venerdì 14 novembre 2014

Che fa l'Europa? Che succede in giro per il continente?



"Es hora del sentido comùn, de recuperar la soberanìa y la democracia. Todos juntos, claro que podemos!".
                                                                                   Pablo Iglesias

(trad.: "E' l'ora del buon senso, di recuperare la sovranità e la democrazia. Tutti insieme, ma certo che possiamo farcela!")


di Sergio Di Cori Modigliani

In Europa, in questo momento, esistono quattro nazioni e mezzo nelle quali non è assolutamente possibile andare a votare.
In comune, questi paesi hanno il fatto di coprire l'intera area del Mediterraneo.,
Sono la Grecia, il Portogallo, la Spagna, la Francia e l'Italia.
L'Italia è il "mezzo paese", non è ancora certo se possa o non possa.

I sondaggi in Grecia (sembra quelli veri, a disposizione del ministero degli interni e che vengono letti ogni mattina sia dalla troika che dalla commissione europea) sono molto chiari ed espliciti in proposito: per la terza settimana di seguito rivelano un trend ormai accertato.
Se si andasse a votare, la lista Tsipras vincerebbe alla grande con un risultato intorno al 25/30% dei consensi. Il secondo partito sarebbe, probabilmente, la lista neo-nazista di Alba Dorata, intorno al 15/18%. Finirebbero terzi e quarti il centro-destra e il centro-sinistra, ovvero le due compagini che hanno amministrato la Grecia, a turno, negli ultimi 15 anni.
Risultato: in Grecia non si può andare a votare.
In Portogallo, in seguito a una miriade di scandali finanziari, la prospettiva è cambiata radicalmente negli ultimi sei mesi. Un mini partito di ecologisti volenterosi (O'Tierra Madre) risulterebbe addirittura il primo partito, con una totale debacle della destra e della sinistra e un fallimento annunciato per Josè Manuel Barroso, l'uomo di ferro dell'Unione Europeo che ha presieduto negli ultimi 5 anni la commissione fino a venti giorni fa: è dato quarto.
In Francia, è cosa nota, Marie Le Pen vincerebbe alla grande con una differenza di 20 punti rispetto a Hollande.
In Spagna, un partito figlio degli indignados de la Puerta (il primo movimento europeo ad aver dato il via, nel 2011, al risveglio dei cittadini) che si chiama "Podemos", fondato il 15 marzo del 2014, vincerebbe le elezioni. Nel maggio scorso, alle europee, ha ottenuto l'8,5% dei suffragi. Ma ai primi di settembre arriva la clamorosa sorpresa. La pattuglia di deputati europei -autonomi, indipendenti, senza nessuna affiliazione perché non sono riusciti ad accorpare il numero richiesto di nazioni- inizia a lavorare "virtualmente", grazie a un eccezionale e altamente professionale ufficio di comunicazione, costituito da personalità ad alta competenza specifica, e "fingono" di partecipare ai lavori della commissione europea. Emettono quotidiani e regolari comunicati stampa e lanciano un programma specifico inventato da un informatico di Valencia per varare le prime piattaforme di democrazia diretta. Propongono delle leggi (il tutto, si intende virtuale) e le fanno votare in rete. Per poter votare basta essere cittadini spagnoli e residenti nel territorio del regno iberico. 
Gli organizzatori si aspettano circa 20.000 votanti. 
Ne arrivano, invece, 275.000. Dopo venti giorni, una seconda votazione su un altro provvedimento raggiunge i 340.000 votanti.
Diventa un "caso di interesse sociologico" di cui si comincia a discutere e parlare in Spagna.
Ma a ottobre arrivano i sondaggi dell'istituto demoscopico reale: per la terza settimana di seguito indicano la lista "Podemos" al 28% nel caso di elezioni, con il partito socialista al secondo posto con il 22% e il centro-destra (attualmente al governo) con un 15/18%.
Il leader di Podemos, Pablo Iglesias (proveniente dal settore della sinistra anarchica di catalana memoria) che ha 37 anni di età, giornalista, scrittore, intellettuale, viene intervistato da tutte le televisioni e il suo indice di gradimento tocca livelli vertiginosi-
El Pais, il più importante e diffuso quotidiano della nazione, pubblica un ampio reportage sull'inedito quadro politico della nazione e chiede una verifica di questo clamoroso dato proponendo di indire nuove elezioni.
Arriva il no perentorio dell'Unione Europea.
Così come per la Grecia.
Così come il Portogallo.
Così come per la Francia.

I popoli europei sono stati sequestrati.

Come sosteneva Pablo Iglesias in una intervista televisiva (42% di share, superiore alla finale dei mondiali di calcio di quattro anni fa quando la Spagna vinse) rispondendo alla domanda capziosa "ma lei si considera un democratico alla guida di un partito democratico?" ha risposto: "Prima di tutto il nostro è un movimento e non un partito, è orizzontale ed è strutturalmente posizionato in termini liquidi; stiamo formando un'adeguata classe dirigente e siamo pragmatici. Il termine "democratico" è obsoleto e retorico. La democrazia in Europa è finita. Non esiste più. Noi viviamo nella post-democrazia. Siamo dentro una realtà radicalizzata dove esistono due fazioni: da una parte una oligarchia sempre più ristretta e sempre più ricca, dall'altra l'intero corpus sociale. Non esiste più lo scontro capitale-lavoro. E' anche ridicola la dizione destra-sinistra. C'è un unico tavolo che va aperto: quello tra l'oligarchia e i rappresentanti dei ceti sociali che producono e lavorano, o che vorrebbero farlo visto che in Spagna la disoccupazione giovanile ha raggiunto il 50%. Il problema consiste nella re-distribuzione delle ricchezze, non nei dati del pil".

E l'Italia?
Ecco il punto: come al solito siamo il 1/2 paese.
Una incognita.
Neppure i più accurati sondaggi sono in grado di prevedere lo stato reale di una potenziale elezione politica.
Perché siamo diventati un "paese virtuale".
E' il risultato della comunicazione politica iniziata da Berlusconi a tambur battente nel 2001, in seguito proseguita e sempre più perfezionata da Monti, da Letta, che raggiunge l'apice con il caro leader: la pratica dell'annuncio, la titolazione che sostituisce il contenuto, la visibilità che sostituisce la sostanza, il nominalismo magico che sostituisce la realtà dei fatti.
E poiché il disagio aumenta e dilaga, i soldi sono sempre meno, i consumi quindi non possono ripartire, aumenta la confusione e l'annebbiamento.
Mentre, nel resto d'Europa, chi sta al potere sente il fiato sul collo dell'opposizione collettiva della nazione e corre ai ripari (se non altro) per tappare un buco immediato e le falle di emergenza applicando dei provvedimenti reali, fattibili, immediatamente operativi, nel nostro paese si va avanti a tweet e post su facebook, con conseguenti forum da bar.
In Francia, ad esempio, la notizia migliore per Hollande -che considero comunque un uomo molto intelligente e capace, un "vecchio politico" che ha scelto quindi la strada del compromesso debole, pensando nel frattempo di rabbonire i tedeschi che, con realismo storico, teme perché li conosce - è stata risultato europeo e i susseguenti sondaggi che lo davano straperdente a favore dell'estrema destra. Migliore, secondo me,  perché si è liberato del fardello di "mantenere il consenso" visto che non ce l'ha e ha attuato subito dei dispositivi finanziari che in Francia stanno funzionando, migliorando la situazione nel paese. Hollande ha avuto quindi la possibilità di andare dai suoi poteri forti locali (ciascuno conosce i propri polli ed è sempre con loro che è necessario fare i conti) per dire con chiarezza "o redistribuiamo la ricchezza in maniera intelligente oppure ve la vedete con la Le Pen e posso anche dimettermi" (confermato da Le Point e da Le Monde).
In Spagna, il movimento "podemos" sta obbligando Rajoy a fare i salti mortali pur di sopravvivere e impedire una vera rivoluzione in Spagna, e la stessa cosa sta accadendo in Grecia.

Da noi, invece, non cambia nulla perché il caro leader ha fatto di twetter il suo distintivo preferito. Ciascuno ha i propri gusti. ma si tratta di una finzione narrativa. Il nostro premier è vecchio, stantio, obsoleto.
La considero l'ultima (in ordine di tempo) grande truffa : offrire ai cittadini del paese dei balocchi una mummia incartapecorita democristiana che ha le parvenze di un giovanotto high tech.
E l'Europa lo sa benissimo.
Gli avvoltoi dei colossi finanziari ne approfittano.
Anche le grandi potenze.
E' di oggi la notizia che il gruppo nipponico Hitachi sta acquistando la Ansaldo cantieri.
E i giapponesi li sanno fare gli affari, non sono certo una società di beneficenza innamorata del Bel Paese. Bloccata la cordata cinese per papparsi le nostre banche decotte piene zeppe di debiti (è il costo delle clientele oligarchiche) pare che il Monte dei Paschi di Siena finirà acquistato da BNP-Paribas. Forse si prenderà anche Banca Carige, Banca delle Marche e altri sei istituti di credito. La commissione finanze dei paesi della zona euro sanno che l'Italia è una mina vagante e un pericolo per tutti, e preferiscono che siano i tedeschi o i francesi a gestire il nostro paese invece che i cinesi o i giapponesi o i catarioti. Dopotutto, tra europei, se si vuole, ci si capisce sempre al volo.
Imperdonabile  la nuova linea di Confindustria che per bocca di Squinzi fa comprendere la totale latitanza dell'imprenditoria italiana dalla realtà del mondo post-moderno in cui viviamo. Seguitano a comportarsi come ai tempi della famiglia Agnelli.
Come se la realtà geo-politica fosse la stessa.
Mentre la destra estrema si gioca tutte le sue carte in Italia alimentando in maniera da sciacallo la rabbia per gestirla a modo loro, insieme ai refusi rifondaroli e a qualche mummia che sogna la rivoluzione bolscevica (il tutto mescolato in una salsetta retorica basata su una ricetta demagogica) il paese reale è appiattito dal genocidio culturale e non riesce più a produrre attualità, che vuol dire essere partecipi dell'autentico scenario reale.
L'Italia sta diventando una comparsa di un film scritto da altri. 
La perdita totale delle nostre bussole culturali ci sta condannando -come in una tragica legge del contrappasso- a girovagare in una terra deserta litigando sui miraggi.
Mentre le cifre, le scadenze, i programmi li decidono altrove.
Ci rimangono gli annunci, i titoli, le striscette di facebook.

L'Europa si sta risvegliando.
Ogni nazione lo sta facendo a modo suo, ed è tanto più convincente quanto più segue e rispetta la tradizione culturale autoctona.
Se non si coglie la palla al balzo in questo momento e non si costruisce, tutti insieme, una nuova narrazione colta, perderemo l'ennesimo appuntamento con il destino della storia e non saremo in grado di costruirci la "nostra alternativa italiana".
Finiremo per seguire capipopolo che arringano le folle incitando alla guerra di una parte dei poveri contro una parte di poveri altri. Per far guadagnare i mega ricchi.
E' inevitabile.
Un paese intelligente e istruito (com'era l'Italia un tempo) che rinuncia alla propria tradizione culturale denunciando la propria incapacità a promuovere il merito e la competenza, si condanna da solo alla marginalità.
E non è colpa né della Merkel né di Goldman Sachs, né dei massoni, né degli ebrei, né dei mussulmani, né dei rom.
E' colpa dell'ipocrisia collettiva, da tutti praticata con disinvolto senso di irresponsabilità.
Noi, non podemos proprio fare un bel nulla.
Il successo scientifico della navicella Rosetta, frutto dell'impegno e ingegno italiano è una prova lampante: non appena ce lo consentono, non appena ce lo permettono, non appena c'è uno straccio di investimento, di riconoscimento, il genio italiano lascia sempre la sua firma indelebile.
Ed è questo il patrimonio che va rimpinguato.
Tutto il resto sono chiacchiere inutili. E si ricomincia da lì.
Altrimenti, dovremo seguitare a sorridere dello splendido aforisma di Ennio Flaiano, scritto nel 1962, e promuoverlo a profezia "Essere italiani: che grande e tragica perdita di tempo".

E invece, nel frattempo, in Europa hanno già iniziato a rimboccarsi le maniche.







12 commenti:

  1. Gli spagnoli hanno ragione: l'oligarchia che si appropria di tutto, del nostro futuro, da una parte, e noi cittadini dall'altra. Sembra ridicolo, una storia da romanzo di genere, invece è così.

    Invece ho poca speranza per gli italiani.
    Mi spiace, ma il peso della corruzione, dell'ignoranza, dell'ipocrisia, dell'egoismo, della vigliaccheria, della vecchiaia, dell'analfabetismo è troppo. Siamo un popolo disperso, a cui hanno rubato l'anima. Saranno altri a cambiare il futuro, mentre noi godremo dell'inferno che ci stanno costruendo intorno.

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    1. Condivido tutto eccetto il fatto che l'anima non ci e' stata rubata all'italiano medio ma bensi' se le' venduta al prezzo di oggettini carini che fanno tanta invidia ai vicini.......

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  2. Caro Sergio,
    Solo per evidenziare il fatto che ridurre le diseguaglianze e' proprio l'obiettivo che accomuna e DEFINISCE tutte le politiche, pratiche, ideali e ideologie di sinistra.
    L'obiettivo dei "podemos" come si evince dalla storia personale della stragrande maggioranza dei suoi esponenti, e dai loro proponimenti, è obiettivamente (sic) un obiettivo di sinistra.
    Che l'ottimo Iglesias preferisca evitare l'uso della parola "sinistra" è, secondo me, dovuto alla lucida analisi di un elettorato che, come il nostro, reagisce alla parola a mo' di cane di Pavlov, o tifoso di una o l'altra squadra di calcio, con la bava alla bocca.
    Un vasto settore del "popolo", qui da noi come in Spagna, identifica ormai la parola con coloro che hanno spudoratamente tradito da decenni ogni ideale di sinistra, e non pensa minimamente (probabilmente non li conoscono neppure) alla storia e ai movimenti e partiti che li hanno veramente rappresentati. Usare la parola "sinistra" oggi in una campagna che vuole convincere un popolo intero delle proprie ragioni sarebbe un suicidio politico.
    Vedi i commenti a questo ottimo articolo sul medesimo argomento nel blog di FQ di oggi per credere: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/11/14/spagna-lenigma-podemos-quando-sinistra-si-reinventa-vince/1211675/

    Ma qui stiamo parlando di una reazione di pancia. Altra cosa è, o dovrebbe essere, il contenuto di un blog che si rivolge (per la lunghezza e complessità di analisi dei tuoi post) a persone più pensanti.
    Qui, fra di noi, non possiamo dire, sommessamente, pacatamente, che prendere dai ricchi per dare ai poveri sia una politica di SINISTRA? Ma dai, su coraggio
    !
    Anche se forse un mito che avrebbe più peso elettorale sia uno preso dal mio paese di origine.
    Chiamiamoci il Movimento Robin Hood. Andrebbe bene per tutti, no?

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    1. Oppure no.
      Ci sarebbe chi assocerebbe il mio compare a Tremonti (per la sua finta tassa alle banche).
      E vomiterebbe ancora più bile.
      Che fare?

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  3. Grazie ancora per il bellissimo articolo, gli italiani si distinguono sempre, buona parte della popolazione non è hi tech e vive in una realtà virtuale, il servilismo ha sostituito la professionalità e l'etica ha un suo prezzo sensato.
    Un collega qualche anno fa mi raccontava la storiella di un contadino sardo proprietario di parte della Costa Smeralda (prima che diventasse ciò che è ora) che approcciato dall'Aga Kahn, alla domanda "quanti miliardi vuole per la sua terra?", il contadino rispose:"miliardi? Milioni! e un posto di lavoro per mio figlio".
    Fondamentalmente siamo un popolo di servi che vive in simbiosi con le proprie catene, il retaggio culturale mafioso è di fatto trasversalmente più radicato che quello civile.
    Chiedo anticipatamente scusa a tutti i lettori sardi i quali come etnia stimo molto più che il resto degli italiani, si vede che il marcio predilige viaggiare in auto, se è blu o di altro colore non sò....

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  4. Credo sia voluto nel post qualsiasi riferimento al m5s.
    Interessante.
    Dire che in Italia non sia possibile per colpa della castacriccacorrotta è solo autorazzismo. Il clientelarismo è una pratica comune a moltissimi paesi. In grecia, come in Spagna. Io credo comunque che la parte sana della popolazione sia comunque maggioranza, solo silente, inconscia o superficiale per coercitiva educazione massmediatica.
    Pensare che il nostro giornalismo sia peggiore è possibile, pensare che sia tanto peggiore, tanto da essere più prossimo a quello coreano che a quello spagnolo, francese o portoghese è irrealistico.
    Che dire ho idea che Iglesias e co. non abbiano tanta paura quanto lo staff m5s del confronto tv. Credo che sia questa la prima di numerose differenze fra Podemos e 5stelle. Secondariamente l'alleanza mediterranea è passata nel dimenticatoio, eppure sarebbe più facile ragionare con questi signori che con Salvini.

    F.T.

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    1. Scusate la prima frase del mio commento qui sopra è incompleta, così è corretta:
      "Credo sia voluto nel post LA MANCANZA DI qualsiasi riferimento al m5s"

      F.T.

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    2. Il gruppo spagnolo di podemos ha Iglesias come leader. Lui è "un" leader, non "il" leader. E' diverso. Quel gruppo è nato come realtà collettiva e strada facendo è emersa la capacità caratterial-culturale di Iglesias che ben li rappresenta perchè è carismatico (il che non è da tutti). Ma intorno è circondato da un nucleo dirigente molto forte e competente e discutono tutto apertamente e collettivamente, per cui non arriva mai al cittadino la percezione che ci sia qualcosa di calato dall'alto. E infatti non c'è. Sono tra l'altro molto attivi in Europa nonostante non contino nulla e sono incredibilmente presenti sul territorio, così come lo è in altre nazioni d'Europa per altri gruppi. Anch'io sono convinto che era meglio allearsi con i "podemos" e altre formazioni come quella per dar vita a una autentica forza di antagonismo europeo movimentista e ho premuto molto alla fine di maggio perchè si realizzasse quella prospettiva. Ma Grillo e Casaleggio hanno preferito e scelto Farage che regala visibilità, impatto mediatico, curiosità, polemiche ma dal punto di vista politico si è rivelato una vera catastrofe per il movimento cinque stelle. Da allora, infatti, la spinta propulsiva dei cinque stelle si è annebbiata. Sono stati costretti ad abbandonare in Europa ogni tematica ambientalista, ogni progetto ecologista, tacendo sulle battaglie antinucleariste per rispetto dell'alleato. O meglio: non sono stati costretti, l'hanno scelto.

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    3. Ho votato il M5S alle europee sperando che ci tenessero aggiornati cosa succede lì come succede per il Parlamento italiano, ma arrivano poche notizie dall'Europa purtroppo e rischiano di auto-estinguersi.

      http://www.linkiesta.it/movimento-cinque-stelle-renzi

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    4. Linkiesta puoi proprio dimenticarla, vivrai meglio!

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  5. Anche io ho notato la mancanza di riferimenti al M5S e credo anche io che sia voluta , però mi chiedo il perché ? E non per fare inutile polemica ma per pura curiosità che le chiedo appunto come mai non viene nominato . Eppure mi pare che condividano la stessa idea di base con gli altri movimenti , podemos o occupywallstreet che siano , e hanno già avuto buoni risultati in termini di voto . Ad ogni modo tutti questi cittadini che cominciano a muoversi contro lo strapotere di gruppi bancari e multinazionali , andando contro i nostri politici che invece continuano ad avvantaggiarli a nostre spese , da un po' di fiducia nel futuro . Sarà una lunga battaglia , speriamo pacifica !

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