lunedì 28 maggio 2012

Le alternative esistono. Sabato scorso a Frosinone un gruppo di intellettuali tra loro diversissimi si sono messi in gioco in un convegno pubblico.



di Sergio Di Cori Modigliani


Si dice in giro, ormai –purtroppo- che non esistono alternative, dando per scontato che questo corrisponda allo stato delle cose e rifletta il totale declino culturale della nazione. Non c’è alternativa alle diposizioni della BCE, e quindi bisogna chiamare Mario Monti; non c’è alternativa a Mario Monti, altrimenti c’è il baratro; e per coloro che cercano una strada e una via percorribile di opposizione democratica, tutti d’accordo nel sostenere che non c’è alternativa al fresco nuovo di zecca Beppe Grillo, squisita confezione dell’unica possibilità da percorrere al di fuori del trinomio mortifero Alfano Bersani Casini: o i partiti decotti o il Grillo precotto. Prendere o lasciare, non c’è altro. Non esiste. Non può esserci. Non ci provate neanche a farvelo venire in mente.

Comunque si mettano le cose, al cittadino viene prospettata una realtà dove si spinge sempre verso un’unica e costante deriva: cercare di far incorporare alle masse l’idea di fondo che “non esiste alternativa”.

L’aspetto tragico di questa nuova, nonché diabolica, astuzia mediatica, consiste nel battere la grancassa della banalità che caratterizza il pensiero unico delle società monocordi dittatoriali: l’abbattimento dell’incontro tra personalità diverse; la lotta contro il dibattito e confronto democratico; l’impedimento di un incontro tra scuole di pensiero con matrici distinte; il tutto,  per evitare in ogni modo la nascita di alleanze tra gruppi eterogenei, i quali, pur rivendicando la propria salda autonomia trovano una squisita sintesi collettiva nel riuscire ad aggregare forze diverse, compiendo e realizzando la necessaria rivoluzione alchemica senza la quale non ci rialzeremo mai: passare dallo stato di dispersione a quello dell’aggregazione.

Usando e sfruttando la deriva psico-sociale del narcisismo bulimico, nascono come funghi neo-partiti, gruppetti, associazioni, movimenti, che squillano (inizialmente) proclami unici e originali (secondo loro) sempre all’insegna dell’unità nazionale ma sempre e inevitabilmente gli uni contro gli altri, a caccia di visibilità, consenso, voti, applausi. Usano tutti le stesse parole d’ordine (geniale invenzione dell’attuale sistema moribondo) appiattendole quindi perché ne sottraggono la validità del Senso: potete scegliere a piacere tra no alle banche, no all’austerità, sì al bene comune, no al verticismo dei partiti, sì al diritto di cittadinanza, no alla corruzione, ecc.,ecc. Non c’è nessuna differenza tra i funghi di destra e quelli di sinistra, tra quelli laici e credenti. Hanno in comune, però (guarda caso) che una volta alzato il velo della banalità corrente, se per caso si arriva ad osare mettersi in gioco a “livello culturale” prospettando una polifonìa di voci ed esperienze diverse, si alza lo sbarramento e l’asino crolla miseramente. Anche lì il re è nudo come un verme, e comunque vadano le cose, viene fuori che a decidere sono tre poveri gatti (o quattro gatti ricchissimi) che stabiliscono il come il dove il quando e il quanto. Perché la massa ha ormai incorporato la consapevolezza che c’è un vuoto spaventoso e corrono tutti a cercare di occupare il territorio delle idee sperando di ricavarne una grandiosa (o modesta se le ambizioni sono piccole) rendita di posizione: poi si vedrà.

Che poi, dietro, ci sia Goldman Sachs, la J.P.Morgan, la grande industria, il nocciolo duro piddino, Berlusconi, Casaleggio, il Vaticano, gli anarchici, i fascisti, i comunisti, non fa molta differenza. C’è sempre qualcuno dietro.

C’è sempre dietro qualcosa.

E questa situazione seguita a produrre l’idea che non esiste alternativa.

A livello politico è ormai dato per scontato che o c’è la triade Alfani-Bersani-Casini e ammennicoli vari, da Di Pietro e Vendola (a sinistra) ai cattolici di Comunione e Liberazione (a destra) oppure c’è Beppe Grillo. Lì, finisce tutto. Non esiste altro. Non può esistere altro. Si ritorna al punto di partenza: “non esiste alternativa”.

Beppe Grillo ci annuncia lo smagliante futuro dell’alternativa ai partiti decotti, e poi ricorda l’unica condizione per aderire: accettare l’idea che Casaleggio & co. è l’unica alternativa planetaria (tra un po’ possiamo anche aspettarci che ce la presentino come “alternativa galattica”) e quindi presentano la novità assoluta: l’alternativa precotta per combattere i partiti decotti.

Questa è la situazione attuale.

Negli ultimi due mesi ho slalomato da un gruppo a un altro, da un movimento a un altro, da un sedicente soggetto politico nuovo a un altro, spinto dalla famelica curiosità, alla ricerca di una originalità, di una qualche verità condivisa, di una traccia collettiva che non escludesse per principio nessuno strumento. Perché è chiaro che per combattere la dittatura del pensiero scarso ci vuole ben altra musica: ci vuole una bella sinfonia democratica, e anche l’arpa e l’oboe in una qualunque orchestra merita il suo posto dignitoso.

La democrazia è una sinfonia, altrimenti non è democrazia.

Sentite un po’ che cosa diceva Platone nel dialogo la Repubblica «se si presentasse alla nostra città (…) chi in virtù della sua abilità sapesse recitare tutte le parti e imitare ogni modello, non mancheremmo certo di venerarlo come un uomo divino e meraviglioso, e ricco di fascino. E, tuttavia, gli diremmo anche che non c'è posto nel nostro Stato per un uomo come lui, né che ci potrebbe essere e lo dirotteremmo verso altre città, non prima di avergli versato sul capo essenze profumate e di averlo bendato con nastri di lana». Uno splendido passaggio dedicato al pericolo delle dittature, all’ipnosi di un’idea unica, dell’uomo del destino, del leader indiscusso. Tutto ciò che, oggi, si vuol far credere di combattere, ma che disperatamente si cerca, invece, di affermare come principio. Si cacciano i vecchi dittatori dal portone principale con i forconi, e mentre stanno tutti asserragliati davanti alla porta d‘uscita buttando olio bollente, i nuovi dittatori entrano dalle finestre laterali. Quando poi il portone verrà richiuso, sarà troppo tardi.

Questa splendida citazione di Platone è stata usata, qualche giorno fa, in un editoriale (pubblicato su Repubblica a proposito della situazione attuale e del pericolo reale della dittatura nel nostro paese), da un senatore della repubblica italiana, che ha un corposo curriculum vitae: Guido Rossi. Su Wikipedia (per chi non lo conosca) trovate un sunto della sua biografia. Oltre ad essere una bellissima mente, giurista raffinato, democratico convinto, con solide battaglie di tutto rispetto nella sua esistenza, ha al suo attivo l’imbattibile caratteristica di aver raccontato (fin nei minimi particolari) la genesi, lo sviluppo e il tragico finale di questo scempio attuale molto prima che si verificasse. Il credito, dunque, non glie lo si può negare. Lui l’ha spiegato nel 2007. In uno splendido saggio intitolato “Il mercato d’azzardo”, pubblicato dall’editore Adelphi. Il libro si apriva così: “Il mercato finanziario globalizzato sta divorando i suoi stessi presupposti, calpestando giorno dopo giorno i principi della democrazia azionaria, dell'interesse sociale, della creazione di valore" e poi spiegava che cosa stava accadendo, che cosa sarebbe accaduto, ma –da vero studioso e conoscitore del diritto- ciò che è più importante ci spiegava che cosa si poteva fare e bisognava fare per evitare l’attuale catastrofe.

Quindi, come vedete, l’alternativa esiste.

L’8 novembre del 2011, il presidente Napolitano avrebbe anche potuto farci risparmiare l’aggravio di una spesa in più senza nominare Monti senatore. Ce l’aveva lì un senatore doc, rispettato in tutta Europa, l’unica personalità italiana di fronte alla quale a Wall Street si tolgono il cappello, riverito in Confindustria, preso in alta considerazione dai sindacati, conoscitore di ogni più nascosto meandro e anfratto della vita politica italiana, essendo stato tra l’altro il presidente della Consob e della Borsa Valori di Milano.

Appunto. Li conosce tutti.

Un uomo, dinanzi al quale Mario Draghi si sarebbe davvero messo a tremare.

E non è l’unico. Sono ancora molte le belle teste pensanti che funzionano e potrebbero –se chiamati- risolvere elegantemente la situazione.

L’alternativa eccellente c’era quindi. E c’è anche ancora.

Così come esistono alternative politiche. Se uno vuole.

Ma Guido Rossi era “troppo” politico, ed era un intellettuale. Soprattutto, non di parte. E noto per essere sempre aperto alla polifonìa, purchè gli strumenti siano ben accordati.

Tutto ciò era una premessa, che mi è servita per introdurre la notizia di oggi:

Sabato scorso c’è stato un convegno a Frosinone, del quale non posso fornire una visione critica in quanto ne ho fatto parte: ero uno relatori invitati.

Si è trattato, dico subito, di un evento modesto, anche se pubblico. Ma che ha rivelato una eccezionale sorpresa positiva. Non soltanto ha sorpreso me. Ha sorpreso tutti coloro che vi hanno partecipato. Il titolo era “L’euro: la pillola rossa, la pillola blu”. Era stato organizzato da un cacciatore d’idee frusinate, un ingegnere sistemista che si chiama Fiorenzo Fraioli (anti-nuclearista)  attivo in rete con un suo blog che si chiama “eco della rete”. Sul suo blog odierno, così ha commentato l’esito del convegno: L'aver invitato a parlare di euro relatori appartenenti a tradizioni diverse, dai "comunisti" Pasquinelli e De Santi al "massone progressista" Magaldi, ci esponeva al rischio che l'evento si risolvesse in una disordinata cacofonia. E' stata, invece, una polifonia, che ha addirittura fatto intravedere la possibilità che forze e tradizioni di pensiero politico diverso possano, in circostanze eccezionali, costituire un "fronte ampio" contro un avversario comune: il pensiero tecno-reazionario delle élites attualmente al potere in Europa e in Italia.

 Perfino lui è rimasto sorpreso.

Perché questo convegno ha dimostrato qual è una delle strade da percorrere, a mio avviso, la vera alternativa oggi: la polifonia democratica.

Insieme c’erano persone talmente diverse, con idee, ideologie e pensieri, così distanti che sembrava impossibile non soltanto metterli insieme, ma anche evitare che si scannassero. E invece no. Perché c’era un collante fondamentale, anzi, più d’uno: la passione civile autentica, la ferma lealtà di ciascuno alle proprie idee forti e alla propria tradizione, ma allo stesso tempo la chiara e dichiarata volontà di mettersi insieme per costruire qualcosa in prospettiva di quella rivoluzione morale e culturale di cui il paese ha bisogno. Professionisti di diversa età, in rappresentanza di settori della società civile pensante, il convegno ha mostrato e dimostrato quali ottimi risultati si possano raggiungere quando le intelligenze si mettono insieme nel nome della democrazia, al di là delle vanità e del narcisismo personale. C’era chi sosteneva la MMT, chi la teoria marxista, chi la purezza di John Maynard Keynes, c’era addirittura chi sosteneva la necessità di restare a tutti i costi in Europa e chi sosteneva l’assoluta necessità di uscire subito dall’Europa, eppure alla fine, soprattutto nel lunghissimo incontro intellettuale del dopo convegno, è avvenuta una sintesi (e qui viene il bello) neppure cercata o voluta. Qualcosa di simile alle prime riunioni che cattolici e laici, comunisti e liberali, socialisti e comunisti, repubblicani e massoni, tutti insieme avevano fatto negli anni’40 per andare a costruire quel nucleo di pensiero intellettuale che sostenne la resistenza anti-fascista e ha posto le basi per la nascita della nostra repubblica democratica.

Nessuno dei partecipanti ha la minima idea di mettere su un proprio partito, una sigla unica, una lista elettorale, uno statuto redatto da qualche ente astratto, persona, club, cerchio magico, che poi produce .-inevitabilmente- una specie di proclama che molto presto si trasforma in ordini perentori ai quali non ci si può sottrarre.

Ma un piccolo mattone vero è stato posto. Proprio perché non è stato cercato.

E’ stato trovato.

E la calce per attaccarlo al prossimo mattone, siete voi che leggete. Anche voi.

Così come lo sono tutti i cittadini che hanno voglia di diventare soggetti politici attivi senza per questo dover aderire a modelli pre-confezionati.

Ne abbiamo avuto abbastanza dei partiti decotti.

Ma non vogliamo neppure i partiti precotti.

Ciò che vogliamo è cucinare insieme: cibo fresco e selezionato, perché siamo italiani e amiamo la cucina ed è arrivato il momento di abbandonare l’idiozia e la melensaggine attuale per poter aspirare a un buon pranzo.

Quel convegno è stato un ganglo, niente più di questo.

Bisogna cominciare a costruirne altri. E poi li legheremo.

Perché l’alternativa per la costruzione di un fronte radicale e democratico in Italia c’è, è possibile, è praticabile.

Soprattutto è costruibile.

L’alternativa democratica c’è, se lo vogliamo.

Ma non la si fa senza che vi facciano parte tutte le componenti sociali autentiche della collettività: non si costruisce un bel niente senza che ci siano ANCHE i cattolici, i laici, i keynesiani, i marxisti, i massoni, i meridionalisti, i settentrionalisti, i federalisti e gli statalisti, ecc.

Non ha neppure un nome, perché per il momento non è nulla di più di un gruppo di persone completamente diverse che si sono viste insieme in pubblico una volta per esporre le proprie idee.

Se proprio dovessi dare un nome gli darei questo: ANCHE.

Perché se per caso, tu che leggi, sei un rom intellettuale e mi chiedi: “anche gli zingari?”

Io risponderei: “anche”.

Sono parte della nostra attuale esistenza civile multi-etnica, nessuno sa né che cosa pensino nè che cosa vogliano nè quali siano le loro aspirazioni. Magari ci fosse qualche zingaro pensante che vuol dire la sua. Abbiamo bisogno di tutti, nessuno escluso.

E’ il tallone d’Achille di Beppe Grillo (che seguito tatticamente a identificare come una testa d’ariete efficace e necessaria, ma niente più di questo): il cinque stelle è un movimento che lavora sull’esclusione e non sull’accorpamento e sull’aggregazione. Non vogliono e temono gli intellettuali, il che induce in sereni sospetti europei.

Io sono decisamente per l’Anche.

Perché bisogna cominciare a organizzarsi ed educarsi al dibattito e confronto democratico tra diversi, diciamo così “ugualmente distanti”. E’ la chiave di una società ricca e complessa. Bisogna cominciare ad abituarsi ad accogliere la diversità, altrimenti non si può costruire niente di nuovo. Tantomeno di originale.

La sintesi vincente viene fuori dalla somma delle voci.

Quando c’è una sola voce grossa che batte la grancassa, l’assordante rumore crea sempre silenzio di pensiero creativo e democratico.

La mente umana funziona così.

E a me, si sa, piace sempre l’idea di partecipare a qualcosa che mi fa sentire il profumo della libertà intellettuale, democratica, partecipativa.

Vengo anch’io, no tu no, è il mantra di Goldman Sachs (qui inteso come simbolo).

Sono invece per “anche i greci, così come sono, perché no?”

E da qui, tutti quanti.

Perché o questa realtà, questa nazione, questa Europa la cambiamo tutti insieme, oppure non sarà cambiamento.

NO rewind, this time.

17 commenti:

  1. Come mi sarebbe piaciuto poterci venire..
    C'è qualche video su youtube?

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  2. Se non sbaglio l'evento era organizzato da ecodellarete che ha pubblicato alcuni video, ma non sono tutti.

    http://www.youtube.com/user/ecodellarete

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    1. Tutti i video saranno presto pubblicati. Entro questa sera, ad esempio, saranno disponibili gli interventi di Piero Valerio (http://tempesta-perfetta.blogspot.com) e di Sergio Di Cori Modigliani. Potete visionarli su youtube all'indirizzo indicato dall'anonimo (a proposito, ma neanche un nick temporaneo, inventato sul momento, per poter fare riferimento a quello che dite?), oppure sul sito http://www.ecodellarete.net.

      Per chi volesse linkare il post nel quale, nei prossimi giorni, verranno raggruppati tutti gli interventi della giornata (dibattito compreso) il permalink è il seguente: http://www.ecodellarete.net/code/xslt.aspx?guid=4a61db00-69c6-43c2-8820-79fec67245eb&isOld=False&idSelEdition=361dce23-1a62-40c7-ac55-f689ac8246a5

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  3. Scusa Sergio, questa volta proprio non ti capisco.
    "il cinque stelle è un movimento che lavora sull’esclusione e non sull’accorpamento e sull’aggregazione."
    Cosa intendi dire?
    Ancora con la storiella che i meetup sono composti da imbecilli marionette i cui fili sono retti dagli stregoni della Casaleggio?
    Attenzione, questo è un momento delicatissimo per il M5S, ora che all'improvviso esistono già sono pronte schiere di ex pronti a saltare sul carro del vincitore.
    Grillo sta cercando, anche con scelte impopolari, di difendere la sua creatura.
    I meetup nascono proprio per aggregare..... Oppure Sergio hai qualche prova per affermare il contrario?
    Stefano

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    1. Sono laico. Aborro le religioni costituite, i guru, i santoni e anche i feticci. Questa storia dei meetup è una vera e propria ossessione vostra. Vi siete innamorati religiosamente della tecnologia e neppure ve ne accorgete, dimenticando che questo innamoramento è la base di ogni sana tecnocrazia che si rispetti. Io dico che intellettuali, menti pensanti di spessore non sono bene accette nel movimento 5 stelle, tant'è vero che non ne avete neppure uno e o vi date una bella svegliata e lo capite oppure correte il rischio di andare incontro a una sconfitta, elettorale o di consenso è irrilevante. Senza una classe intellettuale e senza un progetto culturale solido non c'è neanche una probabilità su cento di potere guidare nulla. Altrimenti, se non fosse così, Silvio Berlusconi non avrebbe dedicato così tanto tempo e una così vasta massa di denaro (parliamo di miliardi di euro) per acquistare case editrici, giornalisti, scrittori, editori, pittori, cineasti, filosofi, ecc.,ecc tra il 1987 e il 1992. Una volta comprati tutti questi, il resto è stato un gioco da ragazzini. Personalmente sono contrario alla tecnocrazia. Che poi abbia la faccia di Goldman Sachs o abbia la faccia di qualcosa d'altro che mi viene imposto nel nome di un presupposto futuro tecnologico disumanizzato, per me è del tutto indifferente. Sempre disumano è. La novità oggi consiste nel rimettere l'ESSERE UMANO al centro propulsore del dibattito. A me, francamente, che al posto del totem derivati & amici venga messa la rete & amici tecnofili non mi cambia nulla. Al centro voglio le esistenze vere delle persone vere nelle loro narrazioni vere raccontate faccia a faccia nelle assemblee permanenti di cittadini veri in luoghi veri. Anche un millimetro meno di questo è tutta robbetta manipolabile con facilità. Quando questo accadrà, la sollevazione popolare sarà conseguente e autentica.

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    2. Perdonami, i meetup saranno virtuali ma portano ad incontri VERI di gente REALE.
      Immagino tu abbia partecipato.
      Concorderai che non tutti hanno la possibilità (per motivi lavorativi, famigliari, economici) di essere permanentemente in assemblea.
      Qui la tecnologia aiuta, ma i meetup non si vogliono sostituire ai cittadini in carne ed ossa.
      Nessuno si è innamorato di uno strumento tecnologico, pure a pagamento.
      Sugli intellettuali in parte concordo, non ce ne sono di spicco per ora all'interno del movimento.
      Ma questo è anche implicito nella natura di un movimento che parte dal basso per aggregazione spontanea di cittadini.
      Non è una struttura che ingloba e coopta.
      E poi, se, davvero uno vale uno, anche gli intellettuali dovrebbero spontaneamente aggregarsi e proporre.
      Altrimenti, si ricade nella solita logica partito (Miglio docet.....)

      Anche tu usi uno strumento tecnologico per veicolare il tuo pensiero.... blogspot è forse una base per una sana tecnocrazia? :-D
      Stefano

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    3. ho dato un'occhiata a parte degli interventi del convegno, ha detto più cose sensate il prof.Bagnai in un'ora che Grillo e grillini in un anno... fatevene una ragione non siete ancora sufficientemente attrezzati come proposta culturale ed economica. Parma non significa niente, la gente vota 5 stelle per protesta e ci stà! Grillo ha fatto un ottimo lavoro nello sputtanare la politica.. ha dei meriti che vanno riconosciuti e mi auguro che il movimento acquisisca autonomia e forza propulsiva sua propria e inizi a camminare da solo, anche senza il suo guru... che tra l'altro dica una volta per tutte che rapporti ha con Casaleggio e CO. Con affetto a tutti i grillini.
      Per quanto riguarda il convegno, date il tempo di visionare i video e il sonoro in parte pubblicati su ecodellarete e vedete di non sparire.. son graditi ulteriori approfondimenti. Per il momento compliments

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  4. Ma anche no, il tormentone dell'anche e' stato usato e abusato da un certo Veltroni, che in quanto a disastri non e' secondo a nessuno. L sistema bancario non lo rovesciano gli intellettuali. Servono scioperi generali a oltranza, bloccare tutto per mesi, boicottaggio attivo e permanente del sistema. Altro che belle parole. Siamo incazzati neri, lo volete capire?

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    1. ma che cosa dici? Veltroni ha usato "anche" all'interno di una frase che era "ora tocca anche ai miei amici personali", tutto qui. Io parlo di un altro anche.

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  5. complimenti a Fraioli che ha realizzato quello che molti (me compreso) desideravano

    in quanto al Movimento 5 stelle,continuo a guardarlo con simpatia ma è evidente al suo interno la carenza di intellettuali potenziali ispiratori e questo è un grosso problema soprattutto ora che sta salendo vertiginosamente nei consensi,magari la colpa non è dei grillini,magari sarà degli stessi intellettuali,però è comunque un bel problema,cosa posso suggerirvi,provate a prendere contatto con loro...

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  6. Se siamo incazzati neri, perché non preleviamo, tutti quanti, quei 4 spiccioli che ci sono rimasti sul conto in banca. Sarebbe dirompente più di qualsiasi forma di sciopero.
    Peccato che non lo dice nessuno dei guru. Il punto debole del sistema è proprio quello. Mi pare che Grillo non l'abbia mai detta una cosa del genere. Sarebbe una cosa semplice, ma è il grimaldello per aprire al cambiamento. L'alternativa esiste sempre, basta trovarla, e solo quando pensi con la tua testa la trovi.

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  7. Abbiamo la forza e soprattutto la volontà di rinunciare ai nostri piccoli o grandi privilegi personali, alle comodità di questo mondo moderno? Quando si parla di ritirare i soldi dalle banche, di non pagare tasse ingiuste, di non votare, di manifestare una qualsiasi forma di protesta civile, bisogna poi saperne accettare le inevitabili conseguenze. Una minoranza lo fa perché motivata, per idealismo, per spinta culturale. Ed è quello che succede con la Resistenza ed i movimenti partigiani.Il popolo poi segue, se è arrivato al massimo della sopportazione o se coinvolto in qualche modo.

    Singolarmente possiamo fare testimonianza, ma se riusciamo ad unirci grazie ad un collante comune, oltre le diversità individuali, possiamo cambiare il mondo. Però bisogna crederci. Forse che la Costituzione Italiana non è nata in questo modo?

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    1. Sì, è nata così. Cominciano a scambiarci opinioni su come iniziare a formare dei gangli d'aggregazione che ruotino intorno a un Senso comune Umano.

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    2. questa idea mi piace

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  8. A proposito di Grillo e Casaleggio, ho trovato in rete questo link che vi segnalo. Non so quanto sia veritiero, comunque è un altro tassello che può servire.
    micheledisalvo.com/2012/05/chi-e-cosa-ce-dietro-grillo-e-al-movimento-5-stelle/. Si puo` scaricare interamente il pdf.

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  9. Rimettere al centro l'Uomo, la persona. Le sue esigenze e le sue aspirazioni, proprio come prevede la nostra Costituzione! Al contrario di quanto avviene oggi, dove la fanno da padrone gli interessi di entità concettualmente astratte (es. i mercati finanziari e non)ma la cui concreta esistenza, frammentata in un numero cospicuo di centri di potere e di interessi superindividuali ha ridotto l'Uomo a mero fruitore di un'esistenza che di Umano conserva ben poco.

    Luca

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  10. ho visionato il tuo intervento al convegno e ritengo che porre al centro la cultura e quindi il significato è il primo passo per riappropriarsi del Senso di se. Ora comprendo un fatto che mi successe decine di anni fa durante la lezione di scienze alle scuole medie. Io ero uno studente mediocre, il classico furbetto italiano che tirava a campare con le assenze strategiche per evitare le interrogazioni, ero uno di quelli che studiava all'ultimo momento alla fine del 2° quadrimestre tutto di un fiato per arrivare alla quasi sufficienza. Mai bocciato, sempre promosso prendendo per il culo i professori.. non so se è chiaro che tipo ero.. provengo da una famiglia di contabili e quindi anche io avrei fatto il contabile, quindi chi se ne frega se il prof. di scienze oggi spiega il fiore, il pistillo, lo stame, il calice... al massimo un domani i fiori li avrei venduti, li avrei fatturati o comprati alla mia ragazza per fare il fighetto, con la macchina nuova.. cosi' magari stasera me la da! ero una specie di cervello piatto votato al denaro alla tecnica del profitto, pensavo che le scienze umanistiche erano un'esercizio mentale per i soliti schick, che non hanno un cavolo da fare.. che si trovino un lavoro, anzichè menarla con queste cose inutili. Quando sarò grande mi dovrò svegliare presto come papà per andare a lavorare, lavorare per contare, fare tanti soldi, comprare la macchina e fare le vacanze al mare, non ho il tempo per studiare la divina commedia o i promessi sposi... insegnami il mestiere di fare denaro.. la cultura è un lusso!! ergo un cervello piatto come il mio a 12 anni non poteva che manifestare disinteresse all'inutile spiegazione del prof. alla lezione di scienze botaniche, anzi l'illustrazione del fiore e del pistillo mi suscitò ilarità.. ho associato al pistillo un simbolo fallico!! ridacchiavo, ho iniziato a ridacchiare (arrossisco mentre lo scrivo) il prof. si è incazzato perchè non sopportava che mentre lui ci parlava di scienza e cultura noi ridevamo. Allora il prof. smette di spiegare, appoggia il gesso e dice "se non interessa la mia lezione, vorrà dire che oggi interrogo". Poteva interrogare me e il mio compagno di banco che ridacchiava con me trovando simpatica la mia battuta sul pistillo, ma interrogò la secchiona della classe. Questo schiaffo morale mi è arrivato solo oggi, ora capisco a cosa serve la cultura. Grazie prof.

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