giovedì 18 ottobre 2012

Rimanere nell'euro o uscirne? Qual è la differenza tra conservatori e progressisti?



di Sergio Di Cori Modigliani


L’euro l’euro l’euro.
Non si parla d’altro.  E nella sbobba omologata mediatica, l’euro ha finito per essere omologato all’Europa, dando per scontato che “l’Euro è l’Europa” (ideale iper-liberista) e quindi, automaticamente, viene scartata ogni possibilità di poter parlare dell’Europa, del suo Senso, delle sue prospettive, del suo significato. Oggi, infatti, ormai dovunque (altrimenti non sarebbe un pensiero omologato di massa) non è possibile parlare di nient’altro che riguardi l’Europa se non si parla di soldi, mercati, e l’euro.
 Ma l’euro e l’Europa sono due concetti ben distinti, e su questo gioca il populismo mistificatore della destra (grande nemico storico dell’Europa da almeno 300 anni) che è riuscita a raggiungere il primo grande obiettivo strategico in campo culturale: l’appiattimento del pensiero, il suo riduzionismo a una serie di parole d’ordine di stampo prettamente mussoliniano,  ponendo il seme fertile di una idea mercatista della vita, di una riduzione dell’esistenza vissuta come scontro tra sovranisti ed europeisti (ideale di base del pensiero nazista europeo) con una generale omologazione del dibattito verso il basso, nel nome di una serie di principi, parole d’ordine, slogan e argomentazioni, che provengono tutte (nessuna esclusa) dalla tradizione storica italiana del fascismo.
Non avendo mai goduto della libertà di dibattito sulla vera essenza e natura del fascismo italiano (la Democrazia Cristiana e il PCI erano pieni di ex fascisti riciclati il 26 aprile del 1945) si è venuto a creare un vuoto culturale sulle proprie tradizioni storiche (ed esistenziali) trasformando il proprio recente passato centenario in un dato incomprensibile. E questa è una modalità, purtroppo, tutta italiana. Il comunismo, il potere democristiano, il fascismo, il berlusconismo, sono diventate delle locuzioni inutili perché è stato sottratto loro il “Senso della Storia” e quindi gli italiani vivono come se dal 1922 al 2012 non fosse accaduto nulla, oppure tante cose ma tutte sovrapponibili, per noi oggi irrilevanti. Non c’era un fascista a pagarlo a peso d’oro nell’Italia del 1946, non c’era neppure un comunista nell’Italia del 1990, non esistevano democristiani nel 1993, non esistono ormai i berlusconiani dall’ottobre del 2011. Operando in tal modo perverso, l’immaginario collettivo degli italiani –quando si rivolge al passato-  ha finito per incorporare un’idea molto vaga, tutta ideologizzata, come se tutto ciò che è accaduto in Italia dal 1912 al 2012 fosse una specie di nebbia che non ha prodotto nessuna domanda, nessun problema da risolvere, nessun lascito. Soprattutto (ed è l’aspetto più tragico) nessuna lezione dalla quale apprendere per poter essere in grado di costruirsi, da liberi, i necessari anticorpi per immunizzarsi. Oggi si assiste sui social networks e sui blog a uno spettacolo sociologicamente davvero interessante; la maggior parte di brave persone che oggi pensano di star investendo energie, passione civile e protesta organizzata per “combattere la truffa dell’euro” in verità non sanno che stanno semplicemente lavorando (a loro totale insaputa) per gli inventori dell’euro, i sostenitori dell’euro, i propugnatori dell’euro, dato che seguitano a usare frasi fatte e pochi sanno come sia nato l’euro, quando, perché, a quale scopo, con quali finalità. Poiché nel 2001 si viveva già sotto la cappa mefitica dell’omologazione berlusconiana (con i comunisti italiani in totale accordo consociativo e la destra storica al seguito pur di fare soldi facili) nessuno si è interrogato allora sulla natura dell’euro, sul suo impatto, sulle sue conseguenze. Nella miglior tradizione italiota venne consentito, allora, agli italiani, di gettarsi a capofitto in una sarabanda stupida di micro-speculazioni artificiose che consentirono guadagni facili e immediati e così la popolazione ha incorporato l’idea e il concetto che “comunque vada ci stiamo guadagnando qualcosa”. Un anno fa, all’improvviso, dalla notte al mattino, hanno scoperto che l’euro esisteva, che l’euro era una truffa, che esistevano le banche, che le banche italiane altro non erano che uffici di rappresentanza di una consorteria corrotta partitica per alimentare una salda burocrazia clientelare. Ma soprattutto hanno scoperto con undici anni di ritardo che la Bce non esisteva come banca reale, bensì come banca virtuale a disposizione dei grandi colossi finanziari dell’oligarchia speculativa. Non c’è stata nessuna personalità politica della sinistra, della destra, del centro, che si sia rivolta alla propria compagine politica di appartenenza, chiedendo ragguagli con argomentazioni elementari e dirette, del tipo: “vogliamo sapere con esattezza documentata perché nel 2000 non ci avete spiegato di che cosa si trattava, e adesso pretendiamo che ci spieghiate la posta in gioco”. La reazione (unanime) è stata di tipo italiano trasversale: a sinistra si è stabilito che il berlusconismo aveva prodotto questo sfacelo (ma senza mai spiegare il perché) mentre a destra si è stabilito che la colpa e la responsabilità erano tutte di Romano Prodi che aveva voluto l’euro (ma senza mai spiegare il perché). Quest’atteggiamento di contrapposizione frontale tra guelfi e ghibellini ha prodotto la nascita di una nuova consorteria truffaldina nel nome del nuovo pensiero omologato, sintetizzato dal concetto “non esistono più né la destra né la sinistra”, il che ha autorizzato gruppi, movimenti, associazioni, a unirsi nel nome dell’anti-montismo come se si trattasse di un’aggregazione solida o sensata. Mentre era (e tuttora è) completamente fuorviante: Mario Monti è il figlio di Berlusconi che era il figlio di Romano Prodi: tutti e tre (secondo le loro rispettive modalità) sono stati utili impiegati, efficaci ed efficienti, appartenenti allo stesso identico quadro internazionale di riferimento. Non sono persone potenti, sono semplici impiegati adibiti a mansioni di ragionieri, il cui còmpito –tra l’altro- consiste nel farsi odiare, farsi contestare, e coagulare su di sé l’attenzione per non farla concentrare sui manovratori. E’ come aggredire il bigliettaio del treno perché il veicolo sta andando da un’altra parte. Può essere sostituito in qualunque momento. E’ come con i boss della ‘ndrangheta. Ne metti in galera uno al mattino, è stata già preparata la sua successione al pomeriggio. Ma se tagli i fili del collegamento (per quanto riguarda la criminalità organizzata) allora il quadro cambia. Tant’è vero che nel 2011 sono stati arrestati 8 pericolosi boss della ‘ndrangheta e non è accaduto nulla. Nei primi sei mesi del 2012, arrestati quattro: non è accaduto nulla. Hanno arrestato un modesto assessore della regione Lombardia con prove documentate dell’esistenza di rapporti tra classe politica e ‘ndrangheta ed è esplosa in due ore l’intera regione. Sono tutti burattini. Ciò che conta è tagliare i fili. Nel nostro caso serve ed è utile sapere se non altro chi è il puparo delle manovre internazionali. Ma anche qui non si tratta di complotti orditi dagli ebrei, dai massoni, dai mussulmani, dai cattolici, o chi vi piace metterci. Si tratta di capire che cosa è davvero l’euro e perché è necessario uscirne. Ma anche in questo caso, capire e cogliere le differenze: la Destra Storica vuole uscirne per abbattere l’Europa e avere finalmente il semaforo verde per ricostituire il Fascismo Storico nel nome dell’applicazione dei principii nazionalsocialisti e la Sinistra Storica vuole assolutamente uscirne per andare a costruire, invece, gli Stati Uniti Socialisti d’Europa. Due prospettive diversissime. Due prospettive antagoniste. Perché una presuppone l’idea di avere “la nazione” al centro e quindi ripostulare codici, simboli, significati di natura astratta che finiscono per garantire il necessario collante per l’oligarchia. Nell’altro caso, invece, al centro ci sono “le esistenze delle persone in quanto esseri umani” laddove viene abbattuto il principio di popolo come civiltà, di nazione come idea, di autonomia come equivalenza dell’indipendenza, perché si afferma il principio cardine del socialismo europeo basato sulla struttura operativa dello stato welfare: lo Stato (o gli Stati) hanno il dovere di occuparsi delle persone. Per la Destra, invece, lo Stato (o gli Stati) non devono intervenire (e così vince sempre il più forte, cioè il ricco); inoltre, lo Stato diventa un’idea astratta da salvaguardare nel nome di principii eterni e inalienabili (la nazione, il popolo, la sovranità, l’ente, l’onore etnico, la difesa di una civiltà) e i simboli e i codici di aggregazione (e tutto ciò che li rappresenta) diventano più importanti della esistenza delle persone che li compongono. “Si muore per la bandiera” è uno slogan classico della Destra Italiana (che poi sia l’ ampolla del Po, il Fascio Littorio, o la testa della Merkel, o una teoria economica, è irrilevante, è la stessa cosa). Un progressista non si batte per nessuna bandiera e per nessun ideale astratto. Si batte e combatte per la libertà di persone fisiche in carne e ossa che incarnano esigenze e bisogni concreti, pragmatici, specifici, basati sulla natura dell’essere umano come cittadino e come membro operativo del consorzio civile. Per la Destra Storica, al centro c’è l’Idea (qualunque sia la teoria da salvaguardare, il simbolo o il principio, è irrilevante). Per la Sinistra Storica, al centro, ci sono i bisogni concreti di una comunità ben definita, identificabile, circoscritta. E se quella specifica comunità è composta da bianchi o neri, maschi o femmine, credenti o laici, cattolici, ebrei o mussulmani, per la Sinistra è irrilevante: contano le Persone nella loro individualità di cittadini civili. Per la Destra, invece, le Persone sono sempre e soltanto “strumenti dell’Idea”. Per un sindaco leghista è fondamentale sostituire (come fanno) sulla porta del Comune la fotografia di Napolitano con quella di Alberto da Giussano, perché il loro collante è essenzialmente extra-etico e non è mai sostanziale, è sempre e soltanto simbolico. Per un sindaco progressista, dovrebbe essere irrilevante se sul muro c’è la fotografia di Napolitano, di Marilyn Monroe, di Angela Merkel o di Francesco Totti, ciò che conta è che amministri il bene pubblico nel nome dell’interesse collettivo.
Questa distinzione di totale severità civica è la discriminante necessaria per definire una volta per tutti “l’idea concreta della corruzione” ristabilendo il Senso dello status symbol civico: chi appartiene al fronte progressista risponde alla collettività, e non a una idea, a un partito, a una teoria, a un principio, a un simbolo. Il che non vuol dire che non possano esserci dei sindaci conservatori di Destra per bene, ci mancherebbe. In tal caso, sono dei progressisti a loro insaputa. Perché, per quanto possano tirarla per le lunghe, prima o poi, dovranno scegliere tra le esigenze e i bisogni di chi rappresenta “l’idea” (il vescovo, la banca, l’industriale, lo speculatore, il funzionario, la Norma) e i bisogni collettivi delle persone.
Sono discriminanti banali ed elementari. Ma che io ritengo essenziali. I “conservatori” infatti si chiamano così perché il loro fine consiste nel “conservare” soprattutto le ricchezze accumulate nei secoli dalle dinastie oligarchiche, impedendone la redistribuzione; i progressisti fondano la propria idea del mondo sul fatto che non esistono persone migliori di altre, soltanto per il fatto che sono nate nella famiglia giusta o hanno il cognome giusto o veicolano presupposte sapienze millenarie garantite nei secoli, bensì esistono soltanto cittadini meritevoli. Chi fa di più, chi opera di più, chi prevale sulla massa piatta perché ha un merito e una competenza tecnica tale da arricchire l’intera collettività, merita il riconoscimento e adeguata ricompensa.
Considerandolo secondo quest’ottica, è fuor di dubbio che “l’euro è un’idea dei conservatori”.
L’idea stessa di un’astrazione è un elemento che pone l’euro al di fuori di qualunque possibilità di poter essere difesa (come moneta reale) dal fronte progressista.
Per un progressista, se domani invece dell’euro venisse adottata la corona svedese o il dollaro australiano, ma i risultati ottenuti risolvono il problema del mercato del lavoro, della disoccupazione, e del disagio sociale, dovrebbe andare benissimo. Per un conservatore, mai. Senza adeguati simboli, senza icone, senza teorie settarie ed elitarie, senza aggregazione retorica nel nome di astrazioni, qualunque cambiamento diventa inaccettabile.
La discriminante oggi, quindi, non è tra chi ama l’euro e chi lo odia; chi sostiene che bisogna uscire dall’euro o chi sostiene, invece, che bisogna rimanerci: è una distinzione falsa. La discriminante è tra chi vuole cambiare quadro di riferimento e chi, invece, non lo vuole cambiare. Ovvero, tra chi crede che gli Stati Uniti d’Europa rappresentino una grande utopia, un grande progetto, e una battaglia per l’affermazione dei diritti sociali di eguaglianza e progresso di tutte le nazioni che lo compongono (da una parte) e coloro che puntano, invece, a uscire dall’Europa nel nome di un presupposto ritrovato senso della sovranità nazionale, autonoma e indipendente per salvaguardare delle oligarchie territoriali frutto di antiche dinastie minacciate (dall’altra parte).
Tra chi sostiene che bisogna uscire dall’euro ma non dall’Europa, e chi, invece, sostiene che bisogna uscire dall’euro e, quindi, dall’Europa.
Tra coloro che sostengono che “l’euro è l’Europa” e coloro, invece, che sostengono “l’euro non è l’Europa”.
Tra chi sostiene il rispetto “dei mercati” (entità astratta) e chi sostiene, invece, il “rispetto dello specifico mercato del lavoro”.
Tra chi sostiene l’equazione della identificazione “tra Lavoro e Valore” e chi sostiene, invece, l’attribuzione di “Valore al Lavoro a seconda della specifica mansione”. Nel primo caso si costruisce e si vuole una società in cui qualunque forma di lavoro, anche il più umile, deve essere retribuito per Legge sulla base del rispetto della libertà del mercato basato sulla relazione domanda-offerta; nel secondo caso, si attribuisce al Lavoro un Valore che viene stabilito sulla base di logiche astratte, al di fuori del mercato, basate su “principii inalienabili astratti che si riferiscono a codici simbolici o di appartenenza sociale”.
Sono decisamente contro l’euro.
Lo ero anche nel 1995, quando appresi perché e come lo stavano costruendo. Ma allora capii che non si poteva fare nulla; la condizione storica ce lo imponeva. La classe politica italiana si porterà sempre addosso la responsabilità del proprio senso di colpa civico per aver rinunciato a “spiegare” alla gente le ragioni, le motivazioni, le caratteristiche di questa “assoluta e inderogabile necessità”. I progressisti italiani, allora (nessuno escluso, ma proprio nessuno, neppure quelli dell’estrema sinistra che oggi sostengono demagogicamente di essere contro Monti) scelsero la strada della nebbia, della copertura della Verità, della complicità nella truffa ben congegnata. Se l’avessero spiegato, l’avremmo avuto uguale, ma essendo a conoscenza degli esatti parametri di riferimento, e di ciò che comportava, avremmo potuto dispiegare il meglio della creatività nazionale per adattarci in maniera vincente alla nuova situazione che si era creata.
Siamo stati vittime di un inganno.
Oggi, c’è molta confusione perché altri inganni si profilano all’orizzonte, mescolando le carte in tavola e facendo credere fischi per fiaschi.
Essere contro Monti non basta. Essere contro le banche non basta. Essere contro l’euro non basta.
Ci vuole una spiegazione dettagliata delle motivazioni, delle ragioni, degli obiettivi.
Jean Paul Sartre tornò dall’Urss nel 1948 e insieme a Raymond Aron e Andrè Maulraux , si assunse la responsabilità collettiva di sostenere che “il comunismo è un grande inganno”. Anche Giorgio Almirante sosteneva la stessa cosa, ma le motivazioni erano diverse. E la diversità sta proprio nella qualità argomentativa delle motivazioni. Quelle.
Oggi, costruire una battaglia politica e culturale vincente contro l’euro è possibile.
E’ ciò che a me interessa.
Ma voglio scegliermi i compagni di cordata, perché voglio che le motivazioni, le argomentazioni, la comprensione sia molto chiara e netta. Per me lo è. Il che mi consente la serenità di ascoltare l’on. Mario Borghezio, quando parla di andare contro le banche, contro i Bilderbeg, contro la Germania, contro l’euro, e riconoscere immediatamente i perché e i come di un’idea anti-euro che è fondamentalmente un’idea anti-europea, anti-progressista, anti-umana.
Per me non esistono alleanze tattiche.
Per me, il principio “il nemico del mio nemico è un mio amico” è un pericoloso Falso.
Per chi scrive, la differenza tra conservatori e progressisti è molto chiara e netta, e la mia scelta è chiara e dichiarata, perché voglio un cambiamento, voglio la mia Europa socialista e la voglio subito, e voglio abbattere l’euro non perché toglie sovranità, bensì perché è un meccanismo diabolico e perverso inventato dall’oligarchia del privilegio per mantenere il privilegio e schiavizzare le persone. Oggi, la Destra protesta perché, in questa fase, è stata messa in secondo piano non essendo utile momentaneamente: tenta di rientrare dalla finestra usando il frasario del disagio collettivo. Non facciamoci ingannare.
Oggi è davvero possibile vincere la battaglia contro l’euro e uscirne fuori.
Perchè il quadro internazionale è cambiato, molto, ma molto di più di quanto non si pensi.
Non siamo più nel febbraio del 1990 quando venne presa la decisione.
E’ davvero una bellissima notizia.
Perché le condizioni per far crollare l’architettura dei conservatori oligarchi ci sono.
A Mario Monti, personalmente mi vien da dire “anche a noi ce lo chiede l’Europa”.
Il punto è questo: quale Europa? Per andare dove? E con chi?
La Storia ci fornisce elementi gustosi per comprenderne il significato e la traccia.
Basta andare a leggerla.
Su come è nata l’Europa. Su ciò che è accaduto. Per ricordare i secoli precedenti e riprendere le fila di un bellissimo quanto esaltante percorso progressista che ci consenta di andare a costruire un’alternativa esistenziale valida per tutti, nessuno escluso. Perché soltanto questo è ciò che conta: avere una vita che ci piaccia vivere. Ma se non sappiamo che cosa è successo, come sono andate le cose, quali sono i precedenti, non possiamo sapere come andare a costruirci il futuro prossimo venturo.
Per il momento, dunque “Che Dio stramaledica l’euro” ma allo stesso tempo ci aggiungo”Che Dio benedica l’Europa”.
Per me sono davvero due strade incompatibili e molto ma molto diverse.
Completamente antagoniste.

38 commenti:

  1. Ci sono dei passaggi molto belli nel suo post, e su cui mi trova d'accordo, questo ad esempio:
    "[...] gli italiani vivono come se dal 1922 al 2012 non fosse accaduto nulla, oppure tante cose ma tutte sovrapponibili, per noi oggi irrilevanti. Non c’era un fascista a pagarlo a peso d’oro nell’Italia del 1946, non c’era neppure un comunista nell’Italia del 1990, non esistevano democristiani nel 1993, non esistono ormai i berlusconiani dall’ottobre del 2011. Operando in tal modo perverso, l’immaginario collettivo degli italiani –quando si rivolge al passato- ha finito per incorporare un’idea molto vaga, tutta ideologizzata, come se tutto ciò che è accaduto in Italia dal 1912 al 2012 fosse una specie di nebbia che non ha prodotto nessuna domanda, nessun problema da risolvere, nessun lascito. Soprattutto (ed è l’aspetto più tragico) nessuna lezione dalla quale apprendere per poter essere in grado di costruirsi, da liberi, i necessari anticorpi per immunizzarsi [...]"
    In poche righe ha saputo cogliere tutto quello che siamo ancora noi Italiani. Complimenti.
    Ma veniamo alle note dolenti adesso, semplicemente ciò su cui non sono d'accordo. Lei dice che pensare che non esistano una destra ed una sinistra è un'ulteriore omologazione di pensiero. In linea di massima sarebbe anche vero, ma se rapportiamo questo discorso alla realtà italiana quest'idea diventa tutt'altro che omologata, anzi, serve a capire veramente con chi abbiamo a che fare. In Europa, nel mondo, esistono si una sinistra ed una destra, più o meno sfumate certo, ma in Italia non ne abbiamo traccia. Pd e Sel li definirebbe partiti progressisti di sinistra? Io non li definirei neanche partiti, come il PDl d'altronde, ancora peggio. Il panorama partitico italiano non consente una vera distinzione tra conservatori e progressisti, perché la realtà dei fatti genera un'unica separazione, cioè quella di una casta oligarchica rispetto al resto della popolazione. Da questo punto di vista in Italia esistono solo conservatori, nessun progressista. Detto questo, sono d'accordo con lei sull'Euro, mi spiazza però quando dice di credere in Europa sociale vicina ai popoli. La definisce, non a torto, un'utopia infatti. Lei sicuramente conoscerà meglio di me l'architettura istituzionale della UE ed i suoi meccanismi astrusi ma letali per i popoli, che niente hanno a che vedere con l'idea di stati sociali alleati in nome di una comune idea. L'Europa federale che lei auspica non esiste, ne è mai esistita. Le fondamenta per la sua futura esistenza non sono state neanche pensate ancora.

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  2. UNO DEI POCHI POLITICI CHE SI SCHIERò ,ALMENO A PAROLE,X NON ENTRARE NELL'EURO FU L'ON. FAUSTO BERTINOTTI,LO RICORDO MOLTO BENE.

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    1. che però appoggiò le manovre del governo per poter entrare nell'€ e lo fece cadere soltanto a giochi fatti.
      Rifondazione Comunista fu il più grande tradimento della cosiddetta sinistra ai danni dei cittadini.

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  3. Invece Moro e Mattei ci hanno lasciato direttamente le vestigia mortali.

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  4. Nessuno può negare che esista una Destra, come nessuno può negare che esista una Sinistra, ma il problema italiano è che nel panorama politico nazionale si vedono solo idee, comportamenti e atti di Destra.
    Sarà che è quello che ci meritiamo, per aver svenduto la nostra Anima e la nostra Dignità al consumismo più sfrenato, per aver sposato il culto dell’immagine, in molti casi per aver tradito chi ci stava accanto per la conquista di meri obbiettivi sociali, ma di fatto oggi la Destra, le sue idee, trionfano soprattutto nel quotidiano.
    Abbiamo svenduto lo Stato sociale, le conquiste dei lavoratori, le nostre pensioni, il futuro dei ragazzi, in cambio di un I-Pod.
    Ce lo avessero almeno regalato! Invece no, abbiamo dovuto fare ore di fila e pagare un migliaio di € (l’equivalente della paga mensile di un ragazzo che ha la fortuna di lavorare) per averlo. Ma si sa, l’immagine è tutto e chi non ha l’I-pod è Out.
    Altro che cultura, sostanza, idee. Il telefonino è il Senso di questa Italia.
    Se non si parte da un rigetto, da una ribellione interiore allo stato delle cose, non c’è teoria economica o prassi politica alternativa che tenga, la Destra sarà sempre al potere.
    Possiamo fare l’Europa, disfare l’Europa, salvare l’Euro, uscire dall’Euro, votare Bersani al posto di La Russa, non cambierà nulla. Sono solo balletti a ritmo della musica dei falsi valori, proposti ed accettati dalla maggioranza delle persone.
    Chi li propone sa bene quale danno sta facendo, ma ci guadagna e questo lo rende mschino e schiavo quanto quelli che sta depredando.
    Chi li accetta invece è inconsapevole e per questo merita tutto il disprezzo che chi propone gli riserva.

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  5. Un paio di passaggi un pò tortuosi, ma nel complesso davvero notevole e sempre formativo.

    Diego

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  6. I popoli sono tutti uguali. Ridono dei Romani ma appena possono innalzano le aquile e vanno marciando. Persino Born in USA sembra una marcetta da film storico di Hollywood. Finita la guerra gli Europei, vincitori e vinti si accorsero di contare meno del due di briscola, se nel 45 non era chiaro, la crisi del canale di Suez li sputo' in faccia la realta'. Fare l'Europa non fu piu' utopia ma divento' una necessita'. Se da soli non contavano piu' niente forse uniti potevano rappresentare qualcosa. Le ferite erano ancora aperte, la strada comincio' col vecchio problema della Ruhr, acciaio e carbone e continuo' come tutti sanno. Forse e' questo peccato originale il grande problema. Non si creo' una strada che portasse ad una unificazione amministrativa, premessa vera alla creazione di uno stato europeo ma si percorse il lato economico lasciando a un parlamento europeo privo di un vero esecutivo questo compito che alla fine
    realizzo' qualche normativa ma dove tutto cadeva dall'alto.
    E si arrivo' all'Euro. Ora una moneta e' "la merce" con la quale compri altre merci. Semplificando, questa merce il cui valore ti viene dato ogni giorno dal mercato ha un problema. Ha una firma come Gucci Armani ecc. Una cosa sono $ FS Marchi, un'altra cosa sono Pesos Argentini. L'Euro fu un falso, un marchio che corrispondeva a un solo paese e rappresentava sul mercato un solo paese. Se per assurdo la Germania esce dall'Euro c'e' qualche dotto
    economista che rischia, primo di dire che valore avra' quella moneta, secondo se sopravviverà'.
    Io non mi pongo nemmeno il problema. Un paese come l'Italia che ha continua a svalutare la sua moneta per rimanere competitivo e non ha modificato nulla della sua struttura produttiva per forza usa la leva dei salari o esce da questa moneta.
    Parlo di anni settanta. Dopo aver lavorato in Inghilterra, tornando in Italia assistei a delle assemblee sindacali dove l'oratore diceva che il sindacato italiano era il piu' avanzato di Europa perche' non solo trattava salario ma proponeva salario sociale e grandi riforme: trasporti, sanita', casa, pensioni. Ed io pensavo a quei autobus a due piani che passavano ogni 3 minuti dove tutti avevano un posto a sedere, pensavo a quei uffici di collocamento dove un lavoro, magari mal pagato, lo trovavi. A quei assegni di disoccupazione che ti permettevano di sopravvivere nel peggiore dei casi. A quei cartelli che trovavi in tutti i posti dove poter affittare una casa dividendola con chi era nella tua stessa situazione.
    Sapiamo che fine hanno fatto quelle riforme. Ma vi e' mai stato uno
    stato sociale in Italia?
    Sapiamo benissimo perche' volevamo entrare in Europa. Non mentiamo.
    La grande speranza era che finalmente quelle riforme di cui i nostri grandi politici ci parlavano ma non facevano mai con l'entrata finalmente si sarebbero fatte.
    La grande speranza suscitata da Berlusconi, Lega & C era finalmente il salto verso un paese diverso. Berlusconi fu un grande attore, rappresento' a lo stesso tempo la parte di chi era arrivato a cambiare tutto e la parte di chi avrebbe conservato il tutto. Una completa nullita'.
    Il problema unico e vero e' sempre lo stesso. O siamo capaci di cambiare o no. Uscire o no dall'Euro ha tanti significati come diversi possono essere le perdite o i guadagni.
    Il concetto di Europa, senza un modello amministrativo in comune non ha senso, una moneta in comune non ha senso.
    O i popoli europei lo raggiungono o ci balcanizziamo e allora andate a chiedere a bosniaci, croati, serbi che significa per loro la parola yugonostalgia.

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    1. Da Mincuo

      La magistratura conosceva da 50 anni i finanziamenti ai Partiti da parte delle imprese di Stato, era il segreto di Pulcinella e finanziavano tutti i Partiti e si diceva pure sui giornali, veniva chiamato Manuale Cencelli. Fu creato "il Terrore" a riguardo così i manager pubblici minacciati di galera per corruzione, cioè finanziamento ai Partiti, che era una prassi obbligata da 50 anni, dovettero star zitti e firmare cambi di Statuti, ecc....Qualcuno si oppose come Franco Nobili che era Vicepresidente IRI e lo misero in gattabuia, mentre il Presidente Prodi neanche convocato, come se un vicepresidente potesse fare a cazzo senza che il Presidente sapesse nulla. Quando si vide quello (e altri,)poi calarono le braghe tutti.

      Fino all'81 in realtà l'Italia si finanziava in attivo, cioè quel che pagava di tassi erano tassi reali negativi, significa che riduceva in realtà debito. L'esplosione del debito che viene detto Craxi ecc.. non è vero. E' da divorzio BDI/TESORO. Puoi vedere i grafici storici e lo vedi benissimo. Con Craxi aumentò nominalmente perchè tutti i tassi mondiali erano altissimi. I Fed Funds US stavano al 20%. Ma aumentarono ovunque i debiti nominalmente. In realtà poi quel perido di alta inflazione non colpì tanto i lavoratori, fu un immenso trasferimento dai risparmiatori alle imprese, che con quei soldi ristrutturarono il sistema
      industriale. Cioè col 20% di inflazione il mio debito (impresa) in banca dopo tot anni in valore reale è dimezzato o più. Gli interessi li pago al 20% ma il debito s'è dimezzato o meno. Mentre io risparmiatore prendo sì le cedole del 20% di interessi ma
      in linea capitale il mio capitale s'è dimezzato o meno. Poi come la vuoi vedere "cattivo" "buono" ma di fatto gettò le basi di ripresa del sistema industriale.
      Ci sarebbero tante cose da dire. Perchè non fu solo quello,fu che negli anni 90 venne distrutta mezza industria strategica con le
      privatizzazioni: farmaceutica, telefonia, cantieristica, chimica, nucleare, una parte di meccanica ecc. Ci sono cose che deve
      fare o controllare uno Stato e sono strategiche.
      I Francesi se le tengono, gli US se le tengono, gli Inglesi pure, scherzi.
      Qui fu fatta un'oscenità e intanto mostravano in TV le bustarelle da quattro soldi mentre si svendeva mezza Nazione e pure per metà prezzo. Centinaia di miliardi di EUR a valore di oggi, altro che Pio Albergo Trivulzio.

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    2. Da Mincuo

      I saldi di bilancia di c/a sono impietosi dall'entrata nell'EUR e valgono 60mld di USD l'anno, e quelli futuri previsti da IMF lo stesso, quando prima si avevano saldi positivi per 40. Ma anche sul mercato interno la cosa è disastrosa, poiche una lira e un'economia con PPP analogo ma un nominale differente dai paesi forti consentiva protezione da invasione di beni di quei paesi. Quindi non solo chi esportava è stato colpito. La valuta serve a equilibrare le ragioni di scambio. Per qualche strano motivo una svalutazione è "cattiva" per noi ma non per il dollaro, e nemmeno per l'EUR che all'esordio si svalutò del 35% prima di rivalutare. Viene poi raccontato che abbiamo goduto di tassi bassi con l'EUR ed è vero, ma non era un problema di tassi il nostro, per le imprese, ma di competitività, quote di mercato, vendite, profitti. E anche per il debito è una questione complessiva, se non tira economia cala gettito e il tasso più basso non è la panacea. Il beneficio dei tassi ha coinvolto poco il sistema produttivo, e più invece i non tradable goods, ovunque. Infatti si sono viste bolle immobiliari e finanziarie. Se non produci ricchezza e l'EUR è una soma che lo impedisce, non c'è soluzione. Le stesse pretese riforme strutturali, quelle possibili almeno, hanno i primi effetti dopo anni e anni, e nel caso Italiano significano poi cambiare struttura produttiva e distributiva. Quando non si può svalutare esternamente si svaluta internamente, non c'è alternativa e questo sta avvenendo. Tagli e tasse, ma questa non è una ricetta perchè le condizioni di questi Paesi non sono adatte a una moneta forte e per l'Italia sono anche esiziali per una struttura di PMI come la nostra. L'effetto dei tagli e delle tasse è in termini di calo dei consumi e del PIL superiore al beneficio, stanti anche gli stabilizzatori automatici e considerato poi che ciò avviene in una condizione di debolezza modiale e di contrazione del credito. Infatti si vedono i saldi peggiorare, dopo le manovre, anzichè migliorare, e peggio ancora si vedono i dati economici peggiorare molto. L'unico errore che si nota in genere nelle analisi e nei commenti delle persone riguarda la convinzione che il Governo o chi per esso agisca autonomamente e soprattutto nell'interesse degli Italiani. Questo è un atto di fede assurdo. Già a suo tempo che l'entrata nell'EUR fosse una condanna e contro l'interesse Italiano non era un segreto. Tuttavia siamo entrati a forza. Quindi chi Governa o fa finta di Governare, come minimo risponde più ad altri interessi che a quelli del popolo Italiano. Se si guardano le cose dal punto di vista di altri interessi si vede molto bene che procedono secondo i piani, non certo che hanno sbagliato. Nè per economia nè per il resto. Un Paese man mano marginalizzato, privato di libertà e Sovranità. Mi pare che se uno non si intestardisce a pensare (chissà perchè) che sono stupidi e ragiona che questi erano gli obiettivi loro, quelli camminano benissimo sia qui che altrove.

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    3. Da Mincuo

      PUBBLICO PRIVATO I toni sono quelli soliti di tifosi di calcio. E la mentalità è "buono" "cattivo" 100 o 0. Già qui in Italia la parola "pubblico" significa "statale" come se fosse la stessa cosa, ed è usata infatti indifferentemente. Questo la dice lunga sia su indottrinamento sia su cultura media. In secondo luogo sempre il pensiero "acceso" "spento" fa sì che per alcuni "statale" = "cattivo" per altri = "buono", comunque. Una gestione statale della cosa pubblica può essere buona o cattiva o media. Qui in Italia logiche di efficienza, allocazione, produttività, conrollo sono state spesso neglette e invece alcune scelte sono state improntate a criteri che con efficienza, allocazione delle risorse (che sono le tasse di tutti) non hanno avuto molto a che vedere, quanto piuttosto con acquisto di consenso politico. Qui abbiamo avuto fino a 280.000 addetti alle Ferrovie, il lettore che nominava Alitalia dimentica che perdeva 1 miliardo di EUR all'anno, il che significa che con quei soldi avresti occupato molta altra gente, e invece tenevi un baraccone a spese anche della loro disoccupazione, o della minor quota di servizi o pensioni. Anche una RAI con 25.000 addetti e una quota dirigenti 6 o 7 volte il normale non è che sia una meraviglia. Si possono fare mille esempi. D'altronde non è che "privato" sia sempre un bene. Dipende. Innanzitutto c'è il privato che campa proprio sullo stato, e fuori concorrenza vera, ma protetto da commesse ottenute in modo meno trasparente, in secondo luogo un conto è una piccola azienda sul mercato, con tutte le difficoltà a fare impresa, un conto sono i monopoli che hanno mille privilegi, che hanno le rottamazioni (che sono tasse dei cittadini) che hanno le casse integrazioni, i finanziamenti agevolati, l'IRAP disegnata apposta, possibilità fiscali impensabili per un altro soggetto, finanziamenti agevolati ecc... Quindi più che accapigliarsi su "statale" contro "privato" bisogna vedere quale statale e quale privato. L'Italia ha avuto un sistema misto, come il Giappone, e al mondo è cresciuto in maniera seconda solo al Giappone fino a un certo punto. Ma il declino successivo ha vari padri, che non sono certo la quota "statale" o "privata" dell'economia.

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  7. L'euro è uno strumento e quello che veramente conta è come viene usato. Sinora l'euro è servito a manipolare la gente, ad arricchire pochi, a rafforzare il potere di controllo della grande finanza. In Italia, proprio per la nostra storia caratteriale l'Europa è stato un mezzo che alcuni poteri hanno utilizzato per mantenere il controllo, con la complicità dei politici. Qui, destra e sinistra sono solamente sigle di comodo cui non sempre corrispondono i comportamenti. Il che non vuol dire che i politici e i cittadini siano tutti ugualmente responsabili dello sfacelo in cui ci troviamo. Ci sono le minoranze che, come Sergio, credono negli ideali e nell'utopia, ma ci ritroviamo isolati e senza alcuna possibilità di raggiungere la massa critica per l'effetto centesima scimmia. Nel frattempo però stiamo tutti facendo la fine della rana nell'acqua che bolle lentamente, siamo quasi nella fase di letargo e rischiamo di passare nel sonno eterno della ragione senza accorgercene, senza lottare.

    Una prova è che in questi giorni sono state riprese le accuse a Fini per la casa di Montecarlo, chiedendo le sue dimissioni da presidente della Camera per aver mentito sulla vendita di questa casa al cognato, a prezzo di favore. E Fini, seguendo l'italica commedia dell'arte, se la prende con la moglie e il cognato che hanno fatto l'acquisto giocando sulla sua buona fede, un altro a "sua insaputa" nel pure stile Scaiola.

    A mio parere, il problema non è la vendita di una casa di AN a prezzi di favore, tanto più se i soldi sono rimasti al partito, ma che il passaporto della moglie fosse finito nella disponibilità di un tal Corallo, faccendiere, figlio di un catanese della famiglia Santapaola, sotto inchiesta ed ora agli arresti domiciliari. Dalle carte in mano agli inquirenti sarebbe stato questo Corallo, titolare anche di licenze statali per le slot machines, a mettere a disposizione i suoi buoni uffici nelle Antille per la vendita e l'acquisto di questa casa. Ma a che titolo la signora si è rivolta ad un faccendiere come lui e perché queste carte sono state conservate così a lungo nella cassaforte del lussuoso appartamento di piazza di Spagna del suddetto Corallo? E non possiamo ignorare che già anni fa Fini era stato ospite del Corallo, ci sono le loro foto a tavola nel paradiso fiscale di San Marteens, e che un buon amico di questo signore era ed è Laboccetta, parlamentare un tempo amico di Fini ed oggi rimasto nel PDL e coinvolto nelle inchieste su Corallo. Ma su questo aspetto i media tendono a non approfondire.

    Ora se questi sono gli uomini delle istituzioni è chiaro che il problema italico non si risolve solo con l'euro e l'Europa. Se non c'è un ricambio totale della classe dirigente, se non c'è una vera rivoluzione culturale, dubito che sostituendo D'Alema con Renzi o i leghisti con i grillini, Lombardo con Musumeci, la Polverini con Barca, Formigoni con Maroni o Albertini ci possa essere un autentico rinnovamento. Ci sarà ancora la conservazione del potere, un radicamento tipo cozza allo scoglio che resiste alla furia del mare. Sanno benissimo che il primo che cade si trascina dietro tutto il sistema, per l'effetto domino, e cercano quindi disperatamente di ritardare il più possibile la resa dei conti con la ghigliottina della Storia, sempre che ci sia ancora un Robespierre in giro.

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  8. Si può dire tutto ed il contrario di tutto, l'importante è avere prospettive alternative ben strutturate, funzionali, solide, documentate: se continuiamo a vivere in questo sistema economico/politico/sociale, se ne accettiamo le regole di mercato e abbandoniamo l'euro, matematicamente ci troviamo dinnanzi al colosso dollaro, allo yen, al gigante cinese, all'interlocutore russo e indiano con le gambe più corte e le mani fragili, se invece ragioniamo in un contesto assolutamente nuovo questo contesto lo si deve enunciare.

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  9. Bellissima la seconda parte dell'articolo e condivisibile l'argomentazione di fondo secondo la quale la guerra è sempre tra conservatori e progressisti. Concordo, da lettore, con Nunzio Corso quando fa notare (l'avrei fatto anch'io se non avessi letto il suo commento) che affermare l'esistenza in Italia della sinistra progressista sembra essere fuori dalla realtà.

    (le assicuro che in quel passaggio stavo smettendo di leggere, poi la stima per lei accumulata nei post precedenti mi ha dato la forza di arrivare, con soddisfazione, fino in fondo)

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  10. I soliti “esperti di economia” fighetti che non mancano mai di mostrare il loro grugno nei talk show televisivi ci vengono a raccontare che se fossimo rimasti alla lira, senza entrare nell’euro, svalutando in continuazione (stampando carta) avremmo pagato interessi astronomici.

    Allora vediamo, vediamo se questo è uno slogan alla Goebbels (il ministro della propaganda nazista) oppure se l’euro è veramente un cazzata mostruosa.

    Alla metà degli anni '90 pagavamo tassi di interesse superiori al 10%, mentre, dopo l'ingresso nell'euro, i tassi erano intorno al 2,5%.

    Per cui avremmo pagato (circa) 800 punti base in meno sul debito pubblico, risparmiando 160 miliardi l'anno.

    A questo punto, i soliti esperti di cui sopra, ti guardano con sufficienza, con aria di compassione per la tua ignoranza, con il sorrisetto nel pieno del loro ego ti rendono edotto che senza l'euro saremmo già falliti.

    Bene adesso vediamo se l'ignoranza (vera o no) alloggia dalle parti di coloro che raccontano quella "verità", va segnalato che tra i soliti “esperti” ci sono anche persone capaci, che quindi "recitano" per loro interesse di portafoglio, puntando sulla stupidità di chi ascolta.

    Supponiamo un debito di 100.000 euro con due possibilità. Sulla prima paghiamo un interesse del 15% con un tasso di inflazione del 14%. Nella seconda paghiamo un tasso del 5% con un tasso di inflazione del 2%.

    Per noi debitori quale ci conviene tra le due?

    Ragionando come i sostenitori dell'euro, con la seconda opzione si risparmiano 1.000 P.Base l'anno (10.000 euro) e chiaramente preferibile alla prima opzione.

    Sembrerebbe ottimo! E invece no perché l’inflazione svaluta anche il debito che in quella valuta è espresso!

    Claro?

    Nel primo caso pagheremo 15.000 eur di interesse (il 15%), ma il debito si "svaluta" di 14.000 eur (il 14% di inflazione) il costo vero è 1.000 eur.

    Nel secondo caso, le palanche da sganciare sono 5.000 eur di interesse (il 5%), ma il debito si svaluta di 2.000 euro (il 2% di inflazione) il vero costo è di 3.000 euroni-oni-oni.

    Risultato: con la seconda opzione (quella esaltata dagli esperti) ci ritroviamo con un bel cetriolone formato strong.

    Perché?

    Perché non è il tasso nominale (15% il primo, 5% il secondo) a quantificare il vero costo, ma il tasso reale, cioè al netto dell'inflazione.

    I tassi reali, nell’esempio, sono pari l'1% nel primo caso ed il 3% nel secondo.

    Il solo tasso nominale non significa nulla, conta il tasso reale al netto dell'inflazione.

    EURO DELENDA EST !!! ... senza se e senza ma...

    Guy F.

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  11. Una domandina semplice semplice (come me, che vi aspettate?): senza entrare nel merito, chi dovrebbe poi mettere in pratica queste belle teorie (ci includo la MMT)? I vostri governanti?

    Alessandra

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    1. Bella domanda!
      Mi sà che dovremo berci l'amaro calice dell'euro...

      Guy F.

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    2. Ciao Guy. Siccome mi stai simpatico (non ti ho ancora ringraziato per il suggerimento: mi andro’ a guardare chi sono Riemann e Mandelbrot), e nonostante abbia una tendinite al braccio (professionale, e poiche’ sono pure una libera professionista, non mi paga nessuno per stare in malattia!), ti diro’ come la vedo. Nel 2008, all’inizio (si fa per dire, erano anni che covava) della crisi, lessi un articolo molto interessante (http://dandelionsalad.wordpress.com/2008/10/23/an-interview-with-richard-c-cook-the-challenger-disaster-financial-collapse-and-viable-solutions-by-gary-corseri/): un’altra bella teoria, che si sarebbe realizzata solo se la gente avrebbe esatto questa nuova politica dal governo. Sono passati 4 anni e non e’ successo molto…adesso siamo alla frutta. Tanto vale prepararci al peggio (che non e’ detto che sia peggio, anzi credo che sara’ una buona cosa, tipo ‘terapia d’urto’). Io lo sto facendo. Come? Siccome il mio fatturato e’ andato giu’ vertiginosamente, ho cominciato a scambiare servizi, cioe’ offro la mia prestazione a cambio di altre: cosi’ per esempio ho trovato un grafico che mi ha disegnato i biglietti da visita, un altro mi ha offerto di disegnarmi il website, divido Internet con un vicino, scambio con la parrucchiera, l’estetista e l’insegnante di yoga (matematica nel prossimo futuro!). In piu’, non computo piu’ il mio tempo in termini di soldi, come facevo prima: cioe’, mentre prima un’ora del mio tempo era uguale a x soldi, adesso e’ relativa a quello che il cliente mi puo’ pagare. Non sai quanti amici e amici di amici mi invitano a cena in cambio di una sessione: se conto in termini di soldi non mi conviene (anche perche’ mangio poco e sono vegana!), pero’ non immagini che network sto costruendo cosi’ (anche affettivo), molti poi mi mandano clienti! Lavoro gratis per un centro: siccome il centro cambia spesso attrezzature (in quanto coperte dall’assicurazione), ho dovuto compare pochissimo! Sono anni che: non guardo la tele, non compro Cocacola, Danone ecc, non uso i supermercati (ne’ borse di plastica) ma aiuto a tenere in piedi il negozietto sotto casa (ho scoperto da poco che c’e’ un farmer market vicino casa ma non ho avuto ancora tempo di andarci), riciclo la spazzatura (sto attenta a farne poca), non compro cinese ne’ marche che hanno cattive politiche (bensi' km 0) e vado in bicicletta. Ho dovuto imparare a fare a meno di tante cose che prima mi sembravano necessarie, invece ho scoperto di poter vivere (piu’) felicemente con molto meno (ho anche piu’tempo per fare quello che mi piace). Mi diverte di piu’ lavorare cosi’, e sto incontrando tanta gente che la pensa come me! Non mi preoccupo dei soldi, e, come per magia, quando ne ho davvero bisogno arrivano: ancora non sono riuscita a farli piovere, ma succedera’ (nel qual caso ti avvisero’)…
      Alessandra

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    3. Dimenticavo...importantissimo: non prendo medicine!

      Ales

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    4. Complimenti Alessandra, tu si che invece di stare solo a lamentarti ti dai da fare per vivere in modo diverso. Non è vero che non ci siano alternative a questo sistema e che non possiamo scegliere il nostro futuro. E' quello che vogliono farci credere, ma non è così. Ciò che questo sistema teme è di perdere il controllo sulle masse, che la si smetta di seguire acriticamente le sirene del consumismo e del liberismo senza limiti.

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    5. Io non mi lamento affatto, sono proprio contenta cosi'! E credo che puo' solo andare meglio...c'e' da dire che non vivo in Italia, sono sempre stata una hippie (non mi piacciono le etichette, e' per farti capire) e seguo la mia intuizione...so bene che sono su questo pianeta con un contratto a termine e quando me ne andro' non mi portero' via nessun bene materiale, per cui faccio uno sforzo per stare contenta cosi' che quando tocca me ne andro' contenta!
      Alessandra

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    6. Grande, grande Alessandra, grazie per la simpatia. Contraccambio.

      Non so come si curi la tendinite ma credo sia una brutta bestia da debellare.

      Mentre scrivo sto pensando cosa rispondere. Tanti pensieri mi pervadono la mente un po’ come le nuvole nel cielo d’Irlanda di Fiorella Mannoia (le parole credo siano del bravissimo Massimo Bubola).

      Penso ad un bellissimo film: Un sogno per domani con Kevin Spacey (mio attore preferito)

      E penso a quando ero anch'io un hippie, eravamo contro l'America ma vestivamo jeans... coca cola e "l'acido"... eravamo prorio scemi.

      Ah che tempi!!!

      La nostalgia mi deprime! Sono diventato un pigrone.

      Resto sempre piacevolmente esterrefatto quando vedo quella magica forza di volontà che talvolta le Donne sanno tirar fuori per affrontare le vicissitudini della vita.

      Le donne fanno le rivoluzioni. Quellae vere!

      Penso alle parole una donna! Un’altra donna!

      “Devo fare qualcosa!”

      Disse questo dopo aver visto un lebbrosario!

      Era Madre Teresa Di Calcutta.

      In quel “Devo” c’è una forza dirompente.

      Alessandra, quando hai visto il tuo fatturato scendere è come ti fossi detta “Devo far qualcosa!”… Per mè e per altri!

      E adesso mi vengono alla mente le parole di un mio prof.: "Se dai o fai qualcosa a qualcuno, qualcuno darà o farà qualcosa a tè.."

      Ok mi fermo non voglio “inquinare” ulteriormente il tuo bellissimo racconto.

      Guy F.

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    7. Ciao Guy. Io penso (modestamente): dimentica la parola 'devo' e sostituiscila con 'voglio'...sembra una cazzata, ma fa una grande differenza.Provaci!
      Ti abbraccio
      Alessandra

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    8. Alessandra cara, mi tiri per i capelli su argomenti che non volevo affrontare in questa sede perché sono cose serie (secondo mè) che implicano ben altri spazi.

      Comunque rispondo nel breve di qualche riga.

      Più che parole li intendo come due concetti.

      Considero il concetto “voglio” come una guida, una guida dell’amore, che rende piacevole e passionale ogni forma di contatto e azione verso ogni forma vivente un sostegno al romanticismo, alla delicatezza ma nello stesso tempo alla forza.

      “Devo” è anch’essa una guida, una guida verso l’immagine di un nostro ideale, quando affermo che è “dirompente” intendo dire che racchiude dentro di se la forza di scacciare i dubbi al tempo stesso è un aiuto al coraggio e all’azione.

      Per concludere, credo che quando “devo e voglio” hanno uno scopo chiaro (non importa se per ambizione, necessità o altro) noi tutti mettiamo in pratica un solo modo di pensare: o gli ostacoli vanno giù oppure vanno giù!

      Stammi bene
      Guy F.

      P.S. Mia madre dice che la tendinite si cura con il "caldo"...

      Io prenderei di corsa degli antinfiammatori da buon seguace di Siddhārtha Gautama rifuggo il dolore (e come lui sono pure un pigrone)!

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    9. Hai ragione, questa non e' la sede adatta per parlare di queste cose, percio' ti rispondo brevemente. Ho gia' detto altre volte che mi occupo di terapia: una di queste e' il Neurolinguisticprogramming (NLP). Il linguaggio non e' solo un mezzo decrittivo, bensi' e' una maniera di programmare i nostri pensieri, e i nostri pensieri sono una maniera di costruire - o manifestare - la nostra realta' (sto semplificando molto). Se usi 'voglio' invece di 'devo', stai facendo una scelta e questo ti da' potere di influire sulla realta'. Questo mondo non e' una 'valle di lacrime' come ci vogliono far credere, siamo qui per scelta, e' per noi una scuola, c'e' una lezione da imparare (di amore, come dici tu) e siamo noi che scegliamo il curriculum, gli ostacoli sono i nostri esami. Il 'devo' per me e' un'imposizione, mi rende vittima - impotente - e non mi piace...ovviamente sei libero di sceglierlo e usare le parole che vuoi.

      Il dolore e' un messaggio del corpo, ci dice che non ce ne stiamo curando...io non prendo medicine, mi curo da sola (l'ortica e' un ottimo antiinfiammatorio): pratico anche Reiki e riflessologia. Il caldo rilassa i muscoli (e quindi i tendini), il freddo contrasta l'infiammazione: vanno bene tutti e due (il corpo mi dice quello di cui ha bisogno a seconda del momento).

      Ti saluto.
      Alessandra

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    10. Ok a risentirci

      Guy

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    11. Alessandra,visto che conosci la nlp-pnl guarda se i lavori di questo uomo ti possono interessare, egli ha usato anche la nlp per affrontare ed indagare problematiche...fantascientifiche..
      http://www.corradomalanga.vacau.com/
      un abbraccio
      Filippo

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  12. Proprio ieri (e pure oggi) mi son imbattuto in interlocutori a cui ho spiegato, a domanda, che io sono per l'Europa e contro l'euro, che prima voglio trattare, altrimenti uscire per non avere 20 anni di manovre da 60 miliardi e patrimoni svenduti (inutilmnete peraltro). Stesso dicasi quando ho chiarito che a noi l'Euro non ce l'avevano spiegato, con i pro e i contro, e tantomeno (per dirla alla Bagnai) ci hanno spiegato come ci riempirono di liquidità ai primi anni 2000 per rendere le nostre merci meno competitive e deindustrializzarci.Adesso appare chiaro anche perchè la Germania e la Francia vengono a comprarci le aziende: perchè nei loro paesi voglion i diritti mentre qua (vedasi art.18) prima hanno preteso che i diritti venissero tolti.Strano no? ;D ... il tutto sommato agli stipendi fermi dal 92, all'euro che ha dimezzato i salari, all'iva, alla benzina, alle politiche dei prestiti esteri che poi ti massacrano di interessi e alla crisi (partita dagli USA) delle banche, che han fatto pagare i costi all'economia reale e che cioè abbiamo ricapitalizzato noi(!) coi nostri sacrifici (socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti).. PS. Spero di non esser tra quelli italioti che sprecano energie io le cose le spiego più che posso, purtroppo sono un'anima sola e combatto con ciò che il creatore mi ha dato: Straordinarie vibrazioni.
    PS2:Conosce qualcuno a Edimburgo o Glasgow lei che ha girato il mondo che mi assuma come Ranger? Almeno là il frutto del lavoro finisce in buona parte in saccoccia e non a mantenere gli eurotecnocrati.
    Marco Giannini75

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    1. Perche' Edimburgo o Glasgow? Si sta ancora benino in Scozia, e' vero, pero' fa freddo. Anche qui la tendenza e' il Sudamerica, ci sto pensando anch'io...
      Scherzi a parte, io dalla Calabria sono andata via quasi 30 anni fa, credo che adesso mi cercherei un pezzettino di terra e mi metterei a fare la contadina...in Spagna molti giovani stanno mettendo su comunita' in villaggi abbandonati...
      Alessandra

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    2. il punto è che ho una mamma sola di 72 anni altrimenti sceglievo l'Argentina che la adoro Marco Giannini 75 ps: Magari il caffè a Sergio lo offro là anzichè a Pietrasanta (così magari viene davvero!)!

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    3. perchè hanno i collegamenti da Pisa 1.40 di volo MG75

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  13. Oltre tagliare fuori il non necessario, numero non quantificabile e del tutto personale bisogna tagliare fuori quel essere immondo che ti hanno fatto credere fin da bambino necessario. Sulla paura e sul bisogno hanno creato immagini che ci portano a dipendere. Il potere
    e' comando. No. Il potere e' un'altro comandato.

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  14. Europa sì, Europa no (e poi mi chiedo: quale Europa? l'Europa dei popoli o quella economica finanziaria?), Euro sì o Euro no? Ma queste domande non avrebbero dovuto nascere prima? Ah già, dimenticavo che le TV parlano solo delle farfalle di Belen e trasmettevano solo i DriveIn, Internet è esploso solo recentemente ed è entrato in molte case e sui cellulari anche se è nato negli anni '90. Già, ma in Italia internet è nato demonizzato, oh! tu hai internet! vai sui siti porno! Così come le antiche TV private, sporcaccione!!!
    Questa è la cultura di massa, e ancora adesso è così in molti luoghi italiani. L'informazione avveniva sotto al pulpito della parrocchia, la domenica mattina a messa.
    Quanto alla stampa, è meglio stendere un velo pietoso, manovrata e censurata da sempre, di partito, certo, il partito paga. Il partito paga tutto tranne la verità.
    La verità che noi, popolo, credendo in un atto democratico, abbiamo eletto i nostri rappresentanti per mezzo dell'espressione che ritenevamo più civile, il voto, i nostri 'eletti' ci hanno traditi e venduti come merce scadente.
    Ora abbiamo un'Europa che non ci piace e una moneta che ci sta distruggendo. E forse non sappiamo bene nemmeno chi ringraziare. Nessuno ha avuto la possibilità di scegliere dopo essere stato informato.
    Quando siamo entrati nell'Euro, io ero talmente stordita dalle campagne pubblicitarie a senso unico, che addirittura ero contenta. C'è una sola parola che posso esprimere: infami!!!
    Adesso sono costretta a vedere i ragazzi che per avere un minimo di futuro devono scappare dall'Italia, come ai vecchi tempi delle migrazioni in USA e in Australia, ragazzi che non sapranno cosa fare quando saranno anziani o malati, disabili a cui rosicchiano i diritti ad una vita meno disabile. E provo rabbia, veramente tanta rabbia.
    Le politiche austere imposte dall'Euro o BCE o Merkel o UE farlocca, ci hanno tolto il piacere di pensare al futuro, comunque lo si voglia immaginare, che esso sia in un campo a coltivar patate e a risanare i territori, che sia a costruire infrastrutture utili. Non ci sono i soldi e ce ne saranno sempre meno almeno per altri 20 anni. Hanno tolto allo Stato (ladro o non ladro) il potere di emettere moneta, per le loro ruberie, vero, ma sono certa che qualcosa andrebbe poi anche alle ricostruzioni (magari con gli appalti alla mafia, vero anche questo) ma forse l'Aquila sarebbe agibile, Pompei ridata ai turisti, le spiagge ai bagnini e la carta igienica non mancherebbe negli asili d'infanzia pubblici.
    NO EURO, ma fate presto!!! ricalcando le grida scellerate della sig.ra Marcegaglia.
    Poi al repulisti della corruzione ci pensino i Magistrati. Dove sono stati fino ad ora? Che hanno fatto? Ah già, ordinano i TSO a chi denuncia la pedofilia e il satanismo, ovvero leggi dr. Paolo Ferraro. Usciamone, vi prego.

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    1. Non vedo il mondo in termini di Europa o America o Asia, per me e' la casa di tutti, mi piacerebbe senza frontiere o passaporti (ho gia' detto che per me l'ideale e' l'anarchia, intesa come un sistema dove non c'e' bisogno di leggi per prevenire abusi, dove l'uomo e' cosi' tanto evoluto spiritualmente che l'abuso non esiste neanche come concetto: mi rendo conto che al momento e' un'utopia).
      Trovo limitante il concetto di futuro, il futuro non esiste, la vita e' adesso. Quando ero (piu') giovane mi volevano far credere che la pensione (=posto fisso) e' importante, io me ne sono sempre fregata (non mi va di ipotecare il futuro), e adesso mi viene da ridere, perche' di questo passo non ci saranno i soldi per le pensioni future...che fregatura, no? A me pare una grande liberta'. E' possibile che anch'io finiro' vecchia e disabile e incapace di badare a me stessa (non lo credo), nel qual caso forse decidero' che non vale la pena rimanere e me ne andro' (rivendico il diritto di decidere della mia vita, e anche della mia morte), o chissa' lunedi' usciro' di casa per andare al lavoro e mi investe un'auto.

      L'euro: ero in Spagna nel 2002, mi sembrava gia' da allora una presa in giro, perche' 3/4 anni prima (circa, non ricordo bene) la sterlina valeva 3000 lire e un anno dopo 130 pesetas, e nel '96/97 non c'era tanta differenza tra lira e peseta. Quando me ne andai in Spagna ('99) mi sembrava El Dorado, giravano tanti ma tanti soldi (anche nelle mie tasche, avrei forse dovuto approfittarne ma non sono una speculatrice per natura, li ho spesi tutti con molta allegria), una grande sbornia! Nel giro di 2/3 anni (con l'euro) ci fu un'inflazione da paura: un euro (166 pesetas) ebbe allora lo stesso potere d'acquisto di 100 pesetas di prima; non fu lo stesso con i salari. Adesso la Spagna se la sta vedendo con i postumi di quella sbornia...

      Non capisco questa ossessione tutta italiana con il satanismo...

      Alessandra

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    2. Io invece sono sufficientemente anziana ma non abbastanza per ritirarmi tranquilla a casa a godermi i miei figli, dedicarmi ai miei hobbies, ho lavorato una vita in vari posti fissi, cambiando quando mi si prospettava un lavoro migliore sia per lo stipendio sia per la crescita professionale, viaggiando per l'Italia. Ti dirò: sono un po' stanchina e mi piacerebbe un po' di meritato riposo. Non posso, per vari motivi. Mamma anziana, figli grandi ma non ancora del tutto indipendenti e di cui uno affetto da una malattia renale... Ma questi sono fatti personali e irrilevanti in questo blog. Alessandra, che dire, ognuno ha la propria storia, le proprie sofferenze, le proprie capacità di crescita, le proprie piccole felicità quotidiane.
      Io sto ancora lottando e voglio che i miei figli abbiano almeno la possibilità di scegliere la loro vita, e se vorranno vivere da 'anarchici' (in senso buono ovviamente, come te ad esempio) voglio che lo possano fare, ma MAI vorrei che fossero costretti all'anarchia per una carenza di diritti umani di cui ci stanno privando in Italia.
      Lotto per loro e per chiunque venga privato del diritto di scegliere. Forse dovresti tornare in Italia e farti un giro al mercato rionale alle 13, quando smontano le bancarelle e vedi i poveri vecchietti che riempiono le borse dalle cassette avanzate. E sono sempre più numerosi.

      Per il satanismo cerca su google Paolo Ferraro e troverai le informazioni.

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  15. io vorrei semplicemente uscire dal Capitalismo

    da

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  16. Sergio dice giustamente che sono tutti burattini che eseguono ordini, che bisogna tagliare i fili, tutto sacrosanto. Ma quando dice che non ci importa chi sono i complottisti che questi fili li tirano, mi fa cadere le braccia. Come sarebbe a dire non importa chi ordisce il complotto? Conta eccome! Sono sempre le stesse famiglie da decine di generazioni. Il vero potere, al disopra dei partiti, delle multinazionali, sono le stesse famiglie di banchieri che da almeno duecento anni finanziano guerre e stati come fossero i loro dipendenti diretti. Una su tutte il Rotschild, creatori della fed, che dai tempi di Napoleone finanziano guerre a destra e sinistra, comandano la banca d'Inghilterra e mezzo mondo dipende da loro in tutto ed per tutto. E non sarebbe ora di rovesciare questo sistema marcio fatto di soldi falsi e debiti a strozzo ? Facendo nomi e cognomi e svegliando le coscienze addormentate? Quanto ancora dobbiamo andare avanti con questa farsa della destra e della sinistra? Sei ebreo? Benissimo! Denuncia i sionisti guerrafondai, che all'ebraismo pacifista fanno solo del male. E basta con la storia infinita dei falsi partiti. Vogliamo la verità, almeno dagli intellettuali sani come te. Con stima, un lettore assiduo.

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  17. Oltre quelli che a mio parere hanno scelto vie e modi alternativi di vita, secondo me giustamente e necessariamente gli altri non si sono ancora resi conto che appena mancherà la pensione del nonno famiglie intere saranno ridotte alla fame.
    Vi sono due scelte. O quella della salvezza generale. Un grande movimento per il salario garantito e quindi una rottura enorme con il
    vecchio modello salvezza= famiglia + posto garantito. La base sine qua non del clientelismo di massa di questo paese.(Perche' nessun paese si puo' permettere due modelli di Welfare così diversi) Oppure continuare a vivere nel sogno dei bei tempi. Politiche alla Craxi sono sogni di bei tempi andati, sono fuori da un contesto storico. Da un periodo di boom, da un mercato protetto. Denunciate tutti, complotisti, affaristi. Teorizzate pure a ogni angolo delle strade bancarelle con scritto "Qui si stampa moneta", spiegate pure a chi vi ha portato qui godendosi i vostri soldi come salvarvi. Morto il nonno se prima si recitava Aspettando Godot ora e' Finale di partita.
    Buon spettacolo.

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  18. Temo che ci aspetti un ordine unico. Mondiale. Chiamatelo, se volete, governo planetario. Un mondo con pochi padroni e miliardi di schiavi.

    Un'idea che vede la luce in quel Venezia nel XIV secolo ed ha il suo marchio di fabbrica nei Frescobaldi.

    Tutte le grandi monarchie traggono origine dai Frescobaldi. Idem per le altre grandi e ricche famiglie che dominano da secoli il mondo.

    Come ebbe da ridire Dante Alighieri, l'idea è disumana giacchè prevedeva la schiavizzazione dell'intera umanità.

    Fu grazie a uomini di enorme statura morale e culturale come Dante, Petrarca, Boccacio, Chaucer, Rabelais che trovò una grande opposizione di popolo e nel 1509,
    tutta l'Europa si alleò contro Venezia nella "Lega di Cambrai".

    Chiaramente fu scontro armato nella battaglia di Agnadello, in cui i mercenari veneziani furono annientati.

    Da allora i Frescobaldi capirono che Venezia non era più il luogo ideale per "coltivare quel progetto" e si trasferirono in Britannia, a Londra, da dove cominciano a tessere le loro trame di potere che, il 29 Maggio 1954 portarono alla nascita del "Bilderberg Group": un'elite mondiale che
    annovera tra le sue fila uomini e donne più potenti del pianeta.

    Perché un unico governo. Mondiale?

    Perché è più facile il controllo di miliardi di "schiavi"... certamente molto più facile dell'avere centinaia di governi nazionali ognuno con le sue fisime, la sua cultura e la sua storia...

    Per condurre le mandrie al macello, devi metterle tutte in fila dietro al cane che le conduce verso quella destinazione...

    Se vuoi il "pensiero unico", devi distruggere la storia e la cultura di ognuno.

    Ma costoro non hanno già abbastanza soldi? Cosa ci guadagnano a dominare il pianeta Terra?

    Questo, del "pensiero unico" è uno degli obbiettivi già ottenuti dai "manipolatori delle menti". Ci hanno convinto che l'obiettivo di ognuno, per migliorare le proprie condizioni di vita sia l'arricchimento... il denaro... e, quindi, ci si ponete sempre la domanda sbagliata.

    Vedete, potete essere ricchissimi, ma se non controllate "le menti" dei vostri "sudditi", sarete sempre esposti alle loro reazioni e potreste perdere tutto da un momento all'altro...

    I Frescobaldi lo capirono dopo l'alleanza di tutta l'Europa contro Venezia nella Lega di Cambrai e la successiva battaglia di Agnadello.

    Gli altri regnanti lo capirono dopo la rivoluzione francese del 1789, in cui la ricchissima famiglia reale francese fu mandata a morte dal popolo in rivolta.

    Se avessero controllato le menti dei loro sudditi, non sarebbe successo.

    Il denaro e la ricchezza sono solo "effetti collaterali", il vero obiettivo è impadronirsi delle menti e dei pensieri dei propri "schiavi".

    Guy F.

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