosa ha scritto, invece, oggi, il prof. Sapelli:

Doppia mossa del cavallo europeo. Prima si colpisce la Germania invocando un articolo dei trattati ultra-nascosto e dimenticato - eccesso di surplus commerciale, pensate un po’- e in tal modo ci si accoda obbedienti al diktat Usa che ha attaccato Berlino con una violenza inaudita mai resa manifesta da dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Poi si attacca l’Italia, tutta protesa a dar buon esempio di sé, e la si critica; non la si colpisce a morte, la si ferisce per la legge di stabilità, soprattutto per l’enormità degli emendamenti. È un imprevisto.
Vuol dire che gli Usa contano sino a un certo punto e un contentino alla Germania bisogna pur darlo. Del resto è Berlino che controlla e dirige la macchina tecno-burocratica. In primo luogo, per capacità e patriottismo nazionalistico dei suoi funzionari, che hanno via via egemonizzato attorno a sé i rappresentati dei paesi ex comunisti e quelli nordici dell’Europa scandinava che tutto è meno che europea, ossia è una formazione economico-sociale a sé stante come ricorda del resto la storia dei trattati economici post-bellici, Efta in testa. Ma lasciamo perdere, queste cose nel tempo dei reset non le ricorda più nessuno, anche se contano.
Questo attacco dell’Ue è ingiustificato, formalmente e politicamente. Ma esso è il frutto di un’enormità politica che ha offerto al dominio teutonico la testa dell’Italia su un piatto d’argento: un governo di pacificazione coalizionista che non riesce a presentare al Parlamento una finanziaria bloccata e su di essa chiedere la fiducia. Così si litiga mesi e mesi su qualche punto di Iva e sull’Imu sì o no, con un ministro del Tesoro incapace di trovare un miliardo nel bilancio dello Stato e che ci rappresenta in Europa con un’incapacità che non si è mai vista… Ma certo il problema è grande: se inviassero la troika cosa dovrebbe fare Letta? Dovrebbe in ogni caso farle fare un passo indietro e mandarla a casa a Bruxelles.
Se cediamo ora su questo punto siamo finiti: ossia, il sistema industriale ed economico è finito. Chiunque parli con le cuspidi del potere economico tedesco sa che la battaglia d’Italia sono ora decisi a vincerla loro, i tedeschi, comprando a prezzi di svendita tutto ciò che è possibile. Ai francesi danno qualche spaziale consolazione e agli Usa non possono opporsi rispetto ai grandi gruppi, ma le medie imprese tascabili e co. - tra parentesi, ne abbiamo perse il 20% in questi ultimi due anni, ossia circa mille! - debbono finire in mano tedesca secondo una logica di complementarietà nella maggioranza dei casi e non di distruzione tipo quella operata da Prodi e compagni quando fecero le privatizzazioni.
È quindi nella distruzione generale un passo avanti per occupazione e reddito e conservazione del patrimonio cognitivo. Ma vuol dire la subalternità economica assoluta. Questo non piace agli Usa, lo ripeto da sempre e da sempre ripeto che la via di uscita non è economica ma diplomatica e strategica: è geostrategica sino a nuovi rapporti con la Russia. Se non fanno questo Letta e Alfano, se non si opporranno direttamente, come dovrebbero patriotticamente fare, alle misure ingiuste che si profilano venire dall’Europa, faranno entrambi la fine di Papandreu: chiese un referendum prima dell’arrivo della troika, ora è sparito, non se ne parla più, non si sa neppure dove sia finito. 

Giulio Sapelli

8 commenti:

  1. Mi fa piacere che il professor Sabelli punti l'indice contro la UE germanizzata, accodandosi, in questo, -- come mi pare che faccia - a quel prof. Bagnai dell'università di Pescara, sulle analisi e argomentazioni del quale, aveva richiamato l'attenzione, su questo blog, il signor Eugenio Bravetti già alcune settimane fa.

    La soluzione geostrategica prospettata dallo stesso docente mi lascia però alquanto perplessa. La carta russa non l'hanno già giocata, con modalità e su fronti diversi, il berluska e il prof. Prodi prima di lui, senza con questo risollevare le patrie sorti, anzi aumentando, se possibile, l'asservimento italico con relativo saccheggio? Da ultimo anche il caso della Shalabayeva e del favore reso, con quel gesto, a uno Stato vasallo dei nuovi zar, è tristemente esemplificativo in questo senso.

    Con sincera stima, marilù l.

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  2. Posto questo commento quì solo perché questo è l'ultimo post, ma mi rendo conto che sarebbe meglio inserirlo nel post intitolato "Esercizio n.2 di cittadinanza attiva: come reagire in maniera risolutiva al film horror che ci propongono in Italia." che ho letto con un po di ritardo: Sicuramente la "Telesione" è colpevole di tutto quello che li gli viene attribuito, ma è anche sempre divertente saper leggere tra le righe. A questo proposito trovo geniale (o anche terribilmente cretino) il modo con cui B. anticipa le sue "truffe" pubblicamente. Nel discorso di presentazione di Forza Italia, B. anticipa la futura creazione di circoli selezionati di persone con il compito di convincere gli italiani a votarlo, riportando i delusi al voto o convincendo chi non crede più nella destra da lui rappresentata. Quando sembra finito il discorso su questi nuovi gruppi, anticipa un'altro compito da assegnare loro ed abbassando la testa con mestizia dice che compito di costoro, in un momento di crisi come questo, sarà anche di "fare beneficenza". Fare due più due in questo caso è facile, e far cortocircuitare la ricerca dei voti con il fare "beneficenza" sembra tanto la configurazione di un reato di "voto di scambio". Anche in questo caso, nessuno ne ha parlato.

    MM

    MM

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    1. La forza di Berlusconi consiste nel fatto che lui è sempre molto chiaro, gioca a carte scoperte su questo, perchè lui si considera innocente (e ci crede) a differenza di tutti gli altri che sanno di essere dei banditi profittatori. Lui è rimasto ipnotizzato da se stesso. Organizza un consiglio nazionale ma dice prima "sia chiaro che parlo solo io" e tutti accettano. Nel PD è uguale, parla soltanto Letta a nome del comitato d'affari. Ma fingono di discutere, fingono che ci sia una destra e una sinistra: perderanno ancora. Nel centro-destra la situazione è chiara: andare avanti con la politica del doppio binario: da una parte mercatismo e affarismo e liberismo a tutto spiano e l'Italia che affondi pure; dall'altra buonismo, carità, beneficenza e opposizione al mercatismo all'affarismo e al liberismo perchè sta sia al governo che all'opposizione. Funziona alla perfezione in un paese di decerebrati. A questo servono i giornalisti, gli artisti, gli opinionisti, i quali -ben foraggiati- hanno il compito di non smascherare mai questo banale trucco. Berlusconi si fa gli affari suoi. Chi ha la responsabilità maggiore di questo sfacelo è il PD divenuto ormai sinonimo di ipocrisia e menzogna, perchè sostiene questa ambiguità e la chiama "responsabilità". Davvero impresentabili.

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    2. Sono pienamente daccordo, ma spero anche che la fine di B. porterà alla fine di una lunga fase politica, ed all'inizio di una nuova partita, che credo sia in parte già iniziata. Un po come avvenne nel 1992, quando il ritiro del sostegno dei servizi segreti americani ad una classe politica corrotta in seguito alla caduta del blocca sovietico (che era stata appoggiata dagli USA nella logica del "meglio i corrotti controllabili dei liberi pensatori incontrollabili" - vedi caso Mattei), comportò il crollo di un'intero sistema. Dopo due anni di inchieste una intera classe politica e burocratica lavorò per la ricerca della propria impunità, tentando di rimanere aggrappata al potere con le unghie e con i denti. Bisogna poi aggiungere che buona parte degli italiani, si sentivano presi nella rete assieme a quella classe politica, che negli anni precedenti aveva creato una fitta rete di complicità in cui la gran parte degli italiani erano invischiati. Arrivo al punto che quì mi interessa sottolineare, dicendo che una parte del popolo italiano costruì sulla volontà di autoassoluzione di Berlusconi una sorta di mitologia della propria autoassoluzione, creando una dialettica di legittimazione dei comportamenti deviati (perché lesivi del "patto sociale") di cui, seppur in minima parte, erano complici. Gli altri, quelli che potenzialmente a questa mitologia avrebbero potuto opporsi, furono invece gradualmente messi nelle condizioni di non nuocere a questo processo involutivo proprio dalle sinistre italiane e da alcuni partiti di destra, che sono stati i veri autori della "messa in frigorifero" per un ventennio, del bacino elettorale che avrebbe potuto opporsi a questa mitologia ed alla continua disgregazione di quel "patto sociale" che dovrebbe stare in piedi solo se si tende verso il concetto di "legge uguale per tutti".

      La classe politica e dirigente tutta (di destra e di sinistra), dal '92 in poi, ha trovato unità di intenti nella ricerca della propria impunità, non più garantita dai servizi segreti americani e/o russi.

      Rimane il fatto che B. è un simbolo, è la costruzione mitologica della volontà di autoassoluzione di un popolo, i cui membri non vogliono rendere conto a nessuno dei propri illeciti o dei propri errori. Solo quando questo vecchio Narciso di silicone e botulino sprofonderà nel lago in cui si rispecchia, portandosi via anche i suoi fiori avvelenati, potremo dire di aver vinto una battaglia importante per il ripristino di quel "patto sociale" che ci tiene tutti assieme.

      MM

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  3. Le riflessioni di Sapelli fanno il paio con le sue, signor Sergio DCM e sono logicamente saggie. L'onesta' intellettuale non ha prezzo; la leggo con piacere, in questo periodo mediatico oscurantista, mi aiuta ad interpretare l'evoluzione socio-economica Italiana e a sopportare il servilismo giornalistico in atto. Dei veri zerbini!

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  4. Lillo, cittadino dell'Universo20 novembre 2013 alle ore 03:13

    Serenità e Conoscenza a tutte le Donne e gli Uomini di buona volontà. NON C'E' ARMA PIU' POTENTE DELLA CONOSCENZA. Benedetta Natura! I potenti americani vi vogliono "polli d'allevamento e da spennare"?; i potenti tedeschi vi vogliono "consumatori e sottomessi"?;... i potenti, CREDETEMI!!!, vi vogliono MALE!!! e alla FAME!!!. Ognuno di voi, però, ha le armi per combattere la disumanizzazione e la desolidarizzazione alla quale tendono tutte le intenzioni e azioni dei Kriminali al vertice del potere. Puntate, esclusivamente, ad approvvigionarvi con prodotti, beni e servizi fatti e distribuiti dai nostri, piccoli, medi e "certificati" italioti artigiani e produttori. LEGGETELE, come si deve, quelle "benedette" etichette. Privilegiate, sempre e comunque, produttori e aziende a km ZERO. Fate in modo che merci e servizi di questa o quella multinazionale (dovrebbero essere cancellate perché contrarie agli interessi degli UMANI) dedita solo al profitto ed incurante dello scempio che arreca all'uomo e alla natura non sia mai più "ossigenata" dalle vostre SCELTE!. Ve lo immaginate cosa accadrà se la domanda-consumo di coca cola, di mercedes, di scarpe made in Asia, di coltan scavato in Africa o di abbigliamento Benetton made in Bangladesh o Turchia, di botto viene esclusa dai vostri "consumi"?. Rifletteteci un solo attimo... ZERO DOMANDA, ZERO PROFITTI per quei "padroni della terra". Pensate sia poi così tanto difficile mandare a quattro quarant'otto i progetti di tanti "pirati e bucanieri"? Globalizzazione est RAPINA!, DISTRUZIONE dell'AMBIENTE!, MESSA in SCHIAVITU' per MILIONI di DISEREDATI, AFFOSSAMENTO della CONOSCENZA!. Ad ognuno di voi la scelta: CANCELLARE TUTTO per RISCRIVERE REGOLE A MISURA dell'ESSERE VERAMENTE UMANO o ESSERNE COMPLICI!. Ah!, dimenticavo, la finanza: banche e borse (se non fossero MAI ESISTITE che GODURIA e quanto e quale GUADAGNO per gli Umani!) sono, da sempre, i vostri CARNEFICI, prima smetterete di alimentarle col vostro sudore e sangue, grande sarà il beneficio che ne trarranno ignoranti e poveri illusi che tendono ad arricchirsi rubando il pane dalla bocca a quanti si ritrovano ad un passo dalla soglia del suicidio. I soldi, MAI!, MAI!! e poi SEMPRE E PER SEMRE MAI!!!, dovrebbero fare altri soldi ma essere spesi per il soddisfacimento di bisogni e necessità collettive.
    Se rispondesse a verità quello che pensiamo...."Marciare separati per colpire uniti", sarebbe, nella sua "diavoleria", veramente "geniale". Giuro!, mi darebbe di che ri-riflettere, più in "profondità", sulle doti e potenzialità del Cavaliere. Lillo, cittadino dell'Universo.

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  5. Gianni Cuperlo o Renzi o Giuseppe Civati che sia dobbiamo opporci alla svendita dell'Italia! stefano, Circolo Partito Democratico Talenti

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    1. Con tutto rispetto ti consiglio di cambiare partito....finché sei in tempo

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