venerdì 4 maggio 2012

Un grande successo lo sciopero del 1 maggio. E adesso tocca a Bank of America



di Sergio Di Cori Modigliani


E’ stato un incredibile successo. Con delle punte davvero da record.
Lo sciopero del 1 maggio annunciato da “occupy wall street” ha radicalizzato la situazione in Usa riempiendo di sgomento i conservatori ma facendo tremare anche –e non poco- i burocrati del partito democratico che cominciano a rendersi conto delle enormi difficoltà nel riuscire  a mettere le mani sul movimento, traducendoli in voti sonanti per Obama.
Lo stato della California (se fosse una nazione indipendente sarebbe la quinta potenza economica industriale del pianeta) che da sola concorre nel produrre il 22% del pil nazionale, per la prima volta nella propria storia, si è fermata. Non era accaduto neppure per l’assassinio a Kennedy o per l’attentato alle torri gemelle di Manhattan, quando il governatore si assunse in proprio la responsabilità e seguitò a garantire i voli civili da Los Angeles a Sacramento e San Francisco.
Il 1 maggio, in California, hanno chiuso tutti i porti (San Francisco, Long Beach, San Pedro, San Diego) e tutti gli aereoporti.  Ha chiuso anche l’industria cinematografica che dà lavoro a 2 milioni di addetti e 256 set cinematografici non sono andati in produzione. Ha aderito perfino la polizia autostradale che girava sulle celebri Harley Davidson d’ordinanza con la smagliante coccarda “sto qui per garantire una viabilità sicura a tutti, ma il cuore è per lo sciopero e in teoria sto scioperando”, ossimoro curioso ma indicativo dell’atmosfera che si respira oltreoceano. 70.000 persone a Chicago (secondo gli organizzatori) e 40.000 (secondo la polizia che se ne attendeva non più di 2.000) e un corteo lungo due chilometri che a Manhattan ha attraversato la città fino a Wall Street. La borsa non ha chiuso, ovviamente, ma hanno chiuso 1750 agenzie di borsa che in tutti gli Usa lavorano per Wall Street e gli scambi sono stati ridotti del 60%. Ha chiuso anche la Chrysler di Marchionne a Detroit (chissà che cosa avrà pensato) e la sera dello stesso giorno sono partite subito due date per altri due appuntamenti clamorosi: uno a New York il 2 maggio e l’altro il 9 maggio a Charlotte, nella Carolina del Nord.
Molto dinamici e organizzati, i movimentisti stanno mettendo a soqquadro la truppa mediatica e gli amministratori che li avevano dati già per spacciati, e non riescono a comprendere come sia possibile che il movimento seguiti a ingrossarsi senza pubblicità, senza visibilità, senza i media che fanno da megafono.
Il secondo appuntamento è stato per il 2 maggio, nel centro di Manhattan, sotto la sede di Sotheby, dove migliaia e migliaia di persone si sono date appuntamento per protestare contro la famosa casa d’aste. Ecco il testo diffuso in passaparola twitterata e feisbuccata che ha radunato una enorme folla di intellettuali, artisti, professionisti, attori, costringendo i proprietari di Sotheby a far uscire la elegante clientela da un cunicolo sotterraneo anti-nucleare, annullando la cena di lusso e i cocktail celebrativi.  La protesta ha colpito moltissimo i cittadini newyorchesi ignari del fatto che Sotheby ha licenziato centinaia di persone e con la scusa della disoccupazione ha assunto dei lavoratori part time pagandoli al nero. E questa notizia ha provocato un vero scandalo. Il testo:
Tonight, at an exclusive 7pm auction, Sotheby's is expected to sell Edvard Munch's iconic painting "The Scream" for $80 million dollars. Outside, Occupy and labor allies will protest the Upper East Side art auction house in solidarity with 43 locked-out art handlers who have been replaced by Sotheby's with low wage temporary workers with no benefits. Catering exclusively to the mega-rich (by providing a service that makes them richer and more exclusive,) Sotheby's is perhaps the most quintessentially 1% institution there is. The 99% will not stand silent as union-busting companies like Sotheby's wage class war against us.
If you love art, and believe that art belongs to all people, not to private wealth, please come shut down Sotheby's. If you believe that paintings shouldn't sell for $80 million dollars, while some people can't afford food, rent, and medicine, come shut down Sotheby's.
If you believe that ALL workers have a right to organize, come shut down Sotheby's.                                          If you believe the 99% must stand together, come shut down Sotheby's!
C’era tutta la New York che contava. In Italia è stata data la notizia della vendita del quadro di Munch ma la Rai corporation ha censurato ogni attività di “occupy wall street” su specifico ordine venuto da Roma e oltre a non diffondere immagini non ha neppure dato la notizia.
L’altro appuntamento è per il 9 maggio, in North Carolina.
Sarà a Charlotte, dove ha sede il quartiere generale della Bank of America, e dove il movimento intende sostare in assemblea permanente davanti alla banca. Per evitare un disastro sociale, il governatore se n’è lavato le mani, ha dichiarato il caso “di competenza federale” e ha chiamato l’FBI perché se ne occupino loro. Di conseguenza, è stata legalmente coinvolta la Casa Bianca. Lo stesso Obama ha preso atto della situazione e ha dato disposizioni alla polizia locale chiedendo loro di andarci piano e molto molto soft. Ha detto in televisione che comprende la protesta e ha approfittato dell’occasione per annunciare una richiesta governativa ufficiale per varare un gigantesco piano di tassazione della finanza e di tutte quelle banche che optano per la speculazione sui derivati piuttosto che nel credito alle  imprese.
E così il movimento la cui attività era stata censurata per non far loro pubblicità, si è trovato addirittura il presidente che in conferenza stampa alla Casa Bianca ha parlato del raduno il 9 maggio identificando “occupy wall street” come “un interlocutore che non è più possibile non ascoltare, non vedere ciò che fa, e con il quale necessariamente è bene pensare di doverci fare i conti. E subito”.
Un grande successo, quindi, a dimostrazione che non è vero il principio per cui se non ne parla la tivvù non esiste, se non ne parlano i talks show non esiste e se i giornali non ne parlano non è accaduto.
Esiste eccome.
Basta abbandonare la passività, mettere il naso fuori di casa e andare in giro a vedere che cosa accade.
Chi lo sa, magari succede anche in Italia.
Ma noi ancora non lo sappiamo perchè non ce l'hanno detto, o comunque non ce ne siamo ancora accorti.
Spero proprio che sia così.
Lo auguro a tutti noi.

2 commenti:

  1. Sorel avrebbe apprezzato. E' interessante osservare come forme di lotta teorizzate molto tempo fa e successivamente ferocemente screditate da chi le temeva, paradossalmente riuscendo a convincere praticamente tutti, si rivelino oggi come la forma più appropriata di azione politica e sociale delle masse subalterne (che non vanno chiamate proletariato sennò si è ideologi della più bassa specie). Come sempre la sapienza antica prima o poi torna di attualità.

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  2. sono convinto che la voce del dissenso più efficace e la risposta alla crisi, almeno in tempi brevi, non possa che venire unicamente da occupy wall street. Non perchè ritengo che la società civile ha il "rigore morale" che la politica non ha, ma perchè questo movimento è attualmente l'unico e più efficace catalizzatore del dissenso al turbocapitalismo&finanziario sulla terra. I movimenti politici che nascono e proliferano in questi mesi in Italia (come mov. 5 stelle o il nuovo "ALBA") non riusciranno ad avere un seguito elettorale importante (almeno nelle imminenti elezione del 2013.. c'è poco tempo) e forse non sono neanche la risposta giusta.
    Occupy WS combatte la finanza sul suo stesso terreno: il mercato! in effetti anche il 99% dei cittadini USA fanno parte del mercato. L'hanno dimostrato spostando decine di miliardi di $ dalle banche d'affari a quelle commerciali. In sostanza, se crescerà l'iniziativa a livello mondiale, la politica di tutti gli stati, sarà costretta a rifare una nuova Glass-Steagal act (legge americana che dettò norme per la separazione delle attività finanziarie speculative da quelle di credito commerciale, abolita da Bill Clinton) e rendere più trasparenti le regole. Non sottovaluterei la forza di questo movimento.

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