venerdì 18 maggio 2012

340,75. Gli europeisti lo considerano il n. dell'infamia. Mentre The economist lancia un allarme generale, smentendo Mario Monti.



di Sergio Di Cori Modigliani


Giornata davvero succosa, dal punto di vista dell’informazione. Estremamente importante per cercare, quantomeno tentare, di comprendere come stanno organizzando il sistema di comunicazione mediatica mainstream, il cui duplice fine dichiarato deve essere molto chiaro a tutti: A). Salvare le banche, garantire l’uscita di sicurezza più veloce e indolore all’oligarchia finanziaria a costo di devastare l’intera Europa dei popoli e delle esistenze; B) Disinformare la gente creando confusione, contraddizione, paura, con lo scopo che nessuno venga a sapere che cosa “esattamente” stanno facendo.

E’ prassi normale in una qualunque guerra: confondere il nemico.

Ed è bene, oggi, chiarire che il nemico, per loro, siamo noi. I cittadini d’Europa.
Tutto ciò, per riconfermare il principio (che sembra paradossale ma non lo è) che davvero abbiamo il potere in mano ma non lo sappiamo. Se non fosse così, non tenterebbero di seminare discordia, di confondere, di non farci sapere. Starebbero zitti e non direbbero nulla.
E invece, hanno paura.

A farla da padrone è il Ragionier Vanesio.
Ormai in preda a un delirio egomaniacale, consapevole di essere stato già spinto nell’anticamera del licenziamento (giusta causa) per incompetenza tecnica, inefficienza, incapacità caratteriale, e personalità fiacca, non si rende conto –come tutti gli ego-mitòmani- che tanto più parla, commenta, annuncia, tanto più smaschera i giochi ai quali partecipa, e nel disinformare, ci informa.

Ma veniamo alle notizie secche del giorno, diverse e tutte interconnesse.

1). La prima è splendidamente positiva per tutti noi: si è spaccata la compattezza dell’oligarchia finanziaria planetaria. C’è una fiammella di speranza.
Per i soldi, va da sé, mica per le idee o per questioni di principio. C’è chi non ci sta a rimetterci qualche centinaio di miliardi di euro e quindi scàlpita, vuole vendere cara la pelle, minaccia di “fare quello che mi conviene e basta”.
E’ l’effetto di quello che io chiamo “boomerang etico”:
avendo costruito a tavolino una società complessa dove ogni singolo aspetto viene quantificato, monetizzato, e la gestione finanziaria ha preso il sopravvento su quella economica, politica ed esistenziale, in presenza di un gigantesco guadagno o di una gigantesca perdita saltano tutti i parametri, perché a nessuno degli attori del Potere interessa un fico secco dell’esistenza dell’euro, dell’Europa, dell’occidente, delle persone, del presente, del futuro, dei governi. Nicht. Interessa soltanto chi ci guadagna e quanto. E’ un po’ come doveva essere a Berlino nel febbraio del 1945, quando lo zoccolo duro intorno a Hitler pensava ancora di farcela ma non si rendeva conto che non funzionava più la mitologia manipolatoria che loro stessi avevano inventato per ipnotizzare la gente: alla fine erano diventati davvero tutti nazisti e quindi “che vinca il più forte, il più efferato, il più abile”. In condizione di totale emergenza, la società che LORO stessi hanno voluto costruire si ritorce contro di loro. Perché l’avidità prende il sopravvento sulla razionalità, e il calcolo si sostituisce al buon senso.

2). La rete (qui sempre intesa come libera web di scambio) li sta avviluppando a una tale velocità per cui non riescono più ad andargli appresso e ogni loro dichiarazione viene immediatamente amplificata, decrittata, decifrata e destrutturata, smascherando i loro squallidi giochi strategici. Ieri è avvenuto due volte, oggi pure. Stanno tutti alzando il tiro. C’è addirittura l’ipotesi (augurabile) che comincino a prendersi a pistolettate tra di loro. Questa mattina, infatti, un esponente di spicco della classe politica europea, un belga del partito liberale fiammingo locale, nonché commissario con poteri straordinari al commercio nella comunità europea, messo alle strette dal lavoro portato avanti da noi bloggers che da ieri pompavamo raccontando la verità dietro l’incontro tra Hollande e la Merkel (si sono visti per decidere come gestire la task force d’emergenza per affrontare rivolte sociali nel continente) ha dichiarato “ufficialmente” alle ore 9.45: “La BCE, l’Unione Europea e il Consiglio d’Europa stanno valutando l’applicazione e l’esecuzione di uno scenario di emergenza per gestire l’impatto socio-economico dell’imminente possibile uscita della Grecia dall’euro e dall’Europa”. Il politico si chiama Karl De Gucht. Quindi, ha confermato (grazie al semaforo verde dell’inedito asse Hollande-Obama-Cameron con appoggio fiancheggiatore del piccolo Sudamerica) che era vero.
Sono andati tutti nel pallone. Subito.
Il Ragionier Vanesio è sceso in pista dichiarando “ufficialmente” la posizione europea (ma chi lo ha autorizzato dato che in Europa, un commissario del commercio conta più di un modesto presidente del consiglio non eletto? Lui “ufficialmente” non ha nessuna delega per rappresentare l’Europa) e così, alzataccia furiosa e via con la smentita alle ore 7.30 del mattino, appena appena sbarcato in Usa, addirittura dall’aereoporto “non ci risulta affatto che la situazione sia quella presentata e rappresentata dal commissario europeo de Gucht, non c’è affatto nessun dispositivo in atto, non c’è nessuno scenario di emergenza, e la situazione è perfettamente sotto controllo, tant’è vero che il palinsesto della riunione dei G8 che io stesso aprirò alla discussione, avrà come tema di sereno confronto le modalità più logiche ed efficaci per superare il guado di questo delicato momento”.
De Gucht, va da sé, ha protestato, avvalendosi della propria carica, rincarando la dose “è mio còmpito coinvolgere l’intero consiglio d’Europa in presenza di una situazione che può provocare inattesi quanto complessi scenari di assoluta emergenza negli scambi commerciali immediati all’interno dell’Unione Europea: è il mio lavoro”.
E’ chiaro, quindi, che lo schieramento è il seguente: da una parte Hollande-Obama-Cameron, dall’altra Merkel-Monti che insieme fanno davvero una forte potenza economica: esattamente com’era nel giugno del 1940. Non è cambiato nulla.

Karl de Gucht non è un tipo simpatico. A me lo sta diventando.
E’ odiato da tutti.
L’hanno odiato gli ebrei che hanno protestato accusandolo di anti-semitismo, perché qualche mese fa ha accusato esponenti della lobby ebraica finanziaria all’interno di Goldman Sachs, J.P.Morgan, e Rothschild Bank. Ci furono scontri poderosi. Richiesto di fornire scuse affinchè si spargesse la cenere in tesa, si è rifiutato. Immediatamente si è presentato Hamas a sostenerlo, saltando sul cavallo in funzione anti-sionista, con la pretesa di spingere il Consiglio d’Europa a sanzioni contro Israele. Ma l’antisemita pro-palestinese de Gucht, invece, ha attaccato Hamas dichiarando che le fondazioni finanziarie dell’Arabia Saudita, dell’Oman, del Qatar, di Abu Dabi (finanziatori di Hamas) sedevano allo stesso tavolo e gestivano insieme “gli stessi fondi dei derivati che stanno strozzando l’economia”, quindi che Hamas stesse zitto. Risultato: israeliani e palestinesi in silenzio spariti nel nulla.
Un mese dopo questa zuffa, il nostro baldo de Gucht dichiara che “abbiamo un serio problema di legittimità politica in Congo (ndr. ex colonia belga) e l’Unione Europea deve intervenire se vuole salvaguardare lo spirito di commercio libero delle nostre merci in Europa affrontando il problema della corruzione governativa in quei paesi dove potenze economiche extra-comunitarie sobillano gli africani in funzione anti-europea”. Questa volta ad irritarsi è la Cina, la quale reagisce in modo cinese: subdolo, sotterraneo, clandestino, facendo abboccare la stragrande maggioranza dei cretini della sinistra europea. De Gucht viene identificato come “un fascista, colonialista razzista il cui fine consiste nel riaffermare il diritto del Belgio sulla libera democrazia del Congo voluta dal popolo che ha combattuto”. Finisce nella bufera di nuovo, ma lui tiene duro e mette a segno davvero un gran bel colpo. Guarda caso, proprio mentre era al centro della bufera, l’interpol scopre a Rotterdam quattordici container provenienti dalla Cina via Brazzaville, pieni di tonnellate di abiti firmati dei grandi stilisti italiani, francesi, profumi, scarpe, pellicce, (tutta merce contraffatta) per un valore commerciale di circa 2 miliardi di euro che stavano vendendo a un clan della criminalità organizzata, un inèdito pool a forma di joint venture di mafia marsigliese, ‘ndrangheta calabrese e mafia russa. 50 persone arrestate, i container distrutti con tutta la merce bruciata davanti a un notaio europeo alla tivvù belga e olandese, dove si è infiammato lo spirito anti-cinese e anti-Merkel. Per il momento il nostro baldo de Gucht riconferma lo stato d’emergenza in Europa. Il nostro ragionier vanesio nega. E intanto de Gucht diffonde “il numero magico”, trasformato dai bloggers indipendenti europei pro-Europa nel “numero dell’infamia”.
Ciascuno pensi ciò che vuole.

3). 340,75.
Questo è il numero.
Ma non è un numero qualunque.
E’ la cifra che la BCE ha stabilito sarà il controvalore della dracma contro euro a partire dal prossimo 2 luglio 2012. Durerà dieci giorni. La moneta, infatti, verrà immediatamente svalutata e ai primi di agosto il cambio sarà 600. Si stanno già costituendo diverse società immobiliari che già pregustano il fatto di presentarsi quest’estate in Grecia, da veri cannibali signorilmente attrezzati, per acquistare case, ville, interi palazzi in luoghi ameni a quattro lire quattro vere, tenerli chiusi sbarrati per una ventina di mesi e poi rivenderli a un prezzo maggiorato del 400, 500% quando i pochi greci sopravvissuti si saranno ripresi.
Perché proprio il 2 luglio?
C’è un motivo specifico e tecnico. E’ proprio questo che de Gucht e i francesi (ufficiosamente) stanno diffondendo per farcelo sapere.
Fino a ieri era stato anche per me un grosso quesito.
Ecco la spiegazione in maniera molto sintetica dell’intero meccanismo, che non è né facile né semplice da comprendere:

il mio sconcerto era nato, dieci giorni fa, quando Alexis Tsipras, il leader della sinistra radicale aveva gettato la spugna dichiarando “non vogliono semplicemente che siamo d’accordo, ma vogliono addirittura che siamo complici: questo proprio no”. La frase era stata pubblicata su tutti i media del mondo. A me, questa frase mi aveva posto dei seri interrogativi., perché non mi convinceva. L’uomo (che non conoscevo) non mi sembrava un piatto demagogo, né tantomeno uno in cerca di visibilità. “complice” di che? Di chi? Seguitavo a chiedermi che cosa intendesse dire con quella frase, perché era chiaro che non si riferiva alla finanza, a Goldman Sachs, ecc. era come se stesse cercando di dirci che c’era qualcosa di più, veramente inaccettabile. Ho cercato di informarmi, per quanto potessi, e avevo messo insieme dei frammenti sparsi, pezzetti di un puzzle di cui non riuscivo a intravedere la figura. Poi, ieri, poco a poco, tutto è andato a posto. E le informazioni finali sono venute in parte dal nostro antisemita-razzista-anti-palestinese-colonialista de Gucht, da diversi bloggers olandesi e scozzesi, da Giulio Tremonti, da David Cameron, da El Mundo, dal sudamerica e dall’articolo che apre il numero speciale di The Economist, con la emblematica copertina che vedete qui in bacheca.
Ecco i fatti, piuttosto complessi, ma spero di essere chiaro e divulgativo:
Il 10 gennaio del 2012 la Grecia (piccola nazione) stava come sappiamo. Aveva una grossa scadenza: 130 miliardi di euro dei suoi bpt (cioè il suo debito) che scadevano il 30 marzo. Di questi, 60 erano nelle banche tedesche, 40 in quelle francesi, 30 in quelle italiane; altre nazioni avevano poca roba greca, ormai se ne sono disfatti. Se l’11 gennaio la BCE avesse scelto di dare alle banche franco-tedesche-italiane a tasso zero la cifra di 130 miliardi da dare alla Grecia, magari al tasso dell’1% restituibili in venti anni, si poteva, forse, ancora salvarli. E’ una cifra esigua a livello macro-economico. E invece no. Scelgono di non darglieli e dicono loro: fate le leggi, varate le misure e ve ne prestiamo 150 il 15 marzo per la ripresa mentre intanto, grazie alle nostre misure, il paese si riprende. Arriva il 20 marzo. Il paese non si è ripreso affatto, anzi è peggiorato. Arrivano i creditori. La BCE dice ai greci: ok, paghiamo noi in parte il debito a nome tuo. Lo fanno, ma invece di dare i soldi ai greci, li danno alle banche creditrici le quali investono in derivati per guadagnarci su scommettendo sul fallimento della Grecia. Una vera follia omicida. E suicida. Il debito greco, quindi, viene spostato di tre mesi, ma adesso non è più 130 ma è diventato, nel frattempo, 200, perché ci sono tutti gli interessi composti. Nel frattempo, la Germania (in questi quattro mesi) si disfa di ben 40 miliardi di bpt greci –con la suicida complicità francese- e salva il proprio sistema bancario, impedendo a Francia e Italia di vendere i loro. La BCE annuncia trionfalmente a fine marzo di aver risolto il tutto costruendo un “firewall di difesa”, cioè 600 miliardi di euro. Ma per farlo hanno bisogno di tempo. Data: 1 luglio 2012, quel giorno saranno pronti, nel frattempo bisogna spingere i greci a resistere fino al 1 luglio per consentire alle banche francesi e italiane di vendere i bpt greci a soggetti terzi servi (nazioni africane, banche portoghesi e spagnole che possono anche fallire tanto sono piccole, che affondino pure i loro rispettivi paesi) poi, dopo il 1 luglio la Grecia può anche sparire dal pianeta. Quando Alexis parla con la BCE gli dicono (ecco la complicità) “guarda cocco, a noi, basta che arrivi con uno straccio di governo qualsiasi fino al 1 luglio per darci i 40 giorni di cui abbiamo bisogno”. Alexis dice no, preferisco fallire adesso. La Germania bleffa e risponde: fai pure. Ma Tremonti ha spiegato ieri, pubblicamente, che, in verità (diretta televisiva della durata di 4 minuti su rai news 24) “la situazione è la seguente: i bpt nella pancia delle banche europee sono finiti tutti nella speculazione dei derivati e si sono quindi moltiplicati”. Chiede il giornalista: “a quanto ammonta la cifra?”. Risponde Tremonti. “Il punto è questo, non si sa. Nel senso –e lo dico da esperto economista in finanza- hanno strutturato strumenti finanziari elettronici così sofisticati, complessi e astrusi che in questo momento solo pochissime persone al mondo, e io non sono tra quelle, che li sanno identificare e conoscono la vera cifra”. Il giornalista incalza “Quindi il debito greco che era piccolissimo è diventato grande?”. Tremonti suda, balbetta un po’ e poi: “In verità temo che sia così; si tratterebbe (ndr. usa il condizionale) di una cifra, diciamo così, sostenuta, c’è chi dice diverse centinaia forse anche migliaia di miliardi di euro, non lo sa nessuno”. Esterrefatto il giornalista incalza “Ma come! Non sappiamo neppure quant’è la cifra e chi ha in mano i titoli”. Tremonti: “Sì, è così. Nessuno lo sa. Si sa soltanto che è gigantesca”. Quindi, la Grecia è fallita e a Berlino hanno già predisposto il tasso di cambio della dracma: 340.75 dracme per euro, non avranno –dal 1 luglio in poi- neppure i soldi per acquistare un chilo di pane. Hanno soltanto bisogno di tempo per lucrare tutto ciò che è possibile su questa minuscola cifra del debito greco che è diventata nel frattempo gigantesca. Una volta arrivati al 1 luglio, diventa ufficiale: la bolla esplode. Ma c’è chi sostiene (Krugman, Stieglitz, Rohmer, da dieci giorni Hollande, da ieri Cameron, e da questa mattina il nostro antipatico de Gucht) che la cifra sia spaventosa; comunque sia, il rischio non vale la candela. La Grecia va salvata, perché è assolutamente necessario convincere questo fantomatico club (non si sa quanti siano e chi siano, quantomeno secondo Tremonti) che non conviene più scommettere sul fallimento il 1 luglio, quindi, siccome non conviene, non lo si fa. La Germania, invece, non vuole cedere. O la Grecia accetta tutte le disposizioni oppure che fallisca.

Mi rendo conto che non è facile da capire, io ho impiegato un po’ per comprendere il meccanismo.

Non si tratta quindi di salvare la Grecia nel nome di Eschilo, Platone o il partenone.
Si tratta di salvare la Grecia per evitare che accada anche al Portogallo e alla Spagna subito dopo, e poi, di là dopo un annetto anche all’Italia.

Lo capisce anche il meno compassionevole, il meno solidale e il più cinico.

Salvare la Grecia, ci conviene.
E’ interesse di tutti.

Sostiene il sito on-line di panorama, considerato attendibile: “Se i greci usciranno dovranno innanzitutto fissare un tasso di cambio per la nuova valuta”, elenca un esperto Oltremanica che preferisce restare anonimo, spiegando che l’idea che va per la maggiore è quella che prevede che ogni 340,75 dracme valgano un euro. “In realtà – aggiunge – c’è chi azzarda che la svalutazione potrebbe arrivare anche al 70%, fissando così il cambio a 500/600 dracme per euro”.
“La cosa più importante perché questo tasso di cambio venga difeso è però un’altra: le istituzioni greche dovranno limitare le transazioni con il resto del mondo per evitare non solo una fuga di capitali, cosa che tra l’altro sta già avvenendo, ma un collasso del sistema finanziario mondiale”.
L’economist ha lanciato l’allarme: “non si tratta più del debito greco, la Grecia non c’entra più nulla, si tratta della bolla finanziaria complessiva, siamo seduti su una polveriera”.

Alexis Tsipras non vuole essere complice. Vuole rimanere nell’euro oppure vuole fallire prima del 1 luglio.

Monti è d’accordo con la Germania. Perché? Sa forse quanto sono i derivati? Sa forse chi li ha? Dove stanno?

Il nostro interesse, e quello di tutta l’Europa è che la Grecia non fallisca affatto, oppure che lo faccia subito per smascherare il gioco molto prima del 1 luglio.

Non ci stanno informando, questo è poco ma sicuro.
Nella mia modestissima e minima quota parte cerco di dare un contributo, così come stanno facendo anche tanti altri volonterosi.
Penso che dovremmo dar vita a un forte movimento immediato di richiesta popolare per salvare la Grecia, qualcosa che abbia un forte impatto mediatico, e far confluire la parte bella (solidarietà, condivisione, compassione, fratellanza) con quella cinica egoistica (è nostro interesse, ci salviamo anche noi, si interrompe un circolo vizioso, salviamo i nostri conti correnti).

Non possiamo e non dobbiamo aspettare passivamente che il G8 scelga per noi.
Che garanzia abbiamo che non scelgano di gettarsi appresso ai derivati speculativi?


Dobbiamo e possiamo usare gli unici due strumenti a nostra disposizione: la rete per sbugiardarli di continuo e smascherarli, e una gigantesca attività sui social networks che possa servire come retroterra per chi, in questi giorni,  -per fortuna ne esistono ancora- sta tentando di impedire che salti tutto. Altro che futuro.

Il futuro è diventato oggi.

Anche se, magari ci si ritrova a fare qualche passo con uno come de Gucht, senz’altro antipatico e di sicuro un tipo strano; se non altro ha detto a tutti come stanno le cose.


Se c’è qualcuno che ne sa più di me su ciò che sta accadendo e su ciò che stanno combinando, welcome… sbizzarritevi pure nei commenti e vediamo se possiamo inventarci qualcosa di costruttivo.

C’è chi (e purtroppo ce ne stanno molti) che sono invece d’accordo nel favorire l’idea che vada tutto a remengo; a mio avviso, sono infantili e irresponsabili.

Distruggere è facile, ma sulle rovine si finisce sempre per sguazzare nella disperazione.

Cari lettori, che si fa?

37 commenti:

  1. Che si fa? Si viene a Frosinone in rigoroso incognito. Anonimo qui e incappucciato là. No, incappucciato ce n' è già uno fra i relatori...comunque credo proprio che verrò. Spero che non ci si limiterà a poderose e incontrovertibili analisi dati alla mano, scoppiettanti polemiche a distanza, disquisizioni sul giusto e l' ingiusto ma che si intravvedrà una qualche proposta di azione comune concreta.
    Perché voi relatori siete tanto bravi ma partite dal presupposto errato che informando correttamente la gente si svegli e si decida ad agire; non è minimamente così, tutti sanno già perfettamente come va il mondo e se ne fregano o se ne approfittano. Invece Grillo, che ha capito solo un quinto di quello che avete capito voi, riesce a smuovere e a motivare masse di persone che voi non vi sognereste neppure. Voi avete la conoscenza del "meccanismo" ma vi lasciate snobisticamente seguire da uno sparuto manipolo di happy few e meno sono più ne siete orgogliosi; le piazze che si muovono con Grillo invece fanno una formidabile massa critica ma hanno le idee terribilmente confuse. Insomma uno ci vede e l' altro ci sente, uno è la destra l' altro la sinistra o se a qualcuno dei relatori del vostro convegno frusinate piace di più, uno è Jachin l' altro Boaz: se non si lavora insieme non si otterrà niente. O capite che bisogna "abbassarsi" a trattare con i grillini per dargli una maggiore consapevolezza dei mezzi e anche degli obiettivi ma rispettando il loro modo di essere meno elegante e scientificamente preparato del vostro, o né voi né loro concluderete nulla.

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    1. ha ragione colui al quale sto rispondendo,lei insieme ad altri,caro Sergio,fate un lavoro bellissimo,c'è un grosso problema però,per comprendere questo post si ha bisogno di 10-15 min di attenzione e di studio (nel mio caso),ora tutti sappiamo che in generale c'è poco o niente di voglia di mettersi a riflettere su un post di mettersi a riflettere in generale,i pochi che lo fanno sono appunto pochi,e quindi come facciamo ad organizzare questo movimento se siamo così pochi?Grillo ha messo insieme tutti,studiosi e non,in questo sta un secolo avanti a tutti.

      Per finire:ma che roba è 'sto convegno di Frosinone con chiari riferimenti alla massoneria?

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    2. Il Convegno è questo. Leggi la presentazione dei relatori e vedrai chi è il massone.

      http://www.ecodellarete.net/code/xslt.aspx?guid=fd4e333c-a55c-44aa-8132-4d571877ca1b&isOld=False&idSelEdition=3d3cab7f-ac52-4062-84d5-80368fe431d5

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    3. grazie amico,grazie davvero,a meno di inconvenienti,chi se lo perde?

      a Modiglià,ce la potevi dire 'sta cosa!

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Guardate, 340.75 (1€ = 340.75 GRD) è il tasso di cambio con cui la dracma entrò nell'Euro, ed è ovvio che 340.75 è il tasso di cambio con cui la Grecia tornerà alla dracma.

    Per cui, di quale notizia sensazionale parliamo?

    Poichè entrare nell'€ ha significato ancorare la propria moneta ad un cambio fisso con l'Unità di Conto Europea, cioè il tasso di cambio di entrata nell'€ è stato il tasso di cambio relativo alle monete nazionali rispetto all'ECU, una volta tornati alle monete nazionali esattamente quelli saranno i cambi il giorno dopo l'uscita.

    Poi è chiaro che, considerata la situazione macroeconomica di deficit delle partite correnti, cioè calcolati quanti punti di inflazione per anno si sono "persi", la dracma subirà una svalutazione. E' difficile capire di quanto, perchè non c'è un precedente (come per l'Italia ad esempio nel 1992) a cui fare riferimento per calcolare i fondamentali. Probabilmente nel giro di una anno, si assesterà nell'ordine del 60/70%. (20% invece per la nuova Lira).

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  4. Caro Sergio,

    con questo articolo hai fatto un lavoro come sempre interessante ! Io comincerei la nostra difesa, la difesa di tutti, con i seguenti rilievi.

    01) I Derivati sono pseudo-Assicurazioni
    Finanziarie, il cui mercato non e'
    regolamentato. Pertanto i Greci dovranno
    impuntarsi nel far presente ai loro
    "presunti Creditori" che la loro carta
    non vale nulla. Questo e' il pensiero
    di molti economisti, tra cui primeggia
    Lyndon LaRouche.
    http://larouchepac.com (in inglese)
    http://www.movisol.org (in italiano)

    Questi, se dovesse "ripulire il mercato
    finanziario", semplicemente strapperebbe
    tutti i Derivati. Infatti vanno considerati
    solo una TRUFFA.

    Si comprende, così, perche' il primario scopo che persegue sia la reintroduzione negli Usa
    della Legge Glass-Steagall. Essa vieta alle
    Banche di contemporaneamente raccogliere
    risparmi, e con quelli praticare la Finanza
    in prima persona. Cioe': "Tu, Banca, o fai
    una cosa o fai l'altra ! "

    Egli considera questa misura l'unico metodo
    per spegnere l' attuale Incendio Finanziario
    e SALVARE IL MONDO.


    02) Dissento con te che solo i c/c dei Greci
    siano in immediato pericolo. Almeno
    Spagnoli ed Italiani sono gia' a rischio.


    03) Considsera che i migliori Studiosi,
    specie in Usa, ritengono che ai giorni
    nostri un eventuale Collasso di una
    moneta avrebbe una velocita' tale da
    levare il respiro.


    Ciao.

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  5. mi viene in mente una scena dei cartoon quella dove ci si passa la dinamite accesa di mano in mano.. quello sfigato che la tiene per ultimo salta in aria. La finanza si comporta così, ha sempre fatto questo, tenta di scaricare la merda agli altri per fare guadagni in conto capitale a breve termine. Forse non ci sono complotti o nuove oligarchie del turbocapitalismo finanziario, non c'è niente, solo gente che compra denaro e rivende denaro, compra quando conviene, indirizza i gonzi a comprare lo stesso titolo aumentandone il valore creando bolle speculative e vende subito prima che la bolla gli scoppi nel culo. Non so nulla di questa faccenda e non saprei inventarmi nulla di concreto. 1° crisi nel 2008 in USA, i governi non fecero nulla e aspettarono che i mercati si aggiustassero da soli (con l'aiuto della solita mano invisibile neoliberista). 2° crisi nel 2009/2010 dei debiti sovrani europei e dei PIIGS e i governi continuano a non fare niente. Ora ci siamo.. la 3° crisi default greco! Finchè i governi non agiranno verrà una crisi dopo l'altra, come osserva anche Tremonti, quella di oggi sarà anche peggio della precedente e sarà sempre peggio. Questa in arrivo sarà una crisi peggiore di quella di Lehman Brothers. I governi continueranno a non fare niente, dietro a quella Merkel, se non salvare le banche, aumentando così il debito pubblico, che si avviterà sullo spread, sui CDS ecc. ecc. L'unica cosa è che scoppi stà bolla dei derivati e vaffanc..o a tutti! a quel punto dopo una catastrofe molleremo il mouse e andremo a chiedere il conto ai tecnocrati e probabilmente se la crisi passa a Spagna e Portogallo, è scontato che arrivi anche in Italia e a quel punto devono scegliere se tornare indietro di 70 anni, dividendo l'Europa (con la Germania accerchiata) oppure fare intervenire la BCE e unificare parte del debito con gli eurobond. Forse ci vuole una tragedia greca.. alcuni l'hanno già battezzata Grexit. Se uscire dall'euro è da irresponsabili lo è anche rimanerci a queste condizioni.. mi auguro che si decida di far rastrellare dalla BCE i titoli greci (non è vero che per mandato non lo può fare, è una balla.. d'altronde l'ha già fatto con i titoli italiani), e che la BCE abbassi i tassi d'interesse di 1/2 punto, altrimenti spero che i greci ci mandino tutti a cagare subito prima del 1°luglio

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  6. Vorrei esortarvi a chiamare le cose con il loro nome: debito/credito. C'è chi ha dei credti e, contestualmente, chi ha dei debiti. Punto.
    Vedrete che vi appariranno meno complicate di quanto vogliono farci sembrare.

    Se continuiamo a parlare di "swap", "derivati", CDS, e chi più ne ha più ne metta, faremo soltanto il gioco di chi è interessato (apparentemente) a farci capire qualcosa, ma in vero sta facendo semplicemente il gioco delle tre carte per non farci capire nulla.
    Per due motivi: (1)spaventarci, (2)fregarci.

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  7. [Off topic]

    Sergio non riesco a leggerti con un feed reader, cioè un programma che preleva i post dal link Atom in basso a sinistra e li visualizza in un programma diverso dal browser web.

    Potresti seguire i suggerimenti che ti ha dato mausab il 16 maggio 2012 alle 10:00, nel commento al link di seguito?
    Grazie.

    http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2012/05/il-potere-e-andato-nel-pallone-paul.html?showComment=1337187619950#c3569047405162282845

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  8. Sta succedendo quello che nessuno pensa. La Germania sta pensando di fare le valigie. Lascia l'albergo. Ad altri la pulizia delle stanze.
    C'e' solo un problema. La sua fedelta' alla parola data.
    Ogni popolo ha nelle sue tradizioni la grandezza e la propria rovina.
    In fondo e' come la fine di qualsiasi amore, si torna a fare quello che si faceva prima.
    La notizia per noi oggi sono 5.400 dipendenti Fiat (impiegati) che se ne vanno in cassa integrazione. I tabu' cominciano a crollare.

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  9. Se un utente prova a dire queste cose sui blog dei grandi quotidiani online subito si forma un gruppetto di commentatori che gli danno del complottista o ultimamente del grillino(è la moda stagionale). Se il mondo sta collassando diciamoci la verità è perchè la maggioranza delle persone appartiene a quella categoria che crede ancora che l'11 settembre del 2001 un commando di invasati col turbante e la sciabola abbia abbattuto degli aerei civili sulle torri gemelle, finchè queste persone continueranno a bersi tutto quello che gli passa il convento dei media non solo il mondo collasserà ma se lo sarà pure meritato.

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  10. Non vogliono far fallire la Grecia perchè altrimenti gli altri vedranno che, fallire, conviene.

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  11. Qualcuno può dirmi di chi è la proprietà dell'euro?
    Se siamo noi comuni mortali o la banca privata bce?

    Credo che dalla risposta a questo quesito si possa capire quale sia il modo migliore di agire:

    1) Richiediamo la proprietà dell'euro qualora non fosse dei cittadini della Unione Europea(ed allora non sarebbe più moneta debito e scomparirebbero sia il tasso di interesse che la restituzione dell'importo creato a fronte di una corrispettiva quantità di PIL).

    2) Si liquidino i titoli del debito pubblico con le seguenti modalità:
    - alle famiglie ed alle imprese il 100% di quanto prestato agli stati,
    - al sistema bancario la percentuale pari alla quantità prevista dal cosiddetto trattato di Basilea 3, relativo alla riserva frazionaria.

    Saluti
    PM

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  12. articolo molto interessante come al solito.
    io sono abbastanza pessimista, perche' se e' vero quello che dicono dalla grecia ( che i soldi non basteranno per pagare gli stipendi di maggio ) adesso dovranno dichiarare default.
    e tutti quelli che hanno in mano assicurazioni sul fallimento della grecia andranno a battere cassa.
    e le banche falliranno.
    la politica europea ha perso due anni, non penso che in due settimane riusciranno a mettersi d'accordo.
    spero di avere torto, come lo spero...

    Saluti
    Nicola

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  13. 16 Inoltre faceva sì che a tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e servi, fosse posto un marchio sulla loro mano destra o sulla loro fronte,
    17 e che nessuno potesse comperare o vendere, se non chi aveva il marchio o il nome della bestia o il numero del suo nome.
    18 Qui sta la sapienza. Chi ha intendimento conti il numero della bestia, perché è un numero d'uomo; e il suo numero è seicentosessantasei.

    ... o forse 340.75 svalutato del 60%.

    In quanto alla Bestia avrei un lungo elenco di candidati...a cominciare da quel di Scandiano

    Melman

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  14. Ma siamo proprio sicuri che salvare la Grecia in queste condizioni sia davvero utile per tutti? Non è che il fallimento della Grecia, con effetto dirompente e traino, è il classico granello che blocca anche gli ingranaggi più sofisticati, scompaginando tutti i programmi del NOM?

    Sino a quando non cambiamo il sistema monetario, le coordinate di riferimento, ogni intervento parziale sposta solamente la soluzione dei problemi, complicandoli sempre di più. Perché la soluzione oggi viene proposta dagli stessi che sono all'origine di questi problemi, e non per incoscienza ma per scienza. Avete mai fatto caso che in molti governi i primi ministri e i ministri del tesoro provengono spesso dai consigli d'amministrazione delle principali banche e finanziarie, soprattutto negli USA? Quindi non è un caso che in tutti questi anni si siano privilegiate le attività finanziarie speculative, evitando ogni controllo se non di facciata.

    Ogni altra soluzione che non tiene conto di questo, restituendo sovranità al popolo, farà sempre il gioco di questi potenti... a meno che il giocattolo non si rompa prima del previsto. Un'Europa siffatta non è di alcuna utilità se la BCE fa l'interesse dei suoi azionisti,le banche nazionali, penalizzando i cittadini secondo uno schema medioevale di sudditanza.

    Certo, la reazione a catena dovuta all'implosione della Grecia, avrà conseguenze terribili, ma sarà anche un forte stimolo affinché la gente si svegli dal torpore e riprenda in mano la propria vita. Purtroppo, le analisi e i nostri discorsi hanno poca efficacia, Grillo è un fattore limitato se non effimero, un grande dramma può invece fungere da catalizzatore per scegliere un sistema alternativo che si basi sul bene comune, sulla solidarietà, e non sul consumismo e sul possesso fine a se stesso.

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  15. Lei,sig.Dicorimodigliani,è un blogger eccezionale,fornisce notizie boom in quantità industriale

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  16. Grecia non Grecia bisogna morire per poi rinascere.
    Il problema e':
    Cosa vogliamo essere, diventare, cambiare dopo essere rinati questo e' il problema.
    L'Europa cosi non ha piu' senso e una banda di staterelli che rischiano anche di frantumarsi al proprio interno non mi sembra la soluzione.
    Non credo nemmeno che basti eleggere assieme un Presidente di una UE sempre al di la' da venire.
    O si abbandona la costruzione verticistica, finanziaria e burocratica fin ora usata per costruire l'Europa (e questo bisogna dirlo a questi signori) e ci si rimette assieme per costruire dal basso la struttura
    sulla quale si potra' costruire una vera Europa dei popoli o se no diamo un taglio netto. O si muore di cancrena o ogni arto pensi a se.
    E se tagliano, e questa e' semplicemente la mia opinione, non rispondete, me la tengo comunque, il nostro corpo non e' in cancrena,
    e' putrefatto.

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  17. l'europa da costruire ovviamente è quella tanto sapientemente e minuziosamente descritta nel sito del grande oriente democratico o dall'economista Piga ma bisogna che la gente lo capisca,anzi bisogna che capisca che serve darsi una miossa o si muore ma io non vedo la benchè minima consapevolezza...

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  18. europa europa, io non l'ho mai vista girare per strada.
    non e' per caso che state parlando di "relazioni tra persone"?

    bene, allora queste da cosa sono condizionate? dal denaro? non proprio..... l'uomo non e' fatto di denaro.

    nessuna di quelle cose di cui parlate ha vita a se' ma sono tutte mosse dall'uomo, senza il volere dell'uomo quelle cose sono morte, immobili. il volere.

    acqua acqua..... siete lontanissimi dal capire cosa sta accadendo.

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    1. Eilà Indo ma dove sei stato tutto 'sto tempo?

      In ritiro spirituale in un tempio buddista? :-)

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  19. grazie mille per il bellissimo articolo. mi permetto di lasciare un commento nel vuoto dell'etere telematico, e di intromettermi nel mondo trofico dei blog e delle loro considerazioni, dal basso della mia poca esperienza di queste 23 primavere. sono pensieri di cui si sente poco parlare in giro e di cui anche in questo blog non ho visto molte tracce, forse perchè non ne è la sede appropriata. quando penso a delle soluzioni o delle vie d'uscita a livello personale e collettivo, cerco di tenerle sempre a bada, di non crearne un dogma pericoloso per me e per chi eventualmente mi ascolta. premetto che quanto segue, nella sua forma -per mancanza di tempo e di capacità di scrittura, rispecchia solamente l'esigenza di esprimere idee che somiglino a qualcosa di chiaro. questo vorrei fosse chiaro dall'inizio alla fine. sono considerazioni, e plaudo all'idea di una risposta pronta a smontarle una ad una. sono rivolte ad un uomo che non ha alcun potere decisionale nella società, se non quello ormai patetico di un voto. andando a monte di tutte le questioni di cui si parla in quest'ultimo periodo, dove finalmente inizia a palesarsi il maleficio del capitalismo, mi è ricorrente sempre uno stesso pensiero. come si fa a cambiare un sistema in cui si è dentro fino al collo e che si alimenta, sia pur a livello microscopico e, certamente, a dosi diverse. come si fa a rifiutare e combattere un sistema che ci coinvolge in tutti gli aspetti della nostra vita. cerco di spiegarmi meglio. ricorrerò prima a due esempi. abbiatene pazienza. il primo più ampio e scadente nel mondo platonico delle idee. è quello della matematica. a titolo introduttivo. nella matematica mi risulta che un membro di un'equazione è semplicemente soggetto alle leggi di quell'equazione. qualsiasi cambiamento dei membri deve rientrare all'interno delle leggi che pur permettendone il cambiamento, regola gli stessi membri e li racchiude in quel sistema. no matter what. il secondo riguarda un fatto accaduto un po di anni fa, che riguarda il nostro mondo piu da vicino rispetto alla sublime e pericolosa astrazione della matematica. l'incidente della bp nel golfo del messico. quando ho appreso la notizia, piu forte dell'indignazione e della rabbia verso quanto successo, è stato un senso di enorme colpa a prevalere, colpa di essere parte di tutto ciò che ha portato a cotanto disastro. mi indignavo a sentire le persone che criticavano quanto successo, senza rendersi conto che la loro vita attuale dipende totalmente da quella nave che è affondata e dal suo contenuto riversatosi in mare. certo, disgraziatamente. certo, per delle colpe umane forse evitabili. ma i presupposti perchè accadesse c'erano già, ed erano alimentati da tutti noi che poi criticavano. penso che per la critica al capitalismo ed alla situazione odierna avvenga una cosa simile. io che critico e mi indigno per le ingiustizie, ne faccio parte, pur sia se alla fine dei conti ne fossi vittima. senza contare che io negli anni di bonanza che il capitalismo ha saputo portare nella società -benesssere costruito su altre ingiustizie ma che in fin dei conti erano lontane e non a casa nostra e vivibili sulla nostra pelle, se non per l'indignazione di una guerra scoppiata o di un reportage sulle malefatte di una multinazionale, io dicevo, in questo benessere ci ho sguazzato come porco tra le ghiande. questo io impersonale include me e i miei cari in questo allegro sguazzare, e credo che siano veramente pochi quello che non l'abbiano alimentato. mi riferisco a tutta la merda che è stata prodotta e comprata da noi poveri consumatori, meccanismi di un ingranaggio enorme.

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  20. ora la vita di molte persone si scopre incredibilmente vincolata alle dinamiche di mercato, della finanza, delle banche, di prodotti interni, lordi o escrementizi che siano. noi consumiamo come idrovore. e se ne facciamo parte e lo alimentiamo, dobbiamo subire. chi più, chi meno, deve subire. tuttalpiù si può sperare di stare meglio di altri. ma gli altri che stanno male non scompariranno mai. il capitalismo è costruito sulla disuguaglianza mascherata come libertà di affermazione. vorrei tirare in ballo anche gli indignados. e la parola scelta per il movimento. indignati? indignazione dovrebbe recare il nostro stile di vita e la complicità che abbiamo in tutto ciò. io da un pò di anni vivo questa sensazione, e le notti insonni si moltiplicano proporzionalmente al suo affermarsi, mentre cerco di dipendere il meno possibile dal consumo. ci si può indignare o ingegnare, certo, ma cosi non si combatte il capitalismo ma soprattutto, il consumismo. dovremmo capire che anche il giocattolo comprato ai nostri figli fa parte di questa ingranaggio. noi dipendiamo interamente dalla gentaglia che oggi disconosciamo, cosi come da quella occulta da cui non possiamo nemmeno disconoscerci perchè sta dietro ai tantissimi numeretti dei giornali della borsa. ecco, arrivo ora alle conclusioni raggiunte da questi pensieri, a tentativi, per quanto goffi e inutili possano essere, che rientrino nelle cose che si fanno e non di cui si discute. credo che un buon inizio sia eliminare totalmente i consumi. non ho idea di cosa ciò possa comportare su vasta scala se tutti seguissero quest'idea, probabilmente qualcosa di brutto. ma una grossa spallata al mostro del capitale potrebbe essere questa. rifiutare totalmente il denaro. non toccarlo più. va bene, si sta esagerando. cosa cerco di dire: tenere i soldi che servono per vivere. VIVERE ovvero permettere le nostre funzioni vitali e poco più, a discrezione delle comodità a cui è abituato ciascuno. intendo includere solamente: mandare a scuola i bimbi, pagare le bollette della luce, dell'acqua e -via, per ora anche del gas, pagare l'affitto. full stop. cibo in primis e tutto quanto il resto deve circolare solamente attraverso il baratto e lo scambio di favori tra le persone. bloccare l'economia. vestiti? mobili? macchine? viaggi? ristoranti e bar? forget it all. assaltare le discariche può anche essere un'idea per calmare la sete ormai atavica di prodotti che tutti noi abbiamo, e aiuta a capire simbolicamente cosa produce il capitale: rifiuti. tra cui si troverebbero tra l'altro un sacco di cose che potrebbero tornare utili. cercare che cause ed effetti delle nostre azioni non superino i 50km da dove viviamo. sperando nel tempo che la storia abbia insegnato che oltre il 50esimo km non ci sia un nemico da abbattere, ma un simile. iniziare da questi punti quantomento.

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  21. detto questo, non credo nel mito del bon seuvage, non credo che sia facile rinunciare al benessere con cui il capitalismo ci ha cloroformizzati, non credo nemmeno che tutto ciò porti verso una società più giusta e tantomeno gestibile. non credo nel mito dell'autosufficienza e nemmeno all'idea che semplicemente rifugiandosi o facendo finta di essere autosufficienti senza esserlo ci si assolva. vi sono però degli esempi confortanti nel mondo, cito i caracoles del chiapas. credo che non considerare questo punto di vista sia altrettanto incosciente. credo che se un cambiamento non arrivi da noi per primi, non arriverà certo dall'alto. perchè quelli non cambieranno mai. bisognerebbe rivalutare la povertà, quando essa è sinonimo di solidarietà e complicità, e non di disperazione cieca perchè non si riesce ad essere un pò più ricchi. ricordiamo anche che oltre la società, come diceva bordiga in tempi ben anteriori alla palesità attuale, il capitalismo distruggerà anche la natura. il capitalismo ci nutre come una mamma irresponsabile che riempie di farmaci e antibiotici il proprio bimbo. dobbiamo chiarirci con la mamma, non ribattendo più o meno timidamente che ci si sente un pò intontiti da cotante medicine, ma rifiutandole fermamente. vediamo che succede e fino a che punto siamo disposti a rinunciare. dalla fuga e dalla rinuncia si potrebbe iniziare, quindi. don chischiotte e taoismo i nostri referenti almeno per un po di tempo, per disintossicarci dal morbo del consumo. come ho detto non credo nel mito dell'autosufficienza e non mi convincerò mai che ritirandomi in un monte con una cerchia di persone riuscirò ad essere libero dal meccanismo descritto fino ad ora. però ricordo anche che secondo l'induismo in un'epoca di kaliyuga -epoca in cui i conflitti avanzano con cosi tanta forza ed hanno cosi tante variabili che è inutile cercare di contrastarli, e in cui l'ignoranza spirituale è così dilagante, bisogna semplicemente rifugiarsi, stringere i denti, e rinunciare. i conti verranno fatti poi. tradotto in un linguaggio che si potrebbe sentire nella mia città, il mito verrebbe tradotto pressapoco così: mi go prova a convinserlo, ma se no me scolta no posso neanca diventar mato. 'mi eo moeo coe so storie e che se rangi'.

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    1. caro pimpi...il bello è che sta accadendo (siamo agli inizi di questa fase) esattamente ciò che tu sostieni sarebbe salutare che accadesse. Sta accadendo ma non per scelta o per motivi etici. Bensì come conseguenza del disastro prodotto da chi ha gestito il potere, perchè i consumi si sono contratti e quindi la gente inizia a consumare molto ma molto di meno. Si creano diversi fenomeni: 1). L'economia crolla perchè è basata sul consumo e quindi manda nel pallone chi gestisce il potere perchè non sa come risolvere la faccenda. 2). Le reazioni degli individui sono di tre tipi, selezionate e identificate proprio in questi giorni dagli antropologi, e sono a) alcuni (e mi auguro il loro numero cominci a ingrossarsi fortemente) "scoprono e stanno scoprendo" che in realtà si può vivere benissimo senza consumare o consumando pochissimo; b) altri (il loro numero sta ingigantendosi purtroppo spaventosamente) che incorporano un senso di disperazione e deprivazione da tossici perchè la loro vita era interiormente vuota ed erano totalmente identificati nei feticci del loro consumo e finiscono per suicidarsi oppure si ammalano di depressione o vaneggiano in un qualche modo senza rendersi conto di essere andati fuori di testa; c) altri ancora (la maggioranza) sono "gli indecisi esistenziali" che praticano una certa indifferenza, un certo cinismo buontempone, perchè qualche brandello di realtà l'hanno percepita ma ringraziano il cielo di avere il poco che hanno finchè dura; in sintesi, se ne fregano. La svolta (ma questi ultimi non lo sanno) avverrà quando anche la loro solidità apparente svanirà. A quel punto ci sarà una gigantesca massa di persone fuori di testa completamente incontrollabili pronte a tutto, che mediamente non capiscono nulla di nulla, inviperite, avvilite, che da qualche parte e in un qualche modo dovranno pur andare per sopravvivere. Sarà divertente, per non dire orrendamente tragico, vedere che cosa accade quando la gente si rende conto di come stanno veramente le cose e di come si stanno mettendo. Il Potere gongola perchè sa (è probabile abbiano già piani predisposti al millimetro) che tireranno fuori la "Cura Miracolosa Giusta" proprio all'ultimo minuto dei supplementari e tutti saranno estasiati nonchè entusiasti all'idea di aderire al miracolo. Generare, produrre, organizzare la paura, il terrore, lo sconcerto, l'avvilimento, è parte fondamentale per poter finalmente avere una enorme massa di persone disposte a tutto per necessità imperiosa e quindi bersi la Nuova Cura Miracolosa. Il fatto è che non esiste nessuna cura.

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    2. (segue)Consiglio caldamente a tutti di aspirare, per quanto sia possibile, a entrare nella prima categoria. A questo serve la Cultura, è un ottimo strumento che consente di avere strumenti interiori sufficienti per riuscire a comprendere la differenza tra bisogni e desideri reali e quelli che invece sono fittizi. Mangiare è un bisogno reale; mangiare le schifezze che vogliono che io abbia voglia di mangiare non è un desiderio reale. Idem per tutto il resto. Per chi vuol stare da solo, trovatevi un bel posticino e attendete la primavera. Chi ama stare in coppia, consiglio vivamente una accurata scelta intelligente: dotarsi di partner davvero piacevole -nelle zone essenziali dell'esistenza- e cercare di godersi la vita con ritrovata semplicità esistenziale quotidiana. Una meraviglia. Il solo fatto di cominciare a sentirsi bene e in armonia con quelli che girano dentro la tua tana, già questo manda nel pallone il Potere che sta cercando di aumentare vigorosamente il numero di quelli che io chiamo "gli sfollati esistenziali" per poi poterli sistemare come e dove dicono loro. Devono perciò produrre ansia, panico, paura, soprattutto disarmonia e antagonismo. Basta cominciare ad essere colti. Essere colti vuol dire sapere di potersi permettere il lusso di dire a se stessi: "so da me dove mi devo sistemare" ancora di più, "mi sistemo da solo nel cantuccio o nel castello che mi piace". Si chiama auto-determinazione in armonia: manda in frantumi qualunque piano dei servizi, siano essi segreti o lampanti. Vuol dire aver detto a se stessi: io non sono un criceto di Pavlov in laboratorio. Basta questo, e la strada verso il cambiamento si apre rigogliosa davanti a tutti noi. E' davvero l'uovo di Colombo. Ha il vantaggio che, per poterlo praticare, non è necessario iscriversi a un partito. Tantomeno prendersi la briga di inventarne uno nuovo.

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    3. grazie della pronta e condivisa riposta. la domanda credo resti sempre la stessa, appunto. quanto siamo disposti a rinunciare. difficile dopo tanti anni di cloroformio. credo che la critica debba spostarsi verso questa domanda più di quanto non lo faccia. il motivo per cui non è così forse perchè in fin dei conti anche chi porta avanti la critica vive ancora del modello criticato e delle ricchezze utili e inutili che sa ed ha saputo dare. alla terza categoria di persone da te citata (quanto sono d'accordo con tale anilisi!) auguro che il tornaconto arrivi accompagnato da yaksa. grazie ancora sergio.

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  22. probabilmente i figli imparerebbero molto anche sulla strada dell'autosufficienza, che chissà un giorno, ritornerà tra noi umani, coi prezzi e le lotte che comporta, ma con una zaffata di verità che arrivasse ora, sarebbe quantomeno salubre. qua bisogna seguire la pratica, basta con la teoria, perchè come hai detto anche te in più articoli, anche secondo me la fine -qualunque forma essa possa assumere, è più vicina di quanto si creda. benvenuta una risposta, anche mono sillabica.

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  23. il denaro, la finanza e simili non li abbiamo trovati in natura, sono il frutto dell'uomo per regolare le relazioni tra gli uomini.
    va da se', come dice Sergio, che tali relazioni producono le regole e non viceversa.
    e' sulle relazioni TRA NOI che occorre puntare il dito ma non lo facciamo per un qualche strano motivo.

    noi siamo il problema e anche la soluzione, il denaro e i derivati da SOLI NON SI MUOVONO.

    come vogliamo vivere? cosa vogliamo gli uni dagli altri? da qui si parte e nelle regole si arriva, non il contrario.

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  24. quindi, prima di continuare a straparlare di regole che poverine di colpe non ne hanno alcuna, parliamo dei fondamentali, cioe' dell'ultima frase del mio commento di sopra.
    una volta trovato un accordo sui fondamentali allora e solo allora ci si concentra nel trovare le regole migliori atte a costruire e mantenere questi fondamentali.

    al momento state parlando del niente condito di niente, il tutto in un casino indecifrabile anche per chi (e soprattutto) ne parla.

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    1. concordo pienamente con quanto dici indiopalma. da lì bisogna partire. lo strano motivo di cui parli penso sia da andare a cercare in radici lontane: i concetti aristotelici di oikonomia e di krematistikà la dicono lunga.

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  25. Non tutto il male viene per nuocere, dicono. La Grecia tornando alla dracma ha un'unica opportunità: Portarsi a casa i 5 economisti MMT che sono stati a Rimini con Paolo Barnard a fine febbraio scorso e con questi lavorare, lavorare e lavorare. E in accompagnamento una bella pernacchia all'EURO.

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  26. Buongiorno, vi segnalo questo interessante articolo:
    Hey, Germany: You Got a Bailout, Too

    http://www.bloomberg.com/news/2012-05-23/merkel-should-know-her-country-has-been-bailed-out-too.html

    Corrado

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